[Stml20] 12.01 Un imbarco turbolento

Reis Squiretaker vanessa_reis_squirtaker a outlook.it
Gio 15 Gen 2015 16:19:30 CET


Accetto il turno!

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Brano 12.01
Titolo: Un imbarco turbolento
Autore: Tenente Durani della Casata di Kanjis
Brano Precedente: L’Arca di Noè
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Deep Space 16 Gamma – Ufficio del Capitano Tomphson – 06/01/2395 – Ore 11.27

Guardò l’ora.. erano passati meno di cinque minuti dall’ultima volta..

Sbuffando, il capitano Tomphson riprese a scorrere alcuni rapporti, stilando 
noiose pratiche burocratiche.. erano quelli i momenti in cui rimpiangeva i 
tempi dei servizi segreti.. certo allora conviveva con ansia, paranoia e 
preoccupazioni, ma l’azione e l’adrenalina erano un ottimo corroborante per 
il fisico e la mente.

Non poteva dire di annoiarsi sulla stazione spaziale.. tenere a bada 
Klingon, Cardassiani e Romulani nonché le varie delegazioni ed equipaggi che 
si avvicendavano era particolarmente impegnativo.. ma causava anche un’infinità 
di scartoffie, permessi e problematiche di ogni genere.

Il suo Primo Ufficiale lo aiutava parecchio: la Garcia incarnava pienamente 
l’idea di una donna volitiva e decisamente tosta, ma se questo aveva i suoi 
pregi, permettendole di tenere a bada le teste calde e tirarsi fuori da 
impacci di ogni tipo, era anche vero che la diplomazia non era il suo forte. 
E quindi le rogne toccavano a lui.

Ce n’erano state parecchie negli ultimi mesi, piccole e grandi.. e dall’ultimo 
dispaccio del Dipartimento per la Gestione del Personale ne erano in arrivo 
almeno un altro paio.

Una in particolare lo preoccupava: l’attracco il giorno successivo di un 
tenente. Niente di fuori dal comune all’apparenza, uno dei tanti rimpiazzi 
nel naturale turnover del personale di Flotta, se non fosse che l’ufficiale 
in questione era una Klingon purosangue.

Nei mesi appena trascorsi aveva dovuto vedere coi suoi occhi ed affrontare 
personalmente i modi di fare Klingon e quindi era certo che sarebbero sorti 
dei problemi. Per via dell’onore e delle loro stramaledette regole.

La giovane Klingon in questione infatti apparteneva ad un Casato un tempo 
importante, ma ora in disgrazia, colpito da degradazione per uno dei suoi 
membri più influenti e col patriarca decisamente furioso nei confronti dell’Alto 
Consiglio. A Resh non interessavano i giochi di potere dell’Impero Klingon, 
ma non voleva vedere la sua base terreno di lotte interne.

Per questo, appena ricevuto la comunicazione dall’Ammiragliato per il nuovo 
personale da assegnare alla sua stessa stazione ed alla USS Marconi, aveva 
attivato la Garcia per ottenere rapporti dagli informatori che 
intelligentemente avevano sparso per tutta la base.

Ripensandoci, a Resh venne da sorridere.. l’idea era degna del suo 
supervisore ai tempi dei servizi segreti: il comandante Lancer.

Il sorriso durò appena un attimo.. Resh era preoccupato.. non aveva ancora 
alcuna notizia.. guardò nuovamente l’ora: l’appuntamento con Manuela era per 
mezzogiorno, ma già da diversi minuti la mente di Resh si arrovellava sull’argomento 
e non riusciva a pensare ad altro.

Le sue elucubrazioni mentali si interruppero al trillo della porta del suo 
ufficio e dalla voce decisa della Garcia.

“E’ permesso Capitano?”

“Prego comandante si accomodi” rispose Tomphson prima di attivare un 
disturbatore energetico

Garcia attese qualche istante per essere sicura dell’effettivo funzionamento 
dell’apparecchio. Anche lei lo conosceva, era piuttosto arcaico come 
funzionamento ma faceva il suo dovere.

“Allora Manuela che hai saputo?”

Il passare dal lei al tu in privato era abbastanza abituale per Resh ma 
Manuela non si era ancora abituata pienamente alla cosa e non poté 
trattenere un sorriso, prima di iniziare a parlare liberamente.



