[Stml21] [T'Lani - 21.10] - Sotto pressione
Monica Miodini
hannadegliiapigi a hotmail.it
Dom 31 Mar 2019 23:26:51 CEST
Mia cara Elena come al solito è un piacere aspettare i tuoi brani !!!
Molto bello
Brava
Monica
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From: Stml21 <stml21-bounces a gioco.net> on behalf of Elena Fuccelli <mf9115 a mclink.it>
Sent: Sunday, March 31, 2019 10:41:10 PM
To: stml21 a gioco.net
Subject: [Stml21] [T'Lani - 21.10] - Sotto pressione
Ecco il pezzo... Scusate il (solito) ritardo...
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INIZIO TRASMISSIONE
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*DS16 Gamma
**Settore detenzione della Sicurezza**
**01****novembre**2398 ore **01:30*
“Sono loro?” - domandò il capitano Shran, accostandosi ai monitor. Sugli
schermi, si vedevano quattro differenti immagini, provenienti da
altrettante celle di detenzione. Si trattava di tre uomini e una donna,
tutti cardassiani. La donna sedeva rigida sul bordo della branda. Si
muoveva appena, lanciando rapide occhiate verso l’alto, in direzione
della olocamera, per poi riabbassare subito lo sguardo di fronte a sé,
come per timore di essere scoperta. L’uomo arrestato al magazzino,
Kosloav, era in piedi con le spalle alla paratia in fondo alla cella.
Anche attraverso le olocamere a media risoluzione del settore detenzione
si poteva vedere che era pallidissimo.
Riccardi assentì, sedendosi a braccia incrociate sul bordo della sua
scrivania:
“Si. Li abbiamo fermati per accertamenti con un pretesto e li abbiamo
messi in celle separate.”
“Che genere di pretesto?”
“Piccole irregolarità doganali”
Shran sbuffò. Riccardi fece una smorfia:
“Si, lo so che è debole”
“Non possiamo certo trattenerli a lungo, per delle piccole irregolarità
doganali!”
“L’unico per cui abbiamo prove da portare in tribunale è Kosloav, e lui
finora non ha parlato… Del resto, lo ha visto anche lei, capitano,
quando lo abbiamo preso, che non ha parlato nemmeno quando Kimmar gli ha
puntato il pugnale alla gola”
“Si, lo so… Anche se il ferengi ha recitato bene, si vedeva che quel
tipo aveva più paura di parlare che di lui”
Shran tornò a fissare i monitor, stavolta concentrandosi sugli altri due
uomini. Uno dei due si era disteso sulla branda, con gli occhi e le
braccia incrociate, in apparenza tranquillissimo. L’altro era vicino al
campo di forze che chiudeva la cella, e fissava con occhi di fuoco le
guardie dall’altra parte. Era l’unico dei fermati, Kosloav a parte, a
mostrare un certo nervosismo, pensò Shran.
“Siamo almeno sicuri che si tratta di loro?”
Riccardi si morse le labbra prima di rispondere:
“Sono abbastanza certo di non sbagliare – disse – Anche se il nostro
amico del magazzino non ha voluto parlare, abbiamo tracciato il segnale
del suo comunicatore fino ad una piccola nave commerciale cardassiana. I
miei uomini la stanno perquisendo con cura in questo momento. ”
“Abbastanza certo?” - le antenne di Shran si irrigidirono -
“Non posso darle una certezza assoluta, capitano, fino a quando non
avremo fatto delle indagini più accurate. Ma la nave era ormeggiata non
troppo lontano da dove sarebbe dovuta approdare la nave ferengi esplosa.
