[Stml21] [19.03 - Ramar Roberts- Il Caos e il fantasma dal mantello nero]

Riccardi riccardi.ds16 a gmail.com
Mer 13 Set 2017 20:41:29 CEST


Ciao,
ottimo brano complimenti!!

Il 08/09/2017 08:40, Ramar Roberts ha scritto:
> Io un'idea precisa ce l'ho, ma per non influenzare le decisioni di nessuno,
> mi chiudo in silenzio stampa;)
> Grazie Franco per i complimenti, fanno sempre piacere;)
>
> Il 7-set-2017 20:16, "Monica Miodini" <hannadegliiapigi a hotmail.it> ha
> scritto:
>
>> Accidenti chi è questo losco figuro con tanto di mantello nero  ?
>> Brava
>>
>> Ottieni Outlook per Android <https://aka.ms/ghei36>
>>
>> ------------------------------
>> *From:* Stml21 <stml21-bounces a gioco.net> on behalf of Ramar Roberts <
>> robertsramar a gmail.com>
>> *Sent:* Wednesday, September 6, 2017 3:51:00 PM
>> *To:* Deep Space 16 Gamma
>> *Subject:* [Stml21] [19.03 - Ramar Roberts- Il Caos e il fantasma dal
>> mantello nero]
>>
>> Ecco il nuovo brano, spero vi piaccia, fatemi sapere e
>>
>> Buona lettura
>>
>> Marika.
>>
>>
>>
>>
>>
>> 29/06/2397 – DS16 Gamma – Settore Alfa 5 – ore 22.05
>>
>>
>> Al primo grido mentale, se ne aggiunse un secondo, che questa volta colpì
>> le orecchie dei due federali. Quest’urlo di soccorso echeggiò per l’intero
>> corridoio e il fatto che nessuno sembrasse udirlo oltre il Tenente Durani e
>> il Caitiano, dava alla situazione qualcosa di irreale e distorto, alla
>> stregua di un brutto, bruttissimo incubo. Cosa che rendeva la situazione
>> ancora più inquietante era proprio il fatto che nessuno si era reso conto
>> di che cosa stava realmente accadendo in prossimità dell’astronave aliena.
>>
>> Mentre il Caitiano squadrava questa volta con orrore i corpi dei
>> guardiamarina privi di vita al suolo, come se tutto quel gridare avesse
>> risvegliato in lui una paura primordiale, Durani, felice che il suo sesto
>> senso non l’avesse tradita, sfoderò il phaser, lanciandosi in avanti per
>> prestare soccorso alla misteriosa vittima e nel mentre intimò al Caitiano
>> di dare immediatamente l’allarme e di chiamare rinforzi.
>>
>> Lasciandosi alle spalle il frastuono assordante del segnale di pericolo
>> che risuonava per tutta la stazione, le grida concitate e i rumori dei
>> passi, il cui rimbombo si faceva sempre più forte, Durani decise, o meglio
>> agì, pensando che, se si fosse fermata per aspettare i rinforzi, per quel
>> poveretto non ci sarebbero state speranze; così, arrivando in prossimità
>> della porta del corridoio, si sporse per cercare di capire chi o che cosa
>> avesse architettato con tanta precisione e accuratezza un piano così
>> elaborato da essere riuscito a passare inosservato fino a quel momento, con
>> tanto di codice di allerta giallo valente in tutta la stazione.
>>
>> Ciò che vide non la lasciò così sorpresa: qualcuno con una specie di lungo
>> mantello nero, servendosi di una presa che non aveva mai visto, aveva posto
>> fine alle sofferenze di un giovane Guardiamarina da poco arrivato sulla
>> stazione, che si accasciò al suolo come una marionetta a cui avessero
>> tagliato tutti i fili. L’uomo, o la donna, era di un’agilità impressionante
>> e si spostò rapidamente e senza alcuna remora per aver lasciato tante
>> briciole di pane sanguinanti e in bella vista verso il portellone di
>> attracco della nave aliena, senza curarsi di guardarsi intorno,
>> probabilmente sicuro/a del piano da lui/lei messo in atto.
