[Stml27] Bozza teaser - tanto per sapere il vostro parere!

Roberto Battistini rbattis72 a gmail.com
Mar 5 Feb 2019 20:29:39 CET


ottimi spunti.provo a migliorare la cosa. spade e curvature possono
convivere purché, secondo me, siano integrate con un'adeguata descrizione.


Il mar 5 feb 2019 16:47 Franco Carretti <radm_crom a mail.com> ha scritto:

> In generale mi piace, però ho dei dubbi sulle tempistiche:
>
> 2372/2379 sono praticamente con spade e racconti intorno ad un fuoco. Però
> sono in guerra con un altro mondo... e come fanno a fare la guerra? (meglio
> mettere prima il 2372 e poi il 2379)
>
> 30 anni dopo hanno scudi di energia e navi spaziali... e come hanno fatto?
>
> Oltretutto devono essere navi spaziali a curvatura altrimenti la
> Federazione non li avrebbe mai contattati... oltretutto il contatto avviene
> per mezzo di nave federale in orbita, non è che spediscono mail a caso tipo
> spam :)
>
> Sarebbe più logico se avessero sentito raccontare della Federazione
> dall'Andoriana e quindi partono alla ricerca di un contatto.
>
> Ultima cosa... sono due razza praticamente uguali, non pensi che alla
> lunga si potrebbero annoiare i giocatori?
>
> *Sent:* Tuesday, February 05, 2019 at 9:23 AM
> *From:* "Roberto Battistini" <rbattis72 a gmail.com>
> *To:* "USS Concordia" <stml27 a gioco.net>
> *Subject:* [Stml27] Bozza teaser - tanto per sapere il vostro parere!
> Ciao ragazzi,
> non ho ancora un titolo, ci devo ancora pensare. Ma ho messo giù questa
> bozza
> per dare un assaggio del contesto.
> Ditemi onestamente cosa ne pensate? Giusto solo una pillola, in cui delineo
> due personaggi chiave e il contesto.
>
> Coalizione delle 13 tribù di Damaria, villaggio di Unrik, novembre 2379
>
> "L'Uno creò per prima Damaria. Una gemma che si distingueva nel vuoto
> che lo circondava. Talmente splendente da far temere al Creatore di
> venirne abbagliato. Lo
> popolò allora di esservi viventi, i nostri antenati, di animali e piante e
> rese Damaria un grande giardino dove la vita trascorreva in eterno. I
> nostri primi popoli vivevano in pace, lavoravano, crescevano in numero ed
> erano felici. Tutti tranne ad eccezione di Kaloch che, non pago di quello
> che aveva, volle sfidare il creatore: voleva essere anche lui un dio, con
> grandi poteri, poter separare le montagne dalla terra, poter correre sui
> fulmini e sopra tutto poter generare tanti sudditi che gli avrebbero
> obbedito come schiavi. Ma l'Uno, che è eterna personificazione della
> saggezza e della bontà, decise di punirlo, scacciandolo dal giardino
> e creando un altro mondo che avrebbe posto un limite alla vita dei
> Damariani. L'Uno creò quindi Delaria, ne fece un popolo numeroso. Il
> creatore infine disse a Kaloch: tu calpesterai Delaria, ma Delaria sarà per
> sempre come un serpente al tuo calcagno. Da quel momento i due popoli
> furono per sempre in guerra." la vecchia lettrice fece una pausa e guardò i
> bambini che l'ascoltavano avvolti da un silenzio di rispetto e paura.
> Un bambino alzò la mano e chiese il diritto alla parola: "Moreta, vuol dire
> che non ci sarà mai pace tra noi e i Delariani?"
> La vecchia insegnante, dal volto arrossato dalle braci ardenti nel
> camino, abbassò il capo e stava per rispondere, quando un bambina irruppe,
> alzandosi in piedi senza neppure chiedere la parola: "Non può essere: la
> pace prima o poi verrà! L'Uno è misericordioso e sa che dopo la pioggia
> viene il sole. Questo vale per la natura, non può non valere per noi!".
> L'insegnante si voltò nervosa: "Valen hai detto un'eresia! Chii sei tu per
> conoscere il volere dell'Uno?"
> Valen si sedette, incrociò le braccia: "Chi siamo noi per escluderlo?".
> Gli occhi della ragazza incrociarono lo sguardo severo della sua
> insegnante,senza abbassarsi. C'era un'ardore inatteso nella giovabe
> che preoccupò la moreta e con esso l'inevitabille totale assenza di
> rassegnazione,.
>
> Regno di Delaria, castello di Teranehi, corte primavera 2372
>
> "La spada a due lame è pesante, deve essere impugnata con entrambe le
> mani!" disse il maestro d'armi guardando i cinque giovani allievi.
