[Stml2] [16.13] Novalis semper fidelis

Coral Nimosit coral.nimosit a gmail.com
Lun 26 Mar 2018 16:24:51 CEST


Buon pomeriggio ciurmaglia!!! Ecco a voi il brano finale (ma proprio
finale finale) della gloriosa Novalis, quello che racchiude tutti i
brani di sbarco. Non è che abbia dovuto fare grossi aggiustamenti, ho
sistemato l'ordine dei brani in base all'ora scritta su ogni post. In
più ho aggiunto la chiusura finale, ovvero il discorso del capitano.


Fatemi sapere che ne pensate, se ci sono errori, aggiustamenti da fare, etc etc.


Buona lettura.



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Brano: 16.13

Titolo: Novalis semper fidelis

Autori: tutti gli ufficiali superiori

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Parte 1: Un passo indietro e poi sempre avanti
Autore:Silvia/Thevek

Utopia Planitia - Molo di Attracco 6

USS Novalis – Alloggio del Consigliere

D.T 01/04/2396 – 11.00


Non era più entrata nel suo alloggio da quattro giorni, quando dopo
uno dei turni più lunghi e pesanti della sua carriera, in cui aveva
visto morire amici e colleghi, quando, sporca di sangue e fuliggine,
Dwalla aveva trovato la sua porta bloccata e un avviso della sicurezza
che la avvisava che era avvenuta una decompressione nell'area dei suoi
alloggi ed era stata riassegnata in un alloggio ufficiali del ponte 5
che era diventato libero. una strana espressione per dire che lo
sfortunato occupante non ce l'aveva fatta.

Si era quindi trascinata con la caviglia slogata per due ponti sotto e
aveva sentito il dolore dell'equipaggio, ma anche la solidarietà e il
coraggio e tutto il meglio della Flotta Stellare. Aveva passato quindi
la notte nella vasca da bagno a provare a togliersi di dosso l'odore
del sangue e la distruzione dagli occhi e dalla mente, tanto sapeva
che non sarebbe mai riuscita a dormire nel letto del Tenente Kelzon
che aveva visto morire tra le sue braccia.

Poi c'erano stati i funerali solenni e le parole di conforto che aveva
elargito a tutti e le decine di rapporti che aveva dovuto scrivere.
Troppe cose, troppo da dire e da fare per realizzare e pensare a
quello che era accaduto e a quello che sarebbe accaduto di li in
avanti. E ora aveva ricevuto l'ordine di sbarco e tre mesi di licenza.
Chissà come li avrebbe impiegati. anche se era sicura che il suo amico
Nathan le avrebbe senza dubbio proposto qualche terrificante campeggio
nella giungla a farsi mangiare dalle zanzare.

Aprì la porta della suo alloggio. Solo lo scintillio del campo di
forza stava impedendo la decompressione dovuta a una frattura dello
scafo all’altezza di quelle che una volta erano le sue finestre sullo
spazio. Tutte le sue cose erano volate qua e la attirate verso il
vuoto e la maggior parte di loro perse per sempre. Si guardò intorno
preoccupata, ma si rasserenò nel vedere che l’unica cosa di vero
valore era rimasta bloccata tra il comodino e il letto. Una vecchia
scatola di legno recuperata dall'alloggio di sua madre sulla USS
Nereide che raccolse e aprì. Dentro erano conservati qualche dischetto
di olofoto dei suoi genitori e di suo marito Claude, tutti morti
troppo presto nel compimento del loro servizio. Il suo diario e le sue
onorificenze e un dente di una specie di lupo romulano a cui Nathan
aveva sparato in una battuta di caccia organizzata dal Senatore
Anthalx per festeggiare il successo della cooperazione con la
Federazione durante la Guerra del Dominio. Li guardò per qualche
minuto, indugiando nei ricordi, poi trovò il badge d’oro della Flotta
Stellare di Claude.

"Tu ne avresti salvati di più, almeno quanti ne avrebbe salvati il
dottor Di Maria, ma ho fatto il mio dovere e so che saresti stato
fiero di me"

Lo portò delicatamente alle labbra e poi lo richiuse con delicatezza
nella scatola e la infilò nel borsone. Se è importante conservare il
passato perché è quello che fa di noi quello che siamo, non è però
corretto crogiolarcisi dentro perché come era solita affermare si
sarebbe corso il rischio di non vedere quello che ci aspettava
davanti.

Frugò nel disastro per recuperare quello che poteva. Qualche vestito
miracolosamente rimasto impigliato nelle grucce, l'intimo rimasto nei
cassetti, l'Alta Uniforme che era sempre conservata nel baule
inchiodato davanti al letto e la scatoletta con le fiches e le carte
da gioco. Diede un'ultima occhiata e poi, senza più voltarsi, uscì.

