<html>
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<meta content="text/html; charset=windows-1252"
http-equiv="Content-Type">
</head>
<body text="#000000" bgcolor="#FFFFFF">
Mi piace questa nuova interazione tra Tucci e Basta!<br>
Bellissimo brano.<br>
<br>
<div class="moz-cite-prefix">Il 15/03/2016 17:07, Silvia Brunati ha
scritto:<br>
</div>
<blockquote
cite="mid:CAA0dz21uUxM1b2QEtUsHRp_7K8AF2nw_1WQQwuVjCq9aW2hwTQ@mail.gmail.com"
type="cite">
<div dir="ltr">
<p class="MsoNormal"
style="margin-bottom:0.0001pt;text-align:justify;background-image:initial;background-repeat:initial"><span
style="font-size:12pt;font-family:"Times New
Roman",serif">Ciao!</span></p>
<p class="MsoNormal"
style="margin-bottom:0.0001pt;text-align:justify;background-image:initial;background-repeat:initial"><span
style="font-size:12pt;font-family:"Times New
Roman",serif">Ecco il mio brano, attendo impaziente
commenti. :)</span></p>
<p class="MsoNormal"
style="margin-bottom:0.0001pt;text-align:justify;background-image:initial;background-repeat:initial"><br>
<span style="font-size:12pt;font-family:"Times New
Roman",serif"></span></p>
<p class="MsoNormal"
style="margin-bottom:0.0001pt;text-align:justify;background-image:initial;background-repeat:initial"><span
style="font-size:12pt;font-family:"Times New
Roman",serif">Silvia<br>
</span></p>
<p class="MsoNormal"
style="margin-bottom:0.0001pt;text-align:justify;background-image:initial;background-repeat:initial"><span
style="font-size:12pt;font-family:"Times New
Roman",serif">*******************************************************</span></p>
<p class="MsoNormal"
style="margin-bottom:0.0001pt;text-align:justify;background-image:initial;background-repeat:initial"><b><span
style="font-size:12pt;font-family:"Times New
Roman",serif">Brano: 03-08</span></b></p>
<p class="MsoNormal"
style="margin-bottom:0.0001pt;text-align:justify;background-image:initial;background-repeat:initial"><b><span
style="font-size:12pt;font-family:"Times New
Roman",serif">Titolo: Vortici</span></b><span
style="font-size:9.5pt;font-family:Arial,sans-serif"></span></p>
<p class="MsoNormal"
style="margin-bottom:0.0001pt;text-align:justify;background-image:initial;background-repeat:initial"><b><span
style="font-size:12pt;font-family:"Times New
Roman",serif">Autore: Lon Basta<br>
</span></b></p>
<p class="MsoNormal"
style="margin-bottom:0.0001pt;text-align:justify;background-image:initial;background-repeat:initial"><b><span
style="font-size:12pt;font-family:"Times New
Roman",serif">Brano Precedente: Rest, figlio di Retok
- Permette questo ballo?</span></b><span
style="font-size:9.5pt;font-family:Arial,sans-serif"></span></p>
<p class="MsoNormal"
style="margin-bottom:0.0001pt;text-align:justify;background-image:initial;background-repeat:initial"><b><span
style="font-size:12pt;font-family:"Times New
Roman",serif"> </span></b></p>
<p class="MsoNormal"
style="margin-bottom:0.0001pt;text-align:justify;background-image:initial;background-repeat:initial"><br>
</p>
<p class="MsoNormal"><b style="mso-bidi-font-weight:normal">U.S.S.
