[Stml20] [12.14] Kuwano - L'impresa di Tylca
Luca Bonetti
bonneuber a gmail.com
Gio 23 Lug 2015 16:22:26 CEST
Finalmente sono riuscito a terminare il mio brano. Dirò la verità ...
ero paritcolarmente in crisi ... ma alla fine ho chiuso la missione ...
benchè abbia riscritto la parte di chiusura almeno tre volte ... spero
che vi piaccia ...
Ps: Ringrazio Ileana e Franco per avermi sopportato (e supportato) negli
innumerevoli momenti di dubbio degli ultimi giorni ;P
Ciao!
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USS Marconi – Plancia - 13/01/2395 - ore 12:10
“Stiamo cercando attivamente un nuovo ingaggio – informò Durani dalla
propria postazione, senza alzare lo sguardo e continuando imperterrita a
sparare in direzione dello sciame di navi che, quasi fossero mosche
fastidiose, continuavano a ronzare attorno alla nave generazionale. Gli
ordini del Capitano andoriano erano stati chiari, proteggere l’enorme
nave generazionale che, ora come ora, sembrava impossibilitata a
prodursi in un’altra bordata come quella che aveva eliminato uno dei due
incrociatori – alcune delle navi più piccole rispondono al fuoco, ma
l’incrociatore non sembra ritenerci avversari degni di nota.”
Il secondo incrociatore, quello che non era stato colpito dalla bordata
proveniente dalla nave generazionale, malgrado fosse stato comunque
danneggiato e azzoppato dall’eterogenea flottiglia capitanata dalla
Marconi, non aveva perso lo spirito combattivo e imperterrito continuava
la sua marcia verso la nave nemica. Non ci sarebbe voluto molto prima di
arrivare in posizione ottimale.
Le antenne di Shran si mossero più volte, mentre in preda al fervore
della battaglia cambiava posizione ancora una volta sul proprio trono al
centro della plancia.
“Continuate a cercare di attirare l’attenzione di quel gigantesco pezzo
di ferraglia. – ordinò portandosi una mano al mento con fare
pensieroso, continuando a fissare l’enorme incrociatore che campeggiava
sullo schermo della plancia. – dobbiamo dare un po’ di tempo ai nostri
amici sulla nave generazionale ...”
La klingon non replicò verbalmente, limitandosi ad un cenno di assenso
col capo continuando a riversare ondate di siluri sull’immenso
incrociatore degli Adesto.
Flashback - Nave Allesto – Zona Motori – 13/01/2395 – 11:40
I due infiltrati di Adesto erano ancora nascosti, immobili, in attesa
dell’occasione che permettesse loro di completare la propria missione.
Zarak era riuscito a frenare l’esplosivo impeto di Darsa per quasi due
ore oramai, convincendolo non senza fatica ad aspettare, dato che era
impossibile completare la missione senza farsi scoprire da quegli
impiccioni federali.
Però la situazione non poteva durare. Malgrado anche lui fosse a dir
poco stremato dal lungo appostamento, Darsa era visibilmente al limite.
Pronto a scattare all’interno alla prima opportunità, o a quella che lui
riteneva tale, probabilmente venendo scoperto e fallendo miseramente.
Doveva trovare il modo di fermarlo, oppure di trovare un modo di
allontanarsi senza che il compagno se ne accorgesse, ma l’istinto di
sopravvivenza che lo aveva aiutato così bene in precedenza ora invece
languiva, probabilmente stremato a sua volta dalla lunga immobilità.
L’unica idea che continuava a ronzargli per la mente vedeva il povero
Darsa sacrificarsi per salvargli la pellaccia e la cosa non gli piaceva.
Certo, lui e il suo compagno di avventure probabilmente si erano salvati
solamente perché non aveva spifferato la sua intuizione al Generale
Apada, di fatto rendendolo un martire della causa, ma la situazione ora
era diversa. Soli, sul suolo nemico, con una missione da compiere. Non
avrebbe sacrificato il suo collega per così poco. Non ancora.
Qualcosa o meglio qualcuno uscì dalla grotta in cui si erano rintanati i
Federali. Un nativo e un umano dalla livrea bluastra, il quale si voltò
verso l’alieno alzando un sopracciglio.
