[Stml20] R: Re: Capitano Shran - 13.03 - Verranno a cercarmi
mokia a libero.it
mokia a libero.it
Gio 10 Dic 2015 15:30:56 CET
concordo con Franco sia per i piccoli dettagli sia per il brava!!;-))
Monica
----Messaggio originale----
Da: charles_wyandot a mail.com
Data: 10/12/2015 9.59
A: <stml20 a gioco.net>
Ogg: Re: [Stml20] Capitano Shran - 13.03 - Verranno a cercarmi
Il pezzo direi che va bene, mi pareva strano che le cose non si complicassero. Ci sono però alcuni particolari che ho notato, ma sono sciocchezze:
1. non si chiama manovra diversiva ma manovra evasiva
2. i sensori della Marconi sono guasti, ma quelli delle navette no, penso che sarebbero in grado di analizzare il pianeta stando ferme sul posto
3. Non sono certo che un phaser riuscirebbe a tirare giù la navetta (sappiamo che i ribelli sono qui quindi immagino avessero anche gli scudi)
Gli ultimi due punti potrebbero essere spiegati con il fatto che il pianeta emette una qualche radiazione che danneggia sia i sensori che gli scudi, il che renderebbe le cose anche più complicate
Comunque brava :)
Sent: Thursday, December 10, 2015 at 9:12 AM
From: "Capitano Shran" <cap.shran a gmail.com>
To: "USS Marconi" <stml20 a gioco.net>
Subject: [Stml20] Capitano Shran - 13.03 - Verranno a cercarmi
Cari ragazzi eccoci finalmente a noi!
Vi mando il mio pezzo, tra qualche ora vi manderò anche quello che Ermes ha scritto per la Stazione...
Buona lettura!! :)
Ileana
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USS Marconi – Ufficio del Capitano - 25/07/2395 ore 07.00
Il Capitano non aveva chiuso occhio per tutta la notte.
Pensava a come agire.
Quando il giorno prima in plancia era giunta la comunicazione del Comandante Garcia che lo informava del fatto che fossero ammarati sullo stesso pianeta che ospitava quei terroristi, nessuno dei suoi Ufficiali superiori era presente: anche la stessa Durani, che non aveva mai lasciato il suo posto in plancia, in quei minuti si era allontanata per andare a controllare la situazione in sala macchine. Questo gli aveva dato la possibilità di riflettere da solo sul da farsi. Aveva passato in rassegna diverse ipotesi, tra cui anche quella di aspettare che arrivassero i rinforzi. Ok, sarebbe stata la soluzione più logica e di certo quella che avrebbe tenuto il suo equipaggio più al sicuro possibile, ma non era nella sua indole rimanere con le mani in mano. La Fearless sarebbe arrivata tra tre giorni, e quell’attesa l’avrebbe distrutto.
Decise quindi di convocare tutti i suoi ufficiali per una riunione, era prima di tutto necessario mettere al corrente i suoi uomini sulla situazione, dopodiché avrebbero studiato insieme una strategia… anche se lui aveva già in mente cosa fare.
USS Marconi – Sala Riunioni - 25/07/2395 ore 08.30
Tutti gli ufficiali superiori erano accorsi puntuali alla riunione indetta dal capitano per quella mattina. Erano tutti molto provati, in primis la Keane che era rimasta sveglia per tutta la notte a lavorare in sala macchine.
Shran era seduto al suo posto nella parte stretta del tavolo ovale che la Marconi aveva a disposizione per la sala riunioni. Aspettava pacifico che tutti prendessero il proprio posto, e fu piacevolmente sorpreso di vedere il Capo Operazioni scambiarsi un occhiolino di amicizia con il duro tellarita. Sorrise leggermente.
“Bene signori, vedo dalle vostre facce che avete lavorato sodo…” disse Shran incrociando gli sguardi di tutti i suoi uomini
“Signor Rekon cove va la Sala Macchine?”
“Capitano, la Marconi è di nuovo operativa. Possiamo riprendere quota anche adesso. Ancora manca la curvatura. Per quella dobbiamo aspettare di mettere le mani su dei pezzi di ricambio ma la propulsione ad impulso è all’92% della sua efficienza.”
“Molto bene… per il momento vorrei rimanere qua sul pianeta però. Quanto può durare lo scafo a contatto con l’acqua acida del lago?”
“Capitano – rispose prontamente il Capo Ingegnere – al massimo altri tre giorni! Non un minuto di più!”
