[Stml21] R: 22.05 T'Lani - L'ipotesi del guardiamarina Challa

Nicola Perrotti nicoperrotti a hotmail.com
Mar 3 Set 2019 10:15:29 CEST


Ciao,
era finito in "spam"...
Molto bello!
Nicola
________________________________
Da: Stml21 <stml21-bounces a gioco.net> per conto di Elena Fuccelli <mf9115 a mclink.it>
Inviato: lunedì 26 agosto 2019 00:10
A: Deep Space 16 Gamma <stml21 a gioco.net>
Oggetto: [Stml21] 22.05 T'Lani - L'ipotesi del guardiamarina Challa

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INIZIO TRASMISSIONE
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DS16 Gamma – Studio del Comandante
20/06/2399, ore 18.25

“Bauer?”
“Si, il tenente Bauer della sua sezione, comandante Roberts. Quel
tenente Bauer che è appena morto.”
Claire Drillrush alzò lo sguardo. Ramar Roberts era seduto di fronte a
lei, con una espressione di assoluta incredulità dipinta in volto.
Durani era rimasta vicino alla porta, con le braccia incrociate
davanti al petto. Dava l’impressione di trattenersi appena dallo
scattare.
“Credo che non possano esserci dubbi. Il dottor Shencran ha trovato un
contenitore di sostanze patogene – continuò Claire – Il capo sicurezza
me l’ha appena confermato. L’epidemia a bordo non è accidentale. E’ un
attentato, puro e semplice”
“Uno dei nostri…  – borbottò Durani – E’ stato uno dei nostri...”
Roberts scosse la testa, come se cercasse di scacciare l’immagine:
“Non capisco. Non posso dire di averlo conosciuto bene, ma a questo
punto credo di non averlo conosciuto affatto. Bauer non corrisponde –
non corrispondeva – al tipo del terrorista. Certo, non aveva molti
amici, ma era qui da poco… Non aveva avuto il tempo di stringere
grandi rapporti al di fuori del lavoro. Cosa diavolo può avere spinto
uno come lui a fare una cosa del genere?”
“Mi piacerebbe poterlo chiedere a lui!” - sibilò Durani.
“Sfortunatamente, non possiamo più chiedergli perché lo ha fatto –
disse Claire – E, soprattutto, non possiamo chiedergli come facciamo a
fermare i contagi!”
“Non ha detto che è stato trovato un contenitore di sostanze patogene?
- chiese Roberts - Nel mio laboratorio…” - si interruppe.
“Stava per dire che nel suo laboratorio avrebbe potuto trovare un
antidoto, comandante Roberts? - domandò Durani, sarcastica – Purtroppo
non può farlo, visto che è bloccato in quarantena con noi! E poi:
abbiamo scoperto solo per un caso fortuito che Bauer era coinvolto in
questa faccenda. Come facciamo a sapere se non aveva dei complici,
persino nella stessa sezione scientifica? Complici che magari, in
questo stesso momento stanno spargendo il batterio in altri settori
della Base!”
Ramar fece per rispondere. Claire lo fermò:
“Se Bauer aveva dei complici, Riccardi lo scoprirà. Lui non è bloccato
qui dentro, come lo siamo noi”
Le sue parole caddero in un silenzio carico di frustrazione. Claire si
alzò, andando ad affacciarsi alla vetrata che dava alla sala comando.
Gli sguardi di alcuni membri dell’equipaggio si alzarono verso di lei,
con negli occhi domande mute. Altri rimasero con lo sguardo
ostinatamente fisso nel vuoto, e quelli, pensò Claire, erano i più
pericolosi. Era diverso attendere di trovare la morte in una battaglia
o nel silenzio dello spazio: a quello sarebbero stati preparati. Erano
arrivati in sala comando con la sola prospettiva di una noiosa
giornata di lavoro, da concludere con una partita in sala ologrammi o
con una cena ai ristoranti della Passeggiata. Avevano invece visto uno
dei loro cadere e morire. E adesso si ritrovavano a  rimanere lì,
chiusi in quarantena senza far niente, e la sola prospettiva era
diventata quella di contrarre la malattia e morire stupidamente,
uccisi – anzi, assassinati – da un nemico invisibile. Non poteva dare
a tutti una palla di vetro da far rotolare avanti e indietro per farli
pensare ad altro – o meglio, per non farli pensare.  L’equipaggio
condannato a rimanere in sala comando avrebbe presto cominciato a
protestare, a cercare una salvezza... Anche a costo di mettere in
pericolo la vita di altri?
Qualunque cosa, ma questo doveva essere evitato. Si voltò di nuovo
verso i due ufficiali:
“Siamo chiusi qui dentro, ma non è detto che dobbiamo rimanere con le
mani in mano – disse – Comandante Roberts, si faccia mandare dalla
Sicurezza alla sua consolle tutte le registrazioni delle olocamere
della Base. Lei e il tenente Durani dovrete ricostruire tutti i
movimenti di Bauer nelle ultime diciotto ore, sovrapponendo i luoghi
dove si è manifestata la malattia. Vedete se c’è uno schema e se ci
sono luoghi dove il batterio non si è ancora manifestato… Luoghi che
dovranno essere sottoposti a quarantena. Io intanto, cercherò di avere
notizie dalla Delegazione Romulana. Andate!”


