[Stml21] 15.00 FT - Resh - Il Capitano che parlava di Gul Cardassiani in un bar alle sette del mattino

cmdrtkar a libero.it cmdrtkar a libero.it
Mar 22 Apr 2014 12:10:37 CEST


Uff...dopo una sudata pazzesca sono riuscito a finire l'imbarco del PG, a breve 
vi invio anche l'How To...

Intanto, passando a cose serie....come sono andate le vacanze? Vi siete 
abboffati di uovo anche per il vostro Capitano, che si è fortunatamente (per la 
dieta) trovato circondato di cioccolato al Latte (che non ama) e nocciolato 
(che non sopporta) e che non ha neppure toccato??

Vabbé, tornando in tema...fatemi sapere se non ho combinato troppi guai coi pg 
utilizzati...buona lettura!

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Missione: 15
Titolo: a definire
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Brano: 15.00 FT
Titolo: Il Capitano che parlava di Gul Cardassiani in un bar alle sette del 
mattino
Autore: Resh (aka Federico Pirazzoli)
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U.S.S. Salomon - Sala Tattica del Capitano – 11/04/2394, ore 22:07 – DS 
71276.49

I due uomini, due Capitani a giudicare dai gradi che entrambi portavano sul 
colletto delle immacolate uniformi della Flotta Stellare, si fissarono per un 
lungo momento attraverso la scacchiera tridimensionale di cristallo che - 
poggiata sulla scrivania - li separava.
Dietro di loro le stelle sfrecciavano rapide a causa della distorsione spazio-
temporale generata dai potenti motori a Curvatura del vascello, ma nella Sala 
Tattica non c'era suono che facesse supporre che la nave di Classe Nebula 
stesse procedendo a Curvatura 7.
Fu in quel silenzio che l'ufficiale comandante della nave, un Vulcaniano dai 
tratti marcati e dalla carnagione olivastra, mosse la mano destra sopra il 
proprio Alfiere, spostandolo su di una delle scacchiere superiori, accanto ad 
un Cavallo nero.

"Deep Space 16 Gamma?" domandò in tono colloquiale, fissando l'altro 
direttamente negli occhi quasi a volerne scrutare le profondità dell'animo.

"Anch'io mi aspettavo qualcosa di diverso..." ammise il Capitano ospite, i cui 
occhi di un nero profondo come lo spazio tradivano il suo appartenere alla 
razza Betazoide "Dopo tanti anni nello spazio non so se mi abituerò ad una 
assegnazione così sedentaria..."

Lo disse in tono schietto mentre la sua mano spostava una pedina sulla 
scacchiera principale con fare leggermente incerto, come se non fosse sicuro 
della mossa da eseguire.

Ma il Capitano Stolev conosceva il suo esimio collega fin dai tempi 
dell'Accademia, quando per cinque anni avevano condiviso il medesimo alloggio, 
e di lui aveva imparato ormai una cosa importante: a differenza degli altri 
membri della sua razza, Resh Tomphson era un Betazoide che difficilmente diceva 
ciò che pensava.
Per quanto l'amico non gli avesse mai confidato i segreti che aveva accumulato 
durante il proprio servizio nei ranghi della Flotta Stellare, Stolev non era 
uno sciocco e aveva fatto alcune deduzioni interessanti circa tali eventi.

Fu perciò con molta cautela che rispose "In effetti si tratta di un incarico 
non particolarmente in linea con il tuo ruolino di servizio...specie a 
confronto con le tue ultime missioni."

Si trattava di una affermazione di per sé innocente, dato che il precedente 
comando di Resh era una Classe Nova impegnata in ben due crociere scientifiche 
triennali, ma il Betazoide sollevò per un momento lo sguardo sull'amico, 
osservandolo con maggiore intensità.

Percependo il lievissimo tocco telepatico dell'altro contro le proprie ben 
allenate barriere mentali per l'avvertimento che era, il Vulcaniano mosse la 
propria Torre in una apparente manovra di disimpegno continuando con la propria 
riflessione "Ma immagino che sulla decisione abbia pesato significativamente la 
tua esperienza sulla Majestic..."

