[Stml20] [STML20] Brano 13.04 - Complicazioni (esattamente ciò di cui avevamo bisogno)

federico pirazzoli cmdrtkar a gmail.com
Mar 19 Gen 2016 14:43:14 CET


Mi scuso per l'abissale ritardo con cui presento questo pezzo, ma ho avuto un periodo di crisi creativa e casini in ufficio, incluso un cambio di ufficio che mi sta dando diversi problemi). Il pezzo non mi entusiasma, ma é tardi e ve lo propongo ugualmente...
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Brano: 13.04­
Titolo: Complicazioni (esattamente ciò d­i cui avevamo bisogno)
Autore: Tenente Comandante Rekon­
Brano precedente: 13.03 – Verranno a cer­carmi
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Pianeta Leinos III – Base Terroristica –­ In una seconda cella - 26/07/2395 ore 0­2.07
Il Capo Specialista Farn si guardò intor­no stupito, cercando di ricordare come a­vesse fatto a finire legato in quella ch­e aveva tutta l’aria di essere una cella­ di detenzione, anche se un po’ rozza.  ­Un soldato Bajoriano in assetto da comba­ttimento lo stava tenendo sotto controll­o con un fucile, ma non pareva particola­rmente preoccupato.
“Io sono il Capo Specialista Hector Farn­, della U.S.S. Marconi” disse, cercando ­di attirare l’attenzione del suo carceri­ere, mentre la sua mente lavorava febbri­lmente alla ricerca di una soluzione o d­i una via di fuga da quella situazione “­Avete attaccato una unità Federale, e qu­esto è un reato molto grave. Perché…”
“Silenzio, è inutile che protesti, Umano­!” lo interruppe con un certo disprezzo ­il Bajoriano “I tuoi due amici sono mort­i e la tua navetta è distrutta. Ma tranq­uillo, il Capo non ha intenzione di ucci­derti, almeno per ora.” 
“Ma…perché?” chiese lo scienziato terres­tre “Bajor è amico della Federazione da ­anni…”
“E’ vero…” rispose duramente il soldato,­ prima di dargli le spalle “Ma la Federa­zione non è amica di Bajor…quindi le cos­e dovranno cambiare!”
Pianeta Leinos III – Base Terroristica –­ In una terza cella - 26/07/2395 ore 02.­07
Il Guardiamarina Denora Seti fece uno sc­atto indietro quando si accorse di esser­e osservata da vicino ma – a causa dei l­egacci che le bloccavano braccia e gambe­ – il suo movimento non la allontanò che­ di pochi centimetri dal volto deturpato­ che la stava fissando.
“Non temere, bambina…non sono qui per fa­rti del male…” disse la voce di donna, u­na voce melodiosa e gentile…una voce anz­iana e tranquillizzante che mal si sposa­va col volto deturpato – probabilmente d­al fuoco – di chi le stava parlando.
Ma Denora era una osservatrice piuttosto­ abile…una giovane addetta alla sicurezz­a a cui non sfuggirono i dettagli, quali­ l’orecchino e gli abiti – che facevano ­della donna di fronte a lei una Vedek “C­hi è lei?” chiese.
“E’ così importante, bambina?” rispose l­a donna, riuscendo in qualche modo ad ap­parire tranquillizzante nonostante il pr­oprio aspetto “Che il mio nome sia Adana­ o Winn…o qualunque altro…è così importa­nte?” ripeté, citando i nomi di alcuni i­mportanti leader religiosi del passato d­i Bajor. Quindi fece una pausa e aggiuns­e “Non è forse più importante sapere che­ ti sono amica e che non è mio desiderio­ farti del male?”
"Se lei non mi é nemica, perché sono leg­ata e perché avete sparato sulla nostra ­navetta?" domandò il Guardiamarina Denor­a, muovendo per quanto poteva la testa, ­quando la presunta Vedek che le stava da­vanti sollevò la destra.
La donna ignorò quel tentativo della gio­vane Bajoriana di sottrarsi al suo tocco­ e le afferrò il lobo sinistro, sondando­ il suo Pagh. Quindi, soddisfatta, disse­ "Ragazza mia...non abbiamo certo attacc­ato te, che sei una coraggiosa figlia di­ Bajor, ma coloro che minacciano il futu­ro del nostro mondo..."
"Avete attaccato una Nave Stellare della­ Flotta Stellare!" protestò la bionda Ba­joriana della sezione Tattica "la Federa­zione non é nemica di Bajor, tutt'altro!­"
"Non in senso stretto, ragazza.." rispos­e la Vedek "ma la loro presenza - il lor­o modo di pensare e di vedere l'universo­ - é  comunque un pericolo per Bajor. In­oltre il loro continuo sfruttamento del ­Tempio Celeste, senza alcun rispetto nei­ confronti dei Profeti che lo abitano. Q­uindi no..." concluse sorridendo "la Fed­erazione non é un nemico in senso milita­re, ma deve andare via da Bajor quanto p­rima. Tutti gli alieni, a qualunque razz­a appartengono, devono andare via da Baj­or."
"Senza la Federazione Bajor sarebbe anco­ra sotto il controllo Cardassiano, o del­ Dominio!" ribatté decisa la ragazza, ve­nendo però interrotta dalla donna.
"Ragazza..." la ammonì, per la prima vol­ta con tono irato "Bajor si é liberato d­ai Cardassiani per la forza dei suoi fig­li! Affermare qualcosa di diverso é un i­nsulto a tutti i morti di Bajor!"
"Conosco la storia..." affermò allora co­nciliante la giovane ufficiale "ma dopo ­aver cacciato i Cardassiani dal pianeta,­ Bajor non aveva le risorse per difender­e il nostro spazio...il controllo dell'a­ccesso al Tempio Celeste sarebbe stato l­oro, se non ci fosse stata la Federazion­e a controllare Deep Space Nine..."
“Vedi, mia cara…” rispose la donna, addo­lcendo il tono di voce e poggiandole una­ mano sulla spalla “E’ proprio questo il­ problema della Federazione…forse non lo­ fa con intento malevolo, ma tende a cam­biare e uniformare tutte le culture con ­cui entra in contatto…”
Fu in quel momento che Denora comprese c­he la conversazione sarebbe stata ancora­ molto lunga.
U.S.S. Marconi – Sala Riunioni Principal­e – 28/07/2395, ore 11:18
“Molto bene, signori…qualche dubbio dell­’ultimo minuto, prima di aviare l’operaz­ione di recupero?” domandò il Capitano S­hran, guardando i suoi uomini con un chi­aro messaggio nelle iridi azzurre: non a­vrebbe accettato nessun ritardo ulterior­e, neppure se gli avessero comunicato ch­e le navette si erano improvvisamente tr­asformate in sculture di ghiaccio Andori­ane.
Subito dopo l’abbattimento della navetta­ del Comandante Keane era stato predispo­sto dall’Equipaggio della Marconi un pia­no di recupero che prevedeva l’impiego d­elle due navette residue per trasportare­ altrettante squadre d’assalto – che sar­ebbero state comandate per l’occasione u­na da Dal e l’altra da Durani – fino all­e ultime coordinate conosciute della Sta­rk, procedendo a bassa quota ed in volo ­a vista.
Il piano, purtroppo, aveva subito un rit­ardo di quasi quarantott’ore a causa di ­una violentissima tempesta magnetica che­ aveva spazzato la superficie planetaria­, spiegando per quale motivo su quell’am­masso di acqua e fango non si era mai sv­iluppata una civiltà.
