[Stml20] Brano 12:08 Comprendersi

federico pirazzoli cmdrtkar a gmail.com
Mar 14 Apr 2015 12:49:04 CEST


Eccomi qui...innanzitutto mi scuso a) per il ritardo (dovuto ad una
moltitudine di impicci di varia natura ) e b) per la schifezza che è venuta
fuori...siate clementi!

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Brano 12:08

Titolo: Comprendersi

Autore: Tenente Comandante Rekon

Titolo Brano Precedente: Mi concede questo ballo?

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U.S.S. Marconi - Plancia - 13/01/2395 - 06:20



C'era un antico detto Terrestre, che Shran aveva imparato da una sua
vecchia fiamma ai tempi dell'Accademia, che recitava più o meno "se
qualcosa può andar male lo farà, ma se più cose possono andar male, lo
faranno nella peggiore sequenza possibile".



Questo fu il pensiero che attraversò la mente del Capitano della Marconi
mentre, protendendo istintivamente le antenne verso lo schermo visore,
riceveva l'informazione che la grande nave aliena che cercavano
disperatamente di proteggere li aveva appena presi di mira con le sue armi.



"Manovre evasive!" ordinò, quasi in automatico "allontaniamoci oltre la
portata di quei missili!"



In effetti le armi della grande nave erano missili piuttosto antiquati e,
in condizioni normali, la Marconi avrebbe potuto distanziarli entrando in
Curvatura o anche spingendo al massimo i motori ad impulso. In condizioni
normali, ovvero se non fosse stata circondata da uno sciame di piccole
astronavi intente a spararle addosso!



"Troppo tardi, non abbiamo sufficiente spazio di manovra!" rispose il
Timoniere, mentre tentava disperatamente di eseguire ugualmente l'ordine
ricevuto, mentre la nave sobbalzava sotto le scariche di armi ad energia
degli alieni della nebulosa. Nella foga il ragazzo, che nonostante la
maggiore età non aveva la metà dell'esperienza o del talento del Primo
Timoniere assente, calcolò male una traiettoria  la grande Sezione a Disco
della Marconi colpì in pieno un caccia alieno, attraversandolo come un
coltello nel burro ma venendo scossa pesantemente.



In tutta la nave le luci si abbassarono per diversi secondi e parecchi
condotti EPS secondari esplosero per il sovraccarico di energia trasmesso
dagli Scudi. In Plancia, Shran si rialzò di scatto, dopo essere stato
sbalzato dalla propria poltrona e - vedendo il timoniere a terra - si
lanciò sulla consolle di navigazione rimasta scoperta gridando al contempo
"Rapporto danni!"



"Scudi frontali al 43℅, abbiamo danni di limitata entità sul sistema
energetico un po' su tutti i ponti..." rispose Durani, continuando nel
frattempo a sparare al nugolo di navi che li circondava, cercando di aprire
un varco per il passaggio della Marconi.



"Hanno fatto fuoco!" urlò l'addetto ai sensori, mentre la visuale sullo
schermo principale veniva rapidamente trasferita per mostrare ciò che
accadeva a poppa, dove dietro alla flottiglia aliena fu possibile per un
secondo vedere una porzione del gigantesco scafo aprirsi e avvampare sotto
le fiamme del lancio a propulsione chimica di quelli che parevano essere
centinaia di missili.



"Tutta l'energia agli scudi di poppa!" urlò Shran, afferrandosi saldamente
alla consolle di navigazione e stringendo la mascella in attesa
dell'inevitabile impatto.





Nave aliena – Villaggio Alieno - contemporaneamente



La squadra di sbarco era stata privata delle armi, dei comunicatori e di
ogni attrezzatura ma, a parte lo sfortunato membro della Sicurezza che era
caduto da quel sauro volante durante una specie di attacco di panico da
vertigine, non era stato fatto loro alcun male.



I federali erano stati portati in una enorme struttura, ricavata in un
cerchio di alberi alti centinaia di metri, ed erano stati depositati in una
piccola caverna - ricavata anch'essa dal tronco di un albero parzialmente
cavo - e guardati a vista da due soldati. Di tanto in tanto ricevevano la
visita di alcuni di quegli alieni, ma nessuno parlava con loro. Si
limitavano a guardarli per un po' e poi ad andarsene.



"Siamo la nuova attrazione turistica di questa gente..." commentò
sconsolato Resed, passandosi la manona blu sul viso, dopo che l'ennesimo
visitatore - forse un bambino, visto che era alto circa quanto loro - se ne
fu andato.



