[Stml2] 00.03 – “Il più bel viaggio è quello che non è stato ancora fatto” - Si.Bi/lt. Com. Dwalla Thevek

Silvia Bianchini ltcomm.sibi a gmail.com
Mar 15 Maggio 2018 12:45:16 CEST


*Eccolo qui!*

*Spero vi piaccia 😉*


*Piccola nota, per godere meglio il brano è bene che abbiate presente i
luoghi di cui parlo quindi nel dubbio cercateli su Google 😘*


*Ciao!*

*Si.Bi.*

*==============================*


*=============================*

*Titolo: 00.03 – “Il più bel viaggio è quello che non è stato ancora fatto”*

*Precedente: 00.02 – “Ritrovo”*

*Autore: Si.Bi./Dwalla*

*=============================*



**** Orbita SOL III – Attracco Spaziale Terrestre – Cupola di Comando –
Ufficio del Comandante*

*30/04/2398, Ore 07:59 – D.S. 75326.94 ****



Lo spettacolo che si poteva ammirare dal ponte di comando della Stazione
era ogni volta da lasciare senza fiato. Il ponte di comando si trovava
infatti al vertice della cupola e dalle vetrate a 360° si potevano ammirare
tutti i ponti di attracco e i le passerelle, i ponti commerciali e dedicati
ai divertimenti che si trovavano sotto. Tutto il brulicare di vita della
stazione era sotto di loro. Spettacolo parimenti memorabile era quello che
poteva mirare sulla parte esterna della struttura dove si trovavano uffici,
laboratori, appartamenti e i sistemi tecnici e tattici, e che avevano ogni
4 ore un’alba e lo spettacolo della Terra bellissima e blu che placidamente
ruotava sotto di loro. Un piccolo mondo, una città fatta di arrivi e
partenze, di commercio e scambio culturale, di abbracci amorevoli e di
strette di mano formali. Tutto doveva funzionare al meglio, ma nonostante
le promesse della Federazione e della Flotta Stellare, la realtà era che i
migliori ufficiali e marinai volevano stare sulle navi e non sulle basi
stellari. Così restavano solo quelli che volevano una vita comoda, piena di
piaceri e di licenze a terra, quelli che non erano mai assegnati ad alcuna
nave perché i danni che potevano fare erano sempre contenibili su una base
e invece potevano risultare letali su una nave. A questo stava pensando,
guardando dalle finestre del suo ufficio, il Comandante Baroni, un uomo
energico e brillante, seppur amante delle comodità considerati i suoi 61
anni, che aveva il comando della stazione da più di 20 anni e aveva
personalmente guidato i lavori di refit che si erano resi necessari dal
danneggiamento subito dall’ultimo attacco dei Borg e aveva sempre cercato
di tirare fuori il meglio dai suoi uomini, che pure avevano notevoli
lacune. Il suo ufficiale alla sicurezza, Il Tenente Gruber, gestiva
perfettamente le situazioni difficili sulla stazione che potevano crearsi
quando equipaggi diversi si incontravano, ma era allo stesso tempo una
persona assillante e ossessiva con le sue continue richieste per  miglioramenti
difensivi e tattici che a detta di tutti gli analisti tattici della Flotta
Stellare non erano necessari. Il suo capo operazioni era il Tenente Drué,
era invece molto precisa nel suo lavoro, ma di natura molto schiva, quasi
asociale e non legava con nessuno, tanto da non avere nemmeno l’alloggio
sulla stazione, ma tornava tutte le sere a dormire sulla Terra. Infine sia
il suo ingegnere che il suo ufficiale medico erano al momento due giovani
Guardiamarina appena usciti dall’Accademia. Non che fossero necessarie
squadre tecniche superspecializzate, visto che bastava una buona e regolare
manutenzione, o che fossero necessarie cure specialistiche vista la
vicinanza con le strutture sanitarie della Flotta sulla Terra. Tutti gli
altri marinai e sottufficiali, circa una quarantina, erano persone dello
stesso tenore, bravi, ma non brillanti e tutti bene o male soddisfatti
della vita che facevano. Negli oltre vent’anni di comando, la stazione
aveva fatto il suo lavoro con diligente metodicità e ordinaria mediocrità.
Quello che Baroni non si sarebbe mai aspettato invece era stata
l’assegnazione di un ufficiale di coordinamento e consigliere che aveva un
ruolino di servizio da nave ammiraglia. Da quando aveva posato gli occhi
sul Tenente Comandante Thevek, oltre a notarne la bellezza, si era chiesto
quanto quel miracolo si sarebbe fermato sulla sua stazione. Con il lavoro
del comandante Thevek, Baroni era riuscito finalmente ad avere la base
spaziale che aveva sempre sognato, in cui ogni cosa procedeva al ritmo del
cronometro. I suoi ufficiali avevano mostrato miglioramenti e ogni cosa era
filata liscia come mai prima. Ogni giorno negli ultimi 21 mesi aveva
ringraziato la buona stella che gli aveva mandato Dwalla, e ogni giorno si
era chiesto se quello sarebbe stato l’ultimo.
Nascondi testo citato



