[Stml3] (senza oggetto)

federico pirazzoli cmdrtkar a gmail.com
Mar 21 Lug 2015 11:37:06 CEST


allora, inizio con i ringraziamenti (sì, il concetto di "mostruoso"
espresso è chiaro :-) ) e vado per punti:

Non sappiamo se in questo universo esiste una Federazione....i Midiani ce
l'hanno con la nostra Federazione (quella del nostro Universo, per
capirci)...perché? Bella domanda...le spiegazioni sono molte, ma immagino
che - se teniamo il concetto - dovremo scoprirle (in passato una nave è
venuta dalla nostra Federazione e ha fatto un casino? Possono prevedere il
futuro e sanno che una nostra nave farà un casino in futuro, così hanno
tentato di prevenirlo facendoci distruggere prima e - incidentalmente -
portandoci lì per fare un casino? etc)

Quanto al pianeta, no...il sistema di spostamento planare è in un sistema
solare (nell'universo nuovo) da qualche parte tra quelli che da noi
sarebbero i confini tra i quadranti Beta e Delta, quindi sopra lo spazio
romulano, guardando una mappa di star trek...noi sappiamo però che i
Midiani hanno - nel nostro universo - colonizzato un pianetino vicino a
Tellar e immaginiamo potrebbero usarlo come testa di ponte per farci
arrivare una flotta (magari quella galateana). In questo modo potrebbero
attaccare - di sorpresa ed in massa - quasi tutti i mondi principali della
Federazione prima che questa possa dispiegare le proprie flotte
efficacemente. Non vincerebbero la guerra, ma sarebbe un duro colpo....

Per il comunicarlo alle altre SIM...sì, direi che si può fare...magari come
rapporto di fine missione?
*_________________________________________________________________________*
*Da*: Comandante del sommergibile *Sea Tiger*
*A*: Ufficio Approvvigionamenti Arsenale di Cavite, Filippine.
*Tramite*: Comando Forze Subacquee.
*Oggetto*: Carta igienica.
*#1*. Il 6 giugno 1941 questa nave ha inoltrato una richiesta di 150 rotoli
di carta igienica. Il 16 dicembre 1941 detta richiesta è stata restituita
con la stampigliatura: "Materiale sconosciuto. Richiesta annullata."
*#2*. Il Comandante del sommergibile *Sea Tiger* non può fare a meno di
domandarsi cosa viene usato all'Approvvigionamento di Cavite in
sostituzione di questo "materiale sconosciuto", un tempo perfettamente noto
a questo Comando.
_________________________________________________________________________

Il giorno 21 luglio 2015 11:19, Franco Carretti <dewey_finn a mail.com> ha
scritto:

> Prima di tutto il pezzo è mostruoso... non il tipo di mostro tipo antico
> di cthulhu, ma più un mostruoso del tipo harem con modelle di victoria's
> secret. Non so se mi sono spiegato.
> L'idea di ambientazione è ottima. Un evoluzione diversa dell'universo
> canon ci permette sia di usare le razze classiche che aggiungerne nuove.
> Mi è poco chiaro il fatto che loro conoscano comunque la Federazione. Se
> la conoscono allora c'è e quindi noi abbiamo un alleato? Oltretutto se il
> pianeta su cui è stata costruita la megaarma (o meglio sul sole di quel
> sistema) è lo stesso pianeta che è stato offerto loro dalla federazione ne
> consegue che esiste la federazione.
>
> Per il resto non sarebbe male mettere ogni tanto dei flash su cosa sta
> succedendo nella nostra dimensione.
>
> Approposito, comunichiamo al resto delle sim che è stato scoperto un
> complotto per la conquista della federazione? (come è stato fatto in
> precedenza per le 7 regine borg?)
>
>
>
>
> *Sent:* Tuesday, July 21, 2015 at 9:35 AM
> *From:* "federico pirazzoli" <cmdrtkar a gmail.com>
> *To:* "USS Redoutable" <stml3 a gioco.net>
> *Subject:* [Stml3] (senza oggetto)
>  Ok, bella gente...ecco il nuovo pezzo. Quando l'ho scritto mi ero posto
> come obiettivi di:
>
> 1) sistemare l'incongruenza per la quale spariamo in un'altra dimensione
> ma i "cattivi" della storia vengono dal futuro della nostra
> 2) trovare un pianeta o qualcosa da distruggere che possa attaccarci
> addosso la cattiva nomea che dovremo toglierci
> 3) Dare una prima pennellata di colore all'universo in cui ci troveremo
> bloccati
> 4) Portare avanti il concetto della nave fantasma...
>
> ora vil lascio leggere...ci si becca a fine lenzuolo per un paio di
> riflessioni che vorrei fare con voi per definire il futuro della missione...
>
>  *******************************************
> *Brano: 01-10*
> *Titolo: Codice 47*
> *Autore: Tenente Comandante Tkar*
> *Brano Precedente: Le conseguenze*
> *******************************************
>
>
> *U.S.S. Seatiger – Plancia - 24/11/2394 Ore 18:37*
>
> “Ma ho il fondato sospetto che la Seatiger non sia più nella sua
> dimensione di appartenenza.”
>
> Le parole di Anari fecero correre un rivolo di sudore freddo lungo la
> schiena del Capitano della Seatiger. La sua non era stata una bella
> giornata e la commozione cerebrale per la quale era stato trattato in
> emergenza non era esattamente una passeggiata. Non c’era perciò da stupirsi
> se la mente del Trill impiegò esattamente undici secondi per metabolizzare
> le parole dell’Ufficiale Scientifico. Ce ne vollero poi altri nove, prima
> che Arjan decidesse che era meglio sedersi sulla propria poltrona, prima di
> ascoltare il resto “E dove saremmo, di grazia?”
>
> “Questo non saprei dirglielo con esattezza…” rispose la Denobulana, mentre
> gli occhi correvano dal Capitano alla propria consolle, dove scorrevano in
> rapida successione sequenze di stelle ed altri fenomeni spaziali “ovvero,
> so dirle dove siamo…nel Settore 507, ai confini tra i Quadranti Gamma e
> Delta, vicini a dove dovrebbe essere il confine nord dello spazio Romulano.”
>
> “Dove dovrebbe essere?” ripeté con tono interrogativo il Capitano Kenar…il
> fatto di essere stati trasportati a mesi di viaggio dal territorio della
> Federazione era già abbastanza preoccupante, ma qualcosa gli diceva che –
> come sostiene il detto - il peggio dovesse ancora arrivare.
>
> “I sistemi stellari dell’Impero Romulano non ci sono…o meglio, ci sono ma
> non sono come dovrebbero essere.” Anari parlava rapidamente, mentre lo
> schermo principale abbandonava la visuale di poppa – dove capeggiava
> lontana la nave aliena che li aveva aggrediti precedentemente – per
> sostituirla ad una mappa galattica, sulla quale venivano riportate in blu
> le ben note composizioni stellari che tutti loro avevano studiato ai corsi
> di Astronomia e Navigazione in Accademia “Eco, vede? Questa è la
> configurazione della nostra Galassia…e questa quella di quella dove ci
> troviamo ora…”
>
> Ad un comando dell’esuberante Denobulana, una serie di nuove stelle rosse
> andò a sovrapporsi all’immagine precedente. In molti casi le stelle
> andavano a sovrapporsi a quelle blu ma, in un numero incalcolabile ad
> occhio di casi, non era così. Interi sistemi solari, ammassi stellari,
> nebulose e anche buchi neri comparvero dal nulla, mentre altri vennero
> semplicemente soppressi.”
