[Stml21] [ 19.11 - Ramar Roberts - Una nuova speranza ]

Ramar Roberts robertsramar a gmail.com
Mar 30 Gen 2018 19:47:08 CET


Ecco il nuovo brano ragazzi. Faccio una piccola premessa: per la
descrizione del combattimento tra Durani e Valena ho utilizzato la mia
esperienza nelle arti marziali. Preciso questo, non per tirarmela, ma per
giustificare la "spigolosità" della descrizione stessa: per esperienza ho
imparato che è più facile fare, che descrivere in questo ambito!

Detto questo buona lettura!

Marika.






Brano 19 – 11
Titolo: Una nuova speranza
Autore: Tenente Comandante Ramar Roberts


Deep Space 16 Gamma – Alloggi VIP – 30 Giugno 2397 – Ore 22,31

Dire che il volto di Valena fosse trasfigurato, era poco: chiunque avrebbe
provato orrore anche solamente a incrociarne lo sguardo, sembrava potesse
bruciare qualsiasi cosa ne entrasse anche inavvertitamente nel raggio
visivo. Per questo Shran non si sentiva completamente rassicurato dalla
presenza dei soccorsi; soprattutto perché quello sguardo folle, omicida e
carico di un astio inusitato era rimasto indissolubilmente legato al
proprio. Si sentiva come se qualcuno stesse marcando a fuoco tutto il suo
essere.  Il tenente Durani fece un paio di passi in avanti, pronta a
fronteggiare la sua temibile avversaria, cercando di instaurare un contatto
visivo; Valena non sembrava nemmeno essersene resa conto. Proprio mentre il
silenzio cominciava ad assumere quella vena di innaturalezza propria dello
scoppio imminente di una tempesta, una risata oscura, rauca e alienata lo
spezzò in mille pezzi:

“Maledetto, che tu sia maledetto!!! Hai distrutto tutto ciò che per me era
importante …”

Valena si interruppe, smettendo di ridere e cominciando a ghignare come se
il suo viso fosse incapace di assumere una qualsiasi altra espressione, un
misto tra un dolore intraducibile e una rabbia cieca, che sembrava accecare
tutta la stanza. Portò una manica del suo abito alla bocca, come per
pulirsela dall’amarezza e da quel male di cui non sapeva di soffrire.


“ … e io ricambierò:  comincerò disfandomi di te, per poi distruggere
questa stazione con le mie mani!”


Cominciò a camminare velocemente in avanti verso Shran e fu in quel momento
che si accorse che tra lei e la sua vendetta si frapponeva un ostacolo, un
impedimento armato di strani pugnali e con uno sguardo altrettanto di
fuoco. Valena interruppe la sua avanzata e rimase per un momento con la
bocca aperta, come se qualcuno l’avesse colpita allo stomaco. Cominciò a
guardarsi intorno, come per sincerarsi che non ci fosse nessun altro nelle
vicinanze; dopo aver ispezionato velocemente la stanza, fissò per la prima
volta da quei lunghissimi minuti in cui aveva perso tutto un'altra persona
che non fosse l’odiato Capitano.


“Io non so come tu sia arrivata qui … ” cominciò sibilando la Signora della
Nuova Alleanza.

“Ma ora ti conviene levarti di mezzo”.


Concluse la frase avvicinando con aria di sfida il proprio viso a quello
della klingon.
Questa volta fu un’altra risata a spezzare la tensione, ma era
completamente diversa, di sprezzo: il Tenente Durani aveva appena lanciato
la sua sfida. Un urlo disumano, accompagnato da un digrignare di denti
diede inizio al combattimento: Valena, frustrata e irata, sfilò dalla
propria manica un lungo pugnale dalla lama ondulata come un serpente e
puntò direttamente alla gola della propria avversaria. Durani non ebbe
alcun problema a schivare la lama e rispose assestando un calcio allo
stomaco della sovrana, che non sembrava aver accusato il colpo;
quest’ultima si limitò ad indietreggiare di qualche passo e assunse una
posizione di difesa, con il manico del pugnale davanti al volto e la lama
posta trasversalmente rispetto al proprio braccio.


  Durani avanzò, colpendo la lama dell’antagonista e cercando di spezzarne
l’equilibrio; Valena assorbì il colpo, girò su se stessa e puntò nuovamente
alla gola della klingon, che parò nuovamente l’attacco e tentò un affondo;
la sovrana spazzò via il colpo e in pochi secondi le tre lame si trovarono
incrociate, le due combattenti faccia a faccia, i due sguardi incatenati e
penetranti. Chiunque abbia mai combattuto sa che la forza, se non dosata e
utilizzata con intelligenza, non ti permetterà mai di vincere; e che per
impiegarla nel modo corretto è necessario che la mente sia vuota, non
adombrata da stati d’animo che possano comprometterne l’istintività.