**** Orbita SOL III – Attracco Spaziale Terrestre –Ring*

*30/04/2398, Ore 19:34 – D.S. 75328.26 ****



Dwalla stava camminando con passo deciso lungo il cosiddetto Ring, la
passeggiata principale della stazione, con gli occhi fissi su un padd sul
quale stava compilando diverse modifiche. I presenti sulla passeggiata non
facevano altro che cederle il passo mentre avanzava con i capelli mossi che
ondeggiavano di qua e di là ad ogni passo. L’ultimo incarico del suo turno
e ancora una volta doveva coprire le inefficienze del sottocapo Lazie,
l’unico membro dello staff della stazione totalmente refrattario ai pochi,
ma significativi cambiamenti che aveva chiesto e ottenuto dal Comandante
Baroni. Era sempre stata abbastanza contraria ai richiami, cercando sempre
la soluzione giusta al problema, ma in questo caso l’unica soluzione era
trovare un nuovo impiego al sottocapo, possibilmente su un’altra stazione.
continuando a leggere il padd si accorse solo troppo tardi di una figura
sulla sua strada. Si scontrarono e la mano di lui la tenne stretta per
evitare di farla cadere e come sempre il flusso di pensieri la travolse in
uno schema mentale a lei familiare

*sei sempre bellissima*

“Grazie Comandante Nimosit, anche se non è vero… ma mi hai vista bene?”
disse lei finalmente portando gli occhi sul viso dell’uomo

“scherzi! Sei in formissima!”

“non male per una settantaquattrenne, vero?”

“in termini umani vuol dire meno di 40 e portati bene”

“Troppo galante… che fai qui, sei in partenza con la Montale?”

“No, no…in effetti sono qui per te”

“Per me?”

“Sì, possiamo trovare un posto per parlare?”

“Devo portare questo padd sul ponte 21 e poi ho finito il turno. Andiamo a
cena sul Ring? O vuoi scendere sulla Terra? C’è un favoloso ristorante dove
potrei portarti”

“Allora portamici, ti aspetto in sala teletrasporto 4?”

“Devo cambiarmi prima, ti raggiungo dopo sul Ring dal turbolift 1”

“Allora a dopo”



