[Stml21] **** USS Marconi - Chuck 13.01 - Il coraggio dei senza volto ****
Ileana
manuelagarciads16 a gmail.com
Lun 7 Set 2015 11:35:54 CEST
Beh... io.... non volevo bruciarti... ma mi stavano chiedendo:
"Hai girato il mio brano a DS16?"
"E adesso?"
"e adesso??"
"e adesso???"
........
Vabbè, poi tu tra donne e motori che scoppiano sei impegnato!! :D
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Comandante Manuela Garcia
Primo Ufficiale DeepSpace 16Gamma
======================================
Email: manuelagarciads16 a gmail.com
Starfleet Italy: http://starfleetitaly.it/starfleetitaly/main.php
http://www.starfleetitaly.it/starfleetitaly/fleetyards/DS16Gamma/main.php
Sype: dolcevoloo
======================================
Il giorno 7 settembre 2015 11:32, federico pirazzoli <cmdrtkar a gmail.com>
ha scritto:
> acc...bruciato dal Primo Ufficiale!!!
>
> *_________________________________________________________________________*
> *Da*: Comandante del sommergibile *Sea Tiger*
> *A*: Ufficio Approvvigionamenti Arsenale di Cavite, Filippine.
> *Tramite*: Comando Forze Subacquee.
> *Oggetto*: Carta igienica.
> *#1*. Il 6 giugno 1941 questa nave ha inoltrato una richiesta di 150
> rotoli di carta igienica. Il 16 dicembre 1941 detta richiesta è stata
> restituita con la stampigliatura: "Materiale sconosciuto. Richiesta
> annullata."
> *#2*. Il Comandante del sommergibile *Sea Tiger* non può fare a meno di
> domandarsi cosa viene usato all'Approvvigionamento di Cavite in
> sostituzione di questo "materiale sconosciuto", un tempo perfettamente noto
> a questo Comando.
> _________________________________________________________________________
>
> Il giorno 7 settembre 2015 11:03, Ileana <manuelagarciads16 a gmail.com> ha
> scritto:
>
>> Ragazzi, questo è il brano scritto da Franco per la USS Marconi!
>> Buona lettura!!
>>
>> =============================================
>>
>> *Sala macchine - USS Marconi - 24/07/2395 Ore 11:21*
>> Il guardiamarina Jekal serrò i denti in un ringhio dovuto allo sforzo,
>> sentì la schiena che scricchiolava pericolosamente e per un attimo temette
>> di crollare, lasciando che il grosso macchinario cadesse schiacciando il
>> Capo Ingegnere della Marconi. Lui non aveva conosciuto direttamente gli
>> Allesto, ma si era unito al grido d'angoscia, di tutti i membri
>> dell'equipaggio, quando l'Arca era esplosa. Gli sembrava ancora di sentire
>> fra le sue braccia il Tenente Seville, mentre la teneva ferma dopo lo
>> scoppio di rabbia del vice capo. L'aveva tenuta stretta a se, non solo per
>> lei, ma anche per se stesso, per non pensare alla morte di tutti quegli
>> esseri. Per alcuni secondi lei si era abbandonata a lui sull'orlo delle
>> lacrime, poi si era ripresa ridandosi un contegno e riprendendo
>> immediatamente a lavorare.
>> Lui non c'era riuscito, aveva sentito quella rabbia per tutti i mesi
>> successivi e l'aveva tenuta a stento sotto controllo non riuscendo a
>> sfogarla... o a piangere.
>> Era stato anche dal consigliere, come tutti del resto. Ma la rabbia
>> rimaneva.
>> Ora quella rabbia gli era servita. Il Capo Rekon aveva ordinato a tutti
>> di uscire dalla sala macchine per paura di esplosioni, mentre si distendeva
>> sotto i motori per l'ennesimo miracolo che, forse, li avrebbe salvati. Ma
>> Jekal aveva visto l'argano di manutenzione che si staccava dal suo sostegno
>> a causa delle violente vibrazioni e rischiava di schiacciarlo. Senza
>> pensarci l'aveva afferrato e, ruggendo come un leone inferocito, aveva
>> arrestato la sua caduta. Fra trecento chili di metallo e il testardo
>> tellarite c'erano solo lui e la sua rabbia.
