[Stml21] 22.05 T'Lani - L'ipotesi del guardiamarina Challa

Elena Fuccelli mf9115 a mclink.it
Lun 26 Ago 2019 00:10:03 CEST


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INIZIO TRASMISSIONE
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DS16 Gamma – Studio del Comandante
20/06/2399, ore 18.25

“Bauer?”
“Si, il tenente Bauer della sua sezione, comandante Roberts. Quel 
tenente Bauer che è appena morto.”
Claire Drillrush alzò lo sguardo. Ramar Roberts era seduto di fronte a 
lei, con una espressione di assoluta incredulità dipinta in volto.
Durani era rimasta vicino alla porta, con le braccia incrociate 
davanti al petto. Dava l’impressione di trattenersi appena dallo 
scattare.
“Credo che non possano esserci dubbi. Il dottor Shencran ha trovato un 
contenitore di sostanze patogene – continuò Claire – Il capo sicurezza 
me l’ha appena confermato. L’epidemia a bordo non è accidentale. E’ un 
attentato, puro e semplice”
“Uno dei nostri…  – borbottò Durani – E’ stato uno dei nostri...”
Roberts scosse la testa, come se cercasse di scacciare l’immagine:
“Non capisco. Non posso dire di averlo conosciuto bene, ma a questo 
punto credo di non averlo conosciuto affatto. Bauer non corrisponde – 
non corrispondeva – al tipo del terrorista. Certo, non aveva molti 
amici, ma era qui da poco… Non aveva avuto il tempo di stringere 
grandi rapporti al di fuori del lavoro. Cosa diavolo può avere spinto 
uno come lui a fare una cosa del genere?”
“Mi piacerebbe poterlo chiedere a lui!” - sibilò Durani.
“Sfortunatamente, non possiamo più chiedergli perché lo ha fatto – 
disse Claire – E, soprattutto, non possiamo chiedergli come facciamo a 
fermare i contagi!”
“Non ha detto che è stato trovato un contenitore di sostanze patogene? 
- chiese Roberts - Nel mio laboratorio…” - si interruppe.
“Stava per dire che nel suo laboratorio avrebbe potuto trovare un 
antidoto, comandante Roberts? - domandò Durani, sarcastica – Purtroppo 
non può farlo, visto che è bloccato in quarantena con noi! E poi: 
abbiamo scoperto solo per un caso fortuito che Bauer era coinvolto in 
questa faccenda. Come facciamo a sapere se non aveva dei complici, 
persino nella stessa sezione scientifica? Complici che magari, in 
questo stesso momento stanno spargendo il batterio in altri settori 
della Base!”
Ramar fece per rispondere. Claire lo fermò:
“Se Bauer aveva dei complici, Riccardi lo scoprirà. Lui non è bloccato 
qui dentro, come lo siamo noi”
Le sue parole caddero in un silenzio carico di frustrazione. Claire si 
alzò, andando ad affacciarsi alla vetrata che dava alla sala comando. 
Gli sguardi di alcuni membri dell’equipaggio si alzarono verso di lei, 
con negli occhi domande mute. Altri rimasero con lo sguardo 
ostinatamente fisso nel vuoto, e quelli, pensò Claire, erano i più 
pericolosi. Era diverso attendere di trovare la morte in una battaglia 
o nel silenzio dello spazio: a quello sarebbero stati preparati. Erano 
arrivati in sala comando con la sola prospettiva di una noiosa 
giornata di lavoro, da concludere con una partita in sala ologrammi o 
con una cena ai ristoranti della Passeggiata. Avevano invece visto uno 
dei loro cadere e morire. E adesso si ritrovavano a  rimanere lì, 
chiusi in quarantena senza far niente, e la sola prospettiva era 
diventata quella di contrarre la malattia e morire stupidamente, 
uccisi – anzi, assassinati – da un nemico invisibile. Non poteva dare 
a tutti una palla di vetro da far rotolare avanti e indietro per farli 
pensare ad altro – o meglio, per non farli pensare.  L’equipaggio 
condannato a rimanere in sala comando avrebbe presto cominciato a 
protestare, a cercare una salvezza... Anche a costo di mettere in 
pericolo la vita di altri?
Qualunque cosa, ma questo doveva essere evitato. Si voltò di nuovo 
verso i due ufficiali:
“Siamo chiusi qui dentro, ma non è detto che dobbiamo rimanere con le 
mani in mano – disse – Comandante Roberts, si faccia mandare dalla 
Sicurezza alla sua consolle tutte le registrazioni delle olocamere 
della Base. Lei e il tenente Durani dovrete ricostruire tutti i 
movimenti di Bauer nelle ultime diciotto ore, sovrapponendo i luoghi 
dove si è manifestata la malattia. Vedete se c’è uno schema e se ci 
sono luoghi dove il batterio non si è ancora manifestato… Luoghi che 
dovranno essere sottoposti a quarantena. Io intanto, cercherò di avere 
notizie dalla Delegazione Romulana. Andate!”


