[stml19] 17.08 – Julia Reis Squiretaker – Sensazioni
Vanessa Marchetti
hazyel91 a gmail.com
Dom 15 Mar 2020 14:36:26 CET
*17.08 – Reis Squiretaker – Sensazioni*
*Sygma Draconis, Lantaris 05/09/2398, ore 14.56*
Iniziava ad essere stufa.
Da ore le avevano lasciato a fianco il corpo esanime del povero
ambasciatore Tellarite come monito, ma questo non la impauriva.
La motivava..
Lei non aveva mai sperimentato ciò che avevano passato quei carcerati,
quello era inconfutabile..
Era anche vero che nessuno di loro aveva visto tante guerre quante ne aveva
viste lei..
Se pensavano fosse una semplice vecchina si sbagliavano di grosso.
Quello che l’aveva schiaffeggiata, poi.. l’avrebbe pagata carissima.
Stando a lungo in quella posizione, iniziavano a farle male tutte le
giunture.. per quanto golosa, la sua alimentazione era attentamente
bilanciata per affrontare pericoli come l’artrite o l’artrite reumatoide.
Le sue ossa, nonostante tutto, erano ancora in buona salute e così anche la
sua muscolatura di supporto.. tuttavia.. stare sei ore bloccata a terra..
non le stava certo facendo del bene.
Se non altro, aveva potuto comprendere meglio la situazione contingente.
Il Generalissimo Hurlet si era impossessato di Lantaris, portandosi dietro
tutti i carcerati e buona parte degli ex galeotti facente parte del
cosiddetto governo di quella sperduta colonia.
Se si stavano preparando all’abbordaggio, erano riusciti a portare dalla
loro anche la guardia planetaria, quindi qualsiasi atto lei o il suo
seguito avessero anche solo in testa di fare sarebbe stato stroncato sul
nascere.
Eppure Hurlet, eccezion fatta per l’Ambasciatore, e probabilmente per lei,
non sembrava essere incline a colpire nessuno degli altri prigionieri.
Per convincere Kiron alla resa, infatti, avrebbe potuto uccidere o
torturare uno qualsiasi degli uomini e delle donne alla sua mercé.. ma non
l’aveva fatto.
Come non aveva ucciso lei.
L’avrebbe potuto fare in qualsiasi momento.. ma, nella sua lucida follia di
vendetta, non aveva certamente trascurato il fatto che quella vecchina lì a
ginocchioni portasse l’uniforme col grado di Vice Ammiraglio.
Lui non poteva sapere che lei fosse in pensione..
L’avrebbe usata come arma di scambio.
Hurlet sapeva benissimo che, anche distruggendo la Wayfarer, non sarebbero
mai potuti rimanere su Sygma Draconis a lungo.
La Flotta Stellare non l’avrebbe tollerato.
Mantenerla in vita serviva anche a quello: avere una buona carta da giocare
per una via d’uscita.
Sul perché aver lasciato in vita anche chi era con lei.. beh lì il
ragionamento dell’anziana Reis Squiretaker era stato indubbiamente più
lungo.
A sentire parlare Hurlet con Kiron, tuttavia, i suoi vecchi neuroni si
erano messi in moto ed aveva compreso: con lei c’erano solo dei
Guardiamarina.. al massimo Tenenti Junior Grade.. più i due suoi fidati
collaboratori che, però, in quel frangente indossavano uniformi generiche,
come semplici piloti.
L’odio di Hurlet era sempre stato rivolto contro i piani alti della
Federazione.
Odiava Kiron e l’indifferenza che lui e gli altri avevano dimostrato nei
suoi riguardi.
Odiava i Capitani di allora che, prima, non avevano mosso un dito per
aiutarli a salvare la Wayfarer e poi se n’erano lavati le mani al posto di
difendere l’operato suo e degli altri guidati da quel pover’uomo del Dottor
Keller.
Odiava i suoi propri ex colleghi ed i loro responsabili di sezione che si
erano vicendevolmente coperti con la famosa sindrome Yellow Sub Marine.
