[Stml2] [MEX 13.05 - Nimosit]
Capt. Tetsuya Kuribayashi
captkuribayashi at gmail.com
Mon Apr 7 12:51:54 CEST 2014
Accuso ricevuta e lettura.
Complimenti per il brano.
Ottimo lavoro, Numero Uno. :-)
Michele
Il 06 aprile 2014 15:19, Coral Nimosit <coral.nimosit at gmail.com> ha scritto:
> Ok gente. Di seguito invio in lista il brano di missione, ovvero
> quello che sono riuscito a fare in queste due settimane molto intense
> per me. Leggete e commentate. Sarò sincero, avevo in mente di
> incasinare un pò le cose ^_^, ma avrei avuto bisogno di più tempo,
> quindi ho deciso per un approccio decisamente più soft; ho voluto solo
> dare un paio di spunti a chi seguirà. ciao e buona lettura.
>
> PS: tanto per essere sicuri, se arriva in lista....mi date conferma
> dell'invio? grazie ciao
>
>
> ==============================
>
> TITOLO: 13-05 – "Io so che tu sai che io so."
>
> AUTORE: Riccardo/Nimosit
>
> Brano precedente: 13-04 - "Si parte"
>
> D.S. 71089.12 - D.T. 02/02/2394
>
> ==============================
>
> Incrociatore pesante di classe Vor'cha – D.S. 71089.12 – D.T.
> 02/02/2394 ore 12.46
>
> Krin squadrò la delegazione federale con un misto di disgusto e
> rassegnazione, prima di rivolgersi all'ufficiale alla consolle del
> teletrasporto.
> “Avverti K'Paal che sono arrivati.”
>
> All'ultimo minuto Nimosit aveva deciso di lasciare a guardia delle
> navette quasi tutti gli ufficiali alla sicurezza che il buon Sev gli
> aveva affibbiato suscitando, come previsto, alcune proteste.
> Comprendeva le ragioni del capo della sicurezza e dei suoi uomini, ma
> doveva ammettere che salire a bordo di una nave Klingon armati fino ai
> denti sbandierando, al contrario, intenzioni pacifiche poteva suonare
> come minimo controproducente. Aveva notato dall'espressione di Thevek
> che anche il nuovo consigliere approvava la scelta. Oltre a loro due
> ed al dottor Di Maria, facevano parte del gruppo solo due ufficiali
> della sicurezza. Non che la cosa avesse più di una valenza formale
> visto il numero di Klingon che si erano ritrovati subito attorno quale
> comitato di benvenuto. Tutto come da programma.
> Si voltò verso la donna al suo fianco.
> “Andrà tutto bene. Può respirare.” - Sussurrò. Lei annuì. Anche lui,
> come il capitano, aveva letto attentamente il ruolino dei due nuovi
> ufficiali superiori; avevano sviluppato notevoli competenze nei loro
> rispettivi ambiti applicativi, ma scarsa pratica sul campo. Si
> immaginava che ritrovarsi scaraventati da dietro ad una scrivania
> direttamente su un incrociatore da battaglia klingon potesse risultare
> piuttosto destabilizzante, anche per ufficiali esperti. Aveva bisogno
> che il nuovo consigliere rimanesse lucida e calma. Fece qualche passo
> avanti, scendendo dalla pedana del teletrasporto. - “Sono il
> comandante Nimosit, primo ufficiale della USS Novalis.”
>
> L'ufficiale al momento più alto in grado gli si fece incontro,
> sovrastandolo di almeno dieci centimetri.
>
> “Sono Krin, ho l'ordine di scortarvi dai prigionieri.”
> “Molto bene, grazie.” Annuì Nimosit.
> “Ho anche l'ordine di non perdervi di vista nemmeno per un secondo.”
>
> La velata minaccia sottesa a quelle parole, compresibile per la
> verità, rientrava nel novero delle cortesie diplomatiche dei figli di
> Qo'noS, che Nimosit si aspettava. I suoi uomini erano preparati e
> seguirono il manipolo di klingon e delle loro bocche da fuoco per gli
> angusti corridoi della nave fino alle celle detentive, nelle quali era
> trattenuto l'esiguo equipaggio del cargo federale sequestrato.
> Inutile dire che il capitano Lee Kim Yo ed il suo gruppo furono ben
> felici e sollevati nel constatare che la Flotta avesse inviato
> qualcuno a prendersi cura di loro.
>
> “Non è così facile.” Esordì Nimosit rivoltò a Lee, mentre fu concesso
> a Di Maria di occuparsi dei prigionieri. Cercò di spiegargli la
> situazione nella maniera più chiara possibile, ma rassicurò l’uomo che
> avrebbero negoziato con i Klingon la loro liberazione.
