[Stml20] Brano 11.08 - La Nave di Fuoco
federico pirazzoli
cmdrtkar a gmail.com
Lun 17 Nov 2014 11:28:08 CET
Ecco il pezzo...c'erano un po' di cose che non mi convincevano troppo,
quindi ho provveduto a rimescolare un po' le carte in tavola...
In particolare ho sistemato un po' la cosa dell'attacco ad una nuova
struttura, facendo sì che si trattasse dell'Unimatrice della Collettività
nemica di cui avevamo già distrutto un Nodo, ed immaginando un
contemporaneo attacco anche al secondo nodo (quello che avevamo incontrato
all'inizio).
In questo modo abbiamo solo due collettività coinvolte e lasciamo più
spazio di azione ad eventuali altre sim che vogliano sfruttare
l'ambientazione comune...
Spero di non aver scritto troppi strafalcioni...
F
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Brano: 11.08
Titolo: La Nave di Fuoco
Autore: Tenente Comandante Rekon
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U.S.S. Marconi - Sala Controllo Comunicazioni - 06 luglio 2394 - ore 05.15
“Non dovrebbe…essere a letto. Signore?” domandò il Tenente Maria Seville,
notando Rekon intento a lavorare sotto una componente parzialmente smontata
dei relé di comunicazione subspaziale. L’Umana stava comandando il turno
notturno in Sala Macchine per lasciare al suo superiore un po’ di riposo
prima della prossima battaglia, e si era spostata solo ora nella sala che
ospitava i relé subspaziali solo quando aveva individuato un consumo
anomalo di energia in quei locali. Non aveva avuto notizia da nessuno che
le comunicazioni necessitassero di riparazione…o di qualsiasi altra cosa
Rekon stesse facendo, visto il numero anomalo di cavi dati e condotti
energetici che stava collegando all’apparecchiatura che aveva scoperto.
“Avrò tempo di dormire quando sarò morto, ragazza!" affermò con un grugnito
il Tellarita, troppo concentrato su quel che stava facendo anche solo per
tirar fuori un insulto decente “mi ero appena buttato in branda quando ho
avuto una folgorazione, quindi eccomi qui…adesso vedi di spicciarti,
prendimi un modulatore di frequenza e due intensificatori e passameli…”
La giovane ingegnere si affrettò ad eseguire gli ordini ricevuti e,
individuato nel vicino magazzino dei pezzi di ricambio quanto richiesto, lo
trasportò nella saletta, sdraiandosi a sua volta sotto l’apparecchiatura
per passare i pezzi al superiore. I suoi occhi acuti individuarono subito
le numerose modifiche fatte dal Capo Ingegnere e, benché non avesse idea di
cosa stesse cercando di fare esattamente, capì che stava trasformando quel
macchinario in un accumulatore, in grado di trasmettere un impulso
subspaziale molto più potente delle normali radio.
“Diciamo che è una piccola assicurazione nel caso i nostri amici mezzi
robotici vogliano farci qualche scherzo…” spiegò stringatamente, notando la
curiosità della sua seconda, mentre le tozze dita pelose operavano con una
perizia insospettabile con un minuscolo saldatore laser per fissare il
componente appena ricevuto. Notando che l’umana non rispondeva, aggiunse
più bruscamente “Sveglia ragazzina…cosa credi succederebbe ai nostri amici
Borg se gli sparassimo un singolo impulso, alimentato con tutta l’energia
della nave, attraverso la loro rete di comunicazione subspaziale?”
Cominciando a capire quale fosse lo scopo di quell’accozzaglia di circuiti,
condotti, fili e relé, l’Umana si voltò stupita verso l’ingegnere Tellarita
quindi, chiudendo la bocca, impiegò qualche momento prima di rispondergli
“Suppongo…che potremmo mettere temporaneamente fuori uso la loro capacità
di coordinamento interna…”
“E magari friggere anche qualche cervello Borg da fornire al cuoco per la
cena…” borbottò l’Ingegnere Capo della Marconi, cercando a tentoni la
sinistra una componente lasciata da parte, mentre con la destra teneva
fermo quello che sembrava essere un nodo di distribuzione modificato
pesantemente. Notando il movimento, ed immaginando quale fosse il pezzo che
il Tellarita non trovava, Maria si contorse leggermente per mettersi sul
fianco e, dopo averlo afferrato, lo mise nella posizione corretta,
tenendolo fermo in attesa che il superiore terminasse l’assemblaggio della
struttura.
Con un ringhio a metà tra il sorpreso ed il soddisfatto, Rekon usò la mano
libera per recuperare il saldatore, col quale si mise all’opera facendo
attenzione a non saldare insieme al congegno anche la mano della sua vice.