>>
>> Il Marinaio di seconda classe Mariucci era terrorizzato. Provava quel
>> terrore da quando l'Arca era esplosa e si era reso conto che fra lui e la
>> morte c'erano solo pochi centimetri di duranio. In quei sei mesi di
>> riparazioni alla base stellare, il terrore non si era affievolito, ma era
>> solo aumentato. Non riusciva nemmeno più a guardare fuori dai finestroni
>> della stazione e non era più andato al bar di prora per non trovarsi
>> davanti quelle finestre panoramiche. Il suo terrore era filtrato in tutti
>> gli aspetti della sua vita, tanto che alla fine si era deciso a preparare
>> una lettera di richiesta di congedo per tornare sulla terra. Non aveva però
>> ancora avuto tempo di inviarla e si era visto costretto a imbarcarsi di
>> nuovo sulla Marconi quando questa aveva lasciato il bacino di manutenzione.
>> E il suo terrore era tornato ad aumentare sempre di più, fino al momento
>> attuale, quando la nave in avaria aveva abbandonato l'orbita del pianeta e
>> si apprestava a schiantarsi al suolo. Sarebbero morti e tutto sarebbe
>> finito.
>> Poi Resed l'aveva spinto di lato e si era gettato in scivolata sotto i
>> motori insieme al capo ingegnere. Non faceva nient'altro che passare gli
>> attrezzi giusti al momento giusto. Si bruciava con le scintille emesse dal
>> saldatore e subiva gli insulti del suo mentore che gli urlava di andarsene
>> senza però fare una piega, ma facendo guadagnare a Rekon quell'attimo in
>> più che poteva servirgli per compiere il miracolo. Sopra di loro, il
>> caitiano dalla pelliccia nera di nome Jekal, stava sorreggendo il
>> macchinario che rischiava di ucciderli soffiando come un gatto inferocito.
>> Quando capì che fra lui e la morte c'era ben più di pochi centimetri di
>> duranio, era ormai a fianco del guardiamarina ringhiando per lo sforzo. Fra
>> Mariucci e la morte certa c'era, e ci sarebbe sempre stato, l'intero
>> equipaggio della Marconi.
>>
>>
>> *Plancia - USS Marconi - 24/07/2395 Ore 11:26*
>> Il tenente Xo guardava atterrita lo schermo principale. Dalla sua
>> posizione, così vicina allo schermo, le sembrava di essere lei a cadere nel
>> vuoto verso morte certa. Si trovava in plancia per puro caso, la sua
>> provvisoria assegnazione agli approvvigionamenti della nave, l'aveva sempre
>> tenuta lontana dall'azione e dopo aver assistito alla distruzione
>> dell'Arca, pensava di far domanda per quella assegnazione in via
>> definitiva, anche se questo voleva dire gettare un'ombra di disonore sulla
>> sua famiglia su Andoria. Una figlia addetta al magazzino della nave? Suo
>> padre, soldato figlio di soldati, l'avrebbe disconosciuta per la sua
>> codardia. Ma la sua non era paura di morire.
>> Aveva visto l'impotenza di tutti mentre la corrazzata Adesto aveva
>> speronato l'Arca uccidendo tutti gli Allesto e vedendo quella scena aveva
>> compreso la futilità dell'esistenza.
>> Nei mesi successivi aveva incrociato spesso il comandante Keane. Il Capo
>> Operazioni non controllava quasi mai il reparto addetto agli
>> approvvigionamenti, un po' perchè si fidava del resposabile, un po' perchè
>> era un lavoro talmente banale che non era necessaria nessuna qualifica per
>> farlo funzionare. Ma dopo quel terribile giorno Tara si era mossa in ogni
>> angolo e anfratto del suo campo di competenza e Xo sapeva perchè. Si era
>> sentita impotente come lei e come tutti quelli della Marconi, perchè
>> nessuno aveva potuto fare niente. Come adesso.
