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<p class="MsoNormal">O finalmente viene usato Strauss.. come arma di distrazione di massa XD<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNormal"><br>
========================<br>
Guardiamarina Caitlyn<br>
Consigliere<br>
USS Hope NCC-25122<br>
========================<br>
<br>
</p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman",serif"><o:p> </o:p></span></p>
<div style="mso-element:para-border-div;border:none;border-top:solid #E1E1E1 1.0pt;padding:3.0pt 0cm 0cm 0cm">
<p class="MsoNormal" style="border:none;padding:0cm"><b>Da: </b><a href="mailto:sbrunati@gmail.com">Silvia Brunati</a><br>
<b>Inviato: </b>sabato 2 luglio 2016 15:33<br>
<b>A: </b><a href="mailto:stml17@gioco.net">USS Hope</a><br>
<b>Oggetto: </b>[Stml17] [Bastar] 04.05 - Questione di secondi</p>
</div>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman",serif"><o:p> </o:p></span></p>
</div>
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<div dir="ltr">
<p style="margin:0cm 0cm 0.0001pt">Eccomi... ho un pò di dubbi sulla fattibilità di quello che segue ed il brano è più breve di quelli che erano i miei piani iniziali, ma non volevo concludere troppe cose, così ho preferito lasciarle in sospeso.
<br>
</p>
<p style="margin:0cm 0cm 0.0001pt">Spero vi piaccia! :)<br>
</p>
<p style="margin:0cm 0cm 0.0001pt"><br>
</p>
<p style="margin:0cm 0cm 0.0001pt">Silvia</p>
<p style="margin:0cm 0cm 0.0001pt"><br>
</p>
<p style="margin:0cm 0cm 0.0001pt">*****************************************</p>
<p style="margin:0cm 0cm 0.0001pt">Brano: 04-05</p>
<p style="margin:0cm 0cm 0.0001pt">Titolo: Questione di Secondi</p>
<p style="margin:0cm 0cm 0.0001pt">Autore: Cadetto IV Lon Basta (aka Silvia Br.)</p>
<p style="margin:0cm 0cm 0.0001pt">*****************************************</p>
<p class="x_MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt"> </p>
<p class="x_MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt"><b style="">Da qualche parte nello spazio – 6 Febbraio 2395 – Ore 22.00</b></p>
<p class="x_MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">Tre figure passeggiavano sotto un mare di stelle, la qual cosa non sarebbe stato poi così strana se non fosse che indossavano delle tute. Il che non sarebbe stata nemmeno tanto insolito se non fosse che
lo facevano sulla superficie esterna di una nave orioniana e una delle tre era piegata in avanti e avanzava lentamente con le mani posate sullo scafo e le gambe che le seguivano, come se fosse un segugio all’inseguimento di un odore particolare; mentre le
altre due, simili a cacciatori impazienti di catturare la preda, lo seguivano in quella insolita camminata sulla superficie di una nave spaziale. Da qualche parte dietro di loro una navetta klingon occultata seguiva ogni loro mossa e, a bordo di essa, un’andoriana
dai lunghi capelli bianchi e le antenne ritte sulla testa come corde di violino fissava lo schermo monitorando la situazione. Le sue labbra erano talmente pressate l’una contro l’altra da ridursi ad una linea sottile che non toglieva nulla alla sua bellezza
glaciale. Dietro di lei un’umana dai capelli neri e gli occhi grandi spalancati esprimeva la preoccupazione cui l’andoriana non aveva permesso di trasparire, le dita della sua mano destra, se avessero potuto, avrebbero scavato solchi sullo schienale della
poltrona del pilota, dov’era seduta l’altra. Con l’aria delusa di chi si domanda perché non è stato scelto per la missione, un terzo personaggio era appoggiato alla paratia. Anche lui fissava lo schermo a braccia conserte, tutto il disappunto disegnato su
un volto che altrimenti sarebbe passato inosservato.</p>
<p class="x_MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">“Lei resterà qui”, aveva ordinato l’andoriana con il tono di chi non ammette repliche, “non rischierò tutti gli uomini ”, i suoi occhi si erano ridotti ad una fessura quando aveva visto le labbra dell’uomo
aprirsi in una protesta che non aveva però trovato parola.</p>
<p class="x_MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">“Funzionerà?” Ruppe il silenzio teso Melanne Graahn staccando finalmente la mano dallo schienale.</p>
