[Stml20] 12.04 . Keane- Il pericolo viene dal cielo

mokia a libero.it mokia a libero.it
Dom 15 Feb 2015 16:17:13 CET


Volevo scrivere una parte che riguardava i due pivellini Wyandot e Resed ma preferisco avere la sorpresa di cosa scriverà che viene dopo di me.quindi eccovi il pezzo: spero che vi piaccia!Buona domenica a tuttiMonica
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Ten. Com. Tara Keane

Capo OPS

USS Marconi - NCC 29303

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Monica mail: mokia a libero.it
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Brano 12.04

Titolo: Il pericolo viene dal cielo

Autore: Capo OPS Keane

Brano Precedente: Questo è l’unico avvertimento che riceverete da noi



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Nave aliena- 13/01/2395 - ore 4.40

Era più di un ora che Tara stava cercando i
suoi compagni dispersi, nella zona dove credeva d‘aver sentito la voce di Dal
che la chiamava, anche se ormai temeva fosse stato solo il desiderio di
ritrovarli ancora in vita che le aveva fatto sentire cose che non c’erano.
Aveva disposto i due uomini della sicurezza rimasti con lei, ai lati opposti di
un’ipotetica linea, con lei al centro, dicendo loro di muoversi in circolo e di
fare attenzione a qualsiasi particolare e di mantenere un silenzio assoluto: ma
per il momento non avevano trovato niente. Stava ormai per ordinare di
abbandonare le ricerche, quando vide un piccolo rivolo di fumo alzarsi da terra
a circa mezzo metro dai suoi piedi.

Incuriosita fece un passo in quella direzione,
s’accucciò cercando d’individuare il punto d’origine del fumo. Strizzò gli
occhi un paio di volte, perché non poteva credere a quello che vedeva, poi
esclamò:

“Per tutti i demoni del Gret'hor!! Come cavolo
avete fatto a ridurvi così?” quindi s’inginocchiò e abbassò il viso quasi a
terra e vide un minuscolo Dal che col fucile phaser alimentava un micro falò,
mentre Salen e Kuwano mettevano nel fuoco invisibili pezzi di materiale combustibile
e Julie faceva aria con un petalo di un fiore, per dare ossigeno alla fiamma e
mantenerla viva. Solo Rekon, seduto su di un granello di sabbia come su di un
trono, imprecava scuotendo la testa pelosa, perché secondo lui i pezzi che il
Dottore metteva nel fuoco erano troppo piccoli. Erano talmente presi che non
s’accorsero subito che finalmente erano stati individuati, ma quando Jaran
alzando lo sguardo vide l’enorme viso di Tara che s’abbassava a terra per
vederli meglio, pensò che non aveva mai visto niente di così bello e, allo
stesso tempo, di terribile in vita sua.

“Ci hanno visti.” Disse semplicemente,
smettendo di sparare.

A questo parole tutti si fermarono e si
girarono a guardare in alto verso il Capo OPS. Julie lasciò cadere il ventaglio
improvvisato e istintivamente abbracciò il vecchio ingegnere seduto di fianco a
lei, l’unico che non aveva smesso di brontolare, ma che ricambiò il gesto
stringendola delicatamente e le disse orgoglioso: “Brava bambina, hai davvero
una bella testolina pensante!”

 

USS Marconi – Plancia  13/01/2395 ore05.00

Shran tornò in plancia con ancora sul volto
il sorriso per la piacevole conversazione intrattenuta col Capitano Asha:
quando il suo viso era apparso sul monitor del suo ufficio, dove aveva ricevuto
la chiamata di risposta dalla nave andoriana, tutti i ricordi della breve, ma
intensa, vacanza passata su Rise un paio di decenni prima, la maggior parte
della quale trascorsa nella camera da letto della andoriana, erano riaffiorati.

Durani lasciò la poltrona al suo superiore e
gli chiese:

“E’ riuscito a convincere gli andoriani?”

“Sì Tenente e hanno detto che saranno lieti
d’aiutarci: tra un paio d’ore saranno qui.”

“Molto bene.” Rispose la klingon tornata alla
sua postazione.

“E’ stato difficile convincere il Capitano
andoriano?” chiese la Consigliere, seduta al fianco di Shran e che ne aveva notato
il sorriso soddisfatto.

“No, in effetti Laura è stato piuttosto
facile: Asha è un’amica di vecchia data.”

“Ah capisco!” ribattè, sorridendo sorniona, il
Consigliere che ben conosceva la fama di tombeur de femme del suo Capitano e
che, adesso che lo conosceva meglio, sapeva essere del tutto meritata.

 

Nave aliena – ore 05.30

 

Tara dopo aver messo al sicuro i
miniaturizzati compagni nel taschino della sua giacca della divisa, aveva
guidato il piccolo gruppo nella direzione presa da Charlie e il grosso della
squadra. Dopo mezz’ora circa di marcia, una chiamata dal Capo Mosai, l’aveva
avvisata che uno stormo di quegli enormi esseri alati, guidati dagli indigeni,
si stava dirigendo nella loro direzione. Keane gli ordinò di trovare un
nascondiglio e d’aspettarli, ma le ultime parole dell’uomo della Sicurezza
furono:”Troppo tardi!” Quindi non ci fu più risposta ai suoi tentativi di
chiamata.