DS16 Gamma – Infermeria -
20/06/2399, ore 18.25


Il romulano era ancora vivo, per fortuna, pensò il dottor Ch’Idrani,
inserendo nell’inceneritore l’ennesima tuta protettiva usata
dall’inizio della crisi. Almeno, abbastanza vivo da essere messo in
stasi, in modo che il virus non potesse provocargli nuovi danni, fino
a quando non fossero riusciti a trovare una soluzione, ma ormai le
celle di stasi erano piene, i bioletti della sua infermeria tutti
impegnati e chissà quanti altri avrebbero manifestato i sintomi nelle
prossime ore. Oltretutto, aveva cominciato a diffondersi tra i
passeggeri della Base anche la paura isterica della malattia. I suoi
aiutanti avevano già dovuto perdere tempo con dozzine di individui
spaventati, che adducevano i sintomi più strani ed assurdi e tuttavia
non potevano essere trascurati. Forse avrebbe dovuto chiedere al
comandante Drillrush di mettere intanto a sua disposizione un ramo
della sezione abitativa e poi vedere se...
“Dottore?”
Nammo si girò. Dalla porta che dava sulla Passeggiata era apparso il
capo della sicurezza. Dalla sua espressione cupa comprese che non
aveva buone notizie da dargli:
“Altri contagiati?”
“No, o almeno non che io sappia – rispose Riccardi, lasciandosi cadere
sulla poltroncina di fronte alla scrivania - Purtroppo, il senatore
romulano e le sue guardie si sono rintanate subito nella Delegazione
romulana e io lì non ho alcuna autorità. Mi hanno praticamente
sbarrato la porta in faccia. E se venissero a sapere che il virus è
stato fabbricato deliberatamente da un umano… - sospirò – Non voglio
neanche immaginare la tempesta che si potrebbe scatenare…”
“Non…Penserà ad una guerra?” - esclamò il dottore.
“Forse no, forse mi sto preoccupando troppo… Lo spero”
Nammo rifletté un momento:
“Non credo che fosse questo il piano di Bauer. Dopotutto, le prime
vittime sono state umane, come lo era lui”
“Può darsi. Chissà che aveva in mente quel disgraziato. Lei ha qualche
idea, dottore?”
Il dottore scrollò le spalle:
“Non sono un consigliere e i misteri della mente – soprattutto di una
mente cresciuta in una cultura che non è la mia – sono al di là delle
mie competenze. Ho potuto estrarre dal database medico le note
psicologiche di Bauer, ma – a parte uno spiccato narcisismo – non sono
riuscito a trovare niente di rilevante. Ha provato a estrarre i diari
personali?”
“Sono criptati, con un codice che i miei uomini stanno passando al
computer principale per la decrittazione. Mi dia almeno lei delle
buone notizie. Il campione che le ho fatto portare, può servire a fare
un vaccino?”
“Non è così semplice...”
“Non ne dubito, ma può farlo?”
“Mi lasci finire – disse Nammo – Un vaccino contro la peste umana in
effetti esisterebbe già da secoli. Il problema è che il batterio del
campione ha veramente poco a che fare con lo yersinia pestis descritto
nella casistica umana. E’ un batterio mutageno, che reagisce in
maniera differente a seconda della specie con cui si trova a contatto.
Fra le altre cose, non sono ancora riuscito a capire come faccia a
propagarsi così tanto”
“Non ha detto che si propaga per via aerea?”
“Infatti. Ma, se viene esposto ad una atmosfera ossigeno-azoto, come
l’aria che respiriamo, il batterio deve trovare immediatamente un
ospite o degrada nel giro di pochi minuti. Le persone che hanno
contratto la malattia devono quindi essere state molto vicino ad un
ospite attorno alle  diciotto ore precedenti al contagio.”
“Capisco – Riccardi si alzò in piedi – Devo individuare e portare in
quarantena tutti coloro che hanno avuto a che fare con i contagiati
nelle diciotto ore precedenti al manifestarsi della malattia. Va bene,
la lascio al suo lavoro…”
Fece per girarsi, ma Nammo lo fermò:
“Solo un momento, signor Riccardi.”
“Cosa?”
“L’ospite che trasporta il batterio potrebbe anche non essere un
senziente. Secondo le ricerche mediche umane, il batterio della peste
era trasportato dalle pulci presenti sui ratti”
“Ratti, a bordo di una Base Stellare? - esclamò Riccardi – Tutti gli
animali, che siano portati a bordo come cibo o come animali da
compagnia devono passare attraverso la dogana sanitaria. Sono
sottoposti a controlli molto accurati! E sono molto sicuro che non
sono sbarcati ratti terrestri, da nessuna nave!”
Nammo alzò le spalle:
“Non sappiamo quanta fantasia possa aver usato il nostro tenente Bauer
nel contrabbandare il suo batterio. Potrebbero essere arvicole
cardassiane. Potrebbero essere pulci sul tappeto del suo vicino di
alloggio o nel cuscino sul sedile del ristorante dove ha pranzato il
romulano. ”
“Allora, bisognerà fare come le massaie di una volta… Fare le grandi
pulizie!” - concluse Riccardi.

