[Stml3] [04.11] - Carelli - La Scelta
Cmdr. Arjian Kenar
arjiankenar a gmail.com
Dom 11 Maggio 2014 23:06:25 CEST
Complimenti .... decisamente un bel brano trek anche secondo me!
Bravo!
Tranquillo, la z l'ho corretta io :-) ... il brano è online:
http://www.starfleetitaly.it/starfleetitaly/fleetyards/Redoutable/main.php?include=viewlogs_2.php&missione=45&viewlog=11
Michele
Il 09 maggio 2014 19:42, illu 666 <illu666 at hotmail.com> ha scritto:
> Ecco il pezzo.
> metto le mani avanti: Anari... scusascusascusascusa....
>
> Massimiliano ka illu aka Carelli
>
>
> #####################################
> Diario del Capitano. Data Stellare 70758.35
> Le rivelazioni della nostra ospite non possono essere definite che terrificanti. Avere a che fare con
> esseri multidimenzionali pericolosi come i Pah-Wraith non è qualcosa da prendere alla leggera.
> A questo si aggiunga un cristallo dei profeti perso nel subspazio da recuperare.
> Tutto questo mette la questione della gravidanza in secondo piano.
> Ora ci apprestiamo all'operazione di recupero. Si tratta di un'operazione difficoltosa anche al
> massimo dell'efficienza e la nave ha subito danni ingenti.
> Ho la massima fiducia nelle capacità dell'equipaggio e sono sicura che daranno il massimo per
> far fronte all'emergenza.
> Spero solo che sia sufficiente.
>
> USS Redoutable Plancia
> Data 04/10/2393 Ore 19.10 Data Stellare 70758.35
>
> Elya sedeva al suo posto sulla poltrona di comando in attesa del rapporto dei suoi ufficiali.
> Che arrivarono puntualmente.
> =^= Carelli a Capitano Drey. Siamo pronti a partire. =^=
> “ La nave reggerà, tenente? ”
> =^= Mentirei se dicessi che sono tranquilla, capitano. Ma la Redoutable è una ragazzona robusta.
> Ci sorprenderà. =^=
> “ Lo spero. E gli scudi del tenente Anari? ”
> =^= Li stiamo finendo di calibrare. Se i dati dei sensori sono corretti potrebbero funzionare. =^=
> “ Bene. Li attivi appena pronti. ”
> =^= Certamente. Il tenete Anari sta venendo in plancia per coordinare l'operazione. =^=
> Perfettamente sul pezzo Anari entrò in quel momento in plancia.
> “ È arrivata infatti. ”
> =^= Bene. Io rimango in attesa di ordini. Carelli, chiudo. =^=
> Anari sorrise al capitano e si diresse alla consolle scientifica.
> Elya si rivolse all'equipaggio in plancia.
> “ Bene, signori. L'operazione corrente verrà guidata del tenete Anari. Mi aspetto che tutte le
> postazioni si coordinino con quella scientifica. ”
> Anari fece un piccolo inchino con un sorriso sornione stampato in faccia.
> “ Capitano, quando vuole... ”
> Elia annuì verso il suo ufficiale scientifico.
> “ Attivare. ”
> “ Bene attiverò gli scudi riconfigurati e genererò un campo di curvatura statico secondo le
> specifiche che compariranno sulle vostre consolle... adesso. Ci sono domande? ”
> Attese un attimo, poi proseguì.
> “ Attivazione scudi... adesso. ”
>
> Alloggio di Jenkar. In quel momento.
>
> Jenkar stava sdraiato nella sua cuccetta. Non aveva molto altro da fare. Questi alieni lo avevano
> trattato sorprendentemente bene. Se le parti fossero state invertite bé, non ci sarebbero stati molti
> dubbi su come sarebbe andata.
> Forse semplicemente non lo giudicavano una pericolo.
> Per i Grandi Signori... probabilmente non lo era.
> Non per la prima volta si chiese perché faceva il soldato.
> Non che fosse stata una sua decisione. Era stato preso, giudicato, analizzato e spedito in fanteria.
> Probabilmente avevano bisogno di soldati e lui, non avendo particolari talenti, era stato scelto.
> Era così che andavano le cose.
> Inutile rimuginarci sopra.
> All'improvviso si trovò in un ambiente spoglio. Privo di qualsiasi connotazione. Era circondato da
> sorta di oscurità caliginosa. Come una nebbia tenebrosa.
> “ Ma cosa... ”
> Voci imperiose lo investirono.