Shran fece segno di approvazione e disse che tra tre giorni sarebbe anche arrivata la Fearless con i rinforzi e soprattutto con i ricambia che aspettavano.
Dopo aver ascoltato i rapporti di tutti i suoi Ufficiali, Shran prese la parola per spiegare a sua volta quello che la Garcia le aveva detto il giorno prima e cioè che là su quel pianeta, nascosta da qualche parte, probabilmente c’era la base di una vera e propria organizzazione criminale a cui il loro prigioniero poteva far parte.
A queste parole Dal, visibilmente agitato, stava per prendere la parola ma il capitano lo interruppe subito con un gesto della mano: “Nessuno è ancora certo di niente. Sappiamo che Jabin ha passato diverse settimane qua su Leinos III e che sicuramente non ha agito da solo. Su Deep Space 16 non hanno ancora scoperto nulla in più rispetto a quanto vi ho detto. Per quanto ne sappiamo noi, Jabin potrebbe essere anche un pazzo che ha deciso di agire da solo.” Puntualizzato questo, con un gesto del viso, Shran ridiede la parola al Tenente Dal che fremeva visibilmente per poter parlare.
“Capitano! Quel delinquente che abbiamo in cella qua sulla Marconi ha detto di aver agito per conto dei Profeti e che i Profeti lo aiuteranno fino a che la NOSTRA causa non trionferà. Ha parlato al plurale, sicuramente si tratta di un gruppo armato! E noi dobbiamo andare là fuori a stanarli, TUTTI!”
“Signor Dal si calmi. Io sono perfettamente d’accordo con il suo punto di vista, ma dobbiamo rimanere calmi, tutti, e lei deve cercare di non farsi coinvolgere troppo da questa faccenda…”
Questo di non farsi coinvolgere in prima persona era una delle frasi che più odiava dire da quando era diventato Capitano. Certo ne capiva e ne accettava il significato: un membro di equipaggio coinvolto per motivi personali in una questione di sicurezza non si rivela mai efficiente alla riuscita della missione, ma dal lato umano capiva che era impossibile cercare di tenere fuori i propri sentimenti dal lavoro. Lui da andoriano a volte faceva molta fatica a farlo. Ma si deve imparare, e se il suo Tenente non lo avesse capito, glielo avrebbe ripetuto con più convinzione…
“Capitano! Come può pensare che io non sia coinvolto in questa cosa? Sono per metà Bajoriano se lo ricorda? Quel bastardo sta mettendo in pericolo la vita dei bajoriani stessi oltre che aver messo in serio pericolo la nostra! Non crederà mica che il mio lavoro verrà condizionato da questi eventi… spero…” Dal dall’impeto e dalla rabbia si era addirittura alzato in piedi…
*ecco la classica reazione di quando si chiede a qualcuno di non farsi coinvolgere* pensò Shran ironico e riprese la parola questa volta con un tono decisamente più perentorio rispetto a quello che aveva avuto qualche istante prima.
“Tenente, si segga. Da quello che vedo lei sta già condizionando il nostro ed il suo lavoro.”
Il mezzo bajoriano non si era neanche accorto di essersi alzato e tornò seduto con un visibile gesto di stizza.
“Signori, ho indetto questa riunione perché ho deciso di mandare delle pattuglie fuori a monitorare la situazione e volevo chiedere il vostro parere. Inizialmente pensavo che vi avrei tenuti tutti a lavorare alle riparazioni a bordo, ma visto che siete riusciti a rimettere in sesto la nave, credo sia meglio andare a vedere quello che c’è là fuori. Come detto, su questo pianeta potremmo non trovare nessun altro come potremmo imbatterci in dei veri terroristi. In questo caso potrebbero essere una decina di uomini come centinaia. Per questo motivo non posso mandare solo delle semplici squadre di ricognizione ma ci serve un piano d’ azione.”
La riunione andò avanti per altre due ore. La maggior parte delle strategie di attacco erano state formulate dal Tenente Durani ma alla fine ebbe la meglio l’azione proposta proprio da Dal.
Quando il Capitano sciolse finalmente la riunione e tutti stavano velocemente tornando ai propri lavori, Dal si avvicinò a Shran e gli porse le sue scuse.
