[Stml21] R: 18.03 - Riccardi - Il forte

Vanessa Reis Squirtaker vanessa_reis_squirtaker a outlook.it
Mer 20 Lug 2016 11:29:53 CEST


E dire che noi reduci della Marconi volevamo riposarci su DS 16 Gamma.. XD
Ottimo brano

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Tenente Durani della Casata di Kanjis
Ufficiale Tattico Capo
Deep Space 16 Gamma
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Da: Riccardi<mailto:riccardi.ds16 a gmail.com>
Inviato: martedì 19 luglio 2016 20:07
A: stml21 a gioco.net<mailto:stml21 a gioco.net>
Oggetto: [Stml21] 18.03 - Riccardi - Il forte

Ciao,

ecco il mio brano, spero che vi piaccia.

Nell'ultimo brano si parlava che la squadra di abbordaggio finiva in una
strana foresta ho volto ripartire da quì per la particolarità del posto
in cui sono finiti

Buona lettura!

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Foresta? Luogo e tempo non definiti

Riccardi si guardò intorno decisamente confuso. Era in una foresta. La
testa iniziò a giragli impedendogli di mettere a fuoco ricordi e
pensieri. Trattenne a stendo il vomito e il tremore alla mano destra.

Dopo alcuni minuti riuscì a riprendere il controllo di sé stesso.

Così com’era iniziata la brutta sensazione sparì di colpo lasciandolo
solo in quella strana foresta.

Alessandro provò ad attivare la comunicazione.

=^=Riccardi a Drillrush.=^=

Nulla.

=^=Riccardi a Vok.=^=

Nulla.

=^=Riccardi a squadra di abbordaggio.=^=

Nulla.

Nemmeno una voce di risposta, Riccardi guardò il comunicatore e notò che
qualcosa non andava… non funzionava.

Provò a usare il tricorder e il phaser ma nemmeno questi due componenti
funzionavano.

Rimasto senza tecnologia decise di utilizzare i suoi sensi per capire
deve si trovava.

Si avvicinò ad un albero e iniziò a osservare la corteggia. Il legno
sembrava autentico non sembrava replicato o olografico ma senza sensori
non era sicuro di cosa stesse vedendo. Attorno a lui c’era una
vegetazione abbastanza normale e anonima, di quella che si trova su ogni
pianeta di classe M. Una fitta flora composta da fiori, arbusti e
qualche sasso erano sparsi quà e là. Sembrava provenire da un clima
temperato ma Riccardi non poteva dire di più senza tricorder.

D’improvviso un rumore lo face trasalire.

Temendo un aggressore Riccardi afferrò un ramo e si preparò a difendersi.

Con la coda dell’occhio vide dei movimenti in un cespuglio. Impugnò
saldamente il ramo e si voltò di colpo pronto a difendersi contro un
eventuale assalitore.

Qualcosa gli si avvicinò e Riccardi sferrò un colpo.

Alessandro arrestò all’ultimo il ramo che si fermò a pochi centimetri
dalla testa di Drillrush.

“Siamo noi comandante.” Esclamò il Claire.

“Sì mi scusi.” Rispose Riccardi imbarazzato.

“Non si preoccupi.” Con quelle parole Drillrush
<http://www.starfleetitaly.it/starfleetitaly/fleetyards/DS16Gamma/main.php?include=curriculum.php&ufficiale=424>
mise fine alla discussione: “Dobbiamo capire dove siamo.”

“Sì comandante. Sembra una foresta e dal poco che sono riuscito a
identificare sembra reale ma senza il tricorder non posso dirle di più.”
Rispose Riccardi.

“Nemmeno il mio funziona.” Aggiunse Claire.

Riccardi si stava guardando intorno quando gli venne in mente una
domanda:” Prima ha detto noi… che cosa intendeva dire?”

Claire annuì e rispose: ”Ero svenuta, mi ha trovata il marinaio Deker.”

“Deker?” Riccardi era sempre più confuso: ”Ma lui si trova sulla stazione.”

“Vero ma si trova anche lui qui.”Claire indicò la direzione: “ Venga
andiamo da lui, si trova a poche decine di metri da quì.”

I due si incamminarono verso un piccolo sentiero in salita. Fecero
alcuni passi schivando alcuni rovi e piante quando Claire disse: ”E’ un
sentiero, sembra frequentato. Non molto ma sembra che qualcuno sia
passato di quà.”

Riccardi annuì rispondendo: ”Concordo ci sono rovi sul tragitto segno
che nessuno passa da molto ma non ci sono foglie e l’erba non è
ricresciuta sul percorso questo indica che qualcuno passa ogni tanto.”

