<html>
<head>
<meta content="text/html; charset=windows-1252"
http-equiv="Content-Type">
</head>
<body text="#000000" bgcolor="#FFFFFF">
Sono riuscito a leggerlo solo ora, ma mi accodo ai complimenti ^_^
davvero bello ^_^<br>
<br>
<div class="moz-cite-prefix">On 07/09/15 00:12, Capitano Shran
wrote:<br>
</div>
<blockquote
cite="mid:CAO0t4ZDSDrcn1YULa+rRjPzrx8NZz-G6v=6fSHRq_TFMSxgUUQ@mail.gmail.com"
type="cite">
<p dir="ltr">Bellissimo! <br>
</p>
<div class="gmail_quote">Il 06/set/2015 11:15 PM, "Franco
Carretti" <<a moz-do-not-send="true"
href="mailto:charles_wyandot@mail.com">charles_wyandot@mail.com</a>>
ha scritto:<br type="attribution">
<blockquote class="gmail_quote" style="margin:0 0 0
.8ex;border-left:1px #ccc solid;padding-left:1ex">
<div>
<div style="font-family:Verdana;font-size:12.0px">
<div>
<div>Grazie. Dato che non sapevo come descrivere il
salvataggio in modo tecnico ho preferito raccontare le
vicende dal punto di vista dei sottoposti.</div>
<div> </div>
<div>
<div name="quote" style="margin:10px 5px 5px
10px;padding:10px 0 10px 10px;border-left:2px solid
#c3d9e5;word-wrap:break-word">
<div style="margin:0 0 10px 0"><b>Sent:</b> Sunday,
September 06, 2015 at 10:54 PM<br>
<b>From:</b> "federico pirazzoli" <<a
moz-do-not-send="true"
href="mailto:cmdrtkar@gmail.com" target="_blank"><a class="moz-txt-link-abbreviated" href="mailto:cmdrtkar@gmail.com">cmdrtkar@gmail.com</a></a>><br>
<b>To:</b> "USS Marconi" <<a
moz-do-not-send="true"
href="mailto:stml20@gioco.net" target="_blank"><a class="moz-txt-link-abbreviated" href="mailto:stml20@gioco.net">stml20@gioco.net</a></a>><br>
<b>Subject:</b> Re: [Stml20] Chuck 13.01 - Il
coraggio dei senza volto</div>
<div name="quoted-content">
<p style="margin-top:0.0px">A dir poco...un pezzo
bellissimo che ci permette di approfondire un
pochino almeno tre senza volto...</p>
<p>Due poi sono miei...dovrò ricordarmene....forse
regalerò un gomitolo di lana al micio...</p>
<p>Scherzi a parte...chapeau!</p>
<p>--<br>
Inviato da myMail per Android</p>
domenica, 06 settembre 2015, 09:42PM +02:00 da
"Reis Squiretaker" <<a moz-do-not-send="true"
href="http://vanessa_reis_squirtaker@outlook.it"
target="_blank">vanessa_reis_squirtaker@outlook.it</a>>:<br>
<blockquote style="border-left:1.0px solid
rgb(252,44,56);margin:0.0px 0.0px 0.0px
10.0px;padding:0.0px 0.0px 0.0px 10.0px">
<div>
<div>
<div>
<div>
<div
style="font-size:10.0pt;font-family:Arial;color:rgb(0,0,0)">
<div>Eccezionale direi</div>
<div> </div>
<div
style="font-size:10.0pt;font-family:Arial;color:rgb(0,0,0)">========================<br>
Tenente Durani della Casata di
Kanjis<br>
Ufficiale Tattico Capo<br>
USS Marconi NCC-29303<br>
[CV]: <a moz-do-not-send="true"
href="http://www.starfleetitaly.it/starfleetitaly/academy/ruolino.php?id=205"
target="_blank">http://www.starfleetitaly.it/starfleetitaly/academy/ruolino.php?id=205</a><br>
========================</div>
<div
style="font-size:small;text-decoration:none;font-family:Calibri;font-weight:normal;color:rgb(0,0,0);font-style:normal;display:inline">
<div style="font:10.0pt tahoma">
<div> </div>
<div
style="background:rgb(245,245,245)">
<div><b>From:</b> <a
moz-do-not-send="true"
title="charles_wyandot@mail.com">Franco
Carretti</a></div>
<div><b>Sent:</b> Sunday,
September 06, 2015 9:29 PM</div>
<div><b>To:</b> <a
moz-do-not-send="true"
title="stml20@gioco.net">USS
Marconi</a></div>
<div><b>Subject:</b> [Stml20]
Chuck 13.01 - Il coraggio dei
senza volto</div>
</div>
</div>
<div> </div>
</div>
<div
style="font-size:small;text-decoration:none;font-family:Calibri;font-weight:normal;color:rgb(0,0,0);font-style:normal;display:inline">
<div
style="font-size:12.0px;font-family:verdana">
<div>
<div><strong>Sala macchine - USS
Marconi - 24/07/2395 Ore
11:21</strong></div>
<div>Il guardiamarina Jekal
serrò i denti in un ringhio
dovuto allo sforzo, sentì la
schiena che scricchiolava
pericolosamente e per un
attimo temette di crollare,
lasciando che il grosso
macchinario cadesse
schiacciando il Capo Ingegnere
della Marconi. Lui non aveva
conosciuto direttamente gli
Allesto, ma si era unito al
grido d'angoscia, di tutti i
membri dell'equipaggio, quando
l'Arca era esplosa. Gli
sembrava ancora di sentire fra
le sue braccia il Tenente
Seville, mentre la teneva
ferma dopo lo scoppio di
rabbia del vice capo. L'aveva
tenuta stretta a se, non solo
per lei, ma anche per se
stesso, per non pensare alla
morte di tutti quegli esseri.