DS16 Gamma – Infermeria -
20/06/2399, ore 18.25


Il romulano era ancora vivo, per fortuna, pensò il dottor Ch’Idrani, 
inserendo nell’inceneritore l’ennesima tuta protettiva usata 
dall’inizio della crisi. Almeno, abbastanza vivo da essere messo in 
stasi, in modo che il virus non potesse provocargli nuovi danni, fino 
a quando non fossero riusciti a trovare una soluzione, ma ormai le 
celle di stasi erano piene, i bioletti della sua infermeria tutti 
impegnati e chissà quanti altri avrebbero manifestato i sintomi nelle 
prossime ore. Oltretutto, aveva cominciato a diffondersi tra i 
passeggeri della Base anche la paura isterica della malattia. I suoi 
aiutanti avevano già dovuto perdere tempo con dozzine di individui 
spaventati, che adducevano i sintomi più strani ed assurdi e tuttavia 
non potevano essere trascurati. Forse avrebbe dovuto chiedere al 
comandante Drillrush di mettere intanto a sua disposizione un ramo 
della sezione abitativa e poi vedere se...
“Dottore?”
Nammo si girò. Dalla porta che dava sulla Passeggiata era apparso il 
capo della sicurezza. Dalla sua espressione cupa comprese che non 
aveva buone notizie da dargli:
“Altri contagiati?”
“No, o almeno non che io sappia – rispose Riccardi, lasciandosi cadere 
sulla poltroncina di fronte alla scrivania - Purtroppo, il senatore 
romulano e le sue guardie si sono rintanate subito nella Delegazione 
romulana e io lì non ho alcuna autorità. Mi hanno praticamente 
sbarrato la porta in faccia. E se venissero a sapere che il virus è 
stato fabbricato deliberatamente da un umano… - sospirò – Non voglio 
neanche immaginare la tempesta che si potrebbe scatenare…”
“Non…Penserà ad una guerra?” - esclamò il dottore.
“Forse no, forse mi sto preoccupando troppo… Lo spero”
Nammo rifletté un momento:
“Non credo che fosse questo il piano di Bauer. Dopotutto, le prime 
vittime sono state umane, come lo era lui”
“Può darsi. Chissà che aveva in mente quel disgraziato. Lei ha qualche 
idea, dottore?”
Il dottore scrollò le spalle:
“Non sono un consigliere e i misteri della mente – soprattutto di una 
mente cresciuta in una cultura che non è la mia – sono al di là delle 
mie competenze. Ho potuto estrarre dal database medico le note 
psicologiche di Bauer, ma – a parte uno spiccato narcisismo – non sono 
riuscito a trovare niente di rilevante. Ha provato a estrarre i diari 
personali?”
“Sono criptati, con un codice che i miei uomini stanno passando al 
computer principale per la decrittazione. Mi dia almeno lei delle 
buone notizie. Il campione che le ho fatto portare, può servire a fare 
un vaccino?”
“Non è così semplice...”
“Non ne dubito, ma può farlo?”
“Mi lasci finire – disse Nammo – Un vaccino contro la peste umana in 
effetti esisterebbe già da secoli. Il problema è che il batterio del 
campione ha veramente poco a che fare con lo yersinia pestis descritto 
nella casistica umana. E’ un batterio mutageno, che reagisce in 
maniera differente a seconda della specie con cui si trova a contatto. 
Fra le altre cose, non sono ancora riuscito a capire come faccia a 
propagarsi così tanto”
“Non ha detto che si propaga per via aerea?”
“Infatti. Ma, se viene esposto ad una atmosfera ossigeno-azoto, come 
l’aria che respiriamo, il batterio deve trovare immediatamente un 
ospite o degrada nel giro di pochi minuti. Le persone che hanno 
contratto la malattia devono quindi essere state molto vicino ad un 
ospite attorno alle  diciotto ore precedenti al contagio.”
“Capisco – Riccardi si alzò in piedi – Devo individuare e portare in 
quarantena tutti coloro che hanno avuto a che fare con i contagiati 
nelle diciotto ore precedenti al manifestarsi della malattia. Va bene, 
la lascio al suo lavoro…”
Fece per girarsi, ma Nammo lo fermò:
“Solo un momento, signor Riccardi.”
“Cosa?”
“L’ospite che trasporta il batterio potrebbe anche non essere un 
senziente. Secondo le ricerche mediche umane, il batterio della peste 
era trasportato dalle pulci presenti sui ratti”
“Ratti, a bordo di una Base Stellare? - esclamò Riccardi – Tutti gli 
animali, che siano portati a bordo come cibo o come animali da 
compagnia devono passare attraverso la dogana sanitaria. Sono 
sottoposti a controlli molto accurati! E sono molto sicuro che non 
sono sbarcati ratti terrestri, da nessuna nave!”
Nammo alzò le spalle:
“Non sappiamo quanta fantasia possa aver usato il nostro tenente Bauer 
nel contrabbandare il suo batterio. Potrebbero essere arvicole 
cardassiane. Potrebbero essere pulci sul tappeto del suo vicino di 
alloggio o nel cuscino sul sedile del ristorante dove ha pranzato il 
romulano. ”
“Allora, bisognerà fare come le massaie di una volta… Fare le grandi 
pulizie!” - concluse Riccardi.