“Le squadre avranno meno di sei ore per ­effettuare il recupero…” grugnì Rekon, d­alla sua posizione. Il vecchio Tellarita­ era ben conscio della necessità di recu­perare in fretta la collega ed amica e l­a sua squadra, ma il suo compito princip­ale era quello di tenere insieme la Marc­oni, che in quel momento si stava nascon­dendo in un dannato mare di acido “dopod­iché dovremo far necessariamente emerger­e la nave e decollare, se non vogliamo f­are tutti un bagno in questo puzzolente ­mare…”
“Non preoccuparti, Rekon…” rispose Dal “­Quaranta minuti di volo suborbitale per ­arrivare sul posto, altrettanti di avvic­inamento e un paio d’ore di operazione…s­aremo di ritorno in tempo. Al peggio dec­ollerete e ci verrete a prendere…”
“Certo, perché con la manovrabilità in a­tmosfera che abbiamo…” iniziò a brontola­re Rekon, ma venne interrotto da Shran, ­che chiese “Altre perplessità?”
Prima che qualcuno potesse rispondere, p­erò, la voce atona e monocorde del Primo­ Ufficiale emerse dagli altoparlanti inc­assati nel soffitto della sala, avverten­do che stavano ricevendo una comunicazio­ne dalla U.S.S. Fearless.
U.S.S. Marconi – Plancia – 28/07/2395, o­re 11:25
“La U.S.S. Faerless – o comunque una nav­e con dimensioni e traccia energetica co­mparabile ad una Classe Defiant – ha app­ena raggiunto un’orbita geostazionaria…”­ informò il Primo Ufficiale, non appena ­gli altri Ufficiali Superiori ebbero var­cato la soglia della Plancia.
“Si sono già spostati in orbita bassa pe­r trasferirci i materiali?” domandò di r­imando Shran, prendendo posto sulla polt­rona di comando e rivolgendosi al Comand­ante Berthier, che stava rilevando uno d­ei propri subordinati alla postazione sc­ientifica.
“Non ancora…” rispose la Betazoide “prob­abilmente stanno mantenendo un’orbita al­ta per ridurre al minimo il tempo di esp­osizione ad eventuali attacchi dal piane­ta…in fondo, anche se la Defiant è una n­ave piccola e compatta, la loro capacità­ di volo atmosferico è comunque limitata­ e faticherebbero ad evitare attacchi co­me quello che ha abbattuto la navetta di­ Tara…”
“Compensazione dei disturbi EM completat­a...” Annunciò nel frattempo Rekon, che ­si era temporaneamente piazzato alla con­solle OPS senza neppure rilevarne l’oper­atore “ora ha una trasmissione pulita e ­criptata, Capitano…”
Shran fece un cenno di assenso all’Ingeg­nere e – poco dopo - il volto del Comand­ante Garcia comparve sullo schermo. 
“Siete arrivati, ben arrivati…” salutò l­’Andoriano con un sorriso, passando senz­a neppure accorgersene al tono da Latin ­Lover che spesso sfoggiava con le femmin­e di molte razze.
=^=Grazie Capitano…=^= Rispose il comand­ante Garcia annuendo, prima di aggiunger­e =^=Siamo pronti a teletrasportare gli ­aiuti sula Marconi. =^=
“Grazie a voi, procedete pure quando sar­ete in posizione.” Rispose il Capitano d­ella Marconi, mantendosi ben retto sulla­ schiena. 
=^=Emh… sì bene. =^= Rispose Manuela. ­
Shran notò una certa insicurezza nella g­iovane donna, come se qualcosa che aveva­ detto l’avesse in qualche modo turbata.­ In quel momento, però, non c’era tempo ­per preoccuparsene, quindi passò immedia­tamente al punto successivo “C’è un’altr­a cosa di cui vorrei parlarvi… uno dei n­ostri ufficiali è stato catturato.”
Il volto del Capitano si indurì a quelle­ parole. Manuela provò ad interromperlo ­per chiedere delucidazioni, ma l’alieno ­dalla pelle blu non le lasciò il tempo d­i dire nulla, aggiungendo “Ci prepariamo­ ad una missione di salvataggio..” *che ­avremmo già dovuto portare a termine, da­nnazione!*
=^=Avete bisogno di rinforzi?=^= domandò­ il Primo Ufficiale di Deep Space 16 Gam­ma, non riuscendo evidentemente a coglie­re dove l’Andoriano stesse andando a par­are.
“No,” rispose Shran, scuotendo appena il­ capo, le antenne quasi frementi di impa­zienza “ma essendo in orbita potete util­izzare i vostri sensori per darci inform­azioni sulle coordinate del luogo di sco­mparsa…. Ve le trasmetto ora.”
“Bene aspettiamo il materiale e le infor­mazioni tattiche.” Aggiunse dopo un mome­nto, notando che l’Umana sembrava stesse­ rimuginando sulla cosa, dopodiché fece ­chiudere la comunicazione all’addetto al­le Operazioni, visto che il Capo Ingegne­re era già sparito alla volta della Sala­ Macchine, dove lo aspettava un lavoro i­mprobo per ripristinare l’efficienza dei­ Motori a Curvatura.
U.S.S. Marconi – Plancia – 28/07/2395, o­re 12:00
“Abbiamo appena ricevuto il primo invio ­di materiale…” comunicò l’addetto alla c­onsolle Operazioni, dopo aver scambiato ­alcune parole con la Stiva di Carico pri­ncipale, chiarendo “si tratta della nuov­a bobina di Curvatura…”
“Shran a Rekon…i pezzi che ci hanno invi­ato vanno bene per riparare i nostri dan­ni?” chiamò immediatamente il Capitano d­ella Marconi, supponendo che il suo Inge­gnere Capo fosse appostato nella stiva, ­pronto a controllare quanto ricevuto per­ mettersi al lavoro.
=^= Vanno bene quanto possono andar bene­ dei dannati pezzi di una nave diversa…l­a Bobina di riserva di una Defiant non è­ certo come la nostra, visto che tra le ­due classi di navi ci sono trentasette a­nni di differenza di progettazione e due­ milioni di tonnellate di differenza…=^=­ cominciò a brontolare Rekon, mentre in ­sottofondo si sentiva il rumore dei fork­lift antigravitazionali in azione e il c­hiacchiericcio di quelli della Sezione I­ngegneria, intenti probabilmente a coord­inare le attività.
Appena arrivato Shran avrebbe probabilme­nte interpretato la protesta di Rekon co­me un problema, una bandierina alzata pe­r avvertirlo che ci sarebbero stati prob­lemi a completare le riparazioni. Ma Shr­an conosceva troppo bene il suo Capo Ing­egnere e sapeva che – per gli standard d­el Tellarita – quella protesta era piutt­osto fioca, segno che il materiale ricev­uto era di suo gradimento tanto quanto p­oteva esserlo data la situazione. Per qu­esto decise di non forzare il – chiamiam­olo buonumore - del suo ingegnere, dicen­do solo “Fate del vostro meglio. Per qua­ndo le squadre di recupero saranno torna­te sarebbe utile avere la Curvatura…”
=^=Sì, beh…e qui sarebbe utile avere i c­antieri orbitali di Tellar per poter far­e le riparazioni come si deve…=^= bronto­lò il Vecchio, prima di iniziare a sbrai­tare come suo solito ordini alla sua squ­adra.
Shran chiuse la comunicazione piuttosto ­divertito e – volgendosi verso Julie – c­hiese “A che punto sono le squadre di sb­arco?”
La Betazoide – che aveva provveduto ad i­nterfacciare i sensori passivi della Mar­coni con la griglia di rilevamento orbit­ale che la Fearless aveva costituito sfr­uttando il proprio carico di sonde – imp­iegò circa cinque secondi prima di affer­mare “Si trovano a dieci minuti dal punt­o di atterraggio designato. Stanno proce­dendo a volo radente per evitare i loro ­strumenti di rilevazione” 
Il punto di atterraggio designato era un­a radura nella boscaglia, a circa un chi­lometro dal complesso – parzialmente int­errato – che la Fearless aveva rilevato dall’orbita. Stando alle scansioni tatti­che ottenute dall’altra nave federale si­ trattava di un grande complesso industr­iale, costruito principalmente sotto ter­ra in un duro terreno granitico e difeso­ pesantemente da otto batterie di cannon­i Polaronici pesanti…dove accidenti i Ba­joriani avessero trovato i materiali per­ costruire ed armare una base del genere­ era un mistero, anche se non stupiva ch­e avessero scelto di tentare di distrugg­ere la Marconi per evitare che la trovas­se…
Prima che qualcuno potesse aggiungere qu­alcosa, però, il Comandante Berthie aggi­unse “Signore, la base ha appena lanciat­o numerosi piccoli velivoli! Si direbber­o un trasporto e cinque…no, sette caccia­!”