La ragazza, d’altro canto, rimase in silenzio per un po’ per ammirare
l’intricata opera che il suo superiore aveva creato in poche ore quindi,
colta da un dubbio, domandò “Ma i sistemi di comunicazione Borg saranno
certamente schermati all’inverosimile per evitare attacchi del genere…come
faremo a superare una simile protezione?”
“Sfruttando il loro orgoglio, ragazza…” rispose il vecchio ingegnere, con
un ghigno che – alla breve distanza a cui si trovavano – permise al Tenente
Seville di vedere con chiarezza le zanne che il Tellarita aveva in bocca
“come con chiunque altro…”
U.S.S. Marconi - Sala Riunioni - 06 luglio 2394 - ore 06.30
Shran sedeva con le dita incrociate avanti a sé, fissando la quasi totalità
dei suoi Ufficiali Superiori che lo circondavano per l’ultimo briefing
prima dell’attacco all’Unicomplesso in costruzione che i Borg della fazione
loro avversaria stavano installando nel Quadrante Gamma. Si sarebbe anche
evitato quella riunione, ma le notizie che 3di14 aveva inviato loro neppure
un'ora dopo la fine della riunione precedente avevano richiesto alcuni
aggiustamenti ed era il momento di condividerli con i suoi uomini.
Gli uomini erano tutti presenti eccetto Rekon, che ancora non si vedeva e
non aveva dato notizie di sé salvo una breve comunicazione da parte di un
suo sottoposto che aveva annunciato che il Capo Ingegnere sarebbe arrivato
appena finito di sistemare una cosa. Le loro facce, poi, esprimevano tutta
la tensione che quei giorni di continui conflitti avevano generato in loro.
“Molto bene, iniziamo…” commentò l’Andoriano, un po’ seccato, sciogliendo
la posa contemplativa e poggiando in maniera marziale le spalle allo
schienale della sedia “come vi é stato comunicato, il nostro obiettivo é
molto più protetto di quanto pensassimo inizialmente. Ciò comporta che i
nostri alleati Borg ci forniranno un terzo Cubo di supporto, mentre il
Dominio é stato costretto a mobilitare due flotte...quelle che avrebbero
dovuto darci copertura in caso di tradimento. La situazione é però
piuttosto incerta, quindi datemi uno stato dei sistemi e del nostro grado
di preparazione.”
La prima a parlare fu Tara che, come responsabile delle Operazioni, si
prese carico di riferire anche per conto dell’ingegneria che tutti i
sistemi primari e secondari erano a posto. “tutti i danni più rilevanti
accumulati negli ultimi giorni di scontri sono stati riparati….” Riferì,
prima di aggiungere “abbiamo ancora numerosi sistemi secondari tutt’oggi
non funzionanti, ma si tratta di moduli non strettamente legati alle
capacità belliche della nave.” Omise di dire che tra questi sistemi non
funzionanti rientravano anche il supporto vitale del Ponte 12 e tutti i
replicatori alimentari, ma la mezza Klingon non parve rammaricarsi più di
tanto di tale dimenticanza.
Successivamente fu il turno di Dal, che riferì la piena operatività dei
sistemi tattici, aggiungendo che tutte le armi personali erano state
rimodulate e che tutto il personale coinvolto nelle opere di contenimento
degli assalti Borg sarebbe stato dotato anche di disgregatori di fattura
Klingon e di armi bianche, al fine di aumentare la gamma di armamento a
disposizione.
“Ci sarebbe anche un’altra cosa…” aggiunse, dopo un momento di riflessione.
Quando Shran lo invitò a parlare, il mezzo Cardassiano riferì “Non so se il
Comandante Rekon glielo aveva accennato, ma dalla Sala Macchine hanno
implementato una subroutine di teletrasporto predisposta per agganciare il
composto di cui sono fatte le nanosonde Borg e tutte le componenti
organiche ad esse associate e trasportare il tutto nello spazio attorno
alla nave. Si tratta di un trucco che potremo tentare probabilmente una
sola volta, prima che i Borg si adattino, ma dovrebbe permetterci di
vuotare la nave da ogni Borg a bordo, in caso la situazione diventasse
tragica…”
L’ufficiale Andoriano fece cenno di aver capito, ed il Conestabile Odo ne
approfittò per prendere la parola e riferire "Dopo aver contattato il
comando Jem’Hadar di Settore, Capitano, mi é stato assicurato che le flotte
d’assalto ci attendono alle coordinate di rendez vous. Vorrei che un nuovo
contingente di soldati venisse trasferito a bordo della Marconi agli ordini
del Primo Ma’Kar…”
Shran lanciò un’occhiata in tralice al Primo Jem’Hadar, che sedeva immobile
come una statua di roccia accanto al Cambiante. Non poteva certo dire di
essere lieto di avere a bordo tanti soldati del Dominio, ma doveva
ammettere che si erano dimostrati estremamente utili nel difendere la nave
dagli attacchi Borg, quindi non poté che rispondere “Naturalmente,
Conestabile…proceda pure. E per quanto riguarda le forze Borg nella
Nebulosa di Marg?”