>
> “Affascinante…apparentemente si tratta di un’altra dimensione, discordante
> dalla nostra dalle epoche più remote, per aver ottenuto una così ampia
> varianza nella distribuzione dei corpi celesti…” Commentò Tkar, che fino a
> quel momento pareva aver prestato più attenzione all’inseguitore che li
> tallonava che alla spiegazione di Anari.
>
> “Oh sì…” convenne l’Ufficiale Scientifico, accalorandosi a quelle parole e
> dimenticando per un momento la situazione generale “C’è un tasso di
> coincidenza con la nostra dimensione di circa il 37,4%...forse anche meno,
> se le mie proiezioni sulla distribuzione delle Galassie vicine sono esatte.
> Purtroppo i Sensori Astrometrici sono saltati e non ho ancora avuto tempo
> di allinearli, ma già ad occhio nudo direi che il Braccio del Sagittario
> non è lo stesso e…”
>
> “Come diavolo siamo finiti qui?” Chiese allora Kenar, il cui mal di testa
> da post-trauma cranico stava peggiorando esponenzialmente all’aumentare
> della rapidità della parlantina di Anari.
>
> La Denobulana si zittì per diversi secondi, prima di ammettere, con un
> sorriso molto più mesto di prima “Ecco…su questo ci sto ancora lavorando.”
> Poi, dopo un momento di incertezza, aggiunse “Avrei una teoria, ma ho
> bisogno di accedere al nucleo di memoria del Computer, che è attualmente in
> fase di riparazione…”
>
> “Va bene…” disse Kenar, alzandosi in piedi. La Plancia gli stava
> cominciando a girare attorno e voleva evitare di finire stramazzato al
> suolo come Finn, quindi aggiunse “continui a lavorarci, ci riuniremo tra
> due ore per avere il punto della situazione. Io sarò in Sala Tattica se
> avrete bisogno di me…Tkar, a lei la Plancia, veda di scoprire qualcosa su
> quella nave che ci sta inseguendo.”
>
> Quindi si diresse verso il suo ufficio dove, scostando con malagrazia un
> frammento di paratia caduto, si buttò sul divanetto e chiuse gli occhi,
> sperando che gli analgesici che gli erano stati somministrati prima di
> lasciare l’Infermeria facessero rapidamente effetto.
>
>
> *U.S.S. Seatiger – Sala Riunioni - 24/11/2394 Ore 20:45*
>
> Gli Ufficiali Superiori entrarono rapidamente nella sala riunioni della
> Seatiger e, con i visi stanchi, presero posto nelle loro posizioni
> abituali. A parte Kenar e Finn, che avevano riposato un po’, solo Tkar non
> mostrava sul volto segni a testimonianza del lungo turno fino a quel
> momento trascorso e a tutt’ora ben lontano dal terminare.
>
> “Molto bene, signori, iniziamo con la domanda più facile…stato dei
> sistemi?” domandò il Capitano, prendendo la parola e rivolgendosi in
> particolare a Carelli, che si era seduta tra Anari e Tkar, con un gotto di
> caffè in mano. Già il fatto che si trattasse di caffè vero e non di una
> razione di emergenza liofilizzata era una buona cosa, perché significava
> che il sistema dei Replicatori era stato rimesso in funzione.
>
> “Abbiamo ripristinato la maggior parte dei sistemi essenziali…” rispose
> l’Ingegnere Capo, con un sorriso stanco “Propulsione, comunicazioni e
> sistemi tattici. Abbiamo ancora qualche difficoltà con i Sensori a Lungo
> Raggio, ma si tratta più che altro di eccessiva perdita di risoluzione, non
> andremo a sbattere contro un pianeta per sbaglio…” prese una sorsata di
> caffè, quindi aggiunse “Inutile che aggiunga che, invece, i sistemi
> secondari sono ancora un disastro.”
>
> Kenar fece un cenno d’assenso, quindi aggiunse, volgendosi verso
> l’Ufficiale Medico Capo ed il Consigliere “Ottimo, direi che per il momento
> ci possiamo accontentare. Stato dell’equipaggio?”
>
> Gli interpellati si fissarono un secondo, quindi fu il Dottore a
> rispondere “Diversi contusi, un po’ di fratture e qualche ustione, ma nulla
> di veramente grave. L’equipaggio al momento non risente ancora dello shock
> per il trasferimento in un posto così lontano. Lo stato di Allarme Rosso li
> sta tenendo in allerta e l’adrenalina – finche dura – gli impedirà di farsi
> troppe domande. Ma quando avremo un po’ di calma sarà necessario che lei
> faccia un discorso, signore, che spieghi cosa è accaduto e li
> tranquillizzi.”
>
> “Direi che prima dovrei saperlo io, cosa è accaduto…” borbottò il Trill,
> ringraziando comunque il medico per il rapporto e volgendosi quindi verso
> colei che poteva dare una risposta a quella domanda, oppure procurargli un
> ennesimo mal di testa. O forse entrambe le cose…”Anari?”
>
> Come se fosse il tappo di una bottiglia di spumante agitata in un
> agitatore per vernici, la Denobulana iniziò a parlare a raffica,
> gesticolando per aiutarsi in quella complessa spiegazione – o ipotesi di
> spiegazione – che la sua mente geniale aveva elaborato nelle ultime due
> ore.”
>
> “Sì signore…ebbene, ho analizzato la situazione, anche rivedendo le
> letture dei sensori antecedenti il nostro…trasferimento, e sono giunta alla
> conclusione che siamo stati attratti nell’area di risucchio di un’Onda di
> Spostamento Planare.”
>
> Anari si fermò un istante per valutare la reazione del suo “pubblico”.
> L’occhiata confusa che ricevette dagli astanti, comunque, non parve
> deluderla tanto che – dopo appena un istante di empasse – aggiunse “Quella
> dell’Onda di Spostamento Planare è una teoria che è stata avanzata dal
> alcuni teorici della transcurvatura, come il Professor Jonkins del Daystrom
> Institute, o Ru’Af Ma’Kri, delle Global Warp Industries di Alpha Centauri…”
> spiegò “secondo tale teoria, una esplosione estremamente potente e
> concentrata nel Subspazio dovrebbe generare uno strappo direzionale nel
> tessuto dello spazio-tempo. Ciò permetterebbe di creare una sorta di tunnel
> spaziale artificiale della durata di alcuni minuti…o secondi, a seconda
> delle teorie. Ad ogni modo, questa esplosione genererebbe una sorda di onda
> d’urto nello spazio normale, un’onda destinata poi a riassorbirsi nel giro
> di pochi secondi, trascinando con sé nella propria…risacca… tutto ciò che
> si trova nelle vicinanze del punto dove si apre il tunnel spaziale…”
>
> Questa volta ci vollero diversi secondi prima che qualcuno – Carelli,
> nella fattispecie – mostrasse di aver compreso di cosa si stava parlando
> “In pratica sarebbe come gettare un sasso nell’acqua…per un istante si
> forma il vuoto ed un’onda attorno, poi il tutto viene riassorbito tornando
> come prima…”
>
> “Esatto…” confermò Anari “solo che qui l’esplosione si espande in maniera
> lineare verso due direzioni distinte, quindi in realtà il…sasso…genera un
> tunnel spaziale in grado di portare ciò che si trova nei suoi pressi da un
> capo all’altro dello stesso in pochi secondi…”
>
> Prima che qualcun altro potesse parlare, Tholos li fermò sollevando la
> mano e dicendo “Questo, però, non ha senso.”