"Davvero un'esperienza che desidero ripetere..." commentò in tono fintamente 
irritato Resh, tornando a concentrarsi sulla partita. Il periodo che aveva 
trascorso come Facente Funzioni di Capitano sulla Majestic, una Galaxy con un 
equipaggio misto Federale, Romulano e Ferengi difficilmente si poteva 
annoverare come una parte serena della sua vita. Oltre alla nave dispersa in un 
settore di spazio ostile e povero di risorse, il Betazoide aveva anche dovuto 
preoccuparsi di tenere in piedi la fragile alleanza fatta con gli equipaggi 
Romulano e Ferengi a bordo, riuscendo nel contempo a preservare i segreti della 
Federazione custoditi nell'astronave.

Da quel periodo Resh aveva ricavato però diverse esperienze valide, tra le 
quali una vasta conoscenza dei modi di barare ad un tavolo da gioco, una 
discreta capacità di mediazione ed una buona comprensione del modo di pensare 
Romulano, tutte cose che in effetti lo rendevano idoneo a gestire una 
situazione complessa come Deep Space 16 Gamma.

"Forse..." concesse spostando la propria Regina verso l'assembramento di 
pedine che difendevano il Re bianco "ma questo non cambia il fatto che mi 
sentirò prigioniero senza una nave che mi porti in giro per lo spazio."

Stolev fu sul punto di utilizzare il proprio Cavallo per eliminare quella 
Regina impudente, ma si fermò. Un'altra cosa che aveva appreso di Resh Tomphson 
era il suo essere un fine stratega tanto nel suo lavoro quanto negli scacchi...
se aveva mandato allo sbaraglio in quel modo il suo pezzo migliore era perché 
intendeva portare avanti un bluff, nel quale non intendeva cadere.
Conscio di trovarsi di fronte ad una trappola, il Vulcaniano incrociò le dita 
avanti a sé e si prese il tempo di analizzare la strategia avversaria mentre 
affermava "Se la tua insofferenza dovesse superare i limiti hai pur sempre la 
Fearless..."

Il Betazoide sorrise a quell'idea, tutto contento al pensiero di potersi fare 
un giretto sul potente vascello di classe Defiant assegnato in dotazione alla 
sua Stazione. Si trattava però di un pensiero puerile, in quanto ben sapeva che 
nella maggior parte dei casi sarebbe stato il suo Primo Ufficiale a comandare 
la nave.
"Sì, anche se dovrò trovare il modo di convincere il mio Primo Ufficiale a 
lasciarla a me.." commentò con un ghigno "credi che sia meglio imporglielo con 
un ordine o ripulirlo al tavolo di gioco e poi ricattarlo?"

Il Capitano della Salomon - che aveva appena individuato nelle quindici mosse 
precedenti del proprio avversario un possibile Gambetto Andoriano - non diede 
particolare peso all'affermazione, non tanto perché non ritenesse l'amico 
Betazoide in grado di porre in essere le proprie minacce se costretto, quanto 
perché lo riteneva troppo intelligente per commettere un errore così 
grossolano. Liquidando pertanto la frase precedente con un laconico "Entrambe 
le opzioni sarebbero illogiche in quanto inficerebbero il rapporto fiduciario 
tra Capitano e Primo Ufficiale..." mise in atto la contromossa classica al 
Gambetto e aggiunse "piuttosto, il Comando ti ha comunicato chi sarà il tuo 
Ufficiale Esecutivo?"

"Ancora no..." rispose in tono noncurante Resh, spostando nuovamente la Regina 
"ma non é così grave. Mi arrangerò con quel che troverò...stando ai ruolini che 
ho consultato ci sono diversi ufficiali in gamba su quella Stazione. Un Facente 
Funzioni lo troverò...sono più preoccupato per la sparizione del Capo 
Ingegnere."

