<div dir="ltr"><p class="MsoNormal"><span style="font-size:10pt;line-height:115%">Eccoci, con un pezzo riflessivo... Spero di aver colto bene lo spirito e le opinioni di tutti. :)</span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-size:10pt;line-height:115%"><br></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-size:10pt;line-height:115%">Silvia</span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-size:10pt;line-height:115%"><br></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-size:10pt;line-height:115%"><b>USS Hope –
Sala Tattica – 8 Aprile 2395 - Ore 18:50</b><span></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt;text-align:justify"><span style="font-size:10pt;line-height:115%"><br></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt;text-align:justify"><span style="font-size:10pt;line-height:115%">Il capitano Ferris Bueller fissava accigliato la porta chiusa della sala
tattica, la riunione era finita da circa un’ora ma lui sembrava non essersene
accorto. Per la prima volta in vita sua, da quando era al comando della Hope
sentiva il peso del ruolo. Qui non si trattava di salvare un ufficiale rapito,
o trovarsi coinvolti in trame complottistiche, questa volta non poteva prendere
una decisione con la stessa velocità con la quale si lanciava dietro a delle
belle gambe. Un conto erano i ragionamenti teorici fatti a lezione, un’altra
sapere che dalla propria azione, o inazione, dipendeva il destino di miliardi
di persone. Cos’aveva detto Xyr ribattendo a Tucci?<span></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt;text-align:justify"><span style="font-size:10pt;line-height:115%">“La Prima Direttiva non può essere piegata a nostro piacimento, esiste
per un motivo”. Eppure anche lei, persino lei, era sembrata turbata quando
Rodriguez le aveva fatto notare che si parlava di esseri viventi che avevano
avuto la sfortuna di non essere sufficientemente evoluti per trovare un modo
per salvarsi. “Anzi,” aveva continuato con veemenza Rodriguez, “ci stanno così
provando che sono stati in grado di capire che siamo qui e hanno cercato di
contattarci”.<span></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt;text-align:justify"><span style="font-size:10pt;line-height:115%">Bueller spostò lo sguardo verso lo schermo spento. Salvare una, due o
tutt’e tre le popolazioni? O nessuna? Intervenire sulla stella che stava
collassando, come aveva suggerito Tucci, e sparire nel nulla opponendosi ad un destino
inevitabile, e all’ammiraglio Lennox, o far finta di non aver sentito l’appello
disperato di un popolo? E come hanno fatto a capire che siamo qui se non sono
mai riusciti a superare il loro ‘muro’? Quest’ultima osservazione l’aveva fatta
Basta, sempre pronto a trovare qualcosa che non andava dopo aver ascoltato la
discussione a lungo in silenzio. Che poi, cosa aveva così tanto da ascoltare?
Non gli erano bastati tutti questi mesi per capire com’era fatto ciascuno di
loro e imparare a fidarsi? Anche il betazoide sembrava bloccato da un muro, dal
quale usciva solo raramente, al punto che Bueller si era più volte chiesto cosa
bisognasse fare per avere quell’onore a parte essere la dottoressa Graahn. Quelle
parole, però, gli si erano piantate nel cervello e non solo a lui. Luna, cui
erano brillati gli occhi quanto le avevano spiegato perché l’avevano convocata d’urgenza,
si era subito avvicinata a Tucci e insieme avevano iniziato a guardato gli
schemi di rotazione dei pianeti per capire di più della tecnologia della
civiltà misteriosa: “sono orbite quelle?” Aveva chiesto indicando qualcosa
all’ufficiale scientifico. Caytlin nel frattempo, dopo aver guardato Rest,
trincerato dietro il suo sguardo impassibile fisso su Xyr ed il suo volto
pallido, aveva sospirato e si era alzata richiamando per tutti sullo schermo le
immagini del sistema Cheyrou. “Prima Direttiva,” aveva annunciato e Bueller si
era lasciato sfuggire un gemito all’idea di una lezione guadagnandosi
un’occhiataccia dalla risiana. “Quando si entra in contatto con un pianeta che
si sta sviluppando in modo autonomo verso una civiltà tecnologica, un ufficiale
non deve fare nessun accenno alla propria identità o alla propria missione, né
interferire con lo sviluppo sociale di tale pianeta, né far riferimenti allo
spazio, ad altri mondi o a civiltà più avanzate”. Aveva fatto una pausa come
per dare il tempo a tutti loro di digerire ogni singola parola. “Siamo tutti
d’accordo che il nocciolo della questione sia questo”, aveva ripreso poi, “abbiamo
stabilito un contatto con un pianeta,” aveva indicato Cheyron 2, “o parte di
esso. Ma cosa ci chiedono esattamente?” Aveva sollevato la mano per fermare
Rest che stava offrendo la risposta alla sua domanda retorica, “cosa sanno
esattamente di noi? E come possiamo scoprirlo? Ma soprattutto, qualora decidessimo
di fare qualcosa, che ne sarà degli altri?” Aveva concluso puntando il dito su