>
> “Si spieghi, Comandante…” lo invitò Kenar, osservando incuriosito il
> fremere delle antenne blu del Capo Operazioni.
>
> “Credo siamo tutti d’accordo che siano state le Galeteane a cercare di
> catturarci con questa…Onda di Spostamento Planare, giusto?” domandò in
> maniera retorica l’Andoriano. Non che qualcuno pensasse il contrario, data
> la situazione…in fondo erano stati colpiti insieme all’Arcadia, che – da
> quanto avevano appreso – era uno dei pochi nemici riconosciuti di quel
> popolo nel Quadrante Alfa. Dopo un istante, Tholos aggiunse “Il fatto è che
> l’equipaggio dell’Arcadia ci ha detto che le Galeteane vengono dal futuro…”
>
> “L’Onda di Spostamento Planare genera una frattura nello spazio-tempo,
> quindi in teoria permette di spostarsi sia nello spazio che nel tempo…”
> precisò Anari, interrompendo il collega ed aggiungendo subito dopo “Infatti
> genera un tunnel spaziale, anche se della durata di pochi istanti. E – come
> sappiamo – i tunnel spaziali possono avere anche una componente temporale
> anche importante…”
>
> “Ma, se fossero state le Galeteane, ci avrebbero dovuto trasferire nel
> loro futuro, non in un’altra dimensione…” comprese Kenar, intromettendosi a
> sua volta per bloccare la Denobulana prima che virasse l’argomento di
> discussione sulla meccanica dei Tunnel Spaziali, argomento di certo
> affascinante, ma poco rilevante in quel frangente.
>
> Tholos annuì, soddisfatto che il Capitano avesse colto il suo stesso
> dubbio ed aggiunse “Quindi le ipotesi sono due…o la teoria di Anari è
> sbagliata, o le Galeteane avevano un motivo per spedirci qui anziché
> attirarci nel loro futuro.”
>
> “Non avendo conoscenze specifiche di questa teoria non ho modo di valutare
> la consistenza della teoria del Comandante anari…” intervenne Tkar, le mani
> giunte avanti a sé “ma di certo il Signor Tholos ha ragione. Tatticamente
> parlando, se davvero il popolo Galeteano è responsabile del nostro
> trasferimento, la linea di azione più logica sarebbe stata quella di
> trasportare sia noi che l’Arcadia in una zona sotto controllo di loro forze
> navali in numero ingente, così da distruggerci senza esporsi e senza
> consentirci una possibilità di fuga, come è effettivamente successo.”
>
> Il Vulcaniano tacque un secondo, prima di aggiungere “Tuttavia esiste una
> terza ipotesi…” si prese appena un momento, il tempo necessario a Kenar per
> fargli cenno di proseguire, prima di spiegare “durante gli ultimi secondi
> di funzionamento dei sensori, abbiamo rilevato un importante aumento
> energetico da parte dell’Arcadia. Può darsi quindi che il Capitano Khayr ed
> il sue equipaggio si fossero già trovati di fronte a tale insidia ed
> avessero elaborato delle contromisure. Se così fosse, forse l’attivarsi di
> queste contromisure ha modificato il nostro punto di uscita, dirottandoil
> tunnel spaziale artificiale.”
>
> “Addirittura verso un’altra dimensione?” domandò perplessa Carelli,
> dubbiosa circa quella possibilità ma al momento incapace di formularne
> altre più consistenti.
>
> “In effetti è possibile…” convenne Anari, illuminandosi e sorridendo in
> maniera tipicamente Denobulana all'idea che il collega Vulcaniano le aveva
> dato “Se l’Arcadia avesse in qualche modo contrastato l’onda, avrebbe
> potuto sfuggire alla sua presa, prima di essere trasportata fino al punto
> di destinazione…Per quanto concerne noi, è diverso! Trovandoci sottoposti a
> due onde distinte di forza differente, siamo stati strappati dal flusso di
> ritorno principale e diretti verso l’unico vettore disponibile, ossia il
> flusso d’origine!”
>
> Ci fu un momento di esitazione, poi la scienziata – notando che stavolta
> nessuno era riuscito a seguirla nel proprio volo pindarico - aggiunse un
> esempio a mo’ di spiegazione “Immaginate la situazione così: Noi e
> l’Arcadia eravamo sottoposti all'effetto di una sorta di onda, che ci stava
> trasportando verso un punto preciso dello spazio-tempo. Se è come
> ipotizzato da Tkar, il solo modo che l’Arcadia avesse per liberarsi era di
> generare un’onda inversa, attraverso un’emissione di energia controllata
> dal proprio Disco Deflettore. Facendo così, la nave del Capitano Khayr ha
> ottenuto due effetti: quello principale – naturalmente – è quello di
> trovarsi per un momento fuori dall’effetto dell’Onda di Spostamento,
> rientrando quindi nello spazio normale. Ma ha anche generato una seconda
> Onda, che ha colpito noi, deviandoci verso l’unica altra possibile fonte di
> attrazione, ovvero il punto da cui è originato il Tunnel spaziale…”
>
> “Sì, ora capisco…” annuì Tholos, facendosi pensieroso “il punto di origine
> del Tunnel spaziale, ovvero il luogo dove avviene l’esplosione subspaziale,
> è collegato - oltre che ai due punti di uscita del tunnel stesso – anche ad
> un altro punto…quello da dove è stata innescata e direzionata
> l’esplosione…e questo terzo punto può tranquillamente essere diverso dagli
> altri due…”
>
> “E…hem…certo…” si sentì in dovere di dire il Comandante Finn, che in
> realtà in quella riunione aveva fino a quel momento presenziato senza dare
> nessun genere di contributo. In realtà non aveva capito praticamente nulla
> di quanto detto ed avrebbe pagato tonnellate di Lathinum per qualcuno che
> glielo spiegasse in un linguaggio comprensibile “e questo, naturalmente,
> significa che…”
>
> “Che l’azione di disimpegno dell’Arcadia ci ha fortunatamente permesso di
> trovare chi c’è dietro questa storia…ovvero chi sta realmente orchestrando
> la guerra che le Galeteane vogliono scatenare contro la Federazione!”
> esclamò Anari, ancora su di giri per la scoperta.
>
> Finn tirò mentalmente un sospiro di sollievo per essersi salvato dal dover
> chiedere una umiliante spiegazione, ma Kenar lanciò invece un’occhiata
> perplessa alla Denobulana, chiedendo “E mi dica, Comandante…come è giunta
> alla conclusione che ci deve essere una terza…fazione a tirare le fila di
> questa faccenda?”
>
> “Per via dell’Arcadia, ovviamente!” rispose convinta Anari, prima di
> aggiungere “Sappiamo che l’hanno costruita da zero partendo dagli schemi
> tecnici della Hood…e sappiamo che – per i loro standard – è una nave
> abbastanza potente, diciamo non inferiore alla media delle loro. Ora, cosa
> ne consegue? Ovviamente che il loro livello tecnologico non può essere
> troppo diverso dal nosro, giusto?”