E sicuramente odiava più di tutti l’Ammiraglio Santiago artefice, assieme a
Kiron, della sua rovina.
La sua repulsione verso i gradi della Flotta Stellare lo avevano portato a
farsi chiamare Generalissimo, non Comandante, non Capitano, non
Ammiraglio.. ma usare un grado tipicamente in uso alle forze terrestri.
Anche i suoi scagnozzi li aveva promossi seguendo la stessa inclinazione
mentale.
L’odio di Hurlet, però, si fermava e non arrivava ai gradi di più bassi
della catena di comando della Flotta: nella sua mente, probabilmente, li
considerava, come era successo a lui, semplici pedine, manovrabili prima e
sacrificabili poi.
Se fossero rimasti tutti tranquilli, non avrebbe fatto loro del male.. per
lo meno non subito..
E questo dava loro tempo.
Sì.. tempo, ma per fare cosa?
*USS Wayfarer, Ponte 4*
*05/09/2398, ore 15:02*
L’attacco era iniziato.
Le navette usate nel centro carcerario, unitamente a quelle governative di
Lantaris, stavano arrivando in massa.
Qualcosa di già visto, in tanti per attaccare postazioni ristrette ben
difese.
Sheeval Wu non temeva quello.
I suoi uomini ne avrebbero falciati decine prima di cadere ad uno ad uno..
Ciò che temeva era l’equipaggio ridotto della Wayfarer e l’impossibilità a
muoversi.
Anche i più grandi strateghi difensivi potevano sempre mutare approccio a
seconda dell’evolversi dello scenario che avevano di fronte.
Lei non poteva farlo.
O, per lo meno, non in maniera efficace.
Aveva studiato ogni possibile mossa e contromossa.. la sua mente ribolliva
di possibilità per limitare l’impatto ai suoi: avrebbe potuto far
disattivare i sistemi dei phaser degli assedianti, avrebbe potuto stordirli
con gas anestetizzanti.. ma, purtroppo, la Wayfarer non era nella
condizioni per poterle dare una mano.
In più era sicura che il loro avversario non era uno sprovveduto: un folle
sicuramente, ma non un ingenuo.
Anche lui faceva parte delle forze della sicurezza.. certamente si era
arrugginito o non poteva conoscere i nuovi protocolli della Flotta in
materia, ma se era riuscito ad impossessarsi di una prigione federale di
massima sicurezza e portare dalla sua quella banda di ex tagliagole del
governo di Lantaris..
La Wu doveva perlomeno riconoscergli che sapeva il fatto suo.
Aveva assegnato ai suoi vice tutte le squadre che poteva, integrandole con
elementi di altre sezioni, per garantire loro anche immediato supporto sia
infermieristico sia alle operazioni nel caso fossero stati costretti a
ripiegare.
L’ordine che aveva dato era semplice: ogni falla dello scafo era una
frontiera.. ed ogni frontiera in qualsiasi ambito veniva da sempre
considerata sacra ed inviolabile.. non la si poteva discutere, la si doveva
difendere.
Un vecchio grande saggio militare recitava che l’invincibilità stava nella
difesa, la vulnerabilità nell’attacco.
Il fatto che Hurlet avesse cambiato quello che sembrava essere il piano
originario andava esattamente in quella direzione.
Se era disposto a sacrificare i suoi uomini in un abbordaggio, voleva dire
che la sua preda più ambita, il Capitano Kiron, stava sfuggendo alla
cattura.
Sheeval sperò che il suo ufficiale in comando non cascasse nella trappola:
arrendersi per salvare il suo equipaggio non avrebbe agevolato la loro
situazione..
Sarebbe stata l’occasione per rimuovere i raggi traenti e farli precipitare
ed esplodere al contatto con l’atmosfera a causa di quell’enorme sasso
invisibile.
*USS Wayfarer - Laboratorio scientifico*
*05/09/2398, ore 15:05*
L’intuizione della Ichigawa aveva fatto immediatamente scattare tutte le
rotelline mentali del Comandante Cooper.