Deep Space 16 Gamma – Hangar 4 – 07/01/2395 – Ore 16.11

L’arrivo della USS Raging Queen NCC-42284 classe Curry era previsto nel giro 
di pochi minuti.. aveva già ottenuto l’autorizzazione all’attracco.

Manuela Garcia, appena era stata avvertita, si era immediatamente diretta 
all’Hangar numero 4. Si era mossa con disinvoltura come in una tranquilla 
passeggiata, ma in realtà la sua camminata era percettiva. Osservava e 
catalogava chiunque incontrasse sul suo cammino.

La sera precedente, dopo un ennesimo incontro con Tomphson, aveva ordinato a 
Rinaldi di mettere alcune guardie discretamente attorno all’Hangar 4. Era 
una procedura standard, visto che con la Raging Queen sarebbero arrivati 
materiali, provviste e beni che potevano attrarre indebite attenzioni di 
Ferengi avidi e non solo. Tuttavia erano state date istruzioni più tassative 
del solito.

* Nessuno ha chiesto spiegazioni.. tanto meglio perché non ne avrebbero 
avute *

Mentre rifletteva notò un paio di Klingon bighellonare in attesa di qualcosa 
ed un altro paio che si aggiravano come disinteressati. Non ci sarebbe stato 
nulla di strano, se non fosse stata mentalmente in allerta.. i primi due 
erano troppo distanti, gli altri due invece potevano causare problemi.

Sembravano disarmati ma erano due maschi grandi e grossi.. a mani nude 
avrebbero fatto il loro dovere e tutto quello che voleva evitare era una 
rissa.

Mentre rimarginava su come mandare via quegli ospiti indesiderati, la Raging 
Queen aveva attraccato e ben presto sarebbero scesi i membri del nuovo 
personale e quelli destinati alla USS Marconi.

Non poteva scacciarli da lì senza attirare attenzioni non desiderate, né 
poteva richiamarli perché non facevano nulla di male.. sembravano curiosi in 
attesa di qualcosa o qualcuno.

Quel qualcuno si materializzò ben presto nel tunnel dell’attracco: una 
Klingon non tanto alta e con lunghi capelli lasciati liberi sulle spalle più 
alla maniera umana che come tipicamente li portavano le femmine della sua 
razza. Ma bastava vederla camminare, col suo portamento fiero e deciso, per 
capire che apparteneva al suo popolo.

I due klingon più vicini si diedero di gomito puntando quella che sembrava 
il loro obbiettivo. E la femmina klingon ricambiava dardeggiando con gli 
occhi.

* Ecco ci siamo, ci mancava solo questa *

Come a leggere i suoi pensieri si materializzò, spuntando da dietro ad 
alcune casse, l’ingegnere della stazione: Karana..

* Ma certo dannazione! Come ho fatto a non pensarci? Karana appartiene al 
Casato dei Vok.. è bionda ma è klingon per metà.. Merda! *

Prima che Manuela potesse decidere che strategia attuare, l’ingegnere le 
rivolse un rapido cenno come a tranquillizzare il suo superiore prima di 
pararsi col suo metro e ottantacinque dinnanzi ai due Klingon ed iniziare 
con loro una rapida e concitata discussione.

Manuela non aveva sentito pienamente tutto, ma dalla postura Karana aveva 
messo sul piatto tutta la sua autorità di tenente comandante unitamente alla 
forza del suo Casato.. in un primo momento i due bestioni avevano riso, ma 
si erano fatti ben presto seri e allontanati rapidamente.

Il tutto sotto gli occhi fintamente distratti dell’altra coppia di Klingon 
più distante.

Manuela sorrise mentre ripensava alla dinamica del tutto.. i Vok con quel 
semplice gesto avevano manifestato lealtà ed amicizia ai Kanjis.. e dire che 
la Federazione si era prodigata per mantenere un basso profilo.

“Comandante, come mai qui?”

La domanda era retorica, quello che aveva visto era sufficiente, pur 
tuttavia era inconsueto che Karana si presentasse personalmente a ricevere 
personale e materiali ed era bene che tutti attorno fraintendessero la reale 
presenza dell’ingegnere capo nell’Hangar 4.

La risposta fu immediata e con un timbro di voce molto forte..

