<div dir="auto"><div>Ottimo Maddalena!</div><div dir="auto"><br></div><div dir="auto">Un solo appunto... Luna non lascerà Basta impunito... Che la dottoressa ci abbia già pensato non conta perché era per quello che ha fatto a lei...</div><div dir="auto"><br></div><div dir="auto">Credo che il mio pezzo girerà intorno a queste, le cinque fasi dell'accettazione, grazie Maddalena per aver già messo in scena il primo punto eheheh...</div><div dir="auto"><br></div><div dir="auto"><ol style="margin:1.07143em 0px 1.07143em 1.07143em;padding:0px;list-style-position:initial;color:rgb(102,102,102);font-family:"open sans","helvetica neue",helvetica,arial,sans-serif;font-size:14px;background-color:rgb(255,255,255)"><li style="margin:0px;padding:0px"><span style="font-weight:700">Negazione/Rifiuto</span> (in principio si nega il lutto come naturale meccanismo di difesa);</li><li style="margin:0px;padding:0px"><span style="font-weight:700">Rabbia</span> (quando si realizza la perdita, subentra un enorme carico di dolore che provoca una grande rabbia alle volte rivolta verso se stessi o persone vicine o, in molti casi, verso la stessa persona defunta);</li><li style="margin:0px;padding:0px"><span style="font-weight:700">Negoziazione</span> (si tenta di reagire all’impotenza cercando delle risposte o trovando soluzioni per spiegare o analizzare l’accaduto);</li><li style="margin:0px;padding:0px"><span style="font-weight:700">Depressione</span> (ci si arrende alla situazione razionalmente ed emotivamente);</li><li style="margin:0px;padding:0px"><span style="font-weight:700">Accettazione</span> (si accetta l’accaduto, riappacificandosi con esso, spesso sperimentando fasi di depressione e rabbia di natura moderata, volte a riconciliarsi definitivamente con la realtà).</li></ol></div><div dir="auto"><br></div><div dir="auto">Davvero molto bello, brava!!!</div><div dir="auto"><div data-smartmail="gmail_signature" dir="auto"><br>Si.Bi.<br>=========================<br>Tenente JG Catalunya 'Luna' Jones della Casata di 'Klaa<br>Flight Control Office (CONN)<br>USS Hope - NCC-25122-A<br>=========================<br>"Se hai tutto sotto controllo vuol dire che non stai andando abbastanza veloce"<br>______________________________<br>Private comunicator: <a href="mailto:ltcomm.sibi@gmail.com">ltcomm.sibi@gmail.com</a><br> <br><br> </div><br><div class="gmail_quote" dir="auto"><div dir="ltr">Il lun 29 ott 2018, 20:20 Maddalena <<a href="mailto:bryn.lwellelyn@gmail.com">bryn.lwellelyn@gmail.com</a>> ha scritto:<br></div><blockquote class="gmail_quote" style="margin:0 0 0 .8ex;border-left:1px #ccc solid;padding-left:1ex">
<div text="#000000" bgcolor="#FFFFFF">
Dunque, un paio di precisazioni.<br>
<br>
Anche se nelle nuove missioni normalmente si inserisce la data
odierna, ne ho tenuto una di qualche giorno successiva a quella
dell'ultima missione. In pratica stiamo tornando sulla terra come da
conclusione del brano precedente.<br>
Visto che ho avuto carta bianca, non volevo fare una cosa tipo
imbarchi ma ho comunque colto l'occasione per spiegare la reazione
del personaggo alla Grande Rivelazione. Ha iniziato SIlvia e
immagino che altri lo faranno, anche perchè pu avendone parlato qui
brevemente mi sembra una cosa abbastanza importante. Ho accennato
brevissimamente alle reazioni di altri personaggi ma non ho
approfondito, non sapendo di preciso cosa si vuol inserire. Se non
andasse bene, lo sistemo.<br>
Ho anhe inserito un altro spunto che nella mia idea potrebbe essere
l'inizio di un'avventura a sè ma che volendo si può anche ricondurre
a quel che sta succedendo o lasciar cadere, a seconda di come
progredisce la faccenda.<br>
Ho fatto un po' fatica a scrivere, non sapevo bene come metterla
giù.<br>
Spero vi piaccia.<br>
<br>
----------------------------------------------------------<br>