Non aveva ancora la benché minima idea di come fare, ma se avessero potuto
inviare un segnale in grado di rimbalzare sul sasso contando su quella
specie di fenomeno di ferromagnetismo individuato dalla collega delle
comunicazioni..
Un segnale in grado di far in qualche modo brillare, per così dire, la
superficie del sasso invisibile, beh.. allora l’armamento dello Yacht del
Capitano avrebbe potuto agire come un bisturi.
Certo dipendeva tutto dalla mira di Kiron.
Troppo vicino allo scafo e li avrebbe fatti saltare in aria, mentre troppo
lontano non avrebbe migliorato la situazione..
Dovevano calcolare esattamente un punto di rottura che garantisse alla
Wayfarer di rimanere integra compensando coi motori il peso residuale della
parte di sasso rimasta nel proprio scafo.
Sempre ammesso che la sezione ingegneria riuscisse a rimettere in linea i
motori.
*USS Wayfarer – Sala Macchine*
*05/09/2398, ore 15:08*
I colpi di phaser fra attaccanti e difensori rimbalzavano cupamente dai
sistemi di ascolto.
Ristea aveva chiesto di potenziare l’apparato di ricezione in modo da poter
agire più rapidamente nel caso di richieste di soccorso.
Non che potesse distaccare più di un ingegnere per richiesta, ma il capo
Operazioni gli aveva assicurato il pieno appoggio dei suoi..
Holtznagel aveva approntato un team ristretto di gestione emergenza, mentre
la restante parte dei suoi effettivi li aveva messi a disposizione della
Wu, di Ristea e della Squiretaker.
Coloro a supporto della sezione sicurezza dovevano garantire l’energia
necessaria per ostacolare l’avanzata nemica e garantire il supporto vitale
necessario.
Quelli a supporto della Dottoressa, dovevano garantire la piena
funzionalità dei sistemi medici per consentirle di salvare vite e rimettere
in piedi i feriti in grado di combattere.
Quelli a supporto di ingegneria dovevano accendere un cero a qualche
divinità e sperare che le richieste di intervento non richiedessero loro il
dono dell’ubiquità.
*USS Wayfarer – Plancia*
*05/09/2398, ore 15:11*
Rumar si sbiancava le mani a furia di stringere forte il braccioli della
poltrona del Capitano.
Era solo: Kiron lontano, la Kublic a sostenere Cooper, così come pure la
Ichigawa, Vaitor era sceso con tutti i suoi a dar man forte alle squadre
della sicurezza guidate dalla Wu.
Holtznagel aveva praticamente requisito la sala tattica approntando un
centro di controllo operazioni di emergenza con gli uomini che aveva
valutato come indispensabili.
Una missione, che doveva essere di routine ad equipaggio ridotto, si stava
tramutando nella possibile fine di tutti loro, la distruzione della
Wayfarer e di uno smacco enorme per la Flotta Stellare.
Krell era preoccupato per i suoi amici, colleghi, sottoposti.. si
arrovellava nella speranza di aver dato tutte le disposizioni necessarie al
fine di predisporre al meglio quella difesa disperata.
E, nonostante tutto ciò che albergava di triste e macabro nel suo animo,
doveva dare il buon esempio.. doveva ostentare sicurezza, tranquillità,
empatia, spirito del dovere e di sacrificio.
La sezione Comando e navigazione aveva il doppio degli effettivi in
plancia. Uno tecnicamente a riposo e l’altro in servizio attivo. Il primo
gruppo era stato pensato per essere pronto a subentrare ai colleghi di
qualunque sezione presenti in plancia.
Era un azzardo.. ovviamente, ma dovevano rischiare.
*USS Wayfarer – Ponte 11 - Infermeria d’emergenza*
*05/09/2398, ore 15:14*
Il trasferimento d’emergenza dal ponte 7 al ponte 11 era stato un
disastro.. coi teletrasporti bloccati, si era dovuto procedere
manualmente.. e l’operazione era ancora in corso.