Per alcuni secondi lei si era
abbandonata a lui sull'orlo
delle lacrime, poi si era
ripresa ridandosi un contegno
e riprendendo immediatamente a
lavorare.</div>
<div>Lui non c'era riuscito,
aveva sentito quella rabbia
per tutti i mesi successivi e
l'aveva tenuta a stento sotto
controllo non riuscendo a
sfogarla... o a piangere.</div>
<div>Era stato anche dal
consigliere, come tutti del
resto. Ma la rabbia rimaneva.</div>
<div><span
style="line-height:1.6em">Ora
quella rabbia gli era
servita. Il Capo Rekon aveva
ordinato a tutti di uscire
dalla sala macchine per
paura di esplosioni, mentre
si distendeva sotto i motori
per l'ennesimo miracolo che,
forse, li avrebbe salvati.
Ma Jekal aveva visto
l'argano di manutenzione che
si staccava dal suo sostegno
a causa delle violente
vibrazioni e rischiava di
schiacciarlo. Senza pensarci
l'aveva afferrato e,
ruggendo come un leone
inferocito, aveva arrestato
la sua caduta. Fra trecento
chili di metallo e il
testardo tellarite c'erano
solo lui e la sua rabbia.</span></div>
<div> </div>
<div>Il Marinaio di seconda
classe Mariucci era
terrorizzato. Provava quel
terrore da quando l'Arca era
esplosa e si era reso conto
che fra lui e la morte c'erano
solo pochi centimetri di
duranio. In quei sei mesi di
riparazioni alla base
stellare, il terrore non si
era affievolito, ma era solo
aumentato. Non riusciva
nemmeno più a guardare fuori
dai finestroni della stazione
e non era più andato al bar di
prora per non trovarsi davanti
quelle finestre panoramiche.
Il suo terrore era filtrato in
tutti gli aspetti della sua
vita, tanto che alla fine si
era deciso a preparare una
lettera di richiesta di
congedo per tornare sulla
terra. Non aveva però ancora
avuto tempo di inviarla e si
era visto costretto a
imbarcarsi di nuovo sulla
Marconi quando questa aveva
lasciato il bacino di
manutenzione. E il suo terrore
era tornato ad aumentare
sempre di più, fino al momento
attuale, quando la nave in
avaria aveva abbandonato
l'orbita del pianeta e si
apprestava a schiantarsi al
suolo. Sarebbero morti e tutto
sarebbe finito.</div>
<div>Poi Resed l'aveva spinto di
lato e si era gettato in
scivolata sotto i motori
insieme al capo ingegnere. Non
faceva nient'altro che passare
gli attrezzi giusti al momento
giusto. Si bruciava con le
scintille emesse dal saldatore
e subiva gli insulti del suo
mentore che gli urlava di
andarsene senza però fare una
piega, ma facendo guadagnare a
Rekon quell'attimo in più che
poteva servirgli per compiere
il miracolo. Sopra di loro, il
caitiano dalla pelliccia nera
di nome Jekal, stava
sorreggendo il macchinario che
rischiava di ucciderli
soffiando come un gatto
inferocito. Quando capì che
fra lui e la morte c'era ben
più di pochi centimetri di
duranio, era ormai a fianco
del guardiamarina ringhiando
per lo sforzo. Fra Mariucci e
