[Stml21] [T'Lani - 19.07] - Stallo

Capitano Shran cap.shran a gmail.com
Ven 17 Nov 2017 08:53:13 CET


Bellissimo! Come sempre!!
Grazie Elena!

Ileana

Il 17 nov 2017 01:27, "Elena Fuccelli" <mf9115 a mclink.it> ha scritto:

> Ecco il mio pezzo. Scusate il ritardo!
>
>
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>
> INIZIO TRASMISSIONE
>
> ---------------------
>
>
> Deep Space 16 Gamma – Studio del capitano - 30 giugno 2397 - ore 5:38
>
> Shran si passò una mano sugli occhi, tentando inutilmente di scacciare la
> stanchezza che sentiva pesargli addosso. Sarebbe dovuto andare a dormire,
> pensò. Dopo un po' di riposo, forse sarebbe riuscito a tirare fuori una
> qualche soluzione da quell'immane casino. Non se lo poteva permettere,
> naturalmente. Che cosa avrebbero detto gli ammiragli della Flotta Stellare,
> se il comandante della Base Stellare fosse stato a dormire proprio nel
> momento in cui fuori stava scoppiando una battaglia?
>
> Si alzò, andando a guardare fuori dall'oblò, ma dal lato dove si trovava
> il suo studio non poteva vedere le navi della Nuova Alleanza che ormai da
> ore si puntavano le armi le une contro le altre. La sezione tattica gli
> aveva riferito che, delle quindici navi spuntate fuori dal passaggio
> dimensionale dell'altro universo, otto avevano puntato le armi contro altre
> sei, mentre l'ultima nave – quella di Valena – era rimasta all'attracco, in
> apparenza indifferente alla tensione armata delle altre. Solo in apparenza:
> in realtà, dall'ammiraglia stavano partendo migliaia di messaggi, rivolti
> sia alle sei navi fedeli che alle otto ribelli. L'unica differenza era che
> queste ultime non rispondevano ad alcun appello di Valena. Nemmeno a quelli
> federali o delle altre razze presenti, peraltro.
>
> Era maledettamente frustrante, pensò Shran, Le navi rimanevano immobili,
> con le armi puntate e gli scudi alzati, di fronte ai sensori della sua
> Base. Immobili e pronte a spararsi addosso. E lui non poteva fare niente.
>
> “Perché non posso fare niente? - aveva detto all'ambasciatrice
> vulcaniana, quando si erano ritrovati nel suo studio, alla fine
> dell'incontro con Valena – Lo spazio attorno alla Base Stellare 16 Gamma è
> di competenza federale. Posso ordinare alle navi aliene di deporre le armi
> e sottoporre qualunque controversia tra di loro ad un arbitrato federale.”
>
> “Fa parte dei suoi poteri – aveva riconosciuto T'Lani – Ma il potere che
> si esercita non può permettersi di mostrare i propri limiti senza mostrare
> anche i propri punti deboli. Il limite del potere federale in questo angolo
> di Galassia è che siamo molto lontani dalla madrepatria. Una forza militare
> di appoggio, in caso le navi della Nuova Alleanza si ribellassero
> all'ordine di cedere le armi, non potrebbe essere qui che fra alcuni
> giorni. Io non sono una esperta militare, comandante. Me lo dica lei:
> considerando che quasi sicuramente i Klingon e i Romulani deciderebbero di
> non assisterci, le sole difese della Base potrebbero durare fino all'arrivo
> delle navi della Flotta Stellare?”
>
> Shran aveva scrollato la testa. Le navi dell'Alleanza erano pesantemente
> armate.
>
> “Ma la nostra passività non sarebbe ugualmente una dimostrazione di
> debolezza?”