Girando per la nave, piena di tecnici che stavano valutando i danni,
si era resa conto che alla fine non importava. Quello che importava
veramente erano le persone. Non dove. Non quando. Non Come. ma CHI. E
quelle persone con cui aveva condiviso così tanto in soli due anni di
permanenza a bordo ormai facevano parte di lei.

Raggiunse la sala teletrasporto 1 e notò il bagaglio di Coral
appoggiato su un lato.

"Tenente, sa dove è andato il Comandante Nimosit?"

"No, comandante. glielo cerco"

"Grazie"

Il giovane tenente attivò la consolle e dopo qualche secondo si
rivolse nuovamente al suo superiore "Il Comandante Nimosit è in Sala
Riunioni sul ponte 3. glielo chiamo?"

"Non si preoccupi. Lo vado a chiamare io stessa"


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Parte 2: Niente è più certo del cambiamento
Autore:Riccardo/Nimosit

USS Novalis, area alloggi delgi ufficiali superiori - 01/04/2396, ore
11:22 - D.S. 73249.93

Era appena uscito dall'alloggio del capitano, con in testa e nel cuore
un gran turbinio di emozioni difficilmente spiegabili a parole. Tutto
il suo bagaglio era già parcheggiato in sala teletrasporto. Era
indeciso sul da farsi, mentre salutava con sorriso sforzato tutto il
personale che gli passava davanti. Poi si avviò nei corridoi, senza
una meta ben definita.

USS Novalis, ponte 3, sala riunioni - poco dopo

Senza un perchè si ritrovò in sala riunioni. Il silenzio era
assordante. Il lungo tavolo al quale aveva preso posto milioni di
volte era lì, troneggiante al centro della stanza. Si avvicinò alle
grandi vetrate laterali dalle quali si godeva di una vista magnifica.
La nave era agganciata ad uno degli ormeggi secondari dei cantieri, in
attesa che gliene venisse assegnato uno di quelli principali nel quale
sarebbe stata parcheggiata dai tecnici della flotta per cominciare le
operazioni previste dal Comando di Flotta. La vista dalle vetrate era
dunque quasi del tutto sgombra e Nimosit poteva ammirare la vastità
dello spazio proprio difronte a sè. Nessun essere vivente sarebbe
potuto rimanere indifferente difronte ad un tale grandioso spettacolo,
riflettè.
Si schiarì la gola con un colpo di tosse.

"Computer!"
Si udì il classico cinguettio proveniente dal cuore pulsante della nave.

"Ciao. Questo è davvero il nostro ultimo saluto, temo."
=^= Comando non riconosciuto. Per favore specificare meglio la
richiesta. =^= Rispose automaticamente la voce femminile.
"Già. Ne abbiamo passate milioni insieme, non è vero?" Altro cinguettio.
=^= Comando non riconosciuto. Per favore specificare meglio la richiesta. =^=
"Ho salutato tutti, credo. Compresi i tecnici degli hangar navette!
Mancavi solo tu, insomma...."
=^= Per favore, specificare la natura della richiesta. =^= Il primo
ufficiale ridacchiò tra sè e di sè.
"Ti ricordi quella volta nel sistema Sanniter? Quando dovemmo ospitare
i negoziati tra Sanniti e Territi? Roba da pazzi, con il capitano
Khe'Loc che dava di matto e Franzoni che voleva fare sempre di testa
sua!"
=^= Il sistema Sanniter è un sistema binario situato nel quadrante....
=^= Cominciò imperterrito il computer di bordo.
"Naaa, lascia perdere.......E quell'altra volta che fummo bloccati da
quell'essere metafisico che ci aveva preso per il suo giocattolo
personale? Da paura, a momenti ci lasciavamo le penne tutti. Fu solo
grazie a Mumal che riuscimmo a cavaracela!" - Lasciò vagare la mente
nei ricordi più profondi. - "Josef Khe'Loc, il Pugnale
dell'Imperatore....il mio primo capitano, siamo fortunati se ne siamo
sopravvissuti! - Ridacchiò Nimosit ricordando i modi spicci a volte
esasperanti del suo primo ufficiale di comando. - "Il comandante
Destro, il numero uno......ho imparato da lui, gli devo tutto. Rem
Sibek, il capo ingegnere.......che matta! Tulamb!! Il più stravagante
di tutti...senza dubbio. E tutti gli altri, Ninye, Rivetti, Gexep,
Rinaldi, Roth.... Sono ancora tutti qui seduti su queste
poltrone.....chissà cosa direbbero in questo momento....."

"Che fai parli da solo adesso?" La voce alle sue spalle lo fece
sobbalzare e voltare di scatto. Appoggiata con una spalla alla porta
il comandante Thevek.
"No, io....stavo solo....Da quanto sei lì scusa."
"Sono appena arrivata." Mentì lei.
C'era poco da dire, riflettè Nimosit, e tornò ad osservare il mare di
stelle davanti a lui.
Con passi felpati la donna gli fu accanto e, in silenzio, lo imitò per
alcuni interminabili istanti.