Hope,
Laboratorio Scientifico – 03 Febbraio 2395 – Ore 13:00</b></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">Quando
qualcosa non tornava, Edison Ray Tucci non riusciva a
toglierselo dalla mente
fino a quando non ne veniva a capo. Era come un tarlo che
scavava nel suo
cervello impedendogli di fare qualsiasi altra cosa a parte
quella di provare ad
estirparlo. In quei casi si chiudeva in laboratorio e
incessantemente attaccava
il tarlo, da ogni lato possibile, fino a quando non capiva
cos’era che non gli
quadrava. Compiti insignificanti come mangiare, bere, dormire,
lo infastidivano
soltanto. I primi due era costretto ad espletarli perché
altrimenti il suo
cervello ne avrebbe risentito, l’ultimo cercava di rimandarlo
il più possibile
dal momento che era sicuro che il maledetto tarlo non gli
avrebbe fatto
chiudere occhio.</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">Lon Basta
gli
aveva detto che capiva quando era in quello stato
semplicemente perché le sue
emozioni erano come un ‘mulinello d’acqua, del quale non
capisci mai dove sia
la fine’. Quando si accorgeva che Tucci ‘era nel vortice’,
Basta si limitava ad
attendere che ne venisse a capo occupandosi di portargli da
mangiare e bere
regolarmente ed intervenendo quando si accorgeva che l’umano
aveva bisogno di
dormire. Edison non aveva chiesto al betazoide di fargli da
cane da guardia, il
giovane lo aveva semplicemente deciso dopo quella volta con i
ferengi e non c’era
stato alcun modo per smuoverlo dalla sua decisione: ‘il suo
vortice è piacevole
per me, signor Tucci, quasi ipnotico,’ gli aveva detto in tono
categorico, ‘preferisco
lei al caos emotivo del resto della Hope’.</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">Perciò erano
ore che entrambi erano chiusi in laboratorio: lo scienziato ad
inseguire il suo
tarlo ed il capo della sicurezza intento a leggere le
informazioni che Temlin
gli aveva messo a disposizione. A Tucci la presenza del
betazoide non dava
fastidio, gli era sufficiente che se ne stesse nel suo angolo,
in silenzio.
Ogni tanto il giovane scienziato parlava ad alta voce e
talvolta gli sembrava
che Basta gli rispondesse, ma, se anche lo faceva, la sua
mente registrava
quelle risposte in automatico e subito se ne dimenticava,
persa com’era nel
flusso delle acque vorticose che si rincorrevano a spirale.
L’idea del vortice
era piaciuta subito ad Edison perché rendeva perfettamente
l’idea del percorso
che il tarlo stava scavando nel suo cervello ormai da troppo
tempo.</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">“Sarebbe
meglio avere dei campioni di sangue del mutaforma perché così
potremmo capire
meglio la tipologia della razza e…”</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">“Li ho già
richiesti, dalla Armand ci hanno risposto di averli messi a
disposizione della dottoressa,
dovrebbe trovarli sulla consolle”.</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">Il cervello
di Tucci non registrò la risposta pacata di Basta, ma le sue
mani richiamarono
il file che gli serviva ed egli si perse nuovamente
all’inseguimento del tarlo
del quale ogni tanto vedeva la coda. Il mutaforma non aveva
agito da solo, eppure
l’esito delle ricerche del capitano Bueller alla festa sulla
Armand non avevano
portato a nessun risultato. </p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">“Se si
trattasse di qualcuno che era di turno, allora il capitano non
l’avrebbe mai
potuto scoprire, non tutti erano invitati, quindi…”</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">“Turni e
presenze alla festa sono stati decisi da Xyr e dal primo
ufficiale dell’Armand
sulla base dei suggerimenti che abbiamo dato loro per far si
che i sospetti
principali fossero presenti”.</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">Le dita di
Tucci scorsero rapide sulla consolle aggiungendo informazioni
ad informazioni, le
parole di Basta assorbite come se fossero state semplicemente
frutto dei suoi
ragionamenti. Se i principali sospetti erano stati alla festa
e se c’era un
altro mutaforma, allora chi era? Il tarlo scavava nella sua
mente seguendo il
vortice che si arrotolava su se stesso. No, in realtà non gli
piaceva l’idea di
Basta del vortice, aggiungeva solo confusione. Perché il
complice non era stato
smascherato alla festa? Non poteva essere un problema del
sistema di
rilevazione che lui e la dottoressa Graham avevano ideato, lo
escludeva nella
maniera più categorica, quindi erano sbagliati i sospetti o…
si fermò e nello
stesso istante incrociò lo sguardo di Basta.</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">“Ah, è
ancora qui, bene, bene, mi serve la dottoressa e anche il
signor Doohan,
dobbiamo lavorare un po’”.</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">Senza dire
nulla Basta interruppe il lavoro che stava facendo e chiamò i
diretti
interessati.</p>
<p class="MsoNormal"><b>U.S.S. Armand – Celle di Detenzione - 03
febbraio 2395 –
Ore 15:00</b></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt"><span
style="mso-bidi-font-weight:bold">Il mutaforma attendeva
pazientemente, sapeva
benissimo cosa significava aspettare: l’aveva fatto sul
pianeta, lo faceva ora.