> “ TU. SEI STATO SCELTO. ”
> “ TU SARAI IL PORTATORE. ”
> Jenkar si girò di scatto, alla ricerca della sorgente delle voci. Ma erano voci diffuse, sembravano
> provenire da ovunque e nessun posto. Un terrore gelido calò su di lui.
> “ Cosa... cosa volete? ”
> “ VOGLIAMO CHE TU CI SERVA. COME MOLTI ALTRI LINEARI DEL TUO POPOLO
> HANNO FATTO PRIMA! ”
> “ Voi... voi siete i Grandi signori!? ”
> Si prostrò a terra, in lacrime.
> “ Vi prego... vi prego... non volevo essere insolente. Perdonatemi. Non fatemi del male! ”
> “ NON TI VERRÀ FATTO DANNO. ”
> “ TU SEI UN NOSTRO STRUMENTO. ”
> Ma voce si Jenkar era flebile.
> “ Strumento? ”
> La terribile verità calò su di lui. Volevano fare di lui un Daiaken-aka. Come Hiller. Riusciva ancora
> a ricordare bene lo sguardo di assoluto terrore nei suoi ultimi attimi di vita, avvolto nel potere dei
> Signori.
> “ Oh vi scongiuro, tutto ma non questo! ”
> “ SPIEGA IL DINIEGO. ”
> “ Non voglio finire come il capitano! ”
> “ È LINEARE. NON CAPISCE. ”
> Sembrava che i Signori discutessero di lui. Li stava deludendo? Cosa gli avrebbero fatto se si fosse
> rivelato inadeguato?
> La scena cambiò all'improvviso. Era seduto in un ufficio. Grande, lussuoso.
> Era seduto dietro la scrivania, non davanti. Come se fosse la sua.
> Abbassò gli occhi sulla sua persona. Indossava un'alta uniforme. I gradi erano quelli di generale.
> Dalla finestra si godeva un'ottima vista della capitale.
> Una delle voci si rifece viva.
> “ QUI TU SEI VIVO. ”
> “ PER UN LINEARE QUESTO È DESIDERABILE. ”
> A Jenkar girava la testa.
> “ Sì... è desiderabile. ”
> Era il suo futuro che gli stavano mostrando? Un futuro di agio e rispetto. Due elementi che nella
> sua vita attuale mancavano del tutto.
> “ Cosa devo fare? ”
> Ora era di nuovo sulla Redoutable.
> Strisciava per i condotti di manutenzione, fino ad un certo pannello di controllo. Poi rompeva
> qualcosa al suo interno.
> “ I LINEARI DEL VASCELLO HANNO TROVATO IL MODO DI IMPEDIRE IL FLUSSO TRA
> NOI E TE. ”
> “ MA NOI NON SIAMO LINEARI. ”
> “ IL VELO ESISTE QUI. ”
> “ MA NON QUI. ”
> Jenkar era di nuovo nella sua cabina sulla Redoutable.
> “ TU SQUARCI IL VELO QUI. ”
> Di nuovo nel condotto di manutenzione.
> “ QUI TI FORNIAMO IL POTERE DI CUI HAI BISOGNO. ”
> Ora era in un corridoio della nave. Fulmini rossi e blu lo avvolgevano. Qualcuno tra gli alieni gli
> sparava, ma lui non sentiva nulla. Irrompeva in una stanza. C'era il capitano. Come si chiamava?
> Drey? Ed anche alcuni altri che non conosceva. Il capitano reggeva in mano una scatola con dentro
> un oggetto scintillante. Dalle sue mani scaturì un fulmine che scagliò indietro il capitano.
> Il suo petto era una massa bruciata. Non si mosse più.
> La scatola era caduta a terra. La sua mano si allungò verso di essa.
> Sentiva le lacrime scorrere sulla sua pelle scagliosa.
> “ Vi prego... io non voglio uccidere il capitano. Non voglio uccidere nessuno. ”
> “ QUI LO VUOI. ”
> Ora era sulla Tarkas. Hiller si librava a mezz'aria avvolto di fulmini. Lui gli sparava
> cercando inutilmente di fermarlo. Uno dei colpi rimbalzò uccidendo quel suo odioso superiore.
> “ È stato un incidente! Io non ho mai ucciso nessuno. ”
> Era vero. Nella sua carriera nell'esercito non gli era mai successo di uccidere nessuno. Come la
> maggior parte dei suoi commilitoni. L'esercito aveva una funzione di controllo, ma non c'erano
> state vere guerre da molto anni ormai.