Stolev fece un cenno di assenso, prima di muovere la torre e dichiarare in 
tono soddisfatto "Scacco."

La soddisfazione del Vulcaniano ebbe però vita breve in quanto - con un 
sorriso beffardo sulle labbra - il futuro Capitano di Deep Space 16 Gamma mosse 
un innocente pedone che fino a quel momento se ne era stato buono sulla 
scacchiera superiore e lo utilizzò per mangiare la Torre che minacciava il suo 
Re affermando "Matto in due mosse. Ora scusami, vado a finire di disfarele 
valigie. Buona notte vecchio mio...”


Trasporto Bajoriano Ripjat - Prossimi all’attracco a Deep Space 16 Gamma – 
22/04/2394, ore 03:41 – DS 71304.53

"Tra meno di cinque minuti inizieremo le procedure di attracco alla Stazione, 
signore..." lo informò una giovane Bajoriana scuotendolo leggermente.
Naturalmente Resh aveva percepito la giovane assistente di volo avvicinarsi 
anche prima che questa tentasse di svegliarlo, ma aveva impiegato diversi 
secondi a riemergere dallo stato meditativo in cui si era volontariamente 
sprofondato. Era stata una cosa piuttosto stupida - nonché inutile - ma non era 
stato in grado di resistere alla tentazione: quando aveva visto la bocca del 
Tunnel Spaziale spalancarsi nel buio dello spazio Bajoriano, aveva tentato di 
espandere al massimo le proprie - non poi così eccezionali - percezioni 
telepatiche, nella speranza di riuscire a sfiorare le menti di quegli esseri 
che vivevano al di fuori dello spazio e del tempo.

Tornando al presente dopo l'infruttuoso tentativo. Il futuro Capitano di DS16 
Gamma aprì gli occhi e sorrise all'assistente, per farle capire di essere 
sveglio e che poteva tornare ai suoi compiti.

La ragazza, però, aveva i suoi ordini e senza smettere di sorridere disse "Il 
Capitano Joler la invita ad assistere all'attracco dalla Plancia, signore. Se 
vuole avere la cortesia di seguirmi…”

Trattenendo uno sbuffo, Resh si sistemò meglio il lungo abito di foggia 
Vulcaniana che aveva indossato e si alzò, sistemandosi sulla faccia l’allegro 
sorriso di circostanza che di solito riservava a queste faccende ufficiali. In 
realtà era curioso di vedere la Stazione Spaziale di cui avrebbe preso il 
comando, ma avrebbe preferito farlo in maniera più…intima e riservata. Sorrise 
di sé a quel pensiero, mentre le gambe lo conducevano quasi col pilota 
automatico verso la cabina di pilotaggio del piccolo veicolo spaziale…
Era sciocco desiderare un po’ di <<intimità>> con 45 milioni di tonnellate di 
Duranio/Tritanio e condotti EPS? Sì, probabilmente sì, ma era un qualcosa che 
aveva vissuto come necessità anche quando aveva preso il comando della Verxen e 
non se ne era mai pentito.
Alla fin fine, il suo essere un po’ sciocco non faceva male a nessuno…aveva 
solo costretto il suo amico Stolev a pigiare un po’ sull’acceleratore per farlo 
arrivare prima su DS9 e aveva preso il primo trasporto che attraversava il 
Tunnel Spaziale, così da arrivare alla Stazione con qualche giorno di 
anticipo…e – già che c’era – si era pure messo addosso un abito da viaggio 
Vulcaniano per passare inosservato e aveva scelto un trasporto che lo avrebbe 
lasciato su Deep Space 16 Gamma a metà del turno Delta, ma questi erano 
dettagli.

“Si accomodi, Capitano…” disse nel frattempo la voce del Capitano Joler, un 
anziano Bajoriano che portava sul volto le cicatrici della resistenza e dei 
campi di prigionia Cardassiani, non appena ebbe messo piede nella piccola 
cabina di pilotaggio, che l’assistente di volo aveva eufemisticamente chiamato 
Plancia.

