[Stml20] 12.00 L'Arca di Noé (...)

federico pirazzoli cmdrtkar a gmail.com
Lun 12 Gen 2015 14:27:43 CET


Grazie...:-) vado a cercare lo spazzolino da denti?

*_________________________________________________________________________*
*Da*: Comandante del sommergibile *Sea Tiger*
*A*: Ufficio Approvvigionamenti Arsenale di Cavite, Filippine.
*Tramite*: Comando Forze Subacquee.
*Oggetto*: Carta igienica.
*#1*. Il 6 giugno 1941 questa nave ha inoltrato una richiesta di 150 rotoli
di carta igienica. Il 16 dicembre 1941 detta richiesta è stata restituita
con la stampigliatura: "Materiale sconosciuto. Richiesta annullata."
*#2*. Il Comandante del sommergibile *Sea Tiger* non può fare a meno di
domandarsi cosa viene usato all'Approvvigionamento di Cavite in
sostituzione di questo "materiale sconosciuto", un tempo perfettamente noto
a questo Comando.
_________________________________________________________________________

Il giorno 12 gennaio 2015 14:18, Franco Carretti <charles_wyandot a mail.com>
ha scritto:

> Prima di tutto questo teaser è molto figo, seconda cosa questo teaser è
> molto molto figo.
> Mi sono piaciuti soprattutto i richiami ad avatar che secondo me è uno dei
> più bei film fatti nell'ultimo decennio se non oltre.
> Resed ha avuto il suo momento eroico, che naturalmente non verrà
> apprezzato. Porello :D
>
> Mi è piaciuto anche il tocco di ribellione verso l'ammiragliato nominado
> un Caitiano :D
>
> 10+
>
>
>
> *Sent:* Monday, January 12, 2015 at 12:42 PM
> *From:* "federico pirazzoli" <cmdrtkar a gmail.com>
> *To:* "USS Marconi" <stml20 a gioco.net>
> *Subject:* [Stml20] 12.00 L'Arca di Noé (...)
>  Ok gente...come al solito il brano ha preso il sopravvento sull'autore
> ed è diventato "leggermente" più lungo di quanto avessi preventivato.
>
> Come vi accennavo il titolo che ho indicato non è completo, quello
> completo lo metto alla fine insieme ad un paio di riferimenti e
> riflessioni. Se è troppa carne al fuoco ditemelo, che possiamo tagliare
> qualcosa...
> Intanto buon divertimento!
>
>
>
> *===========================*
>
> *Missione: 12*
>
> *Titolo: a definire*
>
> *==========================*
>
>
>
>
>
> *******************************************
>
> *Brano: 12.00 *
>
> *Titolo: L'Arca di Noé (...)*
>
> *Autore: Tenente Comandante Rekon*
>
> *Brano Precendente: n/a*
>
> *******************************************
>
>
>
>
>
>
> *USS Marconi - Sala Tattica del Capitano - 08/01/2395 Ore 12:15 - DS –
> 72020.58*
>
>
>
> "...e, stando a quanto riferito dall'ultimo dispaccio del Dipartimento per
> la Gestione del Personale della Flotta, ci sono stati assegnati ventuno
> sottUfficiali, quattro Ufficiali ed un Ufficiale Superiore a reintegro del
> personale della Marconi trasferito o deceduto nelle ultime missioni..."
> riferì Salen, il facente funzioni di Primo Ufficiale, tenendo lo sguardo
> scuro incollato in quello del suo Capitano.
>
>
>
> "Vedo..." commentò Shran, dando una rapida scorsa alla copia del rapporto
> che il Vulcaniano gli aveva fornito, prima di tornare con lo sguardo
> all'alieno dal sangue a base di rame. Salen non sarebbe stata esattamente
> la sua prima scelta come Primo Ufficiale, ma nel Quadrante Gamma i
> rimpiazzi giungevano a singhiozzo e si era dovuto accontentare di quel
> giovane e puntiglioso - ma un po' inesperto - Vulcaniano.
>
>
>
> Ad ogni modo la cosa aveva anche i suoi lati positivi, come il fatto che
> Salen era estremamente competente e zelante nel compilare tutti i
> noiosissimi rapporti per il Comando di Flotta...e poi era uno spasso
> vederlo scappare per i corridoi della nave inseguito da Rekon, quando il
> loro iracondo Capo Ingegnere Tellarita era sul piede di guerra per un
> qualsiasi motivo riguardante la gestione dei turni o degli
> approvvigionamenti, cosa che capitava almeno un paio di volte a settimana,
> peraltro.
>
>
>
> Dopo un momento di riflessione aggiunse "E che mi dice dell'efficienza
> della Marconi? Abbiamo bisogno di attraccare a Deep Space 16 Gamma per
> riparazioni o possiamo proseguire con l’esplorazione del settore 15 Lambda?”
>
>
>
> Il Vulcaniano prese un lungo momento prima di rispondere e, con la coda
> dell’occhio, Shran notò una sorta di vibrazione nelle spalle del
> subordinato, come se si fosse sforzato di trattenere un fremito prima di
> rispondere, con voce neutrale  ”Stando ai rapporti della Sala Macchine
> tutti i danni rilevanti sono stati riparati durante la sosta che abbiamo
> fatto presso le strutture del Dominio, ma abbiamo ancora diverse
> problematiche coi sistemi energetici secondari. Il Comandante Rekon
> suggerisce una revisione completa dei sistemi secondari, ma ritengo possa
> essere posticipata…”
>
> “Molto bene, in tal caso verifichi con Deep Space 16 Gamma se vi sono navi
> in transito in questa zona, per organizzare il trasferimento del nostro
> personale e continuiamo l’esplorazione…”
>
>
>
> Il Capitano della Marconi fu costretto però ad interrompersi, perché dagli
> altoparlanti installati nel soffitto giunse la voce del Capo della
> Sicurezza che, con tono controllato, disse =^= Capitano Shran, la sua
> presenza è richiesta immediatamente in Plancia.=^=
>
>
>
>
>
> *USS Marconi - Plancia - 08/01/2395 Ore 12:17 - DS 72020.59*
>
>
>
> “Rapporto!” ordinò Shran, sedendosi sulla poltrona lasciata repentinamente
> libera dal Mezzo-Cardassiano. Lo schermo visore mostrava unicamente
> l’effetto ottico delle stelle a velocità di Curvatura e il Capitano si
> domandò cosa potesse essere successo, per spingere l’Ufficiale tattico a
> interrompere la loro riunione.
>
>
>
> “Circa cinque minuti fa abbiamo ricevuto un messaggio di soccorso
> proveniente dal vicino settore 16 Lambda. Sembrava una richiesta di aiuto
> automatizzata, ma il laboratorio linguistico sta ancora lavorando
> all’algoritmo di traduzione. Ho fatto impostare una rotta di
> intercettazione e richiesto l’accelerazione a Curvat…”
>
>
>
> “Chi diavolo ha ordinato di accelerare a Curvatura 8 mentre stiamo
> ricalibrando i flussi di distribuzione?” sbraitò la voce di Rekon,
> anticipando di un paio di secondi la completa apertura delle porte del
> Turboascensore, dal quale emerse un infuriato Ingegnere Capo, con la parte
> superiore dell’uniforme sporca di fuliggine e leggermente bruciacchiata,
> come se qualcosa gli fosse esploso a breve distanza.
