[Stml2] Bozza missione 00
Coral Nimosit
coral.nimosit a gmail.com
Mar 3 Lug 2018 09:16:47 CEST
Salve ciurmaglia, di seguito trovate il file completo (la bozza diciamo)
con tutti i brani di imbarco datati e ridatati in alcuni casi. Ho
modificato il brano mio e di Michele nella parte finale dando come termine
ultimo per convincere l'equipaggio quello di due settimane invece di 7
giorni, mi sembrava più ragionevole. Difficile farsi mezzo quadrante andata
e ritorno in 7 gg!! Il periodo temporale va dal 18/04/2398 del primo brano
al 01705/2398.
Se ci sono incongruenze o cmq cose da ritoccare fatemele notare.
Elenco imbarchi
1. Kuribayashi/Nimosit - [00.01] Scacco Matto al Re
2. Sev - [00.02] Ritrovo
3. Di Maria - [00.03] Imbarco dottore
4. Thevek - [00.04] Il più bel viaggio è quello che non è stato ancora fatto
5. Kuz - [00.05] Gli ostacoli del cuore
6. Oxila - [00.06] Imbarco Lan Oxila
7. Romanov - [00.07] Imbarco Aleksei
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Titolo: 00.01 "Scacco matto al Re"
Precedente: -
Autori: Riccardo / Nimosit - Michele/Kuribayashi
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*** Accademia della Flotta Stellare, San Francisco – SOL III
18/04/2398, Ore 08:00 – D.S. 75294.06 ***
Apparentemente la giornata era cominciata come tutte le altre per
Kuribayashi: sveglia al mattino presto, doccia, colazione, una veloce
scorsa ai titoli del suo ologiornale preferito e poi via verso il campus
per un briefing con i suoi assistenti prima dell’inizio delle lezioni.
Tutto come da programma, insomma … almeno fino a quando nella sala
istruttori non fece capolino un uomo in abiti civili che lui ben conosceva.
Non appena i presenti riconobbero l’uomo, si alzarono rispettosamente in
piedi e si misero sull’attenti…
“Comodi, comodi…” Li rassicurò e mentre avanzava verso Kuribayashi
tendendogli la mano aggiunse “Sono solo venuto a fare visita ad un vecchio
amico… Allora Tetsuya, come andiamo? Ce li hai cinque minuti per me?!”
Kuribayashi strinse la mano protesa dall’uomo mentre la bocca gli si
contorceva quasi impercettibilmente in una smorfia. Quindi rispose: “Per
lei, sempre, Signore.”
“Mi piacerebbe approfittare di questa bella giornata per fare una
passeggiata per il campus e far riaffiorare un po’ di ricordi della mia
gioventù da cadetto… ti dispiace?!”
“Come preferisce, Signore.” E voltandosi verso ai suoi assistenti “Tenente
Cox, cortesemente inizi lei la lezione…”
“Certo, Signore…”
Kuribayashi era certo che l’Ammiraglio Maelstrom, sebbene si fosse
presentato in abiti civili, non avesse fatto tutta quella strada per una
semplice chiacchierata tra “vecchi” amici, come l’aveva chiamata lui. E
forse era proprio il fatto che non vestisse l’uniforme a preoccuparlo
maggiormente. L’ultima volta che lo aveva visto, era stato nel Quartier
Generale della Flotta Stellare, dietro la scrivania del suo ufficio … lo
aveva convocato per informarlo che, contrariamente a quanto avevano dato a
credere al resto dell’equipaggio, la Novalis non si accingeva ad essere
sottoposta a refit, ma sarebbe andata in disarmo e che la Flotta aveva
deciso di dargli la libertà di scegliersi una nuova assegnazione, perché
nei piani degli “alti papaveri” in quel momento non c’era in programma una
Novalis-A e non c’erano ruoli di comando vacanti. Non essendo nella sua
natura sgomitare per prendere il posto di qualcun altro, aveva optato per
un ruolo da istruttore all’Accademia.
Era certo che quella chiacchierata informale si sarebbe presto trasformata
in una richiesta … e tanto più era informale, tanto più avrebbe nascosto
delle insidie o delle richieste scomode. Non gli rimaneva che scoprire il
gioco di Maelstrom.
*** Point Ponita Pub, San Francisco – SOL III
25/04/2398, Ore 19:00 – D.S. 75314.5 ***
Il sole stava per cominciare a tramontare sulla west coast, inondando di
splendidi colori rossastri tutti gli edifici di San Francisco, in
lontananza.
Il Point Bonita Pub era il posto ideale per godersi quell'ora del giorno.
Costruito ormai centinaia d'anni prima alla base del faro di Point Bonita
era il punto più a sud dell'area protetta che si trovava alle sue spalle, a
nord di San Francisco, oltre il Golden Gate.
Il capitano Kuribayashi stava percorrendo lo stretto sentiero sul crinale
da qualche minuto ormai ed era in vista del faro. Sperava di aver fortuna
ed incontrare il suo uomo proprio lì. Come prima cosa passò dal bancone del
pub e ordinò una tazza di tè senza zucchero, poi si diresse verso il patio
esterno a strapiombo sull'oceano. Il tavolo giù in fondo alla fila era
occupato, e lui, abbozzando un mezzo sorriso, vi si diresse.
"Posso?" Chiese gentilmente.
L'altro distolse lo sguardo sognante dall'oceano e trasalì.
"Capitano!" - Scattò sull'attenti con ancora in mano una mezza pinta di
birra. - "Ma certo, si sieda, prego."
"Riposo, numero uno." E prese posto sulla sedia accanto a Nimosit, il quale
continuava a fissarlo piuttosto incredulo. Il fatto che Kuribayashi gli
stesse dando del "lei" era sintomo che c'era sotto qualcosa; un po’ come
quando da bambino sua madre invece di chiamarlo Cory, come faceva sempre
bonariamente, usava un più ufficiale Coral!
"Come ha fatto a trovarmi fin qui, signore." Chiese curioso il primo
ufficiale.
"Non smaschero mai le mie fonti, comandante. Ha gusto, non c'è che dire."
Rispose sorseggiando un po’ di tè.
"Già, mi aiuta a rilassarmi e a pensare con maggiore chiarezza."
Passarono alcuni minuti in silenzio, ascoltando i gabbiani ed osservando i
giochi di luce sull'acqua sottostante.
"So cosa si sta chiedendo. C'è un motivo per cui sono qui."
"La ascolto."
"Se le dicessi che ho una nuova nave. Nuova di zecca che aspetta solo che
qualcuno ne punti la prua verso le stelle?" Nimosit trangugiò un po’ di
birra fresca.
"E chi sarebbe quel qualcuno? Se non sono indiscreto..."
"Io." Fu la risposta asciutta di Kuribayashi.
"Nessuno può governare una nave tutto da solo."
"Infatti...comandante."
Nimosit avvertì per la prima volta da molto tempo un lieve brivido
risalirgli velocemente la schiena. Si sentiva un po’ come un re sulla
scacchiera, con la regina nemica lì ad un passo, pronta a dichiarare lo
scacco matto.
"E questo cosa avrebbe a che fare con me?" Le sue ultime mosse...
"Niente. Per adesso. Speravo solo che potesse valutare l'opzione di
lasciare la vita accademica per ritornare a casa sua. Sul ponte di una nave
della Flotta."
"La mia vita mi piace."
"Non lo metto in dubbio. Sveglia alla solita ora, colazione, passeggiata
sul campus, un saluto ai colleghi, due chiacchiere con loro e poi via verso
alcune ore di lezione. Nel pomeriggio correzione dei lavori degli studenti,
riunioni coi colleghi. Cena. Ed il ciclo ricomincia."
"Detta così sembra più noiosa di quello che è." Il capitano stava cercando
di minare le sue certezze, un classico.
"Sbaglio di molto?" Nimosit si prese alcuni minuti.
"Così, solo per curiosità...che classe di nave sarebbe?" Kuribayashi
sogghignò impercettibilmente.
"Potrà scoprirlo da solo, tra due settimane a partire da adesso. Molo 12,
ci sarà una navetta ad attendere me e gli ufficiali."
"Mi faccia capire una cosa...io sono il primo a cui sta chiedendo di
imbarcarsi o ha già fatto altri tentativi?"
"E' o non è il Primo Ufficiale." - Nimosit si maledì, stava lentamente
cominciando a capire dove l'altro volesse andare a parare. E non gli
piaceva. - "Facciamo così, se lei accetta la mia offerta le lascerò la
parte facile del lavoro."
"Eeeee...quale sarebbe?"
"Io mi occuperò di rintracciare ed imbarcare Oxila, Di Maria e Romanov, a
lei il compito di convincere solo Sev, Kuz e Thevek."
A Nimosit andò di traverso il sorso di birra che stava per bere e gli ci
vollero almeno 5 minuti per riprendersi dall'attacco di tosse che ne derivò.
"Solo?" Riuscì a dire con voce strozzata.
"Suvvia, non dovrebbe essere troppo difficile per lei, in fondo. Sev è suo
amico."
"Si, ma..."
"E anche il comandante Thevek, mi risulta." Lo stava canzonando
spudoratamente.
"Si, tuttavia..."
"Visto? Più facile del previsto."
Il primo ufficiale squadrò il suo superiore mentre questi finiva di
sorseggiare beatamente il proprio tè. Vero, Sev era suo amico. Possibilità
di convincimento, qualora decidesse mai di imbarcarsi in questa nuova
avventura, 70%. Comandante Denay Kuz…un onorevole 50%, non di più. E poi
c'era Dwalla, un 20% scarso, ammise a sé stesso.
Kuribayashi si alzò lentamente dalla sedia e sembrava sul punto di
andarsene.
"Perché mai dovrei accettare la sua offerta al buio capitano?"
"Non lo chieda a me, Numero Uno. Lo chieda a sé stesso." - Voltò le spalle
al suo primo ufficiale e si incamminò. - "Due settimane, molo 12." E se ne
andò, lasciando Nimosit decisamente più inquieto di quando si era seduto
lassù.
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Titolo: 00.02 "Ritrovo"
Precedente: 00.01 "Scacco matto al RE"
Autori: Federico/Sev
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22/04/2398 Ore 10.34 – Colline di Dahkur, Provincia Dahkur – Bajor
Il sole era appena sorto e i cinque membri della squada alfa stavano
cercando, senza l’utilizzo dei tricorder, di rintracciare la squadra beta.
“È inutile…non li troveremo mai.” SI lamentò Freron, un giovane cadetto
Ferengi
“Mai dire mai, cadetto! Tutti fanno errori prima o poi.” Ribatté Aaho Riyo,
sergente dei marines e al comando della squadra alfa.
“Però è vero che il comandante è cresciuto in queste zone combattendo la
resistenza, no?” Si intromise Jessica Brown, un’altra cadetta.
“Si, ma non ammetto pensieri negativi nella mia squadra. Ricordate le
lezioni che vi abbiamo impartito e non avrete problemi.” Guardò i due
cadetti e poi si rivolse verso l’altro marine della squadra, un inusuale
vulcaniano molto alto e imponente, al rientro da una breve esplorazione
assieme ad un altro cadetto. “T’Kus, tracce?”
