[Stml2] R: Re: [MEX - 13.13] Alleati cercasi - Ilenia
dwalla.cons a libero.it
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Lun 8 Dic 2014 12:31:22 CET
Ottimo pezzo Ilenia!!brava!!!
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○○● Lt. Commander Dwalla Thevek
Counselor - USS Novalis NCC-1772
Private comunicator: dwalla.cons a libero.com
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“When you look back, you can’t see what is coming”
----Messaggio originale----
Da: coral.nimosit a gmail.com
Data: 7-dic-2014 15.30
A: "USS Novalis ncc 1772"<stml2 a gioco.net>
Ogg: Re: [Stml2] [MEX - 13.13] Alleati cercasi - Ilenia
Ciao Ilenia, ho letto il tuo brano lungo e particolareggiato. Mi è piaciuto molto anche se devo controllare alcune cose per verificare collegamenti con brani precedenti e ci vuole un pò di tempo. Unico appunto.... Nimonist in realtà è Nimosit. 😜 ciao
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OOO Cmd. Coral Nimosit
Primo Ufficiale (FO)
Sez. Comando e Navigazione
USS Novalis NCC 1772
coral.nimosit a gmail.com - ICQ 311786902
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N.S.F.
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Il 06/dic/2014 21:03 "Ilenia De Battisti" <fulmine791 a gmail.com> ha scritto:Salve a tutti, dopo un intenso sabato pomeriggio (che è un modo come un altro che non avevo assolutamente nulla da fare oggi e ho passato la giornata a scrivere il racconto) invio il mio brano un pelino prima che inizi il mio effettivo turno di scrittura. Spero possa piacere.
Ilenia.
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Brano:
13-13
Titolo:
Alleati cercasi
Autore:
Tenente Comandante Denay Kuz
(aka
Ilenia nd)
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Falco da Guerra Remano Broadsword - Spazio Profondo
03/02/2394, Ore 20.05 - D.S. 71092.70
La
donna incappucciata camminava rapida per i corridoi della nave, con uno sguardo fra lo spaventato e il rassegnato
al proprio destino: era abbastanza intelligente da sapere che presto, molto
presto, il capitano avrebbe visto le registrazioni ambientali e avrebbe scoperto
che era stata proprio lei l’ultima a metter mano al raider. Aveva modificato le impostazioni del computer
di bordo in modo che la nave non operasse normalmente solamente una volta che
avessero tentato di utilizzare le armi: anche se non avrebbe mai voluto la
morte dei propri compagni, aveva sperato fino all’ultimo istante che essi fossero presi a bordo della USS Novalis, ma il
suo piano era andato a rotoli. Ora come ora, sapendo bene che la sua vita era
alle ultime battute, non le restava che trovare un complice, qualcuno che le potesse
dare una mano a metter fine a tutto questo.
Finalmente
raggiunse la propria meta, l’alloggio dell’ingegnere capo era proprio di fronte
a lei. Osservò la porta che la divideva dall’uomo e vi avvicinò l’orecchio, sentendo
dei rumori all’interno. Sapeva che l’ingegnere staccava sempre verso quell’ora
per poter cenare e soprattutto che lui amava stare da solo, eppure, proprio nel
momento in cui avrebbe dovuto rendere palese la sua intenzione ad un’altra
persona, si rese conto di quanta paura ciò le provocasse. *Se lui non dovesse
ascoltarmi non lo farà di certo nessun altro..* pensò fra se e se la donna,
ancora indecisa sul da farsi.
Falco da Guerra Romulano Sharpfillah - Sala Teletrasporto
03/02/2394, Ore 20.05 - D.S. 71092.70
“Se la prendono un po’ troppo comoda adesso”
Lo guardo del Comandante Nimonist vagava per la sala con un misto di
nervosismo e impazienza, mentre ancora tentava di avere la possibilità di
uscire da quella stanza attraverso l’addetto al teletrasporto.
“Gliel’ho già spiegato, Comandante Nimonist, il sub-comandante della
Sharpfillah la raggiungerà a momenti, non appena potrà lasciare la plancia”
“Voglio sapere cosa lo sta trattenendo tanto! Onestamente inizio a
spazientirmi, devo forse immaginare che sia successo qualcosa di cui non sono
informato?”