Il Cambiante si incupì leggermente al pensiero di quella regione di spazio
del Dominio caduta in mano ai Borg, ma si affrettò a rispondere “Ho
provveduto a trasmettere al comando locale le indicazioni su come agire e
l’ordine di collaborare con la fazione Borg Alleata….” Era evidente che la
cosa non lo soddisfacesse, tanto che aggiunse “Capitano, non posso negare
la logica di un attacco coordinato sia al fulcro di transcurvatura che
all’Unicomplesso, così da non permettere alla Fazione Borg di ridislocare
le proprie forze, ma devo ammettere di essere preoccupato. Due Flotte del
Dominio si stanno preparando ad attaccare la Nebulosa di Marg insieme a 5
Cubi alleati e altrettante si uniranno a noi e ai tre Cubi che ci
scortano…ma che succederà se i nostri alleati ci tradiranno subito dopo la
battaglia? Le forze del Dominio più vicine sono state ridislocate per
proteggere il Grande Legame, come ben sa…”
“Ne sono cosciente, Conestabile, ma non abbiamo altra alternativa che
accettare l’aiuto dei nostri…alleati…” rispose Shran, che condivideva in
pieno tutte le titubanze del Cambiante che un tempo aveva servito come Capo
della Sicurezza di DS9. Il sapere che quasi certamente i Borg li avrebbero
traditi, però, non cambiava il fatto che avrebbero avuto bisogno del loro
supporto per sconfiggere il nemico che si era insidiato tanto profondamente
nel territorio del Dominio. Fu per questo che aggiunse, schiacciando
leggermente le antenne sul capo canuto “quel che posso consigliarle è di
lasciare che i nostri alleati si sobbarchino la loro quota di
responsabilità nello scontro e non restino indietro, lasciando che siano le
vostre navi a farne le spese…”
Odo fece cenno di sì, e aggiunse “l’ho fatto, ma i Jem’Hadar non sono
esattamente propensi a non farsi prendere dalla foga della battaglia…”
Forse voleva aggiungere altro, ma non ebbe tempo in quanto una colonna di
luce verde illuminò la stanza precedendo la materializzazione di 3di14.
Immediatamente il Primo Ma’Kar e il Comandante Dal si alzarono in piedi,
reagendo ad una potenziale minaccia, ma il Borg li ignorò fissando lo
sguardo dell’occhio sano sul Capitano della Marconi e dicendo “Ci troviamo
a 30 minuti standard dall’area di operazioni. E’ giunto il momento di
definire la strategia operativa per lo scontro.”
“Naturalmente…” rispose Shran a denti stretti, ben sapendo che sarebbe
stato inutile protestare con il portavoce della Collettività loro alleata
per quell’arrivo non annunciato “si accomodi, ho già…”
Ma non potè finire la frase, perché Rekon scelse quel momento per palesarsi
in sala riunioni parlando nel frattempo al comunicatore “…e finite di
stabilizzare quel sostegno sul Ponte 5…se quando torno lo trovo ancora
incrinato giuro che vi infilo nel primo siluro fotonico che trovo e…anzi,
vi infilo direttamente il siluro fotonico giù per la gola!”
Quindi colpì con la mano pelosa il comunicatore per chiudere la
conversazione e, solo allora, si prese un istante per guardarsi intorno. Il
Capitano della Marconi non si aspettava certo dal Tellarita delle scuse per
il ritardo, ma rimase ugualmente sorpreso quando lo vide quasi scoppiare a
ridere notando Dal e Ma’Kar in piedi ai due lati di 3di14.
Dal canto suo, il Capo Ingegnere si limitò a grugnire un saluto, prima di
dirigersi direttamente verso il trio in piedi e dire a Dal e al Primo
Jem’Hadar “Lasciate in pace questa faccia da replicatore…ho bisogno di lei
adesso, quindi tenetevi stretto il vostro testosterone, che potrete
sfogarlo con calma quando ci sarà da combattere…” quindi, rivolgendosi alla
Borg “molto bene Pi…ho bisogno che tu faccia una cosa per me…”
Il Drone lo fissò con sguardo vacuo, ma non chiese spiegazioni circa il
nomignolo affibiatole, così il Tellarita continuò “La volta scorsa non
abbiamo avuto problemi perché non era previsto che comunicassimo con molte
navi per coordinare l’attacco, ma stavolta ci saranno più di duecento
vascelli pronti a saltare addosso a quell’embrione di Unicomplesso. I Borg
hanno già dimostrato di poter bloccare le nostre comunicazioni con facilità
e di poter violare i nostri protocolli altrettanto rapidamente. Quindi
adesso tocca a voi…”
“Ciò è rilevante…” rispose 3di14 dopo un momento di riflessione, o forse
dopo aver comunicato con la propria Collettività “procedete nell’esprimere
le vostre intenzioni.”