>> Era a pochi passi dalla console del timone quando aveva sentito la
>> comunicazione dalla sala macchine e la successiva risposta spaventata del
>> giovane timoniere. Molti fra i più giovani ritenevano il giovane Wyandot un
>> raccomandato. Un giorno era all'accademia e il giorno dopo era su una delle
>> ammiraglie della flotta stellare. Il suo curriculum pieno di lacune e il
>> conteggio minimo delle ore di volo nei simulatori, non facevano altro
>> renderlo ancora più sospetto agli occhi dell'equipaggio. Certo si era dato
>> da fare da quando era a bordo e, nonostante gli ufficiali di plancia
>> mostrassero molto rispetto per le sue fantomatiche capacità, il giovane non
>> si era mai vantato o mostrato segni di superiorità verso i colleghi. Strano
>> per un raccomandato.
>> Adesso Xo attendeva il suolo e la successiva esplosione della nave in
>> maniera rassegnata. Sapeva che nessuno poteva farci niente, tutti erano
>> impotenti.
>> Poi una scintilla di luce illuminò quel buio di depressione in cui era
>> caduta.
>>
>> Il Capitano Shran era scattato in piedi urlando ordini e tutti sembravano
>> danzare attorno a lui. Riusciva a sentire quello che diceva ma non capiva.
>> Era come se la depressione l'avesse resa sorda a tutto. Quando i primi
>> scossoni sconquassarono la nave vide qualcosa che non si aspettava. Gli
>> occhi di Shran erano due schegge di risolutezza. Se la forza di volontà
>> avesse potuto sconfiggere le leggi della fisica e tenere in orbita la nave,
>> di certo quell'uomo ci sarebbe riuscito.
>> Si sentì trascinare dalla determinazione del suo capitano e tutto
>> riscquistò chiarezza. Keane, sfruttava le sue conoscenze della nave per
>> proteggere ogni membro dell'equipaggio tramite campi di contenimento e nel
>> contempo apriva i portelli degli hangar per permettere alla nave di
>> rallentare la sua caduta, grazie alla fuoriscita esplosiva dell'aria e al
>> maggior attrito.
>> Dal, il capo della sicurezza, sembrava ignorare completamente quella
>> palla incandescente in cui si era trasformata la sua nave a causa
>> dell'attrito con l'atmosfera. Non era di sua competenza salvare la nave, si
>> fidava ciecamente degli altri e avrebbero pensato loro a fare tutto il
>> necessario, lui sembrava più un predatore in caccia. Stava cercando
>> qualcosa o qualcuno, ma Xo non avrebbe saputo dire chi o che cosa. Aveva
>> solo la sensazione che qualsiasi cosa cercasse l'avrebbe trovata e poi la
>> Marconi sarebbe stata al sicuro.
>> Durani, la nuova arrivata, mormorava una canzone funebre klingon, ma
>> nonostante questo si stagliava ancora più fiera e risoluta alla sua
>> postazione. Stava sparando siluri disperdendoli nell'atmosfera come se
>> tentasse di distruggere il pianeta prima di fare una fine ingloriosa. Xo
>> non capiva perchè lo stesse facendo, ma nessuno sembrava dirle di smettere.
>> I suoi occhi ardevano di furia guerriera, velati da qualcosa che poteva
>> solo essere concentrazione assoluta. Non erano colpi a caso, la giovane
>> andoriana ne era certa.
>> Un nuovo scossone e Xo perse l'equilibro. Il timoniere l'afferrò al volo
>> senza smettere di guardare la console di navigazione, si limitò a tenerla
>> finchè la giovane istintivamente non afferrò la poltrona su cui era seduto.