> Ma le voci dei signori non sembrarono toccate da questo fatto.
> “ È NECESSARIO. ”
> “ SEI LINEARE. ”
> “ NON PUOI ESSERE QUI. ”
> Il suo ufficio nel futuro.
> “ SENZA ESSERE QUI. ”
> I resti fumanti del capitano giacevano di fronte a lui.
> “ Io... non voglio tutto questo. Non a questo prezzo! ”
> Ora era un bambino. Stava spiegando a sua madre tutto contento quello che sarebbe diventato da
> grande, durante un viaggio in un trasporto pubblico. La sua voce suonava stridula.
> “ Io sarò un grande comandante. Avrò un sacco di di gente che prende gli ordini da me! ”
> Sua madre e qualche altro passeggero sorrisero con indulgenza.
> Implacabile la voce che veniva dal nulla lo incalzò.
> “ QUI TU VUOI. ”
> “ Ero solo un bambino. Non sapevo come era... come è il mondo. ”
> “ TI ABBIAMO FATTO VEDERE. ”
> Jenkar scosse la testa. Era inutile opporsi. Tenevano la sua vita... tutta la sua vita, passata e futura,
> nel palmo della mano. Bastava una leggera stretta e...
> Non si era mai sentito così insignificante in tutta la sua insignificante vita.
> “ ACCETTI IL NOSTRO POTERE? ”
> Jenkar era in piedi nello spazio vuoto, ora. Una scelta. Come se ne avesse veramente una. In fondo
> non era niente di diverso dal solito.
> “ Sì... lo accetto. ”
>
> USS Redoutable Plancia
> Data 04/10/2393 Ore 19.15 Data Stellare 70758.36
>
> Anari operava con sicurezza la consolle scientifica.
> “ Scudi attivati. Procedo ad attivare il campo di curvatura. ”
> Sullo schermo principale le luci delle stelle iniziarono a sfocarsi, senza assumere la caratteristica
> forma allungata tipica di quando la nave viaggiava a curvatura.
> “ Curvatura 1... Curvatura 2... Curvatura 3...”
> Mentre Anari scandiva i fattori di curvatura lo schermo si oscurava sempre di più.
> * È come scendere nelle profondità dell'oceano... *
> Pensò Elya. Ma tenne per sé il pensiero. Non voleva disturbare l'ufficiale scientifico.
> “ Curvatura 5... Curvatura 6... Anari a Carelli. Come va la nave? ”
> La voce del capo ingegnere arrivò prontamente.
> =^= Colla e fil di ferro tengono per ora. Puoi procedere. Fai con calma ma non ci mettere troppo,
> intesi? =^=
> Anari proruppe in una risatina.
> “ Ci proverò, Dro' ”
> Poi continuò.
> “ Curvatura 6.5... Curvatura 7. ”
> Ora la plancia e, presumibilmente, tutta la nave era pervasa di cigolii e fruscii preoccupanti. Come
> di metallo messo a dura prova.
> Tholos si rivolse ad Anari.
> “ Aumento l'integrità strutturale? ”
> “ Negativo. Ho bisogno di tutta l'energia disponibile. La nave resisterà. Spero. ”
> Elya strinse i denti e mantenne il silenzio.
> “ Inizio scansione del subspazio. Oh... ”
> All'esclamazione di delusione dell'ufficiale scientifico Elya sentì di avere titolo per chiedere
> spiegazioni.
> “ Qualcosa non va, tenente? ”
> “ Sì, capitano. Ho trovato la Lacrima dei Profeti, ma è fuori portata. È più in profondità di quanto
> sperassi. ”
> “ Non c'è nulla che possiamo fare? ”
> “ Dovremmo aumentare la curvatura, almeno un fattore 7.9 ma... ”
> Elya la zittì alzando il dito indice. Quindi accese il comunicatore.
> “ Drey a tenente Carelli. ”
> =^= Dica, capitano. =^=
> “ Abbiamo bisogno di spingere la curvatura ancora di più. ”
> =^= Non lo raccomando, capitano. Potremmo veramente fare un finale col botto. =^=
> “ Ma può darci qualcosa? ”
> =^= Posso, capitano. Ma per pochi secondi e sarà molto pericoloso =^=
> Elya esitò un attimo. Ma solo un attimo. Stava mettendo in serio pericolo le vite dell'equipaggio.