>
> Si trattava di una deduzione logica, quindi nessuno la interruppe mentre
> continuava “Ebbene…per la nostra tecnologia – e per traslazione panche per
> la loro, a questo punto – un’Onda di Spostamento Planare è pura
> fantascienza. I nostri migliori teorici della Curvatura l’hanno ipotizzata
> come possibilità, ma non è mai stato avviato neppure uno studio di
> fattibilità…e sappiamo quanti anni sono che è attivo il Progeto
> Transcurvatura…”
>
> “Di conseguenza lei ritiene che una terza fazione, dotata di mezzi
> tecnologici superiori, stia sfruttando Galatea ed i suoi folli piani di
> conquista al fine di indebolire o distruggere la Federazione…” comprese
> Tkar, e nel suo tono si poteva riscontrare approvazione per il processo
> logico che aveva condotto a quella deduzione ”ma chi, e a che scopo?”
>
> “Due domande interessanti…” convenne Kenar, il cui sguardo era ora ancora
> più cupo dell’inizio della riunione, e non per una questione di mal di
> testa “e credo sia ora di trovare ad esse risposte. Comandante Finn, lei sa
> cos'è un Codice 47?”
>
>
> *Nave Stellare Arcadia – Plancia - 24/11/2394 Ore 18:37*
>
> “E i Federali?”
> Tochiro e Meeme si scambiarono un occhiata, insicuri su come continuare.
> Impossibilitati a dare una risposta.
>
> Khayr conosceva bene il suo migliore amico…quando faceva quella faccia
> significava brutte notizie…e brutte, quando già ti trovavi disperso su una
> nave fantasma in avaria, con per sola compagnia un’aliena senza bocca ed un
> ologramma bidimensionale schiacciato, non era una bella cosa…
>
> “Quando l’onda Galeteana ci ha raggiunto, ho fato appena in tempo ad
> attivare la contro-onda…” spiegò nel frattempo l’ologramma, incrociando le
> corte braccia al petto sproporzionatamente largo ed annuendo tra sé, in un
> movimento che avrebbe anche rischiato di fargli cadere gli occhiali
> “ovviamente non avevo il tempo di inviare le specifiche alla Seatiger, ma
> speravo che l’effetto del nostro impulso fosse sufficiente a liberare
> entrambe le navi, visto che eravamo così vicini…”
>
> “E invece?” domandò semplicemente il pirata di nero vestito, mentre con
> un’occhiata al visore cercava di capire dalle stelle visibili dove si
> trovassero.
>
> “Noi siamo sfuggiti all’Onda…” confermò Tochiro, mentre Meeme si rialzava,
> iniziando a trafficare col computer principale dell’Arcadia “siamo usciti
> nello spazio normale a circa 15 anni-luce dal punto in cui ci trovavamo,
> con uno sfasamento temporale di tre giorni nel futuro…della nave federale,
> però, nessuna traccia…”
>
> “Se sono finiti in quell'Inferno, mi auguro riescano a cavarsela meglio di
> noi…” borbottò il pirata spaziale, mentre un velo di tristezza gli
> adombrava il volto guercio, al ricordo dei tristi eventi del passato,
> eventi che lo avevano segnato nel profondo come mai era successo prima.
>
>
> Nave Stellare Arcadia – Sala Mensa – Flashback
>
> C’era festa quella sera sull'Arcadia. La nave pirata aveva appena
> distrutto un convoglio di rifornimenti militari per una base segreta
> Galeteana e – al contempo – si era impadronita di parecchie utili merci e
> diversi tipi di cibi freschi, una rarità molto apprezzata dall'eterogeneo
> equipaggio.
>
> Khayr aveva ordinato che – con quel ben di Dio – si facesse una grande
> festa e nessuno si era tirato indietro. Ora la festa era al suo culmine e
> sembrava che nulla potesse andar male, fin quando l’intero mondo parve
> capovolgersi, mentre la nave veniva prima colpita e poi intrappolata da una
> violenta emissione energetica che fece saltare l’energia principale e la
> maggior parte dei sistemi.
>
> “Rapporto!” Gridò Khayr, colpendo il primo comunicatore che gli capitò a
> tiro e cercando al contempo di rialzarsi in piedi per raggiungere la
> Plancia.
>
> “Prima che qualcuno potesse rispondere, però, la nave venne scossa da una
> esplosione molto più facilmente identificabile, quella di un colpo di arma
> a particelle che raggiunge uno scafo indifeso.
>
> Il Capitano dell’Arcadia impiegò pochissimo a raggiungere la Plancia, ma
> quel tempo fu sufficiente a percepire almeno altri quindici scossoni, segno
> evidente che qualcuno stava giocando al tiro al bersaglio con loro.
>
> “Capitano, meno male che è qui!” gridò Akari, uno dei <vecchi>
> dell’equipaggio, al quale era stato in quel momento affidato il comando
> “non so cosa sia successo, ma siamo circondati da navi Galeteane. Abbiamo
> la propulsione ad impulso e stiamo cercando di evitare di essere bloccati,
> ma abbiamo perso scudi ed armi.
>
> Con una rapida occhiata ai sensori, Khayr comprese che la situazione era
> effettivamente tragica: l’Arcadia aveva subito gravi danni ed era
> circondata da almeno trenta navi nemiche, che a turno le sparavano addosso
> come Cacciatori Matsumoto raccolti attorno ad un grosso buco nel terreno,
> all'interno del quale era intrappolata una pericolosa – ma ormai indifesa –
> Bestia Tamari.
>
> Un nuovo scossone li interruppe, mentre un colpo diretto li fece cadere a
> terra tutti.
>
> “Propulsione ad Impulso fuori uso!” gridò il timoniere, comicamente
> aggrappato alla propria consolle “Una nave nemica ci è quasi addosso!”
>
> Khayr chiuse l’occhio sano, in attesa del colpo di grazia, ma invece
> percepì un tonfo sordo, come quello di metallo che grattava sul metallo.
> Stupito, si guardò intorno per avere una spiegazione e fu Daiba a dargliela
> “Si sono poggiati sulla Sezione a Disco! Stanno cercando di forzare i
> boccaporti di accesso!”
>
> “A tutto l’equipaggio, armatevi e state pronti a respingere un
> abbordaggio!” gridò allora il Capitano, aprendo la comunicazione con tutti
> i ponti. Quindi, voltandosi verso la consolle di ingegneria, chiese
> “Tochiro…i motori?”
>
> “Ho riallineato il propulsore ad impulso di dritta…” rispose il tarchiato
> ingegnere, la lingua stretta tra i denti e copiose gocce di sudore ad
> imperlargli il faccione “riavrai la Curvatura tra qualche minuto…”
>
> “Potremmo non avere qualche minuto!” gli rispose in tono serio Khayr,
> mettendosi in prima persona al timone e programmando una rotta che lo
> avrebbe portato a passare a poche decine di metri da quella che pareva
> l’ammiraglia Galeteana “Tutta la potenza ai campi di integrità
> strutturale…ora!”