>> La navigazione non era la sua materia, conosceva solo le basi come tutti, e
>> quello che il giovane tenente stava facendo era impossibile. Quel
>> balbettante raccomandato stava sfruttando tutto quello che gli altri gli
>> stavano fornendo per rallentare la nave. Decompressioni, forza cinetica
>> delle esplosioni, l'aria stessa del pianeta che stava cavalcando come se
>> fosse su una tavola da surf. La Marconi si rifiutava di arrendersi, il
>> Capitano e tutti gli ufficiali superiori si rifiutavano di arrendersi, la
>> stessa Xo serrò le mani sulla poltrona e si rifiutò di arrendersi.
>>
>>
>> *Sala macchine - USS Marconi - 24/07/2395 Ore 12:45*
>> Jekal si sentiva morire. Aveva dolori in parti del corpo che non credeva
>> di avere... persino alla coda. Era riuscito a reggere tutto quel peso solo
>> grazie a Mariucci che era apparso all'improvviso accanto a lui. Dopo quelle
>> che sembravano ore, ma che in realtà erano solo pochi minuti, il capo
>> ingegnere e il suo pupillo erano intervenuti aiutandoli a riaddirizzare
>> l'argano mentre Rekon sbraitava al comunicatore che i motori erano di nuovo
>> online.
>> Appena il peso era sparito si era accasciato a terra senza nemmeno il
>> fiato per parlare. Da quella posizione vedeva solo piedi che si muovevano
>> ovunque ma non gli importava molto, la nave era salva per il momento e lui
>> aveva finalmente sfogato tutta la sua rabbia.
>> Qualcosa si mosse nel suo campo visivo. Era un marinaio bajoriano salito
>> in sostituzione da DS16. Non ricordava il nome, ma non gli piaceva il suo
>> odore. Era accucciato vicino ad un condotto del plasma, una sezione che non
>> centrava niente con il guasto che avevano subito. La cosa che lo
>> insospettiva era che sembrava muoversi furtivo... qualcosa non andava.
>> Cercò di chiamare qualcuno ma era sfinito. Riusciva a malapena a muovere un
>> braccio, l'altro sembrava essere inutilizzabile. Un paio di volte arrancò
>> per afferrare le uniche gambe che aveva a portata di mano, non importava di
>> chi fossero, ma sentiva l'urgenza di dirlo a qualcuno. Afferrò il pantalone
>> della divisa ma l'uomo che li indossava non sembrò interessarsi a lui. A
>> mali estremi, estremi rimedi. Gli artigli di Jekal affondarono nel
>> polpaccio di Mariucci che si voltò a guardarlo. Un ultimo sforzo e il
>> caitiano gli indicò il sospetto.
>>
>> Mariucci per la prima volta da mesi non sentiva più il terrore
>> attanagliargli le viscere. Si rese conto che la vicinanza dei suoi colleghi
>> lo rassicurava. Si sentiva come un lupo in mezzo al suo branco. Sentiva che
>> era quello il suo posto, la morte poteva arrivare ovunque: sulla Marconi,
>> su DS16 e persino sulla Terra. Doveva solo decidere di affrontarla insieme
>> agli altri e lottare. La sola colpa della morte degli Allesto erano i loro
>> nemici, non era il destino, solo la follia. Lui poteva solo vivere e
>> godersi le cose belle e piangere le cose brutte. Avere paura si, ma non
>> provare quel terrore assurdo che l'aveva attanagliato fino ad oggi.
>> Il dolore alla gamba gli fece abbassare lo sguardo. Jekal gli aveva
>> infilato gli artigli nel polpaccio per richiamare disperatamente la sua
>> attenzione. Si domandava come quel caitiano riuscisse ancora a muoversi, il
>> Capo Rekon, che gli aveva dato un'occhiata mentre gli altri chiamavano
>> l'infermieria, aveva detto che doveva essersi strappato qualsiasi tendine o
>> muscolo che avesse in corpo per reggere quel tremendo peso da solo. Eppure
>> era li, quasi svenuto dal dolore che indicava in direzione opposta a dove
>> era concentrata l'attenzione di tutti.
>> Mariucci si voltò. Il nuovo marinaio, Jabin, un bajoriano silenzioso
>> salito a bordo da DS16 in sostituzione di alcuni membri dell'equipaggio,
>> stava armeggiando con i condotti al plasma in un'area in cui uno come lui
>> non doveva entrare e soprattutto in un momento come quello in cui il guasto
>> era altrove.