>>
>> Ma ci voleva ben altro per sorprendere un Klingon: Durani uscì, puntando
>> con decisione il phaser sull’intruso e urlando un “Fermo!” tanto perentorio
>> e autoritario che avrebbe fatto trasalire chiunque fosse stato colto in
>> fragrante durante qualsivoglia misfatto.
>>
>>
>>   A quanto pare non era così per il nemico che ora si trovava a
>> fronteggiare: con un’innaturale tranquillità si voltò mentre era
>> impegnato/a a manomettere il portellone d’attracco, con l’unica apparente
>> preoccupazione di calcarsi il cappuccio nero sul viso per salvaguardare la
>> propria identità. A Durani era capitato altre volte di trovarsi in una
>> situazione simile, ma di sicuro non di avere davanti qualcuno che, colto in
>> fragrante, si mettesse a sogghignare con tanta sicurezza; la cosa finì per
>> urtarle i nervi, impostò il phaser su stordimento e si preparò a colpire
>> l’intruso, ma a quanto pare non fu così veloce, o almeno non abbastanza
>> rispetto alla losca figura che si trovava davanti. L’inquietante avversario
>> sfoderò un phaser a sua volta, colpì il soffitto, dove un tubo penzolava
>> pericolosamente: Durani capì troppo tardi di essere caduta in una trappola.
>> Il tubo la colpì e sentì la testa sbattere al suolo violentemente.
>>
>> Stesa supina, cercò di voltare la testa verso l’assalitore con tutte le
>> proprie forze e udì, come se fossero lontani anni luce, Riccardi e i suoi
>> uomini mentre si apprestavano ad imboccare l’entrata del corridoio. La
>> figura longilinea avvolta dal mantello nero si voltò un attimo verso la
>> fonte delle grida concitate: non sembrava spaventato, sembrava solo
>> valutare il dar farsi. Dopo pochi attimi la figura cominciò a correre in
>> direzione opposta alla provenienza delle urla e, prima di perdere i sensi,
>> Durani avrebbe giurato di aver visto delle orecchie a punta spuntare da
>> sotto il cappuccio che inevitabilmente, durante la fuga, era scivolato dal
>> volto del proprio assalitore. L’ultima cosa che udì fu nuovamente quel
>> disperato e angoscioso grido mentale, che non smise di risuonarle nella
>> testa finchè non chiuse gli occhi.
>>
>>
>>
>> 29/06/2397 – DS16 Gamma – Sala Ologrammi 1 – ore 22.07
>>
>> Quando l’allarme cominciò a squillare, la sala dove si svolgeva la serata
>> di gala fu colpita, metaforicamente parlando, da un fulmine a ciel sereno.
>> A causa della presenza del campo di distorsione nel settore Alfa 5, nessuno
>> aveva udito il mentale grido di soccorso; pertanto nella sala ologrammi
>> sguardi attoniti saettavano per tutta la stanza, dove, per un momento che
>> parve un’eternità, regnò un senso di paralisi generale, rotto dal suono del
>> ricevitore del Capitano Shran.
>>
>> =^= Capitano, qui Riccardi=^=.
>>
>> La voce del capo della sicurezza arrivava spezzata, affannosa, cosa che
>> non prometteva niente di buono.
>>
>> =^=Qui Shran, Riccardi cosa sta succedendo? =^=.
>>
>> =^= Signore, abbiamo ricevuto una richiesta d’intervento immediato nel
>> settore Alfa 5, in prossimità dell’astronave aliena; so solo che sono stati
>> trovati cadaveri dei nostri =^=.
>>
>> Shran era sempre stato dotato di un grande autocontrollo, ma per un
>> momento fece fatica a capire cosa stesse accadendo; era una vera e propria
>> bomba che era esplosa senza alcun preavviso, nonostante tutte le
>> contromisure prese per evitare una probabile esplosione.