<br>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><b><span>USS
Hope<span> </span>- 14 aprile 2398,
Ore 01.14</span></b></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif""> </span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Nel
sogno Rest stava ballando il valzer
e a a Caytlin la cosa sembrava assolutamente naturale. </span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Più
tardi, a mente sveglia, si sarebbe
detta che effettivamente la cosa non avrebbe dovuto stupirla più
di tanto. Non
che Rest le sembrasse il tipo di persona che frequenti
abitualmente le sale da
ballo ma, nelle giuste condizioni, perché mai non avrebbe dovuto
danzare?</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Certamente
possedeva l’abilità e la
coordinazione per farlo e se gli fosse stato ordinato con una
buona ragione o
la situazione lo avesse richiesto – ad esempio ad un incontro
diplomatico
ufficiale – certamente lo avrebbe fatto.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Nel
sogno, tuttavia, si stupì della sua
mancanza di stupore.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Sapeva
che si trattava di un sogno e, in
un certo senso, temeva quello che sarebbe potuto accadere in
quello strano modo
in cui si teme a cosa si potrebbe assistere quando si è
consapevoli che è la
propria mente a determinare la realtà intorno a noi.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Per
il momento, comunque, a parte il valzer,
non stava accadendo nulla.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif""> </span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">La
stanza in cui si trovavano era
circolare e ampia, soffusa di una luce tenue appena sufficiente
a vedere il
contorno dei mobili e completamente deserta, a parte loro due.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">La
musica sembrava provenire da ogni
direzione e da nessuna in particolare. L’ambiente era piacevole
e, a parte
quello strano senso di timore generato dalla consapevolezza di
stare sognando,
Caytlin stava piuttosto bene.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif""> </span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Rest
la superava in altezza di un buon
venti centimetri, eppure i loro movimenti risultavano
straordinariamente
aggraziati. Lui la allontanò leggermente da sé, tenendole la
mano per farla
piroettare e Caytlin sollevò appena l’orlo dell’abito lungo e
setoso, di un
morbido blu notte, che indossava eseguendo passi che non sapeva
di conoscere.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif""> </span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">“Tutto
questo è alquanto… insolito,”
commentò Rest, nel suo elegante smoking, con l’assoluta mancanza
di inflessione
che solo i vulcaniani sanno mettere nelle loro affermazioni,
qualunque sia
l’argomento in discussione, dalla geometria dei campo di
curvatura alle
abitudini di accoppiamento di Bueller.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">“Non
è reale,” rispose lei, mentre
tornavano a danzare allacciati.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">“No,
non lo è. Si tratta di un sogno.”</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif""> </span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Tornò
il silenzio, l’unico rumore, oltre
alla musica, era costituito dai loro passi sul pavimento lucido.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Non è
che la conversazione spumeggiante
fosse il punto forte di Rest, nemmeno durante le loro ore di
veglia. In qualche
modo, però, Caytlin si aspettava che la versione di lui
proiettata dal suo
inconscio sarebbe stata più incline alle chiacchiere.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Non
lo era.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">La
musica scemò lentamente e tacque.