“Nessuna, signore. La cadetta Brown ha ragione, il Comandante conosce la
zona e svariati trucchi.”
“Si, ma che io sia dannata se lo lascerò vincere così facilmente…” Rispose
Riyo. “Ok, formazione a rombo, procediamo un passo alla volta. T’Kus,
davanti, Freron, fianco destro, Syshia fianco sinistro, Brown nel centro e
io nelle retrovie. Muoversi!”
22/04/2398 Stesso momento – Colline di Dahkur, Provincia Dahkur – Bajor –
Su una collina lì vicino stesso momento
“Aveva ragione, signore, formazione a rombo.” Sussurrò un giovane umano dai
capelli biondi osservando il gruppetto attraverso un cespuglio.
“Si, ma non sempre si è fortunati da conoscere il proprio avversario,
cadetto. Torniamo indietro.” Replicò Sev sempre sottovoce.
Dopo qualche momento si erano riuniti agli altri tre membri della piccola
squadra.
“Sergente, tra non molto arriveranno qui vicino e verremo scoperti. Cosa
vogliamo fare, spostarci o nasconderci?” Chiese Sev al sergente dei marine
della squadra.
“Ne abbiamo già parlato, e sembra che nasconderci non sia una gran scelta,
quel dannato vulcaniano è molto scaltro nel cercare le tracce. Direi di
muoverci.”
“Concordo. Partiamo tra due minuti.”
Tutti fecero un cenno di assenso e si caricarono sulle spalle gli zaini.
Stavano per partire quando una voce alle loro spalle li fermò.
“Sei difficile da trovare, lo sai?”
Sev senza voltarsi replicò.
“Forse perché non voglio farmi trovare, che ne dici?”
“Però sei qui a fare campeggio…”
Sev si voltò. Il suo sguardo era serio. Gli altri membri della squadra non
sapevano cosa stesse succedendo e da dove fosse spuntato l’uomo che stava
parlando a Sev.
“Campeggio? Stai interferendo in una simulazione importante.” Disse il
bajoriano avvicinandosi all’uomo arrivando a poco più di un palmo che non
si scompose e replicò.
“Sei tu che hai detto di venirti a trovare su Bajor…”
“…si due anni fa…”
I cadetti e i due marines guardavano la scena quasi a bocca aperta non
sapendo bene cosa fare.
Dopo qualche secondo di sguardi truci i due scoppiarono a ridere e
abbracciarono. Lasciando gli altri ancora più stupiti.
“Vecchio marinaio d’acqua dolce!! Che ci fai qui??” Chiese Sev
“Cercavo te…e ci ho messo un bel po’ a trovarti…anche i sensori della
navetta facevano fatica…”
“Sono queste colline…dev’esserci una concentrazione di un qualche minerale
che interferisce in qualche modo coi sensori…forse è per questo che siamo
durati tanto durante l’occupazione…”
“Probabile, se non ti conoscessi così bene non ti avrei trovato.”
Sev si girò verso i cadetti e i marines e indicando l’uomo disse:
“Gente, questo è il Comandante Coral Nimosit, Primo Ufficiale ai tempi
della Novalis.”
“Un piacere signore” replicarono mettendosi sull’attenti.
Un attimo prima che Nimosit replicasse una voce si intromise.
“Piacere anche per noi.”
Tutti si girarono e videro il sergente Riyo. La sua squadra era arrivata
durante l’incontro di Sev e Nimosit.
“Maddai…mi hai fatto perdere!” Brontolò Sev rivolto a Coral, ed entrambi
risero. “Ma che ci sei venuto a fare qui?”
“Ti devo parlare.”
“Ok.” Sev si rivolse a Riyo “Sergente prenda il comando per il debrief, ci
aggiorniamo più tardi agli alloggi…direi dopo pranzo.”
La marines fece un cenno di consenso e si riunì con il resto dei cadetti.
“Hai detto che hai una navetta, giusto? Prendiamola, sono 20 km per
arrivare a casa mia.” Disse il bajoriano con un gran sorriso.
22204/2398 ore 13.37 – Provincia Dahkur – Bajor
Durante la permanenza su Bajor Sev e moglie alloggiavano in una piccola
depandance nella proprietà dei genitori di Nathel.
La depandance era modesta, prima dell’acquisto della proprietà era dedicata
ai braccianti, poi fu ristrutturata per ottenere una sala, un piccolo
cucinotto e una camera da letto. Modesta ma accogliente, in pieno stile
Bajoriano.
Sev aveva convinto (grazie a sua moglie) Nimosit a fermarsi a mangiare, e
stavano chiacchierando amichevolmente come altre volte avevano fatto a
bordo della Novalis.
Verso la fine del pasto Sev ripropose un brindisi ai vecchi compagni e alla
vecchia nave.
“Ma quindi la Novalis diventa un museo…?”
“Non è ancora chiaro, Nat, ma credo di si…”
“Dai, mi sembra una cosa buona…e poi chissà che un giorno non torni ad
essere utile…”
“Chissà, oramai abbiamo capito che di impossibile non c’è nulla…”
Svuotarono i bicchieri e rimasero in silenzio per un po’.
Ryanis li guardò entrambi e alzandosi interruppe il silenzio. “Vi lascio
soli, così potrai chiedergli ciò per cui sei venuto, Coral.”
L’umano sorrise e annuì. ”Immagino che non servano poteri betaoziodi per
capirlo, eh?”
“No, direi proprio di no, Cor, ci sono arrivato anche io…” rispose Sev
facendo ridere tutti.
“In realtà, Ryanis, puoi rimanere anche tu, in fin dei conti riguarda anche
te…”
“Dai, tienila corta e dimmi in quale assurda avventura vuoi trascinarmi…”
Nimosit sospirò e iniziò.
“Dal comando hanno affidato una nuova nave a Kuribayashi, e lui ha scelto
me come primo ufficiale. E pensava di mettere insieme il vecchio gruppo. La
missione della nave sarebb…” non fece in tempo a terminare che Sev lo
interruppe.
“Ok, ci sto. Quando e dove ci imbarchiamo?”
“Ma…non ti ho ancora detto la missione della nave…”
“E sai quanto me ne importa? Verrei all’inferno con te, se poi ci metti il
resto del gruppo…”
“E i tuoi corsi…?”
“Pff…troveranno altri insegnanti!”
Nimosit era stupito “E tu Ryanis…?”
“Figurati se posso dirgli di no…se anche lo convincessi a non partire me lo
dovrei tenere con il muso per anni…no no, veniamo a bordo.”
“Ok…cavolo…il Capitano aveva previsto che sarebbe stata facile con te, ma
così è troppo facile…”
I tre alzarono nuovamente i bicchieri tra le risate.
“Allora, di nuovo sulla breccia insieme eh? Alla…ehi, come si chiama la
nave?”
“Vancouver, come un antico esploratore terrestre del diciottesimo secolo.”
“Alla Vancouver, allora!”
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Titolo: 00.03 "Imbarco dottore"
Precedente: 00.02 "Ritrovo"
Autori: Otello/Di Maria
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Capitol City, Istituto per le scienze, centro scientifico Bajoriano –
22/04/2398 ore 13,00
Riprendere le abitudini fuori dalla Novalis per il dottore non era stato
facile. Ma l’idea di passare più tempo con la moglie Laren gli stava
iniziando a piacere. I due andavano molto d’accordo, bastava loro uno
sguardo per capirsi. Si erano conosciuti su Bajor appena finito
l’accademia, lei Bajoriana medico ricercatrice fisioterapista lui giovane
medico della flotta stellare con specializzazione in traumatologia.
La vita matrimoniale con Laren non era male, certo il dottore aveva
accettato di cambiare religione per l’amore di lei e abitare in un mondo
diverso dal suo, ma nel complesso gli piaceva.
Una voce interruppe i pensieri di otello che attendeva la moglie per andare
a pranzo.
“Otello” si senti’ chiamare il Dottore. Era la Moglie Laren che aveva
appena finito di lavorare.
“ Andiamo a pranzo? Ho molta fame.” gli disse con un sorriso sulla faccia.
“ Sinceramente avevo pensato a qualcosa di più tranquillo.” ribattè lui.
“ Dai, hanno aperto un nuovo locale qui vicino voglio andarci con te.”
replicò Laren con un sorriso ancora più smagliante.
Non riusciva a dirle no davanti al quel bellissimo sorriso. Cercava di
accontentarla il più possibile in quanto sapeva che da un giorno all’altro
lo avrebbero potuto chiamare per una nuova missione. Anche se a volte
passavano mesi.
“ Ok va bene non riesco a vederti con il muso!” gli rispose mentre le
accarezzava il viso dolcemente.
Ristorante terrestre-bajoriano – venti minuti dopo
“ Ecco siamo arrivati” sorrise lei.
Il posto era carino. I proprietari marito e moglie lui bajoriano e lei
terrestre avevano deciso di aprire un locale alternativo.
“Bello” rispose il dottore
Seduti al tavolo iniziarono ad ordinare un aperitivo caldo misto terrestre
– bajoriano ,del tè con un pacco di sfogliatine, un hasperat come primo e
del foraiga fresco come secondo accompagnato da un ottimo vino locale.
Finirono il tutto con un dessert al cioccolato.
“ Mi hanno convocato al Comando della Flotta Stellare.” Annunciò alla fine
Otello scrutando Laren negli occhi.
“ E cosa vogliono.” ribatte subito Lei rattristendosi.
“ Non lo so per ora è solo una convocazione.” rispose lui.
“ E questo cosa significa, che devi partire nuovamente.” incalzò lei.
“ Non so che dirti. “ rispose il marito con voce triste.
“ A che ora domani devi stare al comando.”
“ Alle 9 mi devo presentare e li mi diranno da chi devo andare.”
L’intera giornata trascorse come se non fosse successo nulla, si
divertirono in giro per la città.
23/04/2398 ORE 9 – UFFICIO DELEGAZIONE COMANDO FLOTTA STELLARE SU BAJOR
Otello, come gli era stato ordinato, si presentò puntuale al Comando di
Flotta a Capitol city.
All’ingresso si fece autorizzare ad entrare e si diresse verso la reception.
Il guardiamarina lo salutò con il saluto militare e chiese il motivo della
visita.
“ Sono il dott. Di Maria mi hanno convocato per le 9,00.” parlò con voce
secca ed autoritaria.
Il guardiamarina controllò sul computer.
”Signore l’attendono al 4° piano ufficio 2 desidera essere accompagnato? “
“No grazie guardiamarina, conosco la strada.”
Il dottor Di Maria conosceva bene quegli ambienti, ci aveva vissuto per più
due anni durante la specializzazione.
Prese il primo corridoio a destra e poi l’ascensore che lo condusse al 4
piano. Qui un’altra reception e un soldato lo fermò nuovamente.
“ Dove è diretto signore?”
Ma prima che il dottore potesse rispondere una voce dietro di lui che
sembrava di conoscere lo stoppò.
"Il dottore è con me, grazie soldato”
Otello voltandosi e con sorpresa vide il suo capitano Kuribayashi.
“ Signore che piacevole sorpresa, che ci fa su Bajor?"