> “Come possiamo rappresentare una minaccia per un intero gruoppo da
> battaglia klingon, Comandante! Il nostro è un semplice cargo
> commerciale.” Protestò l’uomo.
> “Ne sono consapevole, e lo sanno benissimo anche i Klingon. Crediamo
> che la vostra presenza qui faccia parte di uno schema più grande e
> complesso al quale stiamo cercando di dare un senso.”
> Di Maria gli si avvicinò dopo poco.
> “Stanno benone, un po’ bistrattati ma sani. Gli interrogatori klingon
> non sono mai una passeggiata di piacere! Ho somministrato qualche
> blando ricostituente, niente di più. Certo il cibo klingon non aiuta
> né il corpo né lo spirito!”
> “Conto di riuscire a liberare il Nipper prima possibile.” Rispose
> Nimosit sia al dottore che a Lee. Allontanandosi di qualche passo si
> avvicinò a Thevek, occupata ad osservare tutto cercando di
> immagazzinare ogni piccolo dettaglio utile.
>
> “Idee?” Chiese a bruciapelo alla donna. Passata la prima fase di
> ambientamento, sembrava maggriormente a proprio agio. Nimosit ne fu
> sollevato.
> “E’ evidente che sono trattenuti qui solo come esca, ma non ho capito
> ancora qual'è la preda che intendono prendere all'amo!”
> “Eeee……?” La incalzò Nimosit curioso.
> “Eppoi vorrei capire cosa ci facesse un cargo privato da queste parti.”
> “Un po’ troppo lontano dalle normali rotte commerciali?” Abbozzò il
> primo ufficiale in scia alle riflessioni del consigliere.
> La donna non rispose ma sollevò entrambe le sopracciglia in una
> smorfia più che eloquente.
>
> Prima ancora di vederla percepirono la notevole mole di Krin alle loro
> spalle. Si voltarono entrambi.
>
> “I prigionieri stanno bene, adesso K'Paal vuole vedervi.” Tagliò corto
> il klingon facendo capire loro che dovevano seguirlo.
> “Molto bene. Ci faccia strada.”
>
> Discarica Klayi – poco dopo.
>
> “Di sicuro Relan sarà contento di vederci di nuovo.” Fece Sev, sarcastico.
> “Lo immagino!” Rispose Moore poco convinto. Avevano ricevuto l’ordine
> dal capitano di recuperare, se possibile, il compositore romulano
> guasto per poter svolgere esami approfonditi sul pezzo. Non sarebbe
> stato facile, ma dovevano provarci.
>
> Questa volta faticarono di più per acciuffare l’azzurro amico, ma ben
> presto gli furono addosso.
> “Ancora voi!” – Si lamentò l’andoriano. – “Avete deciso di rovinarmi
> gli affari!”
> “Nella nostra infinita magnanimità ti daremo due scelte. O ci dai un
> piccolo aiuto oppure potremmo decidere di fare tappa fissa da queste
> parti, giusto per venire a farti un saluto! Che ne dici?”
> La volta precedente i due federali erano riusciti a prendere Relan
> totalmente alla sprovvista, ma stavolta era diverso. Era come se si
> fosse aspettato un ritorno dei due uomini. Le cose sarebbero andate
> diversamente, si disse. Dovevano contrattare se volevano quello che
> stavano cercando. Qualunque cosa fosse.
> “Nel caso decidessi di aiutarvi…..dovrete darmi qualcosa in cambio.”
> Strizzò l’occhio in un gesto molto umano.
> “Perché dovremmo?” Incalzò Sev, facendoglisi più vicino.
> “Uscire da qui può risultare più complicato che non entrarvi.” La
> minaccia dell’andoriano non spaventò molto i due ufficiali, tuttavia
> Relan poteva rivelarsi una preziosa risorsa.
> “E cosa vorresti?” Chiese Moore stando al gioco.
> “Dipende da cosa state cercando quaggiù.” Sev e Moore si scambiarono
> un’occhiata eloquente. Senza troppe smancerie l’ufficiale tattico
> scortò la loro preda dietro un riparo, dove avrebbero potuto
> mercanteggiare con più discrezione.
> “Prima hai parlato di un compositore romulano guasto, che voi avete
> sostituito, esatto?” -
> L’altro annuì. - “Potrebbe interessarci mettere le mani su quel pezzo.”
> “Mmmmm……” – Rispose l’andoriano teatralmente. – “E’ molto quello che
> mi chiedi amico.”
> “C’è la possibilità che tu abbia ancora questo pezzo?”
> “Forse…..” - Moore strinse con maggior vigore la mano sulla scapola
> del meccanico. – “Ne sono praticamente certo……” – Moore fece ancora
> più pressione, portando il suo viso molto vicino a quello dell’altro,
> con fare intimidatorio. – “ Ce l’ho. Si si, ce l’ho!” L’ufficiale
> tattico annuì compiaciuto.
