[stml19] [MEX 15.15] Psicologia Spicciola
Lt.Cmdr. Dorian Ristea
dorian.ristea a gmail.com
Dom 13 Maggio 2018 13:56:13 CEST
Ciao a tutti!
Scusate per il lieve ritardo, ma mi sono fatto un attimo prendere la
mano e... be', praticamente ho chiuso la missione :O
Eccovi il papiro, buona lettura e... note a pie' di pagina come sempre!
-------------------------------------
START OF TRANSMISSION
-------------------------------------
----------------------------------------------
TITOLO: 15.15 – Psicologia spicciola
AUTORE: Gianluca/Ristea
PRECEDENTE: 15.14 – Asparagi cotti al microonde
------------------------------------------------
*** Navetta Danube, Sezione 2, venti minuti dopo ***
Gregory Cooper lavorava febbrilmente sulla radice, alternandosi tra
tricorder, due D-Pad e un altro arnese che l’ammiraglio Squiretaker,
appena entrata nella stanza, non riconosceva.
“Come procede?”, chiese Vanessa, rompendo il silenzio.
Cooper sussulto’, quasi lasciando cadere il tricorder. La vecchia e’
piu’ silenziosa di un gatto, quando vuole, penso’.
“Lentamente!”, sbraito’. “Perdo piu’ tempo a rispondere a tutti quelli
che mi dicono come procede il lavoro che a farlo, il lavoro!”
Per una volta, Vanessa decise di non controbattere e lasciargli
l’ultima parola… anche perche’ l’ennesima decontaminazione che
l’Ufficiale Scientifico aveva dovuto subire una volta messo in salvo
era stata una punizione abbastanza adeguata.
Quasi come se avesse udito telepaticamente i suoi pensieri, Cooper
scrollo’ le spalle e sbuffo’. “Ho quasi finito. Ho fatto tutto quello
che potevo. I dati della radice sono adesso catalogati a livello
chimico, fisico e biologico fino a livello molecolare. Ancora poco”,
disse, schiacciando qualche tasto sull’arnese sconosciuto, “e inviero’
la parte finale alla Wayfarer.”
Rimise a posto l’arnese e, preso il tricorder e puntatolo contro la
radice, la infilzo’ con un bisturi.
“E finalmente avremo un diserbante per quest’erbaccia”, ghigno’.
In un’altra sezione della navetta, il guardiamarina Koinos osservava
silenziosamente i suoi colleghi che discutevano tra di loro
animatamente gli avvenimenti recenti.
Questa navetta sta diventando decisamente affollata, penso’.
Gli altri marinai e sottufficiali, approfittando dell’assenza di
Cooper o di altri superiori – inclusa la Squiretaker, che ancora non
sapevano esattamente come trattare e a cui, nel dubbio, riservavano la
deferenza dovuta ad un ammiraglio in carica – stavano rimuginando
sulla morte del povero Valsen.
All’udire i dettagli della fine del giovane marinaio, Koinos si senti’
gelare dentro fino al midollo.
Se sopravvivo, presentero’ le dimissioni all’istante, si disse.
*** USS Wayfarer, Plancia, alcuni minuti dopo ***
Kiron osservava sul monitor il bozzolo impenetrabile in cui la
creatura vegetale si era nascosta. Nonostante la relativa vittoria
ottenuta, tutto era ancora da vedersi. L’essere stava assorbendo acqua
a livelli ancora maggiori e tutto faceva presagire un’attacco
imminente.
Sapere che i suoi uomini erano tutti al momento al sicuro, tra navetta
e sotterranei di Albatross, era comunque una consolazione. L’ultimo
giochetto contro la morte di Wu e Cooper, appreso a giochi fatti, gli
aveva fatto venire i sudori freddi. Ma almeno ne era valsa la pena.
E proprio in quel momento Ichigawa lo distolse dai suoi pensieri.
“Capitano, comunicazione dalla Danube! Il Comandante Cooper ci ha
inviato l’ultimo file”, disse la giovane ufficiale.
“Ottimo! Sezione scientifica, ci siete?”
=/\= Si’, capitano. =/\=
“Procedete con il piano del comandante. Fateci sapere quanto preparato
dobbiamo sintetizzare.”