> Ma non c'era solo in gioco la progenie dei rettiloidi. Una Lacrima dei Profeti era un oggetto molto
> pericoloso. Avrebbe tentato l'impossibile per recuperarla. Anche considerato che c'erano in gioco
> anche i Pah-Wraith. Del resto sedeva sulla poltrona di comando proprio per prendere decisioni
> difficili.
> “ Lo faccia. ”
> La voce di Droxine tradiva una giustificata preoccupazione.
> =^= Agli ordini, capitano =^=
> Elya si rivolse all'ufficiale scientifico.
> “ Proceda, tenente. ”
> “ Sì, capitano. Curvatura 7.1, 7.2... ”
> Ora la nave stava distintamente tremando. Tutti sedevano rigidi alle loro postazioni, tranne T'kar
> che manteneva il suo solito autocontrollo.
> “ ...7.7, 7.8, 7.9 ci siamo, passo le coordinate al teletrasporto! ”
> Ora al tremolio si unì una sorta di sibilo. Il comunicatore del capitano trillò.
> =^= Capitano! Abbiamo una gondola in rottura! Dobbiamo interrompere! =^=
> Elya lanciò uno sguardo verso la postazione scientifica dove Anari stava chinata sulla consolle
> quasi volesse costringerla a collaborare con la forza.
> “ Un secondo! Un secondo solo, capitano! ”
> =^= Ora, capitano. Dobbiamo interrompere ora! =^=
> Arrivò lo strillo di esultanza da Anari.
> “ Ce l'ho! ”
> Elya si rivolse subito al comunicatore.
> “ Tenente Carelli inizi a diminuire la curvatura! ”
> Dal comunicatore non venne risposta. Probabilmente il capo ingegnere era troppo occupato.
> Anari riprese a notificare il fattore di curvatura.
> “ Curvatura 7, curvatura 6... ne stiamo uscen... ”
> Fu interrotta da una scossa che quasi la gettò a terra. Questo la salvò perché quando la consolle
> scientifica esplose non la colpì in pieno.
> Da altre postazioni eruppero cascate di scintille. Le luci lampeggiarono. Seguirono altre scosse.
> Poi finalmente il silenzio.
> Elya tossì a causa del fumo che aveva invaso la plancia.
> Sentì Arjan contattare l'infermeria per chiamare soccorsi. T'kar stava già operando gli estintori
> sugli incendi che su erano sviluppati.
> “ Signor Rashan, rapporto. ”
> Anche Tholos tossì un paio di volte prima di rispondere.
> “ Danni strutturali ingenti su tutta la nave, capitano. Abbiamo ancora il supporto vitale, ma stiamo
> operando con l'energia di emergenza. Non abbiamo la curvatura. Gli scudi modificati dal tenete
> Anari sono attivi all'11%. Non posso ancora farle un rapporto dettagliato. ”
> “ Va bene, tenente. ”
> Elya aprì il comunicatore.
> “ Drey a Carelli. ”
> =^= Siamo qui, capitano. =^=
> “ State tutti bene? ”
> =^= Abbiamo dei feriti ce ne stiamo occupando. Il che è molto più di quanto mi aspettassi. =^=
> Elya sentiva tutta la spossatezza del capo ingegnere.
> “ Cosa è successo? ”
> =^= È esplosa, capitano. La gondola è letteralmente esplosa mentre eravamo ancora in curvatura. =^=
> Elya rabbrividì. Non serviva essere un ingegnere per sapere cosa significava perdere una gondola
> in curvatura.
> “ Come possiamo essere ancora vivi? ”
> =^= Una manovra disperata e tanta tanta fortuna. Ho esteso il campo di curvatura dell'altra
> gondola per controbilanciare. Ed ho indovinato in nanosecondo giusto per farlo. La avverto. Un
> altro paio di miracoli simili e mi metto in lista per la canonizzazione... =^=
> Elya si appoggiò alla spalliera della poltrona di comando
> “ Perorerò la sua causa io stessa, mi creda, tenente. ”
> =^= Sfortunatamente lo sforzo ha fritto anche la gondola buona. E l'ondata di energia di ritorno
> ha rischiato di fare lo stesso con il nucleo di curvatura primario. Che ho dovuto eiettare.
> Molte parole per un significato solo. Siamo un rottame alla deriva. =^=
> “ Ma siamo vivi. Grazie a lei. ”
> =^= Grazie, capitano. Ora se permette vorrei avvantaggiarmi con il prossimo miracolo.
> Resurrezione di nave. Le faccio sapere come precede. =^=
> “ Certamente. Grazie, tenente. ”
> Arjan le si avvicinò.