“ La cercavo dottore, venga nel mio ufficio temporaneo cosi ne parliamo.”
ribadi il capitano con tono amichevole.
QUALCHE MINUTO DOPO – UFFICIO 2
“Allora Dottore come sta?” Esordì a parlare il comandante.
Era evidente che il capitano non si era preso la briga di fare tutta quella
strada solo per una visita di cortesia. Sembrava qualcosa di ufficiale!
Riflettè Otello.
“Si chiederà il motivo della mia visita, purtroppo non è di cortesia ma ho
bisogno della sua presenza sulla USS Vancouver come ufficiale Medico capo”
Appunto.
Otello rimase un attimo in silenzio
“ Non è contento dottore? E' un ottima opportunità. “ incalzò il comandante.
“ Si signore, certo.” balbettò il dottore. Non si aspettava una notizia
così rapida e senza giri di parole.
“ Tuttavia non la vedo convinto.” Fece con tono più pacato.
“ Sono contento signore, ma sinceramente non mi aspettavo di tornare così
presto su una nave della Flotta.” - Fece una pausa cercando di riflettere
in fretta. - ”Comunque accetto, anche perché da quello che ho capito non
accetterebbe un no come risposta.” - Replicò sorridendo il dottore -
"Quando devo imbarcarmi signore?”
“Hai tutto il tempo per salutare la signora Di Maria, a breve ti invierò
tutti i dettagli.” rispose il capitano soddisfatto.
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Titolo: 00.04 "Il più bel viaggio è quello che non è stato ancora fatto"
Precedente: 00.03 "Imbarco dottore"
Autori: Silvia/Thevek
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*** Orbita SOL III – Attracco Spaziale Terrestre – Cupola di Comando –
Ufficio del Comandante
25/04/2398, Ore 07:59 – D.S. 75313.24 ***
Lo spettacolo che si poteva ammirare dal ponte di comando della Stazione
era ogni volta da lasciare senza fiato. Il ponte di comando si trovava
infatti al vertice della cupola e dalle vetrate a 360° si potevano ammirare
tutti i ponti di attracco e i le passerelle, i ponti commerciali e dedicati
ai divertimenti che si trovavano sotto. Tutto il brulicare di vita della
stazione era sotto di loro. Spettacolo parimenti memorabile era quello che
poteva mirare sulla parte esterna della struttura dove si trovavano uffici,
laboratori, appartamenti e i sistemi tecnici e tattici, e che avevano ogni
4 ore un’alba e lo spettacolo della Terra bellissima e blu che placidamente
ruotava sotto di loro. Un piccolo mondo, una città fatta di arrivi e
partenze, di commercio e scambio culturale, di abbracci amorevoli e di
strette di mano formali. Tutto doveva funzionare al meglio, ma nonostante
le promesse della Federazione e della Flotta Stellare, la realtà era che i
migliori ufficiali e marinai volevano stare sulle navi e non sulle basi
stellari. Così restavano solo quelli che volevano una vita comoda, piena di
piaceri e di licenze a terra, quelli che non erano mai assegnati ad alcuna
nave perché i danni che potevano fare erano sempre contenibili su una base
e invece potevano risultare letali su una nave. A questo stava pensando,
guardando dalle finestre del suo ufficio, il Comandante Baroni, un uomo
energico e brillante, seppur amante delle comodità considerati i suoi 61
anni, che aveva il comando della stazione da più di 20 anni e aveva
personalmente guidato i lavori di refit che si erano resi necessari dal
danneggiamento subito dall’ultimo attacco dei Borg e aveva sempre cercato
di tirare fuori il meglio dai suoi uomini, che pure avevano notevoli
lacune. Il suo ufficiale alla sicurezza, Il Tenente Gruber, gestiva
perfettamente le situazioni difficili sulla stazione che potevano crearsi
quando equipaggi diversi si incontravano, ma era allo stesso tempo una
persona assillante e ossessiva con le sue continue richieste per
miglioramenti difensivi e tattici che a detta di tutti gli analisti tattici
della Flotta Stellare non erano necessari. Il suo capo operazioni era il
Tenente Drué, era invece molto precisa nel suo lavoro, ma di natura molto
schiva, quasi asociale e non legava con nessuno, tanto da non avere nemmeno
l’alloggio sulla stazione, ma tornava tutte le sere a dormire sulla Terra.
Infine sia il suo ingegnere che il suo ufficiale medico erano al momento
due giovani Guardiamarina appena usciti dall’Accademia. Non che fossero
necessarie squadre tecniche superspecializzate, visto che bastava una buona
e regolare manutenzione, o che fossero necessarie cure specialistiche vista
la vicinanza con le strutture sanitarie della Flotta sulla Terra. Tutti gli
altri marinai e sottufficiali, circa una quarantina, erano persone dello
stesso tenore, bravi, ma non brillanti e tutti bene o male soddisfatti
della vita che facevano. Negli oltre vent’anni di comando, la stazione
aveva fatto il suo lavoro con diligente metodicità e ordinaria mediocrità.
Quello che Baroni non si sarebbe mai aspettato invece era stata
l’assegnazione di un ufficiale di coordinamento e consigliere che aveva un
ruolino di servizio da nave ammiraglia. Da quando aveva posato gli occhi
sul Tenente Comandante Thevek, oltre a notarne la bellezza, si era chiesto
quanto quel miracolo si sarebbe fermato sulla sua stazione. Con il lavoro
del comandante Thevek, Baroni era riuscito finalmente ad avere la base
spaziale che aveva sempre sognato, in cui ogni cosa procedeva al ritmo del
cronometro. I suoi ufficiali avevano mostrato miglioramenti e ogni cosa era
filata liscia come mai prima. Ogni giorno negli ultimi 21 mesi aveva
ringraziato la buona stella che gli aveva mandato Dwalla, e ogni giorno si
era chiesto se quello sarebbe stato l’ultimo.
Nascondi testo citato
*** Orbita SOL III – Attracco Spaziale Terrestre –Ring
25/04/2398, Ore 19:34 – D.S. 75314.56 ***
Dwalla stava camminando con passo deciso lungo il cosiddetto Ring, la
passeggiata principale della stazione, con gli occhi fissi su un padd sul
quale stava compilando diverse modifiche. I presenti sulla passeggiata non
facevano altro che cederle il passo mentre avanzava con i capelli mossi che
ondeggiavano di qua e di là ad ogni passo. L’ultimo incarico del suo turno
e ancora una volta doveva coprire le inefficienze del sottocapo Lazie,
l’unico membro dello staff della stazione totalmente refrattario ai pochi,
ma significativi cambiamenti che aveva chiesto e ottenuto dal Comandante
Baroni. Era sempre stata abbastanza contraria ai richiami, cercando sempre
la soluzione giusta al problema, ma in questo caso l’unica soluzione era
trovare un nuovo impiego al sottocapo, possibilmente su un’altra stazione.
continuando a leggere il padd si accorse solo troppo tardi di una figura
sulla sua strada. Si scontrarono e la mano di lui la tenne stretta per
evitare di farla cadere e come sempre il flusso di pensieri la travolse in
uno schema mentale a lei familiare
*sei sempre bellissima*
“Grazie Comandante Nimosit, anche se non è vero… ma mi hai vista bene?”
disse lei finalmente portando gli occhi sul viso dell’uomo
“scherzi! Sei in formissima!”
“non male per una settantaquattrenne, vero?”
“in termini umani vuol dire meno di 40 e portati bene”
“Troppo galante… che fai qui, sei in partenza con la Montale?”
“No, no…in effetti sono qui per te”
“Per me?”
“Sì, possiamo trovare un posto per parlare?”
“Devo portare questo padd sul ponte 21 e poi ho finito il turno. Andiamo a
cena sul Ring? O vuoi scendere sulla Terra? C’è un favoloso ristorante dove
potrei portarti”
“Allora portamici, ti aspetto in sala teletrasporto 4?”
“Devo cambiarmi prima, ti raggiungo dopo sul Ring dal turbolift 1”
“Allora a dopo”
*** SOL III – Italia – Liguria – San Fruttuoso di Camogli
25/04/2398, Ore 23:00 – D.S. 75314.95 ***
Nemmeno la bellezza del ristorantino sul mare davanti all’abazia medievale
illuminata da luci bianche, o le stelle che si specchiavano scintillando
sul mare blu del piccolo golfo riuscivano a distrarre Coral dalla visione
di Dwalla, la quale aveva lasciato la sobria divisa della Flotta per un
molto più elegante e sexy abito da sera. Con le spalline sottili e la gonna
a sirena, le fasciava il corpo in modo perfetto e il tessuto nero
leggermente trasparente era fittamente rifinito con pizzi neri a forma di
rami in fiore che coprivano tatticamente in modo che nessuno potesse dire
che fosse praticamente nuda. Aveva raccolto i capelli in uno chignon e
sfoggiava due grandi orecchini a cerchio di oro bianco. Le spalle nude
erano però coperte dal fresco serale primaverile da uno scialle anch’esso
nero. In un posto così bello e con la compagnia giusta, la cena a base di
pesce e la bottiglia di vino avevano solo fatto il resto e la serata si era
svolta perfettamente. Avevano riso e chiacchierato, raccontandosi
reciprocamente aneddoti e si stavano gustando l’ultimo bicchiere
“Com’è che non lo facciamo più spesso?” disse Dwalla “non è che lavoriamo a
migliaia di anni luce l’uno dall’altra”
“Lo sai… tu hai le tue preoccupazioni. Io le mie e poi…” Coral lasciò
cadere il discorso. Entrambi sapevano il perché, tra loro c’era feeling,
c’era attrazione, ma un rapporto più intenso avrebbe messo a rischio una
bellissima amicizia che nessuno dei due aveva voglia di perdere e così, pur
sentendosi spesso non si vedevano con uguale frequenza.
“Lo so… come so che vorresti dirmi qualcosa, ma che non sai come fare”
disse lei con una scelta di tempi capace di lasciare un silenzio allo
stesso significativo, ma non imbarazzante.
“difficile nasconderti qualcosa eh?”
“Ormai dovresti saperlo. Dai dillo, prima che lo dica io”
“Kuribayashi ha il comando di una nuova nave e mi ha chiesto di radunare
gli ufficiali superiori della Novalis”
“non era difficile” disse lei sorridendo
“No è difficile perché so che tu molto probabilmente mi dirai di no” disse
Coral
“vero anche questo”
“e non c’è niente che possa fare per farti cambiare idea?”
“non direi, per quanto sarebbe bello venire con voi, devo dire che la mia
esperienza all’Attracco Spaziale è bellissima. Ogni giorno affronto nuove
sfide, conosco nuove persone e ho nuovi stimoli e cosa più importante non
metto in pericolo di vita nessuno. Quando ho chiesto quell’assegnazione ci
ho pensato moltissimo e il comando di Flotta mi ci ha mandato con
riluttanza, con tutte le navi su cui avrebbero voluto mettermi. Ma non me
la sento. Sono un medico della testa e quando ho dovuto sostituire un vero
medico ho perso 17 persone” disse lei appoggiandosi allo schienale e
spostando lo sguardo sul mare
“non è stata colpa tua” rispose Coral poggiandole una mano sul ginocchio
“Non dirmi che non è stata colpa mia. Posso dirmi di aver fatto il massimo
e posso anche accettare quello che è stato, ma so che un vero medico con
più esperienza sul campo di me ne avrebbe persi di meno. Almeno
sull’Attracco Spaziale non è richiesto il mio contributo di medico, ma solo
di psicologa e diplomatica cose su cui posso veramente dire la mia”
“lo sapevo, ma dovevo comunque dirtelo…”
“e noi ci siamo passati una bella serata”
“infatti… dai cambiamo argomento. Hai più visto Nathan?”