DS16 Gamma – Alloggio del senatore Jefferest nella Delegazione
Romulana
20/06/2399, ore 18.31

“Allora?” - sbraitò il senatore Jefferest. L’uomo andava su e giù per
la stanza, incapace di fermarsi un istante. Fahren, secondo e ormai
unico assistente del senatore, non osava alzare lo sguardo per
incontrare quello del senatore. L’alloggio del politico sembrava
essere stato travolto da un temporale estivo e quella – di essere
travolto da un temporale estivo – era esattamente l’idea che aveva
della sua posizione l’assistente Fahren. Finalmente riuscì ad
articolare:
“ Sulla Passeggiata si parla di uno strano morbo che ha colpito varie
persone. Sono per la maggior parte umani, ma anche di altre specie… Si
rincorrono voci allarmanti sulla quantità di malati.”
“E immagino che tu sia corso appresso a tutte queste voci, vero? -
disse Jefferest piantandosi finalmente dietro la scrivania, con i
pugni stretti sul piano – C’è qualcosa di solido che puoi darmi,
Fahren?”
L’uomo respirò visibilmente prima di rispondere:
“Alcune ore fa era arrivata una informativa dalla sala controllo della
Base Federale. Diceva che erano vietati i voli da e per la Base per le
prossime ore a causa di una possibile epidemia a bordo. A nessuna nave
è stato dato il permesso di lasciare la Base o di attraccare nelle
ultime ore. La plancia di comando è isolata dal resto della Base
esattamente dallo stesso tempo.”
“Cosa? Perché IO non sono stato informato?” - Jefferest corredò l’urlo
con una manata sulla scrivania che fece sussultare la guardia
all’esterno.
“L’informativa parlava di una malattia che colpisce solo gli umani.
Non c’erano notizie che il morbo potesse fare un salto di specie…
Anche se la delegazione Klingon è stata chiusa esattamente nelle
stesse ore”
“Quindi i Klingon sapevano che c’era un pericolo! I Klingon!- urlò il
senatore – E noi… NOI! Siamo stati lasciati esposti a questa…
questa...” s’impappinò. Fahren non osò completare la frase per lui.
Il senatore respirò profondamente, cercando di riprendere il
controllo:
“E Gascer?” - articolò alla fine.
“Sappiamo che Gascer è stato portato all’infermeria della Base. Lo
stanno curando i medici federali, ma non siamo riusciti ad avere
notizie sulle sue condizioni… Temiamo il peggio” - disse Fahren. La
voce gli uscì stranamente bassa.
“Federali? Federali? - gridò Jefferest, come se non riuscisse a
credere alle sue orecchie – I Federali non dovrebbero neanche sfiorare
un Romulano. Dov’è il nostro medico? Dov’è il medico della
Delegazione?”
“Non è sulla Base, senatore… Non ricorda? Glielo avevo segnalato pochi
giorni fa che il medico della Delegazione non sarebbe stato presente
ad accoglierla, perché aveva preso un breve congedo personale”
“Un congedo personale. Siamo in mezzo ad una crisi, e il nostro medico
ha preso un congedo personale!” - sottolineò la frase allargando le
braccia – A quanto pare, noi dovremmo fidarci del medico federale per
salvare la vita ad uno dei nostri. Forse a tutti i nostri, se questa
piaga è davvero così virulenta come sembra”
Fece una pausa:
“Ma io non mi fido di questi Federali. Non mi sono mai fidato di loro,
e ho sempre avuto ragione! Gascer deve avere la migliore assistenza
che si può avere. Me ne occuperò io stesso, a costo di andare a
prendere il medico e riportarlo qui!”
Fahren lo guardò stranito:
“Andare a prendere… Ma senatore, noi non possiamo muoverci da questa
Base! Siamo in isolamento, nessuna nave avrà il permesso di lasciare
gli ormeggi!”
“Che si provino a fermarmi, questi Federali! – sibilò Jefferest –
Saranno i nostri medici a fermare  questa stupida malattia degli
umani! A costo di far saltare i ganci d’attracco! E tu, Fahren,
organizzerai la nostra partenza, o puoi scordarti il tuo prezioso
posto di lavoro su Nuova Romulus”



