[Stml21] [Stml 21] – 20.11 – Comandante Ramar Roberts – Troppo tardi?
Ramar Roberts
robertsramar a gmail.com
Gio 4 Ott 2018 13:30:44 CEST
Ecco , ora dovrebbe andare, se avete altre osservazioni, fatemi sapere.
[Stml 21] – 20.11 – Comandante Ramar Roberts – Troppo tardi?
DS 16 Gamma – 18/03/2398 ore 22.00
Nella più totale oscurità dell’angusto alloggio, si avvertì una specie di
squillo e uno schermo illuminarsi: una specie di ombra afferrò il D-Pad con
entrambe le mani, e sembrò accomodarsi presso un tavolino, in un modo tanto
naturale che sembrava fosse per lui normale scivolare nel buio più
completo.
Osservò brevemente lo schermo e un ghigno gli si dipinse sul volto, la
seconda ed unica cosa che illuminò per qualche secondo la stanza. Le
istruzioni erano arrivate e questo poteva significare solo una cosa: Rillar
aveva fallito ed era stato fatto prigioniero. Finalmente il divertimento
avrebbe potuto avere inizio: da bravo professionista aveva già raccolto
tutte le informazioni sul suo bersaglio.
Spostamenti, turni, relazioni personali e tutto ciò che era necessario; non
per niente, dopo aver ricevuto l’ennesimo incarico e un anticipo
considerevole, si era trasferito sulla stazione, assumendo ovviamente una
falsa identità in modo da passare inosservato, cosa che, tanto per
cambiare, gli era riuscita facilmente. D’altronde sulla stazione avevano
altri problemi e lui lo sapeva bene. Aveva avuto, inoltre, tutto il tempo
per documentarsi sui vari sistemi di sicurezza e non aveva trovato nulla
che potesse preoccuparlo più di tanto. Aveva decisamente lavorato in
ambienti peggiori.
Certo, non era un’idiota: poteva tranquillamente aspettarsi che Rillar
avesse vuotato il sacco, che la Keane sarebbe stata posta sotto una
rigidissima sorveglianza e che ci fosse già qualcuno sulle sue tracce, ma
gli importava assai poco: confinata in una stanza, il Comandante sarebbe
stato un obbiettivo ancora più semplice da neutralizzare, diciamo così.
Aveva preso le dovute precauzioni, preventivando l’insuccesso del
“collega”, elaborando un piano che non potesse avere falle: per questo
aveva piazzato un dispositivo in sala teletrasporto, la cui attivazione ne
avrebbe compromesso il funzionamento per un lasso di tempo sufficiente da
permettergli di portare a termine il suo lavoretto.
In fondo era stato addestrato per questo, ci voleva un po’ di brio, la
monotonia cominciava davvero a tediarlo. Sorridendo si mise in tasca il
D’Pad e si diresse verso la porta dell’alloggio che dava sul corridoio: la
caccia aveva finalmente inizio.
DS 16 Gamma – 18/03/2398 ore 22.02
Erano tutti in attesa: dalla comunicazione del Tenente Durani, gli
ufficiali si erano trasferiti nell’ufficio di Riccardi, cercando nei video
qualcuno di sospetto che potesse essere stato incaricato dell’omicidio o
comunque una qualsiasi informazione, di qualsiasi natura, su questo
misterioso soggetto.
Nonostante l’attività fosse frenetica, l’ambiente era avvolto nel silenzio
più tombale. Ogni tanto qualcuno alzava repentinamente lo sguardo, nella
speranza di riconoscere sul volto di uno dei colleghi le tracce di una
vittoria.
I loro desideri furono esauriti: Riccardi, che si stava occupando di
intercettare un qualunque segno avesse lasciato il killer dietro di sé e si
era messo a controllare i dispositivi più disparati, balzò sulla sedia,
praticamente urlando
“Capitano, l’abbiamo beccato!”
DS 16 Gamma – 18/03/2398 ore 22.02
Finalmente: si diresse verso il divano, lasciandocisi cadere sopra. Tara
era appena tornata dagli alloggi del Capitano e la giornata era stata
particolarmente pesante: il pensiero di Rogal e delle parole che aveva
pronunciato nell’alloggio di Shran, tuttavia, le strapparono un sorriso.
Si diresse verso il replicatore: non c’era niente di meglio che un
bicchiere di buon vino per concludere la serata. Non fece nemmeno in tempo
ad afferrare il bicchiere che la voce del Capitano la raggiunse dal
comunicatore:
=^= Capitano Shran a Comandante Keane, risponda Comandante, va tutto bene?
=^=
Tara fu sorpresa dal tono allarmato dell’Andoriano.
=^= Capitano Shran, qui Comandante Keane, qui tutto a posto, mi trovo nei
miei alloggi. Qualcosa non va? =^=
=^= Non ho tempo per spiegarle la situazione Comandante, ma al momento è
confinata nei suoi alloggi: un gruppo della sicurezza la sta raggiungendo,
il teletrasporto è fuori uso, pertanto non si muova! =^=
Tara non era proprio sicura di aver compreso quanto il Capitano le stava
riferendo, tanto la situazione era mutata nel giro di pochi attimi. Non
voleva inoltre pensare che la notizia ricevuta poco prima, potesse già
avere dei risvolti tanto immediati. A quanto pare le cose non stavano
proprio così.
