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<body dir="ltr">
<div style="font-family:Calibri,Helvetica,sans-serif; font-size:12pt; color:rgb(0,0,0)">
Ciao a tutti, per me è ok.</div>
<div style="font-family:Calibri,Helvetica,sans-serif; font-size:12pt; color:rgb(0,0,0)">
Grazie</div>
<div style="font-family:Calibri,Helvetica,sans-serif; font-size:12pt; color:rgb(0,0,0)">
Nicola</div>
<hr tabindex="-1" style="display:inline-block; width:98%">
<div id="divRplyFwdMsg" dir="ltr"><font face="Calibri, sans-serif" color="#000000" style="font-size:11pt"><b>Da:</b> Stml21 <stml21-bounces@gioco.net> per conto di Maddalena <bryn.lwellelyn@gmail.com><br>
<b>Inviato:</b> lunedì 10 dicembre 2018 18:16<br>
<b>A:</b> stml21@gioco.net<br>
<b>Oggetto:</b> Re: [Stml21] [R. T'Lani - 21.02] Compatibilità culturali</font>
<div> </div>
</div>
<div class="BodyFragment"><font size="2"><span style="font-size:11pt">
<div class="PlainText">Ho riletto con calma prima di metterlo online e mi sono accorta che
<br>
mancano le date all'inizio dei paragrafi. Elena, puoi aggiungerli per <br>
favore? Così poi lo carico e passo il turno.<br>
Nel frattempo, attendiamo i commenti di chi manca.<br>
<br>
<br>
Il 08/12/2018 16:54, Elena Fuccelli ha scritto:<br>
> Il mio pezzo... In ritardo, come al solito! *_____*<br>
><br>
> ------------------------------<br>
> INIZIO TRASMISSIONE<br>
> -----------------------------<br>
> Base stellare 16 Gamma<br>
> Studio del capitano Shran<br>
><br>
> “...Questo è da escludere!” - disse il primo giudice.<br>
> “Mi dispiace, ma non possiamo assolutamente permetterlo” - rincarò il <br>
> secondo.<br>
> “E poi, a questo punto? Sono perfino scaduti i termini per presentare <br>
> le candidature” - rimarcò il terzo.<br>
> Le antenne del capitano Shran avevano ceduto parecchi gradi da quando <br>
> si erano presentati alla sua porta i tre presidenti del collegio <br>
> arbitrale dei Giochi. I tre – tutti uomini e tutti con in volto la <br>
> medesima espressione tra il funesto e l’oltraggiato che li rendeva <br>
> quasi identici nonostante l’appartenenza a tre diverse razze – avevano <br>
> presentato una protesta formale sulla presenza ai Giochi Giovanili dei <br>
> ragazzi Jem’Hadar richiesta dai Vorta. Come se lui, Shran, avesse la <br>
> benché minima voce in capitolo sulla faccenda. Quei Giochi maledetti <br>
> gli erano stati imposti dall’Ammiragliato, come se non avesse già <br>
> abbastanza beghe per le mani. Oltretutto, di lì a poco gli sarebbe <br>
> anche toccato tenere una inchiesta sulle cause del disastro della nave <br>
> da trasporto Ferengi. Erano morte delle persone. Lui aveva già provato <br>
> più volte a far cadere nella conversazione che il suo compito in quel <br>
> momento sarebbe dovuto essere quello di andare ad interrogare i <br>
> superstiti e indagare sulle cause del disastro, ma quei tre non <br>
> avevano voluto sentire ragioni ed avevano continuato a ripetere i <br>
> loro argomenti. Dentro di sé, Shran stava invocando già da un pezzo <br>
> gli antenati del suo clan perché aprissero una falla là dove c’era <br>
> l’oblò e inghiottissero tutti quanti nello spazio insieme ai loro <br>
> dannatissimi Giochi!<br>
> In piedi, di fronte ai tre giudici, stava una Vorta dalle profonde <br>
> occhiaie nere, che stava perorando la tesi opposta con un tono così <br>
> falsamente gentile da riuscire ad irritargli i nervi ancora più degli <br>
> accenti oltraggiati dei tre giudici. La donna si era presentata come <br>
> Conlan, e Shran l’aveva odiata a pelle, dal primo momento in cui <br>
> l’aveva vista. Aveva dovuto concentrarsi per non far trapelare la sua <br>
> avversione.<br>
> “Tuttavia – intervenne, suadente la Vorta – Se non erro, ci sono stati <br>