“Venerdì. – affermò l’asiatico raccogliendo un rametto da terra,
puntandoli poi verso la direzione opposta a quella in cui si stava
muovendo – tu vai a dare un’occhiata di la, mentre io vado di qua.
Teniamoci comunque in contatto visivo.”
“Mio nome è Klan. No Venerdì.” – replicò l’alieno con decisione.
“Si certo. – replicò Kuwano a dir poco disinteressato, utilizzando il
fuscello che stringeva fra le mani come un bastone da passeggio. –
Comunque, tu va di la.”
Darsa si mosse ancora una volta, cambiando posizione in mezzo alle
frasche in modo da diminuire la sua visibilità.
“Zarak. – affermò, voltandosi verso il collega – Forse ho scoperto come
guadagnarci l’ingresso alla caverna.”
“Oh si, nella caverna ci entrerete. - entrmabi alzarono lo sguardo, in
modo da poter così vedere il giapponese armato di tricoder, phaser e uno
dei suoi inqueitanti sorrisi era giunto a poca distanza da loro. Klan lo
stava raggiungendo con ampie falcate. - Ma non come pensate voi.”
Zarak non protestò, alzando istantaneamente le mani al cielo sotto lo
sguardo stupito del suo collega.
Nave Allesto – Caverna – 13/01/2395 – 12:12
“Siamo stati colpiti. Di nuovo. - informò in tono decisamente scocciato
H5T67 – Siamo sicuri che il vostro Capitano vi rivoglia vivi?”
Il tellarita in formato tascabile iniziò a borbottare qualcosa, ma la
sua probabile catena di insulti venne però immediatamente interrotta da
Tara, che sembrava oramai essere diventata la mediatrice ufficiale fra i
due.
“La Marconi sta facendo tutto quello che è in suo potere per aiutarci.
Senza il suo intervento avremmo subito danni decisamente più ingenti.
Probabilmente anche l’altro incrociatore …”
“Correzione. – puntualizzò l’intelligenza artificiale, interrompendola.
– La Marconi ha indubbiamente partecipato ma sono stato io a distruggere
l’incrociatore. – A Tara parve di avvertire distintamente una nota di
orgoglio nelle parole dell’intelligenza artificiale – E gran parte del
lavoro su questo incrociatore lo stanno facendo i tizi dalla pelle blu.
Sbaglio o la Federazione dovrebbe essere composta da elementi di Elite?”
“Giuro che quando questa storia sarà finita ti smonto pezzo per pezzo!”
inveì Rekon alzando il piccolo pugno in segno di sfida.
“Va bene, va bene … - intervenne nuovamente Tara. Probabilmente era solo
un’impressione, ma aveva il presentimento che l’intelligenza artificiale
provasse qualche piacere perverso nel far arrabbiare il tellarita.
Sempre che ciò fosse possibile. – non è questo il momento di discutere.
Qualcuno ha visto il dottor Kuwano?”
I presenti si scambiarono sguardi interrogatori, privi di una risposta
da dare alla mezza Klingon.
“Avete chiamato?” affermò la voce trionfante del dottore proveniente
dall’ingresso della grotta, seguito a poca distanza da Klan, intento a
condurre all’interno una coppia di individui, dall’aspetto appartenenti
alle milizie di Adesto.
“Li abbiamo trovati qui fuori. – affermò il medico indicando col pollice
i due prigionieri alle sue spalle, porgendo a Tara l'ordigno con cui i
due pensavano di far esplodere la nave – con quello …”
Darsa decise di provare il tutto per tutto in quell'istante. Con un
colpo di reni riuscì a divincolarsi dalla stretta di Klan,gettandosi a
capofitto sull'ordigno.
Plancia Ammiraglia Adesto – Contemporaneamente
“Perché la missione non è ancora stata portata a termine?” grugnì Tylca
dalla sua postazione, lanciando un’occhiata di fuoco a Xaulir, il suo
sottoposto.
“Non lo so – replicò l’Adesto, fiondandosi sulla consolle a comando dei
sensori e costringendo l'addetto a cedergli la postazione – il generale
avrebbe dovuto …”
L’ufficiale fu interrotto dal faccione del comandante dell’incrociatore
per una frazione di secondo. La comunicazione in arrivo infatti appariva
estremamente disturbata e frammentata.