>
> “Naturalmente - La vulcaniana si era alzata, stirandosi con le mani le
> pieghe della veste – Non fare niente a lungo andare ci farebbe sospettare
> di codardia... Ma sono abbastanza convinta che sia nelle stanze della
> delegazione Klingon che in quelle della delegazione Romulana in questo
> momento stiano dibattendo su quale vantaggio potrebbero tirare fuori da una
> dimostrazione di debolezza da parte nostra. Procrastinare l'azione li
> lascerà almeno per qualche tempo in dubbio su quale tipo di provvedimento
> prenderà la Federazione... Soprattutto considerando i problemi etici che la
> proposta di Valena ci ha presentato. Proposta su cui devo fare rapporto al
> Consiglio della Federazione”
>
> Aveva chinato leggermente la testa in gesto di commiato, quindi si era
> girata verso la porta. Shran l'aveva richiamata:
>
> “Vuol dire che appoggerà la proposta? Ci ha chiesto di far tornare i
> maschi della sua specie alla schiavitù!” - aveva esclamato. Con sua
> sorpresa, aveva sentito un sospiro:
>
> “Ci sono alcune cose che mi hanno lasciato perplessa, nel racconto di
> Valena e che mi piacerebbe approfondire.” - Non si era voltata verso di lui.
> Era come se stesse parlando a sé stessa – Quello della schiavitù della
> parte maschile della sua razza è solo uno degli elementi. Per esempio: Chi
> c'è al comando dei ribelli? Ha parlato di molte razze. Ad una di queste
> deve appartenere il cefalopode che è stato trovato morto... Vuol dire che i
> ferormoni delle femmine della sua razza avevano avuto effetto anche su
> altre razze? La mutazione genetica di reazione ai ferormoni si è
> sviluppata all'incirca contemporaneamente in tutte le razze presenti a
> bordo? Ha raccontato che sono arrivate qui con quindici navi delle
> cinquanta con cui sono partite. Perché su queste otto navi si sono
> ribellati solo adesso, quando avrebbero potuto allontanarsi dal convoglio
> della Nuova Alleanza insieme agli altri che hanno pure abbandonato la
> regina? Che cosa è cambiato? Il controllo delle femmine si è allentato
> all'improvviso solo quando sono entrati in questo Universo? Come mai allora
> gli equipaggi delle altre navi sono riusciti ad allontanarsi prima?” -
> aveva scosso la testa, come per scacciare via le domande.
>
> “C'è qualcosa che ci sfugge“ - aveva concluso Shran. T'lani si girò a
> guardarlo, finalmente:
>
> “Infatti. Non possiamo agire finché non avremo compreso di che cosa si
> tratta. O di chi si tratta...“
>
> Poi, era andata via, lasciando Shran alla sua stanchezza e alla sua
> frustrazione.
>
>
>
> Deep Space 16 Gamma – Sala comando - 30 giugno 2397 - ore 5:50
>
>
> “Un qualche tipo di messaggio telepatico?” - fece Riccardi perplesso.
>
> “Non mi crede?” - reagì Durani.
>
> “Certo che si!” – disse Riccardi.
>
> La sala comando era in piena attività. L'allarme aveva tirato giù tutti
> gli ufficiali dai loro turni di riposo – quelli che avevano potuto
> riposare, data la situazione a bordo. Lei compresa, naturalmente. Durani ne
> aveva approfittato per informare a bassa voce Riccardi dell'esperienza
> avuta nel proprio alloggio.
>
> Il primo ufficiale era in piedi di fronte allo schermo, impegnata ad
> osservare le navi in stallo. La klingon scommise tra sé che Claire
> Drillrush ormai avrebbe potuto dare un nome alle navi della Nuova
> Alleanza dalla loro posizione. Un sottoposto si avvicinò a Durani con un
> dipad in mano. La donna accettò di siglare la nota dopo appena un'occhiata.
> Il report diceva che tutti i sistemi della Base erano stati messi in
> allarme. Gli scudi della Base erano in perfetta efficienza... Cosa che
> sapeva bene, visto che lei stessa aveva revisionato gli schemi poche
> settimane prima. Il report non diceva però che alla più superficiale
> delle valutazioni tattiche era evidente quanto armate fossero quelle
> navi, in rapporto alle difese della Base Stellare 16 Gamma.
>
> “Se la Base esce in buono stato da questa situazione, dobbiamo preparare
> un piano per implementare la difesa” - borbottò Durani – Non possiamo
> sempre fare affidamento sulle navi delle delegazioni diplomatiche”
>
> Il sottoposto si allontanò. Riccardi tornò a parlare:
>
> “So benissimo che lei non inventerebbe mai una storia del genere. Nella
> galassia ci sono un mucchio di specie che usano la telepatia... E in nessuna
> specie, purtroppo, mancano i criminali. Il fatto che le abbia mostrato
> quelle immagini mi fa pensare che voglia essere fermato, in qualche modo.