"Dubito che abbiano molti visitatori qui..." commentò uno degli uomini
della sicurezza catturati "Piuttosto, signore...come dobbiamo comportarci?
Dobbiamo preparare un piano di fuga o attendiamo soccorsi dalla Marconi?



Chuck impiegò qualche secondo ad accorgersi che nessuno stava rispondendo
alla domanda dell'uomo della Sicurezza e, sollevato lo sguardo, si accorse
che tutti lo stavano guardando " C...cosa?" domandò stupito.



"Chiedevo se ritiene che dovremmo attendere una soluzione diplomatica o
prepararci a tentare la fuga, signore..." rispose l'ufficiale della
Sicurezza, paziente.



Chuck si guardò intorno, tentando senza troppo successo di trovare una
risposta alla domanda ricevuta. Al timone di una nave si sentiva sempre
perfettamente a suo agio, ma non gli era mai capitato di doversi
confrontare con l'altro aspetto del "colletto rosso" e - solo ora - si
rendeva conto di essere l’ufficiale più alto in grado del gruppo.
Cominciando a sudare disse “Io…credo…per ora aspettiamo, ma iniziamo a
studiare un possibile piano…sì…”



Prima di poter dire altro, però un alto alieno - dall’apparenza molto
anziana a giudicare dal colore chiaro dei capelli e dalla relativa assenza
di massa muscolare – si fece avanti, andando ad osservarli. L’esame visivo
durò a lungo, tanto che Chuck si sentì in dovere di alzarsi in piedi, per
proporsi come interlocutore all’alieno.



Questi però lo ignorò e – dopo un’attenta osservazione – si pose davanti a
Resed ed iniziò a parlargli in una lingua incomprensibile.





Nave aliena – Esterno Villaggio Alieno - 13/01/2395 - 06:21



Tara osservò con attenzione l'alieno blu che, persa la lancia e tenuto
sotto tiro dal Phaser della donna, manteneva una guardinga posizione
difensiva, gli occhi gialli puntati su di lei e la mano destra a pochi
centimetri dall'impugnatura di corno di quello che pareva essere un lungo
pugnale.



"@@#€€%%....&+-&€##@@#€...@#%&€#!" la melodiosa lingua dell'alieno aveva
una cadenza rassicurante, quasi si stesse rivolgendo ad una bestia feroce
da placare a parole, ma non per questo era più comprensibile.



"Credo sia curioso, non sento malignità in lui..." urlò Julie dalla tasca
della Mezza-Klingon, per farsi sentire dalla collega delle Operazioni.



"La curiosità può essere pericolosa, se lo spinge a chiedersi che sapore
uno abbia..." borbottò Rekon, analizzando col Tricoder il Traduttore
Universale incastonato nel comunicatore che - da come lo fissava - pareva
gli stesse facendo un torto personale a non riuscire ad interpretare la
lingua aliena.



"Un po' di ottimismo, Rekon..." lo ammonì blandamente Dal, il fucile
miniaturizzato in mano, puntato verso l'enorme alieno blu "diamo fiducia
alle sensazioni di Julie..."



"A meno che la bambina non riesca a parlargli nella testa, credo che
continuerò a consigliare al nostro taxi Klingon di guardarsi quel bel
fondoschiena che si ritrova e di impallinare il selvaggio al primo
movimento..." rimbrottò il Tellarita poi, vedendo la Betazoide scuotere il
capo, come a dire che non riusciva a trasmettere i propri pensieri
all'alieno, aggiunse "bimba, smetti di cercare di entrare nella sua testa e
dammi una mano ad entrare negli analizzatori di quest'affare! Prima
capiremo cos'ha che non va e prima potremo dire al tomo blu di lasciarci in
pace e di tornare a fare le pulci alle sue bestie volanti!"



Ma il momento di stallo non durò molto.



Tara non ebbe difficoltà a notare l'irrigidirsi dei muscoli dell'alieno e
stava per sparare, quando un rumore profondo ed una potente vibrazione la
fecero voltare verso un punto imprecisato dello scafo della grande
astronave e, un istante dopo, dalla stessa direzione si levarono diversi
volatili ed il grido di ancor più animali.



L'alieno scattò verso la propria lancia sorprendendo Tara,  che fu comunque
lesta a voltarsi nuovamente per fronteggiarlo. In questo modo, però, si
trovò del tutto impreparata quando un branco di felinoidi a sei zampe
lunghi ognuno più di 4 metri eruppe nella radura, correndo a folle velocità
verso di loro.