=/\= Ricevuto, capitano. Avremo bisogno di circa due ore per capire
che tipo di agente creare e passare i dettagli al Comandante Ristea.
=/\=
“Fate prima che potete. Due ore potrebbero essere troppe”, disse Kiron.
Il piano era stata un’idea di Vaitor e Cooper. La creatura era, a
quanto si poteva capire, di natura prettamente vegetale, e pertanto
poteva essere attaccata da agenti chimici. Ottenere un campione della
creatura e cercare di sintetizzare un agente attaccante non sarebbe
stato facile, ma era fattibile.
L’unica grande incognita era sapere se avrebbe funzionato. La creatura
poteva essere geneticamente immune al preparato. Ma era un rischio che
dovevano correre, penso’ Kiron. Non potevano nuclearizzare il pianeta
ma neanche lasciarlo alla merce’ di questo parassita.
Aziono’ nuovamente il commbadge. “Capo, cosa mi dice?”
La voce di Ristea rispose, piu’ roca del solito.
=/\= Che vorrei una vacanza. =/\=
“Richiesta respinta. Che altro?”
=/\= Override della programmazione dei replicatori ultimato, ma per
fare questo abbiamo dovuto smettere di lavorare al ripristino degli
scudi. =/\=
L’idea di usare i replicatori per produrre il diserbante era venuta,
ovviamente, a Cooper, cosciente del fatto che i mezzi della sua
sezione per la produzione di massa di… be’, qualsiasi cosa, erano ben
limitati.
“E’ un rischio che sono disposto a correre. Quanto agente puo’ essere
prodotto dai replicatori in questo momento?”
=/\= Dal momento in cui la Sezione Scientifica ci passera’ la formula,
circa 90 litri al secondo, usando tutti i replicatori sulla nave e
convogliando tutto alla sezione siluri. =/\=
Nessuno dei due emise a voce le domande che entrambi si stavano
facendo. L’agente sara’ effettivo? E se si’, la quantita’ prodotta
bastera’?
“Grazie Capo, mi faccia sapere quando la formula va in produzione.”
=/\= Aye aye, Capitano. =/\=
Dietro di lui, silenziosamente, Ichigawa lavorava febbrilmente alla
consolle, un’idea pazza – a suo parere – in testa.
*** Pianeta Albatross, ingresso dell’ascensore sotterraneo, venti
minuti dopo ***
“Buona fortuna”, disse Alisha. Porse la mano a Rumar, che la strinse.
“Non siamo un popolo religioso”, continuo’. “Ma se lo fossimo,
invocheremmo chiunque lassu’ perche’ il vostro piano funzioni.”
Krell e Julia, intabarrati nella loro tuta anticontaminazione, annuirono.
“La nostra proposta e’ sempre valida”, disse Rumar. “Potremmo iniziare
la prima fase in…”
Alisha lo interruppe, sorridendo. “Apprezzo lo sforzo, Comandante”,
disse. “Ma come le ho gia’ detto, non posso lasciare il mio popolo qui
in pericolo.”
Rumar annui’ di nuovo, a denti stretti. Lui e la dottoressa
Squiretaker avevano proposto di teletrasportare tutti gli abitanti del
pianeta in fasi, richiamando altre navi dalla Flotta Stellare, ma
l’intero processo avrebbe richiesto settimane… tempo che non avevano.
Ma almeno, nel caso in cui i mostri vegetali avessero deciso di
attaccare in massa, potevano salvare centinaia di persone. Ad ogni
modo, la decisione di Alisha era inamovibile.
Julia si giro’. La barella per Erjn era pronta. La consigliere,
stabile ma ancora incosciente nella sua tuta, era pronta per il
trasporto. “Krell, dobbiamo andare.”
Rumar, un’espressione decisa sul volto, accenno’ e si rivolse ancora
una volta ad Alisha.
“Faremo tutto il possibile, glielo assicuro. Spero di tornare qui con
tutti voi salvi.”
“Grazie, Comandante. A presto.”
Una volta inserita la barella di Erjn, Rumar e Julia entrarono
nell’ascensore, questa volta senza scorta. Le porte si chiusero sul
volto coraggioso e ottimista di Alisha.
*** USS Wayfarer, Ponte 12, quasi due ore dopo ***
Ristea correva come un matto da una parte all’altra della nave,
scansando quei pochi membri del personale attualmente non in servizio
– il che, in una situazione di allarme giallo, sono ben pochi.