“Sì, viene il mercoledì per il poker e vado da lui la domenica a pranzo”
“Sta ancora con… Amelie?”
“No… una nuova… Fumiko… lo fa mangiare con le bacchette”
Si guardarono e scoppiarono a ridere continuando a conversare come se nulla
fosse stato.
*** Orbita SOL III – Attracco Spaziale Terrestre – Cupola di Comando –
Ufficio del Comandante
26/04/2398, Ore 10:32 – D.S. 75316.27 ***
Dwalla entrò nell’ufficio del suo superiore guardandosi intorno, sorpresa
di non vederlo alla scrivania.
“Mi ha fatta chiamare, Comandante?” disse vedendolo seduto su uno dei
divanetti al centro della stanza
“Sì, comandante. Si accomodi”
Dwalla si sedette di fronte a Baroni in attesa. Baroni stava guardano un
punto indefinito oltre le vetrate
“Lo sa quante navi partono o arrivano ogni giorno?”
“in media tremila, contando le navette”
“Esatto, due ogni minuto. Contando solo le navi di taglia medio grande si
scende a 1 ogni 5 minuti e lei non mi crederà, ma io vorrei essere su
ognuna di quelle navi. non dico di non essere contento di avere questo
comando. È un lavoro comodo che cerco di fare nel migliore dei modi, ma
l’avrà notato anche lei, quelli bravi… quelli bravi per davvero non
finiscono sulle basi stellari, almeno non quelle tatticamente irrilevanti”
“Non credo che l’Attracco Spaziale sia tatticamente irrilevante” disse
Dwalla sorpresa
“e invece lo è, è solo una delle 47 stazioni, tra cantieri e altre basi,
del sistema solare. Importante, ma non è unica. Come la nostra base ne
hanno costruite 74”
“Mi spiace, Comandante non capisco dove vuole arrivare”
“Ho saputo che dopodomani sarà varata una nuova nave dai cantieri di Utopia
Planitia, la USS Vancouver al comando del Capitano Kuribayashi. E dopo aver
controllato sui registri della stazione ho scoperto che il Comandante
Nimosit è venuto a trovarla ieri sera. Mi aspettavo una lettera di
richiesta di trasferimento questa mattina e non l’ho trovata”
“Si aspettava che partissi?”
“Mi aspetto che parta dal primo giorno che è arrivata qui. Lei è troppo
brava per stare su una base stellare. Il suo futuro è nello spazio”
“Mi trovo bene qui”
“Esattamente, qui non potrà mai stare meglio di “bene”… dovrebbe puntare al
meglio. Mi sono chiesto per ogni giorno il motivo per cui abbia scelto la
mia base. Di solito i motivi sono voler mantenere una vicinanza a casa o a
familiari, ma se mi permette… lei non ha una casa sulla Terra. Le abbiamo
dato un ottimo alloggio, ma lo stesso alloggio lo poteva avere da qualsiasi
altra parte. Quindi ho escluso questi motivi. Sarebbe potuta anche tornare
a insegnare all’Accademia, una vita anche più tranquilla di quella che
passa qui ma non l’ha chiesto. Quindi sono giunto a una teoria: lei non
cerca una vita tranquilla, ma pur bramando l’avventura lei abbia paura di
scoprire il lato negativo. Mi perdonerà, ma il suo ruolino è pubblico e
quindi so che ha perso molte persone care, ma stare qui al sicuro non mette
al sicuro le altre. Io non ho altro che questa base, ma lei può avere molto
di più”
“Dice che dovrei andare?”
“Dico di sì e lo dico contro il mio stesso interesse. Ci mancherà qui.
Davvero”
Dwalla lo guardò pensierosa
“Ha ragione… sono ancora in tempo per presentare quella domanda di
trasferimento?” disse infine
“la vada a preparare” disse Baroni sorridendo “sarò contento di
firmargliela”
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Titolo: 00.05 "Gli ostacoli del cuore"
Precedente: 00.04 "Il più bel viaggio è quello che non è stato ancora fatto"
Autori: Ilenia/Kuz
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- flashback -
Sol III - San Francisco
Residence Fairmont (Stanza 3.26)
D.T 24/11/2397 Ore 06:37 - D.S.
L’odore di quell’acqua di colonia che continuava piacevolmente a
persistere, la sensazione di calore che percepiva nell’essere distesa sul
petto scoperto del compagno.. la strana e inspiegabile percezione che
qualunque cosa potesse succedere da quel giorno in poi, nulla avrebbe mai
potuto allontanarla da quelle forti braccia che le cingevano i fianchi.. la
convinzione che a prescindere del luogo fisico in cui si trovava, era a
casa; Denay si risvegliò lentamente ancora abbracciata a Lan e sorrise
dolcemente al giovane che la stava guardando.
“Giorno..” la bocca leggermente impastata dal sonno “Che stai facendo?”
“Guardo il mio amore mentre dorme” rispose tranquillamente Lan iniziando ad
accarezzare lentamente il viso della trill “E’ tanto strano?”
“Beh, un po’.. non voglio immaginare quale sia il mio stato attualmente”
“Per me sei uno splendore.. potresti gettarti nel fango e vestirti con un
sacco dell’immondizia e ancora saresti uno spettacolo ai miei occhi”
“Buttarmi nel fango?” lo sguardo perplesso di Denay fece scoppiare a ridere
Lan
“Suvvia, è mattino.. ci siamo da poco svegliati” Lan sorrise alla donna “E’
stata la prima cosa che mi è venuta in mente, ma rende l’idea.. no?”
Denay annuì ridacchiando “Si, diciamo che rende l’idea..” si stiracchiò con
calma per poi osservare la sveglia “Cosa hai in programma per oggi?”
Lan la osservò sorridendo “Esercitazione pratica per il corso in tattica e
infiltrazione, così vedremo se ho ragione di credere che il nostro
istruttore si stia leggermente sopravvalutando.. o se ha ragione lui e
tutti stiamo sottovalutando le sue capacità, ma sono più propenso a
ritenere sia corretta la prima versione” si allungò baciando la compagna “E
tu?”
“Oh.. nulla di eccezionale” rispose serafica Denay “Violerò solamente il
sistema informatico del Comando di Flotta”
Lan spalancò gli occhi osservandola “Eh?” poi scosse il capo “Non so perchè
ma non mi sembra una buona idea, sai? Di solito non la prendono bene quando
qualcuno viola un sistema informatico di una simile importanza..”
Denay ridacchiò divertita “Si tratta di una esercitazione, tentare di
violare un sistema virtualmente inviolabile è utile a noi per confrontarci
con problemi quasi impossibili e al Comando per migliorare i sistemi di
controllo e protezioni delle proprie reti.. due piccioni con una fava”
“Si, ma si tratta di un sistema inviolabile.. ci hanno lavorato le menti
più eccelse, come pensi di penetrarlo?”
“Come ci insegnano i batteri.. nessun organismo è inviolabile, basta
trovare il miglior modo per colonizzarlo e moltiplicarsi perché poi il
resto viene da sè” Denay sorrise divertita “Ed io ho già una mezza idea di
cosa fare”
Lan ridacchiò divertito “Mm.. male che vada ti porterò le arance in
carcere”
“Grazie amore..” Denay si strinse un po’ al corpo del giovane “Sai, mi
chiedevo.. cosa faremo dopo?”
“In che senso, dopo quando?”
“Dopo questi corsi.. abbiamo ricevuto delle proposte per imbarcarci su
delle nuove navi.. l’ultima della serie per me era la USS Krypton..”
“La nave natale di Superman!” annuì con grande convinzione Lan “Me la
ricordo.. perfettamente!”
“Il dottor Nathaniel Krypton è stato uno dei più valenti scienziati
terrestri del ventiduesimo secolo! Ti posso garantire che la sua ricerca
sulle interazioni fra le radiazioni solari e la materia vivente era
estremamente interessante..”
“Beh, si.. ovvio” Lan annuì con espressione convinta “Chi meglio di un
kryptoniano può spiegare al mondo la forza che gli da il sole?”
Denay sbuffò osservandolo “Non capisco questa tua fissazione di voler
legare quella nave ad un fumetto.. si tratta di un’ottima nave scientifica”
“Tesoro, se non avessero voluto che pensassimo a Superman perchè chiamare
la nave Krypton e affidarla al Capitano Kent? Andiamo! Io me lo vedo.. un
uomo forte e potente nel bel mezzo della plancia, con il suo bel mantello
svolazzante che…”
“E’ una donna…” Denay inclinò il capo “Il Capitano Kent è una donna…”
Lan spalancò gli occhi “No! Davvero? Quindi Superman in realtà era una
lei?” scosse il capo con espressione fintamente sofferente “Mi è appena
caduto un idolo.. sento che dentro di me una parte della mia infanzia è
appena morta..” poi ridacchiò alla piccola gomitata della compagna “Va
bene, va bene.. sono serio. Ricordo bene proposte che ti hanno fatto, così
come ricordo le mie.. perchè me lo chiedi?”
“Non pensi che sia arrivato il momento di accettare il fatto che
probabilmente quel capitolo della nostra vita è arrivato al termine? La
Flotta Stellare ci ha dato senz’altro molto, così come noi due abbiamo dato
tanto alla Flotta.. credo sia giunto il momento di andare avanti”
“Vuoi lasciare la Flotta Stellare? Non sarai un po’ troppo precipitosa?”
Lan inclinò un po’ il capo verso destra per guardarla meglio negli occhi
“Sarei precipitosa se ti dicessi che desidero che venga celebrato il rito
dell’unione ed avere dei figli entro un anno da oggi, ma non ritengo sia
così impossibile valutare la possibilità di passare alla vita da civili”
Denay sorrise “Almeno potremmo prendere un'aspettativa di un anno.. questo
dovrebbe mettere il cuore in pace all’ufficio reclutamento che per forza di
cose dovranno smettere di cercare di imbarcarci su qualche nave o base”
Lan sorrise a sua volta “Vada per l’aspettativa.. ma mentre aspettiamo..
parlami un po’ di questi figli” le accarezzò il viso baciandola sulle
labbra “Mi piace questa idea.. dovremmo iniziare a progettare la messa in
cantiere di almeno un paio di frugoletti”
“Lo dici solo perchè di va di fare l’amore con me…” rispose la giovane
ridacchiando divertita
“Eh.. cosa vuoi che ti dica.. è un duro lavoro ma qualcuno dovrà pur
farlo…” rispose Lan prima di tornare a baciare Denay
Risa - Etiokun Beach
Casa in riva al mare affittata da Oxila e Kuz
D.T 29/04/2398 Ore 11:37 - D.S. 75324.62
Lan arrivò alle spalle della compagna abbracciandola e iniziando a baciarle
il collo ma Denay appariva decisamente distratta: continuava a controllare
i messaggi che le erano giunti negli ultimi giorni con espressione
fortemente contrariata, per poi sbuffare con energia “Nulla.. niente..
proprio non arriva!”