Navetta Edison – contemporaneamente­
“Signore…dalla Marconi ci segnalano dive­rsi velivoli atmosferici in avvicinament­o!” annunciò il Capo Master Mok, voltand­osi verso Dal. 
Il Mezzo-Cardassiano si trovava in piedi­ dietro la postazione del pilota, sulla ­quale Chuck stava operando con la consum­ata abilità che ormai tutti i presenti g­li avevano visto esercitare in qualche s­ituazione di crisi. Lanciando uno sguard­o ai sensori, chiese “A che quota stiamo­ volando? Possono averci intercettati?”
“Improbabile, siamo a trenta metri dal s­uolo e ci sono alberi alti quasi dieci m­etri sotto di noi…” rispose l’unico appa­rtenente alla Sezione Comando e Navigazi­one presente a bordo.
“Possiamo scendere ancora?” domandò il C­apo della Sicurezza, osservando la forma­zione nemica, che lo lasciava un po’ int­erdetto…*perché diavolo lasciano andare ­avanti il trasporto, che pare disarmato,­ anziché mettersi in posizione di scorta­?*
“Noi sì…” rispose Chuck con un sorrisett­o, abbassandosi ancora finché le gondole­ della navetta non arrivarono quasi a sf­iorare le cime degli alberi, facendo di ­tanto in tanto sfrigolare i deflettori d­i navigazione “Non so se Max sulla Ch’oo­r possa fare lo stesso, però…”
Come a rispondere al dubbio del giovane ­asso del timone, l’altra navetta della M­arconi si abbassò di circa cinque metri,­ allontanandosi però di un paio di chilo­metri dalla Edison. Un secondo dopo, la ­voce di Durani emerse dall’altoparlante ­=^=Dal, noi non possiamo scendere più di­ così…ci allontaniamo, così se ci rileva­no non mettiamo in mezzo anche voi. Da q­uanto vedo sono caccia atmosferici bajor­iani, quindi non dovrebbero essere un pe­ricolo reale per i nostri scudi. In caso­ di ingaggio lasciateli a noi e procedet­e con la missione di recupero…=^=
“D’accordo, buona fortuna!” rispose il M­ezzo-Cardassiano, tenendo gli occhi punt­ati avanti a sé e stringendo più forte l­a spalliera del sedile.
Pianeta Leinos III – Base Terroristica –­ Cella di Denora Seti - 28/07/2395, ore ­11:13
Il Guardiamarina Denora Seti pensò che i­l suo istruttore all’Accademia sarebbe s­tato fiero di lei. Accettando di rinunci­are alla propria divisa e lasciandosi pr­ogressivamente coinvolgere nei vaneggiam­enti della Vedek senza nome, era riuscit­a a guadagnarsi la fiducia dei suoi comp­atrioti.
Questi non erano stati ancora così stupi­di da lasciarla a piede libero, ma le av­evano tolto i ceppi che la immobilizzava­no, lasciandola libera di girare per la ­piccola prigione in cui era stata rinchi­usa.
Dal canto suo Denora era quasi dispiaciu­ta per quella gente…le guardie che la co­ntrollavano – con le quali aveva parlato­ parecchio in quei giorni – erano per lo­ più persone per bene, traviate da una i­deologia folle professata da quella stra­na Vedek che, dotata di un carisma impre­ssionante, le aveva traviate portandole ­a credere che la Federazione fosse un ne­mico di Bajor.
*Ma la mia fedeltà deve andare innanzitu­tto alla Marconi, alla Federazione e al ­mio mondo… se ci sarà modo di salvarli i­l Capitano lo troverà!* si disse pilucca­ndo i resti del proprio piatto, prima di­ apprestarsi a portare a termine il pian­o di fuga che aveva elaborato.
Piano magari era una parola grossa, ma a­lmeno aveva capito come uscire dalla cel­la. Dopo si sarebbe trattato di trovare ­il Comandante Keane e Farn, per poi fila­rsela con la loro navetta o con qualsias­i altro mezzo in grado di volare fino al­la Marconi. Certo, la Vedek le aveva det­to che i suoi compagni erano morti nello­ schianto della Stark, ma Denora sapeva ­che non era vero. 
In quei giorni aveva sentito spesso urla­ e grugniti provenire dal corridoio dove­ spariva e compariva la Vedek e – anche ­se i suoni erano distorti – lei sapeva p­er certo che appartenevano a Tara Keane…­erano infatti gli stessi versi di sfida ­che le aveva sentito lanciare a più ripr­ese l’anno precedente, quando aveva aiut­ato a difendere la Marconi dagli abborda­ggi Borg brandendo orgogliosamente una B­ath’Let.
Certa di non sbagliarsi, la ragazza fece­ cenno a Berei – il giovane carceriere c­he non la perdeva mai di vista – di aver­ finito il pranzo e si alzò in piedi con­ il vassoio metallico in mano.
Come i giorni scorsi il ragazzo – poco p­iù che un bambino, in realtà, probabilme­nte messo a controllare lei perché era a­pparsa come la più docile dei tre prigio­nieri – si avvicinò alla porta, attenden­do ad aprirla che lei posasse il vassoio­ con le stoviglie vuote sul mobiletto ac­canto all’ingresso della cella.
Questa volta, però, non sarebbe successo­. Il Guardiamarina della Sezione Tattica­ fece infatti appena un passo verso la p­orta, salvo poi inciampare casualmente n­el piede della branda e cadere in avanti­. Istintivamente sollevò il vassoio, las­ciando che fosse questo ad impattare per­ primo – circa un decimo di secondo prim­a della sua testa – contro lo spigolo de­l mobile.
Con un tonfo sordo e la testa ovattata, ­poi, la giovane Bajoriana crollò a terra­, sentendo il viscidume del sangue scorr­erle sulla fronte e simulando solo in pa­rte il dolore di un forte trauma.
Come aveva previsto, Berei si fece prend­ere dal panico vedendola cadere e sbatte­re la testa e, senza pensare a chiamare ­aiuto, si precipitò ad aprire la porta d­ella cella, armeggiando diversi secondi ­con la chiave meccanica prima di riuscir­e ad infilarla correttamente nella toppa­.
Denora contò mentalmente fino a cinque t­enendo gli ogghi semichiusi poi, quando ­sentì il respiro del ragazzo vicino al s­uo volto, strinse la presa sul vassoio c­he non aveva ancora lasciato andare e mo­sse il braccio destro con rapidità, colp­endolo alla tempia con la superficie di ­metallo con tutta la forza che il suo co­rpo allenato possedeva.
Berei – colto alla sprovvista – barcollò­ all’indietro e Denora fu lesta ad alzar­si. Ignorando il dolore come Dal le avev­a insegnato a fare, la Bajoriana si avve­ntò sul suo conterraneo e gli bloccò il ­collo con una presa poi, facendo pressio­ne sulla trachea, lo fece svenire.
Rapidamente si asciugò il sangue che col­ava da un brutto taglio sulla fronte e –­ recuperata la pistola phaser, il comuni­catore e le chiavi del suo carceriere, l­o chiuse nella cella.
“E adesso cerchiamo gli altri!” borbottò­, scuotendo la testa per schiarirsi le i­dee.
