[Stml27] Seconda bozza teaser
Roberto Battistini
rbattis72 a gmail.com
Gio 14 Feb 2019 08:46:57 CET
Ciao,
rieccomi, con qualche aggiustamento.
Fatemi sapere.
ciao
Roberto
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Coalizione delle 13 tribù di Damaria, villaggio di Unrik, novembre 2372
"L'Uno creò per prima Damaria. Una gemma che si distingueva nel vuoto
che lo circondava. Talmente splendente da far temere al Creatore di
venirne abbagliato. Lo
popolò allora di esservi viventi, i nostri antenati, di animali e piante e
rese Damaria un grande giardino dove la vita trascorreva in eterno. I
nostri primi popoli vivevano in pace, lavoravano, crescevano in numero ed
erano felici. Tutti tranne ad eccezione di Kaloch che, non pago di quello
che aveva, volle sfidare il creatore: voleva essere anche lui un dio, con
grandi poteri, poter separare le montagne dalla terra, poter correre sui
fulmini e sopra tutto poter generare tanti sudditi che gli avrebbero
obbedito come schiavi. Ma l'Uno, che è eterna personificazione della
saggezza e della bontà, decise di punirlo, scacciandolo dal giardino
e creando un altro mondo che avrebbe posto un limite alla vita dei
Damariani. L'Uno creò quindi Delaria, ne fece un popolo numeroso. Il
creatore infine disse a Kaloch: tu calpesterai Delaria, ma Delaria sarà per
sempre come un serpente al tuo calcagno. Da quel momento i due popoli
furono per sempre in guerra." la vecchia lettrice fece una pausa e guardò i
bambini che l'ascoltavano avvolti da un silenzio di rispetto e paura.
Un bambino alzò la mano e chiese il diritto alla parola: "Moreta, vuol dire
che non ci sarà mai pace tra noi e i Delariani?"
La vecchia insegnante, dal volto arrossato dalle braci ardenti nel
camino, abbassò il capo e stava per rispondere, quando un bambina irruppe,
alzandosi in piedi senza neppure chiedere la parola: "Non può essere: la
pace prima o poi verrà! L'Uno è misericordioso e sa che dopo la pioggia
viene il sole. Questo vale per la natura, non può non valere per noi!".
L'insegnante si voltò nervosa: "Valen hai detto un'eresia! Chii sei tu per
conoscere il volere dell'Uno?"
Valen si sedette, incrociò le braccia: "Chi siamo noi per escluderlo?".
Gli occhi della ragazza incrociarono lo sguardo severo della sua
insegnante,senza abbassarsi. C'era un'ardore inatteso nella giovabe
che preoccupò la moreta e le riverberò un'inevitabille totale assenza di
rassegnazione.
Valen guardò fuori dalla finestra il cielo stellato, striato da esplosioni
di navi stellari. Sul pianeta ormai erano ridotti ad utilizzare le candele
a causa delle continue interruzioni di energia prodotti dagli attacchi
nemici. Anche la scoperta della velocità a curvatura, come sapevano tutti
i giovani, si era rivelata solo un'ulteriore opportunità per infliggere
sofferenza ai nemici.
Regno di Delaria, castello di Teranehi, corte primavera 2374
"La spada a due lame è pesante, deve essere impugnata con entrambe le
mani!" disse il maestro d'armi guardando i cinque giovani allievi.
Lui brandì la spada, la sollevò e la fece ricadere al suolo. "Immaginate
che ci sia la testa di un damariano. Vedrete come scende rapida ed
efficace!"
I ragazzi risero, incitati dall'immaginazione sanguinosa, muovendo le
leggere appendici che sorgevano alla base del collo. Sentire il sangue del
nemico era una delle lezioni base, propedeutiche alle scoperta delle
tattiche con gli armamenti a phaser.
Stava tutto nell'apprendere con i sensi.
Tutti i ragazzi erano eccitati e galvanizzati dalle lezioni sulle armi da
taglio: tutti tranne uno.
Costui stette di lato dagli altri e si mise a camminare in cerchio passando
dietro
agli altri. raggiungendo al fianco il maestro d'armi. Con un gesto rapido
si buttò e afferrò la spada che scivolò via dalle mani del maestro. Lui
rimase sorpreso, quell'attimo sufficiente a far salire l'ira.