>> L'unica cosa che fece fu gridare un 'Ehi tu!', troppo stanco per fare
>> altro. Il bajoriano si voltò stringendo un cacciavite sonico e un piccolo
>> phaser fuori ordinanza. L'adrenalina iniziò di nuovo a pompare nel corpo di
>> Mariucci senza questa volta portarsi dietro anche il terrore. Con lucidità
>> osservò la mano armata di phaser puntare contro di lui, ma poi il traditore
>> sembrò cambiare idea e puntare verso la schiena del capo ingegnere. Il
>> giovane marinaio si buttò nel mezzo senza pensare sapendo di non aver la
>> forza di spostare la mole del grosso tellarite. Ormai è fatta si disse
>> guardando il ghigno del bajoriano.
>>
>> Il phaser volò via prima di sparare. Dal apparve dal nulla. rrivato
>> probabilmente con un ascensore secondario fuori vista, si era gettato nel
>> vuoto scavalcando la ringhiera. Atterrato come un gatto proprio davanti
>> all'uomo armato, aveva piroettato su se stesso colpendo con un calcio
>> l'arma che svanì fra i macchinari. Il bajoriano si gettò su di lui come una
>> furia colpendolo a sorpresa con un gancio di sospensione idraulico, ma fu
>> l'unica cosa che riuscì a fare prima che il capo della sicurezza lo
>> trasformasse in gelatina con due colpi ben assestati.
>> Mariucci sentì una mano sulla spalla e un grugnito di Rekon come
>> ringraziamento, poi si accorse che la sua gamba stava sanguinando
>> copiosamente e si accasciò a terra.
>> "Scusa..." borbottò Jekal accanto a lui. Mariucci sorrise e fece
>> spallucce "Per così poco?"
>>
>>
>> *Plancia - USS Marconi - 24/07/2395 Ore 12:50*
>> Xo poggiò la mano sulla spalla del giovane timoniere. Erano tutti e due
>> sudati come se avessero corso per dei chilometri. Era solo grazie alla
>> giovane andoriana se Charles aveva individuato forse l'unico oceano del
>> pianeta. Anche se lei aveva solo visto un riflesso del sole su quello che
>> sembrava uno specchio d'acqua, si sentiva come se avesse contribuito a
>> salvare la nave. Non si sentiva più impotente finalmente e l'idea di
>> rimanere in un magazzino polveroso fu accantonata.
>> Il giovane era riuscito a fare l'impensabile rallentando la nave il più
>> possibile prima che dalla sala macchine comunicassero il ritorno online dei
>> motori, ma ormai era troppo tardi per scampare alla gravità, seppur
>> ridotta, del pianeta. Con destrezza aveva fatto quanto poteva per
>> raggiungere l'oceano e far ammarare la mastodontica nave. Adesso stavano
>> lentamente inabissandosi ma sembrava che i guai, anche se non finiti,
>> fossero per il momento diminuiti.
>> Il comandante Keane continuava imperterrita a tenere la nave al sicuro
>> lottando con le unghie e con i denti. I sistemi di integrità strutturale e
>> gli scudi furono potenziati al massimo. Il Capitano sembrò disinteressarsi
>> della situazione passando subito ad altro, sicuro che il suo capo
>> operazioni avrebbe fatto quello che era necessario.
>> Dal era sparito senza che Xo se ne accorgesse e Durani sembrava annoiata
>> e in attesa di fare qualcosa. Charles guardava la mano che aveva sulla
>> spalla e il viso di Xo come se fosse la prima volta che vedeva
>> un'andoriana... o una donna qualsiasi.
>> "Sei stato eccezionale..." si sentì dire, come se volesse scusarsi per
>> aver pensato male di lui e volesse in qualche modo premiarlo per aver
>> salvato la nave.
>>
>> Il giovane avvampò come un faro nella nebbia.
>>
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