DS16 Gamma – Alloggio del senatore Jefferest nella Delegazione 
Romulana
20/06/2399, ore 18.31

“Allora?” - sbraitò il senatore Jefferest. L’uomo andava su e giù per 
la stanza, incapace di fermarsi un istante. Fahren, secondo e ormai 
unico assistente del senatore, non osava alzare lo sguardo per 
incontrare quello del senatore. L’alloggio del politico sembrava 
essere stato travolto da un temporale estivo e quella – di essere 
travolto da un temporale estivo – era esattamente l’idea che aveva 
della sua posizione l’assistente Fahren. Finalmente riuscì ad 
articolare:
“ Sulla Passeggiata si parla di uno strano morbo che ha colpito varie 
persone. Sono per la maggior parte umani, ma anche di altre specie… Si 
rincorrono voci allarmanti sulla quantità di malati.”
“E immagino che tu sia corso appresso a tutte queste voci, vero? - 
disse Jefferest piantandosi finalmente dietro la scrivania, con i 
pugni stretti sul piano – C’è qualcosa di solido che puoi darmi, 
Fahren?”
L’uomo respirò visibilmente prima di rispondere:
“Alcune ore fa era arrivata una informativa dalla sala controllo della 
Base Federale. Diceva che erano vietati i voli da e per la Base per le 
prossime ore a causa di una possibile epidemia a bordo. A nessuna nave 
è stato dato il permesso di lasciare la Base o di attraccare nelle 
ultime ore. La plancia di comando è isolata dal resto della Base 
esattamente dallo stesso tempo.”
“Cosa? Perché IO non sono stato informato?” - Jefferest corredò l’urlo 
con una manata sulla scrivania che fece sussultare la guardia 
all’esterno.
“L’informativa parlava di una malattia che colpisce solo gli umani. 
Non c’erano notizie che il morbo potesse fare un salto di specie… 
Anche se la delegazione Klingon è stata chiusa esattamente nelle 
stesse ore”
“Quindi i Klingon sapevano che c’era un pericolo! I Klingon!- urlò il 
senatore – E noi… NOI! Siamo stati lasciati esposti a questa… 
questa...” s’impappinò. Fahren non osò completare la frase per lui.
Il senatore respirò profondamente, cercando di riprendere il 
controllo:
“E Gascer?” - articolò alla fine.
“Sappiamo che Gascer è stato portato all’infermeria della Base. Lo 
stanno curando i medici federali, ma non siamo riusciti ad avere 
notizie sulle sue condizioni… Temiamo il peggio” - disse Fahren. La 
voce gli uscì stranamente bassa.
“Federali? Federali? - gridò Jefferest, come se non riuscisse a 
credere alle sue orecchie – I Federali non dovrebbero neanche sfiorare 
un Romulano. Dov’è il nostro medico? Dov’è il medico della 
Delegazione?”
“Non è sulla Base, senatore… Non ricorda? Glielo avevo segnalato pochi 
giorni fa che il medico della Delegazione non sarebbe stato presente 
ad accoglierla, perché aveva preso un breve congedo personale”
“Un congedo personale. Siamo in mezzo ad una crisi, e il nostro medico 
ha preso un congedo personale!” - sottolineò la frase allargando le 
braccia – A quanto pare, noi dovremmo fidarci del medico federale per 
salvare la vita ad uno dei nostri. Forse a tutti i nostri, se questa 
piaga è davvero così virulenta come sembra”
Fece una pausa:
“Ma io non mi fido di questi Federali. Non mi sono mai fidato di loro, 
e ho sempre avuto ragione! Gascer deve avere la migliore assistenza 
che si può avere. Me ne occuperò io stesso, a costo di andare a 
prendere il medico e riportarlo qui!”
Fahren lo guardò stranito:
“Andare a prendere… Ma senatore, noi non possiamo muoverci da questa 
Base! Siamo in isolamento, nessuna nave avrà il permesso di lasciare 
gli ormeggi!”
“Che si provino a fermarmi, questi Federali! – sibilò Jefferest – 
Saranno i nostri medici a fermare  questa stupida malattia degli 
umani! A costo di far saltare i ganci d’attracco! E tu, Fahren, 
organizzerai la nostra partenza, o puoi scordarti il tuo prezioso 
posto di lavoro su Nuova Romulus”