“Grazie per il pensiero, Capitano, ma non doveva disturbarsi…” affermò subito 
Resh, stringendo la mano che l’uomo gli aveva offerto e portandosi così vicino 
alla poltrona di comando che si trovava al centro della piccola cabina “sono 
solo un passeggero sulla sua nave e…”

“Ma che disturbo…” rispose l’uomo schiettamente “mi sembra il minimo che posso 
fare per lei, visto l’incarico che andrà a ricoprire…” 
Dopodiché gli fece un cenno con la mano indicandogli di guardare il visore 
principale e, proprio in quel momento, la bocca del Tunnel Spaziale si spalancò 
e Resh poté vedere la Stazione – la sua stazione – come un punto argenteo 
infisso in un mare di stelle aliene.

Il Capitano della Flotta Stellare sorrise, mentre quel punto argenteo 
diventava mano a mano più grande e si potevano distinguere sempre più 
dettagli…prima il grande anello centrale abitativo, poi le quattro grandi 
superfici di atterraggio che davano alla Stazione una forma vagamente simile a 
quella di un quadrifoglio terrestre e – infine – il pilone centrale che 
ospitava le strutture di Comando e di Ingegneria, compreso il potente reattore 
Materia/Antimateria che alimentava la struttura.

Capendo l’importanza di quel momento dal sorriso sincero che si era aperto sul 
volto del Betazoide andando a sostituire quello di circostanza che aveva fino 
ad un minuto prima, nessuno nella piccola Plancia del Ripjat pronunciò alcuna 
parola, eccetto le comunicazioni essenziali con la Torre di Controllo della 
stazione Federale necessarie all’attracco.


Deep Space 16 Gamma – Passeggiata – 22/04/2394, ore 07:11 – DS 71304.93

Alla fine Resh era stato accontentato. Aveva dovuto ordinare di non riferire a 
nessuno del suo arrivo al Guardiamarina che lo aveva identificato ai controlli 
di accesso sulla Stazione, ma era riuscito a godersi la sua Stazione per 
qualche ora, passeggiando nelle aree pubbliche senza una meta e prendendo 
confidenza con quegli spazi così familiari – ma anche così alieni – che 
costituivano gli infiniti corridoi del più grande avamposto Federale nel 
Quadrante Gamma.

E adesso, alle sette del mattino ora locale, si stava godendo l’inizio di un’
altra giornata osservando da sotto il proprio cappuccio il prendere vita della 
Stazione, mentre migliaia di pensieri e di emozioni appartenenti a centinaia di 
persone delle più svariate razze gli sfioravano la mente.

Aveva deciso di presentarsi sul Ponte di Comando a inizio del Turno Alfa, ma 
prima decise di fare colazione e si diresse verso uno dei locali della 
Passeggiata, dove ordinò un caffè sperando che i replicatori locali fossero 
programmati con una miscela decente. Il barista gli servì la bevanda in un 
attimo e, mentre l’odore forte del Jamaica Blue Mountain gli riempiva le 
narici, notò un volto che ricordava dai Curriculum degli Ufficiali Superiori.

Se la memoria non lo ingannava si trattava del Capo della Sicurezza, il 
Comandante Riccardi, che – DiPAD alla mano – stava già lavorando mentre 
ordinava a sua volta il primo caffè della giornata.

*No, non lavorando…* si disse, mentre sfiorava telepaticamente la sfera 
emozionale dell’Umano senza percepirne i pensieri, ma solo le sensazioni più 
esterne. Il Comandante Riccardi era infatti concentrato nella lettura che aveva 
davanti, ma da lui non emanavano le sensazioni che Resh associava normalmente 
in coloro che stavano lavorando…la scioltezza delle sue emozioni fece capire al 
Capitano Tomphson che ciò che l’Ufficiale stava leggendo era un argomento che 
certo gli interessava, ma non inerente la sfera lavorativa.