=^= Signore … i nostri scudi … motori e armi … inibite. =^=
Malgrado l pessima qualità della comunicazione, non era difficile
intuire che la flottiglia doveva essere riuscita in qualche modo a
fermare anche il secondo incrociatore, distruggendone gli scudi e
neutralizzandone propulsione ed armi. Certo, la salva lanciata dalla
nave generazionale aveva provocato danni di tutt’altro livello, ma
comunque anche così quella nave sarebbe rimasta fuori dai piedi per un
bel po’.
Tylca letteralmente ruggì, sbattendo violentemente i pugni contro la
propria poltrona, alzandosi di scatto.
=^=Sapete quello che dovete fare!=^= Urlò rivolto verso la figura, prima
di dare un nuovo ordine al povero Xaulir. Tylca si voltò verso gli
occupanti della plancia, cercando lo sguardo di ogniuno di loro, prima
di prodursi in un cenno del capo rivolto alla Prima Esecutrice.
“Così come lo sappiamo anche noi ...”
Uss Marconi – Plancia – 13/01/2395 – 12:28
“Signore! – Durani richiamò l’attenzione del Capitano – Ho individuato
una serie di reazioni energetiche all’interno dell’incrociatore!”
“Confermo le letture.” affermò di rimando Dal.
Shran scattò come una molla, alzandosi istantaneamente dalla propria
poltrona.
“Impossibile, abbiamo inibito le loro armi …”
“Credo che abbiano avviato un qualche tipo di meccanismo di
autodistruzione!” aggiunse il mezzosangue Cardassiano. L’andoriano
spostò lo sguardo in direzione di Chuck, il quale sembrava aver già
capito gli ordini, ben prima che Shran desse loro voce e le sue dita già
danzavano elegantemente sulla consolle a velocità smodata .
“Dannazione, siamo ancora troppo vicini! Manovre evasive, manovre evasive!”
Nave Allesto – Caverna – 13/01/2395 – 12:30
“La Marconi è stata coinvolta nell'esplosione dell'incrociatore. -
affermò H5T67 , mostrando a Tara la situazione all'esterno della nave. -
Ma non sono in grado di verificare lo stato della vostra nave ...”
“Il nostro popolo vincerà. - affermò con sicurezza Darsa,legato come un
salame e per qualche strano motivo rivolto verso Resed. Il boliano si
allontanò di un passo, a dir poco intimorito – Gli impuri bruceranno
nelle fiamme così come i traditori!” concluse, spostando lo sguardo sul
suo collega. Era infatti stato l'altro Adesto, qualche minuto prima a
fermare la sua corsa verso l'ordigno con uno sgambetto ben piazzato.
“La mia vita è più importante della causa, seppur giusta!” ringhiò di
rimando Zarak, beccandosi uno sputo dal compagno.
“Chiudete il becco entrambi! - Urlò il tellarita in formato
tascabile,che da un paio di minuti aveva iniziato ad ansimare, mentre il
dottore lo esaminava con il proprio tricorder - … oppure ...”
Keiji schioccò la lingua interrompendolo, lasciandosi andare in un
imprecazione nella propria lingua natale.
“Kuso! Gli organi hanno iniziato a cedere … dobbiamo riportarla alle sue
normali dimensioni il prima possibile!”
Resed, alle parole del medico letteralmente sbiancò, al contrario del
diretto interessato, il quale si limitò a fissare il medico orientale.
“Quanto tempo?” domandò il tellarita con cipiglio deciso.
“Venti minuti al massimo.”
Uss Marconi – Plancia – Contemporaneamente
“Situazione!” gridò Shran, riguadagnado la posizione eretta dopo che la
vicina esplosione l'aveva fatto rovinare sulla poltrona del comando.
“Scudi dorsali e laterali andati. Quelli che ci restano sono al venti
percento di efficienza.” replicò di rimando Durani, la quale lasciò che
fosse Dal e completare il rapporto.
“Gli scudi hanno assorbito gran parte dell'esplosione, ma rilevo danni
multipli su tutti i ponti. Parecchi feriti, ma nessuna casualità.”
“Signore! - la klingon attirò nuovamente l'attenzione del capitano –
L'ammiraglia Adesto … sta convergendo sulla posizione della Nave
Generazionale a pieno impulso!”
Plancia Ammiraglia Adesto – Pochi attimi dopo
Tylca si trovava al centro della plancia, intento a scambiare sguardi
con ognuno dei suoi ufficiali, saggiandone la risolutezza.