>
>
>
> “Non ora, Rekon.” lo bloccò fermamente Shran, notando con un certo
> divertimento il volto impassibile di Salen farsi leggermente più verde,
> mentre le sue mani si stringevano con forza sul bracciolo della poltrona
> del Primo Ufficiale “Abbiamo una richiesta di soccorso e stiamo
> intervenendo…”
>
>
>
> Quindi, mentre l’ingegnere Tellarita si spostava brontolando verso lo
> schermo del controllo danni colpendosi al contempo il comunicatore e
> cominciando a trasmettere ordini ai suoi subordinati, l’Andriano aggiunse
> “Siamo a distanza visiva?”
>
>
>
> “Ancora no, signore…” rispose Julie Berthier, dalla postazione scientifica
> “siamo appena entrati nel raggio dei sensori a corto raggio e…mon dieu!””
>
>
>
> “Cosa, Comandante?” domandò l’Andoriano, con un pizzico di curiosità,
> osservando la giovane scienziata intenta ad eseguire diverse scansioni,
> digitando con foga sul display LCARS della postazione scientifica.
>
>
>
> “Quell’astronave è…enorme!”…disse semplicemente la Betazoide, riportando
> sullo schermo principale una schematizzazione delle letture dei sensori
> “forma approssimativamente cilindrica, tendente all’ovoidale……cinquanta
> chilometri di lunghezza per venti di diametro. Struttura in duranio…i
> sensori non riescono ad analizzare oltre da questa distanza”…”
>
>
>
> Dalla postazione OPS Tara Keane emise un lungo fischio ed anche Rekon, che
> fino a quel momento era parso impegnato a lavorare col suo team in Sala
> Macchine, si voltò di scatto verso la collega della Scientifica, la bocca
> aperta senza però proferire parola.
>
>
>
> Anche Shran impiegò diversi secondi ad assimilare la notizia salvo poi,
> dandosi un contegno, aggiungere “Rileviamo altre navi nel raggio dei
> sensori?””
>
>
>
> Fu Dal a rispondere alla domanda. Il mezzo Cardassiano, sfruttando le
> letture dei sensori tattici, si affrettò a rispondere “Nessuna nel raggio
> dei sensori, ma rilevo diverse scie di Curvatura in allontanamento. Dal
> tasso di decadimento devono essersi allontanate da meno di venti minuti.”
>
>
>
> Quindi, dopo un secondo, aggiunse “Le tracce scompaiono nelle propaggini
> di una nebulosa di classe 4. Non riusciamo ad analizzare all’interno,
> quantomeno non da questa distanza…”
>
>
>
> “Molto bene, passiamo in Allarme Giallo e teniamo gli occhi aperti!”
> ordinò il Capitano, incrociando le dita delle mani e ponendosi in una
> posizione di attesa apparentemente calma, tradita solo dal rapido muoversi
> delle antenne nella massa di ordinati capelli bianchi.
>
>
>
>
>
>
>
> *USS Marconi - Plancia - 08/01/2395 Ore 12:45 - DS 72020.63*
>
>
>
> La Marconi uscì dalla Curvatura vicino alla monolitica astronave che,
> sotto la fioca luce di una stella lontana, procedeva a velocità impulso
> nello spazio, appena un insetto al confronto del ciclopico vascello alieno.
>
>
>
> Sullo schermo visore l’equipaggio della nave stellare poté osservarne lo
> scafo esterno della grande astronave con attenzione. La struttura, da
> quella distanza ravvicinata, era semplicemente troppo grande per poter
> essere osservata tutta insieme, ma era comunque possibile notare alcune
> enormi protuberanze che sorgevano dalla struttura principale, come fossero
> colline. Lo scafo esterno appariva spesso e massiccio, ma butterato in
> numerosi punti da quelli che sembravano danni da impatto e da energia.
>
>
>
> Dopo qualche momento di attonito silenzio, il personale di Plancia parve
> riscuotersi e riprese le proprie attività. Per prima cosa Shran ordinò di
> ridurre lo zoom dell'immagine, così da avere una visuale d'insieme del
> vascello.
>
>
>
> Visto da questo nuovo angolo, il gigante dello spazio mostrava di avere
> una forma cilindrica, leggermente arrotondata alle estremità e più gonfia
> verso poppa. Quelle che ad una prima occhiata era sembrata una montagna
> d'acciaio, ora si mostrava per ciò che era, ossia una semisfera di circa
> mezzo chilometro di diametro situata a circa un terzo della lunghezza del
> vascello. La semisfera non era una sola, ma ve ne erano dodici disposte a
> raggiera lungo il perimetro del cilindro. Cinque delle cupole erano
> spaccate e annerite, ma le altre sembravano intatte.
>
> Più indietro, in corrispondenza del punto di maggior diametro della nave,
> era possibile vedere quanto rimaneva di quattro enormi torri, ognuna di più
> di un chilometro di diametro alla base, e tutte troncate ad un'altezza di
> circa millesettecento metri, come se l'astronave avesse tentato di
> attraversare un passaggio più stretto dell'altezza delle torri e le stesse
> fossero state spezzate.
>
>
>
> Ciò che però colpì più di tutto l'occhio di Shran, fu un grande foro ad
> imbuto sulla prua della nave, un foro largo più di cinque chilometri e
> profondo altrettanto, che si apriva come una enorme bocca verso la Marconi.
>
>
>
> "Che diavolo é quello?" domandò ad alta voce l'Andoriano, forse per
> scrollarsi di dosso la sensazione di atavico disagio che quella cavità -
> così simile alle bocche dei grandi Serpenti dei Ghiacci di Andoria - gli
> generava.
>
>
>
> "Forse una baia di attracco?" propose Tara, non troppo convinta in quanto
> la posizione frontale avrebbe reso più complesse le manovre di atterraggio
> e decollo più complesse a vascello in movimento.
>
>
>
> "No, é un collettore di pulviscolo e gas stellari..." affermò però Rekon,
> che pareva essersi scrollato di dosso rapidamente lo stupore per ciò che
> avevano trovato e che, ora, stava cercando di farsi un'idea della struttura
> del vascello, un'enorme, dannatissimo Collettore di Bussard.."
>
>
>
> "Ritiene sia la fonte di carburante di quella nave?" domandò Julie, che
> come sempre pareva avere un minimo di titubanza a rapportarsi con l'iroso
> Tellarita, anche se questi era di norma più tranquillo nei suoi confronti,
> almeno rispetto al suo standard.
