[Stml21] [R. T'Lani - 21.02] Compatibilità culturali

Maddalena bryn.lwellelyn a gmail.com
Lun 10 Dic 2018 18:16:27 CET


Ho riletto con calma prima di metterlo online e mi sono accorta che 
mancano le date all'inizio dei paragrafi. Elena, puoi aggiungerli per 
favore? Così poi lo carico e passo il turno.
Nel frattempo, attendiamo i commenti di chi manca.


Il 08/12/2018 16:54, Elena Fuccelli ha scritto:
> Il mio pezzo... In ritardo, come al solito! *_____*
>
> ------------------------------
> INIZIO TRASMISSIONE
> -----------------------------
> Base stellare 16 Gamma
> Studio del capitano Shran
>
> “...Questo è da escludere!”  - disse il primo giudice.
> “Mi dispiace, ma non possiamo assolutamente permetterlo” - rincarò il 
> secondo.
> “E poi, a questo punto? Sono perfino scaduti i termini per presentare 
> le candidature” - rimarcò il terzo.
> Le antenne del capitano Shran avevano ceduto parecchi gradi da quando 
> si erano presentati alla sua porta i tre presidenti del collegio 
> arbitrale dei Giochi. I tre – tutti uomini e tutti con in volto la 
> medesima espressione tra il funesto e l’oltraggiato che li rendeva 
> quasi identici nonostante l’appartenenza a tre diverse razze – avevano 
> presentato una protesta formale sulla presenza ai Giochi Giovanili dei 
> ragazzi Jem’Hadar richiesta dai Vorta. Come se lui, Shran, avesse la 
> benché minima voce in capitolo sulla faccenda. Quei Giochi maledetti 
> gli erano stati imposti dall’Ammiragliato, come se non avesse già 
> abbastanza beghe per le mani. Oltretutto, di lì a poco gli sarebbe 
> anche toccato tenere una inchiesta sulle cause del disastro della nave 
> da trasporto Ferengi. Erano morte delle persone. Lui aveva già provato 
> più volte a far cadere nella conversazione che il suo compito in quel 
> momento sarebbe dovuto essere quello di andare ad interrogare i 
> superstiti e indagare sulle cause del disastro, ma quei tre non 
> avevano voluto sentire ragioni ed avevano  continuato a ripetere i 
> loro argomenti. Dentro di sé, Shran stava invocando già da un pezzo 
> gli antenati del suo clan perché aprissero una falla là dove c’era 
> l’oblò e inghiottissero tutti quanti nello spazio insieme ai loro 
> dannatissimi Giochi!
> In piedi, di fronte ai tre giudici, stava una Vorta dalle profonde 
> occhiaie nere, che stava perorando la tesi opposta con un tono così 
> falsamente gentile da riuscire ad irritargli i nervi ancora più degli 
> accenti oltraggiati dei tre giudici. La donna si era presentata come 
> Conlan, e Shran l’aveva odiata a pelle, dal primo momento in cui 
> l’aveva vista. Aveva dovuto concentrarsi per non far trapelare la sua 
> avversione.
> “Tuttavia – intervenne, suadente la Vorta – Se non erro, ci sono stati 
> delle precedenti occasioni in cui sono state accettate squadre anche a 
> termini di presentazione scaduti… Non è vero?”
> Il secondo giudice – il romulano – borbottò qualcosa tra i denti che 
> assomigliava ad una ammissione. Il terzo giudice – rappresentante 
> della Federazione - lo fulminò con uno sguardo prima di rispondere:
> “In un caso, si. Ma fu una unica eccezione alla regola, mai più ripetuta”
> “Il fatto che vi siano state eccezioni – chiedo scusa, una sola 
> eccezione – a mio parere vuol dire che la regola non è poi così 
> vincolante, non è vero?”
> Il terzo giudice ebbe uno scatto:
> “Non ci prendiamo in giro – disse l’umano – Termini di presentazione o 
> no, il fatto è che non possiamo accettare dei Jem'Hadar nei Giochi. Ne 
> andrebbe del fondamento stesso della competizione: sportività ed 
> eguaglianza di trattamento!”
> “Non capisco dove sia il problema” – rimarcò la Vorta.
> “Quello che il mio collega stava cercando di dire – intervenne il 
> primo giudice – E’ che una delle regole fondamentali dei Giochi è che 
> non possono essere prese sostanze di qualunque genere per migliorare 
> le prestazioni. I Jem'Hadar sono notoriamente programmati per essere 
> dipendenti da una sostanza vietata in tutto il territorio delle 
> nazioni partecipanti. Non possiamo accettare che gareggino dei ragazzi 
> che prendono il ketracel bianco.” - il klingon terminò le parole con 
> un disgusto che gli fece snudare i denti.
> “Proprio così – confermò l’umano, sporgendo in avanti il mento – Noi 
> insistiamo molto con i nostri ragazzi che devono competere 
> correttamente, senza far ricorso a sostanze che alterino le loro 
> prestazioni. Con che faccia andremmo da loro, se accettassimo atleti 
> dipendenti dal ketracel al punto da essere incapaci di gareggiare, o 
> perfino di vivere, se ne fossero privati?”