“Popolo di Adesto. - iniziò con fare a dir poco solenne, lasciando che
la sua voce si spargesse per tutta la nave e costringendo i vari addetti
ad interrmpere i propri compiti. Aspettò un paio di secondi, poi
allargando le braccia in maniera alquanto teatrale continuò. - Il
momento è finalmente giunto. Il momento in cui il fuoco purificatore che
arde nei nostri cuori ridurrà in cenere i nostri odiati nemici.
Fratelli e sorelle, gioite con me in questa gloriosa giornata in cui noi
porteremo a compimento l'impresa che il nostro popolo insegue da secoli.
Possiate essere orgogliosi di aver partecipato a questo evento.” ci fu
un lungo attimo di silenzio. Un silenzio in cui ogni membro
dell'equipaggio recepì il significato delle parole di Tylca. Poi il
silenzio fu rapidamente sostituo da un'enorme ovazione in grado di
scuotere l'intera nave.
Nave Allesto – Caverna – 13/01/2395 – 12:40
Il suono di migliaia di colpi e di navi che impattavano più volte contro
lo scafo rimbombava come in una cassa di risonanza, generando terrore
negl'animi degli vari animali racchiusi nel ventre metallico della nave
che, inutilmente, cercavano di sfuggire al loro destino. I super cannoni
utilizzati in precedenza, avevano sparato più volte sull'Ammiraglia
nemica, la quale però al contrario dell'incrociatore colpito, era stata
in grado di assorbire almeno parte del danno, permettendole così di
continuare la sua marcia di morte.
“Lo scafo esterno non sopravviverà ad un eventuale impatto con una nave
di quella stazza. - informò, in tono quasi contrito H5T67 – vi conviene
andarvene.”
Tara si volse verso Klan, il quale appariva visibilmente preoccupato e
disorientato.
“Ma non possiamo lasciare morire questa gente!” replicò la mezzosangue
klingon.
“Mi dispiace Tara Keane.” replicò nuovamente l'intelligenza artificiale,
per la prima volta sembrava quasi cordiale. La mezza klingon cercò di
replicare, ma non vi riuscì, venendo rapita da un vortice di luce
azzurrognola.
“Peccato. - aggiunse H5T67 una volta solo – Mi sarebbe piaciuto vedere
come si sono evoluti ...”
Un'enorme sferragliare metallico, segno di due corpi in collisione, lo
interruppe. Poi l'intera nave fu invasa da fiamme ed esplosioni.
Uss Marconi – Ufficio del Capitano - 13/01/2395 – 18:25
Shran se ne stava immobile, con le mani incrociate e le antenne
abbassate, ad osservare ciò che restava della nave generazionale.
L'impatto con l'ammiraglia nemica era stato così violento da spezzare la
lunga arca in due parti disomogenee che, di tanto in tanto, si
producevano in nuove esplosioni, malgrado fossero passate ore dall'impatto.
Con una non trascurabile dose di fortuna erano miracolosamente riusciti
a riportare indietro la squadra di sbarco sulla Marconi, permettendo il
ritorno del Capo Ingegnere alle sue dimensioni normali prima che fosse
troppo tardi, ma non erano riusciti a far nulla per il popolo dell'arca.
Non riuscendo ad ottenere un aggancio sicuro, in mezzo alla battaglia,
l'addetto al teletrasporto aveva operato un teletrasporto a zona,
portando a bordo anche Klan e i due prigionieri che ora riposavano nelle
celle di sorveglianza. Tre soli individui, unici superstiti di due
specie antichissime. Specie ora estitnte. Distruttesi a vicenda sotto i
suoi occhi.
I suoi pensieri vennero interrotti dal trillo che segnalava qualcuno
alla porta.
“Avanti” affermò, permettendo così al suo amico di lunga data a capo
della flotta andoriana di fare il suo ingresso.
“So già quello che stai pensando … - affermò Nihal, mostrando una
bottiglia ancora sigillata di brandy andoriano e due bicchieri. – Ma i
buoni amici si vedono nel momento del bisogno giusto? - affermò
sedendosi di fronte al capitano, approntando i due bicchieri – Sono
quelli che ti portano il brandy migliore.”
Shran accennò ad un sorriso stanco, agguantandone uno dei due.
“Già”
-------------- parte successiva --------------
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