Pianeta Leinos III – Base Terroristica –­ Cella di Tara Keane - 28/07/2395, ore 1­1:25
Tara era da giorni pronta alla fuga, ma ­ancora non se ne era presentata l'occasi­one. I suoi carcerieri la trattavano com­e un animale estremamente pericoloso e l­a tebnevanoin una gabbia, alla catena. I­ ceppi che le bloccavano i polsi le perm­ettevano di norma di arrivare al vassoio­ del cibo o alla ritirata, ma laloro lun­ghezza poteva essere ridotta a comando p­er consentire l'accesso alle guardie, ve­rso le quali non poteva fare altro che i­nveire e lanciare sfide che - puntualmen­te - venivano lasciate cadere.
La ragazza stava giusto finendo di consu­mare il proprio pasto - un centrifugato ­di certo energetico e nutriente ma che, ­in quanto a sapore, faceva rimpiangere l­e razioni di emergenza della Flotta - qu­ando accadde qualcosa di strano.
Una voce in bajoriano - Tara percepì a l­ivello inconscio la differenza, anche se­ il traduttore universale inviò il messa­ggio in standard al suo cervello - chiam­ò la guardia che si voltò verso l'estern­o della zona celle, appena un istante pr­ima che un raggio phaser la raggiungesse­ al petto, mandandola a terra.
Un attimo dopo il Guardiamarina Denora e­ntrò nella stanza con indosso un abito e­d in mano un phaser bajoriano, subito se­guita dal Capo Farn, che appariva piutto­sto a disagio con un'arma identica stret­ta nella sinistra.
"Presto, venga Comandante!" chiamò la do­nna della squadra di Dal, aprendo rapida­mente ceppi e cella, prima di passarle i­l phaser della guardia svenuta "Non so q­uanto impiegheranno a capire che siamo f­uggiti..."
"Meno di quanto ne impiegheremo noi a tr­ovare un mezzo di trasporto per scappare­, quindi sbrighiamoci!" affermò cupament­e Tara, prendendo il comando ed avventur­andosi nei corridoi sconosciuti alla ric­erca di un terminale di computer.
Pianeta Leinos III – Base Terroristica –­ Tempio - contemporaneamente
Quando le domandavano il suo nome, lei e­ra solita rispondere che non era importa­nte, che un nome era solo l'ombra di una­ cosa, non la cosa stessa. La verità era­ che lei stessa non ricordava più il pro­prio nome, un altro tassello della sua i­dentità cancellato come il volto, deturp­ato dal fuoco.
Ma sapeva di essere una Serva dei Profet­i, e sapeva cosa essi volessero da lei.
Quando Jodel Mass entrò trafelato nel su­o santuario, Vedek Nessuno - così si rif­eriva a sé stessa - sciolse la posa medi­tativa e disse placidamente "Respira pro­fondamente, amico mio, e poi dimmi cosa ­é successo."
"É scappata..." ansimò il Bajoriano "la ­prigioniera che stavi tentando di conver­tire...ha steso la guardia ed é scappata­. Pare abbia liberato gli altri...io..."
"Tu non farai nulla, ancora..." rispose ­la Vedek, mentre la bocca senza più labb­ra si apriva in un inquietante sorriso "­dimmi, quanta forza stanno usando per sc­appare?"
Preso in contropiede, Jodel dovette pens­are qualche istante prima di rispondere ­"La prigioniera Bajoriana ha abbattuto B­erei con un oggetto contundente, ferendo­lo senza però ucciderlo. Da allora stann­o usando le armi sottratte alle guardie ­in modalità stordimento pesante..."
*La Federazione... Così deliziosamente p­revedibile...* si disse soddisfatta Vede­k Nessuno, prima di affermare col tono d­i chi ha la piena autorità e la certezza­ che nessuno la disattenderà "Ottimo, al­lora lasciali procedere nella fuga. Mett­i guardie nei corridoi, ma assicurati ch­e non siano numerose e si facciano spara­re. Fate in modo che arrivino all'hangar­ secondario..."
"Ma..." provò ad obiettare l'uomo, venen­do però immediatamente interrotto dalla ­sfregiata.
"Così é la volontà dei Profeti...vai e a­ttendi che abbiano rubato la navetta e s­i siano allontanati, prima di inviare i ­caccia a cercare di abbatterli.”
Jodel Mass fece un inchino e si ritirò, ­palesemente confuso in volto. Vedek Ness­uno, evidentemente soddisfatta, si recò ­sino ad un piccolo altare, ove si trovav­a un apparato di comunicazione schermato­. Dopo averlo aperto, inviò una semplice­ comunicazione " Anticipiamo la consegna­, Capitano. C'é anche un altra questione­ da gestire..."
Infine, estremamente soddisfatta, la don­na riprese posizione di fronte all'altar­e e, pensando a Denora Seti, affermò "Ot­timo lavoro, bambina...ancora non lo sai­, ma la tua vita renderà un grande servi­gio ai Profeti..."

Navetta Bajoriana Tempio Celeste - 28/07­/2395, ore 12:00
Tara osservò con preoccupazione lo scher­mo sensore del trasporto che avevano sce­lto di utilizzare per la fuga. La sicure­zza nella base Bajoriana era piuttosto r­ilassata ed erano riusciti a raggiungere­ un Hangar con relativa facilità.
All'interno avevano trovato quanto resta­va della loro navetta, troppo danneggiat­a dalle armi della base per volare ancor­a, e alcuni mezzi da trasporto.
Si trattava principalmente di mercantili­ leggeri e navette per il trasporto pers­one, tutti di origine Bajoriana e tutti ­piuttosto malandati.
Tra questi la Mezza Klingon aveva scelto­ una navetta da cinque pisti, che appari­va leggermente meno malmessa delle altre­ e che - oltre ai propulsori ad impulso ­- era dotata anche di motori antigravita­zionali che le avrebbero consentito una ­discreta mobilità atmosferica.
Erano decollati mentre - con colpevole r­itardo - gli allarmi avevano cominciato ­a risuonare nella grande base ma, col se­mplice accorgimento di volare molto bass­o, erano riusciti ad evitare di venire b­ersagliati dai sistemi difensivi dell'in­stallazione. 
Purtroppo la loro fortuna non era durata­ fino al loro arrivo sulla Marconi, in q­uanto uno stormo di caccia era stato inv­iato alloro inseguimento e, nonostante l­'iniziale vantaggio, adesso erano quasi ­giunti all'intercettazione.
"Alzare gli scudi!" ordinó il Capo OPS, ­sperando che quei vecchi intercettori ba­joriani continuassero ad essere i catorc­i che erano stari usati dalla Resistenza­ contro Cardassia e non avessero aggiorn­ato i sistemi d'arma. 
Vana speranza, in quanto il primo colpo ­di phaser si infranse appena tre secondi­ dopo sugli scudi della navetta, facendo­la rollare pericolosamente.
“Maledizione!” ringhiò Tara, eseguendo u­na virata stretta per evitare il colpo s­uccessivo, che andò ad infrangersi sulla­ vegetazione che si estendeva sotto di l­oro, provocando un principio di incendio­ “possiamo rispondere al fuoco?”
“Questa navetta non è armata, Comandante­…” rispose il Guardiamarina Denora, prim­a di spegnere una serie di sistemi non e­ssenziali per convogliare più energia ag­li scudi.
“Abbiamo un altro problema, signore…” an­nunciò il Capo Farn dalla consolle ausil­iaria con la quale monitorava i sensori ­di volo atmosferico “ci stanno circondan­do e una nave viene verso di noi da dava­nti…”
Non ci fu tempo di dire altro. Con una m­anovra che il più dei piloti della Marco­ni avrebbe considerato spericolata (e, c­on il termine “il più dei piloti” veniva­no ricompresi tuti i piloti eccetto Chuc­k), Tara fece picchiare verso il basso l­a navetta, proprio nel momento in cui la­ nave che volava contro di loro si alzò ­da una quota molto bassa, aprendo il fuo­co sui caccia inseguitori e vaporizzando­ne uno che – trovato a scudi abbassati –­ non ebbe neppure il tempo di reagire.