"Niente è più certo del cambiamento. Sai?" Fece lei delicatamente.
"Bella. E' tua?"
"Magari. E' un verso di un brano musicale di un musicista terrestre
del ventesimo secolo." - (Bob Dylan, ndr) - "Me la cantava sempre una
persona alla quale ho voluto molto bene."
"Pensavo di essere io quello a cui volevi molto bene!"
"Scemo!" Rispose lei colpendolo con un pugno sulla spalla.
"Hey!" - Fece lui massagiandosi l'arto.
"Quali sono le tue prossime mosse?" Chiese Dwalla curiosa.
"Oltre a smettere di annegare nei ricordi?"
"Ci sono destini peggiori!"
"Già. Comunque ho l'ordine di riservare un tavolo per otto in uno dei
ristoranti sulla passeggiata. Per stasera. Il capitano ci tiene a fare
un brindisi."

Il consigliere fece un passo verso la porta porgendo il braccio destro all'uomo.
"Che fai ancora lì, vieni o no. C'è un party da organizzare!"
Nimosit sorrise scuotendo la testa; non aveva scampo.
Ancora una volta.

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Parte 3: La moglie del dottore Laren Krim
Autore:Otello/Di Maria

Infermeria, ufficio Dottore della USS Novalis ore 11,30

Il Dottore stava raccogliendo le sue ultime cose dalla sua scrivania in maniera
frettolosa non vedeva l'ora di sbarcare dalla Novalis per rivedere sua
moglie a Bajor.

Aveva appena inviato gli ultimi messaggi al terminale del suo
superiore Nimosit e dato le sue ultime
direttive al personale medico.

L' infermeria si stava lentamente svuotando. Non gli sembrava vero
lasciare l'ufficio
medico della Novalis dopo tanti anni di servizio.
Rimase ad aspettare che tutti i medici e gli infermieri uscissero
dalla sala per poi
iniziare le opeazioni di chiusura.
Prima di chiudere le porte dell'infermeria rimase ad osservare qualche
minuto la sala
ormai vuota ripensando a tutti i momenti belli e brutti passati all'interno,
dimenticandosi per un momento la fretta che aveva di scendere.

“ Tenente è ora di andare.” La voce del suo secondo interruppe i suoi pensieri.
“ Si è vero è ora di andare, grazie Dottore”

L'ufficilale medico e i suoi due secondi si incamminarono nei coridoi
della Novalis per l'ultima volta in silenzio come se fossero di
funerale dirigendosi verso il teletraspoto.
Mentre camminava Di Maria pensava se avesse eseguito tutti i compiti e non
dimenticato qualcosa.E ripassava con la mente tutti i
passaggi.Infermeria sistemata,
ufficiali salutati, tutto ok pensò ora scendo e domani mattina vado a
Bajor da mia moglie e chiudo questa missione.

Attracco Utopia Planitia ore 13,30

Otello era appena sceso dalla sala teletrasporto si salutò con i suoi
colleghi e si dirigeva verso l'uscita dell' hangar nave
stellari.Davanti a lui vedeva una marea di persone che camminava,
correva, si salutava o semplicemente parlava tra di loro. Tra queste
notò una ragazza Bajoriana sola alta con i capelli scuri e lunghi fino
alle spalle in attesa di qualcuno.

“ Laren”. Gridò il Dottore.
“ Otello”. Rispose la ragazza.

Era la moglie Laren krim che lo attendeva. Era molto tempo che non si
vedevano dal vivo. Si abbracciarono calorososamente per una ventina di
secondi sotto gli occhi di tutti i passanti.

“ Che sorpresa disse il Dottore commosso”.
“ Per quanto tempo rimarrai in licenza” Ribbatte la donna mentre lo abbracciava.
“ Non lo so, e' rimasta solo la cena di questa sera con il capitano e
tutti gli ufficiali e poi si vedra' ma andiamo subito a pranzo e non
perdiamo altro tempo”.

Il volto di Laren si rattristo', per un momento. Ma come moglie di un
ufficiale della flotta era abbiuata a cio'.La cosa principale ora era
che stavano nuovamente insieme


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Parte 4: Tutte le cose belle finiscono
Autore:Patrizia/Romanov

Plancia della USS Novalis

01/04/2396 ore 12,00

La Novalis era attraccata a Utopia Planitia e Aleksei stava finendo di
controllare le ultimi controlli, la nave era veramente ridotta male
chissà se l’avrebbero riparata, ma qualcosa gli diceva di no. Era
stato concesso a tutto l’equipaggio tre mesi di licenza e poi alla
fine chissà. Quell’ultima missione era stata veramente difficile e
soprattutto l’ultimo combattimento. Aleksei era veramente esausto, e
non solo lui ma tutto l’equipaggio aveva bisogno di riposo.