>
> Mentre alle sue spalle qualcuno gridava che il nemico aveva fatto breccia
> in diversi punti della Sezione a Disco e che si stava già combattendo su
> almeno tre Ponti, il Capitano dell’Arcadia accelerò a pieno Impulso,
> cogliendo di sorpresa le navi nemiche e lanciandosi in quello che sembrava
> un attacco suicida contro la loro Ammiraglia.
>
> Quando ormai mancavano poche decine di secondi all'impatto i vascelli
> Galeteani cominciarono a sparare, ma ormai era tardi. Nonostante fosse
> stata colpita in più punti, l’Arcadia passò sotto l’Ammiraglia nemica ad un
> quarto della velocità della luce. L’astronave che era ancorata alla Sezione
> a Disco, invece, si schiantò sulla propria Ammiraglia alla medesima
> velocità, venendo praticamente fatta a pezzi e causando ingenti danni anche
> al vascello più grande.
>
> Nella Plancia dell’Arcadia – come in ogni suo ponte, del resto - tutti
> vennero sballottati dalla forza dell’impatto che strappò dallo scafo
> esterno lunghe fasce di rivestimento. Appena prima di svenire a causa del
> violento urto con una consolle, comunque, Tochiro riuscì a borbottare
> “Pazzo!”, prima di attivare la Curvatura, facendo sfrecciare vi a Curvatura
> 8 la nera nave stellare.
>
>
> *U.S.S. Seatiger – Plancia - 25/11/2394 Ore 02:00*
>
> La Seatiger uscì dalla Curvatura in un lampo di luce bianca e, prima
> ancora che lo scafo candido del piccolo vascello di Classe Nova entrasse in
> contatto con la materia della Nebulosa che occupava quella regione di
> spazio, la Gondola di sinistra cominciò a bruciare.
>
> Mentre il rovente Plasma avvolgeva il metallo affusolato della Gondola, la
> nave parve perdere l’asseto e cominciò a ruotare su sé stessa ed attorno ad
> un punto del proprio asse principale posto circa a metà della Sezione a
> Disco, così che un osservatore esterno avrebbe potuto quasi scambiarla per
> una di quelle vecchie stazioni spaziali che sfruttavano il movimento
> centrifugo per generare una sorta di gravità artificiale sulla superficie
> esterna.
>
> Quando la violacea nave aliena emerse dalla Curvatura, ormai, l’intera
> gondola di Dritta era in fiamme e la maggior parte delle luci di bordo
> erano spente, segno che non c’era più energia in quasi tutta la nave.
>
> Il vascello nemico, un disco grande poco più di un terzo della già non
> imponente Sezione a Disco della Seatiger, girò un paio di volte attorno al
> vascello federale, prima di decidersi ad avvicinarsi a quella che pareva –
> a tutti gli effetti – una nave morente.
>
> Quando il Comandante Finn sentì il rumore di un teletrasporto trovò la
> forza di sollevare lo sguardo dal pavimento dove era disteso ma, attraverso
> la spessa coltre di fumo che riempiva la stanza, non riuscì a distinguere
> che ombre, oltre ad una serie di luci violacee che – rapide come erano
> apparse – scomparvero, lasciando il compito di illuminare quanto restava
> della Plancia all’intermittente luce dell’Allarme Rosso ed ai crepitanti
> fuochi che si alzavano da varie consolle.
>
> L’Umano fece per alzarsi in piedi ma, non appena ebbe trovato con la mano
> destra un appoggio a cui ancorarsi per fare leva, dovette fermarsi, mentre
> i suoi occhi facevano uno sforzo per puntarsi entrambi contro la canna del
> fucile che veniva ora puntato a meno di dieci centimetri dal suo naso.
>
> “Non muoverti, cane Federale!” gli intimò una voce, in una lingua che il
> Tradutore Universale non ebbe difficoltà a comprendere e riportare in
> Standard.
>
> Finn fece come gli veniva detto e – lentamente – ripoggiò entrambe le mani
> a terra. Al contempo, però, sollevò lo sguardo lungo il fucile a particelle
> che lo teneva sotto tiro e riuscì a vedere chi c’era dietro. L’essere si
> sarebbe anche potuto scambiare per un Umano, se non fosse stato per gli
> occhi rossi come le braci e per una piccola cresta ossea, che partiva dalla
> base delle orecchie salendo fin sopra l’arcata sopraccigliare, donandogli
> una fronte alta e spessa ed un aspetto leggermente demoniaco.
>
> “Rapporto!” ordinò calmo il proprietario della voce, guardandosi attorno
> ma senza mai distogliere completamente l’attenzione dal Primo Ufficiale
> della Seatiger.
>
> “La Plancia è sotto controllo…” rispose una seconda voce, altrettanto
> tranquilla, proveniente da un qualche punto vicino alla consolle Operazioni
> “l’equipaggio sembra essere ancora vivo, ma tramortito…”
>
> “Abbiamo l’accesso ai controlli?” chiese l’alieno che teneva sotto tiro
> Finn, che a quanto pare era al comando delle operazioni.
>
> Una terza voce, dalle parti della consolle di Ingegneria, rispose “I
> comandi non sono bloccati, ma non riesco ad accedere a nulla…”
>
> “Forse il Computer principale ha subito danni…” Avanzò una quarta voce,
> dai pressi della consolle tattica.
>
> L’alieno al comando sfiorò un bracciale che aveva al polso sinistro e
> disse “Ruk a squadra due…rapporto dalla Sala Macchine.”
>
> =*=Quaggiù è un macello, signore…deve esserci stata una perdita dal
> reattore.=*= riferì una voce, che attraverso il bracciale comunicatore
> pareva avere un timbro metallico =*=L’intera Sala Macchine è isolata e
> piena di fumi…comunque abbiamo il controllo della sala controllo.=*=
>
> “Umph…avete riscontrato resistenza?” domandò l’alieno, riportando per un
> attimo lo sguardo sull’Ufficiale dal colletto rosso ai suoi piedi.
>
> =*=No, signore…ci sono tre o quattro ufficiali feriti e piuttosto storditi
> che stiamo tenendo sotto tiro, ma la maggior parte dell’equipaggio di Sala
> Macchine doveva trovarsi nella stessa, quando c’è stata la perdita di gas e
> si sono chiuse le paratie di emergenza.=*= riferì tranquilla la voce dal
> timbro metallico, che evidentemente riteneva di non avere problemi.
>
> “Mi raccomando, barricatevi bene all'interno e tenete gli occhi aperti per
> eventuali azioni da parte del resto dell’equipaggio…” ordinò l’alieno,
> prima di chiudere la comunicazione e concentrarsi finalmente sul suo
> prigioniero dicendo “molto bene, Federale…sei il Capitano di questa nave?”
>
> “Sono il Comandante Finn, Primo Ufficial della U.S.S. Seatiger, della
> Federazione Unita dei Pianeti!” rispose l’interpellato, con tutto
> l’orgoglio che la sua posizione prona ed il fucile che gli teneva di mira
> la testa gli permetteva di mettere in quelle parole “ed al momento sono
> l’Ufficiale più alto in grado a bordo.”
>
> “Ottimo, Comandante Finn…” annuì, apparentemente soddisfatto l’alieno,
> facendo un passo indietro senza togliere l’arma dalla traiettoria che
> incrociava la sua fronte “io sono Ruk, dell’Egemonia Midiana, e prendo il
> comando della tua nave. Ora tu ordinerai al tuo equipaggio di arrendersi
> senza opporre resistenza.”