la morte certa c'era, e ci
sarebbe sempre stato, l'intero
equipaggio della Marconi.</div>
<div> </div>
<div> </div>
<div><strong
style="font-size:12.0px;font-family:verdana;line-height:19.0px">Plancia
- USS Marconi - 24/07/2395
Ore 11:26</strong></div>
<div>Il tenente Xo guardava
atterrita lo schermo
principale. Dalla sua
posizione, così vicina allo
schermo, le sembrava di essere
lei a cadere nel vuoto verso
morte certa. Si trovava in
plancia per puro caso, la sua
provvisoria assegnazione agli
approvvigionamenti della nave,
l'aveva sempre tenuta lontana
dall'azione e dopo aver
assistito alla distruzione
dell'Arca, pensava di far
domanda per quella
assegnazione in via
definitiva, anche se questo
voleva dire gettare un'ombra
di disonore sulla sua famiglia
su Andoria. Una figlia addetta
al magazzino della nave? Suo
padre, soldato figlio di
soldati, l'avrebbe
disconosciuta per la sua
codardia. Ma la sua non era
paura di morire.</div>
<div>Aveva visto l'impotenza di
tutti mentre la corrazzata
Adesto aveva speronato l'Arca
uccidendo tutti gli Allesto e
vedendo quella scena aveva
compreso la futilità
dell'esistenza.</div>
<div>Nei mesi successivi aveva
incrociato spesso il
comandante Keane. Il Capo
Operazioni non controllava
quasi mai il reparto addetto
agli approvvigionamenti, un
po' perchè si fidava del
resposabile, un po' perchè era
un lavoro talmente banale che
non era necessaria nessuna
qualifica per farlo
funzionare. Ma dopo quel
terribile giorno Tara si era
mossa in ogni angolo e
anfratto del suo campo di
competenza e Xo sapeva perchè.
Si era sentita impotente come
lei e come tutti quelli della
Marconi, perchè nessuno aveva
potuto fare niente. Come
adesso.</div>
<div>Era a pochi passi dalla
console del timone quando
aveva sentito la comunicazione
dalla sala macchine e la
successiva risposta spaventata
del giovane timoniere. Molti
fra i più giovani ritenevano
il giovane Wyandot un
raccomandato. Un giorno era
all'accademia e il giorno dopo
era su una delle ammiraglie
della flotta stellare. Il suo
curriculum pieno di lacune e
il conteggio minimo delle ore
di volo nei simulatori, non
facevano altro renderlo ancora
più sospetto agli occhi
dell'equipaggio. Certo si era
dato da fare da quando era a
bordo e, nonostante gli
ufficiali di plancia
mostrassero molto rispetto per
le sue fantomatiche capacità,
il giovane non si era mai
vantato o mostrato segni di
superiorità verso i colleghi.
Strano per un raccomandato.</div>
<div>Adesso Xo attendeva il
suolo e la successiva
esplosione della nave in
maniera rassegnata. Sapeva che
nessuno poteva farci niente,
tutti erano impotenti.</div>
<div>Poi una scintilla di luce
illuminò quel buio di
depressione in cui era caduta.</div>
<div> </div>
<div>Il Capitano Shran era
scattato in piedi urlando
ordini e tutti sembravano
danzare attorno a lui.
