[Stml20] USS Marconi- Keane - 13.02 - Spiaggiati

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Mar 29 Set 2015 23:53:36 CEST


Ecco il mio pezzo e come leggerete c'è una parte del brano di Ileana che abbiamo deciso di integrare al mio.Buona letturaMonicaTen.Com. Tara Keane-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
USS Marconi -
Plancia - 24/07/2395 Ore 18:00

 

Il pericolo di schiantarsi su quel pianeta sconosciuto era
stato evitato all’ultimo secondo.

Certo si erano inabissati in quel caldo oceano verdastro per
alcuni minuti ma, Rekon e i suoi uomini, erano riusciti a trovare quel po’
d’energia sufficiente per uscire da quel liquido, che essendo a base di acido
non era il massimo per lo scafo della Marconi.

Adesso, la sagoma lineare e metallica della nave stellare faceva
uno strano contrasto con quell’antico paesaggio, arido e pianeggiante, su cui
Shran aveva deciso di “parcheggiarla”. Il Capitano non si sentiva per niente
tranquillo con la nave su quella pianura assolata, completamente allo scoperto,
ma non avendo avuto modo di sapere se il pianeta era abitato o no, almeno in
quella parte di deserto sperava di non incontrare nessuno. Dopo l’ultima
esperienza non aveva voglia di affrontare un altro primo contatto non desiderato.
Aveva dato la precedenza alle riparazioni: gli bastava il minimo per tornare in
orbita e far funzionare gli scudi.

Shran si guardò intorno: in plancia era rimasta Durani, con
l’ordine di monitorare le vicinanze e Berthier che coordinava la Tattica, con
quel poco che i sensori riuscivano a leggere per colpa di quel forte campo
magnetico emesso dal pianeta. Salen alla postazione OPS, lasciata libera da
Keane, che si era catapultata in Sala Macchine per aiutare con le riparazioni e
il secondo di Wyandot, cui aveva concesso qualche ora di riposo, poiché spiaggiati
com’erano, le sue capacità erano del tutto inutili.

Dal era in Infermeria, dove le sue attenzioni erano tutte
per l’attentatore Jabin, che grazie alle “amorevoli “cure di Kuwano, si stava
riprendendo dai colpi ricevuti dal capo della sicurezza della Marconi. Dal
sapeva di aver esagerato, ma quel traditore era andato così vicino a eliminare
lui e tutti i suoi compagni, che era stato preso da un eccesso di rabbia e
Keiji aveva faticato per rendere presentabile il bajoriano, prima che il
Capitano arrivasse per l’interrogatorio.

“Come sta?” chiese al medico senza distogliere lo sguardo.

“L’hai quasi ucciso questo verme, ma non avevo voglia di
vedere qualcuno tirare le cuoia, dopo che abbiamo evitato un disastro: tra
qualche minuto si riprenderà. Fammi vedere?” rispose il nipponico prendendo il
mento di Dal tra indice e pollice e facendogli girare di lato la faccia, quindi
urlò “Infermiera: perché nessuno si è occupato della testa di quest’uomo?” e
cominciò ad armeggiare col suo tricorder, lì dov’erano.

“Non è niente, non prendertela con lei, sono io che non ho
voluto.”

“Bravo e complimenti per la tua nuova specializzazione in
medicina traumatica: cosa ti ha fatto decidere che non avevi bisogno di cure?
Sei un idiota: hai un trauma cranico con i fiocchi e dovresti stare in riposo,
non qui a fare il cane da guardia a questo pazzo!”

Dal ascoltò la ramanzina del Dottore e quando si fu sfogato,
gli disse:

“Hai ragione, scusami. Ma non posso, anzi non voglio
lasciare solo questo traditore, sino a che non mi dirà perché voleva ammazzarci
tutti.”

 

USS Marconi – Plancia -
24/07/2395 - Ore 18:30

Shran era nel suo ufficio
intento a leggere i dati sullo stato delle riparazioni della nave, quando
l’addetto alle comunicazioni lo chiamò.

=^=Capitano ricevo una chiamata
dalla Fearless=^=

=^=Molto bene: me la passi
subito!=^=

=^=Capitano, qui il Comandante Garcia a
comando della USS Feraless.=^=

=^=Salve Comandante=^= rispose
l’andoriano di rimando

=^=Capitano, abbiamo delle novità da
comunicare. Prima cosa abbiamo trovato il colpevole di quello che vi è successo.
Si chiama…=^=

=^=Si chiama Jabin ed è di Bajor?=^=

=^=Sì Capitano, è esatto. L’avete
trovato? Ce l’avete a bordo della Marconi?=^= rispose Manuela con una
espressione di assenso. Quell’andoriano le piaceva proprio…

=^=Sì signor Garcia. Ce l’abbiamo al sicuro,
i miei uomini stanno cercando di interrogarlo ma per il momento senza
successo.=^=