>
> “Il vostro è un attacco ingiustificato contro un vascello scientifico
> della Federazione!” protestò Finn, recuperando la posizione eretta con
> movimenti lenti e misurati, per non istigare l’alieno a sparargli contro
> “voi…”
>
> “Noi  abbiamo i nostri buoni motivi.” Ribatté con un sorriso alquanto cupo
> l’alieno “motivi che non le interessano. Ordini subito al suo equipaggio la
> resa incondizionata.”
>
> Finn si guardò intorno, cercando con lo sguardo i propri ufficiali ed
> accertandosi che stessero bene. Anari era riversa a terra poco nello spazio
> tra la sua consolle e lo schermo visore e pareva svenuta, anche se il fumo
> e la consolle scientifica stessa rendevano difficile capirne le reali
> condizioni. Anche Tkar era a terra, e pareva quasi non respirare. Tholos e
> gli altri membri dell’equipaggio di Plancia, invece, si stavano riprendendo
> e venivano tenuti sotto tiro dagli Alieni.
>
> “Almeno mi garantisce che – se ci arrendiamo – non farete del male ai miei
> uomini?” chiese il Primo Ufficiale, mentre le spalle si piegavano
> leggermente verso il basso come per il peso delle conseguenze della
> decisione che si trovava costretto a prendere.
>
> “Le garantisco che – se non vi arrenderete – la mia nave vi farà saltare
> in mille pezzi seduta stante.” Rispose freddamente Ruk, che ormai aveva
> capito di avere vinto.
>
> “Signore! Non può consegnare la Seatiger!” provò a protestare Tholos,
> facendo per alzarsi in piedi. Il calcio del fucile di uno degli alieni si
> mosse però rapido e l’Andoriano, ancora intontito, non riuscì in alcun modo
> ad evitarlo, cadendo a terra come un sacco di patate, pur senza smettere di
> protestare “Il regolamento parla…”
>
> “Il regolamento afferma che non si deve cedere tecnologia federale
> segretata ad altre razze!” sbottò stizzito Finn, inalberandosi e facendo
> appena un paio di passi verso Tholos, quasi volesse tirargli anche lui un
> calcio “la Seatiger è una nave scientifica, non ha armi o tecnologie
> rilevanti. Nulla che questi signori non potrebbero procurarsi in un
> qualsiasi mercato nero del Quadrante Alfa con un po’ di Lathinum, comunque!”
>
> L’alieno a capo della squadra d’abbordaggio ridacchiò a quella scena,
> quindi disse “Comandante, la prego…deve parlare al suo equipaggio…”
> attirando l’attenzione dell’Umano sulla canna del fucile che ancora gli
> veniva puntata alle costole.
>
> “Oh…giusto…” disse Finn, come se per un istante fosse stato troppo preso
> dal suo sfogo per ricordarsi cosa stava facendo. Quindi si sfiorò il
> comunicatore e disse “A tutto l’equipaggio della Seatiger, qui è il
> Comandante Finn che vi parla. Siamo stati abbordati da forze aliene che
> hanno preso il controllo delle aree chiave della nave e la minacciano con
> le armi. Ci troviamo in una situazione da Codice 47, quindi vi ordino di
> comportarvi di conseguenza e non intraprendere azioni personali che possano
> mettere a rischio tutti. Finn chiudo!”
>
> “Molto bravo, Comandante…” annuì Ruk “adesso…”
>
> L’alieno venne interrotto da un cicalino proveniente dalla consolle
> operazioni, dove sulla schermata quasi nera si accese una lucetta
> intermittente. Incuriosito, si voltò verso questa, come fece anche l’alieno
> che vi si trovava accanto “Di che si tratta?” domandò il comandante della
> squadra d’assalto.
>
> “Oh, quello?” chiese Finn con noncuranza, spostandosi vicino all'alieno e
> guardando da sopra la sua spalla “Nulla di che…è solo la spia che segnala
> una comunicazione in arrivo…”
>
> “Ah, va bene…” assentì Ruk, prima di ricordarsi di un dettaglio “ma, un
> momento! Se i sistemi non funzionano, come…”
>
> “Pesce d’aprile!” disse allora Finn, approfittando della posizione di
> vantaggio sull'alieno per dargli una spinta e cercare di buttarlo a terra,
> mentre diverse cose avvenivano in contemporanea: Tutte le luci della
> Plancia si accesero e, mentre gli alieni si guardavano attorno stupiti,
> vennero rapidamente messi al tappeto dai vari membri dell’equipaggio.
>
> Tholos, agendo con una rapidità insospettabile visto il movimento
> precedente e la posizione parzialmente supina, colpì con un pugno l’addome
> dell’avversario più vicino e - mentre questi si abbassava per il
> contraccolpo – lo afferrò con forza per il collo tirandogli ancora più in
> basso la testa fino a fargliela cozzare contro la consolle Operazioni con
> un tonfo secco.
>
> L’alieno nei pressi della consolle Tattica sollevò il fucile per sparare
> all’Andoriano ma, prima che potesse anche solo pensare di prendere la mira,
> Tkar aprì gli occhi e si sollevò in piedi con uno scatto di reni,
> effettuando la presa al collo Vulcaniana e strappandogli al contempo l’arma
> di mano. Con la stessa, quindi, prese la mira verso il quarto alieno - che
> si era voltato per fronteggiare un Guardiamarina della Sezione Tattica che
> fino a quel momento si era finto un ingegnere tramortito accanto alla
> consolle Ingegneria – e lo colpì alle spalle, mandandolo a schiantarsi
> contro la paratia.
>
> Nel frattempo Finn era a terra, con Ruk chino sopra di lui e le mani
> disperatamente impegnate a tenere la canna del fucile lontana dalla propria
> faccia. L’Umano stava per gridare aiuto senza più ritegno, quando due
> fucili a particelle si posarono sulle tempie dell’alieno.
>
> Tholos, che reggeva una delle due armi, chiese “Serve aiuto, Comandante?”
> mentre Tkar, che teneva saldamente l’altra con una sola mano, strappò senza
> sforzo il fucile dalla presa dei due contendenti.
>
> “Pazzi, avete siglato la vostra condanna a morte!” ringhiò l’alieno,
> allontanandosi di colpo da Finn e cercando di correre verso la Sala
> Tattica, solo per trovarsi imprigionato in uno scintillante campo di forze
> eretto da Anari, che si alzò in piedi mostrando di tenere in mano un
> Tricoder.
>
> “Lei ed i suoi uomini siete in arresto…” gli rispose di rimando Finn,
> rialzandosi in piedi con un sorriso eccitato in volto, come un bambino che
> ha appena fatto un giro su di una giostra particolarmente spaventosa al
> luna park.
>
> “Lo vedremo…” ringhiò l’alieno, toccando il pulsante di richiamo, che
> avrebbe dovuto ritrasferirlo sulla sua nave. Avrebbe dovuto, perché invece
> non accadde nulla. “Ma cosa?”
>
> “Ah…ha presente quella chiamata? Quella che non avremmo dovuto ricevere?”