>
>
>
> "Ci puoi scommettere i tuoi gradi, bambina..." rispose Rekon,
> sovrapponendo all'immagine una sorta di schema a raggiera che, dal fondo
> del buco a prua, portava alle dodici semisfere e da esse ai quattro piloni
> e verso il fondo della nave "e deve servire un bel po' di gas per
> alimentare quei reattori a fusione..." aggiunse, indicando le semisfere.
>
>
>
> "Reattori nucleari?" domandò incuriosito Dal, osservando le letture dei
> sensori. Lui non aveva grandi competenze ingegneristiche, ma non capiva
> come Rekon fosse giunto a quella conclusione, visto che i sensori non erano
> in grado di penetrare le enormi cupole sigillate e quelle rotte non
> contenevano nulla se non enormi masse di duranio fuso.
>
>
>
> "Ma certo, che accidenti d'altro dovrebbero essere?" ribatté stizzito il
> Tellarita, aggiungendo poi in tono più accademico "la forma sferica é un
> sistema di sicurezza in assenza di campi di forza. Probabilmente le sfere -
> per metà dentro e per metà fuori dallo scafo - sono cave e al centro vi é
> un catalizzatore di reazione tenuto in sospensione magnetica…ho sentito che
> diverse tecnologie usano allo scopo grosse Sfere di Berilio. La reazione
> avviene al centro, attraverso la fusione fredda dei gas raccolti e
> trasportati lungo questi condotti...infine l'energia é trasferita al
> reattore ad impulso posteriore e alle quattro torri, che probabilmente
> erano supporti per un proiettore di campo di Curvatura...altrimenti non
> avrebbe senso lo schema dei danni subiti da quei reattori rotti..."
>
>
>
> Ma il resto dell'equipaggio sembrava troppo stupito per sentire il resto
> della descrizione, tanto che fu lo stesso Capitano Shran a domandare
> "Proiettore di campo...di Curvatura? Cioè quella cosa aveva delle gondole
> di Curvatura appese a quelle specie di torri?"
>
>
>
> "Beh...no...non delle gondole..." rispose il Capo Ingegnere, fraintendendo
> il senso della domanda (o quantomeno ignorando l'incredulità del tono),
> forse perché stava lavorando sui controlli della propria consolle. Subito
> all'immagine dell'astronave aliena si sovrappose un enorme anello,
> collegato da alte torri allo scafo principale lì dove si trovavano i
> monconi di pilone "...più probabilmente un sistema a circolo, come i vecchi
> vascelli Vulcaniani pre-Federali...dubito potesse accelerare oltre
> Curvatura 3, ma funzionale considerata la massa da spostare..."
>
>
>
> Seguì un lungo momento di silenzio, interrotto dalla voce del facente
> funzioni di Primo Ufficiale che, inaspettatamente, mise in luce un elemento
> importante della vicenda, affermando "Quindi, tecnicamente, questo é un
> vascello a Curvatura ed é possibile stabilire un Primo Contatto..."
>
>
>
>
>
> *USS Marconi - Sala Tattica del Capitano 08/01/2395 Ore 15:00 - DS
> 72020.89*
>
>
>
> "Con una navetta?" Ripeté perplesso Shran, sollevando lo sguardo sul
> Comandante Salen, che stava in piedi di fronte a lui e aveva appena finito
> di riferirgli le conclusioni preliminari che il team di Plancia aveva
> raggiunto dopo più di due ore di analisi della nave aliena.
>
>
>
> "Sì signore..." confermò il Facente Funzioni di Primo Ufficiale "Il signor
> Rekon ha escluso di poter procedere col teletrasporto. Apparentemente lo
> spessore e la densità dello scafo rendono troppo difficile e rischiosa la
> rimaterializzazione...inoltre i sensori risultano sensibilmente imprecisi
> nelle letture, con un tasso di affidabilità del solo 63.5%..."
>
>
>
> "E immagino che questo ci impedisca anche letture dettagliate dell'interno
> della nave..." commentò Shran, facendosi pensoso in volto. Non si trattava
> certo di un Primo Contatto convenzionale, ma quella aveva tutta l'aria di
> essere una nave generazionale ed era affascinato dall'idea di conoscere chi
> aveva avuto la capacità di costruire un'opera ingegneristica simile.
>
>
>
> "Sì signore..." confermò il Vulcaniano, aggiungendo poi "Abbiamo appurato
> la presenza di una moltitudine di forme di vita all'interno, ma non é stato
> possibile quantificarne il numero o identificarne la tipologia...secondo le
> nostre stime potrebbero esservi da 50.000 a 500.000 forme di vita superiori
> o assimilabili ad esse, ed un numero dalle 100 alle 1.000 volte superiore
> di animali. Però i Comandanti Keane, Rekon e Berthier sono riusciti ad
> individuare un potenziale problema..."
>
>
>
> 'Perché era già semplice come situazione...' pensò tra sé l'Andoriano,
> permettendosi un lieve sbuffo che il suo Primo Ufficiale ignorò con fare
> decisamente Vulcaniano. Ad ogni modo, il viso dalla pelle azzurra rimase
> assolutamente neutrale quando, dopo un istante, invitò il subordinato ad
> andare avanti.
>
>
>
> “Apparentemente le navi che abbiamo individuato in allontanamento dal
> sistema hanno attaccato l’astronave…le loro armi non sembrano essere state
> in grado di causare danni rilevanti, ma abbiamo rilevato uno squilibrio
> nell’erogazione di potenza del Motore ad Impulso…lo squilibrio aumenterà
> esponenzialmente e, se non verrà corretto, l’intero motore potrebbe
> esplodere entro sette giorni. I nostri Ufficiali non sono concordi sugli
> effetti di una simile esplosione, ma il Signor Rekon è stato
> piuttosto…epico…nel descrivere ciò che ritiene avverrà, ovvero la completa
> disgregazione dell’atmosfera interna del vascello.”
>
>
>
> “Fantastico…” borbottò, questa volta a voce abbastanza alta da essere
> udita, Shran “e, immagino, i nostri sconosciuti amici lì fuori non ne sono
> a conoscenza?”
>
>
>
> “E’ nostra ipotesi che l’attuale equipaggio di quel vascello non possegga
> le competenze o le risorse per provvedere alla riparazione di tale danno,
> visto lo stato dei sistemi. Considerando l’età della nave stessa – la
> datazione quantica stima che sia stata costruita approssimativamente 850
> anni fa – è anche possibile che l’intero equipaggio sia tenuto in stato di
> stasi…”
>
>
>
> “D’accordo…” concluse il Capitano della Marconi, alzandosi in piedi
> “Identificate un portello di attracco e faccia predisporre un paio di
> navette. Per prima manderemo una squadra della Sicurezza col Comandante Dal
> ed il Dottor Kuwano, per verificare se vi siano pericoli ambientali
> all’interno. Quindi formerò una squadra di sbarco col Comandante Berthier,
> il Comandante Rekon e qualcuno dei suoi. Dovremo fare un rapido Primo
> Contatto con questa gente e – al contempo – aiutarli a risolvere il loro
> problema ingegneristico.”