Riusciva a sentire quello che
diceva ma non capiva. Era come
se la depressione l'avesse
resa sorda a tutto. Quando i
primi scossoni sconquassarono
la nave vide qualcosa che non
si aspettava. Gli occhi di
Shran erano due schegge di
risolutezza. Se la forza di
volontà avesse potuto
sconfiggere le leggi della
fisica e tenere in orbita la
nave, di certo quell'uomo ci
sarebbe riuscito.</div>
<div>Si sentì trascinare dalla
determinazione del suo
capitano e tutto riscquistò
chiarezza. Keane, sfruttava le
sue conoscenze della nave per
proteggere ogni membro
dell'equipaggio tramite campi
di contenimento e nel contempo
apriva i portelli degli hangar
per permettere alla nave di
rallentare la sua caduta,
grazie alla fuoriscita
esplosiva dell'aria e al
maggior attrito.</div>
<div>Dal, il capo della
sicurezza, sembrava ignorare
completamente quella palla
incandescente in cui si era
trasformata la sua nave a
causa dell'attrito con
l'atmosfera. Non era di sua
competenza salvare la nave, si
fidava ciecamente degli altri
e avrebbero pensato loro a
fare tutto il necessario, lui
sembrava più un predatore in
caccia. Stava cercando
qualcosa o qualcuno, ma Xo non
avrebbe saputo dire chi o che
cosa. Aveva solo la sensazione
che qualsiasi cosa cercasse
l'avrebbe trovata e poi la
Marconi sarebbe stata al
sicuro.</div>
<div>Durani, la nuova arrivata,
mormorava una canzone funebre
klingon, ma nonostante questo
si stagliava ancora più fiera
e risoluta alla sua
postazione. Stava sparando
siluri disperdendoli
nell'atmosfera come se
tentasse di distruggere il
pianeta prima di fare una fine
ingloriosa. Xo non capiva
perchè lo stesse facendo, ma
nessuno sembrava dirle di
smettere. I suoi occhi
ardevano di furia guerriera,
velati da qualcosa che poteva
solo essere concentrazione
assoluta. Non erano colpi a
caso, la giovane andoriana ne
era certa.</div>
<div>Un nuovo scossone e Xo
perse l'equilibro. Il
timoniere l'afferrò al volo
senza smettere di guardare la
console di navigazione, si
limitò a tenerla finchè la
giovane istintivamente non
afferrò la poltrona su cui era
seduto. La navigazione non era
la sua materia, conosceva solo
le basi come tutti, e quello
che il giovane tenente stava
facendo era impossibile. Quel
balbettante raccomandato stava
sfruttando tutto quello che
gli altri gli stavano fornendo
per rallentare la nave.
Decompressioni, forza cinetica
delle esplosioni, l'aria
stessa del pianeta che stava
cavalcando come se fosse su
una tavola da surf. La Marconi
si rifiutava di arrendersi, il
Capitano e tutti gli ufficiali
superiori si rifiutavano di
arrendersi, la stessa Xo serrò
le mani sulla poltrona e si
rifiutò di arrendersi.</div>
<div> </div>
<div> </div>
<div>
<div
style="font-size:12.0px;font-family:verdana;line-height:19.0px"><strong>Sala
macchine - USS Marconi -
24/07/2395 Ore 12:45</strong></div>
<div
style="font-size:12.0px;font-family:verdana;line-height:19.0px">Jekal
si sentiva morire. Aveva
dolori in parti del corpo
che non credeva di avere...
persino alla coda. Era
riuscito a reggere tutto
quel peso solo grazie a
Mariucci che era apparso
all'improvviso accanto a
lui. Dopo quelle che
sembravano ore, ma che in
realtà erano solo pochi
minuti, il capo ingegnere e
il suo pupillo erano
intervenuti aiutandoli a
riaddirizzare l'argano
mentre Rekon sbraitava al
comunicatore che i motori
erano di nuovo online.</div>
<div
style="font-size:12.0px;font-family:verdana;line-height:19.0px">Appena
il peso era sparito si era
accasciato a terra senza
nemmeno il fiato per
parlare. Da quella posizione
vedeva solo piedi che si
muovevano ovunque ma non gli
importava molto, la nave era
salva per il momento e lui
aveva finalmente sfogato
tutta la sua rabbia.</div>
<div
style="font-size:12.0px;font-family:verdana;line-height:19.0px">Qualcosa
si mosse nel suo campo
visivo. Era un marinaio
bajoriano salito in
sostituzione da DS16. Non
ricordava il nome, ma non
gli piaceva il suo odore.
Era accucciato vicino ad un
condotto del plasma, una
sezione che non centrava
niente con il guasto che
avevano subito. La cosa che
lo insospettiva era che
sembrava muoversi furtivo...
qualcosa non andava. Cercò
di chiamare qualcuno ma era
sfinito. Riusciva a malapena
a muovere un braccio,
l'altro sembrava essere
inutilizzabile. Un paio di
volte arrancò per afferrare
le uniche gambe che aveva a
portata di mano, non
importava di chi fossero, ma
sentiva l'urgenza di dirlo a
qualcuno. Afferrò il
pantalone della divisa ma
l'uomo che li indossava non
sembrò interessarsi a lui. A
mali estremi, estremi
rimedi. Gli artigli di Jekal
affondarono nel polpaccio di
Mariucci che si voltò a
guardarlo. Un ultimo sforzo
e il caitiano gli indicò il
sospetto.</div>
<div
style="font-size:12.0px;font-family:verdana;line-height:19.0px"> </div>
</div>
</div>
<div>Mariucci per la prima volta
da mesi non sentiva più il
terrore attanagliargli le
viscere. Si rese conto che la
vicinanza dei suoi colleghi lo
rassicurava. Si sentiva come un
lupo in mezzo al suo branco.