Ufficio del Primo Ufficiale

01/04/2396 ore 13,00

Aveva consegnato al comandante Nimosit il rapporto sulla sua stazione
e aveva chiesto di poter scendere subito, aveva ricevuto una
convocazione dall’Ammiraglio Powers. Nimosit l’aveva guardato e gli
aveva chiesto in tono tranquillo “E’ una di quelle missioni?”

Chiunque altro avrebbe ricevuto uno sguardo gelido e un ‘non sono
affari suoi’  ma con il Comandante Nimosit, anzi con tutto
l’equipaggio della Novalis si era formato un rapporto speciale che non
aveva avuto con gli altri e così rispose  “penso di si comandante.”

“Mi raccomando Aleksei stia attento. Spero di rivederla un giorno, lei
è un ottimo ufficiale ” Disse Nimosit poi si alzò e allungò la mano
che Aleksei strinse con forza.

Mentre usciva Aleksei si sentiva turbato, primo era la prima volta che
il comandante Nimosit  lo chiamava per nome e poi si era preoccupato
per lui, era una cosa che non gli era mai accaduta, nessuno si era mai
preoccupato per lui.

Stava quasi per arrivare alla sala Teletrasporto che il badge suonò
“Comandante Romanov venga nel mio ufficio.” Era il Capitano.


Ufficio del Capitano Kuribayashi

01/04/2396 ore 13,30

Una chiamata del tuo capitano non si rifiuta anche se in teoria lui
era già in licenza. Arrivato davanti alla porta suonò e dopo il
permesso del suo superiore, Aleksei entrò e si mise sull’attenti
“Tenente Comandante Romanov a rapporto, signore.”

Tetsuya Kuribayashi continuò a leggere lo schermo che aveva davanti
poi girò la testa e guardò attentamente Aleksei, come sempre il
giovane russo sentì un brivido di inquietudine, quando il capitano lo
guardava così, sembrava leggergli dentro ed era una sensazione
spiacevole per un tipo come lui. Non si sarebbe mai abituato allo
sguardo acuto dell'uomo  Poi il capitano disse “Riposo comandante. Ho
sentito che ha chiesto di lasciare la nave in anticipo.”

“Si signore. L’Ammiraglio Powers mi ha convocato al Comando.” Rispose Aleksei.

“E’ per un’altra di quelle missioni.” Chiese  il capitano. Stessa
domanda ma in tono diverso, più brusco.

Aleksei rispose allo stesso modo.

“Aleksei, lei, tu sei un bravo ufficiale e nell’ultima missione hai
chiesto molto alle tue forze e così tutti noi, e sei esausto. Vuole un
consiglio signor Romanov, rifiuti quella missione e si riposi, solo
per questa volta.” Disse il capitano Kuribayashi.

“Grazie signore, ci penserò.” Fece Aleksei.

“Bene. Il Comandante Nimosit l’ha avvertita che questa sera ci sarà un
party per tutti i membri dell’equipaggio.”

“No signore. Non lo sapevo.”

“Se ne sarà scordato. Bene l’avverto io. E voglio che ci sia anche
lei, è un ordine. ” Disse Kuribayashi con tono severo ma con un
sorriso.

“Ci sarò Signore.”

Aleksei aveva preso il teletrasporto che lo aveva depositato sulla
Base Spaziale e da lì aveva preso una navetta che l’avrebbe
trasportato sulla Terra, aveva preferito così per pensare un po’ in
tranquillità. Alek guardò dall’oblo della navetta mentre si
allontanava  dalla Novalis. Quella nave era stata la sua casa solo per
un anno ma l’aveva sentita sua più di qualunque altra cosa su cui era
stato. Era una strana sensazione, sapeva che gli sarebbe mancata come
gli sarebbe mancato il suo equipaggio.

Ma ormai quella era una fase della sua vita che si chiudeva. Gli venne
in mente un detto che aveva sentito tempo fa: ‘Tutte le cose belle
finiscono’ ed era vero. Questa sera c’era la festa in cui sarebbero
stati insieme per l’ultima volta e poi chissà se in futuro avrebbe
incontrato qualcuno di loro. ‘Chi vivrà vedrà’ si disse. ‘Ora doveva
convincere l’Ammiraglio Powers che aveva bisogno di riposo, e poi gli
sarebbe piaciuto passare un po’ di tempo a visitare le alpi
austriache, aveva sentito che la montagna era molto riposante di
rilassante.’ E lui ne aveva davvero bisogno, al suo ritorno avrebbe
deciso cosa fare.

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Parte 5: Ri-partenza
Autore:Federico/Sev

*** USS Novalis, Ufficio della Sicurezza
01/04/2396, ore 14:28 - D.S. 73249.9 ***

Sev era circondato da addetti della sicurezza che gli domandavano di
firmare quel trasferimento di materiale, di confermare il sigillo di
qualche cassa di armi, di approvare il turno di guardia, di approvare
chissà cosa. Era talmente preso che non si era reso conto che oramai
non tornava nel suo alloggio da un giorno. In quel momento entrò sua
moglie.
*Allora che faccio? Ti porto la tua candela qui?* Domandò lei telepaticamente.