Il caos era enorme.
Medici e MOE sciorinavano informazioni a raffica, infermieri ed operatori
sanitari correvano per i corridoi portando barelle e le attrezzature
necessarie.
Il tutto era come un labirinto con mille frasi, urla, imprecazioni,
informazioni contrastanti dovute alle necessità contingenti.
Questo labirinto aveva un centro nevralgico, in cui tutto pareva propendere.
Capelli biondi raccolti dietro, mascherina chirurgica addosso, camice e
guanti.
Tutto arrivava concentricamente attorno a quella figura come in attesa di
una salvezza insperata.
Gli occhi di Julia Reis Squiretaker, di un celeste azzurrissimo, rivelavano
tutta la sua determinazione, ma anche la stanchezza.. si era trovata in una
situazione peggiore di quella quando era sulla USS Chimaera, ma aveva un
laboratorio perfettamente attrezzato.
Ora si trovava a dover organizzare una marea impazzita di persone su, non
una, ma due infermerie del tutto inadeguate: la prima perché occorreva
smobilitarla, la seconda perché occorreva renderla operativa.
Gli uomini e le donne del Capo Operazioni si stavano letteralmente dannando
l’anima per fare il prima possibile, ma l’energia disponibile era poca, il
tempo pochissimo e le urgenze impellenti.
Julia ripensò alla promessa fatta al giovane Guardiamarina.
Gli aveva promesso che non gli sarebbe successo nulla.. ma l’aveva già
rimandato in servizio a combattere il nemico arrembante.
*USS Wayfarer, Ponte 5*
*05/09/2398, ore 15:17*
“Sono entrati!”
=^=Evacurare i feriti e riorganizzarsi=^= ordinò la Wu
“Negativo signora.. non possiamo resistere, non in questa postazione e con
questi effettivi! Hanno aperto una breccia nelle paratie stagne.. sono
dotati di respiratori e protezioni contro i phaser.. inoltre stanno
attaccando con mine da cava.. se stabilizzano una testa di ponte, si
potranno riversare in massa”
=^=Ritirarsi! Ponti 4 e 6=^=
“Squadra 1: ripiegare!”
“Squadra 2: ritirarsi!”
“Squadra 3: sparate a ventaglio, coprite l’arretramento!”
*USS Wayfarer, Ponte 6*
*05/09/2398, ore 15:20*
“Spedite quei farabutti nello spazio!” ordinò Vaitor ai suoi prima di
sentire la conversazione della perdita del ponte 5 “Voi tre, aprite
portello 6/5G4.. presto! Fateli entrare!”
=^=Sono al sicuro?=^= domandò la Wu
“Roger! Attivazione immediata campo di forza livello 10 ponte 5”
=^=Ehi non abbiamo tutta quella energia=^= protestò Ristea dall’ingegneria
“Dorian, o così o non avremo più la nave!”
=^=Ok via libera!=^=
“Attivare”
Una serie di piccole esplosioni riempirono il ponte 5. Poi il silenzio..
=^=Qui Holztnagel.. rilevata assenza forme di vita sul ponte interessato..
ma vi sono danni collaterali al ponte 4 e ponte 6.. probabilmente avevano
già iniziato ad attaccare le paratie o il danno strutturale preesistente
era più grave del previsto.. il nostro insano ospite, invece, pare essere
del tutto indifferente=^=
*Sygma Draconis, Lantaris 05/09/2398, ore 15:23*
“Farabutti! Bastardi! Perché diavolo vendete cara la pelle per quel codardo
di Kiron? E’ scappato con la coda fra le gambe il vigliacco” esclamò Hurlet
fuori di sé, mentre si arrovellava sul da farsi.. sapeva di non poter
rischiare troppi dei suoi o non l’avrebbero seguito.
“Ordinate di lasciar cadere la Wayfarer.. avvicinatela alla sua
destinazione finale.. portateli vicini al punto di non ritorno.. ma
tratteneteli lì”
*USS Wayfarer, Ponte 11 – Infermeria d’Emergenza*
*05/09/2398, ore 15:26*
“Dottoressa aiuto!”