> Le sopracciglia della Vorta ebbero una lieve contrazione di disappunto:
> “Dunque è il ketracel il problema? Potrei contestare il fatto. 
> Dopotutto, anche i vostri atleti dipendono da sostanze chimiche e 
> soffrirebbero molto se ne fossero privati a lungo… Solo che le 
> chiamate cibo”
> “Il cibo non è una sostanza dopante!” - contestò il romulano.
> “E sicuramente non è vietato dai nostri ordinamenti legali” - 
> sottolineò il federale.
> “E’ solo una questione culturale – disse Conlan - Nella nostra 
> cultura, il ketracel è considerato un nutriente”
> “Un...COSA?” - Il Klingon si rizzò in piedi, gonfiando il petto come 
> se stesse per esplodere – PER CHI CI HAI PRESO, DONNA?”
> Shran temette per un istante che si stesse per scagliare contro la 
> Vorta. Si parò di fronte al Klingon:
> “Sono sicuro che Conlan non aveva intenzione di mancare di rispetto 
> agli onorevoli giudici dei Giochi! Io credo che possiamo arrivare ad 
> una soluzione che non pregiudichi l’onore di nessuno”
> “Onore? Che cosa ne sa questa femmina dell’onore?” - Il klingon snudò 
> i denti in direzione della Vorta, che replicò:
> “Onore forse no. Ma sono abbastanza sicura di riconoscere la paura 
> quando la vedo”
> Gli altri giudici si erano alzati in piedi. Il romulano afferrò il 
> braccio del klingon, quasi a volergli impedire di massacrare la donna 
> all’istante:
> “PAURA IO? Come osa questa...”
> “Si, paura: paura che i nostri Jem’Hadar usciti dall’incubatrice da 
> meno di tre giorni si rivelino così forti, così potenti nei confronti 
> dei vostri atleti da farli sfigurare di fronte a tutto il Quadrante 
> Gamma!”
> “SIGNORI!” - urlò Shran. I giudici e la Vorta lo fissarono. Il Klingon 
> come se stesse per snudare un pugnale, il romulano con sorpresa, il 
> federale con terrore, la Vorta come se d’improvviso si fosse 
> trasformato in un insetto. Almeno aveva la loro attenzione, pensò 
> Shran. Adesso, doveva convincerli a non ammazzarsi a vicenda.
> “Il nodo della questione è: che cosa è il ketracel bianco e se 
> comporta un ingiusto vantaggio a favore dei Jem'Hadar. - Alzò la mano, 
> per prevenire l’obiezione del federale – Lo so che è vietata nella 
> Federazione Unita dei Pianeti, ma ci sono esempi nella storia di 
> sostanze intossicanti che tuttavia sono accettate dalle varie culture. 
> L’alcool, tanto per fare un esempio: ne è vietato il consumo in alcune 
> culture e normalissimo in altre, la mia compresa.” - Colse un lampo di 
> compassione sul volto del romulano, che poi con la coda dell’occhio 
> sbirciò l’espressione del klingon e poi del federale. Shran si stava 
> arrampicando sugli specchi per non causare un incidente diplomatico 
> che poteva avere conseguenze devastanti, ed il romulano era stato il 
> primo a capirlo.
> “Propongo quindi che oggi stesso si faccia una commissione che decida 
> sul punto. I Vorta – Shran piegò leggermente le antenne verso la donna 
> – e gli onorevoli giudici della competizione porteranno nella 
> commissione le loro argomentazioni”
> “E chi dovrebbe decidere? - domandò Conlan, inarcando le sopracciglia 
> - Lei?”
> “No, non io – per mia fortuna, ebbe il tempo di pensare – Come sapete, 
> c’è stato un incidente alla Base che ha coinvolto un cargo Ferengi, e 
> sarò impegnato con l’inchiesta assieme al mio ufficiale scientifico, 
> ma i Giochi si tengono comunque su una Base della Flotta Stellare. Il 
> punto in discussione richiede una competenza medica, quindi a 
> giudicare dovranno essere gli ufficiali medici capi. La commissione 
> sarà presieduta dall’ufficiale medico capo della Base Stellare 16 
> Gamma, dottor Sonx. E tutti i presenti saranno tenuti ad osservarne le 
> decisioni, qualunque esse siano” -
> Il dottor Sonx non me ne sarà affatto grato, pensò Shran. Per uno 
> scherzo del genere potrebbe chiedere il trasferimento o perfino dare 
> le dimissioni, ma non posso fare altrimenti. Lanciò un’occhiata alla 
> Vorta, che pareva soppesare gli uomini in piedi alla sua sinistra.
> “Mi sta bene”– disse infine Conlan.