>
>
>
> L’Andoriano sembrava piuttosto convinto del piano operativo studiato, ma
> alle sue parole Salen non si mosse e disse “In realtà, Capitano…”
>
>
>
>
>
> *Nave Aliena – corridoio di decontaminazione – tre ore dopo*
>
>
>
> Il Comandante Salen osservava con estrema attenzione ed un po’ di
> irritazione il complicato lavoro che Rekon stava facendo sul pannello di
> comando di una porta, non risparmiando insulti a chi quella porta l’aveva
> progettata, assemblata, montata, manutenuta ed ai loro familiari per le
> precedenti sette generazioni.
>
>
>
> Erano giunti a bordo dell’astronave aliena circa un’ora prima con la
> seconda navetta, dopo che la squadra di Sicurezza del Comandante Dal aveva
> aperto una camera stagna ed esplorato i duecento metri di tunnel – diviso
> in dieci zone di contenimento e decontaminazione – che portavano
> all’astronave vera e propria. Il Dottor Kuwano aveva analizzato l’atmosfera
> di quel lungo condotto e, a parte trovarla un po’ stantia, l’aveva
> dichiarata compatibile con la sopravvivenza dell’equipaggio della Marconi e
> priva di pericoli batteriologici.
>
>
>
> “Non è strano che ancora non sia venuto nessuno ad incontrarci?” domandò
> Dal, quasi stesse riflettendo tra sé e sé ad alta voce. Il
> Mezzo-Cardassiano imbracciava un fucile Phaser Tipo III e, esattamente come
> gli altri membri della sua squadra di Sicurezza, osservava con estrema
> attenzione il pesante portone blindato che ancora li separava dall’interno
> dell’astronave vera e propria.
>
>
>
> “Esiste la concreta possibilità che l’intero equipaggio sia in
> ibernazione…” intervenne il Comandante Berthier, i cui occhi neri
> osservavano con uguale attenzione il lavoro di precisione di Rekon e della
> sua squadra di tecnici “questo spiegherebbe anche le strane letture dei
> segni vitali che abbiamo avuto dalla Plancia…”
>
>
>
> “O magari sono tutti morti per il caldo eccessivo e quelli che abbiamo
> rilevato sono animali…” commentò un po’ cinicamente il Dottor Kuwano. La
> temperatura in quella zona della nave si aggirava attorno ai trenta gradi
> centigradi e ciò non faceva nulla per migliorare il suo umore cupo o la sua
> lingua tagliente.
>
>
>
> Prima che Salen potesse rispondere, però, Rekon lanciò quello che poteva
> essere interpretato come un ruggito di soddisfazione e, un istante dopo, la
> pesante porta blindata si aprì su di una stanza buia. Le squadre della
> sicurezza furono le prime ad attraversare il varco, subito seguite dal
> resto del gruppo, che finì per trovarsi in quella che aveva tutta l’aria di
> essere una grotta. Il pavimento e le pareti erano rivestite di pietra
> rossiccia ed erano estremamente irregolari, con un soffitto basso ed irto
> di stalagmiti.
>
>
>
> “E questo sarebbe l’interno di una nave stellare?” borbottò Kuwano, cui
> fece eco subito Rekon, rispondendo “Forse si aspettava una sala di attesa
> con morbidi divani in pelle e ballerine di Orione, Dottore?”
>
>
>
> “Signori, vi prego…” intervenne Salen, cercando di zittire i due Ufficiali
> prima che il loro punzecchiarsi sfociasse in una rissa verbale. La fortuna
> arrise al Vulcaniano perché, anche se i due lo ignorarono bellamente, la
> voce di uno dei membri della sicurezza mandati in avanscoperta verso
> l’uscita della grotta attirò la loro attenzione.
>
>
>
> “Venite a vedere!” chiamò il Capo Mosai, che si era fermato appena fuori
> dalla grotta.
>
>
>
> Uscendo, tutto il gruppo poté vedere ciò che aveva stupito l’Umano:
> l’uscita della grotta si apriva sulla parte bassa del fianco di una
> montagna e, sotto di loro, si estendeva una enorme foresta, che ricopriva
> l’intera superficie interna della nave, perdendosi verso l’orizzonte curvo.
> Il cielo sopra di loro era talmente alto da risultare invisibile, ma erano
> invece visibili diverse “isole” galleggianti, ricche di vegetazione e
> circondate da numerosi animali volanti che, a giudicare dalle proporzioni e
> dalla distanza, dovevano avere un’apertura alare di almeno 5 metri.
>
>
>
> “Mi venisse un accidente…” borbottò Rekon, mentre un intero stormo di
> quelle creature si abbassava sulla foresta in una picchiata radente, per
> poi rialzarsi in cielo con creature a sei zampe grandi come un uomo strette
> tra gli artigli.
>
>
>
> “Apparentemente l’intera superficie interna è ricoperta di vegetazione e
> sfrutta un sistema gravitazionale dal centro verso l’esterno…Le isole si
> trovano verso il centro della struttura…” disse Julie che, intenta ad
> analizzare col tricoder quanto vedeva, non aveva potuto osservare l’azione
> di caccia di quei predatori “in quel punto la gravità è quasi pari a zero e
> credo sia per questo che riescono a restare sospese…”
>
>
>
> “Ma cos’è questo…un dannato zoo spaziale?” borbottò Kuwano, schiacciando
> sulla pelle del collo un insetto che vi si era posato “anche le zanzare…”
>
>
>
> “Sembrerebbe un ecosistema completo, riprodotto all’interno di questa
> struttura…” Commentò allora il Vulcaniano, notando una colonna di insetti
> non dissimile dalle formiche terrestri, tranne che per l’avere otto zampe,
> procedere fino ad un buco nel terreno roccioso “forse al fine di
> preservarlo?”
>
>
>
> “E’ una sorta di Arca di Noè, allora…” commentò allora il Capo Mosai, che
> col mirino del fucile Phaser stava osservando in lontananza. Quando gli
> Ufficiali Superiori gli chiesero spiegazioni, l’Umano raccontò loro il mito
> di Noé che aveva messo in salvo una coppia di ogni tipo di animale dal
> Diluvio Universale e concluse “Forse lo scopo di questa nave non è
> dissimile…”
>
>
>
> “Forse…” convenne il Primo Ufficiale, scrollando le spalle ed osservando
> il proprio Tricoder “o forse no, ma non lo capiremo certamente restando
> qui. Comandante Rekon, dove dobbiamo dirigerci per raggiungere la zona dei
> motori? Se una parte dell’equipaggio è ancora presente su questo vascello e
> tenta di governarlo, si troverà probabilmente laggiù…”
>
>
>
>
>
> *USS Marconi - Plancia - 08/01/2395 Ore 19:30 – DS 72021.4*
>
>
>
> =^= …e stiamo procedendo verso la poppa della nave. Data la distanza ed il
> tipo di terreno, stimo impiegheremo circa dodici ore di marcia soste
> incluse, salvo eventuali problematiche derivanti dal tipo di terreno o
> dalla fauna locale... =^=
>
>
>
> =^= Forse di più se dovremo accamparci per la notte...=^= aggiunse Dal,
> che doveva trovarsi vicino a Salen =^= l’intensità della luce è cambiata da
> quando siamo qui, quindi probabilmente esiste un sistema temporizzato che
> genera un ciclo giorno/notte…=^=
>
>
>
> "Disponete dell'attrezzatura necessaria per procedere o vi serve che vi
> inviamo ulteriori rifornimenti?" domandò Shran, per nulla felice di avere
> una squadra di ricognizione intenta a campeggiare in una dannata foresta
> pluviale vasta più di 3.000 chilometri quadrati, con alberi alti centinaia
> di metri, isole di roccia galleggianti, enormi uccelli predatori e chissà
> cos'altro.