“Le mie intenzioni?” borbottò il Tellarite, perplesso. Notò di certo
l’occhiataccia che Shran gli stava lanciando alle spalle del Borg, ma non
sembrò darvi peso. Invece aggiunse “E’ molto semplice, Pi…voi siete i Borg,
no? Conoscete le capacità dei vostri cugini dell’altra Collettività e sono
certo che abbiate nella vostra mente collettiva le risorse e le capacità
impedire loro di violare le vostre comunicazioni. Questo vuol dire che ci
dovete fornire l’accesso ad un vostro canale di comunicazione Borg da
sfruttare per coordinare le attività delle flotte del Dominio impegnate
nelle due battaglie e dei Cubi che le assisteranno. Inoltre dovete
impegnarvi a mantenerlo aperto e a garantirne l’inviolabilità da parte dei
nostri avversari!”
Le facce degli umanoidi presenti nella sala in quel non esprimevano bei
sentimenti verso il Tellarita, Ma Rekon aveva gli occhi piantati in quello
della Borg e non batté ciglio finché questa, dopo una conversazione
silenziosa e piuttosto lunga con la propria Collettività, non assentì
affermando “Ciò può essere fatto. Noi apriremo una delle nostre frequenze
di comunicazione protette ai vascelli impiegati negli scontri, al fine di
garantire l’efficienza delle operazioni tattiche.”
“Ecco, questa sì che è efficienza…” borbottò il Tellarita, dando una bella
pacca sulla spalla alla Borg e facendola barcollare leggermente. Quindi,
usando la mano con cui l’aveva colpita, la spinse verso la porta e disse
“dobbiamo coordinare più di 500 navi, quindi non c’è tempo da perdere. Qui
fuori c’è la mia vice che aspetta istruzioni in merito. Datti da fare! E
tu, faccia a punta, vai con lei!”
Seppur perplessa, la Borg si apprestò ad ottemperare avviandosi alla porta,
seguita rapidamente dal Primo Jem’Hadar, che si mosse non appena ebbe
ricevuto da Odo una conferma non verbale dell’ordine dell’ingegnere.
Quando la porta si fu richiusa alle spalle della Borg, Shran disse, con
voce gelida “Ebbene, Comandante Rekon…quando pensava di informarci della
sua decisione di far dipendere tutte le nostre comunicazioni dai nostri
alleati?”
Il Tellarite non si scompose particolarmente e, raggiungendo con calma il
proprio posto attorno al tavolo, rispose “L’intenzione era di dirvelo prima
che arrivasse faccia di latta, ma me la son trovata già tra i piedi…o
facevo così o la teletrasportavo fuori bordo. Ma basta con queste scemenze.
Maria non potrà tenercela lontana per più di qualche minuto e abbiamo cose
serie di cui parlare…”
“Più serie dell’aver consegnato ai nostri prossimi potenziali nemici la
nostra capacità di reazione e coordinamento?” domandò incredula il
Comandante Keane, mentre il Dottor Kuwano e Dal si limitavano a fissarlo
con sguardo perplesso.
“Bah…mi serviva l’accesso alla loro rete subspaziale. Ho preparato uno
scherzetto che dovrebbe essere in grado di friggere tutta la loro rete di
comunicazione per almeno una decina di minuti, ma non posso recapitargli la
supposta senza un passaggio d’entrata, vi pare?”
Le facce degli ufficiali esprimevano chiaramente tutto lo stupore generato
da quelle parole e Shran, completamente dimentico della precedente
arrabbiatura, assottigliò lo sguardo e disse solo “Vada avanti, Rekon…”
U.S.S. Marconi - Plancia - 06 luglio 2394 - ore 07.00
“Stiamo uscendo dalla Curvatura, signore…” annunciò il Timoniere senza
voltarsi.
“I sensori rilevano la flotta del Dominio ed un vascello Borg Classe Cubo
già schierata, salvo un incrociatore che si sta muovendo per venirci
incontro…”
“Il Tenente Wyandot é pronto per il trasferimento sulla Nave di fuoco?"
domandò Shran, voltando leggermente le antenne verso la postazione delle
comunicazioni ed utilizzando un termine che era venuto fuori durante la
riunione strategica del giorno prima.
3di14 aveva infatti evidenziato come, a differenza di un anello di un nodo
di transcurvatura, un Un i complesso era una struttura estremamente solida
e con sistemi ridondanti, tanto che non sarebbe stato affatto sufficiente
schiantarvi contro un nucleo di curvatura per distruggerlo.
Mentre stavano valutando le loro alternative, il Primo Ma'Kar aveva
suggerito di schiantarsi contro l'intera nave dopo aver armato l'intera
santabarbara di siluri. A quel punto, Julie aveva tirato fuori la storia
delle navi di fuoco, vascelli a vela di piccole dimensioni che sulla Terra
venivano riempite di pece e poi incendiate, per farle quindi schiantare sui
grandi galeoni da guerra per dare loro fuoco.