>>
>> =^= Sappiamo inoltre che sul posto c’è il Tenente Durani, ma non risponde
>> al comunicatore … =^=  .
>>
>> Dall’ apparecchio giungevano i suoni acuiti dei passi della squadra di
>> sorveglianza guidata dal capo della sicurezza a cui, dopo un minuto, si
>> sommò un “Inseguitelo!” che poco lasciava all’immaginazione.
>>
>> =^=Capitano, mandi qui immediatamente Sonx! Il Tenente Durani necessita di
>> immediata assistenza! =^=.
>>
>> Ripresosi, Shran si rivolse a Sonx: “Dottore non ha sentito? Vada
>> immediatamente con il suo staff al settore Alfa 5!”.
>>
>> Sonx sparì in poco tempo, allarmato da quanto udito da Riccardi. Shran
>> chiamò il vice capo della sicurezza, contento che almeno lui non fosse
>> impegnato nel misterioso inseguimento e gli diede ordini ben precisi: gli
>> disse di condurre gli ambasciatori e i loro staff alle corrispondenti
>> ambasciate, di lasciare i loro nuovi ospiti nella stanza del gala
>> debitamente sorvegliati, di confinare fino a nuovo ordine tutti i civili
>> nei loro alloggi, il tutto servendosi al meglio degli uomini che gli erano
>> rimasti a disposizione. Mentre il vice capo eseguiva gli ordini e gli
>> ambasciatori uscivano dalla stanza scambiandosi occhiate di reciproca
>> curiosità che rasentavano il fastidio, Shran, fiero della propria capacità
>> di prontezza, si rivolse ai propri ufficiali presenti:
>>
>>   “Keane, Roberts radunate i vostri rispettivi uomini, prendete le
>> attrezzature per effettuare le analisi del caso e raggiungetemi il più
>> velocemente che potete; Drillrush, si rechi in sala comando, dichiari
>> l’allarme rosso e faccia in modo che nessuna nave lasci la stazione. Io
>> intanto cerco di capire che cosa accidenti sta succedendo, sbrigatevi!”.
>>
>> I tre, pur nello sconcerto generale, scomparirono in un attimo; c’era un
>> contrasto stridente fra l’urgenza della situazione, seppur non ancora
>> totalmente nota, e i vari smoking e abiti da sera che si dissolvevano
>> sempre più velocemente, man mano che la situazione, da onirica, si
>> prospettava come una probabile e futura tragica realtà. Shran, nel
>> precipitarsi verso il settore Alfa 5, non aveva degnato né di uno sguardo,
>> né di una spiegazione i propri ospiti, che, d’altro canto, sembravano
>> essere rimasti paralizzati totalmente dalla paura, tanto da apparire come
>> delle marmoree e bianche statue.
>>
>> Perso nei suoi pensieri, il Capitano non si rese nemmeno conto di essere
>> giunto a destinazione; guardava come in trance lo staff medico che
>> provvedeva a trasportare quelli che era certo fossero i cadaveri di cui
>> Riccardi gli aveva parlato poco fa verso l’infermeria, avvolti nel loro
>> nero sudario. Fu un’altra barella a permettergli di tornare nuovamente e
>> bruscamente alla realtà, ancora una volta in quella serata: quella che
>> ospitava il Tenente Durani. Il Dottore gli arrivò alle spalle, mentre
>> l’andoriano seguiva con lo sguardo il proprio Tenente che veniva portato
>> via a gran velocità:
>>
>> “Per Fortuna Riccardi ci ha avvisato in tempo! Si tratta di una commozione
>> celebrale, ma non si preoccupi, si riprenderà quanto prima”.
>>   Il Capitano Shran si limitò ad annuire greve e a dare una pacca di
>> ringraziamento sulle spalle al Medico capo, che corse il più velocemente
>> possibile verso l’infermeria.