>
>
>
> Prima che il Primo Ufficiale potesse rispondere, però, il Tenente Wyandot
> parlò col tono sicuro di quando la sua mente era impegnata nel suo ruolo di
> Timoniere "Signore...rilevo trentacinque tracce di Curvatura in uscita
> dalla nebulosa...In approccio a Curvatura 5."
>
>
>
> "Matrice energetica sconosciuta, ma compatibile con le tracce rilevate in
> allontanamento dalla nave aliena..." aggiunse Tara dalla postazione OPS
> "intercettazione tra un'ora e quindici minuti..."
>
>
>
> "Ci hanno rilevati?" domandò il Capitano Andoriano, che aveva una pessima
> sensazione da tutta quella situazione.
>
>
>
> "Non si direbbe..." rispose la Mezza-Klingon che, appena individuate le
> navi aliene, aveva iniziato ad analizzarne le letture energetiche e le
> comunicazioni internave "non rilevo nessuno stato particolare di allerta o
> un aumento del flusso dati tra loro. Probabilmente la massa della nave
> aliena ci scherma ai loro sensori da questa distanza."
>
>
>
> "Molto bene, in tal caso continuiamo a non farci vedere..." ribatté Shran,
> prima di cominciare a dare ordini ai suoi Ufficiali "Signor Wyandot, ci
> porti il più vicino possibile allo scafo della nave aliena...Comandante
> Keane, Allarme Giallo..."
>
>
>
> Quindi, dopo alcuni secondi, aggiunse alzando lo sguardo al soffitto
> "Comandante Salen, abbiamo una piccola flotta di navi sconosciute in
> avvicinamento... Credo sia opportuno che lei ed i suoi uomini rientrate
> quanto prima. La riparazione del motore della nave aliena dovrà
> attendere..."
>
>
>
> Niente.
>
>
>
> Shran attese qualche altro secondo prima di ripetere "Comandante Salen, mi
> riceve?"
>
>
>
> =^= Mi scusi, Signore...=^= rispose con un certo ritardo il Vulcaniano. La
> sua voce era neutra e controllata come di consueto, ma qualcosa nel tono
> fece preoccupare il Capitano della Marconi prima ancora che il subordinato
> concludesse =^= abbiamo compagnia e non credo di sbagliare affermando che
> non ci considerino ospiti graditi...=^=
>
>
>
>
>
> *Nave Aliena – Jungla ai piedi della montagna - contemporaneamente*
>
>
>
> "Ma davvero?" borbottò Rekon, osservando la punta d'osso di una freccia
> lunga più di un metro puntata verso il suo sterno "che voi Vulcaniani
> aveste un buon udito é evidente, con quelle orecchie puntute...ma non
> sapevo che ci vedeste così bene..."
>
>
>
> In un altro momento forse Salen si sarebbe offeso per la battuta del
> vecchio Tellarita e, magari, avrebbe anche minacciato di fargli rapporto,
> ma decisamente non era quello il caso.
>
>
>
> Gli alieni, muscolosi esseri alti due metri e mezzo e caratterizzati da
> occhi gialli, arti lunghi, una coda ed una pigmentazione della pelle blu,
> erano sbucati dal nulla saltando giù da quegli strani uccelli predatori
> giganti e, dopo un salto di più di dieci metri, avevano fatto una capriola
> degna dei felini dai quali probabilmente si erano evoluti e li avevano
> rapidamente circondati, tenendoli sotto tiro con i loro enormi archi di
> corno e studiandoli con attenzione e vivida curiosità.
>
>
>
> "I miei saluti..." disse Salen, avanzando di un passo rispetto ai
> compagni, ma non sognandosi neppure di ordinare a Dal e ai suoi uomini di
> abbassare le armi. Poteva anche avere scarsa esperienza di Primo Contatto
> ed essersi trovato prima del tempo a ricoprire il ruolo di Primo Ufficiale,
> ma non era uno stupido. Quegli esseri avevano l'apparenza di selvaggi,
> vestiti di poche strisce di pelle e cuoio, ma il Vulcaniano sapeva che tali
> culture - di norma - rispettavano la forza e la fermezza, quindi assunse
> una posa ben eretta mentre aggiungeva "Sono il Comandante Salen, della Nave
> Stellare della Federazione Marconi...siamo venuti in pace..."
>
>
>
> Gli esseri si fissarono per qualche secondo, scambiandosi rapide frasi in
> una lingua incomprensibile. Evidentemente il Traduttore Universale non era
> ancora in grado di identificare e tradurre il loro linguaggio, quindi Salen
> si voltò verso Julie che - in quanto telepate - poteva dar loro qualche
> indizio.
>
>
>
> "Le loro menti sono complesse...e in qualche modo interfacciate tra
> loro..." spiegò la scienziata, dopo aver tentato di focalizzare i propri
> poteri telepatici sulle creature. Di per sé non era un'impresa che le
> riuscisse semplice, ma con quegli esseri lo era dieci volte di
> più...qualcosa, forse una mente grande e potente, la ostacolava. Ad ogni
> modo una cosa l'aveva percepita chiaramente "ma hanno paura di noi...non
> dovremmo essere qui..."
>
>
>
> "E hanno ragione..." intervenne Dal, dopo un secondo "stando alle parole
> del Capitano c'é una minaccia concreta in avvicinamento alla Marconi,
> dobbiamo affrettarci a tornare indietro..."
>
>
>
> "Prima che ci infilzino con quegli spiedi..." aggiunse Rekon, fissando
> torvo gli alieni, diversi passi avanti ai membri della sua squadra di
> ingegneri, che sembrava stesse proteggendo.
>
>
>
> "Prendo atto e condivido i vostri suggerimenti, signori..." rispose il
> Vulcaniano quindi, rivolgendosi agli alieni e parlando in tono calmo e
> conciliante "ora ce ne andremo, senza commettere atti ostili nei vostri
> confronti..."
>
>
>
> Non sembrò che in questo caso il Traduttore Universale avesse maggior
> successo, ma Salen ordinò ai suoi di abbassare i phaser e, mentre parlava,
> indicò la grotta da cui erano venuti.