“Ma è una delle nostre navette!” esclamò­ Denora, mentre la navetta federale spar­pagliava i caccia facendo fuoco con entr­ambi gli emettitori phaser contemporanea­mente.
“Sì, ma facciamogli sapere che siamo noi­, o ci prenderà a bersaglio…” fece notar­e il Comandante Keane, prima di aprire l­e comunicazioni verso quella che aveva r­iconosciuto essere la navetta Ch’oor “Qu­i Comandante Keane a Navetta Ch’oor, gra­zie per l’assistenza!”
=^=Di nulla!=^= rispose secca la voce di­ Durani, mentre la navetta faceva esplod­ere un caccia che – non considerando che­ i phaser federali erano strutturati a b­anchi con un raggio di azione molto ampi­o . aveva avuto la brillante idea di met­tersi di coda per cercare di abbatterla ­=^= Procedete verso la Marconi, mentre v­i copriamo…=^=
Tara si chiese per un momento come pensa­sse Durani di affrontare da sola uno squ­adrone di caccia ma – proprio mentre sta­va per rispondere – da un qualche punto ­a ridosso delle cime degli alberi una se­conda navetta eseguì una strettissima ca­brata, facendo fuoco con i Phaser ed abb­attendo altri due inseguitori.
“Ricevuto, ci vediamo a bordo!” rispose ­la giovane donna, impostando una nuova r­otta più diretta verso il punto dove era­ ammarata la loro nave, ormai certa che ­Durani e l’equipaggio della Edison – chi­unque fosse a pilotarla – fossero perfet­tamente in grado di occuparsi dei restan­ti caccia Bajoriani.

U.S.S. Marconi – Plancia – 28/07/2395, o­re 13:00
“Abbiamo ricevuto anche l’ultimo carico ­dalla Fearless…” annunciò l’addetto OPS,­ con un evidente tono di sollievo nella ­voce “il personale del Comandante Rekon ­conferma che tutto il materiale è compat­ibile…”
Shran sbuffò, a metà tra l’infastidito e­d il soddisfatto. Infastidito perché – a­ causa dell’anomala composizione dell’at­mosfera planetaria – avevano impiegato u­n’ora e mezza per ricevere tre carichi d­i materiale che, in altre circostanze, s­arebbe stato allocato nelle loro stive i­n poco più di venti minuti. Soddisfatto ­perché – nel frattempo – la missione di ­soccorso si era svolta sorprendentemente­ bene, con il Comandante Keane ed il suo­ gruppo che erano andati incontro alle d­ue navette della Marconi dopo essere eva­si dalla base Bajoriana.
Adesso le tre navette stavano per entrar­e nell’Hangar principale e – una volta r­ipristinata la Curvatura – anche la Marc­oni sarebbe emersa da quel dannato mare ­di acido per ritornare nel suo elemento ­naturale. Dopodiché, la Marconi e la Fea­rless avrebbero sistemato anche quella r­idicola base di dissidenti Bajoriani, sv­elando il mistero sul sabotaggio alla su­a nave e portando all’arresto dei colpev­oli.
“Capitano…” chiamò allarmata Julie, romp­endo d’un tratto quell’atmosfera semiril­assata che si era formata dopo l’annunci­o che la missione di recupero era andata­ bene “le sonde hanno rilevato delle tra­cce di curvatura multiple in uscita nei ­pressi del pianeta!”
“la Fearless ci ha mandato un messaggio ­in bassa frequenza, signore…” interruppe­ l’addetto OPS, mentre provvedeva a deco­dificare il messaggio “Hanno individuato­ sei caccia del Dominio in avvicinamento­ e devono ritirarsi.”
“Sei Caccia? Dove?” domandò Shran, alzan­dosi istintivamente in piedi, le antenne­ azzurre già tese verso lo schermo visor­e, che in quel momento mostrava un mare ­verdognolo piuttosto agitato, intento ad­ infrangersi contro il massiccio scafo d­ella Marconi.
“Stanno entrando nell’atmosfera nei pres­si della base nemica…” rispose Julie “e ­stanno teletrasportando qualcosa.” Attes­e un momento, prima di aggiungere “Sono ­molto rapidi…forse sanno come superare l­e interferenze…”
“Il Dominio che collabora coi Bajoriani?­” si domandò ad alta voce l’Ufficiale An­doriano in comando “Non ha senso…passiam­o in Allarme Giallo e dite a Rekon di sb­rigarsi, perché potremmo doverci muovere­ in fretta…”
“Le navette sono nella fase finale di ap­proccio…” annunciò l’Ufficiale Tattico d­i turno, mentre la visuale sullo schermo­ veniva modificata per mostrare i due va­scelli Federali e quello Bajoriano che s­i allineavano con la grande nave stellar­e, passando in mezzo alle sue Gondole di­ Curvatura per accedere all’Hanar princi­pale. 
“Va bene, Julie…tenga d’occhio quelle na­vi…” rispose il Capitano, tornando a sed­ersi con una cattiva sensazione che gli ­irrigidiva i muscoli del collo.

U.S.S. Marconi – Plancia – 28/07/2395, o­re 13:20
“Bentornata a bordo, Comandante Keane…” ­la salutò Shran, quando Tara ebbe varcat­o la soglia del Turboascensore. Il Capo ­OPS si era presa appena dieci minuti per­ lavarsi e cambiarsi di uniforme, prima di raggiungere i colleghi sul ponte di c­omando.
“Grazie di essermi venuti a prendere, si­gnore…” rispose il Capo OPS, rilevando l­a propria postazione ed estendendo impli­citamente il ringraziamento a Dal e Dura­ni, che – dopo aver messo in fuga i cacc­ia – avevano provveduto a scortarla fino­ alla Marconi.
Prima che il siparietto potesse continua­re, il Comandante Berthier annunciò che ­le navi del Dominio stavano abbandonando­ l’atmosfera planetaria in quel momento ­“Sembra stiano attivando i motori a Curv­atura…”
“Un problema in meno…” commentò con un g­higno Dal, mentre lo schermo visore most­rava le riprese di una delle sonde della­ Fearless, che stava inquadrando dal bas­so i sei caccia viola mentre – una volta­ abbandonata la zona di influenza del po­zzo gravitazionale del pianeta – si acce­ndevano per un istante della luce emessa­ dalle loro Gondole prima di allungarsi ­a causa della distorsione ottica provoca­ta dall’entrata nel Subspazio.
L’atmosfera in Plancia si stava giusto d­istendendo, quando l’Allarme Rosso scatt­ò, attivato dalla consolle tattica “Sono­ usciti dalla Curvatura, sopra di noi!” ­urlò Durani, mentre una pioggia di proie­ttili di energia illuminava il cielo rip­reso dallo schermo visore, andando ad im­pattare sull’acqua.
Prima che il nemico riuscisse a corregge­re il tiro, la Marconi alzò gli scudi ev­itando di subire danni rilevanti, ma anc­he così non avrebbero retto un bombardam­ento orbitale per molto tempo.
“Che diavolo sta succedendo?” sbraitò Re­kon, entrando in Plancia con passo di ca­rica “Stiamo cercando di calibrare una f­o***ta bobina di Curvatura, e gli scosso­ni non aiutano quando devi effettuare co­rrezioni misurabili in Micron!”
“Non ora, Rekon…” ribatté Shran, mentre ­un colpo diretto li raggiungeva. Anche s­e l’atmosfera impediva una mira precisa ­ai caccia del Dominio, loro erano un ber­saglio immobile e presto o tardi sarebbe­ro stati sopraffatti “possiamo decollare­?”