>>
>>
>>
>> 29/06/2397 – DS16 Gamma – Settore Alfa 5 e limitrofi – ore 22.45
>>
>> Chiunque fosse era velocissimo/a: così rapido da permettere di scorgere a
>> Riccardi e ai suoi uomini solamente un lembo del mantello nero con cui il
>> misterioso/a assassino/a era avvolto/a. La cosa che più irritava il capo
>> della sicurezza era un'altra: sembrava che quell’individuo conoscesse
>> perfettamente la stazione, tanto che, ad un certo punto dell’inseguimento,
>> aveva costretto la propria squadra a separarsi lungo i corridoi che
>> conducevano alle stive limitrofe rispetto al punto d’attracco
>> dell’astronave aliena, non lasciando loro altra scelta se non fare un
>> faticoso giro dell’oca. Girò l’angolo e grugnì di frustrazione: l’aveva
>> perso.
>>
>>   =^= Jones, qui Riccardi, dimmi che gli stai alle calcagna! =^=.
>>
>> =^ = Mi spiace capo, ma temo di avere perso le sue tracce! =^=.
>>
>> “Maledizione!” imprecò non troppo a bassa voce lo scocciato Riccardi.
>>
>> Procedette per qualche passo, cercando di schiarirsi le idee: nessuno
>> sparisce nel nulla. Guardò in alto verso le condutture e poco più avanti
>> notò uno dei portelloni aperto.
>>
>> “Guardiamarina, mi dica se rileva forme di vita nel condotto C-S3”.
>>
>> Il Guardiamarina prese il rilevatore e guardò sorpreso il monitor, ed
>> esclamò entusiasta:
>>
>>   “Signore, il segnale è lievemente disturbato, ma credo che ci sia
>> qualcuno sopra le nostre teste!”.
>>
>> Si trovavano, infatti, a circa cento metri dal luogo in cui per la prima
>> volta avevano avvistato quel mantello nero e il Tenente Durani esamine a
>> terra.
>>
>>   Riccardi assunse un’aria vittoriosa, e dalla sua voce trasparì un
>> profondo senso di soddisfazione:
>>
>>   “Ragazzi entriamo a prendere quel bastardo! Prestate attenzione -
>> aggiunse in un tono più serio e autoritario - ne abbiamo persi abbastanza
>> dei nostri oggi”.
>>
>>   Tutti fecero segno d’intesa e, prima di entrare, il capo della sicurezza
>> comunicò a Jones di monitorare i movimenti del fuggitivo/a, nel caso avesse
>> deciso di abbandonare le sicure condutture.  Dopo aver salito un paio di
>> livelli, Riccardi intravide il familiare mantello nero e lo riconobbe,
>> sebbene ne avesse visto per tutta la durata dell’inseguimento solamente una
>> magra e misera porzione.
>>
>> Si rese, tuttavia, subito conto che qualcosa non andava: avevano
>> praticamente seguito un fantasma per quasi un’ora e adesso quello spettro
>> era immobile, pronto ad essere catturato. Seguendo l’istinto Riccardi si
>> avvicinò a quello che secondo le proprie sensazioni altro non era che un
>> corpo privo di vita.
>>
>> Lentamente, come se si aspettasse succedesse chissà cosa, lo voltò verso
>> di sé, coprendosi le mani di sangue caldo, di un corpo altrettanto
>> caloroso, cosa che indicava che, chiunque fosse, era stato ucciso da poco.
>> L’unica cosa che uscì dalla sua bocca fu un sorpreso “Oh mio Dio”, che,
>> lieve, si diffuse per tutte le condutture, portando con sé un macabro
>> messaggio di sorpresa e di morte; nemmeno il “Grazie” mentale che gli
>> rimbombava nella testa riuscì ad alleviare il suo orrore. Un contrasto fra
>> la realtà agghiacciante che gli si presentava alla vista e una voce nella
>> testa che ringraziava per tutto questo.
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Ciao
Fabio


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Tenente comandante **0
Alessandro Riccardi
Ufficiale Tattico e Capo della Sicurezza
Deep Space 16,Gamma
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Comunicazione privata:

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"Sognatori, Plasmatori, Cantanti e Creatori"

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