> “ Volevo comunicarle che il tenente Anari è fuori pericolo. Perderà l'occhio e la mano destri, ma
> starà bene. Per il resto abbiamo molto feriti ma nessuna vittima. ”
> Elya sospirò di sollievo.
> “ Sono felice di sentirlo. Dica al tenete Tao di affrettarsi a rigenerali, altrimenti la vedremo girare
> per la nave vestita da pirata, con benda sull'occhio ed uncino. ”
> Arjan sorrise. Sfiorare così da vicino la catastrofe e cavarsela era in un certo senso inebriante.
> " A lei la plancia, Numero Uno. Vediamo cosa abbiamo pescato... "
>
> USS Redoutable Ufficio del Consigliere
> Data 04/10/2393 Ore 19.15.01 Data Stellare 70758.36
>
> Quando la nave aveva iniziato a rollare come impazzita Maia aveva temuto che quella sulla
> Redoutable farebbe stata l'assegnazione più breve della storia. Poi c'era stata l'esplosione e ne aveva
> avuto la certezza.
> * Ho portato mia figlia a morire. *
> Fu il suo primo pensiero.
> Ma poco a poco le scosse si calmarono. Forse per stavolta l'avrebbero sfangata...
> Allungò la mano verso il comunicatore per chiamare sua figlia.
> * Povera piccola. Sarà spaventatissima, vulcaniana o no. Io di sicuro lo sono. *
> E si ritrovò in uno spazio vuoto, privo di qualsiasi connotazione.
> Una voce venne dal nulla.
> “ RICHIEDO IL TUO AIUTO, LINEARE. ”
> Dopo qualche secondo di stupore Maia si ricompose a sufficienza per rispondere.
> “ Sto parlando con quello che noi lineari chiamiamo Pah-Wraith? ”
> “ NO. NON NE FACCIO PARTE. “
> “ Un alieno del tunnel spaziale allora. O Profeta, che dir si voglia. ”
> “ LE DEFINIZIONI DI VOI LINEARI NON SONO IMPORTANTI. AL CONTRARIO È
> IMPORTANTE LA VOLONTÀ DI OPPORVI ALLE NOSTRE CORROTTE CONTROPARTI. ”
> “ Cosa devo fare? ”
> Ora erano in una sala teletrasporto nella nave. Il giovane soldato, ammantato di fulmini blu,
> alzò la mano verso il capitano che reggeva una scatola con dentro un cristallo scintillante. Un lampo
> ed il capitano fu a terra, in una massa di carne bruciata.
> A Maia mancò il respiro. Fu di nuovo nello spazio vuoto.
> “ Quella non era una proiezione, vero? Ero proprio lì e stava accadendo... ”
> “ TU SEI LINEARE. SEI LÌ ED ANCHE QUI. ”
> “ Dal tuo punto di vista è già successo, vero? Quindi è fissato. Non si può far nulla per impedire
> che avvenga, giusto? ”
> La voce ora aveva una note di impazienza, come se dovesse spiegare concetti ovvi ad uno stupido.
> “ TU SEI LINEARE. IO NO. ”
> “ Quindi tu puoi cambiare gli eventi che avviamo visto? ”
> “ LO STO FACENDO. COMUNICANDO CON TE. ”
> “ Mi puoi dare il potere di contrastare l'agente dei Pah-Wraith? ”
> “ NO. SONO COSTRETTO IN QUELLA CHE VOI LINEARI CHIAMATE LACRIMA DEI
> PROFETI. I TUOI COMPAGNI LA HANNO RECUPERATA. HANNO ERETTO ANCHE UNA
> BARRIERA CHE IMPEDISCE AGLI ALTRI DI RAFFORZARE IL LORO AGENTE. SOLO PER
> QUESTO HO OSATO INTERFERIRE. MA PRESTO, DAL PUNTO DI VISTA LINEARE, NON
> SARÀ PIÙ. LORO SONO TROPPO FORTI PERCHÉ LI POSSA CONTRASTARE
> DIRETTAMENTE. ”
> “ Ma allora... cosa posso farci? ”
> “ TRA TUTTI I LINEARI TI HO SCELTA PERCHÉ TU PUOI PIEGARE IL FLUSSO LINEARE. ”
> “ Tra tutti? Io sono solo il consigliere... oh... capisco. Devo far cambiare idea al loro agente, vero? ”
> “ CORRETTO. NON POSSO DARTI POTERE. POSSO SOLO DARTI UN FRAMMENTO DI
> TEMPO LINEARE. SFRUTTALO BENE. ”
> Maia si trovò di nuovo nel suo ufficio.