>
> Base stellare 16 Gamma
> Attracco 1
>
> L’atmosfera all’attracco 1, dove sarebbe dovuta approdare la nave 
> ferengi, era frenetica. Gruppi compositi di varie razze si accalcavano 
> di fronte ai monitor che segnalavano notizie più o meno certe sui 
> feriti e sui dispersi. I gruppi si riunivano scambiandosi domande, si 
> scioglievano passando da un monitor all’altro, nella speranza di 
> trovare una notizia in più o un nome in più sulla prossima schermata. 
> Qualcuno gridava, qualcuno protestava, ma non sembrava ci fosse 
> bisogno di più agenti della sicurezza. C’era dolore e incertezza nei 
> volti che gli stavano intorno, non rabbia. Quella, pensò Ramar 
> Roberts, probabilmente sarebbe arrivata più tardi. Rimpianse che al 
> consigliere della Base fosse stata l’autorizzazione a partire prima 
> dell’arrivo del suo rimpiazzo. Il rapporto preliminare diceva che sul 
> cargo Ferengi distrutto c’erano anche parecchi passeggeri, fra i quali 
> genitori e parenti di alcuni atleti e personale vario di servizio ai 
> Giochi che non era riuscito a trovare posto sulle navi ufficiali. 
> Tanta gente avrebbe avuto bisogno di assistenza psicologica.
> Non si vedevano i feriti, che dovevano essere stati teletrasportati 
> direttamente nell’infermeria della Base. Un gruppo si accalcava 
> intorno ad una giovane donna betazoide in lacrime. Un agente della 
> sicurezza fendette la folla per raggiungerla, la sorresse con un 
> braccio e premette il comunicatore chiedendo il teletrasporto 
> d’emergenza. Tutto il dolore lì intorno doveva essere soverchiante per 
> una telepate, pensò Ramar Roberts guardandola svanire.
> Sul suo Dipad pulsavano le stesse notizie che comparivano sui monitor, 
> con solo qualche istante di differenza. Avvertì il calore di uno 
> sguardo e si girò. Alle sue spalle era comparso un giovane romulano 
> dal volto bruno:
> “Lei è un ufficiale superiore, lo vedo dalla divisa…  - disse il 
> ragazzo – Ha qualche notizia in più?”
> “No, mi dispiace. I rapporti sono solo in fase preliminare. Non 
> sappiamo ancora niente sulle cause del disastro.”
> “Ma come può una nave esplodere a quel modo?”
> “E’ ancora presto per fare qualunque ipotesi.”
> L'angoscia che si vedeva sul volto del ragazzo gli fece pena:
> “C’era qualcuno della sua famiglia, a bordo di quella nave?”
> Il ragazzo si irrigidì:
> “No. Nessuno. E’ solo… Curiosità, la mia”
> Il bajoriano non gli credette. Non bisognava essere betazoide per 
> capire che tutto in quel ragazzo sapeva di disperazione. Si chiese per 
> quale motivo stesse mentendo.
> “Come ho detto, i rapporti sono solo preliminari. I tecnici della mia 
> squadra non hanno ancora recuperato il relitto, ma per il momento 
> dobbiamo occuparci dei feriti e fare l’elenco dei dispersi. Ci sono 
> tante persone ancora da identificare, ma presto i loro nomi saranno su 
> quei monitor” - accennò agli schermi di fronte ai quali era accalcata 
> la folla – Come ti chiami?”
> “Non importa… Chiedo scusa, non dovevo importunarla. Buona giornata”
> L’ufficiale scientifico vide il ragazzo allontanarsi in mezzo alla folla.
> Alle sue spalle comparve Tara Keane:
> “Cosa stai facendo? - la donna seguì il suo sguardo – Che ha quel 
> romulano di tanto interessante?”
> “Non ne sono sicuro...” - disse Ramar Roberts.
>
> Il ragazzo si allontanò, sentendo sulla nuca il calore pesante dello 
> sguardo del bajoriano. Sapeva di aver fatto un errore ad abbordare 
> l’ufficiale della Flotta Stellare, ma non aveva potuto fare a meno di 
> fare domande. Dentro di sé bruciava dal desiderio di urlare, di fare 
> qualsiasi cosa pur di non rimanere fermo, inutile, ad aspettare… Cosa? 
> La nave che doveva portare lui… e lei, soprattutto lei, lontano per 
> costruire una nuova vita in due, era saltata in aria. La sua famiglia 
> si sarebbe accorta molto presto del furto dei cristalli di dilitio 
> grezzi con cui Jo avrebbe dovuto pagare il loro viaggio ed il loro 
> futuro insieme. E avrebbero capito che era stato lui a prenderli. Non 
> poteva più tornare indietro, e non poteva aspettare che il furto fosse 
> scoperto. Doveva fuggire, anzi: dovevano fuggire… Anche se adesso non 
> sapeva più come.
> Kimmar, pensò. Kimmar. Quel Ferengi gli doveva una spiegazione. E una 
> nave.
>
> ----------------------------------
> FINE TRASMISSIONE
> ---------------------------------
>
> Ciao! ;-D
> Elena
> -- 
> "Ambasciatrice T'Lani" - Deep Space 16 Gamma
> ICQ 33856678
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