“Non vedo l’ora di conoscere il mio nuovo acquisto.. mi avevano promesso un 
genio della robotica ed un bel prototipo da applicare ad uno dei progetti 
che sto seguendo.. mi scusi ma non sono riuscita a trattenermi.. e quei due 
bestioni mi occupavano tutta la visuale”

Manuela sorrise * Molto bene, sta recitando alla perfezione *

La conversazione durò ancora qualche istante, il tempo di accogliere l’alto 
e dinoccolato nuovo acquisto della sezione ingegneria che viaggiava 
immediatamente dietro al vero obbiettivo di quel comitato di accoglienza: il 
Tenente Durani del Casato di Kanjis, ufficiale superiore destinato alla USS 
Marconi.

La giovane Klingon salutò entrambi i suoi superiori per poi rivolgere uno 
sguardo intenso e diretto a Karana a cui semplicemente ruggì un grazie.. 
pronunciato a voce abbastanza bassa da non essere udibile ma abbastanza alta 
da non sembrare bisbigliato.

Non sarebbe stato onorevole.



Deep Space 16 Gamma – Ufficio del Capitano Tomphson – 08/01/2395 – Ore 10.42

“Signori! Basta! Silenzio!”

La voce perentoria della Garcia tagliò l’aria densa di tensione dell’ufficio.

Era dovuta intervenire per evitare che Resh si mettesse in qualche guaio: 
livido in volto, fremeva di rabbia.

La delegazione Klingon aveva negato la possibilità di utilizzare la IKS 
Koraga. Le urla di protesta si erano levate forti. L’Ambasciatore K’ooD del 
Casato di P’sat non si era presentato alla richiesta di incontro proposta 
dal Capitano Tomphson.

Resh era letteralmente furioso. La USS Raging Queen non poteva essere 
impiegata per il trasbordo verso la USS Marconi. La USS Fearless era 
sottoposta a revisione. Dare in pasto ai Ferengi un’occasione ghiotta per un 
riscatto era impensabile. La possibilità più concreta era convincere l’Ambasciatore 
a concedere l’uso del Bird of Pray.

L’Ambasciatore si era però dichiarato indisposto ed aveva mandato quel 
branco di Klingon che urlavano di onore e di rispetto verso l’Impero.

Troppo per i gusti di Manuela che si era trattenuta fin troppo. Doveva 
tutelare l’ufficiale in comando che stava per esplodere e dare a quei 
boriosi una lezione.

Prima che potesse dare sfogo alle sue parole un trillo segnalò l’apertura 
della porta dell’Ufficio.

La sagoma che si scagliava sulla porta era quella di una donna di mezz’età.. 
bionda sui cinquantacinque anni, vestita con un curioso mix fra 
abbigliamento umano e accessori Klingon.

Tutti nell’ufficio si zittirono all’istante ed il Capitano fece cenno alla 
donna di entrare.

Ellisabeth Stern fece il suo ingresso con molta semplicità, con aria 
marziale squadrando i presenti.

“Capitano Tomphson l’Ambasciatore ha bisogno dei suoi uomini, chiedo scusa”

Prima che Resh potesse solo pensare di rispondere, la Stern ordinò ai 
Klingon di lasciare la stanza.

“Bene ora che siamo soli vi dirò come stanno realmente le cose e ne parlerò 
anche al Tenente Durani, non appena l’avrete mandata a chiamare.. 
Organizzate un incontro per domani pomeriggio.. Massima riservatezza.”



Deep Space 16 Gamma – Ufficio dell’Assistente Capo Operazioni – 09/01/2395 – 
Ore 16.42

Lo spazio era angusto, ma quell’ufficio era uno dei più appartati e lontano 
da occhi e orecchie indiscrete.

Al centro della stanza il Duy’a stava silenziosamente a fissare la Klingon 
che aveva di fronte.

“Assomigli molto al vecchio Kheldas.. il mio Casato ed il vostro non sono 
mai stati amici, ma nemmeno ostili.. ho sempre rispettato i Kanjis e lo 
faccio pure ora, ma non posso offrirti di adoperare la nave che l’Impero ha 
assegnato alla mia persona. Nel mio seguito ho spie e la situazione non è 
tranquilla.. non posso espormi pubblicamente.. ne andrebbe dell’incolumità 
mia e delle persone che amo”

Durani fissava K’ooD senza parlare e lui pertanto continuò con un sospiro 
come se quello che si accingeva a fare gli costasse parecchio

“La donna che io amo e suo figlio Goroth fanno parte del Casato di Gav’iaak 
e so che hanno un debito d’onore nei confronti di tuo padre. Lui è stato 
ucciso, così come tuo zio e i tuoi cugini.. e posso capire che tu voglia 
sapere chi siano i mandanti dietro a tutto questo.. non posso darti quello 
che cerchi, non ancora.. ma ho chi sta lavorando alla cosa. Ma per la tua 
sicurezza non puoi rimanere a bordo.. i miei uomini mi hanno informato dello 
spiacevole incidente dell’hangar, scongiurato solo grazie al personale della 
stazione. Ho quindi offerto una buona somma di darsek ad un Capitano 
Bajorano. È al comando di un cargo classe Pagh.. non è veloce ma robusta 
come nave. Porterà te ed il resto dell’equipaggio nella zona operativa della 
USS Marconi. Partite domattina”.