Loro conclusero la figura e si fermarono. Rest le fece un mezzo
inchino, ma non
si sbilanciò fino ad arrivare ad un baciamano.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Caytlin
non sapeva se congratularsi con
se stessa perché anche il proprio inconscio aveva inquadrato con
esattezza il
carattere di Rest o essere delusa.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Rimasero
in piedi per qualche istante,
l’uno di fronte all’altra. Rest inarcò leggermente un
sopracciglio.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif""> </span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">“Stiamo
attendendo qualcosa?”</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">“Di
svegliarmi,” rispose lei con la vaga
impressione che ci fosse dell’altro.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Poi
la luce si spense.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif""> </span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><b><span>USS
Hope – Ufficio Tenente Rodriguez – 14 aprile 2398, ore 8.15</span></b></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><b><span> </span></b></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">“Del
cioccolato? Perché non lo replica?”</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif""> </span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Per
un folle attimo, Paulo pensò che la
Graahn stesse usando un qualche gergo segreto che lui non
conosceva per
chiedergli di rimediarle un carico di droga. Non che lui, nel
caso, non avrebbe
saputo dove mettere le mani, ma il fatto che fosse proprio la
trill a
chiederglielo gli faceva un po’ impressione. Senza contare che
Basta l’avrebbe
ammazzato.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif""> </span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">“Se
volessi del cioccolato normale lo
replicherei,” spiegò lei come se fosse ovvio. “Ma vorrei del
cioccolato
aldebarano e quello non si può replicare.”</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif""> </span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Effettivamente
il cioccolato aldebarano
non si poteva replicare ed era anche piuttosto raro. E
perfettamente legale,
motivo per cui Paulo non se ne era mai interessato più di tanto.
Non pensava
che sarebbe stato difficile reperirlo, era solo che la Graahn,
sempre così
ligia alle regole, non era mai venuta da lui a chiedere niente
prima di quel
momento. </span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif""> </span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">“Non
per impicciarmi, ma perché non se
lo compra alla prima occasione?”</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">“Diciamo
che è il mio modo per sfogare
lo stress. E sono stressata adesso,” aggiunse a mo’ di ulteriore
spiegazione.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">“Beh,
a ognuno il suo. Qualcuno il
cioccolato, qualcuno l’alcol, qualcuno… beh.” Tossicchiò
ripensando alla
conversazione con Basta. “Nessun problema, dottoressa. Però avrà
il suo costo.”</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Melanne
si sporse leggermente in avanti,
verso l’altro. Fu un movimento a scatti, come se tentansse di
essere minacciosa
ma non avesse bene idea di come riuscirci. E non ci riuscì, così
parve
rinunciare e tornò ad appoggiarsi allo schienale. “Si ricorda
quel discorso che
abbiamo fatto sul non farsi visitare quando si ha qualcosa da
nascondere?”</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Paulo
sbuffò. “Non vedo cosa dovrei
nascondere… o meglio, cosa dovrei nascondere che una visita di
routine possa
rilevare,” aggiunse dopo un istante, poi parve ripensarci di
nuovo. “No, ok. Mi
ha convinto. Un mese.”</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">“Due
settimane. La metto in fondo alla
lista, è il massimo che posso fare.”</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">“Andata.”</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><b><span> </span></b></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><b><span>USS
Hope, Hangar navette – 14 aprile 2398, Ore 09.22</span></b></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif""> </span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">“Glielo
faccio sistemare a mano, poi lo
ammazzo,” borbottò Luna. “Anzi, prima lo ammazzo e <i>poi</i> glielo faccio sistemare.”</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">“Non
è messo tanto male,” tentò Ferris
in tono incoraggiante.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">“Insomma…”
commentò Paulo con occhio
critico.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif""> </span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">L’Akesh
effettivamente non aveva un
bell’aspetto. Ricordava più una lattina schiacciata che il
vascello scattante e
veloce che era stato prima di essere rubato. Sistemarlo a mano
non sarebbe
stato possibile nemmeno volendo, vivo o morto che fosse Basta
durante i lavori,
qualunque fossero i pezzi che Paulo sarebbe stato in grado di
recuperare.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Ferris
non aveva il cuore di dirlo.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Luna
lo sapeva ma in quel momento, nonostante
tutta la sua tempra, ammetterlo faceva troppo male.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Fu
Paulo a calare la scure.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif""> </span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">“Se
ti interessa conosco un tizio che
conosce un tizio che conosce un altro tizio il cui fratello
potrebbe
procurartene uno nuovo praticamente uguale.”</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Gli
altri due si voltarono ad
osservarlo.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">“E’
stato un regalo di mio nonno.”</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">“Non
è detto che anche quello nuovo non
appartenesse a tuo nonno in precedenza,” commentò Paulo con
nonchalance.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Ferris
tossicchiò prima che la scena
sfociasse in massacro. “Visto che torniamo sulla Terra, potresti
portarlo in un
cantiere. Sono sicuro che te lo rimetteranno a nuovo.”</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">“Vedi,
se fossi stato tu a ridurlo
così,” riprese Luna, gli occhi sempre fissi sulla sua nave
martoriata, ignorando
completamente il suggerimento, “avrei anche potuto accettarlo.