> Ne uscì di corsa. Decisamente non aveva tempo lineare da perdere.
> * Chiacchiere contro fulmini mortali. Ti sei scelta una bella professione Maia... *
>
> USS Redoutable da qualche parte, nei passaggi di manutenzione
> Data 04/10/2393 Ore 19.18 Data Stellare 70758.36
>
> Era stato facile in maniera spaventosa, pensò Jenkar, mentre strisciava nel condotto di
> manutenzione.
> Nel suo alloggio per un breve attimo aveva avvertito in sé il potere dei Signori. Non era durato
> molto. Quanto basta per stordire la guardia fuori della porta. Poi era svanito. L'equipaggio della
> nave doveva aver fatto qualcosa che bloccare il potere dei Signori. Ma qualcosa gli avevano
> lasciato. Il percorso da seguire nei corridoi della nave e le pause da fare. Quando camminare e
> quando fermarsi. Tutti quelli che avrebbero potuto vederlo erano girati dall'altra parte o occupati a
> fare qualcosa. E così era riuscito a percorrere una sequela di corridoi relativamente affollati come se
> fosse un fantasma. Fino ad un certo sportello di accesso. In un certo senso questa si era rivelata una
> dimostrazione di potere ben più terrorizzante dell'energia che aveva avvolto Hiller. Campi di forza,
> disgregatori. Tutte cose che venivano costruite dai mortali. Niente di nuovo. Cambiava solo il
> livello tecnologico. Ma il potere di conoscere così nel dettaglio il futuro?
> Come poteva non sentirsi una nullità al cospetto di tali esseri?
> Nel frattempo era arrivato ad un certo pannello. Lo aprì. Dentro era pieno di lucette lampeggianti.
> Jenkar non ci capiva nulla. Era un soldato semplice. L'istruzione che gli era stata data la più
> essenziale possibile. Una volta un suo istruttore aveva detto le la mente di una soldato non doveva
> venire appesantita da inutili fronzoli.
> * Sparate quando vi viene detto... *
> Jenkar fece un sorriso amaro con la sua bocca di rettile.
> Ma ora questo non aveva importanza. Aveva bene impresso nella mente la sequenza di movimenti
> da fare. Premi qui. Estrai quel connettore. Ed in breve tempo le lucette si spensero.
> Istantaneamente sentì il potere dei Signori pervaderlo.
> Gli ormai familiari lampo rossi e blu lo avvolsero. La parete accanto a lui iniziò a sciogliersi.
> Fluttuò attraversando muri e paratie come se fossero ragnatele, diretto verso il suo bersaglio. Nulla
> poteva fermarlo, ora.
>
> USS Redoutable Plancia
> Data 04/10/2393 Ore 19.18 Data Stellare 70758.36
>
> Rashan attirò immediatamente l'attenzione del primo ufficiale quando una ridda di allarmi
> affollarono il suo display principale.
> " Comandante! Abbiamo perso gli scudi. In più rilevo un picco di energia in movimento. Non ho
> mai visto un'impronta energetica simile. "
> Arjan si scosse subito dai suoi pensieri.
> " Passiamo ad allarme rosso! Signor Tholos, dove di sta dirigendo la traccia energetica? "
> " È incredibile, comandante ma... si sta muovendo in linea retta ignorando la struttura della nave. Si
> dirige verso la sala di teletrasporto 6. "
> * Verso la lacrima. E verso il capitano... *
> Arjan fu raggelato.
> Ma non sorpreso.
> Non era difficile immaginare cosa stava succedendo.
> Attivò immediatamente il comunicatore.
> " Kenar a capitano Drey... "
>
> USS Redoutable Sala teletrasporto 6
> Data 04/10/2393 Ore 19.19 Data Stellare 70758.36
>
> Tutti i membri di una nave stellare, vivendo per anni nello spazio, si assuefacevano all'insieme di
> rumori e tremori tipici dell'ambiente.
> Quindi, quando Elya sentì scorrere un brivido lungo la schiena pensò.
> * C'è qualcosa che non va. *
> Sensazione confermata dal trillare del suo comunicatore.
> =^= Kenar a capitano Drey. Gli scudi di Anari sono abbassati e rileviamo una traccia energetica
> diretta verso di voi =^=
> La porta della sala si colorò di rosso e si deformò. Tentò di aprirsi ma si bloccò perché non riusciva
> più a scorrere nelle guide. Poi semplicemente si sciolse.