La cosa corretta e logica da fare sarebbe certo stata quella di lasciarlo in 
pace o di presentarsi, ma Resh non era Stolev e difficilmente fuori servizio 
rifletteva troppo su come comportarsi, preferendo lasciarsi guidare dall’
istinto. Lo stesso istinto che – in quel momento – lo stava spingendo a cercare 
un contatto umano col suo Capo della Sicurezza senza farsi riconoscere, così da 
poter sondare una parte di lui senza che tra loro pesasse quel pallino in più 
sul colletto della divisa.

Presa la propria decisione, Resh si accertò di avere il cappuccio ben calato 
sul volto e, avvicinatosi col proprio caffè a Riccardi, si fermò in attesa che 
l’ufficiale tattico desse segno evidente di aver notato la sua presenza, anche 
se l’aumento del suo stato di attenzione aveva rivelato al Betazoide che si era 
accorto di lui – almeno a livello inconscio – già a diversi passi di distanza.

“Posso esserle utile?” domandò l’Umano, sollevando il capo dalla propria 
lettura e cercando con gli occhi allenati di penetrare la penombra che il 
cappuccio gettava sul volto dello sconosciuto che lo aveva avvicinato.

Le sue emozioni indicavano un misto di attenzione e curiosità e Resh, che 
aveva lunga esperienza su come non apparire minaccioso quando non voleva 
sembrarlo, decise di tenere entrambe le mani bene in vista mentre affermava “In 
realtà mi incuriosiva sapere cosa sta leggendo…sembra una cosa interessante, 
vista la sua concentrazione…”

Il Capo della Sicurezza spalancò appena gli occhi, sorpreso e probabilmente un 
po’ spiazzato da quella affermazione così diretta e inaspettata. Non è certo 
normale che un perfetto sconosciuto ti disturbi alle sette del mattino - quando 
ancora non hai finito il tuo primo caffè – per chiederti cosa stai leggendo, 
neppure nel Quadrante Gamma!
Facendo più attenzione al soggetto che aveva davanti, ed esaminandolo senza 
dare nell’occhio alla ricerca di eventuali armi, Riccardi posò sul tavolo il 
DiPAD e rispose “Si tratta di una ricostruzione storica della battaglia di 
Mosad, su Bajor, durante il diciottesi…”

“Il diciottesimo anno di occupazione…” concluse per lui Resh, che ricordava di 
aver letto di quella battaglia non molto tempo addietro quando il suo Primo 
Ufficiale sulla Verxen, un Bajoriano di nome Meras, gli aveva regalato un libro 
sull’occupazione. Era forse un segno di un destino benevolo, che l’argomento di 
conversazione fosse qualcosa su cui poteva fare leva? Sperando di sì aggiunse 
“sì, ho letto qualcosa a riguardo…lei permette?”
E senza attendere risposta dall’Umano sempre più stupito, si sedette poggiando 
sul tavolo la tazza di caffè mezza vuota.

Percependo che lo stupore del Capo della Sicurezza stava per tramutarsi in 
irritazione, Resh decise di tenere in mano la situazione e chiese “Trovo che 
Gul Madel sia stato un idiota, strategicamente parlando. Lei che ne pensa?”

“Io…” nuovamente preso in contropiede, Riccardi cercò di riprendere il filo 
della conversazione. Effettivamente il Gul Cardassiano che controllava il 
deposito alimentare di Mosad si era fatto sconfiggere dalla Resistenza 
Bajoriana pur disponendo di una solida posizione di difesa e di un armamento 
migliore, ma…ma non era quello il punto! Disse invece “Senta, lei…vorrei 
proprio…”

O Almeno provò a dire qualcosa, perché Resh aggiunse “In effetti fu molto 
sciocco da parte sua usare tutti i propri uomini per respingere la prima carica 
dei Bajoriani. In questo modo si trovò con le difese sguarnite quando questi 
vennero circondati dalle truppe che si erano nascoste nella zona montuosa 
circostante…fu l’eccessiva sicurezza nei propri mezzi a farlo cadere. Se si 
fosse chiuso in difesa in attesa dei soccorsi avrebbe vinto quella battaglia 
senza difficoltà…”