Ti avrei portato
sul ponte ologrammi e ti avrei sbattuto come un tappeto. E tu
non te la saresti
nemmeno presa.”</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">“Ah,
no?”</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">“Invece
non posso picchiare Basta.”</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">“Perché
no?” </span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">“Basta
ha già i suoi problemi,” si
inserì Rodriguez.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">“La
dottoressa Graahn?”</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">“Credo
l’abbia già picchiato lei.”</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">“Presa
male, eh?”</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">“A
proposito di prenderla male, la Lennox
cosa ha detto del fatto che stiamo tornando sulla Terra?”</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">“Non
saprei, le ho chiuso la
comunicazione in faccia.”</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif""> </span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Sia
Luna che Rpdriguez si voltarono a
guardarlo.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">“Xyr
lo sa?” chiese lei dopo un istante.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">“Aspetto
il momento giusto per
dirglielo.”</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">“Com’è
quel detto? Nessun inferno sarà
mai come una donna infuriata?”</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Paulo
fece spallucce. “Ci sarà da
divertirsi.”</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif""> </span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><b><span>USS
Hope, alloggio consigliere Caytlin, Contemporaneamente</span></b></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif""> </span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Cytlin
finì di sistemarsi i capelli e
controllò gli appuntamenti della giornata con un leggero sbuffo
di depressione.
Dalla Grande Rivelazione in avanti, fuori dal suo studio c’era
letteralmente la
fila. Non si poteva dire che l’equipaggio non la ritenesse
utile, tutti o quasi
parevano volere il suo consiglio, il suo parere, parlarle dei
propri
sentimenti.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Tuttavia,
l’intera faccenda le risultava
snervante.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Probabilmente
era questo il motivo dei
suoi stupidi sogni. Normalmente non l’avrebbero turbata, non ci
avrebbe perso
più di un minuto, ma in quel caso sentiva una strana
inquietudine al riguardo.
E, dal momento che non si trattava d sogni particolarmente
spiacevoli, non si
spiegava il perché. Si morse lievemente il labbro inferiore
davanti allo
specchio, poi scosse la testa e scacciò il pensiero. Il suo
inconscio le
presentava immagini distorte dell’equipaggio e del loro
comportamento,
specialmente di coloro per cui era più preoccupata. Coloro che
potenzialmente
avrebbero potuto prendere peggio la presenza, finora segreta, di
un alieno
interdimensionale nella propria mente e che difficilmente
avrebbero chiesto il
suoi aiuto. Ecco tutto. La situazione non si preannunciava
facile e non era
sicura che tornare sulla Terra avrebbe migliorato le cose.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Non
vedeva cosa l’ammiraglio Lennox
avrebbe potuto dire loro più di quello che già sapevano.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Qualunque
sarebbe stato lo sviluppo, tuttavia,
lei avrebbe dovuto essere pronta.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif""> </span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><b><span>USS
Hope, ufficio Ufficiale Medico Capo, Contemporaneamente</span></b></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif""> </span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Melanne
tamburellava distrattamente con
le dita sul piano della sua scrivania, nel mentre fissava i dati
che scorrevano
sul display.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Aggrottò
leggermente le sopracciglia, si
ficcò in bocca il quinto cioccolatino replicato dell’ultima
mezz’ora e
ricontrollò ancora una volta le sue analisi.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">La
trill si appoggiò allo schienale
della poltroncina, sollevò le gambe e incrociò le caviglie sul
piano del
tavolo.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Quei
dati non avevano minimamente senso.