>
>
>
> Gli alieni parvero capire almeno le intenzioni del Vulcaniano ed
> approvarle, perché la tensione degli archi si ridusse ed uno di loro,
> quello che pareva il capo, indicò con una delle quattro lunghe dita della
> mano verso la montagna.
>
>
>
> Facendo un calcolato gesto di fiducia, Salen aprì la mano destra nel
> saluto Vulcaniano e, dopo aver detto "Spero avremo una occasione migliore
> per incontrarci e conoscerci..." voltò le spalle agli alieni, dirigendosi
> verso la grotta.
>
>
>
>
>
> *Navetta Lily Sloane - ore 20:35 – DS 72021.53*
>
>
>
> La navetta con la quale le due squadre erano giunte - in due momenti
> diversi - alla grande astronave aliena era piuttosto affollata durante la
> fase di distacco dal portello di attracco, ma nessuno protestò per questo.
>
>
>
> "Propulsori laterali spenti, propulsori posteriori in linea..." annunciò
> Rekon, mentre le tozze dita operavano con consumata abilità sulla tastiera
> della piccola consolle Ingegneristica "può riportare questa scatola di
> sardine troppo piena alla Nave, Comandante..."
>
>
>
> Salen, seduto al timone della navetta, fece un cenno di assenso prima di
> aumentare la spinta orizzontale, facendo percorrere al piccolo vascello un
> tratto parallelo allo scafo della grande nave aliena. Quindi, mentre
> attendeva di raggiungere la zona dello scafo al di sotto della quale anche
> la Marconi si nascondeva, domandò "Quanto manca all'arrivo delle navi
> aliene?"
>
>
>
> "Impossibile stabilirlo con certezza..." rispose il Comandante Berthier,
> che si vedeva appena alla consolle scientifica, visto che era praticamente
> circondata dagli uomini di Dal che facevano del loro meglio per non stare
> tra i piedi "la nave aliena ha una massa ed emissioni tali da distorcere
> completamente le nostre letture a medio e lungo raggio...secondo l'ultima
> stima ricevuta prima del silenzio radio, dovremmo avere ancora una decina
> di minuti..."
>
>
>
> "Forse meno!" esclamò in quello stesso istante Dal, agendo in maniera
> automatica sulla consolle degli armamenti per alzare gli scudi della
> navetta, mentre un'astronave nera, dalla forma sferica e dotata di due ali
> esagonali emergeva dall'orizzonte artificiale creato dalla massa del grande
> vascello che stavano costeggiando.
>
>
>
>
>
> *U.S.S. Marconi - Plancia - 1 minuto prima*
>
>
>
> “La navetta si sta sganciando ora dall’attracco…” riferì Tara, gli occhi
> fissi sulla consolle OPS ed un gotto di Raktajino ormai vuoto posto
> accanto. Di norma Shran non aveva piacere che il personale di turno
> consumasse bevande in Plancia ma, dato che quel turno particolare stava
> durando molto più del previsto, era stato lui stesso a suggerire che tutti
> assumessero qualcosa di energizzante.
>
>
>
> “Dannazione, ci stanno mettendo troppo…” protestò il Capitano della
> Marconi, fissando in cagnesco lo schermo principale ed il grafico
> tridimensionale che mostrava il movimento della navetta, quasi che fosse
> l’apparato visivo ad avergli fatto un torto “le navi aliene?”
>
>
>
> “Continuano a procedere a velocità costante, saranno in zona entro 10
> minuti…” informò l’addetto alla postazione Tattica, prima di aggiungere in
> tono allarmato “anzi…hanno appena accelerato…Curvatura 5…6..”
>
>
>
> Passarono una decina di secondi appena, poi il Comandante Keane annunciò
> “Stanno uscendo ora dalla Curvatura! Energizzano le armi!”
>
>
>
> Sullo schermo visore apparve uno sciame di astronavi di medie dimensioni e
> dallo scafo nero simile ad un curioso agglomerato di forme geometriche.
> Ognuna di esse era composta da una sfera centrale di diametro di circa 50
> metri e, ai due lati, erano fissate parallelamente una sorta di “vele”
> esagonali di diametro circa tre volte tanto.
>
>
>
> Gli scafi neri brillarono al momento dell’uscita dalla Curvatura, mentre
> le navi si mossero in formazione verso la porzione di scafo della grande
> nave dove si trovava la Marconi. Notando quel movimento, il Capitano Shran
> ordinò “Scudi!” appena in tempo, prima che una bordata di Disgregatori
> fuoriuscisse dai cannoni frontali di tre delle sfere, andando ad impattare
> sulle difese dell’Astronave Federale.
>
>
>
> “Chiamateli!” ordinò L’Andoriano, scattando in piedi, mentre la Plancia –
> e con essa l’intera Marconi – rollava sotto i suoi piedi. Meno di un
> secondo dopo aggiunse “Che ne è della navetta?”
>
>
>
> “Stanno tentando di disingaggiarsi da una delle navi…” riferì la
> Mezza-Klingon, mentre la Marconi iniziava ad eseguire le manovre evasive,
> rese complesse dalla eccessiva vicinanza dello scafo della nave aliena e
> dal numero di vascelli aggressori impegnati nell’attacco “ma sono
> dannatamente agili…”
>
>
>
> “Diamo copertura alla navetta!” ordinò allora Shran, mentre alcune
> scintille iniziavano a sprizzare dalle consolle secondarie, a causa dei
> sovraccarichi cui la rete energetica di bordo era sottoposta per dissipare
> il fuoco nemico “Fuoco con i Phaser, cerchiamo di disabilitare quelle navi
> senza distruggerle!”
>
>
>
>
>
> *Navetta Lily Sloane – Contemporaneamente*
>
>
>
> “Scudi al 34%...i nostri Phaser sono inefficaci…” riferì Dal, mentre gli
> uomini al suo comando si allontanavano dal fondo della nave per evitare un
> piccolo incendio scoppiato dopo l’ultima bordata. Gli uomini di Rekon,
> invece, si mossero rapidamente ai controlli ausiliari per interrompere il
> flusso di plasma che alimentava il fuoco e per manovrare l’estintore
> portatile recuperato dal kit di emergenza, così da evitare che le fiamme
> divampassero in tutta la cabina.
>
>
>
> “La Marconi ci sta venendo incontro, cerchiamo di spostarci dalla linea di
> tiro nemica!” suggerì Julie, prima che l’ennesima bordata li sbalzasse
> dalle relative posizioni, facendo al contempo collassare l’energia
> principale.
>
>
>
> “Dannati figli di…” cominciò a grugnire Rekon, cercando di risollevarsi
> sulla consolle, sulla quale aveva sbattuto violentemente con la spalla
> destra. Solo l’effetto smaterializzatore del raggio teletrasporto impedì al
> resto dello stordito personale della navetta di sapere che tipo di mestiere
> praticassero le madri dell’equipaggio della nave nemica.