La Mezza-Klingon fece partire d'istinto una scarica di phaser che abbatté
una delle bestie, facendo cadere anche le due immediatamente dietro, ma si
attirò contro le ire del branco che - con un rapidissimo scarto, le si
lanciò addosso.



Per il Capo Operazioni sembrava giunta la fine - una fine accompagnata da
urla ed insulti miniaturizzati - quando il grande alieno blu le si lanciò
contro sottraendola alla prima carica delle bestie a sei zampe e, dopo
essersela caricata in spalla, si mise a correre rapidamente nella foresta.



Le creature a sei zampe rimasero confuse da quell'intervento per appena una
manciata di secondi, poi si lanciarono all'inseguimento, costringendo
l'alieno ad effettuare una serie di lunghi balzi ed una sorta di
arrampicata ad una mano che - con una facilità che aveva dell'incredibile
visto che stava trasportando Tara sulle spalle - lo portarono a salire
sempre più in alto su quegli strani alberi.



"Non ti fermare!!!" gridò l'ufficiale della Marconi da sopra la spalla blu,
vedendo che anche diversi felinoidi a sei zampe si stavano arrampicando
sugli alberi. Nonostante la posizione scomoda, la ragazza riuscì a far
partire una serie di colpi dalla propria arma, abbattendo una delle
creature e facendone cadere un'altra.



Con un colpo di reni, l'alieno si arrampicò al livello superiore
dell'albero e fischiò a lungo, continuando a salire. Giunto finalmente in
cima, perse appena un istante per osservare le bestie che li avevano quasi
raggiunti e spiccò un lungo balzo nel vuoto.



Vedendo centinaia di metri di nulla spalancarsi sotto di loro, Tara lanciò
una imprecazione che probabilmente - se non fosse stato troppo impegnato ad
impedire a Salen di cadere dalla tasca - avrebbe riempito di orgoglio il
cuore del vecchio Rekon.



Contrariamente alle aspettative della Mezza-Klingon, però, lo Sto-Vo-Kor
non li stava ancora reclamando: dal nulla, infatti, comparve uno di quegli
strani uccelli a quattro ali che li accolse sulla loro groppa. Tara ebbe
giusto il tempo di vedere l'alieno unire la propria treccia di capelli a
quella dell'animale, prima che quest'ultimo accelerasse verso il cielo con
una velocità tale da costringerla ad abbracciare con forza il braccio
muscoloso che la sorreggeva e a chiudere gli occhi.





Nave aliena - isole galleggianti - 13/01/2395 - 06:35



Quando il sibilo del vento nelle orecchie fu sovrastato dal suono di una
massa d'acqua in movimento, Tara aprì gli occhi e quel che vide le fece
spalancare gli occhi "Per Khaless!"



Quando i cinque ufficiali miniaturizzati si affacciarono dalla tasca in cui
si erano rintanati, non poterono a loro volta trattenere esclamazioni di
sorpresa di fronte a ciò che si stagliava di fronte a loro: centinaia di
piccole isole rocciose galleggiavano nel vuoto, circondate da una serie di
cascate d'acqua che cadevano fino ad una certa altezza, per poi risalire in
un movimento che diventava praticamente un circolo infinito.



"Oh cavolo...questo é..." provò a dire Julie, interrotta daSalen che - da
bravo Vulcaniano - continuò con un "Affascinante...pare che queste isole
siano intrappolate nella zona di annullamento gravitazionale al centro
dell'astronave..."



"Affascinante i peli delle mie orecchie!" esclamò Rekon, reggendosi alla
spalla del dr. Kuwano, che non parve troppo felice della cosa "dove
accidenti ci sta portando quel tizio? E perché?"



Alla prima domanda l'alieno rispose dirigendo il grande uccello verso una
delle rocce sospese, una piccola palla di roccia ricoperta di erba e
lambita da uno degli anelli d'acqua. Con una manovra precisa l'uccello
atterrò sulla parte inferiore della roccia, mostrando che anch'essa era
soggetta alla gravità.



"Sempre più affascinante..." commentò Salen, mentre l'alieno poggiava
delicatamente a terra Tara, prima di scendere a sua volta dalla groppa
dell'animale, che anziché volare via si acquattò con la testa sotto una
delle grandi ali.



"E adesso?" domandò Julie, mentre l'alieno spariva in una specie di grotta
naturale scavata nella roccia.