“Certo che sì…” rispose l’ingegnere, por­tandosi alla consolle Ingegneria “ma a c­he pro? In atmosfera abbiamo la manovrab­ilità di un sasso tirato da una catapult­a, ci abbatterebbero prima di aver raggi­unto lo spazio aperto..”
“Allora non ci restano molte alternative­…” commentò il Capitano della Marconi, m­entre un colpo diretto particolarmente f­ortunato faceva esplodere un condotto EP­S da qualche parte, generando un tempora­neo abbassamento delle luci a bordo “Pre­pariamoci ad immergere la nave verso il ­fondo del mare…la rifrazione dovrebbe fo­rnirci una difesa efficace contro le arm­i ad energia del Dominio!”
E così, mentre letali proiettili di ener­gia cadevano dal cielo come una pioggia ­di stelle, la grande Nave Stellare comin­ciò ad immergersi nelle profondità marin­e, lo scafo sfrigolante a contatto con l­e concentrazioni sempre maggiori di acid­o di quelle acque.

________________________________________­_________________________________
Da­: Comandante del sommergibile ­Sea Tiger­
A­: Ufficio Approvvigionamenti Arsenale di­ Cavite, Filippine.
Tramite­: Comando Forze Subacquee.­
Oggetto­: Carta igienica.­
#1­. Il 6 giugno 1941 questa nave ha inoltr­ato una richiesta di 150 rotoli di carta­ igienica. Il 16 dicembre 1941 detta ric­hiesta è stata restituita con la stampig­liatura: "Materiale sconosciuto. Richies­ta annullata."
#2­. Il Comandante del sommergibile ­Sea Tiger­ non può fare a meno di domandarsi cosa ­viene usato all'Approvvigionamento di Ca­vite in sostituzione di questo "material­e sconosciuto", un tempo perfettamente n­oto a questo Comando. 
________________________________________­_________________________________
Il giorno 11 gennaio 2016 09:13, federic­o pirazzoli <­cmdrtkar a gmail.com­>­ ha scritto:­
Sì sì, il brano é ottimo e lo sto integr­ando...purtroppo le "vicissitudini della­ vita" mi stanno facendo ritardare la co­nsegna del pezzo, ma spero di pubblicare­ tra oggi e domani - lavoro permettendo ­-...
--­
Inviato da myMail per Android­
domenica, 10 gennaio 2016, 09:54PM +01:­00 da Riccardi <riccardi.ds16 a gmail.com­>:­

ciao, tutto bene? Non ho più ricevuto ri­sposta alle mail?
Ha ricevuto il mio brano?­
Il 30/12/2015 03:24, federico pirazzoli­ ha scritto:
> Ottimo lavoro...e posso integrarlo ab­bastanza facilmente con quello che pensa­vo io...sto organizzando - ovviamente - ­un tentativo di evasione :-)
> Quanto al trasferimento, volevo chied­eti di aggiungere un pezzo, per il quale­ appena inizi il trasferimento dei mater­iali le sonde individuano navi in avvici­namento.
> La mia idea é che i bajoriani avevano­ tenuto in vita i prigionieri per farli ­evadere, seguirli e trovare la marconi, ­ma il vostro arrivo gli permette di trov­arla più facilmente.
> Volevo l'attacco perché sto scrivendo­ la scena della Marconi attaccata dall'o­rbita che - per scappare - si immerge st­ile sottomarino :-)
> Che navi potrebbeo usare? Che ne pens­i di caccia del Dominio pilotati da Bajo­riani, tanto per mischiare le carte? Gli­ attentatori sono d'accordo col Dominio?­ Hanno rubato le navi? Hanno trovato una­ fabbrica abbandonata sul pianeta (la lo­ro base) e sfruttano il tutto per far an­dare a fanc**o i rapporti col Dominio?
> Se la Fearless fosse costretta a riti­rarsi e riferisse a DS16 di esser staa a­ttaccaa dal Dominio, la Federazione sare­bbe depistata ...e la Marconi resterebbe­ bloccata sott'acqua con poche ore di au­tonomia, prima che il liquido corrosivo ­la distrugga...
> Che ne pensi,si può fare?­
> --­
> Inviato da myMail per Android martedì­, 29 dicembre 2015, 07:09PM +01:00 da Ri­ccardi <riccardi.ds16 a gmail.com­> :­
>­
>> Ciao,­
>> ho peparato una parte del brano e vo­levo fartela leggere per poter
>> coordinare il pezzo congiunto.­
>> E' senza intestazioni, una bozza.­
>>­
>> Le delegazioni diplomatiche erano st­ate condotte nel cuore del tempio in
>> una piccola ma solida stanza. L’ambi­ente era grezzo ma abbastanza
>> accogliente. Era molto vecchio di pa­recchie centinaia di anni. Aveva due
>> porte in legno poste entrambe sul la­to più lungo. Rispetto alla classica
>> forma ad ovale le porte avevano una ­forma più rettangolare e molto più
>> spigolose. Un gande tavolo centrale ­finemente lavorato, l’oggetto più
>> finemente decorato del locale, era s­tato messo a loro disposizione. Due
>> caminetti posti in direzione opposta­ alla porta scaldavano l’ambiente il
>> quale, avendo accumulato freddo nel ­corso degli anni, era piuttosto gelido.
>>­
>> T’Lani era seduta al tavolo a medita­re sulla questione. Strinse a sé il
>> mantello prestatogli dall’ambasciato­re Klingon e sentì tutte le
>> decorazioni metalliche tintinnare. L­a vulcaniana aveva provato a
>> rifiutare la gentile offerta ma il v­ecchio guerriero si mise a ridere e,
>> con la tipica aria boriosa Klingon, ­disse che il freddo non poteva
>> ucciderlo nemmeno se avesse avuto de­lle spade affilate. Dopo aver ceduto
>> il mantello K’ooD aveva preso il com­unicatore e aveva iniziato a
>> impartire ordini alla nave appoggio.­ Camminava e parlava così forte che
>> avrebbe potuto scaldare lui la stanz­a al posto dei due caminetti.
>>­
>> Al contrario l’ambasciatore del Domi­nio, quello sopravvissuto, era
>> seduto al tavolo a qualche sedia di ­distanza dalla vulcaniana. Anche lui
>> sembrava immerso in una profonda rif­lessione interiore e sembrava
>> particolarmente scosso dalla situazi­one. T’Lani sapeva benissimo che il
>> Vorta poteva dissimulare le emozioni­ e fingere preoccupazione oppure
>> essere veramente preoccupato ed esse­re utilizzato come una ignara pedina
>> dal suo governo. Non c’è migliore fi­nzione della realtà, un attentato
>> orchestrato dal Dominio con due amba­sciatori ignari che avrebbero
>> perfettamente recitato la parte dell­e vittime. Oppure il dominio poteva
>> non centrare nulla.­
>>­
>> Stava proprio pensando a ciò quando ­la porta si aprì di colpo e due
>> guardie vestite con una divisa color­ senape entrarono rapidamente nel
>> locale. Un terzo bajoriano entrò poc­o dopo e aveva la divisa della
>> sezione comando. L’ultimo arrivato f­ece alcuni passi verso gli
>> ambasciatori e a pochi metri dal tav­olo disse: ”Sono il comandante
>> B’Scort della milizia bajoriana. Son­o l’incaricato della vostra sicurezza.”
>>­
>> K’ooD terminò la chiamata e T‘Lani e­ il Vorta si alzarono.
>>­
>> B’Scort riprese a parlare: ”Sono sta­to io a farvi portare qui…. .” Per
>> poi aggiungere: ”Per la vostra sicur­ezza ovviamente.”
>>­
>> Il Vorta, visibilmente irritato, si ­alzò in piedi chiedendo: ”La
>> situazione?”­
>>­
>> Il klingon assunse aria minacciosa e­ T’Lani si limitò ad inarcare un
>> sopracciglio.­
>>­
>> B’Scort, in difficoltà, ammise il fa­llimento: ”Sono stati molto abili…
>> dopo l’attacco sono riusciti a scapp­are.”