“Forse…” concesse Alessandro, che ormai non sapeva più se mettersi a ridere o 
a urlare “però, adesso…”

Capendo di aver tirato troppo la corda, Resh decise di piantarla con quel 
gioco e, cambiando tono ed assumendone uno più formale, aggiunse “Ha ragione, 
Comandante…è un po’ tardi per parlarne. E’ quasi l’inizio del Turno Alpha e non 
vogliamo ceto fare tardi, no? Di certo non ci mancherà il tempo di discuterne 
più approfonditamente in futuro…” dopodiché, calandosi il cappuccio, aggiunse 
“Comunque molto piacere, sono il Capitano Resh Tomphson e sono impaziente di 
assumere il comando!”

Deep Space 16 Gamma – Ambasciata Federale – 22/04/2394, ore 09:00 – DS 
71305.14

L’ufficio dell’Ambasciatrice T’Lani era estremamente ordinato, come d’altronde 
ci si aspettava da una Vulcaniana, e Resh si guardò intorno per un momento, 
mentre la donna dall’apparenza fragile che sedeva dietro la scrivania terminava 
di digitare alcuni codici sulla propria postazione di lavoro, prima di 
sollevare lo sguardo su di lui.

“Capitano Tomphson, sono lieta di conoscerla…” disse l’Ambasciatrice federale, 
facendogli cenno di accomodarsi su una delle ampie e all’apparenza comode 
poltrone che fronteggiavano il suo piano di lavoro. Non si trattava certo di 
dotazioni standard Vulcaniane, quindi il Betazoide suppose che fossero una 
piccola concessione alle esigenze della diplomazia interstellare “in effetti 
non la aspettavamo prima di undici punto sette giorni.”

“Una serie di coincidenze mi hanno permesso di arrivare prima del previsto…” 
rispose evasivamente l’uomo, accettando l’offerta della donna, a cui si era 
presentato solo un momento prima. Appena assunto ufficialmente il comando della 
Stazione, ancor prima di farsi indicare il proprio alloggio, Resh si era recato 
all’Ambasciata perché riteneva essenziale che lui e l’Ambasciatrice – i due 
maggiori esponenti militari e civili della Federazione su quella stazione – 
partissero col piede giusto “in effetti spero di non aver sconvolto troppo la 
sua agenda, Ambasciatrice, ma ci tenevo ad iniziare subito la nostra 
collaborazione.”

“Lei è molto diretto, Capitano…” osservò T’Lani, fissando i propri occhi in 
quelli senza iride dell’interlocutore “ciò è probabilmente un bene, in termini 
di efficienza, ma è una dote che va sempre ponderata quando si ha a che fare 
con la Diplomazia, come scoprirà comandando questa Stazione.”

Resh sorrise a quell’affermazione, ma non ribatté direttamente. Si premurò 
invece di chiarire i propri intenti da subito “Mio malgrado ho un po’ di 
esperienza in questo genere di cose, ma credo che mi appoggerò a lei per non 
sbagliare. A tale proposito, vorrei recarmi immediatamente presso i 
rappresentanti Klingon e Romulani, nonché presso il Legato Cardassiano a 
presentarmi. Ha qualche consiglio per me?”

L’ora successiva la passarono parlando dei rappresentanti delle tre forze del 
Quadrante Alpha presenti sulla stazione e, quando ebbero finito, Resh fece per 
congedarsi da T’Lani affermando “La ringrazio molto, Ambasciatrice, per il 
tempo che ha potuto dedicarmi. Spero che ci saranno altre occasioni per 
approfondire anche aspetti meno formali della nostra…collaborazione.”