DS16 Gamma – Sala comando -
20/06/2399, ore 21:20

Gli occhi di Ramar Roberts cominciavano a bruciare, per le ore che 
stava trascorrendo a seguire le ombre del defunto Bauer lasciate nelle 
registrazioni delle olocamere, mentre alle sue spalle il personale di 
plancia tentava di contribuire con indicazioni e controlli incrociati.
Al principio, era stato quasi divertente guardare le immagini dei 
passeggeri della Base a velocità doppia del normale, ma poi era 
subentrata la stanchezza e la tensione delle ultime ore. Adesso, era 
quasi una tortura fissare ancora gli schermi.
“Avete qualcosa per me?” -
Si girò. Il comandante Drillrush era uscita dal suo studio e si era 
avvicinata, mischiandosi al personale, senza che lui se ne accorgesse.
Durani rispose accendendo lo schermo principale:
“Questo è quanto abbiamo ricavato finora” - disse. Lo schermo 
riproduceva una immagine tridimensionale della Base, con alcune zone 
segnate in rosso. Accanto ad ogni zona era segnata – sempre in rosso - 
l’ora in cui la vittima di un contagio aveva manifestato i primi 
sintomi della malattia.
Ramar compose a sua volta una sequenza sulla sua tastiera e 
sull’immagine tridimensionale dello schermo si sovrapposero delle 
linee blu. Le linee si intersecavano tra loro e attraversavano più 
 volte le zone rosse.
“Le linee corrispondono ai percorsi che ha fatto Bauer negli ultimi 
tre giorni, come sono stati ricavati dalle registrazioni” - disse 
Ramar.
“Io credo che ci sia uno schema” - disse Durani. L’ufficiale tattico 
si scostò dalla sua consolle per avanzare verso lo schermo centrale:
“Qual è il fine di un terrorista? - domandò - E’ ovvio, spargere il 
terrore uccidendo la maggior parte di persone possibile. Quindi, 
normalmente colpisce le aree più popolate, i quartieri residenziali, 
le aree divertimento dove le persone tendono ad essere più rilassate e 
più distratte. Ma qui non è successo...”
Puntò il dito verso le aree rosse:
“Si è registrato solo un caso sulla Passeggiata. Nelle ore precedenti, 
la vittima – il romulano – era stato nel ristorante della Passeggiata… 
Io credo che sia stato contagiato lì.”
“Un ristorante – disse Claire – Ovvero un luogo pubblico, che è 
possibile colpire facilmente perché non ha particolari difese e dove 
si concentra molta gente”
“Ma è stato l’unico caso in cui il batterio è stato diffuso in un 
luogo pubblico – sottolineò Durani – In tutti gli altri casi, il 
batterio è stato diffuso in luoghi dove poteva accedere solo personale 
della Flotta Stellare”
“Stai pensando che Bauer ce l’avesse proprio con la Flotta? - chiese 
Ramar – Non gli era stata rifiutata una promozione, non ha avuto 
litigi con colleghi, il suo stato di servizio era ineccepibile… Non ha 
senso!”
“Nessuno di noi sa che cosa Bauer avesse in mente” - disse Claire.
Una mano si alzò dal gruppo del personale di plancia:
“Io avrei una ipotesi, signore… Se posso”
Gli occhi di tutti si fissarono sulla giovane donna che aveva parlato. 
Era una giovane umana dai capelli cortissimi chiari su una carnagione 
scura. La ragazza si alzò, guardandosi intorno.
Claire la incoraggiò con un gesto:
“Guardiamarina Challa, vero?”
“Ecco… - si schiarì la voce, evidentemente consapevole degli occhi di 
tutti su di lei – Io personalmente non ho la preparazione di un 
consigliere, ma all’Accademia ero in stanza con una consigliera. Lei 
era appassionata di olofilm con storie di detective e spesso mi ci 
trascinava...”
“E allora?” - la sollecitò Claire.
“Uno degli olofilm era imperniato su una serie di incendi dolosi. Gli 
investigatori puntavano verso degli speculatori edilizi, ma alla fine 
il vero colpevole risultò essere l’eroico pompiere che tanto si era 
prodigato per spegnere quegli incendi. Io non comprendevo perché 