“Tania, dimmi che il ponte 9 e’ sotto controllo!”, disse al commbadge,
continuando a correre.
La voce della sua numero 2 – che praticamente considerava una pari
grado – si fece sentire subito, chiara. =/\= Produzione a piena
portata, tutto ok. =/\=
“Oh, meno male”, si disse, mentre si infilava in un altro turbolift. I
replicatori stavano producendo agente diserbante a tutto spiano. Il
problema e’ che non era cio’ per cui erano stati strettamente
programmati di default per fare, per cui esprimevano la loro
disapprovazione nell’unico modo che conoscevano: andando in shutdown.
Quelli particolarmente arrabbiati, esplodendo.
“Squadra 3, danni?”
=/\= Due dei sette replicatori sono andati =/\=, disse Carlos Moreno.
=/\= Stiamo lavorando agli altri cinque, dovremmo riuscire a farli
tornare in linea in 5 minuti. =/\=
“Ricevuto. Dite a Yoxx e alla sua squadra di tornare in Sala Macchine
appena finiscono col ponte 12, abbiamo bisogno di scudi nel caso in
cui… ma che diavolo?!?” Ristea non ebbe modo di finire la frase: uno
scossone violento lo fece cadere sul pavimento del Turbolift, che si
fermo’.
Fuori dalla Wayfarer e tutto intorno ad Albatross, il mondo era
precipitato nel caos.
*** USS Wayfarer, Plancia, nello stesso istante ***
“Non c’e’ piu’ tempo, Capitano, dobbiamo iniziare a sparare!”, disse Vaitor.
Kiron annui’. Sullo schermo, lo spettacolo di un’immensa ondata verde
che si agitava sulla superficie di Albatross, creando terremoti e
maremoti, cambiando l’intero assetto geografico del pianeta, era allo
stesso tempo terribile e suggestivo.
Nel tempo stesso, saette di luce partivano indistintamente dalle varie
isole verdi planetarie, al cui centro il bozzolo della creatura –
principale o unica – brillava senza sosta, colpendo la Wayfarer quasi
per caso.
“I tunnel di Albatross staranno collassando”, ringhio’ Rumar.
“Energia a tutto quello che resta degli scudi. Prepararsi a lanciare
la soluzione!” disse Kiron.
Krell era una maschera di rabbia. “Non ho mai provato tanto odio per
la natura come oggi”, disse. Lui, Julia, Erjn e il resto della
spedizione erano riusciti ad imbarcarsi su una delle navette e tornare
a rotta di collo sulla Wayfarer.
“Siamo finalmente d’accordo su una cosa, Comandante”, disse Cooper.
Anche lui, Wu, l’ammiraglio Squiretaker e le altre navette erano
rientrate. Per fortuna, penso’, visto il barrage di plasma sparato
dalla creatura.
Kiron si giro’ verso Vaitor. “Fuoco!”
Immediatamente, una serie di missili carichi di agente – rudimentali
per certi versi, ma funzionali – partirono dalla Wayfarer, puntando
direttamente il bozzolo in cui il mastodontico albero/creatura si era
nascosto.
Tutti colpirono il bersaglio, rilasciando appena a contatto una
sostanza giallastra contro il bozzolo liscio e uniforme della
creatura, e iniziando a corroderne la struttura.
“Funziona!”, disse Wu, stringendo i pugni. Sullo schermo, il bozzolo
si contorceva e l’azione distruttiva a livello planetario sembrava
diventare ancora piu’ incoerente.
Dopo alcuni secondi, l’azione dell’agente sembro’ rallentare, anche se
la creatura aveva smesso di lanciare saette. Tuttavia, i terremoti
continuavano.
“Non funziona”, disse Julia, la voce carica di frustrazione.
Kiron non toglieva gli occhi dallo schermo. “Signor Cooper, che ne pensa?”
“L’agente sembra funzionare, rilevo ingenti danni alla struttura del
bozzolo”, disse, lavorando sulla sua console, “ma probabilmente non e’
abbastanza in termini di quantita’. Quel dannato cespuglio lo sta
contrastando con tutte le sue forze.”
“Possiamo lanciarne di piu’?”