> “Bel lavoro Relan.” Si congratulò Sev.
> “Grazie grazie, ma……anch’io ho bisogno di un paio di cosette….”
> “Spara.” Tagliò corto il capo della sicurezza.
> “Dunque vediamo…..voi due sembrate tipi in gamba……e potenti……quindi
> sarete qui con una grande nave……chissà quali meraviglie ci sono,
> nascoste nelle stive di un così grande vascello….”
> “Mi sto stancando.” Annunciò Moore che, tuttavia, credeva di aver
> afferrato dove l’altro volesse andare a parare.
> Relan tirò fuori dalla tasca un piccolo pad.
> “Se permettete potrei fare una piccola, insignificante, lista di
> qualche paio di pezzi che potrebbero fare al caso mio…….” Sorrise
> timido. Moore scrollò la testa. Il capitano non ne sarebbe stato
> contento.
> “Voglio quel compositore!” - Il tattico della Novalis squadrò negli
> occhi lucidi l’andoriano. – “Niente scherzi, altrimenti salta tutto.”
>
> La lista che Relan aveva steso non era poi così piccola, né tantomeno
> insignificante. I due ufficiali si allontanarono di qualche passo per
> pianificare meglio la loro strategia, anche se non avevano grandi
> margini di manovra.
> “Che ne pensi?” Chiese Moore, tenendo sempre d’occhio la coppia di
> antenne azzurre a pochi passi da loro.
> “Dobbiamo mettere le mani su quel compositore, potrebbe essere fonte
> di utili informazioni.”
> “Già. Dobbiamo sentire Kuribayashi.”
> “Aspetta, prima vorrei parlare con Sibek, lei conosce ogni pezzo della
> nave.” Moore annuì.
>
> La conversazione col capo ingegnere della Novalis fu piuttosto lunga
> ed impegnativa; era più che evidente per Moore che la donna non avesse
> la minima intenzione di assecondare il loro gioco. Da un certo punto
> di vista comprendeva perfettamente le sue ragioni, ma erano a tanto
> così dal mettere le mani su un pezzo fondamentale del puzzle. Non
> potevano mollare proprio sul più bello. Dopo poco Sev pose fine alla
> chiamata.
>
> “Allora? Cosa ha detto.”
> “Alla terza imprecazione ho chiuso la comunicazione. Tuttavia, credo
> che potremo trattare con Relan, abbiamo qualcosa per lui.”
> “Molto bene.” Con un gesto del braccio fece segno al collega di avere
> campo libero per concludere la trattativa.
>
> L’andoriano li stava aspettando, sempre un po’ nervoso, ma sicuro che
> qualcosa di buono per lui sarebbe saltata fuori.
>
> “Bene Relan, se riuscirai a procurarci quel compositore avrai a
> disposizione alcuni pezzi direttamente dal magazzino della nostra
> nave.” – Gli occhi dell’altro brillarono al solo pensiero. – “Saranno
> nelle stesse condizioni del compositore, ovvero non funzionanti.”
> Precisò Sev. L’espressione di Relan mutò repentinamente.
> “Non è giusto!” Piagnucolò.
> “Si che lo è. Un pezzo guasto per dei pezzi guasti. Mi sembra ragionevole.”
> “Voglio sceglierli io, i pezzi.”
> “Te lo posso concedere; avrai la possibilità di scegliere tre pezzi,
> non uno in più.” - Allungò la mano destra, che l’andoriano guardò di
> traverso per alcuni istanti, soppesando i termini di quella strana
> transazione. Alla fine capitolò e strinse la mano di Sev. – “Molto
> bene. Tra un attimo il nostro ingegnere capo ci invierà un elenco di
> attrezzature che faranno al caso tuo.”
>
> Avevano lasciato Relan da qualche minuto e stavano per prepararsi ad
> essere teletrasportati sulla Novalis. Avevano il compositore, anche se
> questo era costato loro una griglia interfasica, un array di campo
> lineare ed un regolatore ionico di curvatura, ma soprattutto una
> lavata di testa da parte dell’ingegnere capo della nave, tutt’altro
> che soddisfatta del compromesso.
>
> “Qualcosa non va?” Chiese Moore al collega, notando il suo sguardo corrucciato.
> “Non ne sono sicuro.”
> “Non credi che Relan ci abbia detto tutto?”
> “Non è questo. E’ più del tipo…..è come se un allarme stesse suonando
> nella mia testa, ma non riuscissi a dargli una forma, ad afferrarlo
> del tutto.”
> “Qualche idea più precisa? Magari posso aiutarti a capire meglio.” Si
> offrì l’ufficiale tattico.
> “E’ strano. Dovrei essere contento, abbiamo messo le mani su un pezzo
> fondamentale del puzzle, che probabilmente potrà contribuire a
> risolvere il mistero della scomparsa dei vascelli sui quali stiamo
> investigando……eppure…..”