Lan si staccò osservando sorpreso la compagna “Amore, che cosa succede?”
“Non ci hanno ancora risposto Lan, non abbiamo ancora avuto alcuna
accettazione delle nostre richieste di aspettativa, e diciamolo… abbiamo
aspettato abbastanza perché si decidessero!” Denay incrociò le braccia al
petto “Non che vi siano grandi motivazioni per respingere le nostre
richieste, ma perchè non farci sapere nulla?”
“Mm.. sicura che dovessero farci sapere qualcosa?” Lan si portò di fronte
alla giovane “Magari è normale che le cose vadano così.. si fanno vivi solo
quando vi sono dei problemi”
Denay scosse il capo massaggiandosi il collo “No, per me c’è qualcosa che
non va…”
“Hai pensato che forse il problema è dovuto al fatto che noi siamo.. come
posso dire.. uccel di bosco?”
“Siamo che cosa?” Denay lo osservò perplessa “Che significa uccel di bosco…”
Lan ridacchio osservando la compagna “Siamo difficilmente rintracciabili..
suvvia Denay, da quando abbiamo finito i corsi di aggiornamento abbiamo
viaggiato un po’ ovunque.. Betazed, Vulcano, Trill, Bajor.. ora siamo su
Risa.. forse ci saranno stati degli allungamenti burocratici per via dei
nostri costanti spostamenti..”
Denay sospirò per un attimo quindi annuì “Sì, ipotizziamo anche che le cose
siano andate così.. ma se entro due giorni non arriva alcuna informazione
contatterò il Comando di Flotta!”
Lan ridacchiò ancora osservandola “Brava amore, metti tutti in riga.. e
dimmi, stasera dove te ne vai di bello?”
Denay stava già per rispondere quando assottigliò lo sguardo incrociando le
braccia al petto “Signorino, non penserai mica che ci vada da sola, vero?”
Lan si massaggiò il collo “Ho promesso di fare una serie di test su strada
per il nuovo velivolo della Tokedo Group, vogliono iniziare ad utilizzare
il modello ST742 già dal prossimo gran premio ma non sono certi che le sue
prestazioni siano state massimate, temono che la tenuta di pista non sia
perfetta.. bisogna calibrare gli ammortizzatori e gli equilibratori, sia i
principali che gli ausiliari.. potrebbe volerci parecchio tempo amore..”
Lan si massaggiò il collo “Al momento non so dirti quanto mi servirà di
tempo”
“Ma lo avevi promesso Lan!” si lamentò delusa Denay “Mi stanno offrendo un
posto di un certo prestigio dentro uno dei laboratori della Weyland-Yutani
Corporation, questa serata di gala è molto importante!”
Lan ci pensò per un attimo “Va bene, prometto di venire.. ma arriverò con
qualche minutino di ritardo” quindi fece spallucce “Vorrà dire che ciò che
non riuscirò a fare oggi lo farò domani.. del resto non credo che per
qualche ora di ritardo cadrà il mondo”
Denay sorrise raggiante “Ti aspetterò sul patio esterno del resort in cui
verrà fatto il galà..”
Risa - Temtibi Lagoon
Astro Nascente Resort (patio esterno)
D.T 29/04/2398 Ore 20:17 - D.S. 75325.6
Nimosit arrivò al Resort con un certo ottimismo addosso: gli era stato
decisamente semplice convincere Sev ad imbarcarsi nella nuova impresa e,
seppure inizialmente Dwalla gli avesse detto di no, alla fine si era
autoconvinta pure lei ad imbarcarsi sulla Vancouver, perché con Kuz le cose
sarebbero dovute andare diversamente? Certo, la ricerca dell’ufficiale
scientifico si era dimostrata più complessa, dato che la giovane aveva
fatto vari spostamenti tra un pianeta federale e l’altro, ma tutto sommato
alla fine era riuscito a rintracciarla su Risa.
Nimosit si lisciò con la mano il vestito osservando gli invitati che
entravano ad uno ad uno con indosso i loro abiti migliori, gli uomini per
lo più sembrano fungere da cornice allo spettacolo delle donne presenti
che, con indosso quei lussuosi abiti da sera, sembravano quasi brillare di
luce propria; il primo ufficiale ci mise un po’ ad individuare il
Comandante Kuz in mezzo a tutti quegli invitati, ma quando finalmente la
riconobbe rimase decisamente stupito: ricordava il suo ufficiale
scientifico come la giovane che si presentava ai poker di Dwalla con
maglioncini a collo alto e pantaloni, quindi gli ci volle un po’ a
riconoscerla dopo la sua trasformazione, non sembrava neppure lei.
Denay si voltò ad osservare nella direzione di Nimosit, senza tuttavia
notarlo; la giovane indossava un lungo abito da sera rosso, che le fasciava
il corpo quasi come un guanto che le disegnava in modo puntuale le
voluminose curve del corpo, il generoso décolleté lasciava intravvedere il
prosperoso seno mentre lo spacco laterale lasciava vedere di sfuggita le
gambe lunghe e affusolate che vi stavano al di sotto.
Nimosit si fece avanti sorridendo “Comandante Kuz.. non è facile
rintracciarla”
Denay si voltò di scatto ad osservarlo “Era da un po’ che nessuno mi
chiamava così, Comandante Nimosit.. e onestamente mi aspettavo di non
sentirlo per un altro po’”
“Per via della richiesta di aspettative?” Nimosit annuì osservandosi
attorno “Si, quando ho iniziato a cercarla il Comando di Flotta mi ha
informato della cosa..”
“Aspettative che non mi sono mai state confermate..” Denay incrociò le
braccia al petto “Ed ora credo di aver capito il perchè..”
“Diciamo che manca ancora l’ufficializzazione..” Nimosit sorrise “Possiamo
dire che ha goduto di un po’ delle sue vacanze arretrate, ma questo non
significa che le aspettative siano state respinte.. possiamo definirlo un
piccolo disguido burocratico?”
“Non mi sembra un disguido.. ad ogni modo domani come prima cosa chiamerò
il Comando per risolvere la questione”
Nimosit osservò verso il resort “È questa la sua nuova idea di vita? Vuole
passare ad occuparsi delle ricerche scientifiche per le ditte private?”
“Bisogna pur perseguire degli scopi nella vita.. e la Weyland-Yutani
Corporation è una società che opera in tutto il territorio federale, spesso
su commissioni che derivano dalla Flotta Stellare.. un posto al suo interno
sarebbe un’ottima opportunità”
“A proposito di ottime opportunità..” Nimosit fece un passo avanti “L’ho
raggiunta su richiesta del Capitano Kuribayashi, gli è stata assegnata una
nuova nave.. la USS Vancouver.. e dovendo scegliere i propri ufficiali
superiori, ha pensato che sarebbe stata una buona idea creare il vecchio
gruppo”
Denay incrociò le braccia all’altezza del petto “Mi spiace che lei abbia
dovuto fare un così lungo viaggio a vuoto ma… no, onestamente non ritengo
che imbarcarmi su una nuova nave sia ciò che desidero per il mio futuro.
Non mi fraintenda, mi lusinga che anche il mio nome sia stato preso in
considerazione per questo nuovo progetto ma, temo di non essere la persona
di cui avete bisogno”
Nimosit osservò per qualche attimo Kuz per poi sospirare “Non vuole sapere
neppure quali saranno le missioni che ci verranno assegnate? Ritiene che la
vita da civile potrà soddisfare a pieno le sue esigenze?”
“Comandante, lei è del tutto certo che al di fuori della Flotta non vi sia
altro? Se è così sono lieta per lei, ma io non ne sono affatto convinta..”
Denay inclinò un po’ il capo “La Flotta Stellare mi ha dato molto, così
come io ho dato molto alla Flotta.. ho avuto belle esperienze così come di
terribili.. ho conosciuto persone con le quali mi sono tenute in contatto
ed altre invece con le quali non sono mai riuscita a trovare alcuna forma
di contatto, cosa che mi ha portato a non fidarmi affatto di loro.. ora mi
ritrovo nuovamente al bivio: fermarmi o fare un altro giro di danza, ma
sento che le cose potrebbero essere cambiate in me.. se fosse arrivato il
momento di fermarmi? Se fosse giunto il momento di trovare un porto fermo
in cui stare, creare una famiglia e.. perchè no, diventare madre” la trill
fece un passo di lato “Non so ancora cosa farò ma non me la sento di
imbarcarmi in una nuova avventura, almeno sino a che non avrò deciso quali
sono le mie nuove priorità di vita.. mi spiace Comandante, ad ogni modo le
farò avere una lista di ufficiali che potranno sostituirmi”
Nimosit la osservò, avrebbe potuto tentare ancora di dissuaderla, ma lo
sguardo risoluto di Denay lo fece desistere “Beh.. spero che avremo modo di
riparlarne prima della mia partenza, ad ogni modo è stato bello rivederla..
non la trattengo oltre, le auguro una buona prosecuzione di serata”
“Sì, è stato bello rivederla, le auguro buona serata”
Risa - Temtibi Lagoon
Parcheggio AD - 006
D.T 29/04/2398 successivamente
Nimosit si sedetta nel proprio veicolo sospirando, giusto in tempo per
vedere l’arrivo di una chiamata in entrata da parte di Dwalla; sospirò
osservando dal parabrezza la sagoma di Denay che, come fosse in attesa, si
trovava ancora nel patio esterno, per poi aprire la chiamata.
“Buone notizie?” la voce di Dwalla era solare
“Purtroppo no…” Nimosit si massaggiò il collo “Lo definirei un buco
nell’acqua”
“Suvvia.. mi deludi, un ex pilota che non riesce a convincere un altro
pilota a riprendere il volo.. avrebbe dovuto essere un lavoretto di cinque
minuti per te!”
“Pilota?” Nimosit scossa il capo “Non mi riferisco al tenente Oxila ma al
Comandante Kuz.. credimi, lei non sembrava intenzionata a cambiare idea..
vuole lasciare la Flotta”
Dwalla sospirò “Ma io ero stata chiara con te, devi parlare con Lan.. non
con Denay!”
“E che diff….” Nimosit alzò il capo spalancando gli occhi nel vedere che il
Comandante Kuz stava per entrare al galà abbracciata al Tenente Oxila “Ma
vuoi dirmi che…”
“Già..” Dwalla ridacchiò divertita
“E tu come facevi a saperlo?”
“Lo sapevo ancor prima che lo sapessero loro” Dwalla sorrise “Nulla mi
sfugge”
“Detesto quando mi rispondi così” Nimosit sorrise osservando lo schermo
“So anche questo.. e allora, hai deciso di arrenderti?”
“Ora che so cosa fare? Nah.. sento che c’è ancora una possibilità per
averli entrambi.. domani vedremo se la riuscirò a spuntare!”