DS16 Gamma – Sala comando -
20/06/2399, ore 21:20

Gli occhi di Ramar Roberts cominciavano a bruciare, per le ore che
stava trascorrendo a seguire le ombre del defunto Bauer lasciate nelle
registrazioni delle olocamere, mentre alle sue spalle il personale di
plancia tentava di contribuire con indicazioni e controlli incrociati.
Al principio, era stato quasi divertente guardare le immagini dei
passeggeri della Base a velocità doppia del normale, ma poi era
subentrata la stanchezza e la tensione delle ultime ore. Adesso, era
quasi una tortura fissare ancora gli schermi.
“Avete qualcosa per me?” -
Si girò. Il comandante Drillrush era uscita dal suo studio e si era
avvicinata, mischiandosi al personale, senza che lui se ne accorgesse.
Durani rispose accendendo lo schermo principale:
“Questo è quanto abbiamo ricavato finora” - disse. Lo schermo
riproduceva una immagine tridimensionale della Base, con alcune zone
segnate in rosso. Accanto ad ogni zona era segnata – sempre in rosso -
l’ora in cui la vittima di un contagio aveva manifestato i primi
sintomi della malattia.
Ramar compose a sua volta una sequenza sulla sua tastiera e
sull’immagine tridimensionale dello schermo si sovrapposero delle
linee blu. Le linee si intersecavano tra loro e attraversavano più
 volte le zone rosse.
“Le linee corrispondono ai percorsi che ha fatto Bauer negli ultimi
tre giorni, come sono stati ricavati dalle registrazioni” - disse
Ramar.
“Io credo che ci sia uno schema” - disse Durani. L’ufficiale tattico
si scostò dalla sua consolle per avanzare verso lo schermo centrale:
“Qual è il fine di un terrorista? - domandò - E’ ovvio, spargere il
terrore uccidendo la maggior parte di persone possibile. Quindi,
normalmente colpisce le aree più popolate, i quartieri residenziali,
le aree divertimento dove le persone tendono ad essere più rilassate e
più distratte. Ma qui non è successo...”
Puntò il dito verso le aree rosse:
“Si è registrato solo un caso sulla Passeggiata. Nelle ore precedenti,
la vittima – il romulano – era stato nel ristorante della Passeggiata…
Io credo che sia stato contagiato lì.”
“Un ristorante – disse Claire – Ovvero un luogo pubblico, che è
possibile colpire facilmente perché non ha particolari difese e dove
si concentra molta gente”
“Ma è stato l’unico caso in cui il batterio è stato diffuso in un
luogo pubblico – sottolineò Durani – In tutti gli altri casi, il
batterio è stato diffuso in luoghi dove poteva accedere solo personale
della Flotta Stellare”
“Stai pensando che Bauer ce l’avesse proprio con la Flotta? - chiese
Ramar – Non gli era stata rifiutata una promozione, non ha avuto
litigi con colleghi, il suo stato di servizio era ineccepibile… Non ha
senso!”
“Nessuno di noi sa che cosa Bauer avesse in mente” - disse Claire.
Una mano si alzò dal gruppo del personale di plancia:
“Io avrei una ipotesi, signore… Se posso”
Gli occhi di tutti si fissarono sulla giovane donna che aveva parlato.
Era una giovane umana dai capelli cortissimi chiari su una carnagione
scura. La ragazza si alzò, guardandosi intorno.
Claire la incoraggiò con un gesto:
“Guardiamarina Challa, vero?”
“Ecco… - si schiarì la voce, evidentemente consapevole degli occhi di
tutti su di lei – Io personalmente non ho la preparazione di un
consigliere, ma all’Accademia ero in stanza con una consigliera. Lei
era appassionata di olofilm con storie di detective e spesso mi ci
trascinava...”
“E allora?” - la sollecitò Claire.
“Uno degli olofilm era imperniato su una serie di incendi dolosi. Gli
investigatori puntavano verso degli speculatori edilizi, ma alla fine
il vero colpevole risultò essere l’eroico pompiere che tanto si era
prodigato per spegnere quegli incendi. Io non comprendevo perché