*Appoggialo su quella mensola, dopo lo firmo...* Rispose
immediatamente per poi rendersi conto. *Ma cosa...? Ah, ciao...*

Ryanis sorrideva, lo conosceva fin troppo bene, gli lanciò uno sguardo e basta.

*Mapporc...* pensò istintivamente il bajoriano *Finisco qui e stasera
ceniamo insieme.*

*Lo giuro!* Pensò nuovamente notando lo sguardo sempre più
inquisitorio della moglie.

*Sarà il caso...* pensò lei ed uscì.

Sev si scrollò un attimo e si accorse che i suoi uomini lo stavano osservando.

"Che c'è? Non avete mai assistito alla cazziata telepatica di una
moglie?!" Chiese ridendo.

Tutti scoppiarono a ridere. In quel momento Sev li guardò uno alla
volta, ripensando a tutte le emergenze che avevano dovuto affrontare.
E ne avevano dovute affrontare veramente tante. E tante altre ne
avrebbero ancora affrontate.
Erano i suoi vice, ognuno con una specifica area di competenza,
persone a cui aveva affidato la propria vita, e la sicurezza della
nave, molte più volte di quelle che in quel momento si ricordava. Era
difficile salutarli.

Con questi pensieri si alzò in piedi sotto lo sguardo incuriosito dei
vice. Si avvicinò ad una cassa dietro la sua scrivania, la alzò, e
rimosse la prima lastra del pavimento rivelando un piccolo
scompartimento da cui prese fuori una bottiglia. Poi si diresse verso
il replicatore per recuperare i bicchieri.
Con calma li dispose sulla scrivania, anche sopra a d-padd, e li
riempì. Sempre in silenzio ne porse uno ad ognuno.

Alzò il proprio bicchiere e disse "Signori, non chiedetemi cosa sia o
come io l'abbia trovata dentro quel compartimento..." fece una pausa
per ridere insieme a loro e riprese "Lottare e servire insieme a voi è
stato un piacere e un privilegio. Non si sa ancora cosa succederà, ma
in ogni caso ho imparato tanto da ognuno di voi, e questo niente potrà
cancellarlo. E ora, beviamo!"

Tutti bevvero un sorso per poi tossire quasi all'unisono.

"Ok....questo fa schifo...." Disse Sev tra un colpo di tosse e l'altro.

E tutti risero.

Proprio in quel momento si aprì la porta ed entrò Nimosit. Tutti,
tranne Sev, si misero sull'attenti e nascosero il bicchiere.
Il bajoriano non si scompose e salutò i suoi vice mentre recuperava un
altro bicchiere e lo riempiva..
Una volta rimasti soli lo porse verso il Primo Ufficiale.

"Ê ottimo, un sorso?"

Nimosit guardò dubbioso il bajoriano ma prese il bicchiere e buttò giù
il liquido. Immediatamente iniziò a tossire.

"Ma....che...schifo....ma cosa diavolo è?"

Sev si mise a ridere e rispose "Non ne ho idea...l'ho trovato due o
tre anni fa, secondo me è li da quando è stata costruita la
nave...potrebbe anche essere un diluente per qualche vernice ora che
ci penso..."

"Beh, cacciala via prima di ammazzare qualcuno..." Replicà Nimosit per
poi proseguire "Prima che tu cercassi di uccidermi con una sostanza
ignota, volevo dirti che stasera ci sarà una cena con il Capitano con
tutti gli ufficiali, ti manderò i dettagli appena prenoto."

"Oh cavolo....."

"Che succede? Non è da te rifiutare una cena..."

Sev si lasciò cadere sulla sua sedia e spiegò "Non rientro nel mio
alloggio da non so quanto e Ryanis è venuta stamattina con uno sguardo
omicida...."

Nimosit rise e si mise comodo "Ahia, l'hai combinata grossa"

"Aspetta, che non è finita...le ho promesso che l'avrei portata a
cena.....stasera. Non so come le dirò che la rimandiamo."

Nimosit scoppiò in una risata, seguito da Sev.

"Fammi capire, entreresti disarmato senza esitazione in una stanza con
dentro dei klingon inferociti e non sai come dire a tua moglie di una
cena...?"

Sev lo guardò con lo sguardo di un cane bastonato. "Ti prego, dimmi
dov'è questa stanza..."

E risero nuovamente.

Dopo poco rimasero in silenzio guardando l'ufficio.

"Quante sere eh?" Domandò il Primo Ufficiale

"Già...."

"Sai già cosa farai in questa licenza?"

"Penso che mi riposerò...ma non so ancora come. So di certo che mi
mancherà la vecchia signora."