Ecco perché persino una sovrana dotata di poteri telepatici, resa
implacabile dall’odio e dalla rabbia, non poteva che soccombere davanti ad
una guerriera dalla mente equilibrata: Durani spinse Valena in avanti con
forza, avanzò verso di lei, pose il piede sinistro tra le gambe traballanti
della sovrana e disegnò sul pavimento con il piede destro una mezzaluna,
colpendo la parte posteriore della caviglia sinistra dell’antagonista, che
cadde al suolo per aver perso l’equilibrio. Il Tenente, approfittando della
sorpresa di Valena, la disarmò e, con aria trionfante, puntò la punta di
uno dei due pugnali alla gola della ormai sconfitta sovrana.  L’aria restò
immobile, era come se tutto si fosse fermato: Durani inspirò, riacquistò la
propria concentrazione, preparandosi a porre fine alla vita
dell’avversaria, ma non fece in tempo.


“No, fermati!!”


Mallina, con le lacrime agli occhi e la voce rotta, corse in avanti e pose
una mano su quella della klingon, che rimase completamente spiazzata.


 “Ci deve essere un altro modo”, continuò singhiozzando e volgendo lo
sguardo alla platea che silenziosamente aveva assistito al combattimento,
in cerca di una soluzione alternativa.

In quel momento la voce infernale che aveva taciuto per quella che sembrava
essere un’eternità, si impose nuovamente all’attenzione di tutti i
presenti, ancora più cavernosa, ancora più furente.

“Tu … Questa è una tua idea vero?” urlò Valena, provando a rigurgitare
tutta la rabbia che aveva in corpo.

“Valena, ti prego ascoltami ..” , replicò con voce spezzata quella che era
stata la sua prima Assistente.

“Ti sei alleata con loro, tradendo me, il tuo popolo … E per cosa, per un
po’ di potere?”
Strillò nuovamente un’incontrollabile Sovrana.

“Ma no, no …” continuò con quella risata agghiacciante “…  non ti darò
questa soddisfazione”.

E prima che qualcuno potesse rendersi conto di quello che stava succedendo,
Valena scattò di lato, si rimpadronì della sua arma, e si pugnalò,
colpendosi violentemente lo stomaco.

Tra diverse lacrime, crollò la tirannia e con essa la follia che aveva
portato un popolo sull’orlo della rovina.



Deep Space 16 Gamma -  Ufficio del Capitano – 1 Luglio 2397 – ore 8.00


Shran stava bevendo con calma il proprio caffè, sorseggiandolo a piccole
dosi, la mente distratta e focalizzata su quanto accaduto la sera
precedente. Dopo che il corpo esamine di Valena si era accasciato al suolo,
tutti i membri dello staff della Nuova Alleanza accorsero con le lacrime
agli occhi presso il cadavere della vecchia sovrana. Mallina, con il volto
rosso dal pianto, si era voltata verso l’oblò e, con una determinazione e
una fermezza che probabilmente lei stessa non sapeva di avere, aveva
intimato a tutti i protagonisti di quella tragedia di uscire dalla stanza.

 Questi ultimi uscirono in silenzio, guardandosi gli uni con gli altri
senza vedersi, senza che nessuno di loro sapesse esattamente dove andare e
cosa fare.  Alla fine ognuno si recò ai propri alloggi, ma lo stesso Shran
dubitava che coloro che avevano assistito alla scena di qualche ora prima
fosse riuscito effettivamente a dormire.  Lui di certo, nonostante i
diversi tentativi, non aveva avuto successo. Dopo una notte insonne, si era
recato alle 6 nel proprio ufficio, cercando di stilare un rapporto, cosa
che riuscì parzialmente a fare. Ora non faceva altro che pensare a come si
fosse evoluta la faccenda. I suoi pensieri vennero interrotti dalla voce di
Drillrush.


=^= Capitano, la Sovrana Mallina vorrebbe parlarle =^=

Il Capitano Shran appoggiò la tazza sulla propria scrivania, inspirò
profondamente e rispose

=^= La faccia pure accomodare, Comandante =^=


In pochi secondi Mallina entrò, e si accomodò sulla poltrona davanti alla
scrivania. Entrambi rimasero in silenzio per qualche minuto, incrociando
saltuariamente i loro sguardi.

Fu Mallina ad interrompere quel mutismo.


“Voglio scusarmi, Capitano, per i problemi che io e il mio popolo abbiamo
causato sulla sua Stazione spaziale”.

Shran fece un cenno, che lasciava intendere che le scuse erano accettate.
D’altronde non si poteva imputare totalmente la colpa a Mallina e alla sua
comunità, anche se …

Mentre era perso nei suoi pensieri, Mallina si era alzata, si era
silenziosamente congedata e si stava dirigendo gravemente verso la porta.

“Aspetti” esordì Shran “non mi ha detto che cosa farà ora”.

Mallina si voltò, sorrise leggermente e rispose “Suppongo Capitano che non
mi resti altro da fare che ricominciare da zero: se c’è qualcosa che
possiamo imparare dai nostri e dagli errori degli altri è cercare in tutti
i modi di non ripeterli, non crede?”


Shran sorrise a sua volta e guardò la giovane, fragile nuova Sovrana
indirizzarsi verso la porta, sapendo che, quando l’avrebbe rivista, si
sarebbe trovato davanti una forte, giusta e irresolubile donna.
-------------- parte successiva --------------
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