Cargo Classe Pagh – Plancia – 10/01/2395 – Ore 13.57

La sagoma inconfondibile della Deep Space 16 si stagliava sulla linea dell’orizzonte, 
quando Durani fu chiamata dal Capitano Jackros in plancia.

L’alto bajorano aveva acconsentito di fare una deviazione sulla sua rotta 
commerciale per trasportare personale federale alla USS Marconi.. ciò 
nonostante era seccato.. l’ambasciatore aveva preteso che quella giovane 
Klingon si occupasse dei due cannoni al plasma che difendevano la sua nave. 
I darsek erano sufficienti per accettare ma ciò nonostante non era convinto 
che quella fosse la scelta migliore.

Aveva il suo artigliere di fiducia.. il vecchio Mikehact.. eccentrico, 
tendenzialmente sempre sulla soglia dell’ubriachezza, ma decisamente 
efficiente, non sarebbe stato facile convincerlo.

Quando la Klingon fece il suo ingresso in plancia, Jackros aveva appena 
ordinato di entrare a Curvatura 5.. poteva andare più veloce, ma non voleva 
affaticare i motori della sua nave e poi quella era la velocità di crociera 
che preferiva.. in tre giorni avrebbe raggiunto la Marconi e scaricato il 
suo carico.. e magari anche fatto qualche buon affare.



Settore 16 Lambda – Cargo Classe Pagh – Plancia – 12/01/2395 – Ore 23.57

“Jackros a sala macchine: uscita da curvatura”

=^= Ricevuto Capitano =^=

Dopo il primo giorno passato con inquietudine, il resto del viaggio era 
trascorso con estrema tranquillità..

Nulla da segnalare, nessun rischio.. Ora Durani passeggiava per la plancia 
mentre Mikehact sedeva alla piccola console di controllo armamenti. Era 
quasi finito il suo turno ed iniziava quello della Klingon.

Il come fossero riusciti a legare in così poco tempo era per molti un 
mistero.. pochi sapevano che nella stiva c’erano alcune casse di birra 
Warnog ed i due, dopo un’iniziale forte insofferenza del bajorano, avevano 
legato e si erano divisi equamente i turni operativi.

Ora erano giunti in prossimità della meta ed un po’ dispiaceva ad entrambi 
doversi separare.

All’improvviso la voce roca e stanca del vecchio si levò forte in plancia

“Per tutti i Profeti! Che io possa b*#@*!”

Le bestemmie del vecchio volevano dire problemi e Jackros ordinò 
immediatamente le contromisure facendo convogliare massima energia agli 
scudi ed indicando a Durani la postazione sensori.

Erano obsoleti e non ad ampio spettro, ma non del tutto superflui.. a breve 
raggio lampeggiavano ovunque ed il Cargo stava fremendo in ogni sua giuntura 
meccanica sotto i colpi che stava ricevendo.

La Pagh era uscita in una zona tranquilla, ma velocissime si erano 
avvicinate delle astronavi: viaggiavano in sciami ed erano più piccole di 
due o tre volte rispetto ai quasi trecentonovanta metri di lunghezza del 
cargo, ma incredibilmente veloci.

Jackros stava monitorando la situazione, niente affatto tranquillo. Dov’era 
la USS Marconi? Quello che sembrava un enorme asteroide oscurava 
completamente la visuale..

* Dannazione! Mai accettare così tanti darsek per un viaggetto tranquillo.. 
l’ambasciatore mi dovrà delle spiegazioni! *

“Dannate.. possiate essere dannate.. non riesco a inquadrarle.. il sistema 
di puntamento non riesce a tracciarle.. sto sparando a vuoto!! B*#@*”

Le bestemmie di Mikehact continuavano e salivano d’intensità col passare dei 
secondi, distraendo dalle sue riflessioni Jackros.