> domandò candida Anari, sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi da
> Denobulana. Quindi, mentre la voce di Carelli comunicava che avevano finito
> di espellere il gas dalla Sala Macchine e che gli alieni ostili erano
> confinati in una stanza adiacente, aggiunse “Era il Capitano Kenar, che ci
> informava che la nostra squadra d’assalto aveva terminato di prendere il
> controllo della vostra nave…”
>
>
> *Nave Stellare Arcadia – Gondola di Dritta – Flashback (cinque giorni
> dopo)*
>
> Khayr, Tochiro, Meeme il Dottore e altri sette membri dell’equipaggio si
> fissarono in silenzio per un lungo momento, cercando di evitare di guardare
> negli altri le stesse ferite e la stessa stanchezza che sapevano di avere
> addosso.
>
> Erano sfuggiti all'accerchiamento delle navi Galeteane e – grazie alla
> maggiore velocità dell’Arcadia – erano riusciti a seminarle, ma a caro
> prezzo. Durante i momenti antecedenti l’impatto con l’Ammiraglia di
> Galatea, infatti, circa ottocento aliene erano riuscite a penetrare a bordo
> della loro nave, cominciando una terribile battaglia che si era combattuta
> ponte dopo ponte, intersezione per intersezione.
>
> Quasi tutti i membri dell’equipaggio dell’Arcadia erano morti sotto il
> fuoco delle terribile armi a raggi Galeteane e, anche se avevano portato
> con sé quasi il doppio di nemici, la situazione era rapidamente diventata
> insostenibile.
>
> Khayr aveva guidato la nave in una nebulosa di Classe Mutara e, dopo aver
> bloccato gli accessi al computer principale, aveva predisposto una trappola
> esplosiva in Plancia, dalla quale lui ed i pochi superstiti dell’equipaggio
> si erano salvati all’ultimo secondo, grazie ad un teletrasporto di
> emergenza che li aveva condotti in quella zona schermata della Gondola di
> Dritta, un luogo praticamente inaccessibile dove difficilmente le Galeteane
> li avrebbero cercati.
>
> “Ci sono ancora una sessantina di quelle maledette a bordo…” commentò cupo
> il dottore, stanco di vedere amici e compagni morire “come faremo ad
> affrontarli in undici?”
>
> “Sappiamo che si sono asserragliate in Sala Motori…” commentò uno dei
> membri dell’equipaggio “perché non sfruttiamo i Tubi di Jeffries per
> raggiungerle da vari punti e farle a pezzi con un fuoco incrociato?”
>
> “Perché se colpiamo il Nucleo di Curvatura siamo tutti morti, idiota!” lo
> rimproverò Tochiro “e poi, credi che non terranno sotto controllo tutti gli
> accessi?”
>
> “Forse con un diversivo…” propose Meeme, parlando come sempre senza
> neppure far vibrare la membrana permeabile che aveva nel punto in cui
> Leijani e Matsumoto avevano la bocca.
>
> Khayr, a quelle parole, si fece pensieroso e disse “Sì…faremo così…”
>
>
> *U.S.S. Seatiger – Sala Riunioni - 25/11/2394 Ore 08:00*
>
> Dopo un breve aggiornamento sullo stato delle riparazioni, il Capitano
> Kenar lanciò un’occhiata alla nave dell’Egemonia Midiana, che galleggiava
> placida accanto alla Seatiger e disse “Ebbene, signori…cosa abbiamo
> scoperto sui nostri ospiti?”
>
> Fu Tkar, che aveva assunto il comando delle operazioni mentre i colleghi
> si erano concessi alcune ore di necessario sonno ristoratore, a riferire
> quanto erano riusciti a scoprire i suoi uomini “I nostri ospiti non si sono
> dimostrati particolarmente collaborativi, Capitano...” esordì “ma le loro
> banche dati ed una rapida analisi genetica hanno comunque contribuito a
> dipanare parte del mistero che avvolge la situazione attuale.”
>
> Kenar gli fece cenno di continuare ed il Vulcaniano disse “L’Egemonia
> Midiana non è completamente nuova alla Federazione. Otto punto tre anni fa
> un gruppo di circa 5.000 persone, che si identificavano come i
> sopravvissuti del pianeta Midia, si presentò ai confini della Federazione
> chiedendo asilo. I sopravvissuti affermarono di essere i soli superstiti
> del loro pianeta, distrutto da una incursione Borg, ed il Comitato Federale
> assegnò loro un piccolo mondo agricolo a circa 9.42 Anni Luce da Tellar,
> una colonia che ribattezzarono come Nuova Midia.”
>
> "Un inganno?" domandò perplesso il Capitano della Seatiger, che a quel
> punto non sapeva proprio cosa aspettarsi da questa razza che - se le loro
> ipotesi erano corrette - era stata in grado di manipolare un grande Impero
> del futuro di un'altra dimensione per aizzarlo contro la Federazione.
>
> "Temo di non avere dati sufficienti per confermare o smentire questa
> supposizione, Capitano..." affermò Tkar, mentre richiamava a video la
> posizione del mondo coloniale assegnato ai presunti profughi "all'epoca,
> stanti le nostre conoscenze del modus operandi Borg, non abbiamo avuto
> motivo di dubitare della veridicità delle loro affermazioni e - anche alla
> luce di quanto appreso ora - non è possibile escludere l'ipotesi che si
> tratti di una casualità e che ci troviamo di fronte a due percorsi
> evolutivi diversi per la medesima specie."
>
> "Ma, di fatto, questi Midiani ora occupano un mondo situato nel cuore
> della Federazione..." fece notare Tholos "un mondo che sarebbe una
> incredibile testa di ponte per attacchi verso i nostri mondi
> principali...Tellar, Andoria, Vulcano..."
>
> "Per la precisione, i sopravvissuti Midiani scelsero questo mondo
> desertico e scarsamente ospitale in luogo di molte altre opzioni più
> facilmente sviluppabili. La giustificazione all'epoca adottata - ovvero che
> cercavano un mondo più sicuro anche a costo di sceglierne uno di più
> difficile colonizzazione - era perfettamente in linea con la loro
> condizione e non dettò sospetti." Chiarì il Tattico "ad oggi, però, si
> tratta di una informazione che non può essere ignorata..."
>
> "Questi Midiani sono più infidi dei Romulani!" Esclamò sdegnato il
> Comandante Finn, essendo evidentemente giunto alle proprie conclusioni
> sulla faccenda. Dopo le due esperienze in Plancia, il Primo Ufficiale aveva
> acquistato un po' di sicurezza, che però avvizzì immediatamente
> all'occhiata di Kenar, che lo spinse a rettificare rapidamente "Cioè...se
> davvero hanno messo in piedi una cosa del genere, con tanti anni di
> preparazione, devono odiarci molto...ma noi nemmeno li conosciamo. Che
> possiamo mai avergli fatto di male?"
>
> “Questa è una domanda interessante…Tkar?” chiese Arjan, evidentemente
> girandola all’Ufficiale che aveva analizzato le banche dati recuperate.
>
> “Questa informazione non è tra quelle che siamo riusciti – fino a questo
> momento – a recuperare…” rispose il Vulcaniano senza scomporsi “su mia
> iniziativa ho preferito concentrare le analisi dei dati recuperati
> sull’aspetto tattico della vicenda, al fine di individuare i rischi per la
> nave e nella speranza di trovare conferme alle nostre teorie.”
>
> “E le ha trovate?” domandò di botto Anari che – per i suoi standard – era
> rimasta in silenzio sin troppo a lungo “Ci troviamo di fronte davvero ad
> un’Onda di Spostamento Planare?”
