[Stml21] [18.02 - Drillrush - La nave vuota]

Maddalena vampitrill a gmail.com
Gio 16 Giu 2016 13:51:57 CEST


Ecco il mio brano. Spero vi piaccia ;-)
Non conosco ancora bene i personaggi, per cui se trovate qualcosa che 
calza poco ditemelo che provvediamo.

Maddy

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*Nave sconosciuta - 09/06/2396 ore 11.08*

**

Il portello non si aprì.

Il giovane ufficiale della sicurezza battè le palpebre stupito e tentò 
di nuovo.

Il portello rimase ostinatamente chiuso.

"Ah, Signore?"

Riccardi e Claire si voltarono nello stesso istante. Il ragazzo parve 
confuso solo per un istante poi si rivolse ad entrambi.

"Il portello è bloccato. Non riesco ad aprirlo."

"Bloccato?" Claire aggrottò le sopracciglia e gettò un'occhiata 
fulminante al portello come se la colpa fosse interamente sua. "Bloccato 
da cosa?"

Karana la sorpassò rapidamente e si avvicinò al portello mentre il 
giovane ufficiale si scansava. "I comandi non rispondono. E' strano, 
prima funzionava perfettamente." Si raddrizzò, gettandosi un'occhiata 
intorno.

"E' possibile che sia stato danneggiato mentre ispezionavamo la nave?" 
domandò il primo ufficiale. "Un calo di energia o qualcosa del genere. 
Dopotutto, la nave ha cent'anni."

Karana la guardò per un istante poi tornò a chinarsi sul pannello. 
Infilò le unghie sotto la lastra di copertura e la staccò dalla parete, 
esaminando rapidamente l'interno. "No, non sembra danneggiato. E' più 
come se qualcuno avesse inserito un codice di blocco."

"Ma la nave è deserta."

"Per questo è strano."

Riccardi, in piedi tra la squadra e il corridoio, fece segno ai due 
ufficiali della sicurezza di disporsi intorno al portello. "Forse la 
nave non è poi così vuota. Possiamo aprirlo manualmente?"

Karana annuì. "Se il sistema di apertura non è danneggiato..."

L'uomo si voltò appena, in modo da poter tenere d'occhio tutte le 
diramazioni del corridoio che confluivano in quel punto. La nave era 
sembrata completamente vuota ma il suo istinto gli aveva sin da subito 
trasmesso un fremito, una sorta di allarme rosso interno sviluppato in 
anni di vita nello spazio, relazioni con ferengi dediti al contrabbando 
e battaglie.

Qualcosa non andava, lo avvertiva come un formicolio dietro la nuca. 
Come quando ci si sente addosso lo sguardo di qualcuno. Si sentiva 
osservato, ecco, osservato dalle paratie, dai pannelli, dalle luci. E 
ora il portello rifiutava di aprirsi.

L'intera faccenda ricordava a Claire i film dell'orrore di pessima 
qualità che aveva visto in passato. Una vecchia nave che riappare dal 
nulla, completamente deserta, la presenza inquietante di un odio 
profondo avvertibile solo in via telepatica e ora i portelli che si 
rifiutavano di aprirsi come se la nave volesse trattenerli al suo 
interno. Mancava solo un bel fantasma. Anche un bambino agghiacciante, 
possibilmente pallido come un cadavere, sarebbe andato bene.

Claire estrasse il tricorder, mentre la Vok lavorava sullo sblocco 
manuale e Riccardi disponeva i suoi intorno a loro. Avviò una nuova 
scansione alla ricerca di forme di vita e ancora una volta non rilevò 
nulla. Lo chiuse con uno scatto del polso. C'erano decide di possibili 
spiegazioni del fatto che, se c'era davvero qualcuno a bordo, questi non 
fosse rilevabile. Era dall'età di otto anni che aveva un'opinione molto 
precisa su fantasmi e simili. Quello che la preoccupava era altro.

"Signore," cominciò parlando nel canale di comunicazione aperto con 
DS16. "Abbiamo un problema nel rientrare alla navetta. Non riusciamo ad 
aprire il portello."

=^= Un malfunzionamento? =^= La voce di Shran le arrivò chiara 
attraverso il comunicatore.

"Non lo sappiamo. E' possibile. Stiamo tentando di aprirlo manualmente, 
non dovrebbe volerci molto." Un'occhiata di Karana glielo confermò.

=^= Va bene. Avvertiteci non appena siete a bordo. Non abbiamo più molto 
tempo. =^=

"Sì, Signore."

Riccardi disse qualcosa, ma Claire non lo sentì. La sua voce venne 
coperta da un rumore metallico, forte e vicino, come una sbarra di 
metallo che batte su una ringhiera.

Tutti si zittirono e l'intera squadra si voltò nella direzione della 
svolta del corridoio da cui era arrivato il suono. Nessuno parlò.