"Solon, a volte una mossa abile, può risultare più utile di una testa
caduta". e questa volta fu lui a ricambiare il sorriso, mentre gli altri
allievi rimasero inorriditi dall'ardore del giovane.
"Gader, cosa vuoi dimostrare? Sai che posso tagliarti in due come una mela!"
Ma Gader alzò la spada e gliela porse dalla parte della lama. "Significa
che ci sono modi diversi per vincere".
Il Maestro Solon esitò. Ebbe il dubbio che se avesse preso la spada
dalla lama, il ragazzo l'avrebbe ritratta taglindogli il palmo della mano.
In quel momento nel cielo una nave uscì dalla curvatura. Era arrivata per
portarli nello spazio. Solon afferrò la spada spingendo di lato il ragazzo.
"Vedremo se avrai ancora la stessa arroganza, davanti ad un canone ionico".
30 anni dopo, carcere di Berant, Damaria.
La donna fissò la ciottola con due pezzi di carne secca. Aveva fame, tanta.
Ma ancora peggiore era la sete. Così quando sentì la vibrazione
elettrostatica prodotta dal campo di contenimento della sua cella pensò che
qualche anima pietosa gli avesse portato un'anfora d'acqua. Ma invece gli
aveva portato una figura alta in uniforme.
"Come ti sei ridotta per aver disobbedito ad un ordine?" chiese l'uomo che
stava dalla parte libera della cella.
Lei alzò gli occhi verdi intensi: "Mi chieda come mi sono sentita quando ho
evitato un genocidio", rispose spostandosi una ciocca bionda di capelli che
le ricadeva untuosa sulla fronte.
L'uomo sospirò: "Come stai, Valen?"
Lei sorrise, non aveva quasi la forza di alzarsi.
"Ammiraglio, vede anche lei come sto. Ho avuto momenti migliori, ma ancora
oggi sogno la mia vecchia plancia".
"Non ne dubito", lui fece una pausa e le porse un boccale colmo di acqua.
"E' la mia esecuzione?" chiese.
Lui scosse il capo. Uso un tono più confidenziale. Anche in passato la
faceva "Non posso perdonarti per aver rotto il primo protocollo di un
ufficiale della marina, ma non posso continuare a pensarti in questo stato".
"Doveva rifletterci prima, ormai è tardi. Sono cambiata".
L'ammiraglio si chinò, arrivando alla sua altezza. La divisa blu e rossa
faceva un forte contrasto con gli indumenti sudici di lei. "Anche i tempi
stanno cambiando. Ho bisogno di te, ora".
Lei aggrottò le sopracciglia, non comprendendo le sue parole. Non ne era
comunque stupita vista la denutrizione che ormai l'affliggeva.
"Prima ti rimetto in sesto, poi ne parliamo. Abbiamo un progetto".
"Abbiamo chi?" chiese lei, inclinando da un lato la testa, facendo ricadere
i capelli, come una massa di selvagge serpi.
"Siamo un gruppo di persone interessate a cambiare la storia, per sempre".
Sala dell'Alto Consiglio, Occumpos city 2402 Delaria
I membri non si guardarono neppure in faccia. Sapevano già cosa fare. Il
presidente attendeva la ratifica della proposta da parte dei consiglieri.
Aveva appena parlato. I suoi occhi, le cui pupille erano tipicamente delle
strette losanghe, come tuttii delariani. si erano chiusi prima di dire le
ultime parole: "al raggiungimento dell'unanimità, avvieremo l'attacco
finale con bombe neutrine su Damaria. E finalmente il conflitto sarà
terminato e noi saremo liberi per sempre".
Il silenzio regnava mentre tutti i presenti inserivano il proprio voto
nella consolle digitale touchscreen. Sul monitor olografico davanti al
presidente apparvero in tempo reale gli esiti della votazione.
Di colpo le sue pupille si dilatarono: 149 voti farovevoli su 150. Un voto
contrario.
La IA segnalò il warning. Ordine di attacco sospeso.
L'imbarazzo colpì il Presidente. Non ebbe il coraggio di dire altro che non
che la seduta era sospesa. I consiglieri si alzarono, tra lo stupito e la
vergogna di aver tradito il proprio popolo oppresso da secoli di tirannia
di Damaria.
Uno di questi uscì nella hall esterna, dove troneggiava una fontana a cui
potersi abbeverare. Si avvicinò e mentre stava per portarsi alla bocca
l'acqua, un altro delariano gli si avvicinò.