L’addetto al teletrasporto alzò solo per un attimo il capo, ma senza un
grande interesse, e rimase a guardare per svariati istanti il Comandante
Nimonist, come a riflettere su cosa rispondergli.
“Gliel’ho già spiegato, Comandante Nimonist, il sub-comandante della
Sharpfillah la raggiungerà a momenti, non appena potrà lasciare la plancia. A
quel punto sono certo che sarà lieto di rispondere alle sue domande.”
Il Comandante Nimonist stava già per
rispondergli a tono, dopo aver sentito ripetergli per innumerevoli volte la medesima
frase, quando finalmente ecco che le porte si aprirono e ad accedere fu proprio
il sub-comandante del falco da Guerra Romulano Sharpfillah.
“Buonasera a tutti, spero non abbiate
aspettato troppo. Sono il sub-comandante Maranir e sono venuto qui per
accompagnarvi in un alloggio che vi abbiamo preposto: sono spiacente se avete
dovuto attendere ma la vostra nave era stata attaccata. Non ci sono stati danni
rilevanti e abbiamo preposto un terminale nell’alloggio in modo che possiate
chiamare la USS Novalis e sincerarvi voi stessi della situazione e di quanto è
stato scoperto”
Lo sguardo dei membri della squadra
federale si rabbuiò rapidamente, sentendo parlare di un attacco alla USS
Novalis ma si resero tutti conto ben presto che non era il momento adatto per
porre nuove domande. Anche il Tenente Comandante Moore si osservò attorno
studiando la situazione e si grattò il collo un po’ in tensione, ebbe un
momento di intenso imbarazzo pensando di essersi scordato di indossare la
propria mostrina, ma poi ricordò la sua provvidenziale retrocessione al grado
di Capo di terza classe.
“Speravo di poter vedere la nave! Non
ero mai salito su un falco Romulano!”
Il sub-comandante si voltò a guardare il
giovane capo di terza classe che aveva parlato e fece un leggero sorriso,
ritenendo l’accadimento come il segno di una certa impreparazione dovuta alla
scarsa esperienza.
“Capo, lei è qui per fornire la certezza
che i nostri uomini torneranno sani e salvi, non per fare un tour turistico
sulla mia nave. E’ proprio a questo scopo che è stato allestito un alloggio per
le vostre necessità e non una cella”
“Sub-comandante, perdoni il mio capo. Da
Comandante capisco che non possiamo di certo girare indisturbati sulla vostra
nave, ma il capo è inesperto e parla spesso senza pensare”
“Non si preoccupi Comandante,
l’inesperienza purtroppo porta spesso a queste situazioni”
Confortato dalle parole del Comandante
Nimonist, il Sub-comandante osservò per qualche minuto di nuovo il Tenente
Comandante Moore con le sue nove mostrine, per poi fare un leggero sospiro
sovrappensiero. Restò immobile per svariati secondi e solo alla fine fece un
moto con le spalle.
“Beh, in fin dei conti un capetto
inesperto non potrà fare grandi danni. Per ora vi accompagnerò tutti in alloggio,
e poi vedremo”
Il sub-comandante si voltò uscendo dalla
sala tattica in modo di far strada al gruppo mentre il Comandante Nimonist si
soffermò un attimo a fare un sorriso complice al Tenente Comandante Moore,
facendogli un leggero occhiolino, poi uscì a sua volta dalla sala facendo segno
a tutti gli altri di seguirlo.
Falco da Guerra Remano Broadsword -
Spazio profondo
03/02/2394, Ore 20.05 - D.S. 71092.70
Il Capitano della USS Coulomb era ancora
in attesa dentro quella grande scatola buia che, a poco a poco, inizia a
prendere l’inquietante forma della sua tomba. Da uomo di cultura, sa che anche
su Sol III la privazione della luce e la reclusione in posti angusti era un
ottimo modo per piegare anche gli animi più duri: non la si può chiamare una
forma di tortura vera e propria, ma più semplicemente una sorta di violenza
psicologica, anche detta la classica tortura con i guanti bianchi. Alzò il capo
per un attimo e cercò di fare uno sforzo di concentrazione per riuscire
finalmente a farsi un’idea si quanto tempo fosse passato, ma era uno sforzo
inutile e rinunciò quasi subito.