Ristea, in Plancia anche lui, scosse la testa. “Abbiamo sparato tutto
quello che avevamo. Se forziamo ancora i replicatori, rischiamo di
esplodere anche noi.”
“Stiamo continuando la produzione”, disse Vaitor, “ma piu’ di un
missile ogni 2 minuti non possiamo fare.”
“C’e’ qualche modo per aumentarne l’efficacia?”
“Purtroppo no”, disse Vaitor.
Un silenzio frustrato pervase la Plancia, consapevole che ogni secondo
significava sofferenza e morte per la gente di Albatross, intrappolata
nel sottosuolo, condannata ad una fine da topi.
Dietro di Kiron, Ichigawa sembro’ prendere una decisione. Alzo’ uno
slider sulla sua consolle e clicco’ un pulsante.
“Bombardiamolo, Capitano”, disse Cooper.
“Nuclearizziamolo”, disse Vaitor.
“E ridurre Albatross a un cumulo di macerie?” rispose Kiron.
“Che importa se rimarra’ un cumulo di macerie, se non ci sara’ nessuno
per constatarlo?”, disse Rumar. “Albatross e i suoi abitanti stanno
morendo!”
Kiron, il peso del mondo sulle sue spalle, annui’.
“Signor Vaitor, prepari tutto il fuoco disponibile, partendo con i
torpedo. Miri al bozzolo prima di tutto e ventaglio da propagare a…”
“Un attimo, Capitano!”, disse Rumar. “Guardi!”
Sullo schermo, gli ufficiali della Wayfarer osservarono esterrefatti
il bozzolo fermarsi, e non contorcersi piu’. L’effetto dell’agente,
non piu’ contrastato, dissolse lo strato protettivo nel giro di pochi
secondi, per poi attaccare il mastodontico albero. Kiron e gli altri
videro l’albero letteralmente consumato dall’agente diserbante,
ingiallire e dissolversi.
I terremoti, noto’ Rumar con una leggerezza nel cuore che quasi gli
tolse il fiato, erano finiti. Una macchia gialla si sparse velocemente
ovunque sulla superficie del pianeta, distruggendo tutto cio’ che
rimaneva del parassita alieno, lasciando intatta la flora e fauna
locale.
“Non riesco a crederci”, mormoro’ Julia. Vanessa, al suo lato, le
strinse la mano.
“Non capisco”, disse Kumar. “E’ come se la creatura avesse smesso di
combattere all’improvviso.”
“Capita, quando le si ricorda cosa ha perso”, disse Ichigawa dalla sua
postazione. Tutti si girarono.
*** Pianeta Albatross, Albatross City, sotterranei – sezione 4/A, due
giorni dopo ***
Il governo di Albatross, o quello che ne rimaneva, aveva iniziato il
piano di ricostruzione con l’aiuto della delegazione della Flotta
Stellare.
Krell Rumar e Alisha camminavano senza fretta nel tunnel deserto, le
pareti bianche iridescenti di luce trasmessa da cristalli verdi.
“Il nostro popolo vi sara’ riconoscente in eterno”, disse Alisha, in
quella che si sarebbe potuta definire una salopette di ciniglia ma che
– come Krell aveva avuto modo di apprendere – era in realta’ la tenuta
di gala degli Albatrossiani. “Ci vorranno anni, forse decenni, per
riavere il pianeta che ricordavamo”, continuo’, “ma grazie a voi, ne
abbiamo la possibilita’.”
“Avrete tutto il nostro appoggio”, disse Rumar. “Le comunicazioni di
ieri dalla Federazione dicono che il primo carico di aiuti a breve
termine dovrebbe arrivare con una flotta di navi cargo tra una
settimana al massimo.”
Un nervo sulla mandibola tradiva le sue emozioni. “Mi dispiace non
poter fare di piu’ e prima”, disse, pensando alle centinaia di
migliaia di morti e ancor piu’ feriti.
Julia Squiretaker e la sua squadra avevano preparato un avamposto di
prima emergenza in uno dei tunnel principali di Albatross City. In
coordinazione con i presidi medici locali – chiamarli ospedali, aveva
detto Julia, era un eufemismo – la dottoressa aveva messo su un
progetto che, per quanto una goccia nell’acqua, avrebbe potuto salvare
migliaia di vite in quei primi fondamentali momenti dell’emergenza.