<p class="x_MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">“Deve”, ribatté secca il comandante Xyr senza distogliere lo sguardo dallo schermo. “se c’è una femmina orioniana a bordo di quella nave solo Rest potrebbe resisterle. Lei è pronta?” Le chiese dopo qualche
altro secondo di silenzio.</p>
<p class="x_MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">“Devo”, rispose l’umana raddrizzando le spalle e serrando la mascella, la mano che andava a posarsi inconsapevolmente sulla borsa con tutto il necessario per un intervento medico.</p>
<p class="x_MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">Xyr le lanciò un’occhiata e annuì lentamente, “signor Devon,sa cosa fare”. Disse alzandosi per lasciare il posto all’umano, “è meglio che ci prepariamo”.</p>
<p class="x_MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt"> </p>
<p class="x_MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt"><strong><span style="font-family:"Arial","sans-serif"">Starbase 214 – Locale Ferengi “Tutto per Tutti” – Contemporaneamente</span></strong></p>
<p class="x_MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt"><strong><span style="font-family:"Arial","sans-serif"; font-weight:normal">“Non mi sembra di aver chiesto chissà che cosa! Solo di pagare il giusto prezzo quello che voglio!” Strauss teneva banco allargando
le braccia al centro del locale chiedendo il supporto dei presenti.</span></strong></p>
<p class="x_MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt"><strong><span style="font-family:"Arial","sans-serif"; font-weight:normal">“Signore, signore, la prego”, provò nuovamente a placarlo il ferengi tenendo le mani per cercare di afferrargli le gambe e convincerlo
a scendere dalla sedia sulla quale era salito.</span></strong></p>
<p class="x_MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt"><strong><span style="font-family:"Arial","sans-serif"; font-weight:normal">Mescolati agli altri clienti Bueller e Rodriguez assisterono increduli al salto con il quale il capitano evitò che il ferengi lo
afferrasse.</span></strong></p>
<p class="x_MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt"><strong><span style="font-family:"Arial","sans-serif"; font-weight:normal">“Quando ha detto che avevamo bisogno di un diversivo, non immaginavo questo…” commentò stupito Rodriguez, poi, Bueller gli afferrò
un braccio e lo trascinò verso il fondo del locale approfittando della confusione.</span></strong></p>
<p class="x_MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt"><strong><span style="font-family:"Arial","sans-serif"; font-weight:normal">“Sbrighiamoci!”
</span></strong></p>
<p class="x_MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt"><strong><span style="font-family:"Arial","sans-serif"; font-weight:normal">Rodriguez si chinò sul pannellino che bloccava l’accesso alla sala ologrammi privata. Un luce rossa lampeggiante indicava che era
in uso, entrambi avevano visto i due ferengi e il mercante entrarvi pochi minuti prima che Strauss entrasse in azione. Facendo attenzione a non farsi vedere Bueller seguì le evoluzioni del capitano per i locale con i ferengi che lo inseguivano di tavolo in
tavolo rovesciando sedie e creando scompiglio.</span></strong></p>
<p class="x_MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt"><strong><span style="font-family:"Arial","sans-serif"; font-weight:normal">“La sicurezza sarà qui a momenti!” Sussurrò a Rodriguez.</span></strong></p>
<p class="x_MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt"><strong><span style="font-family:"Arial","sans-serif"; font-weight:normal">“Le ho già detto che è molto utile conoscere persone che conoscono persone che hanno lavorato per questo locale e se ne sono andate
arrabbiate? E’ terribile quello che può fare chi porta rancore”, Rodriguez finì di digitare, “i codici di sicurezza hanno la pessima abitudine di finire in mani poco raccomandabili”. Da rossa la luce si fece verde mentre il rumore di bottiglie infrante indicò
che Strauss era riuscito a raggiungere il bancone e concentrare definitivamente l’attenzione di tutti i ferengi su di lui. Nessuno avrebbe avvertito chi era nella sala ologrammi a quel punto. Accennando un inchino verso Bueller, Rodriguez gli fece cenno di