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Titolo: 00.06 "Imbarco Lan Oxila"
Precedente: 00.05 "Gli ostacoli del cuore"
Autori: Mauro/Oxila
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Risa - Sayfa Seek Track
D.T 30/04/2398 Ore 13:15 - D.S. 75327.54
Il leggero venticello che stava spirando da est sembrava un toccasana sotto
il sole di Risa; Oxila alzò il capo quasi sperando potesse venire un po’ di
pioggia per raffreddare quelle prime ora del pomeriggio, durante i test del
velivolo, ma sapeva perfettamente che era una vana speranza: sospirò per un
attimo indossando la pesante tuta integrale che fungeva da protezione,
sotto lo sguardo divertito dei tecnici nel box.
“Davvero, ne esistono tanti di pianeti, dovevate optare per fare i test
proprio dove non piove mai e fa sempre caldo?”
“Beh.. ovviamente si!” il capo ingegnere osservò Oxila “Stiamo testando
come rispondono gli equilibratore in condizione di tempo stabile, quale
pianeta potrebbe essere meglio di questo? I test per le condizioni
metereologiche avverse verranno fatti fra un po’ di tempo..”
“Già.. per allora mi sarò squagliato come un ghiacciolo al sole”
“Su su.. non ti lamentare, te la sei cercata tu! Se avessi fatto questi
test ieri sera, come ti avevo detto io, non sarebbe stato così caldo..
avremmo finito tardi ma tu sarebbe stato bello fresco!”
“Se avessi fatto i test ieri sera sarei stato al fresco e avrei dormito sul
divano per il prossimo mese.. Denay non ama farsi dare buca” Oxila indosso
il casco salendo sul velivolo “Bene.. vediamo cosa sa fare questa bellezza”
Uscì dai box controllando la velocità sino ad entrare in pista, ma appena
giunto lì partì a razzo sorridendo felice: il brivido della velocità era
qualcosa che aveva sempre avuto dentro, per un attimo ripensò a quando
aveva la possibilità di pilotare grandi navi.. gustare la vera velocità..
per un attimo si rattristò, da quando aveva lasciato la Novalis aveva
continuato la sua vita lasciando da parte il suo amore per il pilotaggio ma
alla fine era finito nuovamente a fare il pilota. Non era lo stesso, del
resto quei velivoli per quanto veloci non si sarebbero mai neppure
lontanamente avvicinati a warp 1 ma infondo non poteva lamentarsi: aveva
una stupenda compagna che voleva stare con lui, un lavoro che seppure non
fosse perfetto gli dava parecchie soddisfazioni.. cos’altro poteva volere?
Stava ancora pensando alla propria vita quando con la coda vide un velivolo
nero che restava sempre poco dietro di lui, ad una distanza di cinque
metri; quasi di istinto accelerò di colpo ma il velivolo continuava a
stargli dietro.
Lan sorrise osservando lo strano velivolo e aprì una comunicazione con il
team degli ingegneri “C’erano altri test oggi? Non lo sapevo”
La risposta non si fece attendere molto =^= Veramente dovremmo essere gli
unici. Se hanno dato il permesso di fare altri test alla nostra stessa ora
stavolta mi sentono...=^= la comunicazione si chiuse.
“Poco male.. potremo testare gli stabilizzatori in una situazione reale”
mormorò fra sè e sè Lan, osservando ancora con la coda dell’occhio quella
navetta nera sconosciuta che continuava a restargli sempre alle spalle; un
sorriso gli spuntò sulle labbra mentre portava le mani sulle manette dei
motori affondandole portando di conseguenza i motori alla massima potenza.
La navetta di Lan schizzò in avanti ma ci volle poco perchè la navetta nera
rispondesse alla sua manovra portandosi sempre alle spalle del velivolo di
Lan “Mhh.. comodo restare in scia, eh? Traina un po’ tu..” Lan diminuì la
potenza affinché l’altro potesse superarlo, ma la reazione dell’inseguitore
fu di diminuire la velocità restando comunque ben incollato agli scarichi
della ST742
“Ma che diavolo?” Lan riportò i motori a metà potenza per poi aprire una
comunicazione con i box “Cosa ne sapete di questo? Ce l’ho incollato al
posteriore e non riesco a scrollarmelo di dosso”
=^= Spiacente.. nessuna notizia sappiamo solo che si tratta di un test
privato. Non sappiamo neppure il nome del pilota=^=
“Bhe.. a quello posso pensarci io!” Lam si mosse rapidamente, aspettando di
trovarsi nel lungo rettilineo per poi portare i motori al massimo; quando
fu sufficientemente distante virò a destra e poi rapidamente a sinistra. La
navetta fece un breve guizzo a destra per poi compiere una forte imbarcata
a sinistra girandosi di 180° per poi fermarsi muso contro muso con la
navetta nera.
=^= Ok questo è male questo è tanto male. Ho visto il carico dello
stabilizzatore arrivare ben oltre il 120%. Non si fa!=^=
Lan ignorò bellamente le proteste dell’ingegnere capo, aveva ben altro per
la testa, quindi scese dalla ST742 avviandosi verso la navetta nera davanti
a lui
“Ok amico.. ho capito che ci sai fare, ma non è di certo così che potrai
ottenere un contratto da pilota” Lan lo osservò con espressione piuttosto
innervosito “Semmai rischi di avere un contatto con i piloti.. con i loro
pugni”
Nimosit scese dalla navetta e si sganciò il casco oscurato rivelando la sua
identità “Grazie tenente ma sinceramente non m’interessa un contatto fra
piloti.. le risse le lascio volentieri nei saloon” portandosi il casco
sotto il braccio sorridendo divertito
Lam spalancò gli occhi trovandosi davanti il comandante e resistette a
stendo dal mettersi sull'attenti “Comandante come mai qui? Ha deciso anche
lei di buttarsi nelle corse sportive?”
Nimosit scosse la testa guardandosi intorno “Mi sono sempre piaciute le
corse, ho alcuni programmi molto realistici per le sale ologrammi.. magari
potrei fargliene avere qualcuno..” fece una piccola pausa osservandosi
attorno e asciugandosi la fronte dal sudore “Quindi ora è questo il suo
mondo? Collauda navette che altri guidano in gara?” si avvicinò alla
navetta ST742 osservandone gli stabilizzatori posteriori “Gran bel
trabiccolo.. certo, non è una nave..” si voltò ad osservare il suo ex pilota
Lam incrociò le braccia al petto osservandolo “Beh.. qualcuno deve pur
testarle, non crede?” inclinò la testa osservandolo “Sono abbastanza certo
che non sia qui per assistere ad una gara, e ho anche la certezza che lo
strano comportamento di Denay abbia a che fare con tutto questo”
“Beccato.. mi dichiaro colpevole” Nimosit sorrise divertito, continuando a
guardare la navetta girandole attorno “In effetti potrebbe essere colpa
mia” tornò a guardare Lan “Tenente non voglio girare intorno alla
questione. Abbiamo una nuova nave e ci serve un equipaggio degno di questa
nave.”
Lam si portò vicino alla sua navetta mettendoci dentro casco e guanti
osservando l’ex superiore “Comandante credo che Denay le abbia già detto
che l’imbarco su una nave non rientra nei nostri piani per il prossimo
futuro”
Nimosit iniziò ad avviarsi verso il proprio mezzo “Si, si.. è stata
abbastanza chiara.. anzi, la definirei quasi perentoria sul punto! C’è
altro oltre la federazione..” annuendo salendo sul proprio velivolo “Ma io
e lei condividiamo qualcosa che non cambierà mai.. a prescindere dal grado
che raggiungeremo, a prescindere dalle strade che decideremo di percorrere
nel nostro futuro noi siamo dei piloti.. siamo nati per volare lontano e il
più velocemente possibile, l’adrenalina che ci scorre dentro quando
spingiamo una nave stellare a curvatura è qualcosa a cui difficilmente
sappiamo resistere. Guardi me, sono primo ufficiale e non sa quante volte
avrei fatto cambio con lei per poter pilotare la Novalis.. ora c’è una
nuova nave, un vero gioiellino.. davvero mi sta dicendo che vuole
rinunciare a tutto questo?”
Intanto una squadra della Tokedo Group raggiunse i due, uno dei capi
meccanici si avvicinò a Nimosit “Queste sono prove private spero che tu non
sia qualcuno inviato dalla Nirodi per copiare la nostra navetta”
Nimosit sorrise osservando il meccanico “No no tranquillo non sono qui per
spiarvi sto per imbarcarmi su una classe NX decisamente non m’importa della
vostra navetta” osservando Lan per vederne la reazione “Se avesse voglia di
parlare del nuovo progetto mi troverà al bar qui fuori della pista.. Il
Bartel Pub se non sbaglio, resterò lì una mezz’oretta a godermi una birra,
casomai volesse venire a farmi compagnia” Nimosit fece un sorriso divertito
verso Lan prima di attivare i propulsori e allontanarsi.
Lan si avviò verso la navetta per recuperare guanti e casco, sentendo la
frase del comandante si fermò drizzando le orecchie “Classe NX?” aprì la
bocca per dire qualcosa, ma Nimosit era già lontano. Sicuramente le parole
del comandante avevano fatto breccia abbattendo quella parvenza di
sicurezza che si era cucito addosso cercando di ignorare quello che
veramente sentiva. Osservò quindi il capo ingegnere “Hey Curisier” gli
lanciò guanti e casco in modo che li potesse prendere agilmente “Mi sa
tanto che i test dovrete terminarli da soli” e si avviò verso il pub
Il capo ingegnere osservò stupito il collaudatore che si allontanava “Ma
dove diavolo vai? Non abbiamo ancora finito!”
Lan si voltò sorridendo “Scusa amico, ma io ho una classe NX da pilotare” e
detto questo uscì dalla pista.
Risa - Bartel Pub
D.T 30/04/2398 Ore 13:46
Nimosit stava seduto osservando fuori le vetrate del pub. Fece un lieve
sorriso vedendo il riflesso di Lan nella vetrata “Tenente si prenda una
birra credo che avremo molto di cui parlare” voltandosi lentamente
osservandolo.
Lan alzò un braccio ordinando una birra per poi sedersi osservando il
comandante “Non ho accettato solo mi dispiaceva vederla qui da solo a bere
birra”
Nimosit ridacchiò osservandolo “Sappiamo bene entrambi perché è qui..
quella nave le interessa, glielo leggo negli occhi. Non le nego che invidio
notevolmente chiunque metterà mano su quel timone.. immagini una nave come
la classe Excalibur ma veloce come un Intrepid e versatile come la
Prometheus. L’ho provata in simulazione.. basta anche solo pensare di fare
una manovra e lei la sta già eseguendola, con una manovrabilità che la
avvicina ad una navetta ma con la potenza di una signora nave..” Nimosit
osservava Lan con una luce negli occhi che solo chi ha pilotato una nave
conosce.
Dopo alcuni minuti una cameriera si avvicinò ai due depositando un boccale
di birra e alcuni salatini allontanandosi dopo esser stata pagata. Lan
prese la birra tenendola tra le mani pensieroso poi ne bevve una lunga
sorsata osservando il comandante “Mhhh e come pensano di impegnare cotanta
bellezza?”