Riccardi e Drillrush si scambiarono un'occhiata, poi l'uomo fece segno 
ai suoi di rimanere in posizione e si avviò silenziosamente verso 
l'angolo del corridoio.

Claire arretrò appena verso Karana e si chinò leggermente su di lei.

"Avverte qualcosa?" le domandò.

La donna, le mani ancora affondate nel pannello divelto, scosse la testa.

Riccardi continuò ad avanzare. Anche a lui tutta la faccenda ricordava 
nettamente un film dell'orrore. E le leggi che regolano l'andamento 
degli eventi nelle astronavi fantasma da incubo impongono che la 
scoperta della fonte del rumore sia un momento di orrore assoluto. Lui 
non credeva davvero che dietro l'angolo ci potesse essere un fantasma, 
uno zombie o un'entità demoniaca. Ma non escludeva affatto che ci 
potesse essere comunque qualcuno deciso ad ucciderlo. Si appiattì contro 
la parete, il phaser in pugno. Prese un respiro profondo. Fece un passo 
avanti.

Non c'era nulla. Il corridoio era perfettamente deserto e assolutamente 
identico a quando lo avevano percorso in direzione opposta per tornare 
al portello. Si concesse un sospiro e si rilassò appena, voltandosi per 
tornare indietro. Fu allora che sentì l'urlo.

*Nave sconosciuta - Contemporaneamente*

Karana riprese a respirare, tossì sul pavimento e aprì gli occhi. 
L'ondata di emozioni era stata così forte e improvvisa che, malgrado il 
suo addestramento, non aveva reagito in tempo. Era stata letteralmente 
sopraffatta, sommersa come da un fiume in piena.

Aveva sentito un rumore di passi, un urlo, poi più nulla.

Con calma si mise a sedere e si guardò intorno. Si trovava ancora in 
corridoio, accanto al portello di accesso, sempre chiuso. Non c'era 
nessun altro, o almeno nessuno che lei potesse vedere o percepire. 
L'unica cosa che avvertiva era l'ondata d'odio che l'aveva sommersa così 
violentemente, ora affievolita e decisamente più sopportabile, ma ancora 
presente.

Drillrush, Riccardi e i due uomini della sicurezza avrebbero dovuto 
essere lì, ma non c'erano.

Karana si alzò in piedi e si guardò intorno, in cerca di una traccia, un 
qualsiasi indizio su dove potessero essere finiti i suoi compagni. Non 
riusciva a immaginare il motivo per cui potessero esserne andati di loro 
spontanea volontà, lasciandola sola. Ma su quella nave non c'era 
nessuno. E se anche ci fosse stato qualcuno, per quale motivo lei era 
rimasta lì?

Prese il tricorder e avviò una scansione cercando forme di vita umane.

Non trovò nulla.

*DS16 - Sala controllo - Contemporaneamente*

Shran protese le antenne verso lo schermo su cui era ancora inquadrata 
la nave romulana.

Il rapporto del suo primo ufficiale non lo aveva colto di sorpresa. Il 
canale aperto gli aveva consentito di ascoltare la metà della 
conversazione pronunciata dalla Drillrush e la risposta di Riccardi, 
mentre la parte della Vok era risultata bassa e incomprensibile 
attraverso il canale.

Non lo aveva sorpreso, tuttavia lo aveva preoccupato. Voleva la squadra 
di sbarco fuori dal vascello il prima possibile così da poter agganciare 
la nave con il raggio traente e metterla in sicurezza al più presto, 
qualunque cosa fosse accaduto e qualunque cosa fosse rimasta a bordo.

Continuò ad ascoltare le voci che venivano dall'altro capo, finchè 
improvvisamente tacquero tutte.

L'andoriano drizzò leggermente le antenne. Il silenzio si prolungò per 
qualche minuto e anche Durani alzò la testa dalla sua consolle. Lei e la 
Keane si scambiarono un'occhiata, ma Shran resistette all'impulso di 
chiedere un rapporto. Naturalmente se si fosse verificata la necessità 
di non fare rumore la Drillrush avrebbe semplicemente escluso il canale 
dalla sua parte, ma qualcosa, forse un istinto improvviso, lo indusse 
comunque a tacere. Gli altri presenti lo imitarono. Nessuno disse nulla, 
in attesa.

Poi, qualcuno dall'altra parte urlò.

"Rapporto!"

Non ricevette risposta. Si voltò automaticamente verso Durani e la 
Keane. "Tirateli fuori."

Il suo sguardo tornò allo schermo. "Drillrush, rapporto!"

Era stata lei ad urlare? A Shran era parso di sì, ma non ne era certo.

"Signore, abbiamo perso il segnale!" Le dita di Durani si mossero 
rapidamente sulla consolle nel tentativo di ripristinare il collegamento.

"Anche qui, non riesco ad agganciarli." Tara fece una pausa, osservando 
sconcertata i propri dati.

"Signore," si inserì Durani. "Non rilevo più i segni vitali della squadra."


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