Da quando aveva preso servizio per la Flotta Stellare, Dal aveva avuto a che fare con altri quattro Capitani, ma mai nessuno era come Shran. Lui era un tipo davvero molto particolare e molto difficile da capire: sempre molto cordiale e dai toni amichevoli, ma con una intonazione della voce che incuteva rispetto. All’apparenza molto pacifico ma in realtà sempre pronto all’azione. Non sapeva bene cosa lo colpiva di più, e alle volte non capiva neanche se lo preferiva al vecchio Capitano della Marconi, era così, difficile da prevedere…
USS Marconi – Plancia - 25/07/2395 ore 16.00
I sensori a lungo raggio della Marconi non sarebbero serviti a nulla, anche se già riparati, dal momento che questa si trovava spiaggiata e la curvatura del pianeta ne impediva l’utilizzo. Stessa cosa valeva per quelli a corto raggio: da quella posizione avevano una gittata di circa 150 metri: erano utili se qualcuno avesse tentato l’abbordaggio, ma, considerato che erano dentro a un lago e considerato che c’erano uomini di vedetta ovunque, anche questi non servivano a molto.
Il piano di Dal consisteva nel far decollare le tre navette della Marconi e mandarle in ricognizione intorno al pianeta per mappare quello che si trovava intorno e per capire se e con quante persone avevano a che fare. In effetti era un piano abbastanza banale ma tuttavia molto efficace, almeno per quei primi momenti.
=^= Capitano Shran. Le navette sono pronte a partire =^=
Fu la voce di Rekon che, dopo sole tre ore di duro lavoro, aveva dato il via libera alla ricognizione.
USS Marconi – Hangar Navette - 25/07/2395 ore 19.20
La Keane aveva stimato che con tre navette e seguendo delle precise traiettorie, avrebbero coperto tutta la superficie del Pianeta in sole 4 ore. Fortunatamente il tramonto era ben lontano dall’arrivare ed oltretutto ai sensori Federali di certo non serviva la luce per funzionare correttamente. Shran decise di partire subito.
Le tre squadre erano composte da tre uomini ciascuna: la prima, la navetta Scope era formata dal Capitano in persona, da un timoniere e da un Ufficiale della Sicurezza. Nella navetta Stark c’erano la Keane e altri due uomini della sua squadra. La terza navetta, la Enterprise, aveva come equipaggio Dal, Wyandot e un altro ufficiale della sicurezza fidato di Dal.
Shran aveva dovuto subire una lunga discussione con il suo Primo Ufficiale che ovviamente non voleva lasciarlo partire ma l’andoriano non volle sentir ragioni: odiava non avere nulla da fare ed un giretto con la sua Scope non avrebbe di certo fatto male a nessuno e tanto meno messo in pericolo nessuno…
=^= Bene Signori! Siamo pronti a partire? =^= la voce del Capitano arrivò nelle cuffie delle altre due squadre di sbarco.
=^= Navetta Stark pronta, Signore =^= rispose la mezza Klingon
=^= Anche noi siamo prontissimi Capitano =^= fu la risposta di Dal che con la sua navetta fu il primo a lasciare la Marconi.
=^= Bene! Ad ognuno la sua strada ragazzi. Ci sentiamo là fuori. =^=
E partirono tutti.
Navetta Stark – Pianeta Leinos III - 25/07/2395 ore 23.00
Dopo quasi quattro ore di navigazione, le navette avevano tutte compiuto la loro missione. Nessuno aveva trovato nulla che potesse essere d’aiuto a capire quello che stava succedendo quando uno dei sensori della Navetta Stark captò un lievissimo segnale.
=^= Capitano, qui Keane. =^=
=^= Mi dica Tenente, vuole rimanere ancora qua fuori? =^=
=^= No no Capitano – rispose la Keane – in effetti questo pianeta sembra davvero molto affascinante. Foreste, animali, ruscelli, ma non è di questo che si tratta. La Stark ha evidenziato una piccola traccia energetica ma devo scendere un po’ di quota per capire bene di che si tratta. =^=
=^= Sarebbe meglio che la raggiungessimo anche noi, Tenente. =^=
=^= No Capitano, non credo sia necessario. Perdereste più tempo per arrivare da noi che noi a scendere e a tornare alla Marconi. Vedrà che faremo solo dieci minuti di ritardo. =^=
=^= Va bene Signor Keane. Ma state attenti. Shran chiudo =^=
La Keane guidava lei stessa la navetta, in effetti sarebbe potuta anche partire da sola, ma per motivi di sicurezza Dal aveva imposto un equipaggio minimo.
“Ok, inizio la discesa.”