"Come a tutti."

"Sai, penso che tornerò un po' su Bajor, per ripartire, capisci?
Rivedere le colline, le montagne. Fare una vita semplice...Si, penso
che un mesetto me lo passerò li. Sei il benvenuto se vuoi passare a
trovarmi, lo sai."

"Grazie Nath, nel caso ti troverò." Disse alzandosi. "Vado a fare
altri giri. Prima della cena."

"Una cosa." Lo richiamò Sev che si era alzato e si avvicinò
tendendogli la mano. "Essere tuo compagni di equipaggio ed essere ai
tuoi ordini è stato un raro privilegio. Ma è niente in confronto al
fatto di poterti chiamare 'amico'."

I due si strinsero la mano guardandosi negli occhi senza il bisogno di
dire altro.
Poi con un cenno della testa Nimosit salutò ed uscì, ma si fermò quasi
subito e si voltò.
"Ah, bocca al lupo." E gli fece l'occhiolino ridendo


*** USS Novalis, Alloggio Capo della Sicurezza
01/04/2396, ore 16:37 - D.S. 73249.9 ***

Sev era arrivato davanti al suo alloggio da qualche minuto cercando
come dire alla moglie della cena.
Siccome non trovava il modo decise di andare allo sbaraglio, aprì la
porta e si trovò sua moglie davanti. Che lo aspettava con le braccia
incrociate.
"Davvero stai ancora pensando a come dirmi una cosa che so già?" E poi
continuò prima che il marito potesse rispondere. "E davvero pensi non
possa capire?"

"Ehm...."

"Si, ha ragione Nimosit, ti fa meno paura la stanza coi kiingon." Poi
lo baciò mentre la porta si chiudeva alle spalle del bajoriano.

"E ora però vatti a preparare per la cena anche se è presto, sono due
giorni che non so dove ti lavi!"

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Parte 6: Ed alla fine.. il principio
Autore:Ilenia/Kuz - Mauro/Oxila

USS Novalis - Alloggio del Tenente Oxila

D.T. 01/04/2396, ore 16:12

Lan aveva più o meno terminato di raccattare tutte le sue cose e
rimase sorpreso ad osservare il proprio vecchio alloggio: sembrava
addirittura più grande ora che i vestiti non occupavano più l’intero
pavimento ma se ne stavano stipati all’interno della sua capiente
valigia. Oramai erano poche le cose rimaste appoggiate sulla scrivania
ma, per quanto cercasse di riporle nella borsa, qualcosa gli impediva
di farlo. Lentamente prese fra le mani un piccolo oloproiettore e si
avvicinò al finestrone pensieroso, ma il rumore del sensore lo fece
fermare.


“Avanti..” Lan ripose l’oloproiettore per poi voltarsi verso l’entrata
“Scusi il disord…” si fermò all’improvviso, era così abituato a
scusarsi per il modo che teneva l’alloggio da non pensare che, forse
per la prima volta da mesi, anche la sua stanza non sembrasse più il
luogo di un attentato dinamitardo.

Nimosit fece qualche passo all’interno dell’alloggio “La disturbo?”
vide che Lan stava per scattare sull'attenti ma lo fermò con un gesto
della mano “No, non sono qui in veste ufficiale.. volevo solo vedere
come sta ora che..” fece un paio di passi nell’alloggio del sottoposto
per poi osservare fuori dai finestroni “Beh, tre mesi di licenza
possono essere belli ma anche molto lunghi.. soprattutto per un
pilota”

“In questo momento onestamente non pensavo a quello..”

Nimosit si voltò ad osservare il giovane restando in silenzio, come ad
invitarlo a proseguire.

“Non mi fraintenda, sono un pilota come lo è lei.. ti resta dentro, è
una passione.. forse potremmo dirlo uno stile di vita.. il brivido
della velocità, la sensazione di perfezione quando termini una manovra
difficile e la passione del restare dietro a quei comandi è qualcosa
che farà sempre parte di noi, ma..” Lan osservò nuovamente fuori dal
finestrone “Qui c’era anche un componente personale..”

“Si riferisce ai colleghi?” chiese Nimosit tornando ad osservare le
stelle “Si tratta solo di una licenza dopotutto” la frase del primo
ufficiale, seppure affermata con una certa convinzione, lasciò una
strana sensazione ad ambo gli ufficiali

“Signore, posso farle una domanda?” Lan si voltò verso Nimosit “Ha mai
avuto la strana sensazione di essere sul punto di perdere la più
grande occasione della vita ma nonostante tutto non sapere come
impedirlo?”

Nimosit si voltò perplesso “Credo di non aver capito appieno di cosa
sta parlando, ma.. sono sempre stato convinto che la vita sia degna di
essere vissuta dando il meglio di se stessi, e.. perchè no, anche
rischiando un po’..” fece una piccola pausa “A volte credo sia meglio
tentare e fallire piuttosto che rimpiangere il non aver fatto nulla
per paura..”