Ovviamente avrebbe dovuto fare delle analisi più approfondite ma
non aveva idea
di cosa cercare davvero. Eppure se l’alieno di cui aveva parlato
la Lennox
aveva e stava tuttora operando fisicamente su di loro, se erano
in grado di
sentire parzialmente le sue emozioni o di evocarlo, per così
dire, qualche
segnale avrebbe dovuto esserci. Qualcosa nelle onde cerebrali,
qualche anomalia
nelle risposte neuronali. Qualsiasi cosa. </span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Eppure
lei non vedeva nulla in quei
dati. E non si poteva dire che non ci si fosse impegnata.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif""> </span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Dopo
la Grande Rivelazione, non aveva
avuto molto tempo per pensare a quello che avevano scoperto. Non
che l’idea di
avere un alieno interdimensionale nella testa, che in precedenza
li aveva quasi
uccisi, le piacesse ma lei aveva presentato domanda per la
commissione
simbiosi. Avere una seconda voce nella mente non le faceva tanta
impressione
come agli altri.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Era
arrabbiata per la menzogna, questo
sì, ma era anche curiosa di capire come non se ne fosse accorta
prima –
specialmente con gli esami cui si era sottoposta dopo essere
stata posseduta da
quel mutaforma - e preoccupata per come avrebbe potuto prenderla
Lon, visti i
suoi precedenti, così aveva ricacciato indietro il primo
sentimento. Non aveva
tempo di arrabbiarsi, aveva un lavoro da fare, delle aspettative
da soddisfare,
domande a cui rispondere.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Subito
dopo Basta, in un’improvvisa esplosione
d’ira e testosterone, aveva conteso a Bueller il discutibile
privilegio di
rubare una nave e rischiare di farsi ammazzare. Anche questo
l’aveva fatta
arrabbiare, soprattutto perché se n’era andato senza dirle
niente. Ma capiva
che tecnicamente non avrebbe avuto motivo di informarla – anche
se lei
l’avrebbe fatto, a parti invertite - e, ancora una volta, aveva
l’infermeria
piena di feriti di cui occuparsi. Non aveva tempo di
arrabbiarsi.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Il
lato positivo era che Lon non si era
fatto ammazzare e nel contempo avevano probabilmente salvato
l’universo e tutto
quello che conteneva. Lui sembrava uno gettato da una navetta in
volo, ma tutto
sommato non se la passava troppo male. Probabilmente si era
aspettato la sua
filippica di rito e l’aveva ascoltata con la giusta espressione
contrita in
volto. Tuttavia, non l’aveva presa molto sul serio e forse era
stato questo a
farla scoppiare.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Per
la prima volta aveva dovuto
impegnarsi per reprimere l’istinto di mollargli un ceffone. Lui
se n’era
accorto, almeno credeva, ma Melanne non gli aveva dato il tempo
di dire
qualcosa. Aveva sfogato su di lui la sua rabbia, l’aveva
rappezzato e l’aveva
cacciato dalla sua infermeria. Non ci aveva più parlato da
allora. Poi aveva
abbaiato qualche ordine ad un’atterrita infermiera – nessuno
prima d’ora era
mai stato atterrito da lei – e si era chiusa in ufficio. Aveva
ordinato un the
e aveva rotto la tazza. E in un impeto di patetica ribellione
non aveva
raccolto i pezzi fino al giorno dopo.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Successivamente
aveva preso l’abitudine di
passare molto più tempo nel proprio ufficio. Se la situazione in
infermeria era
tranquilla e lo permetteva – e dimessi gli ultimi pazienti non
c’era stato un
granchè da fare – delegava la compilazione dei rapporti al primo
membro del
personale di passaggio e si chiudeva nel suo studio. Questo le
dava la duplice
occasione di passare al setaccio le cartelle cliniche del
personale alla
ricerca di segni rivelatori di invasione aliena – tristemente
mancanti senza
ulteriori test -<span> </span>e di
starsene in pace a
mangiare cioccolato.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif""> </span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Era
arrabbiata. Di più, stavolta era
veramente incazzata, come non lo era mai stata prima. Questa
bruciava forte. Era
un sentimento nuovo per lei e, per tanto, ancora più
sconcertante.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Melanne
aveva passato tutta la vita
cercando di soddisfare le aspettative altrui. Quelle della sua
famiglia, poi
quelle dei suoi insegnanti, infine quelle dei suoi superiori.