Nimosit scosse la testa osservandolo “Questo purtroppo non posso ancora
dirglielo, ma credo che ci sarà da divertirsi”
“Mmh! Divertirsi come trovarsi su un pianeta prossimo all’autodistruzione o
divertente come finire in mezzo ad uno scontro tra remani e klingon?” Lan
incrociò le braccia al petto appoggiandosi allo schienale della sedia.
Nimosit sorrise sentendolo parlare delle ultime missioni della Novalis.
“Divertente come andare a scovare quelli che hanno attivato
l’autodistruzione”
Lan strinse le labbra “Argomento decisamente divertente” sospirò osservando
il bicchiere davanti a lui piuttosto pensieroso. In fondo ora aveva quello
che desiderava: non c’erano pericoli.. aveva una donna che lo amava e che
desiderava proseguire la vita con lui...eppure qualcosa mancava in quella
vita. La sensazione di trovarsi davanti ogni giorno qualcosa di nuovo
sapendo che domani ci sarebbe stato qualcos’altro da scoprire.. gli mancava
esattamente quello che Nimosit gli stava offrendo su di un piatto
d’argento: Come avrebbe potuto rifiutare?
Riportò lo sguardo sul comandante “Comandante la proposta è decisamente
allettante, ma come immagina non posso decidere da solo” finì la birra per
poi alzarsi “Se cambia qualcosa mi farò vivo io”
Nimosit si alzò per stringere la mano al proprio ex pilota “Non faccia
passare troppo tempo sono in molti a voler mettere le mani su quella nave”
sorridendo
Lan strinse la mano dell’uomo per poi annuire “Sì.. lo immagino. A presto”
quindi si allontanò sospirando mormorando a bassa voce “Denay questa volta
mi ammazza…”
Risa - Rose Palace Restaurant
D.T 30/04/2398 Ore 21:08
Lan scese dal taxi per poi portarsi dall’altro lato della strada, aprendo
la porta a Denay sotto lo sguardo curioso di vari avventori: la giovane
trill attirò fin da subito lo sguardo di quasi tutti gli uomini presenti
grazie al suo abito da sera lungo sino alle caviglie ma dotato di un aperto
decoltè ed una profonda spaccatura laterale che lasciava intravedere le
gambe della donna ad ogni suo passo. L’aspetto della giovane fu notato
anche dal maitre del locale che si sbrigò a trovare un posto alla giovane
coppia.
“Mhhhh... cena al ristorante” Denay non sembrava curarsi affatto degli
sguardi interessati degli avventori del locali, la sua attenzione era tutta
rivolta a Lan “Perchè ho il vago sospetto che stai cercando di imbonirmi
per ottenere qualcosa?”
Lo sguardo sospettoso di Denay fece tossire per qualche attimo Lan che
scosse la testa osservandola “Ma no, amore.. cosa dici? Andiamo, ti sembro
una persona del genere?”
Denay lo guardò sollevando un sopracciglio per poi annuire con vigore
“Assolutamente sì” quindi allungò una mano puntando l’indice contro il naso
del compagno “Lan Oxila.. sputa il rospo!”
Lan sorrise osservando la donna “Hemm non è il caso prima di andare ad
accomodarci? Guarda.. ci hanno anche già trovato un tavolo, siamo
fortunati.. eh??” Lan si mosse con grande rapidità spostando la sedia a
Denay “Prego.. accomodati.. questo è uno dei migliori ristoranti della
zona, specializzato in pesce.. e tu adori il pesce, no?”
“Non stai migliorando la tua posizione Lan, lo sai?” Denay si sedette al
tavolo attendendo che anche lui si accomodasse “Allora, non può essere così
terribile come lo stai pensando tu.. quindi perchè non tagliamo corto e mi
dici cosa c’è?”
“Ohh.. amore, visto che hai iniziato a capire i modi di dire terrestri..
sapevo che ci saresti riuscita, e devo dire che lo hai anche usato nel
mom..”
“Lan!!” Denay bloccò la tiritera di Oxila prima che potesse trovare il modo
di cambiar discorso e incrociò le braccia al petto “Allora?”
Lan fece un sorriso “Vedo che hai anche imparato come sviare le mie
tattiche” prese un lungo respiro “Oggi pomeriggio alle prove si è
presentato il comandante Nimosit….” osservandola corrugando le labbra “So
quello che pensi della sua proposta ma forse potremmo valutare in modo più
approfondito quel progetto prima di scartarlo”
“Cosa?” Denay spalancò gli occhi presa in contropiede “Rettifico.. è
esattamente tragica come l’avevi immaginata! Lan, ne avevamo parlato e
eravamo arrivati assieme alla conclusione che non era il caso accettare un
nuovo incarico a bordo di una vascello spaziale!”
Lan portò una mano a cercare quella della compagna “Denay, ascoltami.. io
con te sono felice e adoro stare qui” aprendo leggermente il braccio libero
per indicare Risa. “Ma mi manca il viaggiare. Mi manca il piacere della
scoperta.” sospirò pesantemente “Lo so che quella vita comporta parecchi
pericoli, ma veramente quello che vuoi è chiuderti in un laboratorio da
cui, ottimisticamente, puoi vedere la facciata di un altro palazzo? Dopo
che hai vissuto tra le stelle?”
“Tutto qui? Io ti ho parlato della possibilità di diventare una coppia
stabile.. di trovare un nostro nido, di avere dei figli assieme e tu
scambieresti tutto questo per un panorama nuovo al giorno?” Denay lo
osservò decisamente arrabbiata “Stai scherzando o sei uscito di senno per
la disidratazione?”
Lan scosse la testa per poi guardarla negli occhi “Denay non scambio nulla
di tutto ciò. Sei la mia compagna e ho ancora tutte le intenzioni di fare
una famiglia con te”
Denay incrociò le braccia al petto “E quando penseresti di fare una
famiglia, esattamente? A settant’anni?”
Lan corrugò le labbra osservando la donna “No amore non è di certo quello
che voglio. Tu sei la mia famiglia sei la persona con cui voglio
condividere la mia esistenza.” fece un flebile sorriso “Quando pensavo di
averti perso mi sembrava d’impazzire. E mi rendo conto che ti sto chiedendo
di ricominciare tutto. Anche se ora tutto sarà differente, perché ci sarò
io al tuo fianco in qualsiasi momento. Il fatto è che ti conosco…Lo so
quanto ti piace fare nuove esperienze” guardandola nei suoi profondi
occhioni “E una classe sperimentale offre possibilità infinite”
Denay scosse il capo passando dall’arrabbiatura alla delusione “Avresti
potuto essere al mio fianco in ogni altro luogo.. avremmo potuto stare
assieme anche senza doverci imbarcare su di un’altra nave.. a rischiare
ancora… e poi per cosa? Tu continui a parlarmi di voler viaggiare.. di
voler andare per il mondo, ma guarda in faccia alla realtà.. hai più di
quarant’anni, quando penserai che è arrivato il momento di andare oltre al
semplice viaggiare, vedere e scoprire?”
Lan osservò la donna “Curioso che me lo dica una che ha dedicato tutta la
sua esistenza a viaggiare, vedere e scoprire!” guardò Denay “Tu sei sicura
che non sia la paura di quello che è successo su quel planetoide che ti
spinge a restare a terra?”
Alle parole di Lan Denay decisamente si infuriò “E se anche fosse? Se non
volessi tornare sulla nave perchè a prescindere l’andare in azione comporta
un certo grado di rischio, rischio che forse non ritengo più di voler
correre perchè le mie priorità sono cambiate?” scuote il capo alzandosi
“Sai che ti dico? Parti.. vai.. viaggia.. ma senza di me!” prese il
bicchiere d’acqua vuotandoglielo in faccia per poi dirigersi furente fuori
dal locale.
Lan spalancò gli occhi alle parole, ma soprattutto al gesto di Denay quindi
si passò una mano in faccia alzandosi seguendola “Hey aspetta” cercando di
raggiungerla “Forse non ci siamo capiti io non voglio andare assolutamente
da nessuna parte senza te”
Dal fondo del locale, Nimosit osservò la scena per poi alzarsi e seguire la
coppietta con le mani in tasca “Ahia.. e io che speravo che Lan placasse la
belva prima di parlarci io.. mi sa che mi va male” mormorò fra sé e sé
uscendo dal locale e velocizzando il passo, non era abbastanza vicino per
sentire le parole ma il bicchiere d’acqua in faccia di Lan gli fece dedurre
che il povero timoniere non aveva avuto molto successo. Si portò vicino
all’inviperita Denay per poi sfoggiare il suo sorriso migliore “Buonasera..
bello vedervi qui”
Lan si voltò sentendo qualcuno parlare e si trovò davanti Nimosit ma prima
che potesse dire qualcosa Denay si portò di fronte a lui “Pensavo di essere
stata chiara già la prima volta che mi aveva proposto di salire sulla nave,
non mi interessa che è una nave sperimentale.. non sono interessata!”
Nimosit osservò la donna per poi voltarsi verso Lan “Ho come l’impressione
che lei non sia riuscito a convincerla” sospirò per un attimo prima di
tornare a guardare Denay “Facciamo due passi, parliamone a quattrocchi.. se
dopo ciò la tua risposta sarà ancora no, non insisterò ulteriormente”
Denay lo osservò per un attimo calmandosi, le parve strano l’uso del tu ma
annuì seguendolo, lasciando indietro Lan “Che cos’altro potrebbe aggiungere
lei per convincermi?”
Nimosit osservò la donna “Io? Convincere te? Scherzi?...speravo lo facesse
Lan e si è ritrovato annaffiato!” scuote il capo “No, ma so che in fondo,
una parte di te sa cosa spinge Lan a voler risalire a bordo.. O almeno, Kuz
lo sa”
“Ti riferisci a Endhea, immagino..” Denay lo osservò stupita “Non
immaginavo conoscesse anche le vite degli ospiti precedenti di Kuz..”
“A grandi linee…” Nimosit continuò a camminare “So che quel particolare
ospite divenne Ufficiale timoniere della USS Kelvin subito dopo essere
stata promossa al grado di tenente.. so che ha trascorso tutta la sua vita
nello studio di migliorare i sistemi propulsivi dei vascelli stellari”
“Esempio piuttosto errato nel nostro caso.. lei rimase nella Flotta per una
decina di anni e poi decise di ritirarsi a vita privata, sposandosi e
avendo tre figli”
Nimosit annuì “Si, non metto in dubbio.. e questi sono i dati che sono
inseriti all’interno del database in effetti, ma le pongo una domanda: se
le chiedesse se il suo desiderio di tornare al timone si sia mai sopito,
cosa le risponderebbe?”
Denay rimase per un attimo in silenzio per poi sospirare “No, mi
risponderebbe di no.. amava profondamente i suoi figli, ma il suo desiderio
di tornare a volare non la lasciò mai.. diceva sempre che infondo lei..”