> Lui brandì la spada, la sollevò e la fece ricadere al suolo. "Immaginate
> che ci sia la testa di un damariano. Vedrete come scende rapida ed
> efficace!"
> I ragazzi risero, incitati dall'immaginazione sanguinosa, muovendo le
> leggere appendici che sorgevano alla base del collo.
> Tranne uno.
> Stette di lato dagli altri e si mise a camminare in cerchio passando dietro
> agli altri. raggiungendo al fianco il maestro d'armi. Con un gesto rapido
> si buttò e afferrò la spada che scivolò via dalle mani del maestro. Lui
> rimase sorpreso, quell'attimo sufficiente a far salire l'ira.
> "Solon, a volte una mossa abile, può risultare più utile di una testa
> caduta". e questa volta fu lui a ricambiare il sorriso, mentre gli altri
> allievi rimasero inorriditi dall'ardore del giovane.
> "Gader, cosa vuoi dimostrare? Sai che posso tagliarti in due come una
> mela!"
> Ma Gader alzò la spada e gliela porse dalla parte della lama. "Significa
> che ci sono modi diversi per vincere".
> Il Maestro Solon esitò. Ebbe il dubbio che se avesse preso la spada
> dalla lama, il ragazzo l'avrebbe ritratta taglindogli il palmo della mano.
>
> 30 anni dopo, carcere di Berant, Damaria.
> La donna fissò la ciottola con due pezzi di carne secca. Aveva fame, tanta.
> Ma ancora peggiore era la sete. Così quando sentì la vibrazione
> elettrostatica prodotta dal campo di contenimento della sua cella pensò che
> qualche anima pietosa gli avesse portato un'anfora d'acqua. Ma invece gli
> aveva portato una figura alta in uniforme.
> "Come ti sei ridotta per aver disobbedito ad un ordine?" chiese l'uomo che
> stava dalla parte libera della cella.
> Lei alzò gli occhi verdi intensi: "Mi chieda come mi sono sentita quando ho
> evitato un genocidio", rispose spostandosi una ciocca bionda di capelli che
> le ricadeva untuosa sulla fronte.
> L'uomo sospirò: "Come stai, Valen?"
> Lei sorrise, non aveva quasi la forza di alzarsi.
> "Ammiraglio, vede anche lei come sto. Ho avuto momenti migliori".
> "Non ne dubito", lui fece una pausa e le porse un boccale colmo di acqua.
> "E' la mia esecuzione?" chiese.
> Lui scosse il capo. Uso un tono più confidenziale. Anche in passato la
> faceva "Non posso perdonarti per aver rotto il primo protocollo di un
> ufficiale della marina, ma non posso continuare a pensarti in questo
> stato".
> "Doveva rifletterci prima, ormai è tardi. Sono cambiata".
> L'ammiraglio si chinò, arrivando alla sua altezza. La divisa blu e rossa
> faceva un forte contrasto con gli indumenti sudici di lei. "Anche i tempi
> stanno cambiando. Ho bisogno di te, ora".
> Lei aggrottò le sopracciglia, non comprendendo le sue parole. Non ne era
> comunque stupita vista la denutrizione che ormai l'affliggeva.
> "Prima ti rimetto in sesto, poi ne parliamo. Abbiamo un progetto".
> "Abbiamo chi?" chiese lei, inclinando da un lato la testa, facendo ricadere
> i capelli, come una massa di selvagge serpi.
> "Siamo un gruppo di persone interessate a cambiare la storia, per sempre".
>
> Sala dell'Alto Consiglio, Occumpos city 2402 Delaria
> I membri non si guardarono neppure in faccia. Sapevano già cosa fare. Il
> presidente attendeva la ratifica della proposta da parte dei consiglieri.
> Aveva appena parlato. I suoi occhi, le cui pupille erano tipicamente delle
> strette losanghe, come tuttii delariani. si erano chiusi prima di dire le
> ultime parole: "al raggiungimento dell'unanimità, avvieremo l'attacco
> finale con bombe neutrine su Damaria. E finalmente il conflitto sarà
> terminato e noi saremo liberi per sempre".
> Il silenzio regnava mentre tutti i presenti inserivano il proprio voto
> nella consolle digitale touchscreen. Sul monitor olografico davanti al
> presidente apparvero in tempo reale gli esiti della votazione.
> Di colpo le sue pupille si dilatarono: 149 voti farovevoli su 150. Un voto
> contrario.
> La IA segnalò il warning. Ordine di attacco sospeso.
> L'imbarazzo colpì il Presidente. Non ebbe il coraggio di dire altro che non
> che la seduta era sospesa. I consiglieri si alzarono, tra lo stupito e la
> vergogna di aver tradito il proprio popolo oppresso da secoli di tirannia
> di Damaria.