Aveva concentrato
tutto il suo impegno sul raggiungimento di quell’obbiettivo che
naturalmente
aveva avuto un costo. In accademia si era guadagnata la fama di
quella che sa
sempre tutto grazie al semplice espediente di non avere una vita
sociale. Quindi
era diventata il medico diligente, su cui si può contare ma da
cui non ci si
aspettano uscite esilaranti, motti di spirito o atti eroici.
Quella di cui si
ascoltano le ramanzine dopo essersi buttati senza batter ciglio
nel genere di
missioni che salvano l’universo. </span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Se la
vita a bordo della Hope fosse
stata un romanzo, lei sarebbe stato il personaggio noioso.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Lo
sapeva e le andava bene così. Non
possedeva il carattere di Luna, la leadership di Xyr o l’intuito
di Caytlin ma
era brillante e si trovava lì per le sue capacità e per il suo
lavoro.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">O
almeno così aveva creduto.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Ora
saltava fuori che se in quella sala
al posto loro si fosse trovato un gruppo di addetti alle
pulizie, anche loro
avrebbero avuto una nave. </span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Poteva
anche essere che la Lennox fosse
davvero arrivata con il tempo a credere nelle loro capacità, ma
il merito
iniziale era loro quanto della poltroncina su cui sedeva
Strauss.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Naturalmente,
se non erano lì per merito
loro ma solo per una fortuita serie di eventi, non c’era più
motivo di essere
la migliore. L’istinto al dovere era troppo radicato in lei
perché trascurasse
i propri compiti,<span> </span>ma dal
suo punto di
vista tutta quella storia aveva un interessante risvolto.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Non
c’erano più aspettative da
soddisfare.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Era
libera.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif""> </span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><b><span>USS
Hope, alloggio Tenente Rest, Contemporaneamente</span></b></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><b><span> </span></b></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Rest
aveva sempre trovato la meditazione
piacevolmente utile, in particolare nell’ultimo periodo, da
quando l’atmosfera
a bordo era diventata così emotivamente logorante.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Non
era sua abitudine criticare
l’operato dei propri superiori ma non vedeva quale fosse la
ragione logica per
informare l’equipaggio di una rilevazione così potenzialmente
perturbante in un
momento tanto delicato. </span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Aveva
imparato nel corso dei mesi
precedenti ad apprezzare maggiormente i propri colleghi, a
valutare i
rispettivi punti di forza e di debolezza. Nonostante questo, non
si poteva
negare che la facilità con cui si abbandonavano alle emozioni
fosse notevole e,
in alcuni casi, pericolosa.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Non
aveva dubbi, ad esempio, sul
coraggio di Basta. Ma non ne aveva nemmeno riguardo il fatto che
probabilmente,
se non fosse stato turbato da quella che l’equipaggio aveva
ribattezzato ormai
la Grande Rivelazione, la sua recente linea d’azione avrebbe
potuto essere
differente.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Lui
stesso aveva risentito della
situazione, naturalmente. Aveva riflettuto a lungo e
intensamente su ogni
aspetto del problema, ma ancora non era riuscito a dissipare gli
effetti che
l’idea di un essere annidato nella sua mente – oltre al
complesso castello di
menzogne messo in piedi dall’ammiragliato – aveva su di lui. Si
sentiva
confuso, trovava maggior difficoltà nel concentrarsi e la sua
attività onirica
era diventata in qualche modo una nuova distrazione. Il sogno di
un valzer con
il consigliere normalmente non avrebbe assorbito nemmeno una
minima parte della
sua attenzione.</span></p>
<p class="m_1985599197785224819MsoNoSpacing" style="text-align:justify"><span style="font-size:12.0pt;font-family:"Times New Roman","serif"">Mai
come ora era importante concentrarsi
sulla meditazione.</span></p>
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