Dottoressa che, nonostante consigli prima e rimbrotti poi da parte di
Krell, non dormiva da due giorni, correndo da una parte all’altra,
tricorder e hypospray alla mano.
Alisha si fermo’, guardandolo in viso. “Ci avete ridato la speranza”,
disse, accarezzandogli una guancia. “E’ piu’ che abbastanza.”
I loro volti si avvicinarono.
*** USS Wayfarer, ufficio del Capitano Kiron, il giorno dopo ***
Al trillo smorzato del campanello di ingresso, Kiron distolse lo
sguardo dal rapporto che stava leggendo.
“Entri, Tenente.”
Il Tenente Ichigawa entro’ nella stanza, quasi titubante.
“Mi ha fatto chiamare, Capitano?”
“Si’. Si accomodi”, disse Kiron, indicandole la poltrona di fronte
alla sua scrivania.
Michael incrocio’ le dita. “L’ho convocata per farle sapere che la sto
proponendo per una menzione speciale. Quello che ha fatto durante la
missione e’ ammirevole…”
Ichigawa rimase a bocca aperta. “Wow!... Voglio dire, grazie Capitano…”
Kiron alzo’ una mano. “…anche se non ho dimenticato il fatto che ha
agito di sua volonta' senza consultarmi. Per quanto approvi
l’iniziativa personale, quello che ha fatto poteva avere conseguenze
disastrose. L’essere avrebbe potuto reagire in maniera assolutamente
diversa, ed ora non saremmo qui a discuterne.”
“Me ne rendo conto, Capitano. Mi dispiace”, mormoro’ Asuna.
“Tuttavia”, continuo’ Kiron, “ha dimostrato acume, intuizione e una
buona dose di coraggio. Ha pensato fuori dagli schemi, e questo le ha
permesso di salvare un intero pianeta… semplicemente applicando
psicologia spicciola ad un essere vegetale”, sorrise.
Ichigawa arrossi’, non sapendo cosa dire.
“Mi dica di nuovo, cosa le ha dato l’idea?”
Asuna si illumino’ in volto. “Be’, all’inizio mi sembrava una cosa
stupida, ma mentre analizzavo tutte le comunicazioni emesse dalla
pianta madre, quella che ci aveva attaccato, una volta decodificato lo
schema comunicativo-chimico, non riuscivo a togliermi dalla mente la
frase che ci ha permesso di sbloccare tutto…”
“’Allontanatevi dal piccolo’”, disse Kiron.
“Esatto!”, si infervoro’ Asuna. “Come mai, se l’intero pianeta era
circondato da questa assurda vegetazione, l’essere si rivolgeva al
singolare? Perche’ ‘il piccolo’ e non ‘i piccoli’, o ‘la mia prole’…
c’era una relazione particolare, capisce?”
“L’intero pianeta era gestito da due intelligenze… madre e figlio.”
Asuna annui’. Il giorno prima, Cooper e la sua squadra avevano
accertato (“rovistando tra compost puzzolente”, era stata l’esatta
definizione dell’Ufficiale Scientifico) che tutta la vegetazione
aliena del pianeta afferiva ad un unico cervello, quello dell’albero
principale (“il Figlio… di che, non lo posso dire”, sempre Cooper),
tramite una complessa struttura di radici attraverso le quali i
messaggi chimici venivano immessi come in una gigantesca rete neurale.
“Allora ho iniziato a decodificare a ritroso non solo i messaggi
diretti, ma anche quello che all’inizio sembrava rumore di fondo, ma
che in realta’ erano comunicazioni tra madre e figlio”, disse.
“C’erano solo questi. Nessun altra entita’. Allora ho pensato, la
madre e’ arrivata fin qui per fare di questo pianeta il suo nido… e
conficcarci suo figlio. Il legame tra i due, se avesse avuto anche una
minima somiglianza tra quello che si instaura tra la maggior parte
delle specie galattiche, doveva essere molto forte.”
“E qui arriva il colpo di genio”, sorrise di nuovo Kiron.