“.. era nata per volare, come ogni pilota..” Nimosit si fermò per un attimo
“Come Lan.. come me.. siamo fatti per questo” il Primo ufficiale fece una
pausa prima di riprendere “Mi rendo conto che non sempre le sue esperienze
a bordo delle navi stellari, ma so che anche in lei il desiderio di
scoprire c’è.. forse ora si è un po’ assopito ma c’è.. altrimenti non
avrebbe combattuto con la sua famiglia e se ne sarebbe rimasta felicemente
su Trill a lavorare nel locale di famiglia.. la prenda come una nuova
sfida, se le cose non dovessero andare sarò io stesso a presentare la
vostra richiesta al capitano per scendere dalla nave” quindi sorrise con
sguardo convinto “Anche se non credo che succederà…”
Denay rimase per qualche attimo interdetta, non sapendo cosa rispondere.
“Perfetto! La nave cargo per tornare su Sol III è domattina alle 9,35.. non
fate tardi che il capitano di quel velivolo è un pignolo di prima
categoria” Nimosit sorrise felice allontanandosi rapidamente
“Ma io non ho detto si!”
“Non serve… era implicito” Nimosit si voltò ad ammiccare a Kuz per poi
avvicinarsi a Lan “9,35.. allo spazioporto.. vi aspetto!” quindi se ne
andò.
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Titolo: 00.07 "Imbarco Aleksei"
Precedente: 00.06 "Imbarco Lan Oxila"
Autori: Patrizia/Romanov
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01/05/2398 ore 9.25 DS 75329.84 Utopia Planitia – Molo 12
Il Comandante Nimosit era riuscito a trovare l’ultimo membro
dell’equipaggio, finalmente erano tutti lì, l’equipaggio della Novalis, ma
quando vide il Capitano Kuribayashi scoprì che lui non era riuscito a
rintracciare Aleksei Romanov. Kuribayashi per prima cosa era andato a casa
di Aleksei e non l’aveva trovato poi si era recato al Comando a chiedere
all’Ammiraglio Powers dove poteva trovarlo ma l’uomo non c’era o si era
rifiutato di riceverlo, il suo vice però gli aveva riferito che
l’Ammiraglio non era lì, e non si sapeva dove si trovava.
“Capitano posso andare a vedere a casa sua e probabile che si trovi lì.”
Disse Coral Nimosit.
“E’ il primo posto dove sono andato Coral. La casa era disabitata.”
In quel momento suonò il comunicatore e una voce disse “Kuribayashi, sono
Powers devo parlarle di Aleksei.”
“Dove ci vediamo?”
“Lo conosce il bar dove va sempre il nostro amico.”
“Si.”
“Benissimo ci vediamo lì tra 10 minuti.” Disse l’uomo poi chiuse la
comunicazione.
“Chi era capitano?”
“L’Ammiraglio Powers vuole vedermi per parlarmi del comandante Romanov.
Comandante Nimosit le lasciò il comando salite sulla Vancouver e iniziate i
preparativi per la partenza, io tornerò presto con il comandante Romanov.”
“E se…” iniziò Nimosit.
“Lo troverò comandante e poi so che al tavolo da gioco del Comandante
Thevek mancherebbe un giocatore, non mi perdonerebbe mai se la privassi del
suo pollo da spennare.”
La donna presa di contropiede balbettò “come sa che noi..”
“Non sarei un bravo capitano se non sapessi tutto ciò che accade sulla mia
nave.” Replicò Kuribayashi con un sorrisino sul volto impassibile.
01/05/2398 ore 11.20 DS 75330.06 Sol III – San Francisco, poco distante dal
Comando di Flotta
Tetsuya Kuribayashi era seduto su una panchina davanti al bar ‘da Giuseppe’
improvvisamente vide venire verso di sé un uomo, all’inizio non lo
riconobbe perché era in borghese, poi vide che era l’Ammiraglio Powers,
ultimamente, pensò. gli ammiragli della Flotta Stellare avevano la brutta
abitudine di incontrarlo vestiti da civili.
L’uomo non lo salutò neppure e iniziò a parlare.
“Io e Aleksei abbiamo avuto una discussione un po’ accesa. Suo zio è morto,
che possa bruciare all’inferno quel bastardo, e ha lasciato ad Aleksei una
lettera di suo padre dove chiedeva a me di prendermi cura di suo figlio, se
gli fosse accaduto qualcosa, ma quando è morto io ero troppo occupato con
la mia carriera e un bambino mi sarebbe stato d’impaccio, così ho lasciato
che se lo prendesse Svet, ed è stato lo sbaglio più grande della mia vita.
Poi l’ho perso di vista ma quando ho saputo che era diven- tato
un’ufficiale della Flotta Stellare ed era imbarcato sulla Anaheim sono
salito a bordo per conoscerlo. Poi è successo quello che è successo e alla
fine ho visto che era un ragazzo in gamba e l’ho preso sotto la mia
protezione senza però dirgli niente. Ora che ha saputo tutta la verità si è
infuriato e ha detto che non mi vuole più vedere inoltre, quello sciocco
ha dato le dimissioni dalla Flotta, per fortuna sono riuscito a
intercettarle. Capitano Kuribayashi, deve scoprire dov’è e soprattutto deve
fargli cambiare idea se ci riesce, sono andato lì dentro a chiedere dove si
trova ora, ma non vuole dirmelo.”
Tetsuya entrò nel Bar e si avvicinò al bancone, un uomo dai capelli bianchi
gli si avvicinò sorridendo e disse “cosa le posso portare Capitano?”
“Lei è Giuseppe?”
L’uomo annuì, il sorriso era scomparso e al suo posto c’era uno sguardo
diffidente.
“Sono il Capitano Tetsuya Kuribayashi, sono, ero il superiore di Aleksei.”
Lo sguardo si fece ostile “La manda quel Powers, vero? Bhe gli dica che io
non so dov’è.” E fece per andarsene.
Tetsuya decise di parlare chiaro “Ascolti Giuseppe, non ho molto tempo, lo
sto cercando perché mi hanno affidato una nuova nave e ho riunito tutto il
mio ex equipaggio e manca solo lui. Mi dica dov’è? Per favore.”
“Aleksei mi ha parlato di lei, capitano, e mi ha anche rivelato che lei è
una delle poche persone che rispetta veramente, e guadagnarsi il rispetto
di Ale non è una cosa facile mi creda. Va bene le dirò dov’è? Non è qui. Si
trova a Napoli da mia cugina Carmela.”
“Grazie Giuseppe.” Disse Kuribayashi.
Sol III – Italia – Napoli – Lungomare, un'ora dopo
Con l’indirizzo che gli aveva Giuseppe, Kuribayashi calcolò le coordinate
del posto e si fece teletrasportare alla sezione della Flotta più vicina.
Uscì dagli uffici, il sole brillava caldo in un bellissimo cielo azzurro,
Kuribayashi iniziò a sudare sotto la divisa, per fortuna il tragitto fu
breve e giunse davanti a un ristorante la cui insegna diceva ‘Da Lina e
Kord piatti alieni per tutti i gusti’. Il locale era delizioso il terrazzo
che dava sul mare era pieno di tavolini e vasi di fiori. Si girò intorno e
vide un enorme klingon che veniva verso di lui.
“Desidera un tavolo capitano?” disse con la voce aspra di tutti quelli
della sua razza e tentando un sorriso cordiale.
L’impulso di sedersi a contemplare quel paradiso lo tentò per un attimo ma
poi passò e disse “sto cercando Aleksei Romanov.”
Il sorriso scomparve e al suo posto apparve un ringhio “perché lo sta
cercando? Cosa vuole da lui.”
Questo fulmineo cambio di atteggiamento confuse per un attimo Kuribayashi,
ma in quel momento una donnina apparve accanto al gigantesco klingon e lo
trascinò via con una forza inusuale per una persona così minuta.
Li sentì parlare animatamente poi la donna si girò verso di lui e lo guardò
attentamen-te e poi gridò “Ale vieni fuori!”
Il giovane che uscì non era di certo lo stesso che aveva lasciato la
Novalis 2 anni fa: i capelli lunghi gli arrivavano alle spalle ed erano
tenuti legati da uno spago, la barba era di un paio di giorni e indossava
una t-shirt piena di macchie e dei short strappati al ginocchio.
Appena vide il suo ex capitano in divisa e così a suo a suo agio sotto quel
sole caldo, Aleksei sbarrò gli occhi sorpreso e trattenne a stento
l’impulso di sistemarsi e di scattare sull’attenti.
“Signore cosa ci fa qui” balbettò sconcertato.
Tetsuya lo guardò incuriosito. Nel periodo in cui era stato sotto il suo
comando sulla Novalis lo aveva sempre visto con la divisa perfetta senza
nemmeno una piega, per- fettamente pettinato e sbarbato, anche nell’ultimo
difficile periodo che avevano passato a bordo della nave, l’aveva visto
sempre in ordine, ed esalando un sospiro pensò ‘umf, dopotutto anche lui è
un umano come noi. Iniziavo ad avere dei dubbi.’ Poi disse “Ti trovo bene
Aleksei, possiamo parlare un momento.”
“Si signore venga.” Rispose il giovane indicando un tavolino vuoto. Poi
continuò “desidera qualcosa?”
“No grazie, abbiamo poco tempo.”
L’uomo iniziò subito “mi hanno affidato una nuova nave e ti voglio come
mio Ufficiale Tattico.”
Vedendo che il giovane esitava gli allungò un D-Padd e disse “Tieni leggi.”
Mano mano che leggeva, vedeva il volto di Aleksei illuminarsi, e mormorò
“La Vancouver è un nuovo modello di astronave creata per missioni
investigative e di spionaggio, le missioni che piacciono a te, vero?”
Vedendo che il giovane era dubbioso disse ”Sei una persona che ama l’azione
Aleksei non ti vedo proprio a fare il cameriere qui per tutta la vita.
Allora che mi dici? Il resto dell’equipaggio è già a bordo manchi solo tu e
partiamo per la nostra prima missione.”
Aleksei allontanò da sè il D-Padd come se il solo tocco lo bruciasse. “Mi
dispiace Capitano ma ho dato le dimissioni dalla Flotta Stellare.”
“Queste?” disse Kuribayashi allungandogli un altro D-Padd.
Aleksei lo prese e lo guardò sorpreso “Chi è stato a… ” Poi comprese subito
chi poteva averle prese. “Powers. Lo sapeva signore, che mi ha mentito I
miei volevano che fosse ad allevarmi, ma lui mi ha abbandonato.” Lo sguardo
ferito negli occhi del giovane lo colpì profondamente, un altro lato del
suo Tattico che non aveva mai scoperto.
“Si lo so, ma non voleva fare ciò che ha fatto e se n’è pentito, allora
Comandante Romanov cosa vuole fare?” disse in tono autoritario cercando di
scuoterlo.
“Andiamo, capitano. Non vogliamo far aspettare la nostra nuova signora.
Aspetti però il mio aspetto è contro il regolamento e non ho la divisa.”
“In effetti così ridotto non ti faranno mai entrare. Torna dentro presto
non abbiamo molto tempo, fatti un bagno e sbarbati. Per la divisa ne
troveremo sicuramente una all’ufficio locale della Flotta Stellare.”
“Si signore.”
--
Ciao, Riccardo
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OOO Cmd. Coral Nimosit
Primo Ufficiale (FO)
Sez. Comando e Navigazione
USS Vancouver NX 75722
coral.nimosit a gmail.com
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Numquam quiescere
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-------------- parte successiva --------------
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Stml2