> Mi piacerebbe che a bordo ci fosse ancora un consigliere...”
>
> “Perché?” - domandò la donna.
>
> “Se il killer vuol essere trovato, vuole essere fermato... Potrebbe voler
> dire che c'è alla base un qualche tipo di disturbo psichiatrico, forse derivato
> proprio dall'esperienza violenta che le ha mostrato. Un consigliere
> potrebbe darci qualche indizio su come comportarci con lui. E, se vuole
> veramente essere fermato, potrebbe dirci come accontentarlo in fretta,
> prima che uccida di nuovo!”
>
> “Avete provato a chiedere un parere al dottor Sonx?”-
>
> Durani sussultò. Non si era accorta che l'ufficiale scientifico si era
> avvicinato.
>
> “Scusate se ho origliato” - disse il tenente comandante Roberts.
>
> “Il dottor Sonx è uno xenobiologo – fece notare Riccardi – Non un
> consigliere”
>
> “Ha però almeno una conoscenza di psicologia. E in quanto xenobiologo,
> dovrebbe avere nel suo database i dati medici di tutte le specie che hanno
> delle capacità telepatiche”
>
> “Potrebbe essere un'idea... - disse Durani – Preparazione in psicologia o
> no, il dottore potrebbe aiutarci a selezionare le specie con le
> caratteristiche che ho visto nelle immagini telepatiche che mi sono state
> trasmesse. Sarebbe un punto di partenza per trovare il killer”
>
> Riccardi esitò:
>
> “Se il killer è arrivato con le navi della Nuova Alleanza, non vedo
> proprio come le caratteristiche della sua specie possano essere già nel
> database medico della Flotta Stellare.” - obiettò.
>
> Durani si staccò dalla sua consolle:
>
> “Voglio fare comunque un tentativo. Se non altro, non si tratta di stare
> qui a guardare lo spazio e aspettare che quelli – puntò il dito verso lo
> schermo – decidano di spararsi addosso... E magari sparare addosso anche a
> noi.”
>
> Richiamò il sottoposto ad occupare la sua consolle, quindi si diresse
> verso il turboascensore.
>
> La raggiunse l'ufficiale scientifico:
>
> “Vengo con lei – disse – Qui non ho niente da fare. Tanto vale che
> l'aiuti nella sua caccia all'assassino”
>
> Durani assentì. Dopo pochi minuti, sbarcarono di fronte all'infermeria. Un
> assistente li indirizzò verso una porta dai vetri oscurati. Il dottore era
> chino su un corpo informe disteso su un bioletto. Si rizzò, sentendoli
> entrare:
>
> “Oh... A quanto pare sono stato beccato sul fatto!”
>
> I due ufficiali si avvicinarono. Il corpo informe appariva aperto a metà,
> con una pelle quasi liquida scostata ai lati dell'ampia ferita, che si
> allungava fino a raggiungere i tentacoli.
>
> “E' il cefalopode! Quello morto all'attracco!” - esclamò Durani.
>
> “Gli sta facendo un'autopsia? Senza autorizzazione?” - domandò Ramar.
>
> “Certo che no! - ribatté il dottore. Si alzò, andando a sciacquarsi le
> mani nel lavello – Conosco la legge, sapete? So benissimo che è vietato
> interferire nei riti di morte di razze aliene, soprattutto quando fanno
> parte di missioni diplomatiche.” - prese una salvietta e si strofinò con
> cura - “Quindi, ho obbedito quando mi hanno ordinato di riconsegnare il
> corpo alla nave della nobile Valena. Solo che prima di consegnarlo, ne ho
> fatto una scansione molecolare” - si strinse le spalle.
>
> “Anche quello è proibito. E' personale diplomatico” - fece notare
> l'ufficiale scientifico.
>
> “Allora sarà meglio eliminare le prove, no?” - tornò verso il bioletto ed
> allungò una mano. Il bioletto si spense e con lui scomparve il corpo del
> cefalopode.
>
> “Voilà!”
>
> “Non capisco - disse Durani – Che senso ha fare l'autopsia ad un
> ologramma?”
