[Stml20] Keane - 11.01- Ospiti e regali

mokia a libero.it mokia a libero.it
Gio 17 Lug 2014 16:53:21 CEST


Con un paio di giorni di ritardo ecco il mio pezzo: spero vi piaccia!
baci 
Monica


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Pianeta dei Fondatori 27 giugno 2394 – ore 20.47

Shran fu il primo a riprendersi dalla sorpresa di ritrovarsi davanti Odo e il 
suo primo pensiero fu *e adesso come mi rivolgo a lui?*
Fece un passo avanti e disse.
“Connestabile Odo, sono il Capitano Shran della Marconi: l’Ammiraglio Rex mi 
aveva detto che avremmo trovato aiuto su questo pianeta, ma non speravo in 
tanto. È un vero onore poter lavorare con lei.” E allungò la mano destra. Odo, 
che ricordava bene il modo di salutare in uso tra i solidi della Federazione, 
strinse la mano che Shran gli porgeva con fermezza.
“Grazie Capitano. La situazione è grave, ma se uniremo le nostre forze, forse 
siamo ancora in tempo.”
“Speriamo Odo. Posso presentarle il capo della Sicurezza della Marconi? 
Tenente Dal.” Il mezzo bajoriano/cardassi ano fece un passo avanti e chinò la 
testa in segno di saluto.
“Connestabile!” 
Odo osservò i lineamenti di Dal e disse “Lei non è un cardassiano puro vero?”
più come constatazione che come domanda.
“Esatto Signore: l’altra metà è bajoriana.”
“Mix interessante! Non vedo l’ora di lavorare con lei.”
“Se è pronto, possiamo risalire.” Disse Shran e dopo il segno d’assenso di Odo 
chiamò la Marconi.
=^=5 da far risalire.=^=
=^= Subito Signore. =^= rispose l’addetto al teletrasporto.

USS Marconi – sala teletrasporto 1 – ore 20.55

Una volta smaterializzato, Shran vide che il Com. Keane era presente.
“ Signor Keane come vede il nostro ospite misterioso è il Signor Odo: vorrei 
che provveda alle sue necessità per il periodo che sarà a bordo con noi. Prima 
però convochi gli ufficiali superiori in sala tattica: voglio che tutti sentano 
quello che Odo ha da dirci.”
“Agli ordini Capitano.” Rispose Tara solerte, mentre osservava il mutaforma 
incuriosita.

Sala tattica- dieci minuti dopo

Odo sedeva a capotavola, alla parte opposta a Shran e quando tutti gli 
ufficiali furono presenti, cominciò a parlare.
“Immagino che sappiate tutti che la minaccia, che il Domini sta affrontando 
sono i Borg. Purtroppo non sanno come combatterli e peggio ancora non vogliono 
accettare l’aiuto che la Federazione è disposta a offrire, grazie anche all’
esperienza che ha ottenuto dai precedenti scontri avuti con loro.”
“Ma se non vogliono il nostro aiuto, cosa ci andiamo a fare sino là?” chiese 
Kuwano seccato dall’inutile rischio che, secondo lui, la Flotta faceva loro 
correre.
“Per il momento ci limiteremo a osservare le intenzioni dei Borg. Sappiamo che 
si sono indeboliti, ma non possiamo permettergli di riprendersi e di estendere 
il loro controllo così vicino allo spazio della Federazione.” Rispose il 
Capitano che continuò:
“La funzione di Odo sarà d’intermediario tra noi e il Dominio, nella speranza 
di far capire loro che, questa volta, una collaborazione tra le nostre due 
fazioni sarebbe quantomeno opportuna, se non indispensabile. Arriveremo in 
territorio del dominio tra dodici ore e per quel momento voglio avere tutti i 
sistemi della nave operativi al 100%. Per il momento è tutto: in libertà.”
Si alzarono tutti dai loro posti, diretti alle rispettive postazioni 
consapevoli di quello che gli aspettava, lasciando il nuovo Capitano della 
Marconi solo con Odo e con le sue nuove responsabilità.