Sono sicuro che questa non è una coincidenza. Hanno fatto saltare la
passeggeri ferengi – e causato tutti quei morti – solo per distrarci,
per impedirci di trovare qualsiasi cosa avessero con loro. ”
“E pensa di tenere quella gente – Shran puntò il dito sui monitor – in
cella fino a quando? La Federazione dei Pianeti Uniti ha ancora leggi e
regolamenti che dobbiamo rispettare, e questi non permettono di tenere
in cella dei sospetti indefinitamente. O fino a quando non saranno
terminate le indagini”
“Spero almeno di trattenerli abbastanza da impedire loro di commettere
l’attentato. So benissimo che se non si trova qualcosa di più valido
contro di loro più che subito, rischiamo di doverli mandare via liberi e
con tante scuse...”
Fu interrotto dal suono della porta che si apriva. Si girò, per vedere
Ramar Rogers:
“Capitano, tenente...” - li salutò.
“Ha qualcosa per noi?” - fece Shran. Ramar si strinse le spalle:
“Non molto, purtroppo. Non ho avuto tempo di approfondire… Ho fatto
qualche controllo sulla nave che ci interessa nei database della Flotta.
Ho scoperto che risulta di proprietà di una società armatrice di
Cardassia che è stata iscritta nei registri solo tre mesi fa. Secondo i
registri, il proprietario della società si chiama Werrek”
“Uhm… - fece Shran perplesso – Il nome dovrebbe dirmi qualcosa?”
“Non credo proprio– rispose Ramar – Soprattutto considerando che questo
Werrek risulta deceduto nella strage che seguì alla rivolta contro
l’occupazione del Dominio su Cardassia!”
“E’ sicuro? Non potrebbe essere un omonimo?” - domandò Riccardi.
“Per iscrivere una nave in un registro commerciale di Cardassia occorre
depositare l’impronta del d.n.a., tenente. Non sono possibili errori:
hanno depositato il d.n.a. di un uomo deceduto da più di dieci anni… Il
motivo può essere uno solo”
“Già – disse Shran – Hanno creato una compagna armatrice fantasma per
prepararsi nel caso che non avessimo creduto alla colpevolezza del
ragazzo romulano”
“Oppure non erano preparati affatto a buttare la colpa addosso al
ragazzo romulano – ipotizzò Roberts – Dopotutto non potevano sapere in
anticipo del suo tentativo di fuga, no? Il loro potrebbe essere un modo
per approfittare di una situazione favorevole”
Riccardi scrollò la testa:
“No, questo non lo credo. Un attentato come quello, contro un dignitario
di tale importanza e durante una manifestazione sportiva – che comporta
di per sé stessa controlli ed attenzione alla sicurezza - presuppone per
forza una pianificazione accurata, una organizzazione che si occupi
anche dei dettagli. Del resto, Kimmar può aver detto ai cardassiani del
previsto tentativo di fuga del giovane romulano…”
“L’organizzazione e la pianificazione non possono essere stati tanto
accurati se adesso i cardassiani sono nelle nostre celle” - obiettò Shran.
“Per nostra fortuna” - aggiunse Ramar.
“Già. Per nostra fortuna - commentò amaro Riccardi – Questo però non ci
fa fare un passo avanti nelle indagini. Se la nave appartiene ad un
armatore fantasma possiamo legalmente sequestrarla, ma dovremo pur
sempre lasciar andare l’equipaggio non appena scaduti i termini per
trattenerli.”
“C’è anche di peggio” - disse Shran.
“Cosa, capitano?” - domandò Riccardi.
“La sicurezza non ha ancora trovato l’esplosivo – disse Shran – Se non
lo troviamo più che subito, se non saremo assolutamente certi che la
cerimonia di inaugurazione dei giochi sia in sicurezza, sarà necessario
annullarla. Dovrò andare di fronte ai diplomatici, all’ammiraglio
Maelstrom e a tutta la cricca dei giornalisti che dovevano trasmettere
la cerimonia via subspazio e dire loro che non si fa più… Gli alti
papaveri della Flotta Stellare saranno sicuramente contentissimi della
gran figura che fa questa Base Stellare di fronte a tutti: potenze
regionali, pianeti non allineati, Bajor, Cardassia… Chiunque... - fece
una smorfia – E questo significa che la Flotta farà finire con la testa
su un ceppo chiunque ritenga responsabile. Spero che almeno si
accontentino della mia...”