dovesse fare una cosa del genere. La mia compagna di stanza mi disse 
che era stato per attirare l’ammirazione dei suoi capi e della sua 
gente. Da quel poco che ho conosciuto il tenente Bauer, io credo che 
potesse essere proprio come quel pompiere: alla ricerca costante di 
ammirazione e di encomi, al punto da causare una crisi in modo da 
poterla risolvere. Può essere per questo che non ha cercato di fare 
più vittime possibili, come farebbe un terrorista, ma abbia invece 
mirato a membri della Flotta Stellare. E’ solo una ipotesi, 
naturalmente...” - terminò in un soffio.
“Ma una buona ipotesi - disse Claire, approvando – Una che si adatta a 
tutti gli elementi che abbiamo al momento. Molto bene, guardiamarina”
La ragazza arrossì e tornò a sedersi alla sua postazione. Claire notò 
che un altro guardiamarina le aveva allungato una pacca sulla spalla, 
ma fece finta di niente:
“Poniamo che l’ipotesi del guardiamarina Challa sia esatta. Dove ci 
porta?”
“Beh, al fatto che Bauer, per mettersi in luce avrebbe dovuto avere la 
cura a portata di mano. Giusto?” - rispose Ramar.
“Giusto –  confermò Claire – Quindi dovremo dire alla Sicurezza di 
cercare in tutti i luoghi in cui Bauer potrebbe aver nascosto la cura. 
Nei suoi diari, per esempio… Quelli che non sono ancora stati 
decrittati dal computer principale.”
Tornò a guardare il modello tridimensionale della Base che ruotava 
sullo schermo. Le aree rosse si confondevano fino quasi a sparire 
nelle righe blu:
“E forse, il luogo dove Bauer ha nascosto la cura è proprio di fronte 
a noi…”
Anche Ramar e Durani si voltarono di nuovo verso lo schermo centrale. 
Per un lungo momento, nessuno parlò.
“Quale ristorante?” - domandò improvvisamente Ramar.
“Cosa?” - fece Durani.
“Se l’ipotesi del guardiamarina Challa è esatta, le vittime 
predestinate di Bauer erano i membri della Flotta Stellare – disse 
l’ufficiale scientifico - Il fatto che abbia colpito un ristorante va 
fuori dallo schema. Ci deve essere un motivo per cui è stato preso di 
mira. Quindi, quale ristorante? E’ frequentato da membri della 
Flotta?”
Durani tornò a grandi passi alla sua consolle. Premette un paio di 
tasti, quindi rispose:
“Rinan. E’ quel piccolo ristorante bajoriano sulla Passeggiata – disse 
– I suoi clienti sono soprattutto i mercanti di passaggio. Non mi 
risulta che sia particolarmente amato dal personale della Flotta”
“Io non ci sono mai stato” - disse Ramar.
“Ha aperto da poco. Hanno rinnovato tutto il locale - disse Durani – 
Neanche io ci sono ancora mai stata”
Ramar si tirò su, stiracchiando la schiena. Lo sguardo gli cadde di 
nuovo sullo schema della Base che girava sullo schermo.
Si bloccò.
“Un momento...” - si mosse, lentamente verso lo schermo centrale fino 
quasi a toccarlo, quindi si girò di nuovo verso gli ufficiali di 
plancia.
“Credo di aver capito - disse – Lo vedete?”
Puntò il dito sulle zone rosse:
“Il ristorante sulla Passeggiata è stato rinnovato da poco. Queste 
zone, sono state tutte rinnovate negli ultimi due anni… Tutte le zone 
in cui si è manifestato il batterio sono state rinnovate da poco!”
“Che vuol dire? - domandò Claire – Perché Bauer dovrebbe aver preso di 
mira delle zone rinnovate da poco?”
“Non capite? Quasi tutta la nostra Base è stata costruita secondo 
vecchi criteri. Le zone rinnovate sono state invece ricostruite con 
gli ultimi ritrovati della nostra tecnica.”
“Un momento!” - saltò su Durani – Non starai dicendo...”
“Si. Che Bauer ha infettato delle gelatine bioneurali.”


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FINE TRASMISSIONE
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Ciao! ;-D
Elena
--
"Ambasciatrice T'Lani" - Deep Space 16 Gamma
ICQ 33856678


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