Alloggio di Tara Keane – 28 giugno 2394 – ore 01.10

Tara, dopo aver effettuato un ultimo controllo per verificare che tutti i 
sistemi della nave fossero efficienti al massimo delle loro possibilità, 
rientrò nel suo alloggio per riposare almeno qualche ora. L’arrivo nello spazio 
del dominio era previsto tra circa sette ore e Kuwano aveva fatto in modo che, 
a tutti gli ufficiali, arrivasse un non velato messaggio, il cui succo era che 
avrebbe preferito che la Marconi fosse guidata da uomini in cui il cervello 
fosse abbastanza lucido e il corpo adeguatamente riposato. Così poco alla volta 
tutti i suoi colleghi avevano raggiunto i loro alloggi per concedersi un po’ di 
riposo, nel caso in cui poi si sarebbero dovuti affrontare turni prolungati.
La donna prese una tisana calda dal replicatore per rilassarsi e si sedette 
sul divano: non aveva sonno, quindi pensò di suonare un po’ il suo amato 
violino. L’occhio, però, le cadde sulla scrivania, dove ancora impacchettato, 
aveva messo il pacco inviatole dalla sua famiglia e caricato a bordo durante l’
ultima sosta a DS16. Adesso era il momento giusto per aprirlo.
S’alzò dal divano incuriosita di sapere chi, tra i membri della sua numerosa 
famiglia, aveva pensato che le potesse mancare qualcosa. Scartò l’involucro con 
la frenesia tipica più di una bambina, che di una donna e viste le notevoli 
dimensioni della scatola che quello avvolgeva, il pavimento fu presto coperto 
da pezzi di carta. Non diede troppo peso al contenitore di legno massiccio, 
chiuso da una serratura a scatto: lo aprì e si ritrovò davanti una bat’leth 
nuova, con la lama finemente cesellata con rune celtiche di protezione.
La impugnò e vide subito che era stata fatta apposta per le sue misure: era 
perfettamente bilanciata, davvero perfetta.
Fu allora che vide sul fondo della scatola un biglietto. Lo prese e lo aprì 
con emozione crescente e riconobbe subito la calligrafia del padre.
Il biglietto diceva:<< Ho pensato che quando occuperai il mio posto, dovrai 
avere una bat’leth degna di te e del nostro casato, così ho fatto fondere l’
arma che era appartenuta a tuo nonno e ho ordinato al miglior artigiano dell’
impero di crearne una su misura per te. Portala con onore e ricorda che i Borg 
non si possono adattare a questa!>>.
Tara si chiese per un istante come il padre facesse a sapere della loro 
missione, ma poi pensò alle conoscenze in altissimo loco che il klingon aveva, 
e si rassegnò al fatto che lui, finché era in vita, l’avrebbe sempre tenuta 
sotto controllo. Poi le venne in mente il giorno in cui suo padre le aveva 
messo in mano la sua prima bat’leth e le aveva insegnato i rudimenti sul suo 
uso.  Il suo viso si aprì in un sorriso sereno e cominciò a roteare l’arma 
ricordando quei momenti sereni.

Plancia – 28 giugno2394 – ore10.10

Avevano superato da circa un ora il confine con lo spazio del Dominio quando 
Berthier disse:
“Capitano i sensori a lungo raggio hanno rilevato tracce di un’esplosione.”
“Di che tipo Tenente?”
“Da quello che vedo a una prima lettura dei dati, c’è stato un combattimento: 
sono esplosi siluri e purtroppo rilevo anche i resti di una nave.”
“Riesce a individuare a chi apparteneva quella nave?” chiese Shran.
Julie presa dai dati che scorrevano sul suo terminale, sembrò non aver sentito 
la domanda del suo capitano, ma dopo pochi istanti la risposta non si fece 
attendere.
“La nave esplosa era del Dominio e Signore c’è una traccia di trans curvatura 
in prossimità dell’evento.”
“Signor Wyandot si faccia dare le coordinate dal Tenete Berthier e ci porti lì 
alla maggior velocità possibile: andiamo a vedere se qualcuno è sopravvissuto 
allo scontro.”



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