*DS16 Gamma
**Alloggio di Durani**
**01****novembre**2398 ore **02:00*
La piccola Jul'eth si era addormentata su una poltrona. Jorhom non si
era staccato un secondo da lei, ma era evidente che le tensioni delle
ultime ore si stavano facendo sentire anche sul fisico del giovane
atleta. Il ragazzo si alzò senza far rumore, stiracchiandosi le
giunture, poi si avvicinò a Durani, che si era seduta di fronte alla sua
consolle di comunicazione.
“Funziona?” - le chiese, a bassa voce.
“Credo di si” - rispose Durani. In quel momento, una sinusoide si
trasformò nel volto di un anziano Klingon:
=^= Q’aplà! =^=
“Q’apla! Onore a te, Kheldas!”
=^= Perché mi hai chiamato? Non è coraggio correre rischi inutili! =^=
“Ti ho chiamato perché An'eth K'Ploct si trova qui, sulla Base Stellare
16 Gamma… - disse Durani - E perché è arrivato il momento per restituire
l’onore alla casata Kanjis...”
*DS16 Gamma
**Ufficio dell’ambasciatrice T’Lani**
**01****novembre**2398 ore **07:30*
“Da quanto tempo ci conosciamo, ambasciatrice?”
T’Lani inarcò un sopracciglio:
“Da abbastanza tempo da farmi dubitare della tenuta della sua memoria,
se mi fa questa domanda, ambasciatore Lamak”
L’uomo si era seduto di fronte alla scrivania della vulcaniana.
Contrariamente al suo solito, aveva rifiutato – per quanto garbatamente
– l’offerta dell’ottimo té verde che l’ambasciatrice si faceva venire
apposta da Vulcano. Riunì le punte delle dita di fronte a sé, altro
gesto che la donna riconobbe.
“La mia memoria non è ancora così malandata. Sono molti, molti anni che
ci conosciamo. In tutti questi anni, ci siamo trovati anche su fronti
differenti...”
“Qualcosa che spero non accada mai più” - disse T’Lani socchiudendo gli
occhi.
“Sono d’accordo, ambasciatrice… Mai più” - disse con enfasi.
Il discorso stava avendo sottintesi che non le piacevano affatto, pensò
T’Lani. Poggiò i palmi delle mani sulla scrivania di fronte a sé – un
gesto che anche lui sicuramente riconosceva in lei – prima di domandare:
“Non ho motivo di credere che questo possa accadere di nuovo. Lei no,
Lamak?”
“Forse”
Bene, pensò T’Lani. Niente più sottintesi:
“Per quale motivo?” - domandò, quasi brusca.
“Nelle ultime ore sono stato contattato da una allenatrice spaventata.
Un giovane atleta, un minore che le era stato affidato, non si è
presentato agli allenamenti. La famiglia ha provato a contattarlo,
inutilmente, così è stata attivata la mia ambasciata. Ho fatto cercare
presso l’infermeria, ma non risultano ricoverati corrispondenti alla sua
descrizione. Così, ho provato a chiedere alla Sicurezza della Base,
casomai il ragazzo si fosse trovato in qualche guaio… E’ appena un
adolescente, dopotutto. Ma qui, le risposte che ho ricevuto sono state…
come dire? Ambigue.”
Lamak si piegò verso di lei:
“Come ho detto prima, ci conosciamo da molti anni. Nessuno di noi ama
l’ambiguità. Quindi le chiedo: ha notizie di Jorhom G’Hmontk?”
“Si”
Lamak la guardò sorpreso. Non si era veramente aspettato una ammissione,
o almeno non così immediata da parte sua, pensò T’Lani, sorvegliando con
cura la sua espressione per non far trapelare la soddisfazione per
averlo colto di sorpresa. Lamak si appoggiò di nuovo sullo schienale
della poltrona:
“Di che cosa è accusato?”