=^=Bene, adesso veniamo al punto più
interessante. Pare che il nostro uomo abbia passato diverso tempo nello stesso
settore in cui vi trovate voi… Su Deep Space 16 pensano che da quelle parti ci
possano essere dei complici. Anche io penso la stessa cosa, anzi, per quanto mi
riguarda il nostro uomo potrebbe anche far parte di una organizzazione
criminale. Le passo le coordinate precise del pianeta in questione.=^=

Dopo pochi istanti di attesa,
l’ufficiale al timone della Marconi ricevette le coordinate, Manuela vide
un’espressione di sorpresa negli occhi di Shran:

=^=Comandante, queste sono le esatte
coordinate in cui siamo atterrati noi… Mi sta dicendo che casualmente siamo
finiti nella tana del leone?=^=

=^=E’ probabile Capitano, tenga gli
occhi aperti quindi mi raccomando. Noi al momento manterremo la curvatura 9
fino a destinazione, e sperando di non avere problemi dovremmo essere da voi
tra 3 giorni e 20 ore.=^=

=^=Bene Comandante, credo che noi per
il momento non andremo da nessuna parte…=^= Shran chiuse la comunicazione con
un sorriso amaro ma che fece colpo sulla donna al comando della Fearless.

 

USS Marconi –
cella detenzione 1 - 24/07/2395 Ore 19:00

 

Il bajoriano Jabin, seduto sul letto della cella con
il capo chino, continuava a ripetere una litania, dondolandosi lentamente
avanti e indietro, ormai da mezz’ora, cioè da quando Kuwano l’aveva dichiarato
stabile e dimesso dalla sua infermeria.

Dal, di guardia davanti all’ingresso della cella si
era stancato di osservare la scena: non sarebbe stata di certo qualche
preghiera ai Profeti che l’avrebbero salvato. L’accusa era tra le peggiori che
un’ufficiale della Flotta potesse subire: tradimento!

E almeno in tre l’avevano visto mentre cercava di
portare a termine quello che i suoi complici avevano progettato, in altre
parole la distruzione della Marconi. Non avevano fatto i conti però con le
capacità del suo equipaggio di reagire tempestivamente alle situazioni più
disperate e alla loro capacità di porvi rimedio.

Shran entrò nell’area detentiva seguito da Durani e
si fermò davanti alla cella N°1:

“Capitano la stavo aspettando: non ho voluto
toglierle il privilegio d’interrogarlo.”

“Grazie Dal. Jabin !” disse Shran cercando
l’attenzione del bajoriano, che però non pose fine alle litanie.

“Jabin, adesso basta. Non sono disposto a tollerare
questo suo atteggiamento: è finita, l’abbiamo scoperta e il suo piano è
fallito. Mi dica il perché e chi sono i suoi complici a Deep Space 16!” e nella
sua voce si leggeva la collera verso quell’uomo che aveva tradito tutti valori
su cui aveva fondato la sua vita.

Jabin, come scosso da quel richiamo perentorio,
tacque all’istante e smise di dondolarsi, alzò lo sguardo verso l’andoriano e
con un filo di voce disse: “Mi dispiace.”

Durani fu sorpresa da questo pentimento, di cui
dubitava fortemente.

“Se le dispiace allora confessi, dica chi sono i
responsabili e forse riceverà clemenza al processo.” Incalzò Shran cercando di
mantenere un tono più conciliante.

Jabin si alzò e si avvicinò alla barriera invisibile
che lo teneva rinchiuso nella sua cella.

“No Capitano: mi dispiace d’aver fallito. Ma dopo di
me i Profeti ne manderanno altri, fino a che la nostra causa non trionferà e
Bajor non tornerà ai bajoriani!”

“Cosa sta dicendo? Bajor è già dei bajoriani!”
intervenne Dal che, vista la sua metà bajoriana, si sentiva maggiormente
coinvolto.

“Non ho niente da aggiungere sennonché sono pronto
ad accettare il castigo che merito per il mio fallimento.” Disse Jabin e con
fierezza si rimise seduto e riprese le litanie.

“Ehi tu come osi, ti caverò fuori tutto quello che
sai …” Dal stava per entrare nella cella, pronto a qualsiasi sistema per
estorcere informazioni dal prigioniero ma Shran lo fermò.

“Fermò Dal, in questo momento non otterremo nulla da
lui: è convinto di aver avuto ordini direttamente dai Profeti e lei sa bene
che, contro certe convinzioni religiose, non c’è niente che si possa dire per riportarlo
alla ragione.”

“Capitano me lo lasci per qualche minuto: conosco
dei sistemi cui non saprà resistere.” Disse Durani, fremente per lo sdegno di
aver di fronte il traditore.

“No Tenente, non ci sporcheremo le mani del suo
sangue ignobile. Non appena torneremo operativi lo riporteremo alla Base e se
ne occuperà la Flotta ed io farò in modo che ottenga la massima pena. Andiamo,
torniamo ai nostri doveri: signor Dal voglio che sia costantemente sorvegliato,
non vorrei che cercasse di sottrarsi al castigo dei suoi Profeti!”