>
> “Non si trattava di un semplice ologramma – rispose Ramar, andando a
> sedersi su uno sgabello - Il nostro dottore ha fatto una scansione
> molecolare del corpo. L'ologramma ha ricostruito non solo l'apparenza, ma
> una copia fedele del corpo. So che è una pratica medica abbastanza
> frequente. Gli aspiranti chirurghi provano e riprovano le tecniche su
> olografie di corpi prima di effettuare una operazione su un paziente
> vivo... E' esatto?”
>
> Dalamar Sonx assentì:
>
> “Esatto. Come in un simulatore di volo. Il protocollo è stato introdotto
> di recente, ma adesso nessun chirurgo può avvicinarsi ad un paziente vivo
> se non ha fatto almeno una cinquantina di volte la stessa operazione su un
> paziente olografico"
>
> “Buono a sapersi. E' rassicurante, tutto sommato. - commentò Durani – Ma
> a che cosa è servito? A rischiare una denuncia?”
>
> Il sorriso sul volto del dottore si allargò:
>
> “Forse potrei aver trovato qualcosa di interessante. Molto interessante,
> anzi. Ma dicendovela, vi renderei complici.”
>
> “Se può aiutarci in questa situazione, ci sto” - disse l'ufficiale
> scientifico, e guardò verso Durani. Il dottore la fissava sornione.
>
> “E va bene. Che cosa ha scoperto, dottore?”
>
> Il dottore tornò al bioletto e lo riaccese. Il corpo del cefalopode
> riapparve intatto, come era stato ripreso nel corridoio. Modulò l'ologramma
> e la pelle si fece trasparente, denudando il cranio dell'essere. Quindi,
> girò l'immagine, illuminando la parte occipitale, nel punto in cui si
> dipartiva un ganglio nervoso. Ramar si rialzò e si accostò al letto,
> affascinato.
>
> “Lo vedete?”
>
> “Cosa?” - domandò Durani.
>
> “Qui” - il denobulano allargò l'immagine, fino a rendere il ganglio
> nervoso grande come un pugno. Finalmente, anche Durani vide quello che il
> medico le stava indicando. Al centro del ganglio, sotto la potente luce del
> bioletto, brillava una scheggia metallica dai bordi regolari, di forma
> esagonale. Il medico ampliò ancora la visuale della zona. Dai bordi
> dell'esagono partivano leggeri filamenti che si infiltravano tra le fibre
> nervose scomparendo all'interno:
>
> “Cos'è? Una placca? Un microchip?”
>
> “E' più complicato di un comune microchip. Si tratta di un congegno,
> piazzato nella zona del cervelletto. Escludo che quel congegno servisse
> per motivi medici: non c'è nella zona alcuna traccia di lesioni che lo
> giustifichino. Non posso esserne sicuro al cento per cento, ma credo che
> servisse a controllare il comportamento del nostro amico morto”
>
> “Controllare? - esclamò Ramar – Vuol dire che era come teleguidato?”
>
> Il dottore annuì con forza.
>
> “Questo spiegherebbe il grido di aiuto - disse Durani – Il grido
> telepatico che ho sentito. Se la creatura fosse stata consapevole di
> essere teleguidata, e non le fosse possibile impedire quello che il suo
> corpo stava facendo, avrebbe di sicuro cercato aiuto... Nel solo modo in
> cui poteva. Con la sua telepatia”
>
> “Come potrebbe essere stato impiantato quel congegno nel cervelletto
> dell'alieno?” - domandò l'ufficiale scientifico.
>
> “Non ho trovato tracce di operazioni chirurgiche. Nessuna aderenza,
> nessuna cicatrice. E' come se il congegno fosse stato teletrasportato
> dentro il suo corpo, con precisione millimetrica.”
>
> Il dottore spense di nuovo il bioletto. L'alieno scomparve.
>
> “Dottore... Crede che lui sapesse di avere dentro quel congegno? -
> domandò Ramar – Pensa che possa esserselo fatto impiantare volontariamente?”
>
> “Non lo so. Non posso saperlo. Ma non può esserselo impiantato da solo.
> C'è sicuramente qualcuno che sapeva... E che lo ha usato.”
>
>
> --------------------------
>
> FINE TRASMISSIONE
>
> -------------------------
>
>
> Il polipo era un manchurian candidate...  ^_______^
>
>
> Ciao! ;-D
>
> Elena
>
> --
>
> "Ambasciatrice T'Lani" - Deep Space 16 Gamma
>
> ICQ 33856678
>
>
>
>
>
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