Drillrush arrivò in piccola piazzola, fece per voltarsi per rispondere
al capo della sicurezza quando il gruppetto venne raggiunto da Deker.

“Comandante.” Esordì il giovane marinaio.

“Cosa ci fa qui Deker? Non era al controllo bagagli con Thomson?” Chiese
Riccardi.

“Sì signore ma poi è successo qualcosa e mi sono risvegliato qui… ho
vagato per alcuni minuti e ho trovato lei… cioè il comandante
Drillrush.” Fece rapporto il marinaio.

“Ha scoperto qualcosa?” Chiese il primo ufficiale.

“Sì… dovete venire a vedere.” Il marinaio iniziò a risalire la
collinetta e si mise a guardare.

I due graduati salirono e raggiunsero Deker il quale stava indicando un
punto in lontananza.

“Che cos’è?” Chiese Drillrush.

Davanti a loro a circa due chilometri si trovava una collina posta
esattamente davanti ad una valle che tagliava in due una catena
montuosa. In cima alla collinetta c’era una struttura artificiale. Era
orientata verso la valle come ad osservarla. La forma era quadrata e
aveva l’aria massiccia e robusta. Una serie di finestrone erano situate
nella sezione inferiore ad intervalli regolari. Una serie di finestre
più piccole erano situate nella zona superiore.

“E’ un forte… .”Riccardi non aveva dubbi: ”E’ un forte simile a quelli
che venivano costruiti sulla terra sei secoli fa… .”

Deep Space 16, Gamma, Plancia 09/06/2396 Ore 11:20

Keane stava ricevendo i primi rapporti dei sensori e le analisi non
erano buone.

“Capitano, mancano 27 membri dell’equipaggio.”

Shran puntò le antenne verso l’ufficiale alle operazioni e la raggiunse
con una serie di rapide falcate: ”Ha la loro posizione?”

“Nulla.” Keane era confusa.

“Come nulla?”

“Non rilevo proprio nulla… nessuna traccia residua, né cariche
elettrostatiche di teletrasporto o simili.” L’OPS richiamo le analisi
dei sensori: ”Ho condotto tutte le analisi che potevo eseguire con i
sensori di bordo ma nulla.”

Shran guardò i dati mentre Durani iniziò a parlare: ”Scudi alzati siamo
in allarme rosso.” Poi, dopo una breve pausa, riprese a parlare: ”Non
rilevo nulla sui sensori esterni… non c’è nulla di anormale.”

Shran guardò fuori tramite il visore. Lo spazio circostante alla
stazione era decisamente normale tranne che per la nave romulane che si
era inspiegabilmente fermata pochi minuti prima in concomitanza con la
sparizione delle 27 persone sulla passeggiata e della squadra di
abbordaggio.

“Capitano forse ho una teoria ma è molto azzardata.” Disse Kaene.
“Sfasamento quantico.”

“Che cosa?”

“E’ una specie di teletrasporto ma di più. E’ letteralmente far sparire
nel nulla le cose e soltanto cosa si vuole portare via.” Kaene aveva
l’attenzione di tutti e richiamò sullo schermo principale una serie di
dati: ”Immaginate che la materia venga assorbita da infiniti wormhole
infinitesimi in grado di assorbire una quantità di energia microscopica.”

“Questo potrebbe portar via le persone?” Chiese il capitano.

“E’ solo una teoria ma potrebbe essere quello che è successo.” Kaene
scosse la testa: ”Ma questa teoria è stata dimostrata come impossibile
da imminenti fisici interstellari. E’ una tecnica che potrebbe
funzionare in teoria ma in pratica è impossibile.”

“Quindi ci troviamo davanti a qualcuno che genera l’impossibile.”
Constatò il capitano.

Buio Luogo e tempo non definiti

Karanasi trovava in un buio così intenso da causarle la claustrofobia.
Una strana sensazione di paura e ansia la avvolse sommandosi alla
claustrofobia. Le mancò il fiato e le sembrò che le avessero appena
innalzato un muro a pochi micron dal suo volto impendendole ogni
ingresso d’aria.

Spinta dalla disperazione mosse le mani nel vuoto annaspando come se
stesse annegando. Quel gesto impulsivo e istintivo fu, però, la sua
salvezza: il rapido movimento delle braccia mosse una piccola quantità
di aria che entrò nei suoi polmoni calmandola leggermente.

Il suo respiro si fece più regolare e l’iperventilazione sparì di colpo.

Aveva quasi ripreso il controllo quando una forte fitta di dolore
avvolse la mano destra e del liquido caldo iniziò a colarle lungo
l’avambraccio. Qualcosa l’aveva appena ferita.