Poco dopo ecco che il teletrasporto gli
fece arrivare la classica razione di pane raffermo e di acqua: restò ad
osservare quella tenue luce per un po’, dato che quel momento era il suo unico
collegamento con la realtà, l’unica cosa che gli faceva presumere che fuori da
quella piccola prigione di metallo c’era qualcuno che lo voleva in vita.
“Che cosa volete da me?!”
L’urlo gli usci particolarmente
stridulo, tanto che ne rimase addirittura sorpreso. Avrebbe voluto dargli il
tono deciso e maestoso di chi ritiene di avere il diritto a delle spiegazioni,
ma ciò che ne era uscito sembrava più il tono spaventato e lamentoso di uno
scolaretto preso di mira da un gruppo di bulli. Sorrise per un attimo per poi
scuotere il capo, recuperare la propria cena e iniziare a mangiare lentamente.
Falco da Guerra Remano Broadsword - Spazio Profondo
03/02/2394, Ore 20.15 - D.S. 71092.72
Se c’era una cosa che l’ingegnere capo
della nave detestava era proprio chi si autoinvitava nel suo alloggio. L’uomo
posò lo sguardo sulla donna che gli stava davanti, poi fece un leggero grugnito
facendola accomodare controvoglia all’interno del salottino.
“Rhian, potrei sapere perché sei venuta
proprio da me? Come moglie del Capitano puoi girare per tutta la nave ed io
sono certo che esistano luoghi migliori del mio alloggio”
“Smettila Khoal! Sono qui per avanzare
una richiesta molto importante, voglio che tu mi ascolti fino infondo e solo
allora potrai dirmi cosa ne pensi! Terrh è del tutto irragionevole, continua a
pensare che nonostante tutto il suo grande piano porterà alla prosperità il
popolo dei Remani ma sembra non voler minimamente prendere in considerazione di
quali conseguenze potrebbero architettare i Romulani quando scopriranno le
nostre responsabilità!”
Lo sguardo dell’ingegnere capo si fece
leggermente imbarazzato, tanto che egli decise di smettere di guardare la donna
per riempirsi un bicchiere di birra romulana: ne assaporò avidamente qualche
sorso e si girò nuovamente per poterle rispondere.
“Non chiamare per nome il Capitano” fece
una leggera pausa “Il Capitano fa ciò che ritiene essere la cosa migliore per
il nostro popolo. E’ stata una fortuna salvare questa nave, se non ci fossimo
riusciti ora saremmo nuovamente a piegare la testa di fronte a quegli sporchi
romulani! Tu sai come il nostro popolo è stato trattato! Abbiamo fatto da
schiavi per secoli, senza diritti, ma ora basta! Tu parli di piano insensato,
noi parliamo di vendetta inevitabile: chi ti da la certezza che siamo proprio
noi ad essere nel torto?”
“Khoal, io temo proprio che gli unici
che alla fine avranno la loro vendetta saranno proprio i Romulani e credimi, se
dovessi essere nel giusto, il popolo Remano raccoglierà un amaro raccolto
proprio a causa delle nostre azioni”
“Ascolta Rhian, vorrei proprio poter
passare il mio tempo facendo discorsi filosofici su cosa potrebbe avvenire o
meno se proseguissimo con il nostro piano ma il Capitano mi ha assegnato un
turno supplementare per capire chi possa aver messo le mani sulla navetta e
quindi devo chiederti di andare adesso”
“Ti semplifico il lavoro Khoal: sono
stata io”
La reazione dell’ingegnere capo sorprese
moltissimo la donna: Khoal era talmente furioso che si voltò con gli occhi che
sembravano essersi infiammati, poi caricò il braccio mollandole un ceffone in
pieno viso. La rapidità dei movimenti dell’uomo tolsero ogni possibilità di
difesa alla giovane e la potenza del colpo la scaraventò a terra con il labbro
rotto.
“Rhian! Ti rendi conto di cosa hai
fatto? Per colpa tua alcuni nostri amici sono morti e uno dei nostri migliori
raider è stato totalmente distrutto! Posso anche tollerare che tu possa girare
per la nave a vaneggiare con le tue idee strampalate, ma non ammetto che tu
finisca per mettere a morte i miei colleghi!”