> Moore intuì.
> “Tutto troppo facile?” L’altro lo fissò, sorpreso.
> “Già. Tutto maledettamente troppo facile. Da quando sono in servizio
> attivo niente è stato facile, niente è mai andato ‘secondo i piani’.”
> “Capisco. La pista romulana non ti convince?” Un sorriso si fece largo
> sul volto del capo della sicurezza.
> “Pensavo fosse Thevek il consigliere di bordo?”
> “Sai come si dice……chi sta con lo zoppo…..”
> “Forse ci sfugge qualcosa. Non voglio complicare le cose inutilmente
> ma……dobbiamo essere sicuri di analizzare il problema da ogni
> angolazione.”
> “Sono d’accordo. Ma se non ti dispiace preferirei farlo sulla
> Novalis!” Fece Moore guardandosi intorno poco prima di richiedere di
> essere riportati a bordo.
>
> Incrociatore pesante di classe Vor'cha – contemporaneamente
>
> K'Paal fissava la sua preda.
> L'ufficiale a capo del gruppetto di federali era giovane, ma pareva
> essere sicuro di sé. Sarebbe stato divertente, riflettè compiaciuto.
>
> “Avete potuto constatare che abbiamo trattato i prigioneri secondo i
> trattati.” Precisò a bruciapelo.
> “E' così, ve ne diamo atto e, ovviamente, ne siamo lieti. Anche se non
> riesco a capire perchè siano ancora qui.” Fece Nimosit in risposta.
> “Mi sembra evidente invece.”
> “Comandante, sappiamo entrambi che nessun cargo commerciale può essere
> annoverato come seria minaccia per un incrociatore di questo tipo! E'
> evidente che stiate trattenendo l'equipaggio per uno scopo diverso.”
>
> Io so che tu sai che io so. Pareva l'unica tattica attuabile, al momento.
>
> “L'equipaggio del cargo è la nostra assicurazione, finchè non
> chiariamo le vostre responsabilità in questa faccenda.” Rispose
> granitico K'Paal.
> “La Federazione non c'entra Comandante!” - Intervenne Thevek. - “Mi
> sembra chiaro.”
> “Chiaro?” - Tuonò l'altro. - “Io guardo i fatti. Due navi, una klingon
> ed una federale nello stesso spazio, poco dopo la nostra nave non c'è
> più!”
> “Per la verità non c'è più nemmeno la nostra! Non per questo vi stiamo
> accusando di esserne responsabili.” Rispose a bruciapelo la donna.
> L'altro la studiò, con curiosità.
> “Non mi fido di voi.” Sibilò a denti stretti.
>
> Questo è chiaro, riflettè Nimosit. Erano al muro contro muro, dovevano
> cambiare approccio.
>
> “Perchè mai la Federazione e l'Impero Klingon dovrebbero calpestare
> un'alleanza che ha fruttato ad entrambi pace e prosperità? Perchè
> avremmo messo a repentaglio i rapporti di reciproco rispetto che con
> fatica abbiamo costruito da molti anni a questa parte?” Chiese il
> primo ufficiale.
> “Non ho ancora questa risposta Comandante.” - Fece un passo in avanti
> per conferire maggior enfasi alle parole. - “Ma è solo una questione
> di tempo.”
> “Siamo venuti per offrire al popolo klingon il nostro aiuto, non per
> portare guerra dove non c'è.” Ribattè Thevek sostenendo lo sguardo
> inquisitorio del klingon.
>
> K'Paal sembrò soppesare le parole di lei per alcuni istanti.
> “Potete ritirarvi sulle vostre navette.” Esordì alla fine, incrociando
> le braccia possenti sul torace.
> Il colloquio era ufficialmente terminato. Nimosit annuì; il primo
> incontro si era concluso con esito interlocutorio. Nessun rilevante
> passo in avanti purtroppo. Ringraziò comunque il Comandante K'Paal e,
> insieme ai suoi, fu di nuovo scortato verso la sala teletrasporto.
>
> K'Paal restò per alcuni istanti a scrutare il corridoio della nave
> lungo il quale i federali erano scomparsi. Krin gli fu accanto.
> “Non hai menzionato le strane letture energetiche che abbiamo rilevato
> in prossimità dell'ammasso.” Non era una domanda, ma una costatazione.
> “Non ce n'era bisogno. Per il momento voglio tenermi questo
> vantaggio.” Rispose pensieroso, prima di voltarsi e tornare in
> plancia.
>
> END OF TRANSMISSION
>
> --
> Ciao, Ric
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> OOO Cmd. Coral Nimosit
> Primo Ufficiale (FO)
> Sez. Comando e Navigazione
> USS Novalis NCC 1772
> coral.nimosit at gmail.com - ICQ 311786902
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