> Elya rispose senza distogliere gli occhi dalla figura ammantata di fulmini che stava entrando
> fluttuando.
> “ È già qua, Numero Uno. Credo di doverla lasciare. ”
> =^= Capitano... =^=
> Elya chiuse la comunicazione.
> Il giovane soldato rettiloide si rivolse subito a lei.
> “ Capitano, mi dia quel cristallo. La prego. ”
> E la preghiera in fondo alla frase era sincera, per quanto poteva dire Elya.
> “ Non posso. Tu capisci che non posso, Jenkar. ”
> Il rettiloide rispose con un tono di profonda rassegnazione.
> “ Sì, lo so capitano. Mi perdoni. ”
> Ed alzò una mano sfrigolante verso di lei.
>
> USS Redoutable Sala teletrasporto 6
> Data 04/10/2393 Ore 19.19 Data Stellare 70758.36
>
> Maia arrivò correndo senza fiato alla sala di teletrasporto un attimo prima di Garibaldi alla guida di
> un drappello di tute rosse. Avevano tutti estratto le armi. Che lei sapeva essere completamente
> inutili.
> Comunicò a gesti di stare indietro al Capo della sicurezza. Un po' perché non voleva spaventare
> Jenkar, un po' perché doveva ancora smettere di ansimare.
> Attraversò la porta semifusa e su investita da una vampata di calore. Tutti i peli le si rizzarono per
> l'elettricità statica.
> Il capitano stava parlando.
> “ ...capisci che non posso, Jenkar. ”
> “ Sì, lo so capitano. Mi perdoni. ”
> “ Aspetta! ”
> Stranamente Jenkar si fermò
> Si girò confuso a guardarla.
> “ Tu chi sei? Non c'eri l'altra volta. ”
> “ Immagino tu ti riferisca alle visioni indotte da quelli che chiami i Grandi Signori. Come vedi
> anche loro non sono così onnipotenti. ”
> “ Lo sono a sufficienza. ”
> Maia cercò di interpretare le emozioni che il viso rettiloide esprimeva mentre parlava.
> Disperazione e rassegnazione. Quindi non era felice di quello che stava facendo.
> * Bene. Ci posso lavorare *
> Lanciò un'occhiata al suo capitano in cerca di approvazione. Elya fece un minuscolo segno di
> assenso.
> “ Perché lo stai facendo? Cosa ti hanno promesso i Signori? ”
> “ Una vita che chiunque vorrebbe. ”
> “ Chiunque... compreso tu? Perché non sento entusiasmo nelle tue parole. Non voglio sembrarti
> arrogante, ma non credo che quella vita ti interessi veramente. ”
> Un lampo di rabbia attraversò il viso di Jenkar.
> * Attenta Maia... *
> “ Cosa puoi saperne tu? Per tutta la vita sono sempre stato sull'ultimo gradino della società. E
> comunque non ho scelta. I Signori sono troppo potenti. Sono come un insetto che possono
> schiacciare in qualunque momento. ”
> La mente di Maia correva cercando di analizzare la situazione. Jenkar era cresciuto in una società
> totalitaria. Probabilmente da una famiglia con una stazione sociale modesta. Ma il tormento che
> mostrava indicava che era rimasto pur sempre una persona decente. Su questo doveva fare leva.
> “ Dici di non avere scelta. Ma non è vero. I Signori, per potersi servire di te hanno dovuto chiedere
> il tuo permesso. Giusto? ”
> “ E come potevo non farlo? Hanno la mia intera vita nelle mani. Me lo hanno mostrato. ”
> “ Sono potenti, è vero. Ma non quanto pensi tu. Loro vedono le nostre vite da fuori del tempo.
> Cosa possono fare? Ucciderti nel passato? Se lo facessero tu ora non saresti qui a servirli. Per loro
> sei un utensile da piegare ai loro scopi. Niente di più. Al contrario tu hai un potere immenso su di
> loro. ”
> Stupore sul viso di Jenkar.
> “ Io... ho potere? ”
> “ Hai il potere di scegliere. Puoi dire loro di no. ”
> Jenkar la guardò negli occhi. Maia capì di aver fatto un passo falso.
> " Chi sei tu? "
> " Sono il consigliere della nave. "
> " Cosa è un consigliere? "
> " Un consigliere si occupa, tra le altre cose, del benessere psicologico dell'equipaggio. "
> Jenkar fece un sorriso amaro.