“Precipitiamo!”
“Fateci scappare!!!”
“Arrendiamoci!!!”
Julia sapeva che il panico, una volta apparso, si sarebbe tramutato in una
follia di gruppo.. la sua mente galoppava alla nonna in pericolo, al
paziente che aveva sotto intervento in quel momento ed al parapiglia
generale.. chiese il silenzio.. ma nessuno la sentì.
Nessuno finché il suo paziente, un Tenente della Tattica appena portato dal
ponte 5 per una brutta ferita da phaser alla spalla.. non iniziò a urlare.
A Julia ci volle qualche istante per comprendere che quel ragazzone biondo
non stava urlando di dolore, ma gridando di stare zitti.. di smetterla.. di
lasciarla parlare.
Si trovò a fissare quel trentenne dagli occhi di ghiaccio, dai capelli e
barba color del fieno, con infinita gratitudine.. e ripensò velocemente che
quella non era stata l’unica volta che lui le aveva prestato attenzioni.
Tutti piccoli gesti, mnemonicamente da lei registrati, ma che non aveva mai
connesso gli uni agli altri.
Lo guardò di nuovo in viso e si trovò gli occhi di lui piantati nei propri.
Non era quello il momento, ma, se fossero tutti sopravvissuti, beh.. forse
sua nonna avrebbe avuto finalmente un buon partito da esaminare per avere
dei bis nipotini.. certo l’età fra di loro poteva gridare vendetta.. almeno
dieci anni di differenza.. e lei era la più vecchia.
Si riscosse da quei pensieri come se si fosse soffermata per ore in quella
riflessione.
In realtà erano passati pochissimi istanti.
Tutta l’infermeria guardava a lei e Julia riprese a parlare, con voce
pacata, ma a timbro abbastanza forte:
“La paura è una compagnia costante per noi che lavoriamo in infermeria..
così come lo è per coloro che imbracciano i phaser per difenderci.. o
coloro che usano le armi delle navi.. come per coloro che hanno il peso del
comando in plancia in quanto sanno che ogni loro mossa può portarci alla
rovina.. tutti noi accettiamo questa paura.. questa compagnia.. declinatela
in mille modi diversi.. abbiamo imparato ad accettarla e ciò chi ha resi
più forti di quanto pensavamo prima.. ora chiedo a voi.. a voi tutti.. il
sacrificio del collega, dell’amico, dei vari ufficiali che in questo
momento stanno cercando di toglierci da questa situazione.. li vogliamo
rendere vani? Vogliamo arrenderci? Il nostro destino, lo vedete, sarà
quello di precipitare su quel pianeta.. se ci arrendiamo, velocizzeremmo
solo quella fine.. resistendo, diamo modo al Comandante Rumar ed a tutti
coloro a bordo di trovare una via d’uscita.. io di qua non mi muovo! Chi è
con me?”
La domanda era retorica.. non si aspettava una vera risposta.
Del resto, Julia non era sicura che fosse stato un discorso che potesse
fare presa, ma era troppo occupata a finire di cucire la ferita, troppo
stanca per ragionare bene su quali parole usare e quali corde toccare.
La nonna era sempre stata quella dalla parlantina facile della famiglia:
colei in grado di impiegare le parole giuste al momento opportuno.
Julia aveva preso più dalla riservata timidezza di sua madre, era sì
empatica e solare, ma decisamente meno abituata a parlare in pubblico
rispetto alla nonna.
Fu per quel momento di insicurezza che alzò gli occhi e si guardò attorno.
Dai suoi colleghi medici ed infermieri vide sguardi stanchi, ma brillanti
di risolutezza e gratitudine.. dai pazienti vide paura, sbigottimento,
perplessità, ma fra tutti sembrava predominare quella consapevolezza
deterministica che il destino era ancora nelle loro mani e non in quelle di
un pazzo assassino.