Lan annuì per un attimo “Ero quello che immaginavo..”

Nimosit fece un sorriso “La lascio terminare di preparare le sue
cose..” si diresse all’uscita per poi voltarsi “Il Capitano vorrebbe
poter fare una cena con tutti gli ufficiali superiori, anche lei è
invitato.. ci incontreremo alle ore 20 in passeggiata.. vado ad
informare anche gli altri ufficiali”

“Mi scusi, il Comandante Kuz è già stata informata?”

“No..” Nimosit si fermò ad osservarlo “Non ancora.. perchè?”
“Posso informarla io se vuole, stavo giusto andando da lei..”

“Bene.. la ringrazio tenente” Nimosit osservò per qualche attimo il
tenente Oxila, pensieroso, poi uscì dall’alloggio.


USS Novalis - Alloggio del Tenente Comandante Kuz

D.T. 01/04/2396, ore 16:34


L’alloggio era stato perfettamente riordinato, tutti gli effetti
personali erano stati meticolosamente riposti all’interno del borsone
con il quale era salita a bordo, a parte un’unica cosa: appoggiato a
pochi passi dal resto delle cose un’uniforme consunta e macchiata se
ne stava perfettamente piegata, ma all’esterno del borsone. Denay le
si avvicinò osservandola e per qualche istante il suo pensiero tornò
all’ultima missione: l’esperienza di quel rapimento le era rimasta
dentro, quasi come una macchia di inchiostro in mezzo ad una pagina
bianca.

Prese l’uniforme per poi infilarla nel borsone, sapeva che sarebbe
stato più sensato gettarla via, ma stranamente faticava a disfarsene,
quasi fosse divenuta una parte di lei; si sedette sul proprio letto ed
osservò per qualche altro attimo la stanza ma il suono del sensore la
fece alzare di colpo.


“Avanti..” si voltò facendo qualche passo verso l’entrata per poi
inclinare un po’ il capo vedendo entrare Oxila “Lan, qualcosa non va?
Sembri nervoso..”

Il giovane non parlò per qualche istante, poi sorrise con espressione
quasi divertita “Ero partito con così tanta convinzione, così tanti
pensieri nella mia mente, e all’improvviso mi sembra che tutta
quell’enfasi si sia dissolta”

“Non credo di averti capito…” Denay incrociò le braccia al petto
perplessa, osservando Lan che scoppiava a ridere

“Si, fatico a capirmi anche io” Lan si avvicinò alla scrivania per poi
sedervisi sopra, tornando a sorridere alla scienziata “Già deciso cosa
farai in questi tre mesi di licenza forzata?”

“Non esattamente” Denay rilassò un po’ la postura sedendosi sul letto
“Ora come ora ho solo voglia di godermi un po’ di giorni di vacanza,
senza pensieri e preoccupazioni. Quando mi sentirò pronta prenderò una
decisione su cosa fare nel prossimo futuro”

“Prossimo futuro?” le parole di Denay fecero scattare un po’ Lan
“Andiamo.. si tratta solo di una licenza un po’ più lunga del solito,
no?” le parole uscirono dalle labbra del timoniere con un suono cupo,
come se anche lui non riuscisse a crederci a pieno “Solo una licenza…”
ripeté ancora meno convinto

“Già.. solo una licenza..” gli fece coro Denay, ma sul volto le si
leggeva che nel profondo sentiva quasi un vuoto, stava dicendo addio
all’ennesima nave, all’ennesimo equipaggio e dentro di sé sentiva che
era stanca di tutto questo. Scosse il capo per allontanare quella
sensazione di ineluttabile impotenza per poi tornare a guardare Lan
“Come mai eri passato? Solo per fare quattro chiacchiere?”

“No.. ho una comunicazione di servizio da lasciarti, anzi.. diciamo
che ne ho due” Lan si rialzò in piedi avvicinandosi a lei “La prima è
da parte del Comandante Nimosit, il Capitano vuole fare una cena con
tutti i suoi ufficiali prima che l’equipaggio debba sbarcare dalla
nave.. ci incontreremo alle ore 20, in passeggiata”

Denay si alzò a sua volta “Molto bene, ci sarò..” rimase per un attimo
in attesa per poi chiedere “E l’altra comunicazione di servizio?”

“L’altra comunicazione di servizio in realtà è mia” Lan si fermò ad un
passo da Denay, osservando il suo sguardo stupito “Ma è davvero molto
importante”

“Molto bene, quale sarebbe questa comunicazione?”