=^= Capitano, io non riesco a cap ..=^=
Il Comandante non finì la frase: si voltò e vide la porta d’ingresso
spalancarsi. L’istinto le suggeriva che qualcosa non andava e le confermava
i presentimenti avuti poco prima. Afferrò il phaser, lo impostò su
stordimento e con cautela si avvicinò alla porta di quello che aveva sempre
considerato il posto più sicuro di tutta la stazione, cosa che a quanto
pare, per motivi che ignorava, non poteva più considerare tale.
Dopo quello che sembrò un’eternità, arrivò alla porta, puntò il phaser
verso l’esterno, perlustrando la zona da una parte all’altra, senza trovare
nulla, se non quello che sembrava un deserto e lunghissimo corridoio. Si
ritrasse leggermente, aprì il pannello di controllo e velocemente bloccò la
porta, che si serrò immediatamente con un forte rumore metallico.
“Come siete prevedibili: mi rendete sempre il lavoro semplice, vi chiudete
addirittura in trappola per conto vostro! E io che pensavo che con un
ufficiale della Flotta klingon, sarebbe stato più divertente!”
Una voce glaciale la fece voltare e l’unica cosa su cui riuscì a
concentrarsi era il ghigno sulla faccia di quell’uomo sconosciuto che, in
tutta la sua possente figura, era a pochi metri da lei. Nonostante fosse
pesantemente armato e quell’arma puntasse direttamente sul suo cuore, Tara
non riusciva a concentrarsi su altro se non sul suo volto deformato dalle
smorfie di sadica vittoria a cui si mischiava una leggera punta di
delusione, come se la cosa più pericolosa in quella stanza fosse proprio
quella bocca dall’incrinatura raccapricciante.
“Chi diavolo sei tu? E che cosa vuoi?”
Sibilò Tara, una volta ripresasi dalla sorpresa. Nonostante la percepibile
tensione nell’aria, sembrava che Konig non avvertisse nulla, anzi: era
evidente che non era sicuramente la prima volta che si trovava in una
situazione simile.
“Uff …. Sempre le stesse domande …”
Rispose con un’aria visibilmente annoiata, per poi continuare
“Faccia uno sforzo Comandante … Avanti ci può riuscire”.
Ancora quel ghigno: Tara non sapeva se essere più allarmata oppure più
irritata per l’atteggiamento che quell’uomo, lì per ucciderla, assumeva.
Konig si voltò molto lentamente per afferrare il bicchiere che poco prima
era tra le mani della Keane, facendone vorticare il contenuto e
annusandolo.
“Ah ah tesoro … non un altro passo. Avevo solo sete, non agitarti”
Disse l’uomo, voltando leggermente il viso mentre sogghignava: Tara aveva
cercato invano di avvicinarsi abbastanza da disarmarlo; ora l’unica cosa
che poteva fare era temporeggiare abbastanza da far sì che arrivasse la
squadra della sicurezza, anche se, considerando la situazione,
probabilmente non sarebbe riuscita ad evitare di venire ferita o peggio.
“Non otterrai ciò che vuoi, uccidendomi. E’ solo questione di tempo prima
che arrivino i soccorsi e, comunque finirà, ti cattureranno, ti
rinchiuderanno e getteranno via la chiave”
“Ah capisco, questa è l’ultima carta che ti rimane da giocare”
Disse l’uomo con un tono sprezzante e continuò:
“Ma credo di poter soddisfare la tua richiesta; d’altronde è il tuo ultimo
desiderio, no? Perciò sappi questo: l’unica cosa che mi importa è che mi
accreditino quanto pattuito, perciò facciamola finita”.
L’uomo si voltò di nuovo per riappoggiare nuovamente il bicchiere sul
tavolo; fu in quel momento che Tara decise di rischiare il tutto per tutto,
pensando che probabilmente l’esito della vicenda non potesse cambiare.
Almeno l’avrebbe trattenuto abbastanza da far in modo che Riccardi e i suoi
uomini potessero catturarlo.
DS 16 Gamma – 18/03/2398 – ore 22.07
Ormai era diventata una corsa folle quella del gruppo della sicurezza
guidato da Riccardi. Dall’allarme lanciato dal Tenente Durani sembravano
essere passate delle ore intere anche se non era esattamente così, ma il
Capo della sicurezza sapeva bene che in queste situazioni il fattore tempo
era il più importante, se non il solo da considerare: per questo mentre il
cuore pulsava incontrollato durante la sua corsa, sperava di arrivare in
tempo. Sapeva anche che se l’assassino era un professionista, come temeva,
non avrebbe certo aspettato che il Comandante Keane fosse stata al sicuro,
confinata nei suoi alloggi e debitamente sorvegliata.
La squadra svoltò per l’ultima volta lungo i corridoi, sfrecciando verso
l’alloggio della Keane. Il silenzio era squarciato dal suono disordinato
dei loro passi, finchè non se ne aggiunse un altro. Un rumore sordo, di uno
sparo; un corpo che cadeva, mobili che si rovesciavano ed un bicchiere che
si infrangeva al suolo.
Forse era davvero troppo tardi?
-------------- parte successiva --------------
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