L'idea era piaciuta molto sia a Shran che al Primo Ma'Kar ed era stata
considerata "perseguibile" da 3di14. La borg aveva quindi proposto di
dotare la nave che avrebbero utilizzato di scudi autori modulanti Borg e di
imbottirla di antimateria e detonatori, sfruttando le celle energetiche dei
siluri Borg, molto più efficienti dei siluri fotonici federali. Una volta
decisa la strategia, la Collettività aveva fatto entrare in Trans curvatura
uno dei tre Cubi che scortavano la Marconi, con l'ordine di raggiungere la
flotta del Dominio e approntare la Nave di Fuoco.
"Sì signore, é già in Sala Teletrasporto 1..." confermò il Comandante Keane
dalla Consolle OPS, mentre sullo schermo veniva ingrandito quello che, fino
a poche ore prima, era stato un incrociatore del Dominio. Il suo scafo
esterno era stato ricoperto di apparecchiature Borg, caratterizzate da un
aspetto decisamente sgraziato e dalla tipica luce verde "saremo a portata
tra 40 secondi."
Il Capitano della Marconi si voltò verso 3di14, che era ferma in piedi
accanto a lui, e domandò "Tutte le modifiche sono state completate in
tempo?"
"Come da specifiche..." convenne atona la Borg, lanciandogli un'occhiata
come a dire che la domanda era irrilevante. Poiché l'Andoriano continuava a
fissarla con gli occhi di ghiaccio come a chiedere ulteriori delucidazioni,
però, aggiunse col tono di chi sta perdendo tempo "i detonatori sono
programmati per innescare l'esplosione 0.056 secondi dopo l'impatto dello
scafo con gli scudi dell'UNI complesso, così da massimizzare gli effetti
detonanti. La U.S.S. Marconi riceverà in tempo reale l'aggiornamento sulle
frequenze degli scudi dell'incrociatore denominato Nave di Fuoco, al fine
di procedere al recupero del suo equipaggio prima della distruzione
dell'unità."
"Molto bene..." approvò l'umanoide dalla pelle blu quindi, pigiato il
comunicatore, disse "Shran a Wyandot, é a bordo? É tutto a posto?"
"S...sì Capitano..." rispose titubante il ragazzo, che non era
evidentemente ancora passato in modalità pilota "la nave...non avrà molta
manovrabilità con questo carico extra...non c'è un centimetro libero, a
parte le postazioni di Plancia e della Sala Macchine!"
Shran notò che, mano a mano che parlava, Chuck diventava sempre più sicuro
di sé e non poté trattenere un ghigno, mentre pensava a quanto
profondamente i Borg avessero dovuto modificare i sistemi per permettere a
solo 12 persone di gestire un incrociatore di oltre 600 metri di lunghezza
con un livello di efficienza da loro considerato accettabile. Scuotendo la
testa per togliersi quei pensieri non utili dalla mente, rispose
"Tranquillo, vi scopriremo noi. Marconi chiude."
"Il Cubo 10247 opererà di supporto alla manovra di speronamento." annunciò
la Borg, nel momento esatto in cui uno dei due Cubi giunti con la Marconi,
quello che li aveva tratti in salvo giorni prima, per la precisione, si
muoveva come un pachiderma dello spazio, andandosi ad affiancare alla Nave
di Fuoco, mentre l'altro raggiungeva il terzo vascello nei pressi della
Flotta del Dominio "Comunicazioni subspaziali stabilite con tutti i
vascelli, compresi quelli dislocati presso la Nebulosa di Marg."
Il Capitano scambiò un cenno di intesa con il Conestabile, che occupava la
poltrona del Primo Ufficiale e ne usava la strumentazione per controllare
lo stato delle forze del Dominio. Avuta da Odo tacita conferma che tutto
era pronto, ordinò "Comandante Dal, Primo Ma'Kar, allertate i vostri
uomini. Timoniere, ci porti accanto alla Nave di Fuoco e passiamo in
allarme rosso. Comandante Berthier, visuale tattica sullo schermo. Si va!
Pressi Unimatrice Borg Quadrante Gamma - alcuni minuti dopo
I due potenti Drednaught del Dominio, super incrociatori lunghi più di
quattro chilometri e ricoperti di torrette di cannoni a Polaroni, furono i
primi ad entrare in mischia, guidando l'assalto delle rispettive flotte,
che parevano composte da vascelli microscopici al confronto dei due titani
del Quadrante Gamma e dei due massicci Cubi Borg che li tallonavano da
vicino.
Ad attenderli ci erano una dozzina di Cubi e più del doppio di Sfere, oltre
ad un numero imprecisato di vascelli scout. quindi il primo contatto tra le
due forze contrapposte si rivelò essere più che altro un inferno di raggi,
esplosioni e scafi metallici liquefatti dalla devastante potenza delle armi
impiegate.