> " Una rovista cervelli. Ne abbiamo anche noi. Sempre pronti a manipolarti ed ad indottrinarti...
> come tu stai facendo con me. "
> Iniziò a voltasi di nuovo.
> * Lo sto perdendo. *
> Maia decise di giocare la sua carta migliore.
> " Hai ragione. Ti darò altro, allora. "
> " Non hai nulla che mi interessi. "
> " Ti sbagli. "
> E iniziò ad allungare la mano verso il rettiloide avvolto da fulmini.
> " Ti brucerai. "
> " Spero di no... "
> Quando la mano di Maia fu a pochi centimetri dalla pelle di Jenkar ne scaturì una minuscola
> scintilla bianca e...
>
> Jenkar e Maia sedevano in un bar.
> Dalla finestra di osservazione sfilavano stelle.
> Maia portò alle labbra una tazza di tè.
> Jenkar mescolò il caffè nella tazza. Vestiva un'uniforme della flotta stallare. Il colore era rosso.
> Maia gli sorrise.
> " Ti consiglio di provare la torta di mele. È ottima. "
> " La proverò. "
> Jenkar sospirò e si appoggiò alla spalliera della sedia.
> " Cosa è questo? "
> " Un frammento di futuro. Una possibilità. "
> " Questo è questa la controfferta del tuo Signore? Una vita da soldato semplice in una nave aliena
> contro una posizione di potere nel mio stesso mondo. "
> " No. Nessuno ti regalerà nulla. E ti garantisco che divisa che porti è dannatamente difficile da
> ottenere. Te la devi guadagnare. No siamo qui per dimostrarti che esistono altre possibilità. Ogni
> scelta che farai ti aprirà nuovi orizzonti. E te ne precluderà altri. Ma è tutto nelle tue mani.
> Ti ho sentito lagnarti del fatto che nella tua vita tu non abbia mai avuto scelte. Se seguirai la via
> che tracceranno per te i tuoi Signori... per te non cambierà nulla. "
> Jenkar prese un sorso di caffè. Mentre la guardava pensieroso.
> " Sei molto convincente, rovista cervelli. Ma mi sopravvaluti. Io sono solo piccolo soldatino. Uno
> di quelli stupidi. Tutto questo parlare di cose complicate mi confonde. No. Non mi hai convinto.
> Per me è meglio continuare sulla strada che conosco. "
> Maia assentì.
> " Capisco. Ed hai ragione. Avere scelta significa affrontarne le conseguenze. Significa affrontare
> la paura di prendere la strada sbagliata. Significa avere la responsabilità. Puoi alzarti un attimo? "
> Jenkar la guardò perplesso ma obbedì.
> Anche Maia si era alzata in piedi.
> " Ed ora? "
> " Ed ora ti parlerò in un modo che puoi capire. "
> E gli sferrò un pugno alla mascella. Fu un pugno portato con tutti i crismi. Portando avanti la spalla
> e tutto il resto.
> Il massiccio rettiloide volò indietro e si trovò per terra a massaggiarsi la parte colpita, più sorpreso
> che ferito. Gli altri ospiti del bar si girarono a guardarli.
> Maia sventolò la mano dolorante.
> * Spero non sia rotta... *
> Jenkar rimase a terra e la guardò esterrefatto.
> " Ma cosa... "
> Lo sguardo di Maia si era fatto duro come il metallo.
> " Zitto ed ascolta. Quando hai fatto quello che hai fatto ho corso con tutto il fiato che avevo in corpo
> per raggiungerti. Non ho potuto nemmeno chiamare mia figlia nel nostro alloggio. Che sarà
> spaventatissima, anche se non lo ammetterebbe mai. Ora è sola ed io non sono con lei. Quando hai
> scelto di renderti schiavo dei tuoi burattinai HAI fatto una scelta. E questa ha avuto tante
> conseguenze. Questa è una. "
> Jenkar era ancora a terra. Non accennò a rialzarsi.
> " Tu... hai tua figlia a bordo? "
> Maia non rispose. Invece gli porse la mano per aiutarlo a rimettersi in piedi.
> Stranamente Jenkar la accettò. Nonostante appartenesse alla femmina che lo aveva appena sbattuto
> al tappeto.
>
> Ed erano nella sala teletrasporto.
> I fulmini avvolgevano ancora il soldato.
> Il consigliere abbassò la mano e disse con voce sommessa.
> " Ora a te... "
>
>
>
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