Attendere però lo portava a pensare e questo non andava bene
perché gli dava
idee e lo faceva dubitare e questo andava ancora peggio.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt"><span
style="mso-bidi-font-weight:bold">Si era sdraiato sulla
brandina con la schiena
verso il campo di forza, un braccio piegato sotto la testa,
il respiro
controllato. Non c’era stato tanto movimento dopo la visita
dell’infermiera, nessuno
era venuto ancora ad interrogarlo e nessuno l’aveva degnato
di attenzione, ma
sarebbero arrivati, ne era certo, e doveva essere pronto per
loro. Lo sarebbe
stato.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">Una strana
sensazione alle spalle lo indulse a voltarsi, davanti al campo
di forza c’era
una magnifica femmina, dai capelli ramati e gli occhi
luminosi. Un tempo, quando
era ancora libero, avrebbe fatto follie per una donna del
genere, ora invece i
suoi occhi si socchiusero pieni di sospetto e si tirò su a
sedere lentamente,
diffidente.</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">“Buon
pomeriggio”, lo salutò cortese l’ufficiale. Era giovane, molto
più degli standard
della flotta stellare, e sembrava gentile, ma quello, lo
sapeva, era solo un
bluff. Doveva appartenere all’equipaggio della Hope,
altrimenti una così non
gli sarebbe mai sfuggita. “Sono il consigliere <span
class="im">Caytlin della
U.S.S. Hope, ho pensato che le avrebbe fatto piacere parlare
con me, invece che
con il signor </span>Qass”.</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">Uno sbuffo
seccato
sfuggì al mutaforma, aveva avuto modo di conoscere fin troppo
approfonditamente
il boliano nel periodo in cui era stato a bordo della Armand e
più volte aveva
pensato al suicidio come alternativa all’eterno scorrere delle
sue chiacchiere.
La femmina incrociò le braccia sul petto ed il suo sguardo
inevitabilmente ne
seguì il movimento, il consigliere se ne accorse ed il sorriso
le aumentò di qualche
grado, al ché il mutaforma digrignò i denti in un ghigno. Gli
avevano detto di
non parlare, non di non guardare.</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">“Non sarebbe
più comodo nella sua forma naturale invece che in quella
dell’ambasciatore?”
Suggerì il consigliere senza perdere la compostezza, “sono
certa che i panni di
un vecchio imbolsito non la entusiasmano poi tanto”, subito
dopo si mordicchiò
il labbro inferiore e scosse la testa contrita, “mi scusi, non
volevo
offenderla, pensavo che non si vergognasse del suo vero
aspetto”.</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">Al mutaforma
sfuggì una risata divertita, se pensavano che una infante come
quella, per
quanto bella, potesse convincerlo a dire anche solo una parola
avevano di gran
lunga sottovalutato la sua razza, o forse era lui ad aver
sopravvalutato loro.
Credevano che non conoscesse trucchi del genere? Che fosse
così ingenuo?</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">La femmina
sorrise un po’ smarrita alla sua risata. “Ho detto qualcosa di
sbagliato forse?”
Poi sgranò gli occhi sorpresa, “vuol dire che non ha una forma
originaria?
Nemmeno un po’ liquida? O aerea?”</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">All’ultima
parola il mutaforma si limitò ad imitare la posa del
consigliere, a braccia
conserte e per un istante qualcosa nel suo volto cambiò,
un’ombra di sospetto
si formò nel suo sguardo per svanire però rapidamente
mascherata da uno sbadiglio.