Un po' distante dalla mischia, il trio di vascelli composto dalla Marconi,
dal Cubo Borg e dalla Nave di Fuoco stava nel frattempo avanzando verso
l'animatrice aprendosi a forza la strada tra quelle navi nemiche che non
avevano abbandonato la propria posizione difensiva a seguito dell'attacco
della flotta congiunta Dominio-Borg.
Si trattava principalmente di vascelli di piccole dimensioni (Classe Sonda
ed un paio di Sfere, fino a quel momento), che Chuck aveva evitato con
manovre così ardite che - nonostante le dimensioni minori ed il carico più
leggero - la Marconi aveva faticato ad emulare. Secondo il piano originale,
infatti, le due navi più piccole avrebbero dovuto evitare per quanto
possibile l'ingaggio, lasciando che i Borg avversari si concentrassero -
come da loro programmazione di base - innanzitutto sulla minaccia maggiore,
ovvero sul cubo che le scortava.
Fino ad ora la strategia si era dimostrata vincente. La Nave di Fuoco era
riuscita - anche grazie alle modifiche implementate dagli alleati - a
sottrarsi o resistere ad ogni attacco, che la Marconi aveva poi attirato su
di sé per il tempo necessario a far intervenire le possenti armi del Cubo.
In questo modo la Nave di Fuoco aveva ricevuto pochissime bordate sugli
scudi modificati, mentre la Marconi era ancora in condizioni relativamente
buone, avendo dovuto respingere un solo abbordaggio quando il Cubo era
stato rallentato dall'assalto combinato di due Sfere.
Ma la parte difficile del piano veniva solo ora, in vista dell’Unimatrice.
U.S.S. Marconi - Plancia - 06 luglio 2394 - ore 07.45
“Il Primo Ma’Kar conferma che hanno finito di liberare il Ponte 5…” informò
Odo, reggendosi al contempo alla poltrona del Primo Ufficiale mentre gli
scudi della Marconi venivano scossi da una scarica di siluri provenienti da
una Sfera. La nave Borg aveva preso di mira la Nave di Fuoco quando questa
aveva attraversato il limitare esterno dello spazio occupato
dall’Unimatrice nemica, costringendo il Tenente Wyandot a manovre molto
oltre il limite dell’integrità strutturale del vascello che pilotava, per
lo meno fin quando la nave federale non si mise in mezzo, assorbendo coi
propri scudi il fuoco nemico.
“Scudi dorsali al 41%...” annunciò Dal, mentre le sue mani danzavano sulla
consolle tattica, concentrando il fuoco di tutti i banchi phaser
disponibili verso un unico punto dell’equatore del vascello Borg, nella
speranza di superare per qualche istante le sue difese “Stiamo avendo
fluttuazioni nei campi inibitori del teletrasporto, ponte 11.”
“Squadre di sicurezza del ponte 11, tenersi pronti a respingere un
abbordaggio…” comunicò rapidamente il Primo Ufficiale Salen, che almomento
aveva ceduto la propria postazione ad Odo e stava occupando una consolle
secondaria “Timoniere, ruoti il nostro asse orizzontale di 180°, così da
esporre gli scudi ventrali al fuoco nemico…”
“Dove diavolo è il Cubo?” domandò Shran, reggendosi ai braccioli della
propria poltrona e socchiudendo gli occhi, mentre una consolle alle sue
spalle esplodeva in una cascata di scintille dopo il fuoco di risposta
della Sfera.
“Stiamo incontrando resistenza…” annunciò 3di14, che pareva in grado di
reggersi in piedi senza difficoltà nonostante gli scossoni “è in corso
l’assimilazione della Sfera ST057896. Tempo previsto al completamento
dell’attività: 6.23 minuti.”
“Potremmo non avere tutto questo tempo!” si irritò il Capitano della
Marconi, ordinando nel contempo a Dal di tentare un fuoco misto di siluri e
phaser sempre sullo stesso punto “distruggete quella dannata Sfera e venite
a darci una mano!”
“L’assimilazione della Sfera consentirà una maggiore operatività strategica
durante la fase finale dell’avvicinamento…” spiegò concisamente il drone
Borg, ignorando la furia dell’Andoriano come se la considerasse tanto
irrilevante quanto la possibile distruzione della Marconi “Attraverso
l’assimilazione otterremo i codici dei sistemi difensivi e potremo
disattivare temporaneamente le difese perimetrali.”