Cheyron 1 e Bueller l’aveva guardata affascinato dalla determinazione dei suoi
splendidi occhi grigi, e, ancor di più, da come era andata dritta al punto. <span></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt;text-align:justify"><span style="font-size:10pt;line-height:115%">“Il futuro di questi popoli è segnato dal destino o dalla sfortuna,
scegliete quella che preferite”, con un sorrisetto cinico Luna aveva interrotto
la discussione con Tucci per offrire la sua opinione, “se non fossimo stati qui
il pensiero della loro morte non ci avrebbe nemmeno sfiorati, sarebbe stata
solo una notizia fra le tante che probabilmente non avremmo nemmeno notato”.<span></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt;text-align:justify"><span style="font-size:10pt;line-height:115%">“Ma siamo qui”, aveva ribattuto Melanne Graahn, “e non possiamo
ignorarlo”. Non aveva aggiunto altro ma era evidente che avrebbe voluto farlo.<span></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt;text-align:justify"><span style="font-size:10pt;line-height:115%">“La Prima Direttiva parla chiaro”, la voce di Lon Basta aveva sorpreso un
po’ tutti perché aveva rotto un silenzio imbarazzato, Bueller si era augurato
che non se ne uscisse aggiungendo un altro dubbio, “e il comportamento che
dovremmo tenere è quello di rispettarla”, il suo sguardo si era posato per un
istante sulla trill prima di proseguire, “dato che gli abitanti di Cheryon 2 si
sono accorti della nostra presenza, in ottemperanza al regolamento dovremmo
prima di tutto scoprire cosa hanno scoperto di noi e sulla nostra tecnologia e,
solo sulla base di quello prendere una decisione”. Il betazoide, appoggiando
quello che aveva poco prima detto Caytlin, non aveva offerto soluzioni, ma
tempo e Bueller l’aveva apprezzato. Tempo era quello di cui avevano bisogno.<span></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0.0001pt;text-align:justify"><span style="font-size:10pt;line-height:115%">“Quindi il suo suggerimento sarebbe quello di…?” Aveva chiesto il
capitano anche se aveva capito benissimo dove volesse andare a parare Basta.<span></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span style="font-size:10pt;line-height:115%">“Indagare e scoprire e, nel
frattempo, in osservanza ai regolamenti, non rispondere ai tentativi di
contatto”.<span></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span style="font-size:10pt;line-height:115%">Sarebbe stato facile per lui
sostenere che quella non era una decisione che gli competeva, non era un ‘vero’
capitano, gli sarebbe bastato chiamare Strauss e passare a lui la palla. Questa
possibilità, che l’avrebbe di fatto sollevato dal compiere delle scelte, gli
lasciava però l’amaro in bocca. Non aveva importanza che il suo fosse solo un incarico
temporaneo, lui <i>era</i> il capitano della
Hope e, fino a quando avesse ricoperto quel ruolo, l’avrebbe fatto al meglio
delle sue possibilità. Se questa volta si fosse tirato indietro, cos’avrebbe
fatto quando quei gradi, che ora portava per concessione, una smorfia
infastidita gli attraversò il viso, se li fosse guadagnati diritto? Non avrebbe
potuto chiedere aiuto a Strauss in quel caso. Ma se questa decisione, qualunque
cosa avesse deciso, fosse stata sbagliata? Non sarebbe stato arrogante da parte
sua pensare di poter risolvere la situazione senza aiuto? <span></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span style="font-size:10pt;line-height:115%">“La sua età e la sua inesperienza le
danno tutto il diritto di chiedere aiuto a chi è più esperto”, gli aveva detto
una volta Strauss in un raro momento di lucidità versandogli da bere, “questo
non significa però che il consiglio che riceverà sia quello giusto”. L’aveva
fissato con un sorrisetto ironico, “essere capitano non è solo una questione di
bei voti”.<span></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span style="font-size:10pt;line-height:115%">Bueller si alzò di scatto dalla poltrona che
all’improvviso gli sembrava scomoda. <span></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span style="font-size:10pt;line-height:115%">=^= Qui Basta, siamo pronti a partire al suo
comando =^=<span></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span style="font-size:10pt;line-height:115%">Non c’era più tempo, il capitano Ferris
Bueller raddrizzò le spalle e portò la mano al comunicatore.<span></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span style="font-size:10pt;line-height:115%">=^= Qui Bueller, sto arrivando. =^=</span><span style="font-size:10pt;line-height:115%"><span></span></span></p><div class="gmail_extra"><br clear="all"><div><div class="gmail_signature">------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------<br>Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati. Bertolt Brecht<br>------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------</div></div><br></div></div>