Furiosa si portò la mano ferita a sé e si tenne pronta a difendersi.

Non accadde nulla.

Dopo alcuni istanti portò avanti il braccio sinistrò come per tastare un
eventuale aggressore ma sentì soltanto il freddo provocato dal contatto
con qualcosa di metallico.

Per un brevissimo istante le emozioni che avevano assediata e le avevano
fatto perdere il controllo si interruppero permettendole di capire che
poco fa il suo braccio destro aveva colpito un oggetto metallico, molto
probabilmente un arma.

Ma poi la rabbia, una furia omicida cieca e totale tornò a impossessarsi
di Vok. Istintivamente afferrò l’oggetto metallico e, forse per fortuna
o soltanto per caso, lo impugnò per il manico e partì alla carica.

La sua parte razionale, logica e ingegneristica era ancora in lei ma
sembrava che fosse passata in secondo piano: viveva tutto come se fosse
in una specie di sogno in cui erano queste emozioni di odio e paura a
guidarla in quella folle e insensata carica nel buio. Molto
probabilmente, secondo la sua componente razionale, si trovava in una
stanza buia e si era ferita colpendo l’oggetto che ora teneva in mano il
quale, a giudicare dal peso e dal perfetto bilanciamento, doveva essere
un specie di spada.

La sua parte razionale intuì che la luce che era apparsa all’improvviso
era semplicemente una porta aperta si un’altra stanza illuminata ma le
emozioni di odio e terrore che guidavano Karana la fecero caricare la
luce con l’arma in pugno pronta a sventrare chiunque ci fosse dall’altro
lato.

Spazio - Da qualche parte – Contemporanea

“Sono bravi.” Ammise una voce.

“Concordo.” La voce due parlò pochi istanti dopo.

Poi arrivò la voce tre: ”Hanno capito come abbiamo fatto a portare via i
loro compagni.”

“Ma non possono ostacolarci e nemmeno uguagliare il nostro metodo.”
Precisò la voce due.

“Vero.” La voce tre disse solo poche parole per poi chiedere: “Dobbiamo
sospendere l’esperimento?”

“No procediamo.” Sentenziò la voce uno.

Deep Space 16, Gamma, Infermeria 09/06/2396 Ore 11:52

Jo’Trel stava osservando il dottor Sonx compiere l’autopsia su uno dei
romulani ritrovati sulla nave misteriosa. Si trovava dietro un vetro
protettivo e in silenzio osservava il medico federale lavorare.
L’ambasciatore romulano aveva richiesto che ci fosse uno dei suoi
ufficiali a presenziare all’autopsia di uno dei romulani ritrovati e
Jo’Trel, in quanto comandante militare, si offrì volontario.

Vide con quanta cura, precisione e, soprattutto, rispetto il dottore
stava operando e ne rimase profondamente colpito. Ogni romulano nasce e
vive con persone che gli ricordano che le razze della Federazione sono
nemici da combattere ma nemmeno il più ostinato nemico della Federazione
non avrebbe potutoobiettare nulla all’ottimo lavoro di Sonx.

D’improvviso il graduato romulano sentì una presenza dietro di lui.

“Capitano, la aspettavo.” Disse Jo’Trel.

Il capitano Shran si avvinò alla controparte dicendo: ”E io ero quasi
sicuro che lei sarebbe venuto ad assistere all’autopsia.” Poi
avvicinandosi al vetro e, scrutando all’interno, aggiunse: ”Come sta
andando?”

“Il dottore sta lavorando con cura e rapidità… .” Rispose il romulano,
poi voltandosi verso l’andoriano, disse: ”Una volta terminata l’autopsia
vorrei dare ai miei compagni defunti una degna sepoltura.”

“Certamente.”Shran rispose rapidamentecon una tale sincerità da
sorprendere la sua controparte che disse: ”Grazie… .” Ci fu un breve
silenzio poi il romulano aggiunse: ”E’ vero quello che dicono i primi
rapporti?”

“Sì.”

“Allora è vero si sono uccisi tra loro.” Jo’Trel fece un profondo
sospirocercò di assimilare la notizia.

“Lo spazio è un luogo vasto e misterioso… non sappiamo ancora cosa è
successo all’equipaggio romulano.” Shran cercò con quelle parole di
impedire al capitano romulano di trarre conclusioni affrettate.

“Già… .” Jo’Trel rimase alcuni istanti in silenzio poi aggiunse: ”La nave?”