"Adesso mi dai una mano con questo affare..." ribatté Rekon, attirando
l'attenzione della Betazoide sul Tricoder e sul comunicatore sui quali
aveva ricominciato a lavorare "dobbiamo ancora capire perché non traduce
quella che dovrebbe essere una sintassi primitiva...e ci servirà saperlo se
vogliamo un passaggio per tornare a casa..."





Nave aliena – Villaggio Alieno - 13/01/2395 - 06:20



Dopo aver parlato per molti minuti senza che si capisse una singola parola,
il vecchio indicò a Resed l'apertura della grotta, invitandolo così
implicitamente a seguirlo.



Impanicato, il Boliano iniziò a balbettare che lui era solo un ingegnere e
non ne sapeva nulla di Primi Contatti ma, nonostante l'età avanzata,
l'alieno doveva essere molto forte perché riuscì a trascinarlo di diversi
metri, prima che qualcuno intervenisse.



Gli uomini della Sicurezza si alzarono per intervenire, ma con un guizzo di
comando che non si aspettava di avere, Chuck si alzò e disse "Fermi!"
quindi, avvicinandosi all'alieno, aggiunse "sono il Tenente Charles Wyandot
e comando questi uomini. Se deve dire qualcosa a qualcuno di loro, parli
con me!"



L'Alieno fissò per parecchi secondi il giovane Umano che - dopo l'impeto
del momento - si ritrovò con le gambe tremanti a sostenere quegli occhi
gialli. Quando il vecchio fece una specie di cenno d'assenso e lasciò
Resed, Chuk tirò un sospiro di sollievo e lo seguì all'esterno.



Camminarono per parecchi minuti attraversando un villaggio popolato di
centinaia di alieni di ogni età e, alla fine, giunsero al cospetto di un
immenso albero dalle radici che pulsavano di energia.



L'Alieno si sedette tra le radici e, con un cenno del capo, invitò il
giovane ufficiale della Marconi a fare altrettanto. Con un po' di
esitazione, Chuck obbedì.





Nave Aliena - Isola Fluttuante 13/01/2395 - 06:50



Tara aveva fatto due volte il giro dell'isolotto fluttuante ma, a parte
l'ebrezza di camminare a testa ingiù e di bere da una cascata circolare,
non c'era molto da scoprire o da cui guardarsi.



Le comunicazioni con la Marconi erano completamente saltate già da un po'
ma Rekon era troppo impegnato a litigare col Dottor Kuwano e - si sperava -
ad aiutare Julie nella ricalibrazione dei sensori di analisi del traduttore
universale per occuparsi anche di quello.



Dal, che si era arrampicato nuovamente fino alla tasca della parte
superiore della divisa offrendosi di fare la guardia con lei, le aveva
riferito che i due pensavano che il problema potesse essere legato al fatto
che parte del linguaggio di quelle creature fosse a frequenze molto al di
sotto o al di sopra del normale spettro di analisi, ma a parte questo non
aveva più avuto aggiornamenti di alcun tipo.



"Sono preoccupato..." disse il Mezzo-Cardassiano, dopo aver lavorato per un
po' col tricoder "non riesco a superare le interferenze che ci isolano
dalla Marconi, ma quando ho provato a parlarne a Rekon mi ha mandato al
diavolo dicendomi di ricalibrare il segnale...come se potessi farlo senza
gli strumenti adeguati..."



"Lascia stare, credo sia solo un po' su di giri..." minimizzò la Mezza
Klingon, interrompendosi però quando l'alieno tornò.



La donna si voltò, questa volta senza puntargli l'arma contro, e l'alieno
disse "I miei saluti, Molte-Voci...io sono Klan, ma la mia gente si
riferisce a me come l'Esiliato..."




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*Da*: Comandante del sommergibile *Sea Tiger*
*A*: Ufficio Approvvigionamenti Arsenale di Cavite, Filippine.
*Tramite*: Comando Forze Subacquee.
*Oggetto*: Carta igienica.
*#1*. Il 6 giugno 1941 questa nave ha inoltrato una richiesta di 150 rotoli
di carta igienica. Il 16 dicembre 1941 detta richiesta è stata restituita
con la stampigliatura: "Materiale sconosciuto. Richiesta annullata."
*#2*. Il Comandante del sommergibile *Sea Tiger* non può fare a meno di
domandarsi cosa viene usato all'Approvvigionamento di Cavite in
sostituzione di questo "materiale sconosciuto", un tempo perfettamente noto
a questo Comando.
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