“Be’, diciamo un’intuizione”, arrossi’ Asuna. “L’attacco col pesticida
aveva bisogno di una spinta in piu’ per essere effettivo. E ho pensato
che un modo possibile di prendere la creatura in contropiede, dal
momento che se la madre era intelligente, doveva esserlo anche lei…
era praticamente di farle sentire appieno il lutto che aveva appena
subito. Quand’ero piccola”, continuo’, “vidi un olomovie di serie B in
cui le piante emettevano feromoni per indurre umani al suicidio…
stupido, certo, ma forse questa volta potevamo fare il contrario.”
Lo sguardo di Ichigawa si induri’. “Ho trasmesso tutte le
comunicazioni filtrate e registrate tra madre e figlio, dritte sul
bozzolo, nello stesso modo in cui le avevamo ricevute. Una dietro
l’altra.”
“Ha praticamente bullizzato la creatura”, disse Kiron.
Ichigawa scrollo’ le spalle. “La gente di Albatross stava morendo.”
“Si rende conto che l’alieno avrebbe potuto reagire aggressivamente,
invece di resistere al pesticida?”
“Si’, Capitano. Oppure le comunicazioni potevano semplicemente non
passare attraverso il bozzolo, o la creatura avrebbe potuto
semplicemente ignorare il tutto. Ho semplicemente cercato di fare
qualcosa per aiutare”, mormoro’ Ichigawa. “Non c’e’ molto che un
ufficiale alle comunicazioni possa fare in generale in casi come
questi”, disse, “ma per una volta, dovevo tentare.”
Kiron la fisso’ in silenzio per qualche momento.
“E la sua scommessa e’ stata vinta”, disse infine. “Congratulazioni,
Tenente. La sua inventiva ci ha tirato fuori da una brutta
situazione.” Kiron sorrise, porgendole la mano. Ichigawa la strinse.
“La prossima volta, comunque, mi faccia sapere quando ha qualche altra
idea. In genere non mordo”, sorrise Kiron.
Ichigawa arrossi’ di nuovo. “Sissignore.”
“Molto bene. Puo’ andare, tenente.”
“Si’, signore… grazie di nuovo.”
Ichigawa saluto’ e usci’ dall’ufficio, che torno’ al suo silenzio
ovattato, rotto soltanto dal flebile, costante ronzio dell’impianto di
areazione.
Kiron, un lieve sorriso ancora sul volto, riprese a leggere il suo
rapporto. Dopo qualche minuto, un trillo familiare gli fece azionare
il commbadge.
"Dovresti stare ancora a riposo, Erjn."
"Non riesco a dormire", disse la voce ancora provata del consigliere Kublik.
"Devo chiedere alla dottoressa Squiretaker di aumentare la dose di
antidolorifico?"
"No", rispose Kublik. "Vieni tu qui e raccontami una storia."
Il sorriso di Michael si espanse ancora di piu', e spense il commbadge.
-----------
THE END
-----------
EPILOGO
*** USS Wayfarer, ufficio Risorse Umane, ponte 18, nello stesso istante ***
Con la sua solita tazza di te’ fumante sulla scrivania, il cranio coi
pochi capelli canuti illuminato dalla luce artificiale della stanza,
il tenente Wahlberg stava esaminando, lentamente ma inesorabilmente,
tutte le pratiche inevase finora sul suo Pad. L’ultima emergenza, in
cui come per suo ruolo aveva dovuto sostenere da addetto agli
armamenti, specialita’ siluri fotonici (“il perfetto antidoto alla
noia di dover star dietro ai lamenti di tutti”, si disse quando si
offri’ volontario venticinque anni prima), lo aveva messo in arretrato
un bel po’.
Per velocizzare il lavoro, inizio’ a fare quello che normalmente
faceva quando era indietro – leggere in diagonale. Molte delle
pratiche sarebbero state evase, anche se qualcuna sarebbe stata
saltata… be’, dopo un po’ di tempo, sarebbe ripassata pure lei. In
genere ci mettevano due o tre mesi per ritornare su nella pila.
Sfortunatamente, la richiesta di trasferimento immediato del
guardiamarina Koinos fu tra le vittime.
---------------------
END OF TRANSMISSION
-------------------------
NOTE:
- Spero il papiro vi sia piaciuto, la storia era ad un punto cosi'
avanzato che le parole sono praticamente uscite fuori da sole! Grazie
Marco e tutti i predecessori, spero di aver fatto una chiosa degna
della vostra storia.
All comments welcome,
Gianluca
Maggiori informazioni sulla lista
Stml19