> delle precedenti occasioni in cui sono state accettate squadre anche a <br>
> termini di presentazione scaduti… Non è vero?”<br>
> Il secondo giudice – il romulano – borbottò qualcosa tra i denti che <br>
> assomigliava ad una ammissione. Il terzo giudice – rappresentante <br>
> della Federazione - lo fulminò con uno sguardo prima di rispondere:<br>
> “In un caso, si. Ma fu una unica eccezione alla regola, mai più ripetuta”<br>
> “Il fatto che vi siano state eccezioni – chiedo scusa, una sola <br>
> eccezione – a mio parere vuol dire che la regola non è poi così <br>
> vincolante, non è vero?”<br>
> Il terzo giudice ebbe uno scatto:<br>
> “Non ci prendiamo in giro – disse l’umano – Termini di presentazione o <br>
> no, il fatto è che non possiamo accettare dei Jem'Hadar nei Giochi. Ne <br>
> andrebbe del fondamento stesso della competizione: sportività ed <br>
> eguaglianza di trattamento!”<br>
> “Non capisco dove sia il problema” – rimarcò la Vorta.<br>
> “Quello che il mio collega stava cercando di dire – intervenne il <br>
> primo giudice – E’ che una delle regole fondamentali dei Giochi è che <br>
> non possono essere prese sostanze di qualunque genere per migliorare <br>
> le prestazioni. I Jem'Hadar sono notoriamente programmati per essere <br>
> dipendenti da una sostanza vietata in tutto il territorio delle <br>
> nazioni partecipanti. Non possiamo accettare che gareggino dei ragazzi <br>
> che prendono il ketracel bianco.” - il klingon terminò le parole con <br>
> un disgusto che gli fece snudare i denti.<br>
> “Proprio così – confermò l’umano, sporgendo in avanti il mento – Noi <br>
> insistiamo molto con i nostri ragazzi che devono competere <br>
> correttamente, senza far ricorso a sostanze che alterino le loro <br>
> prestazioni. Con che faccia andremmo da loro, se accettassimo atleti <br>
> dipendenti dal ketracel al punto da essere incapaci di gareggiare, o <br>
> perfino di vivere, se ne fossero privati?”<br>
> Le sopracciglia della Vorta ebbero una lieve contrazione di disappunto:<br>
> “Dunque è il ketracel il problema? Potrei contestare il fatto. <br>
> Dopotutto, anche i vostri atleti dipendono da sostanze chimiche e <br>
> soffrirebbero molto se ne fossero privati a lungo… Solo che le <br>
> chiamate cibo”<br>
> “Il cibo non è una sostanza dopante!” - contestò il romulano.<br>
> “E sicuramente non è vietato dai nostri ordinamenti legali” - <br>
> sottolineò il federale.<br>
> “E’ solo una questione culturale – disse Conlan - Nella nostra <br>
> cultura, il ketracel è considerato un nutriente”<br>
> “Un...COSA?” - Il Klingon si rizzò in piedi, gonfiando il petto come <br>
> se stesse per esplodere – PER CHI CI HAI PRESO, DONNA?”<br>
> Shran temette per un istante che si stesse per scagliare contro la <br>
> Vorta. Si parò di fronte al Klingon:<br>
> “Sono sicuro che Conlan non aveva intenzione di mancare di rispetto <br>
> agli onorevoli giudici dei Giochi! Io credo che possiamo arrivare ad <br>
> una soluzione che non pregiudichi l’onore di nessuno”<br>
> “Onore? Che cosa ne sa questa femmina dell’onore?” - Il klingon snudò <br>
> i denti in direzione della Vorta, che replicò:<br>
> “Onore forse no. Ma sono abbastanza sicura di riconoscere la paura <br>
> quando la vedo”<br>
> Gli altri giudici si erano alzati in piedi. Il romulano afferrò il <br>
> braccio del klingon, quasi a volergli impedire di massacrare la donna <br>
> all’istante:<br>
> “PAURA IO? Come osa questa...”<br>
> “Si, paura: paura che i nostri Jem’Hadar usciti dall’incubatrice da <br>
> meno di tre giorni si rivelino così forti, così potenti nei confronti <br>
> dei vostri atleti da farli sfigurare di fronte a tutto il Quadrante <br>