“Manovre evasive, schema gamma-sette!” ringhiò allora Shran, dopo aver
capito che dovevano cavarsela da soli “Julie, mi dia un buon
bersaglio….Dexter…” rivolto al timoniere “si tenga tra la sfera e la Nave
di Fuoco, cercando di cambiare continuamente lo scudo sottoposto al fuoco
nemico per consentire alla Sala Macchine di riparare i danni…”
Il timoniere in seconda, un Guardiamarina Umano che si era trovato a dover
gestire le manovre della nave a causa dell’assenza di Chuck, stava per
rispondere affermativamente, ma si bloccò osservando stupefatto la propria
consolle e, dopo un istante, disse “scusi, signore…io..credo di aver perso
la Nave di Fuoco…”
“Cosa?” domandò Shran, alzandosi in piedi nonostante gli scossoni e
raggiungendo con due falcate il Timone, per controllarne le letture. Non
fece però a tempo perché sullo schermo, proprio nel momento in cui il fuoco
della Marconi faceva avvampare gli scudi Borg, da dietro la sfera comparve
la massiccia sagoma dell’incrociatore del Dominio che – con un volo così
radente da sembrare che i due scafi si stessero sfiorando, scaricò tutta la
potenza dei suoi armamenti ventrali sulla superficie opposta dello scafo
nemico. Evidentemente la Sfera doveva aver concentrato tutta la potenza dei
suoi scudi verso la Marconi, perché il fuoco radente dei cannoni polaronici
della Nave di Fuoco trovò scarsa resistenza, andando ad impattare sullo
scafo nero e grigio con violenza e scavando profondi solchi nel metallo.
“Grande Chuck!” esclamò con piglio guerriero il Comandante Keane poi,
tornando professionale, aggiunse “gli scudi della Sfera stanno fluttuando.
Perdita di potenza nella sottosezione 11.”
“Dal…” ebbe appena il tempo di dire il Capitano della Marconi, ma non potè
aggiungere altro. Il Capo della Sicurezza, che aveva notato le medesime
letture della collega, stava già agendo, concentrando tutto il fuoco della
nave federale in quel punto. Dopo pochi secondi, sottoposta ad un
martellamento su due fronti, la Sfera Borg esplose.
“Ottimo lavoro, signori…”si complimentò Shran, tornando al proprio posto e
lanciando un’occhiata di sfida a 3di14 “adesso torniamo al nostro
bersaglio…se avete finito di fare i vostri comodi, ovviamente…”
La Borg ignorò completamente la battuta, cui rispose con un atono
“Approntare rotta di avvicinamento 023.011. E’ stato predisposto un
corridoio di approccio sicuro prendendo il controllo delle postazioni
difensive fisse e rivolgendone il fuoco contro i vascelli nemici. Tale
fuoco di supporto sarà disponibile per 86.7 secondi.”
“Facciamo rotta verso il corridoio!” ordinò allora Shran, mentre il loro
bersaglio cominciava a giganteggiare sullo schermo visore.
Per quasi un minuto tutto sembrava andare per il meglio, ma l’Andoriano non
si stava facendo illusioni, quindi non rimase deluso quando, a meno di
venti secondi dall’obiettivo, 3di14 annunciò “Due Cubi della fazione
avversa stanno emergendo dalla transcurvatura, a portata di tiro tra 5
secondi.”
Ci volle appena un secondo di riflessione, prima che il Capitano della
Marconi ordinasse “Tutta la potenza residua agli scudi…attiriamo il loro
fuoco lontano dalla Nave di Fuoco!” quindi, volgendosi verso 3di14 “Non
resisteremo per molto, potete fornirci assistenza?”
La Borg parve persa nella comunicazione con i propri simili per diversi
secondi, quindi asserì “La Sfera ST057896 fornirà supporto Tattico di
copertura.” E, mentre il Cubo ingaggiava un violento scontro a fuoco col
suo simile, la Sfera recentemente assimilata si mosse dalla posizione di
retroguardia in cui si era posta, aprendo subito il fuoco contro il
vascello che stava fronteggiando la Marconi.
Per lunghi, interminabili secondi, la Marconi assorbì il fuoco nemico
subendo ingenti danni e non riuscendo a causarne di altrettanto
significativi. Proprio quando Shran si stava chiedendo se fosse il momento
di una ritirata strategica, il Comandante Berthier, che si era dovuta
trasferire alla postazione scientifica ausiliaria dopo che la sua era
esplosa, annunciò “La Nave di Fuoco è a 15 secondi dall’impatto!”
“Timoniere, sganciamoci dal combattimento…pronti a recuperare l’equipaggio
della Nave di Fuoco!” ordinò allora l’ufficiale Andoriano, mentre la
Marconi compiva una lunga virata superando il Cubo col quale fino a quel
momento si era scontrata. Quindi, rivolto a 3di14 “ordini alla Sfera di
fornirci qualche secondo di copertura!”
“Pronti al teletrasporto!” annunciò la mezza Klingon, mentre il vascello
del Dominio modificato era lanciato a tutta velocità verso l’Unimatrice.