precederlo all’interno.</span></strong></p>
<p class="x_MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt"><strong><span style="font-family:"Arial","sans-serif"; font-weight:normal"> </span></strong></p>
<p class="x_MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt"><b style="">Da qualche parte nello spazio – 6 Febbraio 2395 – Ore 22.15</b></p>
<p class="x_MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">Basta si fermò di scatto sollevando un braccio.</p>
<p class="x_MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">C’era qualcosa che non andava, ma non riusciva a capire cosa fosse e questo lo spiazzava perché non c’era abituato. Posò entrambe le mani sullo scafo e fissò la superficie della nave, non che questo aumentasse
le sue capacità percettive, ma il contatto, pur attraverso i guanti, gli diede una sensazione di solidità che lo aiutò a non perdere la sottile striscia di profondo blu che aveva appena individuato. Tucci aveva il tratto distintivo del vortice, una specie
di tornado quando era immerso nei suoi pensieri, non c’entrava nulla con quell’acceso blu che si sfaldava e ricomponeva, eppure…</p>
<p class="x_MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">“E’ strano”, mormorò cercando di riconoscere qualcosa che lo collegasse allo scienziato. Facendo cenno all’altro uomo di aspettare Rest si accovacciò accanto al betazoide: “cosa?”</p>
<p class="x_MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">All’inizio Basta non sembrò aver sentito la domanda, accigliato ascoltava e più ascoltava più sentiva stonature. “Non son sicuro che sia lui”, ogni singola parola uscì a difficoltà dalla bocca del betazoide,
come se gli costasse fatica ammettere quell’incertezza.</p>
<p class="x_MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">Rest ne fissò l’espressione in silenzio per qualche istante, “Ma…?”</p>
<p class="x_MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">“Potrebbe esserlo”, ammise il betazoide gli occhi pieni di insicurezza.
</p>
<p class="x_MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">“E’ sufficiente. E’ qui sotto”, disse poi alla radio alzandosi.</p>
<p class="x_MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt"> </p>
<p class="x_MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">Sulla Akesh Xyr annuì a Devon e il teletrasporto si attivò trasportando lei e la dottoressa pochi metri sotto i piedi dei tre uomini sullo scafo della nave. Si ritrovarono in un corridoio dalle pareti scure
illuminato da luci al neon mentre un allarme iniziava a suonare in tutta la nave.</p>
<p class="x_MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">“Presto!” L’andoriana indicò alla dottoressa l’unica cella chiusa a pochi passi da loro sollevando l’arma nella direzione del corridoio chiusa da un ascensore. A pochi passi da lei si materializzò Rest,
anche lui armato: “Abbiamo pochi secondi prima che alzino gli scudi”, disse mettendosi al suo fianco. Dietro di loro il suono del phaser che bruciava il pannello di controllo della cella confermò che la dottoressa stava dandosi da fare. “E’ lui?” chiese Xyr
vedendo le porte dell’ascensore iniziare ad aprirsi,”è lui?” Chiese di nuovo iniziando ad arretrare verso la cella affiancata da Rest quando uno scossone scosse la nave orioniana. “Dottoressa!” Chiamò sparando un colpo verso l’ascensore costringendo così chiunque
stesse uscendo a ripararsi al suo interno.</p>
<p class="x_MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt">“Teletrasporto per quattro!” Sentì gridare dall’interno della cella, “subito!”. Poi il suo mondo furono solo luci e colori.</p>
<p class="x_MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt"> </p>
<div class="x_gmail_extra"><br clear="all">
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<div class="x_gmail_signature">------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------<br>
Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati. Bertolt Brecht<br>
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