Sentiva che era quello il suo
posto, la morte poteva arrivare
ovunque: sulla Marconi, su DS16
e persino sulla Terra. Doveva
solo decidere di affrontarla
insieme agli altri e lottare. La
sola colpa della morte degli
Allesto erano i loro nemici, non
era il destino, solo la follia.
Lui poteva solo vivere e godersi
le cose belle e piangere le cose
brutte. Avere paura si, ma non
provare quel terrore assurdo che
l'aveva attanagliato fino ad
oggi.</div>
<div>Il dolore alla gamba gli fece
abbassare lo sguardo. Jekal gli
aveva infilato gli artigli nel
polpaccio per richiamare
disperatamente la sua
attenzione. Si domandava come
quel caitiano riuscisse ancora a
muoversi, il Capo Rekon, che gli
aveva dato un'occhiata mentre
gli altri chiamavano
l'infermieria, aveva detto che
doveva essersi strappato
qualsiasi tendine o muscolo che
avesse in corpo per reggere quel
tremendo peso da solo. Eppure
era li, quasi svenuto dal dolore
che indicava in direzione
opposta a dove era concentrata
l'attenzione di tutti.</div>
<div>Mariucci si voltò. Il nuovo
marinaio, Jabin, un bajoriano
silenzioso salito a bordo da
DS16 in sostituzione di alcuni
membri dell'equipaggio, stava
armeggiando con i condotti al
plasma in un'area in cui uno
come lui non doveva entrare e
soprattutto in un momento come
quello in cui il guasto era
altrove.</div>
<div>L'unica cosa che fece fu
gridare un 'Ehi tu!', troppo
stanco per fare altro. Il
bajoriano si voltò stringendo un
cacciavite sonico e un piccolo
phaser fuori ordinanza.
L'adrenalina iniziò di nuovo a
pompare nel corpo di Mariucci
senza questa volta portarsi
dietro anche il terrore. Con
lucidità osservò la mano armata
di phaser puntare contro di lui,
ma poi il traditore sembrò
cambiare idea e puntare verso la
schiena del capo ingegnere. Il
giovane marinaio si buttò nel
mezzo senza pensare sapendo di
non aver la forza di spostare la
mole del grosso tellarite. Ormai
è fatta si disse guardando il
ghigno del bajoriano.</div>
<div> </div>
<div>Il phaser volò via prima di
sparare. Dal apparve dal nulla.
rrivato probabilmente con un
ascensore secondario fuori
vista, si era gettato nel vuoto
scavalcando la ringhiera.
Atterrato come un gatto proprio
davanti all'uomo armato, aveva
piroettato su se stesso colpendo
con un calcio l'arma che svanì
fra i macchinari. Il bajoriano
si gettò su di lui come una
furia colpendolo a sorpresa con
un gancio di sospensione
idraulico, ma fu l'unica cosa
che riuscì a fare prima che il
capo della sicurezza lo
trasformasse in gelatina con due
colpi ben assestati.</div>
<div>Mariucci sentì una mano sulla
spalla e un grugnito di Rekon
come ringraziamento, poi si
accorse che la sua gamba stava
sanguinando copiosamente e si
accasciò a terra.</div>
<div>"Scusa..." borbottò Jekal
accanto a lui. Mariucci sorrise
e fece spallucce "Per così
poco?"</div>
<div>
<div> </div>
<div> </div>
<div>
<div
style="font-size:12.0px;font-family:verdana;line-height:19.0px"><strong
style="line-height:19.0px">Plancia
- USS Marconi - 24/07/2395
Ore 12:50</strong></div>
<div
style="font-size:12.0px;font-family:verdana;line-height:19.0px">Xo
poggiò la mano sulla spalla
del giovane timoniere. Erano
tutti e due sudati come se
avessero corso per dei
chilometri. Era solo grazie
alla giovane andoriana se
Charles aveva individuato
forse l'unico oceano del
pianeta. Anche se lei aveva
solo visto un riflesso del
sole su quello che sembrava
uno specchio d'acqua, si
sentiva come se avesse
contribuito a salvare la
nave. Non si sentiva più
impotente finalmente e
l'idea di rimanere in un
magazzino polveroso fu
accantonata.</div>
<div
style="font-size:12.0px;font-family:verdana;line-height:19.0px">Il
giovane era riuscito a fare
l'impensabile rallentando la
nave il più possibile prima
che dalla sala macchine
comunicassero il ritorno
online dei motori, ma ormai
era troppo tardi per
scampare alla gravità,
seppur ridotta, del pianeta.