“Forza sbrighiamoci!” ordinò la Klingon ai
suoi compagni, lanciandosi di corsa nella foresta che sembrava voler loro sbarrare
il cammino. Dopo venti minuti arrivarono al limitare del bosco e un’improvvisa
pianura erbosa s’aprì davanti a loro, facendo capire che i loro compagni erano
stati sorpresi in campo aperto, senza possibilità di trovare un qualsivoglia
riparo. Keane si fermò, dando così modo ai suoi uomini di raggiungerla, poiché
non erano riusciti a starle al passo, ed esaminò lo spazio circostante col
tricorder. Non c’era traccia né degli indigeni, né purtroppo degli uomini della
Marconi.

“Da questa parte!” disse indicando le tracce
lasciate nell’erba alta dai loro compagni “e occhi al cielo:il pericolo viene
dall’alto!”

Proseguirono quindi con estrema
circospezione, fino al punto dove l’erba sembrava essere stata calpestata da un
numero superiore a quello della loro squadra. Ad un tratto Gomez richiamò
l’attenzione del suo superiore.

“Comandante guardi là!” disse indicando una
massa a terra distante circa 5 metri da loro.

Più s’avvicinavano e più era evidente che
quella massa era il corpo di un uomo della Sicurezza, seminascosto dalla
vegetazione. Tara s’inginocchiò di fianco a quel corpo supino e lo girò
delicatamente, gli appoggiò due dita alla carotide, ma nessun battito veniva da
quel corpo ancora caldo.

“E’ morto?” chiese Kuwano, che con Dal s’era
arrampicato lungo il bastoncino che Keane aveva infilato nel taschino, per
facilitare il ricircolo d’aria e al contempo consentire loro l’uscita senza
troppi sforzi.

“Si Dottore, ma non capisco come: non vedo
ferite evidenti!”

“Mi faccia scorrere sul corpo del Guardiamarina
e vediamo se questo aggeggio serve ancora a qualcosa!” le disse Kuwano
estraendo il suo tricorder e sperando che le dimensioni, nell’ ordine del
micron, non inficiassero sulle capacità d’analisi dello strumento. Saltò sulla
mano che Tara avvicinò e si sdraiò prono sul bordo del palmo, sporgendo le
braccia che tenevano stretto il tricorder, mentre Tara lentamente passava la
mano su tutto il corpo inanime ad un’altezza di trenta centimetri circa.

Terminata l’operazione, Keane portò la sua
mano all’altezza del suo volto e disse: “Allora Dottore è riuscito a capirci
qualcosa?”

“Comandante mi sono rimpicciolito, non
rincoglionito! Quest’uomo presenta diverse fratture da caduta dall’ alto, tra
cui quella mortale alla base del collo.”

“Jaran che ne pensi?”

“Non lo so Tara, da questa prospettiva mi
sembra tutto così strano, irreale che fatico a mettere a fuoco le cose. Il
fatto, per esempio che non presenti tracce di legatura può voler dire che sono
saliti volontariamente o quasi su quei rettili volanti o, più semplicemente il
numero troppo superiore degli abitanti di questa nave, rispetto alle loro
forze, gli abbia fatto desistere da qualsiasi forma di resistenza.”

“Si, ed è scivolato giù per sbaglio!” disse
sarcastico il Dottore, che non si fidava molto di quegli spilungoni dagli occhi
gialli.

“Perché no! Se li volevano uccidere avrebbero
potuto farlo senza nemmeno scendere a terra, scagliando quelle loro lunghe
frecce dal cielo.” Rispose Dal.

“Ok supponiamo che sia così: se non li
riteniamo in immediato pericolo di vita, dovremmo continuare noi verso i
motori. Con l’aiuto di Rekon dovrei essere in grado di riavviarli.” Disse Tara
che aveva cominciato la carriera nella Flotta come Ingegnere, dopo il periodo
passato come pilota di caccia a pattugliare i confini con l’Impero Romulano.

“E se ci sbagliamo?” chiese Berthier sbucata
nel mentre dal fondo del taschino di Tara. Proprio in quell’ istante un boato
impressionante, come di un tuono vicino, squassò l’aria, seguito da uno scossa
violentissima.

“Credo che abbiamo avuto la nostra risposta:
ho paura che il tempo per questa nave si sia ridotto notevolmente. “ disse
Rekon dal fondo.

=^=Keane a Marconi: Capitano cosa succede?
Qui balla tutto!=^=

La voce di Shran giunse qualche istante dopo,
che al gruppo sulla nave aliena sembrò eterno.

=^=C’è stato un aumento nello squilibrio
dell’erogazione di potenza nei motori ad impulso: secondo i nuovi dati
riteniamo che i motori esploderanno entro 30 ore! =^=
-------------- parte successiva --------------
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