Il dolore fece per un attimo bloccare a
terra Rhian, poi si rimise seduta e si passò la mano sul viso per ripulirselo
dal sangue. Si rialzò sempre in silenzio ed infine tornò a fissare l’uomo con
grande attenzione.
“Pensi che non ci abbia pensato? Pensi
che non me ne senta in colpa? So benissimo che aver manomesso il raider è stato
un grosso rischio, ma sapevo anche che se i federali avessero effettivamente catturato
i nostri colleghi li avrebbero trattati bene e avrebbero potuto fermare mio
marito!”
“Rhian! Tu devi essere completamente
pazza! Vieni nel mio alloggio pretendendo il mio aiuto e poi mi confessi di
aver danneggiato il raider! L’unica cosa che potrei fare ora per te è chiedere
al capitano di essere clemente con te, ma dubito che mi darebbe retta!”
“Khoal, te lo ripeto. Ho bisogno del tuo
aiuto per una cosa molto importante e credo che tu mi possa aiutare!”
“Rhian, ammesso e non concesso che io
voglia aiutarti, cosa pensi che potrei fare io?”
“Lo so che ti sembrerà strano ma io ti
chiedo di manomettere la nave, in modo che la prossima volta la nave federale
possa individuarci. Voglio sacrificare la Broadsword”
L’ingegnere sgranò gli occhi
estremamente stupito, sbiancando di colpo mentre osservava ancora in silenzio
la donna, sperando di cogliere sul suo volto che tutto ciò che gli era stato
detto era in realtà uno scherzo. Per un attimo osservò anche la propria birra
romulana, ma escluse di essere così tanto ubriaco da essere in preda a un
delirio alcolico, quindi tornò ad osservare la donna.
“Io sono l’ingegnere capo della nave! Il
mio compito è far si che essa operi sempre al massimo della sua efficienza, non
distruggerla! Non posso credere che tu possa chiedermi una cosa simile! Questa
nave è l’ultima rimasta, la Scimitar è andata perduta da tempo e farò tutto ciò
che è in mio potere per far si di non perdere anche la Broadsword.”
“E invece io ti sto chiedendo di fermare
questa follia, una volta per tutte! La Scimitar è andata distrutta per lo
stesso motivo per cui dovrà andare distrutta la Broadsword: non è con queste
tecniche terroristiche che avremo il rispetto dal popolo Romulano!”
“Il popolo Romulano non ha mai
rispettato nulla, se non se stessi! Io ti sto parlando di quello che abbiamo
dovuto subire e di ciò che potrebbe aspettarci una volta che ci saremo
definitivamente liberati dei nostri aguzzini, e tu ti aspetti che io metta in
pericolo l’intera nave solo per i tuoi vaneggiamenti?”
La giovane Rhian si risistemò il
cappuccio in modo che le coprisse il viso, in modo da nascondere tutti i segni
della delusione che le si erano stampati sul viso, ma ad ogni modo decise di
rispondere a tono.
“Io ti sto parlando del fatto che questo
piano è destinato a fallire esattamente come il primo, del rischio che questa
volta le ripercussioni che i romulani faranno scontare al nostro popolo saranno
tremende, e tu mi vieni a dire che preferisci mantenere al sicuro questa nave
piuttosto che preservare il nostro popolo? E poi la pazza sarei io!”
L’ingegnere abbassò il capo per qualche
istante, cercando di prendere coscienza delle parole appena dette dalla donna,
ma appena rialzò il capo si accorse che Rhian se ne era già andata, lasciandolo
solo in balia dei suoi pensieri.
USS Novalis, Alloggio degli ospiti
03/02/2394 Ore 20.50 - D.S. 71092.79
Dopo il lungo colloquio con il Capitano
Kuribayashi, il Comandante Tamarith aveva raggiunto l’alloggio che le avevano
preposto. Come richiesto, gli era stato predisposto un terminale con una linea
sicura, in modo da poter comunicare con la propria nave, il Falco da Guerra
Romulano Sharpfillah: la comunicazione era stata rapida e piuttosto asciutta,
dato che il sub-comandante aveva ben poco da aggiungere al breve rapporto
fattogli dal proprio Comandante. Ora non gli restava che chiamare il Senato
Romulano per informarli di quanto era emerso dalle indagini, ma indugiava a
farlo. Il Comandante sospirò pesantemente, sapendo che quella comunicazione non
sarebbe stata per niente facile, poi aprì il canale sub spaziale.