> Uno di questi uscì nella hall esterna, dove troneggiava una fontana a cui
> potersi abbeverare. Si avvicinò e mentre stava per portarsi alla bocca
> l'acqua, un altro delariano gli si avvicinò.
> Lui lasciò ricadere l'acqua e si voltò circospetto verso il nuovo arrivato.
> Il suo addestramento militare gli aveva insegnato a non essere mai privo di
> difese e, con un gesto automatico, aveva messo le mani al coltello che
> teneva in cintura.
> "Gader, la maggior parte dei presenti ti ucciderebbe in questo momento".
> disse l'uomo.
> Gader abbassò le difese, sapeva chi aveva di fronte,dopo tanti anni di
> battaglie trascorse insieme. Una cicatrice attraversava il volto del
> vecchio soldato.
> "Cosa ti porta qui, mio vecchio amico?", chiese il giovane consigliere.
> "Quello che hai appena fatto ha solo rimandato l'inevitabile. Prima o poi
> ti elimineranno e il Presidente del Consiglio avrà mano libera".
> Gader sorrise: "Solon, resisterò, come ho fatto per tanti anni".
> Il vecchio maestro soldato scosse il capo: "puoi fare forse di
> meglio.Seguimi".
> Gader si fidava di Solon al punto di seguirlo in qualcosa di inaspettato
> come quello che gli avrebbe detto.
>
> PLUS (Planetary Union Ship) Elghyon - Sala tattica, 2404
> "Benvenuti nella nostra Coalizione. L'abbiamo chiamata Unione
> Planetaria tra Damaria e Delania e perseguiamo un solo scopo:
> dimostrare l'infondatezza della guerra che da secoli ci affligge,
> portando i due pianeti ad una pace eterna che possa far crescere la
> cultura e la scienza per entrambi." L'uomo era un Demariano dalla
> carnagione ambrata sorrise al Delariano accanto a lui che prese subito
> dopo la parola:
> "Da anni la nostra organizzazione lavora nell'ombra dei due governi
> per cercare di orientare questo difficile percorso. Siamo cresciuti in
> numero, trovando sempre più nuovi adepti, ma attirando anche l'odio e
> la persecuzione delle fazioni maggiormente reazionarie di entrambi i
> pianeti. Abbiamo subito sconfitte, tante, e solo pochi limitati
> margini di azione", mentre parlava i suoi tenatacoli laterali si
> muovevano nervosamente.
> "Ma ora abbiamo una concreta speranza. Da una galassia lontana abbiamo
> avuto un contatto con un'entità politica aliena i cui principi
> fondanti sembrano essere il rispetto di tutte le razze e la pacifica
> convivenza ed evoluzione. In poche parole ciò che stiamo cercando noi.
> Questa entità si fa chiamare Federazione Unita dei Pianeti. Noi
> abbiamo deciso di provarla a contattare e chiedere se può farci da
> guida in un percorso di pace. Ma al nostro primo contatto non è
> seguita una risposta", fece una pausa e guardò il Damariano, il quale
> concluse: "E così abbiamo deciso di andare noi da loro. Abbiamo
> costruito con i nostri fondi segreti questa unità navale, battezzata
> Elgyon, il primo vascello della Unione Planetaria Damariana-Delaniana.
> Abbiamo pensato di fornirla di un duplice equipaggio, damariano e
> delaniano, con a capo di ciascuno un adeguato rappresentante."
> Si fermò e si alzarono un uomo delaniano e una donna Damariana.
> "Valen di Damaria e Gader di Delania, sono i due comandanti che
> dovranno gestire i propri equipaggi, garantire la pace tra le due
> fazioni, nonché permettere che il viaggio venga condotto regolarmente.
> Al comando della nave, al fine di dare un timone unico, abbiamo un
> capitano neutrale al conflitto.
> E in quel momento si alzò e si pose simbolicamente tra Gaden e Valen,
> una creature aliena mai vista su entrambi i pianeti. Era alta, dalla
> carnagione azzurra e dai lunghi capelli bianchi. Era di sesso
> femminile, dai lineamenti spigolosi e due tentacoli che salivano sopra
> i capelli come piccole antenne alla ricerca di segnali.
> "Vi presento Delharr del Clan Lenhtar di Andor. Conosce la galassia
> governata dalla federazione e può condurci in pace da lei"
> Nello sguardo intenso e pungente come il freddo clima da cui
> proveniva, si potevano muovere fantasmi inquieti e tante altre cose,
> tranne il condurre in pace.
> Eppure i presenti non lo notarono, ma si limitarono a tamburellare le
> dita sul tavolo, in segno di giubilo per l'imminente varo della nave.
>
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> Fatemi sapere cosa ne pensate,
> ciao
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