**** SOL III – Italia – Liguria – San Fruttuoso di Camogli*

*30/04/2398, Ore 23:00 – D.S. 75328.65 ****



Nemmeno la bellezza del ristorantino sul mare davanti all’abazia medievale
illuminata da luci bianche, o le stelle che si specchiavano scintillando
sul mare blu del piccolo golfo riuscivano a distrarre Coral dalla visione
di Dwalla, la quale aveva lasciato la sobria divisa della Flotta per un
molto più elegante e sexy abito da sera. Con le spalline sottili e la gonna
a sirena, le fasciava il corpo in modo perfetto e il tessuto nero
leggermente trasparente era fittamente rifinito con pizzi neri a forma di
rami in fiore che coprivano tatticamente in modo che nessuno potesse dire
che fosse praticamente nuda. Aveva raccolto i capelli in uno chignon e
sfoggiava due grandi orecchini a cerchio di oro bianco. Le spalle nude
erano però coperte dal fresco serale primaverile da uno scialle anch’esso
nero. In un posto così bello e con la compagnia giusta, la cena a base di
pesce e la bottiglia di vino avevano solo fatto il resto e la serata si era
svolta perfettamente. Avevano riso e chiacchierato, raccontandosi
reciprocamente aneddoti e si stavano gustando l’ultimo bicchiere

“Com’è che non lo facciamo più spesso?” disse Dwalla “non è che lavoriamo a
migliaia di anni luce l’uno dall’altra”

“Lo sai… tu hai le tue preoccupazioni. Io le mie e poi…” Coral lasciò
cadere il discorso. Entrambi sapevano il perché, tra loro c’era feeling,
c’era attrazione, ma un rapporto più intenso avrebbe messo a rischio una
bellissima amicizia che nessuno dei due aveva voglia di perdere e così, pur
sentendosi spesso non si vedevano con uguale frequenza.

“Lo so… come so che vorresti dirmi qualcosa, ma che non sai come fare”
disse lei con una scelta di tempi capace di lasciare un silenzio allo
stesso significativo, ma non imbarazzante.

“difficile nasconderti qualcosa eh?”

“Ormai dovresti saperlo. Dai dillo, prima che lo dica io”

“Kuribayashi ha il comando di una nuova nave e mi ha chiesto di radunare
gli ufficiali superiori della Novalis”

“non era difficile” disse lei sorridendo

“No è difficile perché so che tu molto probabilmente mi dirai di no” disse
Coral

“vero anche questo”

“e non c’è niente che possa fare per farti cambiare idea?”

“non direi, per quanto sarebbe bello venire con voi, devo dire che la mia
esperienza all’Attracco Spaziale è bellissima. Ogni giorno affronto nuove
sfide, conosco nuove persone e ho nuovi stimoli e cosa più importante non
metto in pericolo di vita nessuno. Quando ho chiesto quell’assegnazione ci
ho pensato moltissimo e il comando di Flotta mi ci ha mandato con
riluttanza, con tutte le navi su cui avrebbero voluto mettermi. Ma non me
la sento. Sono un medico della testa e quando ho dovuto sostituire un vero
medico ho perso 17 persone” disse lei appoggiandosi allo schienale e
spostando lo sguardo sul mare

“non è stata colpa tua” rispose Coral poggiandole una mano sul ginocchio

“Non dirmi che non è stata colpa mia. Posso dirmi di aver fatto il massimo
e posso anche accettare quello che è stato, ma so che un vero medico con
più esperienza sul campo di me ne avrebbe persi di meno. Almeno
sull’Attracco Spaziale non è richiesto il mio contributo di medico, ma solo
di psicologa e diplomatica cose su cui posso veramente dire la mia”

“lo sapevo, ma dovevo comunque dirtelo…”

“e noi ci siamo passati una bella serata”

“infatti… dai cambiamo argomento. Hai più visto Nathan?”

“Sì, viene il mercoledì per il poker e vado da lui la domenica a pranzo”

“Sta ancora con… Amelie?”

“No… una nuova… Fumiko… lo fa mangiare con le bacchette”

Si guardarono e scoppiarono a ridere continuando a conversare come se nulla
fosse stato.



**** Orbita SOL III – Attracco Spaziale Terrestre – Cupola di Comando –
Ufficio del Comandante*

*01/05/2398, Ore 10:32 – D.S. 75329.97 ****



Dwalla entrò nell’ufficio del suo superiore guardandosi intorno, sorpresa
di non vederlo alla scrivania.