“Senatrice Dhael, spero di non
averla disturbata”
“Comandante Tamarith, la situazione è
tale da rendere necessario evitare i convenevoli e arrivare rapidamente al
punto. Allora, sappiamo chi è responsabile di questa crisi diplomatica o
dobbiamo proseguire i preparativi per la guerra?”
“Si Senatrice, si presume sia un nuovo
piano di stampo remano”
A quelle parole seguirono svariate altre
spiegazioni che il Comandante Tamarith diede alla senatrice. La senatrice, dal
canto suo, continuava ad ascoltare silenziosamente le parole del Comandante con
uno sguardo freddo e intellegibile, che non lasciava trasparire alcuna
emozione.
“Comprendo Comandante, quando risalirà a
bordo della Sharpfillah?”
“Molto presto senatrice. Al momento vi
sono ancora dei dubbi sulla possibilità di abbassare gli scudi, per il rischio
che vi sia un altro raider pronto a colpire, ma non appena sarà possibile
tornerò al mio posto”
“Cerchi di tornarvi quanto prima.
Informerò il Pretore e il Senato di quanto è stato scoperto: questa volta non
ci sarà compassione, i contro del mantenere un popolo così estremista alle
porte di casa supera abbondantemente i pro. E’ tutto per ora, buona serata
Comandante.”
Il Comandante Tamarith salutò la
Senatrice, mentre il canale veniva chiuso, per poi alzarsi e andare ad
osservare le stelle dai finestroni.
Falco da Guerra Remano Broadsword - Spazio Profondo
03/02/2394, Ore 21.35 - D.S. 71092.87
Il Capitano della USS Coulomb aveva
finito quella sottospecie di cena, ma
continuava a sentire fame: avrebbe voluto far notare ai suoi carcerieri che un
uomo adulto mangia decisamente molto di più che poco pane raffermo e dell’acqua,
ma la cosa non era ancora stata possibile. Era ancora perso nei suoi pensieri
quando un leggerissimo rumore catturò la sua attenzione: all’inizio pensò che
si trattasse di un delirio per la denutrizione e il buio ma poi lo risentì di
nuovo. Lentamente si spostò nel buio dirigendosi verso il rumore, fino a
raggiungere il lato del container e poggiarvi l’orecchio, e fu allora che ebbe
la certezza che qualcuno stava avvicinandosi passo dopo passo alla sua
prigione.
“Chi siete? C’è qualcuno? Fatevi
riconoscere! Esigo sapere che fine abbia fatto il mio equipaggio!”
Una voce femminile ruppe gli indugi
rispondendo al Capitano e dandogli, se ancora ve ne fosse la necessità, la
certezza che qualcuno finalmente era arrivato a parlargli.
“Capitano, la sua nave è andata
distrutta ma il suo equipaggio è ancora vivo”
“Chi siete? Che cosa volete da me e
dalla Federazione?”
“Se ci consegnassimo alla Flotta
Stellare potremmo sperare in un processo giusto?”
Il Capitano della USS Coulomb rimase
allibito dalla strana domanda e rimase in silenzio per vari istanti prima di
parlare nuovamente, riflettendo con grande attenzione ad ogni singola parola
che stava per pronunciare.
“La Federazione dei Pianeti Uniti è
stata fondata sui principi di uguaglianza, democrazia e parità: per noi
queste parole non sono vuote, ma rappresentano la nostra ragione di vita. Se vi
consegnerete alla Flotta Stellare vi saranno riconosciuti i diritti che vi sono
dovuti”
Calò un silenzio quasi imbarazzante, tanto
che il Capitano della Coulomb appoggiò per bene l’orecchio in modo da cogliere
qualsiasi rumore che provenisse dall’esterno.
“Posso avere la sua parola che quanto
avete detto corrisponde al vero?”
“Si, come Capitano posso assicurarle che
è vero. Ora mi dica, chi è lei?”
“Il mio nome è Rhian, sono la moglie del
Capitano di questo vascello. Lei rappresenta la mia unica possibilità di
restare in vita e salvare il mio popolo”
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