>
>
>
>
>
> *U.S.S. Marconi - Plancia – Contemporaneamente*
>
>
>
> La Marconi stava venendo sballottata a più riprese, ma i suoi scudi
> parevano per il momento in grado di reggere l’impeto dell’improvviso ed
> assolutamente ingiustificato attacco nemico. Il suo Capitano, che stava
> combattendo con l’istinto di alzarsi in piedi nel cuore dell’azione e che
> per questo aveva assunto una minacciosa posizione col busto proteso verso
> lo schermo principale, stava fissando lo schermo principale come se ciò
> potesse permettere alla nave di sopraffare il bersaglio più in fretta.
>
>
>
> “La navetta è stata colpita…hanno perso scudi e supporto vitale!” annunciò
> il Comandante Keane, mentre una seconda nave si univa al fuoco di
> sbarramento cui era sottoposta la Marconi.
>
>
>
> “Siluri sul bersaglio, fuoco!” ordinò allora l’Andoriano quindi, colpendo
> il canale delle comunicazioni “Shran a Sale Teletrasporto 1 e 2…recuperate
> l’equipaggio della navetta, e in fretta!”
>
>
>
>
>
> *U.S.S. Marconi – Sala teletrasporto 1 – Contemporaneamente*
>
>
>
> La tensione di quei momenti concitati stava facendo sudare Resed peggio di
> una sauna e questo non faceva certo bene all’umore del povero Capo. Il
> Boliano teneva le mani ben salde sulla consolle del Teletrasporto,
> attendendo che gli scudi venissero abbassati per avviare le procedure di
> trasferimento di emergenza.
>
>
>
> Quando dalla consolle OPS di Plancia giunse l’indicazione che la Marconi
> aveva disattivato gli scudi ventrali, il giovane ingegnere mosse le dita
> Blu per avviare la sequenza di smaterializzazione già preimpostata e – meno
> di duesecondi dopo – quattro colonne di luce blu cominciarono a formarsi
> sulla pedana del teletrasporto, assumendo gradualmente massa e forma
> paragonabili a quelle di altrettanti umanoidi.
>
>
>
> ‘Forza bellezza…ancora un paio di secondi…’ implorò mentalmente, cercando
> di attingere alla sua quota mensile di fortuna per portare a termine quel
> difficile incarico prima che qualcosa andasse storto in quella situazione
> così assurdamente complicata.
>
>
>
> Ma, ovviamente, non poteva essere così facile. Il processo di
> rimaterializzazione era già oltre il 30% quando la nave venne scossa da una
> violenta esplosione, forse dovuta ad un colpo diretto sulla zona non
> protetta dagli scudi, e i sistemi energetici secondari cedettero uno dopo
> l’altro, generando un cortocircuito su metà della rete EPS.
>
>
>
> La sala teletrasporto divenne un inferno di scintille e, prima ancora che
> Resed avesse il tempo di sfoggiare qualcuna delle colorite metafore apprese
> dal suo mentore Tellarita, le quattro colonne di luce cominciarono a
> perdere di consistenza mentre la pedana di teletrasporto si spaccava
> letteralmente in due.
>
>
>
> E la stessa cosa fosse successa un anno prima, probabilmente i quattro
> ufficiali sarebbero morti. Ma Resed non era più la stessa persona di un
> anno prima e - ignorando le fiamme che stavano già bruciando parte della
> superficie LCARS della consolle – agì con prontezza.
>
>
>
> Ovviamente non poteva ritrasportare l’equipaggio sulla navetta danneggiata
> e la Marconi era in quel momento un immenso campo di disturbo per sensori,
> quindi il Boliano si affrettò a richiamare il database dei salvataggi delle
> posizioni dell’Away Team durante la missione di sbarco e reinviò i segnali
> a quelle coordinate, sperando che lo spesso scafo dell’astronave aliena non
> deteriorasse eccessivamente il già compromesso segnale degli Ufficiali
> della Marconi.
>
>
>
> Un istante dopo il soffitto della Sala Teletrasporto crollò e fu il buio.
>
>
>
>
>
> *U.S.S. Marconi - Plancia – Contemporaneamente*
>
>
>
> “La rete EPS secondaria ha ceduto…abbiamo feedback di ritorno su numerosi
> sistemi!” annunciò un tecnico, verificando i dati che scorrevano rapidi
> sulla grande consolle ingegneristica posta nella parte posteriore della
> Plancia.
>
>
>
> “Li abbiamo?” domandò Shran, rialzandosi in piedi dopo essere caduto a
> terra a seguito dell’esplosione appena sopportata. Nel frattempo, sullo
> schermo principale scorreva rapido lo scafo della grande nave aliena,
> mentre la Marconi si avvitava in una pericolosa manovra di disingaggio
> sotto le abili mani ci Charles Wyandot.
>
>
>
> “Abbiamo la squadra di sicurezza e quella ingegneristica…” riferì Tara,
> spegnendo al contempo alcune scintille che scaturivano dalla sua consolle
> con un rapido colpo della mano sinistra, avvolta nella manica dell’uniforme
> “la Sala Teletrasporto 1 è stata colpita dalle esplosioni prima che il
> Comandante Salen ed il resto degli Ufficiali fossero a bordo…”
>
>
>
> La frase della Mezza-Klingon ghiacciò per un istante la Plancia, ma subito
> l’addetto alla consolle scientifica aggiunse “Signore, prima del cedimento
> del Teletrasporto ho rilevato un raggio diretto verso la nave aliena…a
> quanto pare l’operatore ha agganciato una delle posizioni salvate della
> squadra di sbarco quando si trovava all’interno e l’ha usata come punto di
> destinazione…”
>
>
>
> “Quindi sono lì?” chiese Shran, mentre la Marconi veniva nuovamente
> colpita, questa volta a scudi alzati, e si dirigeva verso la prua della
> grande nave aliena.
>
>
>
> “Impossibile stabilirlo, ma è possibile…” rispose il Caitiano addetto alla
> sostituzione del Comandante Berthier, prima che il vascello Federale
> subisse un colpo particolarmente potente, che lo fece inclinare di lato.
>
>
>
> “Dannazione, allontaniamoci!” decise a malincuore il Capitano della
> Marconi.
>
>
>
> La grande Nave Stellare cominciò ad allontanarsi ma, prima che potesse
> entrare in Curvatura, accadde qualcosa. Uno scomparto fino a quel momento
> invisibile si aprì sulla parte frontale dell’immensa nave aliena e, prima
> che chiunque potesse chiedersi a cosa servisse, un centinaio di missili
> furono lanciati verso lo stormo di astronavi nere che si stavano
> raggruppando per inseguire la Marconi.
>
>
>
> Data la distanza i sensori tattici della Marconi ebbero tutto il tempo di
> rilevare che si trattava di testate nucleari ma gli altri vascelli, molto
> più vicini, ebbero appena il tempo di accorgersi della minaccia prima di
> essere investiti dalle esplosioni nella zona dove – non aspettandosi
> pericolo – tenevano gli scudi al minimo.
>
>
>
> La massiccia detonazione che ne conseguì distrusse sul posto una ventina
> di navi e le altre, alcune seriamente danneggiate ed altre solo intaccate,
> pensarono bene di fuggire verso la sicurezza relativa della Nebulosa da cui
> erano giunte.