> Gamma!”<br>
> “SIGNORI!” - urlò Shran. I giudici e la Vorta lo fissarono. Il Klingon <br>
> come se stesse per snudare un pugnale, il romulano con sorpresa, il <br>
> federale con terrore, la Vorta come se d’improvviso si fosse <br>
> trasformato in un insetto. Almeno aveva la loro attenzione, pensò <br>
> Shran. Adesso, doveva convincerli a non ammazzarsi a vicenda.<br>
> “Il nodo della questione è: che cosa è il ketracel bianco e se <br>
> comporta un ingiusto vantaggio a favore dei Jem'Hadar. - Alzò la mano, <br>
> per prevenire l’obiezione del federale – Lo so che è vietata nella <br>
> Federazione Unita dei Pianeti, ma ci sono esempi nella storia di <br>
> sostanze intossicanti che tuttavia sono accettate dalle varie culture. <br>
> L’alcool, tanto per fare un esempio: ne è vietato il consumo in alcune <br>
> culture e normalissimo in altre, la mia compresa.” - Colse un lampo di <br>
> compassione sul volto del romulano, che poi con la coda dell’occhio <br>
> sbirciò l’espressione del klingon e poi del federale. Shran si stava <br>
> arrampicando sugli specchi per non causare un incidente diplomatico <br>
> che poteva avere conseguenze devastanti, ed il romulano era stato il <br>
> primo a capirlo.<br>
> “Propongo quindi che oggi stesso si faccia una commissione che decida <br>
> sul punto. I Vorta – Shran piegò leggermente le antenne verso la donna <br>
> – e gli onorevoli giudici della competizione porteranno nella <br>
> commissione le loro argomentazioni”<br>
> “E chi dovrebbe decidere? - domandò Conlan, inarcando le sopracciglia <br>
> - Lei?”<br>
> “No, non io – per mia fortuna, ebbe il tempo di pensare – Come sapete, <br>
> c’è stato un incidente alla Base che ha coinvolto un cargo Ferengi, e <br>
> sarò impegnato con l’inchiesta assieme al mio ufficiale scientifico, <br>
> ma i Giochi si tengono comunque su una Base della Flotta Stellare. Il <br>
> punto in discussione richiede una competenza medica, quindi a <br>
> giudicare dovranno essere gli ufficiali medici capi. La commissione <br>
> sarà presieduta dall’ufficiale medico capo della Base Stellare 16 <br>
> Gamma, dottor Sonx. E tutti i presenti saranno tenuti ad osservarne le <br>
> decisioni, qualunque esse siano” -<br>
> Il dottor Sonx non me ne sarà affatto grato, pensò Shran. Per uno <br>
> scherzo del genere potrebbe chiedere il trasferimento o perfino dare <br>
> le dimissioni, ma non posso fare altrimenti. Lanciò un’occhiata alla <br>
> Vorta, che pareva soppesare gli uomini in piedi alla sua sinistra.<br>
> “Mi sta bene”– disse infine Conlan.<br>
><br>
> Base stellare 16 Gamma<br>
> Attracco 1<br>
><br>
> L’atmosfera all’attracco 1, dove sarebbe dovuta approdare la nave <br>
> ferengi, era frenetica. Gruppi compositi di varie razze si accalcavano <br>
> di fronte ai monitor che segnalavano notizie più o meno certe sui <br>
> feriti e sui dispersi. I gruppi si riunivano scambiandosi domande, si <br>
> scioglievano passando da un monitor all’altro, nella speranza di <br>
> trovare una notizia in più o un nome in più sulla prossima schermata. <br>
> Qualcuno gridava, qualcuno protestava, ma non sembrava ci fosse <br>
> bisogno di più agenti della sicurezza. C’era dolore e incertezza nei <br>
> volti che gli stavano intorno, non rabbia. Quella, pensò Ramar <br>
> Roberts, probabilmente sarebbe arrivata più tardi. Rimpianse che al <br>
> consigliere della Base fosse stata l’autorizzazione a partire prima <br>
> dell’arrivo del suo rimpiazzo. Il rapporto preliminare diceva che sul <br>
> cargo Ferengi distrutto c’erano anche parecchi passeggeri, fra i quali <br>
> genitori e parenti di alcuni atleti e personale vario di servizio ai <br>