“Mi ha fatta chiamare, Comandante?” disse vedendolo seduto su uno dei
divanetti al centro della stanza

“Sì, comandante. Si accomodi”

Dwalla si sedette di fronte a Baroni in attesa. Baroni stava guardano un
punto indefinito oltre le vetrate

“Lo sa quante navi partono o arrivano ogni giorno?”

“in media tremila, contando le navette”

“Esatto, due ogni minuto. Contando solo le navi di taglia medio grande si
scende a 1 ogni 5 minuti e lei non mi crederà, ma io vorrei essere su
ognuna di quelle navi. non dico di non essere contento di avere questo
comando. È un lavoro comodo che cerco di fare nel migliore dei modi, ma
l’avrà notato anche lei, quelli bravi… quelli bravi per davvero non
finiscono sulle basi stellari, almeno non quelle tatticamente irrilevanti”

“Non credo che l’Attracco Spaziale sia tatticamente irrilevante” disse
Dwalla sorpresa

“e invece lo è, è solo una delle 47 stazioni, tra cantieri e altre basi,
del sistema solare. Importante, ma non è unica. Come la nostra base ne
hanno costruite 74”

“Mi spiace, Comandante non capisco dove vuole arrivare”

“Ho saputo che dopodomani sarà varata una nuova nave dai cantieri di Utopia
Planitia, la USS Vancouver al comando del Capitano Kuribayashi. E dopo aver
controllato sui registri della stazione ho scoperto che il Comandante
Nimosit è venuto a trovarla ieri sera. Mi aspettavo una lettera di
richiesta di trasferimento questa mattina e non l’ho trovata”

“Si aspettava che partissi?”

“Mi aspetto che parta dal primo giorno che è arrivata qui. Lei è troppo
brava per stare su una base stellare. Il suo futuro è nello spazio”

“Mi trovo bene qui”

“Esattamente, qui non potrà mai stare meglio di “bene”… dovrebbe puntare al
meglio. Mi sono chiesto per ogni giorno il motivo per cui abbia scelto la
mia base. Di solito i motivi sono voler mantenere una vicinanza a casa o a
familiari, ma se mi permette… lei non ha una casa sulla Terra. Le abbiamo
dato un ottimo alloggio, ma lo stesso alloggio lo poteva avere da qualsiasi
altra parte. Quindi ho escluso questi motivi. Sarebbe potuta anche tornare
a insegnare all’Accademia, una vita anche più tranquilla di quella che
passa qui ma non l’ha chiesto. Quindi sono giunto a una teoria: lei non
cerca una vita tranquilla, ma pur bramando l’avventura lei abbia paura di
scoprire il lato negativo. Mi perdonerà, ma il suo ruolino è pubblico e
quindi so che ha perso molte persone care, ma stare qui al sicuro non mette
al sicuro le altre. Io non ho altro che questa base, ma lei può avere molto
di più”

“Dice che dovrei andare?”

“Dico di sì e lo dico contro il mio stesso interesse. Ci mancherà qui.
Davvero”

Dwalla lo guardò pensierosa

“Ha ragione… sono ancora in tempo per presentare quella domanda di
trasferimento?” disse infine

“la vada a preparare” disse Baroni sorridendo “sarò contento di
firmargliela”


========================
Lt. Commander Dwalla Thevek
Counselor (CNS)
USS Vancouver - NX 75722
=========================
"Se ti guardi sempre indietro non puoi vedere quello che hai davanti"
______________________________
Private comunicator:  ltcomm.sibi a gmail.com
-------------- parte successiva --------------
Un allegato HTML è stato rimosso...
URL: <http://gioco.net/pipermail/stml2/attachments/20180515/f6f54d1a/attachment-0001.html>


Maggiori informazioni sulla lista Stml2