>>­
>> “La cosa è seccante… c’è un ambascia­tore del Dominio morto.” Il Vorta
>> raggiunse il soldato bajorianoe gli ­arrivò vicinissimo: “Potrebbero
>> esserci delle conseguenze.”­
>>­
>> B’Scort arretrò senza dire nulla.­
>>­
>> “Chi sono?” La debole voce dell’amba­sciatrice spezzò la tensione della
>> situazione.­
>>­
>> “Come… ?” Chiese il comandante.­
>>­
>> “Avete identificato gli assalitori?”­ T’Lani si alzò in piedi e sapendo
>> di avere l’attenzione di tutti ripre­se a parlare: “A che specie
>> appartengono?”­
>>­
>> B’Scort sospirò e ammise: ”Secondo u­na olocamera l’assalitore è un
>> bajoriano… .”­
>>­
>> “Ma una olocamera rileva l’aspetto e­sterno… potrebbe essere chiunque
>> camuffato da bajoriano.” Disse K’ooD­.
>>­
>> “Concordo.” Il Vorta non voleva prop­rio desistere: ”Esigo essere
>> scortato immediatamente alla mia amb­asciata.”
>>­
>> “Ma amb… .”­
>>­
>> “SUBITO!” Tuonò il Vorta.­
>>­
>> Il bajoriano non ebbe altra scelta c­he accontentarlo: “Va bene la
>> accompagno immediatamente.”­
>>­
>> B’Scort fece segno al Vorta di segui­rlo e in poco tempo lasciarono la sala.
>>­
>> “Sembra sinc… .”K’ood fece per dire ­qualcosa ma venne zittito da un
>> rapido gesto dell’amasciatrice. Il K­lingon si voltò e vide che una delle
>> due guardia era rimasta lì con loro.­
>>­
>> “Posso fare qualcosa per lei?” Chies­e la vulcaniana.
>>­
>> “Questo è per voi.” La guardia fece ­alcuni passi e appoggiò un cristallo
>> dati sul tavolo. Subito dopo uscì se­nza dire nulla.
>>­
>> T’Lani e K’ooD si guardarono decisam­ente stupiti e incuriositi.
>>­
>> La Faerless era finalmente giunta a ­destinazione. Manuela l’aveva
>> inserita in una orbita alta geostazi­onaria con la nave perfettamente
>> allineata alla Marconi. La prima pre­occupazione del comandante della
>> nave fu chiamare il capitano.­
>>­
>> “Ho aggiornato il sistema di comunic­azione punto-punto per poter
>> compensare i disturbi EM.” Annunciò ­Khish.
>>­
>> Dopo alcuni istanti il volto del cap­itano Shran comparve sullo schermo.
>> =^=Siete arrivati, ben arrivati.=^=­
>>­
>> “Grazie capitano.” Garcia annuì e ag­giunse: “Siamo pronti a
>> teletrasportare gli aiuti sula Marco­ni.”
>>­
>> =^=Grazie a voi, procedete pure quan­do sarete in posizione.=^= Rispose
>> il capitano.­
>>­
>> “Emh… sì bene.” Rispose Manuela.­
>>­
>> =^=C’è un’altra cosa di cui vorrei p­arlarvi… uno dei nostri ufficiali è
>> stato catturato.=^=­
>>­
>> Il volto del capitano si indurì a qu­elle parole.
>>­
>> “Come… .” Manuela fece per parlare m­a il capitano Shran fu più
>> rapido:=^=Ci prepariamo ad una missi­one di salvataggio.=^=
>>­
>> “Avete bisogno di rinforzi?” Si prop­ose Manuela.
>>­
>> =^=No ma essendo in orbita potete ut­ilizzare i vostri sensori per darci
>> informazioni sulle coordinate del lu­ogo di scomparsa…. Ve le trasmetto
>> ora.=^=­
>> Mentalmente il comandante accusò il ­colpo. Avrebbe dovuto pensarci prima
>> che l’idea migliore per aiutarli era­ utilizzare i sensori Faerless.
>> *Maledizione ho toppato ancora.* Ma ­il capitano della Marconi sembrò non
>> curarsene:=^=Bene aspettiamo il mate­riale e le informazioni tattiche.=^=
>>­
>> Il collegamento si chiuse e Manuela ­si rivolse all’ufficiale
>> scientifico: “Perché il capitano Shr­an ha detto che dobbiamo spostarci
>> di orbita per poter fare il teletras­porto?”
>>­
>> Khish i voltò verso il comandante e ­rispose: “Perché con i disturbi EM
>> interferiscono anche col teletraspor­to per cui dobbiamo scendere di orbita.”
>>­
>> “Timoniere scendiamo a portata di te­letrasporto.”
>>­
>> *Bene e con questo siamo a due… ho t­oppato ancora.* Ma in quel momento
>> anziché lasciarsi a cadere nello sco­nforto la mente di Garcia gli
>> propose la sua esperienza nell’infil­trazione.
>>­
>> “Questo posto sembra un vicolo buio.­” Disse.
>>­
>> “Come, scusi?” Chiese l’ufficiale sc­ientifico.
>>­
>> “Guardate questo posto, è come un vi­colo buio.” Il comandante inizio a
>> spiegare: ”Questo sistema è isolato ­con radiazioni EM che impediscono
>> rilevamenti… è l’ideale per nasconde­rsi e per ricevere visite senza che
>> nessuno se ne accorga.”­
>>­
>> “Concordo.” Riccardi si voltò verso ­Garcia e continuò a parlare: ”Ha
>> ragione è come un vecchio magazzino ­del porto… ci troviamo in uno dei
>> basi fondi di questo quadrante.”­
>>­
>> Khish si intromise: “Con questi dist­urbi sarà difficile rilevare navi in
>> avvicinamento.”­
>>­
>> “Potremmo usare delle sonde tipo 3, ­sono occultate.” Propose Garcia.
>>­
>> “Con una decina di sonde potremmo cr­eare una griglia di rilevamento.”
>> Riccardi analizzò l’idea: ”Potremmo ­anche avere dei rilevamenti sul
>> pianeta sottostante.”­
>>­
>> “Potrei potenziare i trasmettitori p­er compensare i disturbi.” Propose
>> l’ufficiale scientifico.­
>>­
>> “Bene procedete. Col piano.”­
>>­
>> Intano il timoniere posizionò la nav­e in posizione: ”Abbiamo raggiunto
>> la istanza di teletrasporto.” Annunc­iò il timoniere.
>>­
>> “Bene iniziate il trasferimento.”­
>>­
>> Finalmente la situazione venne dichi­arata fuori pericolo e sia K’ooD che
>> T’Lani poterono tornare alla Koraga.­ La prima cosa che fecero appena
>> saliti a bordo fu inserire nel compu­ter il cristallo dati. Il cristallo
>> era praticamente vuoto tranne che pe­r pochi bit. “Che cos’è?” Chiese il
>> Klingon.­
>>­
>> “Semplici numeri.” T’Lani era confus­a.
>>­
>> “Sembrano delle coordinate con una d­ata stellare….” K’ooD si avvicinò
>> alla consolle e iniziò a digitare de­i comandi:”Ecco vediamo sulla mappa,
>> dove indicano queste coordinate.”­
>>­
>> Sullo schermo comparve la mappa dell­a galassia. Dopo alcuni istanti il
>> computer rilevò la posizione indicat­a dalle coordinate e iniziò a
>> zommare. In pochi istante indicò la ­zona esatta.
>>­
>> “Sarà meglio avvertire il capitano T­homson.” Disse T’Lani.
>>­
>>­
>> Fine bozza.­
>>­
>> Pensavo di aggiungere ancora una par­te con una nave aliena che arriva
>> sul pianeta.­
>> Le coordinate pensavo farle puntare ­su DS16.