> Giochi che non era riuscito a trovare posto sulle navi ufficiali. <br>
> Tanta gente avrebbe avuto bisogno di assistenza psicologica.<br>
> Non si vedevano i feriti, che dovevano essere stati teletrasportati <br>
> direttamente nell’infermeria della Base. Un gruppo si accalcava <br>
> intorno ad una giovane donna betazoide in lacrime. Un agente della <br>
> sicurezza fendette la folla per raggiungerla, la sorresse con un <br>
> braccio e premette il comunicatore chiedendo il teletrasporto <br>
> d’emergenza. Tutto il dolore lì intorno doveva essere soverchiante per <br>
> una telepate, pensò Ramar Roberts guardandola svanire.<br>
> Sul suo Dipad pulsavano le stesse notizie che comparivano sui monitor, <br>
> con solo qualche istante di differenza. Avvertì il calore di uno <br>
> sguardo e si girò. Alle sue spalle era comparso un giovane romulano <br>
> dal volto bruno:<br>
> “Lei è un ufficiale superiore, lo vedo dalla divisa… - disse il <br>
> ragazzo – Ha qualche notizia in più?”<br>
> “No, mi dispiace. I rapporti sono solo in fase preliminare. Non <br>
> sappiamo ancora niente sulle cause del disastro.”<br>
> “Ma come può una nave esplodere a quel modo?”<br>
> “E’ ancora presto per fare qualunque ipotesi.”<br>
> L'angoscia che si vedeva sul volto del ragazzo gli fece pena:<br>
> “C’era qualcuno della sua famiglia, a bordo di quella nave?”<br>
> Il ragazzo si irrigidì:<br>
> “No. Nessuno. E’ solo… Curiosità, la mia”<br>
> Il bajoriano non gli credette. Non bisognava essere betazoide per <br>
> capire che tutto in quel ragazzo sapeva di disperazione. Si chiese per <br>
> quale motivo stesse mentendo.<br>
> “Come ho detto, i rapporti sono solo preliminari. I tecnici della mia <br>
> squadra non hanno ancora recuperato il relitto, ma per il momento <br>
> dobbiamo occuparci dei feriti e fare l’elenco dei dispersi. Ci sono <br>
> tante persone ancora da identificare, ma presto i loro nomi saranno su <br>
> quei monitor” - accennò agli schermi di fronte ai quali era accalcata <br>
> la folla – Come ti chiami?”<br>
> “Non importa… Chiedo scusa, non dovevo importunarla. Buona giornata”<br>
> L’ufficiale scientifico vide il ragazzo allontanarsi in mezzo alla folla.<br>
> Alle sue spalle comparve Tara Keane:<br>
> “Cosa stai facendo? - la donna seguì il suo sguardo – Che ha quel <br>
> romulano di tanto interessante?”<br>
> “Non ne sono sicuro...” - disse Ramar Roberts.<br>
><br>
> Il ragazzo si allontanò, sentendo sulla nuca il calore pesante dello <br>
> sguardo del bajoriano. Sapeva di aver fatto un errore ad abbordare <br>
> l’ufficiale della Flotta Stellare, ma non aveva potuto fare a meno di <br>
> fare domande. Dentro di sé bruciava dal desiderio di urlare, di fare <br>
> qualsiasi cosa pur di non rimanere fermo, inutile, ad aspettare… Cosa? <br>
> La nave che doveva portare lui… e lei, soprattutto lei, lontano per <br>
> costruire una nuova vita in due, era saltata in aria. La sua famiglia <br>
> si sarebbe accorta molto presto del furto dei cristalli di dilitio <br>
> grezzi con cui Jo avrebbe dovuto pagare il loro viaggio ed il loro <br>
> futuro insieme. E avrebbero capito che era stato lui a prenderli. Non <br>
> poteva più tornare indietro, e non poteva aspettare che il furto fosse <br>
> scoperto. Doveva fuggire, anzi: dovevano fuggire… Anche se adesso non <br>
> sapeva più come.<br>
> Kimmar, pensò. Kimmar. Quel Ferengi gli doveva una spiegazione. E una <br>
> nave.<br>
><br>
> ----------------------------------<br>
> FINE TRASMISSIONE<br>
> ---------------------------------<br>
><br>
> Ciao! ;-D<br>
> Elena<br>
> -- <br>
> "Ambasciatrice T'Lani" - Deep Space 16 Gamma<br>
> ICQ 33856678<br>
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