“Nulla”
“Perché viene trattenuto, allora?”
“E’ stato liberato, non trattenuto. E’ stato trovato legato e
imbavagliato insieme al proprietario di uno dei negozi della
Passeggiata, un ferengi di nome Kimmar.”
Lamak assentì lievemente:
“So chi è Kimmar. Jorhom è ferito?”
“No”
“Posso vederlo? Avrà bisogno di assistenza dopo una vicenda traumatica
come un sequestro di persona. A proposito, ci sono stati degli arresti?”
T’Lani assentì:
“Un cardassiano con cui Kimmar ha avuto scambi commerciali. Sicuramente
ha dei complici, che la Sicurezza della Base non ha ancora individuato”
“E’ per questo che Jorhom viene trattenuto? Per dare la possibilità alla
Sicurezza di prendere i complici del cardassiano? Se è così, la mia
ambasciata può proteggere il minore con altrettanta cura della vostra
Sicurezza”
“Non è la mia Sicurezza, ambasciatore. Non ho nessuna autorità su di essa”
Lamak la fissò dritto negli occhi:
“Non le nasconderò, T’Lani, che trovo strana questa conversazione… La
mossa più logica – da vulcaniana, direi – Sarebbe stata quella di
riconsegnare subito il ragazzo ai suoi genitori, o all’allenatrice, o
direttamente a noi dell’ambasciata. Dunque, deve esserci un’altra
logica… E mi domando quale sia. Forse dovrei presentare una protesta
formale? Non posso credere che la Federazione voglia rischiare una crisi
diplomatica per non voler riconsegnare alla sua famiglia e alla sua
gente un ragazzo che a quanto pare non è neanche accusato di nulla!”
“Jorhom non è vulcaniano e non segue le vie della logica – T’Lani
sospirò – Si fa condizionare dalle emozioni. Nello specifico, si tratta
di una forte emozione nei confronti di una ragazza appartenente ad una
squadra avversaria, che a quanto pare... condivide le sue vedute.
Volevano fuggire insieme”
Il volto di Lamak si rischiarò.
“Tutto qui? Si è fatto una ragazza?” - si mise a ridere.
“Una ragazza Klingon per la precisione.”
“Oh… Beh, io sono l’ultima persona della Galassia a poter criticare. Ho
sposato una betazoide, dopotutto. Ma Jorhom è pur sempre un minore ed i
minori dovrebbero stare con le loro famiglie. Non crede anche lei?
Dopotutto, gli amori adolescenziali spesso si consumano rapidamente”
“Non solo da adolescenti… Almeno tra le specie che si fanno guidare
dalle emozioni”
“Innegabile. Ma comunque, il ragazzo non ha ancora l’età per lasciare la
famiglia.”
“Sempre che la famiglia lo rivoglia indietro”
Lamak corrugò la fronte:
“Ho sentito io stesso il padre e la madre di Jorhom. Erano
preoccupatissimi. Perché non dovrebbero voler indietro il loro figlio?”
T’Lani non rispose. Si limitò a guardare fisso in volto l’ambasciatore
romulano. L’uomo si morse le labbra:
“D’accordo – disse infine Lamak, alzandosi in piedi – Contatterò i
genitori per dire loro che il figlio è vivo e sta bene. Sono sicuro che
mi chiederanno di riportarlo a casa. E quindi, tornerò qui a presentare
per vie ufficiali una richiesta formale di rilascio e riconsegna ai
legittimi tutori del minore.”
“L’attenderò qui” - T’Lani si alzò a sua volta. Il colloquio era finito.
Per il momento.