Lo sguardo del Capitano però fu catturato dalla Klingon che stava operando 
con alacrità ad una vecchia console.. prima che potesse chiederle cosa 
diavolo combinasse a bordo della sua nave, Durani ruggì al vecchio di 
passare al manuale.

Mikehact si voltò stupito.. stava per vomitare l’ennesimo treno di bestemmie 
quando il suo viso si illuminò in uno strano sorriso obliquo ed iniziò a 
ridacchiare..

“Agli ordini ragazza mia.. giochiamo a chi ne abbatte di più”



USS Marconi – Plancia – 12/01/2395 – Contemporaneamente

“Rilevo intensa attività a tribordo della nave aliena, signore..”

“Una nave è uscita da curvatura, non è Federale signore”

“Rilevata attività all’interno della nebulosa, signore”

“Sciami di astronavi stanno lasciando la nebulosa, signore”

“La nave pare essere un cargo bajorano, signore”

“Il cargo è attaccato, signore”

“SILENZIO!” urlò Shran.. detestava non avere i migliori al loro posto in 
plancia..

“Ho gli occhi pure io guardiamarina! Dannazione! Allarme rosso, tutti a 
vostri posti.. sala macchine massima velocità! Energia agli scudi! Signor 
Wyandot aggiriamo il gigante ed andiamo in soccorso di quella nave.. conto 
su di lei”

“Agli ordini Capitano!”

Docile agli ordini di Chuck la Marconi si abbassò prontamente perdendo quota 
passando al di sotto dell’enorme plancia della nave aliena per poi prendere 
rapidamente velocità ed entrare in rotta di intercettazione.

La scena che si presentava ai loro occhi era quella di una battaglia 
impari.. il Cargo bajorano si stava allontanando verso la prua della nave 
aliena con la massima velocità di cui poteva disporre mentre scaricava i 
suoi cannoni al plasma contro gli assalitori.

Agli occhi attenti di Shran pareva evidente quale fosse la strategia, 
allontanarsi abbastanza dagli assalitori, e sfruttare la protezione della 
mole della nave aliena per entrare in curvatura.. il problema è che si 
trovava esattamente al centro di quello sciame.. come un insetto al centro 
di un’enorme ragnatela..

Altra cosa che balzava agli occhi era la perizia degli uomini dediti alle 
armi del cargo.. i colpi non avevano una loro regolarità, anzi tutt’altro.. 
sembravano troppo discontinui e a singhiozzo, ma andavano a segno con 
precisione terrificante.. segno di un’attività manuale e non automatizzata. 
I bajorani stavano vendendo cara la pelle, ma non ce l’avrebbero mai fatta 
da soli.

“Massima energia agli scudi anteriori, tenente Wyandot ci tenga a portata di 
tiro e non li faccia avvicinare, intanto noi facciamo un po’ di pulizia.. 
avvertitemi quando pronti”

“Phaser pronti, signore”

“Lanciasiluri pronti, Capitano”

Con un sorriso Shran prese posto alla consolle tattica

* Molto bene, venite da papà *

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Ecco qua, spero che vi piaccia..

L'ho lasciata apposta sul vago, anche se la soluzione più semplice è il 
nostro Capitano che fa il tiro al piccion.. ehm ai TIE Fighter fino a 
consentire il disingaggio della Pagh.

Inizialmente volevo scriverla io questa parte, ma poi ho pensato che Franco 
(che è il prossimo in scaletta) possa avere delle idee interessanti che 
possano riprendere quanto detto sopra ed evolverle in qualcosa di più per 
dare apporto narrativo anche agli uomini bloccati sulla nave aliena. O 
magari quest'ultima di nuovo fa qualcosa di difensivo che porta Darth Vader 
a farsi un giretto più in là XD

Al dì là dell'imbarco infatti l'idea narrativa che sta alle spalle di questo 
mio brano è quella che gli alieni della nebulosa non vogliano curiosi nella 
loro zona e quindi attaccano ogni cosa che si muova, comprese navi 
mercantili, zanzare e moscerini.. Non solo navi militarmente armate come la 
USS Marconi.

Fatemi sapere per correzioni, commenti, variazioni e suggerimenti.. ho tempo 
fino al 28 gennaio XD


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Tenente Durani della Casata di Kanjis
Ufficiale Tattico Capo
USS Marconi NCC-29303
[CV]: http://www.starfleetitaly.it/starfleetitaly/academy/ruolino.php?id=205
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