“Indubbiamente.” Convenne la donna, che si era alzata in piedi per salutarlo. 
Prima che le porte si aprissero, però aggiunse “E, Capitano, spero che in quell’
occasione avremo modo di parlare anche di altro, come le nostre comuni 
conoscenze presso l’Ammiragliato. A proposito, il Comandante William Lancer, 
della Sezione Diplomatica le porge I suoi saluti e si complimenta per l’
assegnazione…”

Sentendo il nome del suo superiore nel periodo che aveva lavorato presso il 
Servizio Segreto Federale, Resh si irrigidì e – istintivamente – proiettò le 
proprie percezioni verso T’Lani per comprendere se lei sapesse chi 
effettivamente fosse l’uomo che aveva nominato o se lo conoscesse unicamente 
per il suo incarico di copertura.
Ovviamente non percepì nulla dalla donna e – anche se non aveva mai visitato 
Betazed e conosceva molto poco delle tradizioni della sua gente – Resh sapeva 
che sarebbe stato un immotivato gesto di scortesia cercare di penetrare le 
barriere mentali Vulcaniane, perciò si limitò ad un sorriso di cortesia mentre 
affermava “Naturalmente, Ambasciatrice…alla prossima occasione…” prima di 
uscire.

Mentre a grandi passi si avviava verso l’Ambasciata Klingon, però, Resh si 
trovò a reprimere un brivido al pensiero che Bill Lancer fosse ancora così 
interessato a lui e al suo nuovo incarico. Si stava già affezionando a quella 
Stazione e ogni volta che il vecchio Bill si faceva vedere, di solito le cose 
tendevano a diventare molto movimentate!


Deep Space 16 Gamma – ufficio del Capitano – 22/04/2394, ore 15:30 – DS 
71305.88

Finito il giro di presentazioni presso le Ambasciate senza aver ancora causato 
nessun rilevante incidente diplomatico, Resh si stava ora occupando delle vere 
problematiche della sua Stazione. Il Betazoide aveva dato appena un’occhiata 
alle montagne di relazioni e rapporti che sormontavano la sua scrivania e – 
dopo essersi segnato un appunto per individuare un attendente con la testa che 
si occupasse di sbrigare almeno la parte ormale di quelle scartoffie – aveva 
convocato tutti i Capi Sezione che ancora si trovavano sulla Stazione.

Davanti a lui, tutti seduti attorno al piccolo tavolo da riunioni che si era 
fatto recuperare da un Tenente JG della Sezione Tecnica che si trovava sul 
Ponte di Comando per una riparazione ad un Condotto Dati, Resh vide le tre 
uniformi verde/azzurre del Dottor Sonx, del Consigliere Xar e del Capo della 
Sezione Scientifica Khish, nonché quella gialla del Capo della Sicurezza 
Riccardi.
Tutti gli occupanti di quelle uniformi lo stavano squadrando con più o meno 
riservatezza e la cosa lo fece sorridere perché, in quanto telepate, lui 
percepiva ugualmente l’interesse che tutti loro provavano verso il nuovo 
Capitano che era saltato fuori all’improvviso dissertando di Gul Cardassiani in 
un bar alle sette del mattino.

“Molto bene, signori…” affermò sedendosi per ultimo al tavolo delle riunioni 
“Come ben sapete io sono il Capitano Tomphson, il nuovo Ufficiale Comandante 
della Stazione. In situazioni normali potete chiamarmi Capitano o Signore, 
mentre in caso di emergenza chiamatemi come vi pare, perché l’unica cosa che mi 
interesserà sarà risolvere il problema. Premesso questo, ho indetto questa 
riunione per sapere da voi lo stato delle Sezioni di cui siete responsabili e, 
più in generale, della Stazione.”

I quattro Ufficiali compresero dal tono del discorso che il Capitano non aveva 
ancora finito, quindi rimasero in silenzio mentre il Betazoide riprendeva 
dicendo “Chiederò inoltre ad ognuno di voi – separatamente, beninteso - di 
prendervi ventiquattr’ore per riflettere e fornirmi una lista di possibili 
candidati per ricoprire il ruolo di Facente Funzione di Ingegnere Capo e di 
Capo Operazioni. Adesso, Signori, ditemi…” e sorrise, mentre faceva una breve 
pausa “in che guai mi sono cacciato accettando quest’incarico?”



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