“Sì è arrestata a distanza di sicurezzadalla stazione circa 30 minuti
fa.” Il capitano scollò le spalle e le antenne: ”Non sappiamo come ha
fatto a fermarsi i motori sono sempre rimasti inattivi durante la
decelerazione. Ora è in quarantena protetta dai raggi traenti. Ho fatto
teletrasportare un corpo per delle analisi.”

“Capisco.” Il romulano rimase pensieroso per alcuni secondi per poi
dire:” So che avete degli ufficiali dispersi e che alcune persone sono
state rapite dalla passeggiata.”

“Sì è vero.”

“Spero che li ritroviate sani e salvi.”

“La ringraz… .” Ma Jo’Trel riprese a parlare: “Ho fatto recuperare tutti
i dati della nave romulana sconosciuta… spero che vi possa essere
d’aiuto.” Detto ciò il romulano diede un d-padd all’andoriano.

“Grazie.”

“Non era materiale riservato.” Minimizzò Jo’Trel.

“Grazie per il suo aiuto.” Il capitano si voltò: “Bene, vado a darlo ai
miei ufficiali per analizzarlo.” Sharn fece per uscire.

“Certamente, se ha bisogno di me mi troverà qui.

Forte, ingresso Luogo e tempo non definiti

Dei due chilometri che lì separavano dal forte Riccardi ne passò almeno
uno ad osannare la costruzione ma arrivati all’ultimo chilometro decise
di non annoiare troppo il comandante Drillrush e il povero marinaio
Deker.Aveva fatto ciò anche per non pensare troppo a quella assurda
situazione in cui erano finiti e per non intaccare il morale della
truppa. Claire aveva capito il gioco e aveva tenuto banco all’ufficiale
della sicurezza cercando di distrarre Deker il quale stava patendo e
iniziava a dare segni di nervosismo.

Tuttavia il capo della sicurezza aveva ragione: la struttura, il forte
era un vero e proprio capolavoro dell’ingegneria militare. Era stato
costruito quasi certamente per proteggere e chiudere il passo alpino che
aveva davanti. Il complesso era solido, ben costruito e aveva ricevuto
costanti e accurati interventi manutentivi. Una serie di feritoie per
cannoni erano poste ad intervalli regolari e ognuna sembrava avere la
sua bocca di fuoco pronta a sparare. I finestroni erano posti ad
intervalli regolari e coprivano una rosa di 360 gradi. Una linea di
feritoie per moschetti o fucili era posta sopra i cannoni garantendo una
eguale copertura. L’unico ingresso era posto nella zona opposta alla
valle ed era accessibile soltanto attraverso una ripida e tortuosa
strada. Chiunque avesse voluto attaccare il portone avrebbe dovuto
percorrere la strada e si sarebbe esposto più volte al fuoco dei
difensori. A coprire il forte c’era un granissimo tetto con una
copertura di terra in grado di assorbire il tiro dell’artiglieria. Una
guarnigione di 200 uomini avrebbe potuto tranquillamente tener testa ad
un aggressore di 20000 uomini rimanendo asserragliata in quella
posizione strategica.

Il gruppo stava percorrendo la salita che conduceva all’ingresso del
forte. Avevano deciso che essendo l’unica costruzione artificiale
visibile era il primo luogo in cui avrebbero dovuto visitare in cerca di
indizi su dove si trovavano. Riccardi aveva proposto un approcciò più
cauto e di avvicinarsi al forte di nascosto ma Claire pensava che se gli
avessero scoperti avrebbero potuto scambiargli per aggressori per cui
optò per avvicinarsi in maniera più normale: alla vista del sole.

Avevano percorso la salita sotto un fortissimo sole che aveva affaticato
il gruppo assieme alla pendenza. Sia Claire che Alessandro si annotarono
mentalmente di fare più esercizi sul ponte ologrammi mentre Deker non
dava più segni di affaticamento anzi la salita lo aveva ricaricato nel
molare e ora era pronto ad affrontare l’universo intero.

Deker arrivò in cima alla salita per primo seguito a pochi passi di
distanza dai due ufficiali superiori. Fu quindi il primo a raggiungere
l’entrata del forte. Il marinaio osservo l’ingresso composto da un ponte
lavatoio e da un pesante portone aperto. Una serie di feritoie
proteggevano l’ingresso. Non c’erano soldati a guardia, o almeno, Derek
non ne vide.

Poi qualcosa attirò la sua attenzione: ”Venite a vedere… .”





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Ciao
Fabio


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Tenente comandante **0
Alessandro Riccardi
Ufficiale Tattico e Capo della Sicurezza
Deep Space 16,Gamma
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Comunicazione privata:

riccardi.ds16 a gmail.com

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"Sognatori, Plasmatori, Cantanti e Creatori"

cpt Sheridan, John J. Babylon 5

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