I teletrasportatori della Marconi stavano per agganciare i segni vitali
dell’equipaggio della Nave di Fuoco quando accaddero due cose
contemporaneamente: La Sfera, anziché interporsi tra la nave federale ed il
Cubo nemico accelerò a tutta velocità verso il secondo avversario, con una
manovra suicida che danneggiò seriamente anche l’oppositore del Cubo di
3di14. Contemporaneamente il primo Cubo, non avendo ostacoli, aprì un
pesante fuoco di opposizione contro la Marconi, mettendo a segno diversi
colpi diretti sui suoi scudi dorsali e di poppa e danneggiandola seriamente.
“Rapporto danni!” domandò Salen con voce leggermente incrinata dalla
tensione, mentre cercava di rialzarsi in piedi evitando di ferirsi
ulteriormente con i detriti che costellavano il pavimento della Plancia.
“Colpi diretti multipli…” annunciò Dal, che era riuscito miracolosamente a
reggersi alla propria postazione, nonostante un pezzo di soffitto lo avesse
colpito in testa lasciandogli una vistosa ferita sullo zigomo e sulla
tempia destri “Abbiamo perso l’energia principale e gli scudi…teletrasporti
in avaria…”
“Che diavolo è successo?” domandò allora Shran, reggendosi a fatica al
timone accanto al quale si trovava ed ignorando stoicamente il dolore al
fianco sinistro.
“La missione ha avuto esito positivo.” Annunciò semplicemente 3di14,
rialzandosi in piedi apparentemente illesa nonostante la trave che l’aveva
colpita sulla spalla corazzata.
Poiché il visore principale non funzionava, il Capitano della Marconi
dovette fidarsi della parola della Borg, alla quale domandò “Che ne è dei
membri dell’equipaggio della Nave di Fuoco?” Non che si aspettasse più di
tanto, ma c’era sempre la possibilità che fossero riusciti ad utilizzare un
guscio di salvataggio per evitare l’esplosione.
“L’equipaggio è stato recuperato dal nostro Cubo.” Annunciò a sorpresa la
Drone Borg, sorprendendo tutto l’equipaggio di Plancia, che stava
lentamente recuperando le proprie postazioni “Il talento dell’Umano Charles
Wyandot è rilevante, abbiamo provveduto a tutelarlo.”
Lì per lì Shran non comprese il senso della frase della Borg e, preoccupato
di un nuovo attacco, domandò “Che ne è dei Cubi Nemici?”
“I vascelli nemici non sono rilevanti…” rispose 3di14 e,
contemporaneamente, lo schermo principale si riaccese mostrando che
l’Unimatrice era ancora perfettamente integra, sovrastata da un Cubo Borg.
“Ma che diavolo?” Esclamò Tara, cercando al contempo di individuare un
banco sensori ancora attivo per analizzare il bersaglio e capire perché il
loro attacco fosse fallito.
“L’Unimatrice ha perso gli scudi ma è integra…” disse allora il tattico
mezzo Cardassiano, che era riuscito ad ottenere qualche dato dai sensori
tattici.
“Cosa significa tutto questo?” Domandò Shran, lanciando un’occhiata gelida
a 3di14 “Avevate detto che eravamo riusciti a distruggere l’Unimatrice!”
“L’obiettivo della missione è stato raggiunto in pieno.” Ribatté la Borg,
spiegando poi “Abbiamo penetrato le difese dell’Unimatrice e assimilato la
Regina del Collettivo avversario. Ora il Collettivo avversario non esiste
più. Noi siamo Borg…”
“Quindi…non ci sono più vascelli Borg nemici?” Domandò il capitano della
Marconi, allarmato dalla scelta di parole della Borg “Abbiamo vinto la
battaglia?”
“Consenso.” Affermò la femmina Borg, chiudendo le distanze con l’Andoriano,
mentre diverse colonne di luce verde illuminavano la penombra della Plancia
danneggiata rivelando il teletrasporto di numerosi Droni “La vostra
collaborazione è stata rilevante. Le vostre peculiarità biologiche e
tecnologiche arricchiranno quelle del nostro Collettivo e ci forniranno un
vantaggio tattico sugli altri. La resistenza è inutile!”
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*Da*: Comandante del sommergibile *Sea Tiger*
*A*: Ufficio Approvvigionamenti Arsenale di Cavite, Filippine.
*Tramite*: Comando Forze Subacquee.
*Oggetto*: Carta igienica.
*#1*. Il 6 giugno 1941 questa nave ha inoltrato una richiesta di 150 rotoli
di carta igienica. Il 16 dicembre 1941 detta richiesta è stata restituita
con la stampigliatura: "Materiale sconosciuto. Richiesta annullata."
*#2*. Il Comandante del sommergibile *Sea Tiger* non può fare a meno di
domandarsi cosa viene usato all'Approvvigionamento di Cavite in
sostituzione di questo "materiale sconosciuto", un tempo perfettamente noto
a questo Comando.
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