In effetti la Keane c’aveva visto benissimo. Là sotto, nascosto dietro un bel mucchio di vegetazione, si trovava una struttura in metallo molto estesa *si direbbe una base militare* pensò tra sé e abbassò ancora di più la sua quota di navigazione.
Proprio nel momento in cui il Capo Operazioni stava per risalire, la voce allarmata di uno dei due uomini là dietro la spaventò.
“Capo! Siamo stati scoperti. Ci stanno analizzando! Capo andiamo via!”
“Maledizione! - esclamò Keane rendendosi conto che il Signor Farn aveva ragione – Manovra diversiva. Tenetevi forte.” E virò bruscamente a destra…
“Farn, mandi immediatamente le nostre coordinate alla Marconi. Subito! Si sbrighi!” ordinò repentinamente la Keane mentre, presa dalle manovre per allontanarsi da quel posto, non si accorse che la loro Stark era presa di mira da un phaser.
All’improvviso ci fu una forte esplosione al motore.
La navetta iniziò a perdere quota.
Buio
USS Marconi – Ufficio del Capitano – 26/07/2395 – ore 00.23
“Maledizione!!” Shran aveva appreso ormai da diverso tempo della scomparsa della sua navetta e del suo Capo Operazioni. La sua rabbia era incontrollabile.
Il suo ufficio sembrava un vero campo di battaglia: la vetrinetta in cui teneva delle medaglie ed i suoi diplomi della flotta era frantumata dal lancio del primo d-padd trovato sotto tiro. Gli altri, accuratamente sistemati sulla sua scrivania adesso erano tutti per terra.
Quando il suo primo ufficiale entrò nel suo studio, lo sorprese mentre sferrava un pugno alla parete.
Il Comandante rimase sull’uscio della porta, aspettando un momento propizio per parlare:
“Ebbene, Signor Salen?” gli chiese l’andoriano dopo qualche minuto cercando di respirare profondamente e di calmarsi
“Capitano, capisco quello che è successo ma non mi sembra il caso di trattare il suo studio in questo modo.” Rispose con freddezza il vulcaniano, a Shran parve quasi che lo stesse prendendo in giro.
“Senta, signor Vulcaniano. Uno dei miei migliori ufficiali è disperso, a voler essere ottimisti. Adesso, o lei ha qualcosa di valido da dirmi, o altrimenti mi lasci in pace. Sono stato chiaro?”
“Chiarissimo Signore. Appena lo riterrà opportuno ci vedremo in Plancia.”
Nessuno dell’equipaggio della Marconi aveva ancora visto Shran arrabbiato. Era una cosa che gli succedeva davvero di rado in effetti. Un vulcaniano non era certo l’incontro migliore che l’andoriano potesse fare in quel momento, ma quello era il suo primo ufficiale e lui lo stimava e rispettava.
Sì, probabilmente gli voleva anche bene…
*maledetto vulcaniano…* pensò Shran e poco prima che questo potesse uscire dal suo studio si calmò un po’ e lo chiamò:
“Signor Salen, la Marconi è sotto la mia responsabilità quanto sotto la sua. - Salen gli rispose con un solo gesto del capo, aveva capito che il Capitano gli stava chiedendo scusa a modo suo… - verrò in Plancia con lei… e, mi scusi per la mia accoglienza…”
“Non si preoccupi Capitano, aveva solo bisogno di sfogarsi. Certo non posso dire che la capisco, ma ho imparato a convivere con queste esternazioni.” rispose il Primo Ufficiale senza nessun tipo di intonazione nella voce. Anche se, incrociato lo sguardo di Shran, gli lanciò uno sguardo di intesa.
Pianeta Leinos III – Base Terroristica - 26/07/2395 ore 02.07
Quando Keane riaprì gli occhi si trovò legata in una cella detentiva. Una donna bajoriana in assetto di guerra le faceva da piantone.
“Dove diavolo mi trovo?!” Gridò Tara con tutta la voce che aveva…e con tutta la sua rabbia klingon
Di tutta risposta si vide l’arma della guardia puntata addosso.
“E’ inutile che ti agiti signorina, sei nostra prigioniera adesso. I tuoi due amici sono morti e la tua navetta è distrutta. Ma tranquilla, il Capo non ha intenzione di ucciderti, almeno per ora.” Rise e si rimise di spalle alla cella.
“Verranno a cercarmi” gridò Keane
“Bene! Li aspetteremo allora…” e rise.
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