Lan si avvicinò a Denay portando le punta delle dita sotto il mento
della giovane per farle alzare il capo, quindi avvicinò il viso a
quello di lei restando a pochi centimetri dal suo volto “Volevo che tu
sapessi come la tua presenza abbia rappresentato l’alfa e l’omega di
questo viaggio.. ti ho visto cambiare giorno dopo giorno durante
questo incarico, ho avuto la gioia di poter festeggiare ogni successo
che abbiamo avuto nelle nostre avventure e.. beh, sì.. ho avuto anche
modo di preoccuparmi per te ogni qualvolta che sapevo come tu potessi
trovarti in pericolo.. ma a conti fatti non scambierei questo periodo
passato sulla Novalis con nient’altro” avvicinò le labbra alla giovane
baciandola con grande passione “Volevo sapessi che.. non ha importanza
dove tu andrai o che cosa vorrai fare in questo periodo o in futuro,
qualsiasi cosa possa succedere sappi che per qualcuno tu sei stata,
sei e sarai il suo piccolo mondo”

Denay rimase ad occhi spalancati, tutto si sarebbe aspettata tranne
che Lan all’improvviso decidesse di fare un simile passo, e la lasciò
ancor più esterrefatta il fatto che lui, finito il discorso,
indietreggiasse per poi dirigersi all’uscita “E finisce tutto così?”

“Chi ha mai parlato di una fine?” chiede il giovane timoniere voltandosi

“Siamo ad un passo dallo sbarcare dalla nave… perché ora?” Denay lo
osservava stupita “Fra poco scenderemo da questa nave, ci perderemo di
vista.. non capisco Lan”

“Perchè a volte è meglio tentare e fallire, piuttosto che rimpiangere
la decisione di non fare nulla per paura” Lan le sorrise “Ora sai cosa
penso.. sta a te decidere cosa fare, e non temere.. ovunque andrai, se
lo vorrai verrò con te” detto questo uscì dalla stanza, lasciando la
giovane a riflettere prima di prepararsi per l’ultima cena a bordo
della Novalis.


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Parte 7: In alto i calici
Autore:Riccardo/Nimosit


Cantieri Utopia Planitia - Passeggiata - Ristorante "Phoenix" - Data
terrestre 01/04/2396 ore 22:45

La cena era quasi al termine. Era stata una serata piacevole anche se
velata di malinconia, una cena tra ricordi e risate, con sullo sfondo
la sagoma ferita della Novalis. Nimosit aveva particolarmente
apprezzato i tentativi, nemmeno troppo velati, di Dwalla di perforare
gli scudi del comandante Romanov, cercando di far breccia nelle sue
difese e magari venire a conoscenza di qualche lato privato dell'uomo,
sempre molto abbottonato. Il primo ufficiale, tuttavia, aveva
percepito un piccolo cambiamento nell'atteggiamento del tattico. Che
si stesse affezionando all'equipaggio?

Il capitano approfittò di un momento di relativo silenzio per alzarsi,
calice in mano.
"Signori, permettete due parole...." - Gli ufficiali ammutolirono. -
"....lasciatemi dire che apprezzo moltissimo il fatto che siate tutti
qui questa sera, a salutare con me quella che è stata la nostra casa
per molti anni. Non so se sarà un addio o solo un arrivederci,
tuttavia, visti i danni subiti, l'anzianità di servizio e le mutate
politiche della Flotta, temo che possa essere maggiormente aderente
alla realtà la prima ipotesi. Ma non sta a noi deciderlo. Nonostante
tutto ciò possa darci un certo senso di malinconia, questo non può e
non deve farci dimenticare quello che è stata, per ciascuno di noi,
l'esperienza di vita a bordo della più grande nave da battaglia della
Flotta Stellare. Sono sicuro che ognuno di voi avrà avuto modo, in
cuor suo, di prepararsi ad affrontare il passaggio che stiamo vivendo,
ma ci tengo a ringraziarvi per tutto ciò che avete rappresentato per
me, per l'intero equipaggio, per la Novalis. Molte e molte volte ho
messo la mia vita e quella di tutti gli altri nelle vostre mani e,
altrettante volte, voi avete fatto lo stesso ponendo la vostra nelle
mie, assecondando i miei comandi con convinzione, coraggio e
professionalità. Quello che abbiamo condiviso assieme in questi anni
non si può raccontare a parole, non si può descrivere, si può solo
vivere. E' per questo che non mi dilungherò tediandovi oltre. Vorrei
solo che vi fosse chiaro, anzi no, cristallino...il mio grazie!" -
Alzò verso il cielo il calice mezzo pieno di un liquido ambrato. -
"Novalis semper fidelis!" Fece poi, prima di vuotare il bicchiere.
Gli ufficiali, visibilmente commossi ed emozionati, lo imitarono
alzandosi in piedi ed unendosi al loro capitano, all'unisono.
"Novalis....semper fidelis!"


END OF ALL TRANSMISSION








-- 
Ciao, Riccardo


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OOO Cmd. Coral Nimosit
Primo Ufficiale (FO)
Sez. Comando e Navigazione
USS Vancouver NX 75722
coral.nimosit a gmail.com
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                       Numquam quiescere
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