 

USS Marconi -
Sala Macchine- 25/07/2395 Ore 03:10

 

Rekon era ormai esausto, l’età avanzata e lo sforzo
compiuto ore prima per salvare la nave, l’avevano come svuotato da ogni
energia, ma non voleva, anzi non poteva cedere alla stanchezza. Per fortuna la
Keane si era unita alla sua sezione, rispolverando le sue capacità
ingegneristiche, mettendo mano a diversi guasti e, in più, organizzando le
squadre per le riparazioni in maniera impeccabile, così che finalmente la nave
era tornata in sicurezza. Certo c’era ancora molto lavoro, ma se il Capitano lo
avesse ordinato, sarebbero potuti tornare in orbita in qualsiasi momento, anche
se, per la curvatura ci sarebbe voluto del tempo e, sempre che qualcuno non
avesse colto il loro SOS e portato dei pezzi di ricambio, avrebbero dovuto
accontentarsi della velocità a impulso. Il vecchio tellarita guardò i volti dei
suoi uomini e un po’ si compiacque di se stesso, perché anche tutti quei
giovanastri erano stanchi e provati, ma nessuno cedeva di un passo. Si rivolse
quindi a Tara:

“Ragazza, vieni qua.”

La mezza klingon lasciò il terminale che stava
riparando e gli si avvicinò.

“Che c’è vecchio?” rispose, certa che nessuno si
sarebbe preso la libertà di rivolgersi a lui in quel modo, mentre lei se l’era guadagnato,
tenendogli testa a una gara di mu’QaDves, tradizionale guerra d’insulti Klingon,
in cui Rekon si era contraddistinto con onore, ottenendo il rispetto anche di
Durani, che aveva fatto da giudice alla gara.  


“La situazione ormai è sottocontrollo e questi
pivellini sono allo strenuo delle forze: è il caso di rallentare e di
cominciare a mandare qualcuno a riposare. Qualche ora di sonno non farà che
bene.” Tara si guardò intorno e, anche se lei sopportava bene la fatica grazie
alla sua metà Klingon, capiva cosa voleva dire il vecchio Capo Ingegnere.

“Hai ragione: ci penso io e tu, sarai tra i primi ad
andare.” Rekon fece finta di protestare, ma la debolezza delle sue proteste, le
fece capire quanto fosse stanco il tellarita e, mentre lo guardava uscire dalla
Sala macchine, le venne in mente suo padre, invecchiato precocemente ai tempi
del dolore per la morte di suo fratello. Scacciò dalla mente quell’immagine e
si riconcentrò su quello che c’era da fare, certa che, come suo padre, anche
Rekon si sarebbe ripreso alla grande.

 

Pianeta Leinos
III - Emisfero Sud - Rifugio sotterraneo 25/07/2395 ore 07.35

La squadra di ricognizione era appena rientrata alla
base e Jira Theris li attendeva nel suo ufficio: purtroppo le forti onde
elettromagnetiche emesse dal pianeta, che lo rendevano un perfetto rifugio per
la difficoltà dei sensori di penetrarlo, obbligavano altresì a doversi esporre
fisicamente con missioni a terra, per accertarsi della situazione.

E al momento la situazione non era certo quella che
avevano progettato. La nave federale avrebbe dovuto esplodere al contatto con
l’atmosfera del pianeta, non lasciando testimoni di quello che così
pazientemente avevano organizzato. E il martire, che avevano infiltrato tra
l’equipaggio, con il compito di assicurarsi che il piano si attuasse o era
stato scoperto o, alla fine, aveva tenuto più alla sua vita, che alla causa di
Bajor Libero. Se fosse stato così, si sarebbe premunita di fargliela pagare
personalmente: la vigliaccheria era dei deboli e non c’era posto per la
debolezza, se volevano riuscire nel loro intento.

Pochi istanti dopo la porta dell’ufficio si aprì,
lasciando entrare due dei suoi uomini più fidati, ancora in tenuta da
ricognizione.

“Allora com’è la situazione?”

“Pessima: la Marconi è sulla pianura di Therios ed
esternamente non ha subito danni importanti.”

“Siete riusciti ad avvicinarvi abbastanza da poter
usare i sensori a corto raggio potenziati?”

“Non abbastanza perché hanno messo uomini di guardia
all’esterno della nave e siamo dovuti restare dietro le alture per non farci
sorprendere. Sembra però che non abbiano fretta di lasciare il pianeta: forse
non possono!”

“O forse stanno aspettando i rinforzi!” disse Theris
“quindi dobbiamo agire il prima possibile: certo così individueranno prima i
responsabili dell’esplosione e ci metteranno meno tempo a capire chi c’è
dietro, ma ormai siamo pronti ed è ora di dare il via ai giochi!”
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