Questa volta la femmina non disse nulla fissando il suo volto
con quegli occhi
bellissimi e allo stesso tempo inquietanti, il sorriso era
scomparso dal suo
viso e l’espressione non sembrava più così ingenua come
all’inizio.</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">“La
ringrazio del suo aiuto,” disse dopo qualche istante,
“avviserò il capitano che
è stato davvero molto collaborativo”. Girò sui tacchi e si
allontanò mentre il
mutaforma scattava in piedi con la bocca spalancata ed un
grido inarticolato
sorpreso.</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt"> </p>
<p class="MsoNormal"><b>U.S.S. Armand – Ufficio del Capo della
Sicurezza - 03
febbraio 2395 – Contemporaneamente</b></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">“Funzionerà,
deve funzionare”. Ferris Bueller camminava avanti ed indietro
alle spalle di
Rest che fissava il monitor con calma glaciale.</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">“Si calmi,
capitano”, commentò in tono paziente il tattico della Hope e
Bueller si fermò
di scatto per chinarsi sulle sue spalle.</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">“Come va?”</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">“Esattamente
come pochi minuti fa, signore”, rispose senza scomporsi il
vulcaniano, “il
consigliere non entrerà di certo nella cella, capitano, è
illogico preoccuparsi”.</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">Bueller si
raddrizzò con espressione offesa, “non sono preoccupato, sono
solo un po’ nervoso”.</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">Astenendosi
dal commentare sul quantitativo di nervosismo di Bueller Rest
si girò a
fissarlo, “è stata sua l’idea di far parlare il mutaforma con
persone con le
quali non avesse dimestichezza”, commentò mentre Bueller
annuiva ripetutamente.</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">“Lo so, lo
so”.</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">“E’ sempre
sua l’idea di usare il consigliere Caytlin perché il
consigliere…”.</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">“…E’ molto
meno ingenua di quello che sembra, lo so”. Bueller aveva
ripreso a camminare
avanti ed indietro massaggiandosi la testa. </p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">“Non vedo
pertanto perché dovrebbe essere agitato, sono certo che il
consigliere ha la
situazione perfettamente sotto controllo”. Detto questo tornò
a fissare il
monitor per poi aggiungere con calma serafica, “questo è
insolito”.</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">Bueller gli
fu subito addosso, gli occhi spalancati a seguire la figura di
Caytlin che si
allontanava. “Cosa? Cosa?”</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">Rest si
raddrizzò costringendo Bueller ad allontanarsi di qualche
centimetro, “la
reazione del mutaforma alle parole del consigliere”.</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">“Quali
par…”,
ma Bueller fu interrotto dall’ingresso del tenente comandante
Temlin e di
Caytlin.</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">Il capo
della sicurezza della Armand si fermò di scatto fissando
Bueller sorpreso: “mi
dica capitano, come fa il signor Basta a sopportare tutta la
sua agitazione? Lei
sta battendo persino il capitano Royce!”.</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">A quelle
parole Bueller rispose con una smorfia seccata per poi
incalzare Caytlin, “allora?”</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">La risiana
gli rispose accigliata: “E’ stato molto interessante”.</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">“Davvero?”</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">“Assolutamente”,
intervenne
Temlin andando verso la sua scrivania dopo aver guardato
leggermente
accigliato Rest che si alzava dalla sua poltrona, “consigliere
le devo fare i
miei complimenti per come ha condotto il colloquio,
quell’ultima frase è stata
geniale”.</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">Caytlin
arrossì compiaciuta e mentalmente Bueller si annotò la cosa
per future
indagini, “la ringrazio signore, ad una prima analisi direi
che il prigioniero
è molto preoccupato dal fatto che qualcuno pensi che lui possa
esserci stato
utile in qualche modo”.</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">“Terrorizzato
più
che preoccupato”, confermò Temlin.</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">“Ne
deduciamo quindi che chiunque sia è più potente del
mutaforma”, commentò Rest
facendo spazio al capo della sicurezza, e quindi più
pericoloso”.</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">A quel punto
Bueller si massaggiò la testa con un sospiro, “ma come lo
individuiamo?”</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">=^= Basta a
Bueller=^=. La voce del betazoide ruppe il silenzio in cui
tutti erano caduti.</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">“Qui
Bueller, mi dica Basta”.</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">=^= Farebbe
meglio a venire sulla Hope, signore, subito.=^=</p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt"> </p>
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Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri
posti erano occupati. Bertolt Brecht<br>
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