dovesse fare una cosa del genere. La mia compagna di stanza mi disse
che era stato per attirare l’ammirazione dei suoi capi e della sua
gente. Da quel poco che ho conosciuto il tenente Bauer, io credo che
potesse essere proprio come quel pompiere: alla ricerca costante di
ammirazione e di encomi, al punto da causare una crisi in modo da
poterla risolvere. Può essere per questo che non ha cercato di fare
più vittime possibili, come farebbe un terrorista, ma abbia invece
mirato a membri della Flotta Stellare. E’ solo una ipotesi,
naturalmente...” - terminò in un soffio.
“Ma una buona ipotesi - disse Claire, approvando – Una che si adatta a
tutti gli elementi che abbiamo al momento. Molto bene, guardiamarina”
La ragazza arrossì e tornò a sedersi alla sua postazione. Claire notò
che un altro guardiamarina le aveva allungato una pacca sulla spalla,
ma fece finta di niente:
“Poniamo che l’ipotesi del guardiamarina Challa sia esatta. Dove ci
porta?”
“Beh, al fatto che Bauer, per mettersi in luce avrebbe dovuto avere la
cura a portata di mano. Giusto?” - rispose Ramar.
“Giusto –  confermò Claire – Quindi dovremo dire alla Sicurezza di
cercare in tutti i luoghi in cui Bauer potrebbe aver nascosto la cura.
Nei suoi diari, per esempio… Quelli che non sono ancora stati
decrittati dal computer principale.”
Tornò a guardare il modello tridimensionale della Base che ruotava
sullo schermo. Le aree rosse si confondevano fino quasi a sparire
nelle righe blu:
“E forse, il luogo dove Bauer ha nascosto la cura è proprio di fronte
a noi…”
Anche Ramar e Durani si voltarono di nuovo verso lo schermo centrale.
Per un lungo momento, nessuno parlò.
“Quale ristorante?” - domandò improvvisamente Ramar.
“Cosa?” - fece Durani.
“Se l’ipotesi del guardiamarina Challa è esatta, le vittime
predestinate di Bauer erano i membri della Flotta Stellare – disse
l’ufficiale scientifico - Il fatto che abbia colpito un ristorante va
fuori dallo schema. Ci deve essere un motivo per cui è stato preso di
mira. Quindi, quale ristorante? E’ frequentato da membri della
Flotta?”
Durani tornò a grandi passi alla sua consolle. Premette un paio di
tasti, quindi rispose:
“Rinan. E’ quel piccolo ristorante bajoriano sulla Passeggiata – disse
– I suoi clienti sono soprattutto i mercanti di passaggio. Non mi
risulta che sia particolarmente amato dal personale della Flotta”
“Io non ci sono mai stato” - disse Ramar.
“Ha aperto da poco. Hanno rinnovato tutto il locale - disse Durani –
Neanche io ci sono ancora mai stata”
Ramar si tirò su, stiracchiando la schiena. Lo sguardo gli cadde di
nuovo sullo schema della Base che girava sullo schermo.
Si bloccò.
“Un momento...” - si mosse, lentamente verso lo schermo centrale fino
quasi a toccarlo, quindi si girò di nuovo verso gli ufficiali di
plancia.
“Credo di aver capito - disse – Lo vedete?”
Puntò il dito sulle zone rosse:
“Il ristorante sulla Passeggiata è stato rinnovato da poco. Queste
zone, sono state tutte rinnovate negli ultimi due anni… Tutte le zone
in cui si è manifestato il batterio sono state rinnovate da poco!”
“Che vuol dire? - domandò Claire – Perché Bauer dovrebbe aver preso di
mira delle zone rinnovate da poco?”
“Non capite? Quasi tutta la nostra Base è stata costruita secondo
vecchi criteri. Le zone rinnovate sono state invece ricostruite con
gli ultimi ritrovati della nostra tecnica.”
“Un momento!” - saltò su Durani – Non starai dicendo...”
“Si. Che Bauer ha infettato delle gelatine bioneurali.”


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FINE TRASMISSIONE
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Ciao! ;-D
Elena
--
"Ambasciatrice T'Lani" - Deep Space 16 Gamma
ICQ 33856678
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