Lui lasciò ricadere l'acqua e si voltò circospetto verso il nuovo arrivato.
Il suo addestramento militare gli aveva insegnato a non essere mai privo di
difese e, con un gesto automatico, aveva messo le mani al coltello che
teneva in cintura.
"Gader, la maggior parte dei presenti ti ucciderebbe in questo momento".
disse l'uomo.
Gader abbassò le difese, sapeva chi aveva di fronte,dopo tanti anni di
battaglie trascorse insieme. Una cicatrice attraversava il volto del
vecchio soldato.
"Cosa ti porta qui, mio vecchio amico?", chiese il giovane consigliere.
"Quello che hai appena fatto ha solo rimandato l'inevitabile. Prima o poi
ti elimineranno e il Presidente del Consiglio avrà mano libera".
Gader sorrise: "Solon, resisterò, come ho fatto per tanti anni".
Il vecchio maestro soldato scosse il capo: "puoi fare forse di
meglio.Seguimi".
Gader si fidava di Solon al punto di seguirlo in qualcosa di inaspettato
come quello che gli avrebbe detto.
PLUS (Planetary Union Ship) Elghyon - Sala tattica, 2404
"Benvenuti nella nostra Coalizione. L'abbiamo chiamata Unione
Planetaria tra Damaria e Delania e perseguiamo un solo scopo:
dimostrare l'infondatezza della guerra che da secoli ci affligge,
portando i due pianeti ad una pace eterna che possa far crescere la
cultura e la scienza per entrambi." L'uomo era un Demariano dalla
carnagione ambrata sorrise al Delariano accanto a lui che prese subito
dopo la parola:
"Da anni la nostra organizzazione lavora nell'ombra dei due governi
per cercare di orientare questo difficile percorso. Siamo cresciuti in
numero, trovando sempre più nuovi adepti, ma attirando anche l'odio e
la persecuzione delle fazioni maggiormente reazionarie di entrambi i
pianeti. Abbiamo subito sconfitte, tante, e solo pochi limitati
margini di azione", mentre parlava i suoi tenatacoli laterali si
muovevano nervosamente.
"Ma ora abbiamo una concreta speranza. Da una galassia lontana abbiamo
avuto un contatto con un'entità politica aliena i cui principi
fondanti sembrano essere il rispetto di tutte le razze e la pacifica
convivenza ed evoluzione. In poche parole ciò che stiamo cercando noi.
Questa entità si fa chiamare Federazione Unita dei Pianeti. Noi
abbiamo deciso di provarla a contattare e chiedere se può farci da
guida in un percorso di pace. Ma al nostro primo contatto non è
seguita una risposta", fece una pausa e guardò il Damariano, il quale
concluse: "E così abbiamo deciso di andare noi da loro. Abbiamo
costruito con i nostri fondi segreti questa unità navale, battezzata
Elgyon, il primo vascello della Unione Planetaria Damariana-Delaniana.
Abbiamo pensato di fornirla di un duplice equipaggio, damariano e
delaniano, con a capo di ciascuno un adeguato rappresentante."
Si fermò e si alzarono un uomo delaniano e una donna Damariana.
"Valen di Damaria e Gader di Delania, sono i due comandanti che
dovranno gestire i propri equipaggi, garantire la pace tra le due
fazioni, nonché permettere che il viaggio venga condotto regolarmente.
Al comando della nave, al fine di dare un timone unico, abbiamo un
capitano neutrale al conflitto.
E in quel momento si alzò e si pose simbolicamente tra Gaden e Valen,
una creature aliena mai vista su entrambi i pianeti. Era alta, dalla
carnagione azzurra e dai lunghi capelli bianchi. Era di sesso
femminile, dai lineamenti spigolosi e due tentacoli che salivano sopra
i capelli come piccole antenne alla ricerca di segnali.
"Vi presento Delharr del Clan Lenhtar di Andor. Conosce la galassia
governata dalla federazione e può condurci in pace da lei"
Nello sguardo intenso e pungente come il freddo clima da cui
proveniva, si potevano muovere fantasmi inquieti e tante altre cose,
tranne il condurre in pace.
Eppure i presenti non lo notarono, ma si limitarono a tamburellare le
dita sul tavolo, in segno di giubilo per l'imminente varo della nave.
-------------- parte successiva --------------
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