*DS16 Gamma
**Sala conferenze**
**01****novembre**2398 ore **10:00*
Le olocamere dei giornalisti illuminavano la sala come shrapnel su una
trincea della prima guerra mondiale. Le domande e le proteste fioccavano
da tutte le parti, fino a far perdere la testa. Claire Drillrush non
capiva come il capitano Shran riuscisse ancora a stare in piedi di
fronte a quel bombardamento. Il rumore era assordante, al punto che
quasi non si distinguevano le domande le une dalle altre.
“Lei continua a dire che ci sono motivi di sicurezza...” - chiedeva uno.
“Non è possibile annullare i giochi! - proclamava un altro – Non a
questo punto!”
“Non sono i giochi ad essere annullati! - si sgolava Shran - “Solo la
cerimonia iniziale!”
Shran non aveva voluto che lei fosse al suo fianco in quel momento, come
sarebbe stato teoricamente suo dovere di primo ufficiale. Le aveva detto
il perché senza giri di parole, giusto prima di chiamare l’ammiraglio
Maelstrom a bordo della USS White Tiger per anticipargli il contenuto
della conferenza. Gli ufficiali al suo comando erano ancora giovani e
con una carriera da fare. Lui voleva essere l’unico a perdere il posto.
Quindi era andato da solo ad affrontare i giornalisti, i giudici e i
membri delle delegazioni. Claire, nonostante l’opposizione del capitano,
era andata lo stesso in sala, trovando un posto non troppo lontano da
quelli riservati alle delegazioni diplomatiche.
Una giornalista terrestre si girò a farle un cenno di saluto. L’aveva
abbordata al bar un paio di giorni prima,presentandosi come Lara C,
senza altre specificazioni. Claire le sorrise di rimando sperando di non
far trapelare il suo nervosismo. Avrebbe dovuto evitarla uscendo dalla
sala, altrimenti avrebbe cercato di farla parlare. Lei non poteva dirle
che le squadre di sicurezza in quel momento stavano pattugliando ogni
centimetro quadrato – non solo della sede che avrebbe dovuto accogliere
la cerimonia iniziale, ma anche spogliatoi e alloggi di atleti,
allenatori, accompagnatori e personale tecnico alla ricerca di esplosivo
che non si trovava.
I cardassiani fermati, da parte loro, non avevano ancora fatto alcuna
dichiarazione, confessione o altro. Claire non sapeva quale fosse il
loro scopo, ma se si trattava di creare caos, allora c’erano pienamente
riusciti, senza neanche disturbarsi a mettere l’esplosivo.
Avvertì del movimento alle sue spalle e si voltò in tempo per vedere
l’ambasciatore romulano entrare nella sala, scuro in volto. Dette appena
un’occhiata, per poi girarsi e tornare da dove era venuto.
La conferenza terminò. Shran ignorò le nuove domande che lo rincorsero
fino alla porta, dove due agenti della sicurezza impedirono ai
giornalisti di seguirlo.
Claire si alzò, cercando di muoversi altrettanto in fretta, ma una mano
scura le si posò sul braccio:
“Ciao, caarissima! - la giornalista terrestre le rivolse il più candido
dei suoi sorrisi. Parlava la lingua della Federazione con un accento
strascicato, da America centro o meridionale – Che fai, scappi come il
tuo capo?”
“Ciao, Lara. A me veramente sembra che il capitano Shran sia rimasto ad
affrontare le vostre domande più che a sufficienza” - ribatté Claire,
cercando di liberarsi.
“Vostre? Io non ne ho neanche fatte, per la verità - Lara C le si
affiancò, ignorando il suo tentativo di guadagnare l’uscita – Più che
quello che voleva o poteva dire il tuo povero capitano, mi interessava
lo psicodramma dietro le quinte. Il presidente del collegio arbitrale
sembrava sul punto di tirare fuori la bat’let e far fuori Shran sul
posto… E scommetto che la Vorta gli avrebbe dato una mano, considerato
quanto ha protestato per l’annullamento della cerimonia. Sembrava
illividita! L’ho vista parlare fitto fitto con il suo vice durante tutta
la conferenza. Non sai quanto pagherei per sapere quello che si dicevano!”