Mentre rifletteva se dovesse ancora aggiungere qualcosa, il suo paziente si
alzò dal lettino e la baciò davanti a tutti cogliendola del tutto
impreparata e facendole assumere una colorazione del viso bordeaux.
“Ti amo” le sussurrò prima di rialzarsi con una smorfia di dolore,
riafferrare il phaser e uscire dall’infermeria
“Torna vivo..” si trovò, suo malgrado, a urlare Julia strappando un sorriso
a tutti i presenti
*Yacht del Capitano*
*05/09/2398, ore 15:29*
Kiron osservò attonito il riposizionamento della Wayfarer ordito dalla sua
nemesi.
Li aveva pericolosamente fatti avvicinare ad una situazione di non ritorno.
Era tentato di arrendersi.
In ogni momento che passava, la tentazione aumentava.
Era, però, consapevole che sarebbero stati uccisi tutti ugualmente se
l’avesse fatto.
Forse ancora più velocemente e crudelmente di quanto non stesse accadendo.
Doveva studiare un piano..
*Danube “Dorothea”*
*05/09/2398, ore 15:32*
Lui non sapeva calcolare il tempo.
Non contava i minuti.
Non conosceva le ore.
Sapeva solo che aveva fame.
Quello glielo diceva la pancia brontolante.
Sapeva anche che qualcosa non andava.
Quello glielo diceva l’istinto.
Aveva girovagato l’intesa nave per trovare qualcuno a bordo.
Ma non c’era.
Il portellone di carico era aperto e c’erano due tipi mai visti prima.
A prima annusata di tartufo, puzzavano come quegli altri due che avevano
fatto l’ispezione della nave poco dopo che erano scesi tutti e gli avevano
ordinato di stare buono ed a cuccia nel suo scompartimento.
Poco male.
Era stato addestrato per quello da quando era cucciolo.
Zampettò verso una mini consolle installata ad altezza muso in un angolo
nascosto della cabina della sua padrona.
Gli ci vollero un po’ di zampate per far aprire quel dannato stupido
sportello da umani, ma finalmente quella strana scatola decise di aprirsi.
Lui si mise seduto dentro come gli era stato insegnato.
Un bell’osso tridimensionale apparve sullo schermo
Era stato bravo.
Mentre fissava l’osso, una bava di saliva cadde davanti a lui.
Non gli importava un pelo di sporcare, aveva fame.
Quello che lui non sapeva era che in quel preciso istante, uno scanner
analizzava la sua fisionomia, la sua salivazione e la sua retina.
Mentre la saliva continuava a cadergli, lui stava diventando impaziente..
poi udì la musichetta.
Era stato bravo.
Di nuovo.
Fuoriuscì dalla paratia di fronte a lui un sensore a forma di zampa.
Axel mise la sua sopra.
Più e più volte, finché non indovinò la posizione corretta.
L’osso fu materializzato da un replicatore e cadde nella ciotola dietro di
lui.
Era stato bravissimo.
Mentre Axel si avventava sul premio tanto agognato, la Danube
dell’Ammiraglio Squiretaker attivò un sistema olografico di emergenza a
bassissime emissioni energetiche.
Si materializzò un ologramma dalle fattezze di una giovane Guardiamarina
bionda dagli occhi verdi e con addosso l’uniforme usata dalla Flotta
Stellare ai tempi del Capitano Archer.
=^=Ciao Axel. Io sono Thea Reis. Ufficiale di bordo. Beh.. almeno credo..
un tempo lo ero, sai? Beh.. Qual è la situazione? Dov’è andata la mia
adorata nipotina? Ah già.. tu non sai parlare.. finisci l’osso poi mi fai
vedere.. intanto avvio la subroutine di controllo.. controlliamo che sia
tutto in ordine=^=
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Vice Ammiraglio a riposo Vanessa Reis Squiretaker
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Tenente Comandante Julia Reis Squiretaker
Ufficiale Medico Capo
USS Wayfarer NCC-62925
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Guardiamarina Dorothea Reis
Addetta Comunicazioni
Atlantis NX-04
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