>
>
>
>
>
> *Nave Aliena – da qualche parte – contemporaneamente*
>
>
>
> Rekon si risvegliò con un fortissimo mal di testa, un dolore lancinante al
> braccio e il sapore della terra in bocca. Certo, il fatto di essere vivo
> avrebbe dovuto renderlo lieto, dati i presupposti, ma la prima cosa che gli
> uscì di bocca fu “Resed…questa volta giuro che ti appendo dentro il Nucleo
> di Curvatura…”
>
>
>
> Pian piano anche gli altri si ripresero e, quando tutte e quattro ebbero
> accertato di essere ancora vivi, cominciarono a guardarsi intorno. Si
> trovavano in una specie di foresta di selci giganti che praticamente
> oscuravano il cielo. Il pavimento era di terra quindi, a meno che non
> fossero stati trasportati nella Serra Idroponica di bordo, dovevano essere
> di nuovo sulla nave aliena.
>
>
>
> Per prima cosa il Comandante Salen tentò di chiamare la Marconi col
> Comunicatore, ma lo stesso risultava muto, come se non riuscisse a
> trasmettere il segnale. Julie aveva appena estratto il Tricoder per cercare
> di orientarsi, quando il bip dello strumento li allertò dell’avvicinarsi di
> qualcosa…di qualcosa di molto grosso.
>
>
>
> I quattro Ufficiali della Marconi si affrettarono ad allontanarsi e,
> nascosti tra le fitte piante, ebbero modo di vedere cosa il Tricoder avesse
> rilevato. Si trattavva di una colonna di enormi animali, alti circa cinque
> metri e dotati di otto lunghe zampe. Il corpo era diviso in due sezioni
> ovoidali e sulla testa, dotata di antenne e mandibole dall’aria letale,
> spiccavano due grandi occhi composti.
>
>
>
> “Sembrerebbero quasi degli insetti giganti…” commentò Dal, tenendo le
> creature sotto tiro col proprio fucile Phaser. Non era certo che l’arma
> avrebbe avuto effetto su bersagli così grandi, ma di certo aveva più
> probabilità di riuscita dei phaser Tipo II del resto della squadra.
>
>
>
> “Già…si muovono anche in fila indiana come le formiche terrestri…”
> commentò Julie, prima di avere un momento di esitazione e consultare il
> proprio Tricoder “oh oh…”
>
>
>
> “Cosa, bambina?” domandò Rekon, che teneva gli occhietti porcini puntati
> sulle bestie giganti.
>
>
>
> “Quelle non sembrano formiche, Comandante…” rispose in tono neutro Salen,
> che evidentemente era giunto alla stessa conclusione della scienziata
> “quelle sono lo stesso tipo di formiche che avevo osservato appena giunto
> sull’astronave aliena…”
>
>
> *******************************
> *END TRANSMISSION*
> *******************************
>
>
> Allora, il titolo completo del brano - che non ho scritto all'inizio per
> non spoilerare - dovrebbe essere:
>
> *12.00 L'Arca di Noé (Capitano, mi si è ristretto l'Away Team!)*
>
> Ora un paio di considerazioni finali...
>
> Per quel che riguarda l'arrivo del nostro nuovo tattico, ho immaginato che
> non serva tornare su DS16, se è possibile organizzare un rendez vous con
> un'altra nave (mercanti Ferengi, o un incrociatore Klingon di supporto,
> magari...).
>
> Per il resto, come immagino avrete capito gli alieni sono ispirati a
> quelli del film Avatar, così come l'ambiente interno dell'astronave è
> ispirato al mondo di Pandora. Forse l'astronave aliena vi è apparsa
> esagerata, ma queste dimensioni permettono (se non ho sbagliato i calcoli)
> una superficie interna sulle "pareti" di un po' meno di 3.600 Km^2...ossia
> circa come la Valle d'Aosta...mi sembrava il minimo per un ecosistema
> autonomo. e poi così ho anche trovato una pseudospiegazione scientifica per
> le isole galleggianti...non so se a livello di trama serviranno a qualcosa,
> ma sono fighe!
>
> Sull'effettivo livello di sviluppo degli alieni non sono entrato (sono
> parte dell'ecosistema? sono una "devoluzione" della razza che ha creato
> l'astronave? Sono la stessa razza che ha scelto di abbandonare la
> tecnologia?), ma ho ipotizzato - sempre sulla falsalinea di Avatar - una
> sorta di empatia collettiva con l'ambiente, che è poi ciò che ha disturbato
> le percezioni di Julie...
>
> Quanto all'astronave ho voluto darle un aspetto trasandato, come se
> nessuno fosse più in grado (per mancanza di conoscenze o di tecnologia) di
> ripararla, perché pensavo ci stesse bene un qualcosa che desse il senso di
> urgenza nel ritrovare la squadra di sbarco dispersa...ma, come evidenzia
> l'attivazione di un sistema di arma (automatico?) non è completamente
> inerte!
>
> Infine le astronavi nemiche (lascio a voi spiegare perché sono così
> apertamente ostili!) sono ovviamente degli enormi TIE Fighter...
>
> Vabbé..spero che il pezzo vi sia piaciuto ma, come ho già detto, se
> credete ci sia troppa carne al fuoco fatemi un fischio e tagliamo qualcosa!
>
> Ditemi che ne pensate!
>
>
>
>
>
> *_________________________________________________________________________*
> *Da*: Comandante del sommergibile *Sea Tiger*
> *A*: Ufficio Approvvigionamenti Arsenale di Cavite, Filippine.
> *Tramite*: Comando Forze Subacquee.
> *Oggetto*: Carta igienica.
> *#1*. Il 6 giugno 1941 questa nave ha inoltrato una richiesta di 150
> rotoli di carta igienica. Il 16 dicembre 1941 detta richiesta è stata
> restituita con la stampigliatura: "Materiale sconosciuto. Richiesta
> annullata."
> *#2*. Il Comandante del sommergibile *Sea Tiger* non può fare a meno di
> domandarsi cosa viene usato all'Approvvigionamento di Cavite in
> sostituzione di questo "materiale sconosciuto", un tempo perfettamente noto
> a questo Comando.
> _________________________________________________________________________
>    _______________________________________________ Stml20 mailing list
> Stml20 a gioco.net http://gioco.net/cgi-bin/mailman/listinfo/stml20
>
>
>
>
>
>
> ====================================
> Lt.JG Charles "Chuck" Wyandot
> Timoniere
> USS Marconi NCC-29303
> Skype Combadge: Silente69
> Private comunicator: francocarretti a mail.com
> [CV]: http://gioco.net/startrek/starfleetitaly/academy/ruolino.php?id=208
> ===================================
> "Vivo la mia vita un quarto di miglio alla volta.
> Non mi importa di nient'altro...
> per quei dieci secondi io... sono libero" (The Fast and the Furious)
>
> _______________________________________________
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> Stml20 a gioco.net
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>
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