“Davvero?” - fece Claire fermandosi di botto.
La giornalista le scoccò un’occhiata indagatrice:
“Beh, naturalmente il mio network pagherebbe latinum sonanteper delle
buone informazioni...”
Claire scosse la testa:
“Non sto parlando di questo. Le tue olocamere hanno inquadrato la Vorta
mentre parlava?”
“Si, certo”
“Allora ho un modo per sapere che cosa ha detto. In cambio, non voglio
denaro. Voglio che nei vostri servizi trattiate Shran con almeno un po’
di rispetto. Non si merita di essere esposto al pubblico come se fosse
tutto colpa sua!”
Lara parve pensarci un po’ su, quindi assentì:
“D’accordo, affare fatto!”
“Bene. Allora, andiamo in infermeria”
Lara fu sorpresa, ma non fece commenti e la seguì.
Arrivarono in infermeria. Claire scartò gli infermieri che si
presentarono e chiese direttamente del medico capo. Le fu detto che il
dottor Sonx era occupato con la dose quotidiana di ketracel bianco da
dare ai giovani Jem’Hadar della squadra. In sostituzione, le si presentò
davanti un giovane andoriano:
“Dottor Nammo Ch'Idrani… Qual è il problema?”
“Sono il comandante Claire Drillrush. Voglio accedere al vostro sistema
di ricostruzione olografica medica, se non è attualmente occupato”
Nammo si girò verso la postazione:
“Sembra sia libera… Ma perché le serve, comandante?”
“Tutte le sale olografiche sono naturalmente state modificate e
approntate per i giochi… Altrimenti, userei una sala ologrammi”
“L’olografia medica serve solo a ricostruire anatomie, comandante –
disse Nammo - Non può essere usata per moltoaltro!”
“Lo so, ma non ho bisogno di molto altro” - si girò verso Lara C, che
aveva seguito lo scambio in silenzio:
“Puoi scaricare le riprese olografiche della conferenza in quella consolle?”
La donna sembrava piuttosto sconcertata, ma andò a collegare la sua
olocamera alla consolle. In mezzo alla stanza comparve l’immagine di
quella che era stata la sala conferenze fino a pochi minuti fa. Claire
mandò avanti la registrazione, finché non si vide la figura della Vorta
e del suo assistente. La selezionò, togliendo dalla olografia tutte le
altre figure e la guardò parlare al suo assistente. Capì perché
l’atteggiamento della Vorta avesse attirato l’attenzione della
giornalista. Il dottore si avvicinò alle olografie:
“E’ come se avesse paura… Ma di cosa? ” - disse.
“La mia olocamera non è abbastanza potente – si strinse le spalle la
giornalista – Non possiamo sentire quello che si stanno dicendo”
“Ma possiamo vederlo. Giusto, dottore? - riavvolse la registrazione ed
inserì una applicazione. Prima di avviare, si rivolse alla giornalista:
“L’olografia può ricostruire il movimento delle labbra. Ovviamente, il
movimento delle labbra corrisponde alla lingua usata… Quella che noi
normalmente non sentiamo, grazie ai nostri traduttori universali. Ma
possiamo ricostruire le parole usate dal movimento labiale e quindi
passarle al nostro traduttore universale. La voce è una ricostruzione,
quindi non corrisponderà all’originale… Ma le parole, si.”
Premette un tasto. L’olografia ebbe un salto e perse definizione per un
istante, ma poi si avviò:
-///Questioni di sicurezza… - /diceva Conlon/- Ed hanno annullato
proprio la cerimonia, quando eravamo pronti ad agire! Non può essere una
coincidenza! Dobbiamo rivedere i piani… Il Fondatore deve essere
liberato, a tutti i costi!” -/
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FINE TRASMISSIONE
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Ciao! ;-D
Elena
--
"Ambasciatrice T'Lani" - Deep Space 16 Gamma
ICQ 33856678
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