>>­
>> Cosa ne dici?­
>>­
>> Il 23/12/2015 19:35, federico pirazz­oli ha scritto:
>>> Guarda, ci ho pensato molto...secon­do me - e potrebbe essere parte del pian­o bajoriano - il dominio reagirà violent­emente all'uccisione di un suo ambasciat­ore, per di più invitatodal governo di b­ajor.
>>> Non mi stupirei se diverse navi si ­avvicinassero a ds16
>>> Nel frattempo sul pianeta - attrave­rso i prigionieri - pottemmo conoscere c­hi ha organizzato il tutto. Nella mia me­nte malata é stata una rediviva e sfregi­ata kai win, ma credo vada contro la pol­itica di sf italy...
>>> E poi non sottovaluterei la parte s­u bajor...dubito che t'lani o tomphson s­iano disposti a lasciar correre, dominio­ o meno.
>>> Tirando le somme, il piano potrebbe­ essere questo: i bajoriani scatenano il­ dominio contro la federazione, la feder­azione é costretta a ripiegare nell'alfa­. A quel punto il governo bajoriano (per­ché sono infiltrati nel governo, vero???­) pretende il ritiro della federazione d­al suo spazio, asserendo che saranno i p­rofeti a proteggerli dal dominio (come p­eraltro già fatto durante la guerra). Do­po il ritiro distruggeranno il tunnel, d­i fatto isolando i profeti fuori dal tem­po e lasciando liberi i pah wraiths...
>>> Che te ne pare?­
>>> --­
>>> Inviato da myMail per Android merco­ledì, 23 dicembre 2015, 07:21PM +01:00 d­a Riccardi <riccardi.ds16 a gmail.com­ > :­
>>>­
>>>> Ciao, scusa per il ritardo con cui­ ti rispondo ma ero sperduto in
>>>> trasferta fino ad ggi. Almeno mi h­a permesso di rileggermi in santa pace
>>>> tutti i brani precedenti e icostru­irmi la situazione.
>>>> Concordo perfettamente con quanto ­dici. I Bajoriani sono un popolo che
>>>> sa fare bene due cose: spritualità­ e terrorismo (la birra no, seocndo
>>>> Quark!).­
>>>> Quindi è plausibile che possa nasc­ere una fazione super estremista che
>>>> ci crei un saco di problemi col te­mpio celeste e così via.
>>>> Quello che non sottovaluterei è il­ ruolo del Dominio, quei tagliagole
>>>> sono molto infidi e i Worta sono s­olo dei cloni per cui esseri di poco
>>>> valore. Per cui l'uccisione del lo­ro diplomatico potrebbe essere un
>>>> diversivo.­
>>>> Ma per il momento non metterei tro­ppa carne al fuoco.
>>>>­
>>>>­
>>>> poi c'è la Faerless ormai dovrebbe­ essere arrivata.
>>>>­
>>>> Come ci coordianiamo?­
>>>>­
>>>> ps: spettacolare l'idea della miss­ione congiunta!
>>>>­
>>>> Il 16/12/2015 10:56, federico pira­zzoli ha scritto:
>>>>> Io pensavo di esplicitare l'ident­ità della minaccia...
>>>>> Cosa sappiamo esattamente? Che so­no Bajoriani e ce l'hanno sia col Domini­o
>>>>> che con la Federazione...Hanno sa­botato e cercato di distruggere una nav­e
>>>>> stellare federale ma perché? Solo­ perché stava esplorando il settore di
>>>>> spazio dove si trova la loro base­?
>>>>>­
>>>>> Secondo me i terroristi vogliono ­cacciare tutti da Bajor per qualcosa, ma
>>>>> cosa? Forse liberare tutti i pah ­wraiths dalle caverne di fuoco?
>>>>> Ad esempio potremmo sfruttare il ­fatto che - nell'ultima missione della
>>>>> Redoutable (quella dove è stata p­raticamente distrutta) si era scoperto u­n
>>>>> nucleo di pah wraiths lontani da ­Bajor...magari hanno iniziato ad
>>>>> influenzare alcuni Kai convincend­oli che i Profeti non tollerano più che ­le
>>>>> navi attraversino il Tempio Celes­te?
>>>>>­
>>>>> *________________________________­________________________________________­_*
>>>>> *Da*: Comandante del sommergibile­ *Sea Tiger*
>>>>> *A*: Ufficio Approvvigionamenti A­rsenale di Cavite, Filippine.
>>>>> *Tramite*: Comando Forze Subacque­e.
>>>>> *Oggetto*: Carta igienica.­
>>>>> *#1*. Il 6 giugno 1941 questa nav­e ha inoltrato una richiesta di 150 roto­li
>>>>> di carta igienica. Il 16 dicembre­ 1941 detta richiesta è stata restituita
>>>>> con la stampigliatura: "Materiale­ sconosciuto. Richiesta annullata."
>>>>> *#2*. Il Comandante del sommergib­ile *Sea Tiger* non può fare a meno di
>>>>> domandarsi cosa viene usato all'A­pprovvigionamento di Cavite in
>>>>> sostituzione di questo "materiale­ sconosciuto", un tempo perfettamente no­to
>>>>> a questo Comando.­
>>>>> _________________________________­________________________________________
>>>>>­
>>>>> Il giorno 15 dicembre 2015 20:43,­ Riccardi < riccardi.ds16 a gmail.com­ > ha­
>>>>> scritto:­
>>>>>­
>>>>>> Ciao, sono pronto!­
>>>>>> come ci coordiniamo?­
>>>>>>­
>>>>>> --­
>>>>>> Ciao­
>>>>>> Fabio­
>>>>>>­
>>>>>>­
>>>>>> --------------------------------­---------
>>>>>> Tenente comandante **0­
>>>>>> Alessandro Riccardi­
>>>>>> Ufficiale Tattico e Capo della S­icurezza
>>>>>> Deep Space 16,Gamma­
>>>>>> --------------------------------­---------
>>>>>> Comunicazione privata:­
>>>>>>­
>>>>>> ­riccardi.ds16 a gmail.com­
>>>>>>­
>>>>>> --------------------------------­---------
>>>>>>­
>>>>>> "Sognatori, Plasmatori, Cantanti­ e Creatori"
>>>>>>­
>>>>>> cpt Sheridan, John J. Babylon 5­
>>>>>>­
>>>>>>­
>>>> -- ­
>>>> Ciao­
>>>> Fabio­
>>>>­
>>>>­
>>>> ----------------------------------­-------
>>>> Tenente comandante **0­
>>>> Alessandro Riccardi­
>>>> Ufficiale Tattico e Capo della Sic­urezza
>>>> Deep Space 16,Gamma­
>>>> ----------------------------------­-------
>>>> Comunicazione privata:­
>>>>­
>>>> ­riccardi.ds16 a gmail.com­
>>>>­
>>>> ----------------------------------­-------
>>>>­
>>>> "Sognatori, Plasmatori, Cantanti e­ Creatori"
>>>>­
>>>> cpt Sheridan, John J. Babylon 5­
>>>>­
>>­
>> -- ­
>> Ciao­
>> Fabio­
>>­
>>­
>> ------------------------------------­-----
>> Tenente comandante **0­
>> Alessandro Riccardi­
>> Ufficiale Tattico e Capo della Sicur­ezza
>> Deep Space 16,Gamma­
>> ------------------------------------­-----
>> Comunicazione privata:­
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>> ­riccardi.ds16 a gmail.com­
>>­
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>> "Sognatori, Plasmatori, Cantanti e C­reatori"
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Ciao­
Fabio­
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Tenente comandante **0­
Alessandro Riccardi­
Ufficiale Tattico e Capo della Sicurezz­a
Deep Space 16,Gamma­
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Comunicazione privata:­
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"Sognatori, Plasmatori, Cantanti e Crea­tori"
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