Con destrezza aveva fatto
quanto poteva per
raggiungere l'oceano e far
ammarare la mastodontica
nave. Adesso stavano
lentamente inabissandosi ma
sembrava che i guai, anche
se non finiti, fossero per
il momento diminuiti.</div>
<div
style="font-size:12.0px;font-family:verdana;line-height:19.0px">Il
comandante Keane continuava
imperterrita a tenere la
nave al sicuro lottando con
le unghie e con i denti. I
sistemi di integrità
strutturale e gli scudi
furono potenziati al
massimo. Il Capitano sembrò
disinteressarsi della
situazione passando subito
ad altro, sicuro che il suo
capo operazioni avrebbe
fatto quello che era
necessario.</div>
<div
style="font-size:12.0px;font-family:verdana;line-height:19.0px">Dal
era sparito senza che Xo se
ne accorgesse e Durani
sembrava annoiata e in
attesa di fare qualcosa.
Charles guardava la mano che
aveva sulla spalla e il viso
di Xo come se fosse la prima
volta che vedeva
un'andoriana... o una donna
qualsiasi.</div>
<div
style="font-size:12.0px;font-family:verdana;line-height:19.0px">"Sei
stato eccezionale..." si
sentì dire, come se volesse
scusarsi per aver pensato
male di lui e volesse in
qualche modo premiarlo per
aver salvato la nave.</div>
<div
style="font-size:12.0px;font-family:verdana;line-height:19.0px"> </div>
<div
style="font-size:12.0px;font-family:verdana;line-height:19.0px">Il
giovane avvampò come un faro
nella nebbia.</div>
</div>
<br>
<br>
<br>
<br>
====================================<br>
Lt.JG Charles "Chuck" Wyandot<br>
Timoniere<br>
USS Marconi NCC-29303<br>
Skype Combadge: Silente69<br>
Private comunicator: <a
moz-do-not-send="true"><a class="moz-txt-link-abbreviated" href="mailto:francocarretti@mail.com">francocarretti@mail.com</a></a><br>
[CV]: <a moz-do-not-send="true"
href="http://gioco.net/startrek/starfleetitaly/academy/ruolino.php?id=208"
target="_blank">http://gioco.net/startrek/starfleetitaly/academy/ruolino.php?id=208</a><br>
===================================<br>
"Vivo la mia vita un quarto di
miglio alla volta.<br>
Non mi importa di nient'altro...<br>
per quei dieci secondi io...
sono libero" (The Fast and the
Furious)</div>
</div>
<p> </p>
<hr>_______________________________________________<br>
Stml20 mailing list<br>
<a moz-do-not-send="true">Stml20@gioco.net</a><br>
<a moz-do-not-send="true"
href="http://gioco.net/cgi-bin/mailman/listinfo/stml20"
target="_blank">http://gioco.net/cgi-bin/mailman/listinfo/stml20</a></div>
</div>
</div>
</div>
<div>_______________________________________________<br>
Stml20 mailing list<br>
<a moz-do-not-send="true">Stml20@gioco.net</a><br>
<a moz-do-not-send="true"
href="http://gioco.net/cgi-bin/mailman/listinfo/stml20"
target="_blank">http://gioco.net/cgi-bin/mailman/listinfo/stml20</a></div>
</div>
</div>
</blockquote>
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</div>
</div>
</div>
<div> </div>
<div><br>
<br>
<br>
<br>
<br>
====================================<br>
Lt.JG Charles "Chuck" Wyandot<br>
Timoniere<br>
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Skype Combadge: Silente69<br>
Private comunicator: <a moz-do-not-send="true"
href="mailto:francocarretti@mail.com" target="_blank">francocarretti@mail.com</a><br>
[CV]: <a moz-do-not-send="true"
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target="_blank">http://gioco.net/startrek/starfleetitaly/academy/ruolino.php?id=208</a><br>
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"Vivo la mia vita un quarto di miglio alla volta.<br>
Non mi importa di nient'altro...<br>
per quei dieci secondi io... sono libero" (The Fast and
the Furious)</div>
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Stml20 mailing list<br>
<a moz-do-not-send="true" href="mailto:Stml20@gioco.net">Stml20@gioco.net</a><br>
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Stml20 mailing list
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