>
> Tkar fissò la Denobulana per un paio di secondi, quasi si aspettasse di
> vederla balzare in piedi per continuare a parlare, quindi disse “Ho trovato
> conferma del fatto che ci siamo trovati sbalzati nelle immediate vicinanze
> di un sistema solare estremamente difeso…come potete vedere,” e modificò le
> immagini dello schermo visore, riportando quello che pareva essere un
> sistema solare composto da una stella supergigante e da una dozzina di
> pianeti gassosi che avrebbero fatto passare Giove per un asteroide o poco
> più.
>
> Prima che qualcuno potesse chiedere, il Vulcaniano avviò un programma e
> all’immagine del sistema si sovrapposero gli schemi delle rotte di
> pattuglia di numerosi vascelli, le orbite di un certo numero di satelliti
> di osservazione e la posizione di quelle che parevano essere stazioni
> spaziali di intercettazione.
>
> “Non scherzava, Comandante…” commentò Carelli, con un fischio sommesso.
> Avvicinarsi a quel sistema sarebbe stato facile quanto lo era stato
> prendere Chin'toka, durante la Guerra del Dominio “quel posto è una dannata
> fortezza…”
>
> Per un momento il Vulcaniano parve combattuto se specificare o meno che
> lui non scherzava mai, ma alla fine decise di soprassedere, rispondendo
> invece “Il sistema è effettivamente molto ben difeso, per quanto le singole
> unità navali impegnate abbiano una potenza di fuoco non molto diversa dalla
> nostra. Ciononostante ritengo che le risposte alle nostre domande siano lì,
> quindi mi sono preso la liberà di far approntare una sonda di Classe IX,
> impostando nei suoi sistemi questa rotta…” e mostrò una nuova traiettoria,
> questa volta evidenziata in blu, che passava parabolicamente al di sopra
> del sistema evitando le stazioni di rilevamento fisse e intersecando le
> traiettorie delle navi di pattuglia ben lontane dalla loro posizione “che
> dovrebbe permetterle di trasmetterci una telemetria accurata dello stesso,
> con rischi relativamente ridotti per la sonda stessa e sostanzialmente
> nulli per noi.”
>
> “Molto bene, Comandante, proceda…” disse kenar, alzandosi per dirigersi in
> Plancia “e vediamo di capirci qualcosa in questa situazione…”
>
>
> *Nave Stellare Arcadia – Infermeria – Flashback (sette giorni dopo)*
>
> Khayr osservava le salme dei suoi uomini, composte sui letti
> dell’Infermeria dove il Medico Olografico di Emergenza le aveva deposte
> dopo averne accertato la morte. I pochi superstiti dell’Arcadia avevano
> infatti dato coraggiosamente la vita in un assalto frontale al Ponte di
> Battaglia, per permettere a lui, Tochiro e alla misteriosa Meeme di
> accedere ad una delle navette dell’hangar, dalla quale avevano usato il
> teletrasporto per in sala macchine e colpire con un’arma a particelle un
> contenitore di gas tossico che – spandendosi rapidamente – aveva ucciso
> quasi tutte le Galateane a bordo.
>
> Era stato Khayr stesso a sparare il colpo letale e – se fosse dipeso da
> lui – sarebbe rimasto lì ad osservare la nube gialla consumare quelle
> dannate piante infestatrici, ma i suoi compagni lo avevano tratto in salvo
> all’ultimo secondo.
>
> Giusto in tempo per sapere che i suoi uomini erano morti tutti… portando
> con loro un impressionante numero di nemici, certo, ma tutti morti.
>
> Anche Tochiro era stato ferito, ma aveva affermato di stare bene e di non
> preoccuparsi, perché aveva un piano geniale in mente.
>
> *Ed ora eccoti qui, amico mio…* si disse il pirata spaziale, fissando il
> corpo basso e tozzo disteso sul lettino davanti a lui. La ferita di Tochiro
> non era una ferita da nulla, ma un dolorosissimo colpo di un qualche tipo
> di arma disgregante ad effetto lento, un’arma che non lasciava scampo e
> concedeva alla vittima molto tempo per gustare l’agonia causata dal lento
> disgregarsi dei propri organi interni.
>
> Ma Tochiro era un duro e – nonostante tutto – era rimasto in piedi a
> lavorare. Insieme avevano portato la malconcia Arcadia in una vecchia base
> segreta del popolo di Meeme, una razza di geniali scienziati portati
> all’estinzione dalla sete di espansionismo Galateana. Qui il suo amico
> aveva compiuto un qualche strano lavoro, integrando il computer della base
> con quello malconcio dell’astronave.
>
> *Ma a cosa ti è servito, Tochiro?* si disse Khayr *Sarebbe stato meglio se
> ti fossi fatto curare…*
>
> Il MOE aveva affermato che – per quel tipo di ferita – non vi era rimedio,
> ma il pirata non gli aveva creduto: per lui Tochiro aveva scelto di
> lavorare fino all’ultimo per quella nave che era diventata per tutti loro
> il simbolo della libertà.
>
> Per un altro lungo momento Khayr si concesse di crogiolarsi in quel dolore
> lacerante che provava per la morte del suo amico e del suo intero
> equipaggio, poi si decise ad alzare lo sguardo verso Meeme, che già da
> alcuni minuti era entrata nella stanza e lo fissava in silenzio, rispettosa.
>
> “Volevi dirmi qualcosa?” chiese, cercando di non far assumere alla voce un
> tono troppo duro.
>
> “Non io…” rispose l’aliena, lasciandolo perplesso. Ormai erano i due soli
> superstiti su quella nave fantasma. E allora, chi? “Lui…”
>
> Il pirata seguì con lo sguardo del suo occhio sano la mano dell’aliena
> senza bocca, voltando la testa verso la porta dell’infermeria. Un istante
> dopo, non poté impedirsi di spalancare la bocca stupito, vedendo il suo
> migliore amico che – con una bottiglia in mano – lo fissava dal basso in
> alto con sguardo divertito.
>
>
> *U.S.S. Seatiger – Plancia - 25/11/2394 Ore 13:52*
>
> “Stiamo ricevendo le prime telemetrie della sonda, Capitano…” annunciò
> Anari mentre, al suo solito, canticchiava un qualche motivetto mentre le
> mani danzavano sulla consolle scientifica in maniera quasi indipendente.
>
> “Sullo schermo…” ordinò Kenar, irrigidendo in maniera impercettibile la
> schiena ed il collo, in attesa di vedere quel sistema solare dove –
> sospettavano – il nemico aveva dislocato il proprio apparato per la
> generazione di Onde di Spostamento Planare.
>
> Dapprima le immagini furono un po’ disturbate, come se il segnale fosse
> debole poi, dopo un rapido intervento di Tholos, divennero più nitide. Una
> grande stella, parecchi pianeti gassosi ed alcune strutture, impercepibili
> ad occhio nudo ma rese evidenti dai sistemi di correzione dell’immagine.
>
> “Curioso…” commentò la scienziata, giocando ancora per qualche secondo con
> la propria strumentazione e continuando a canticchiare un motivetto che –
> Finn sperava – nessuno in Plancia avesse riconosciuto come una strofa
> particolarmente audace di “My Andorian Baby”. Prima che al Capitano
> saltassero i nervi, comunque, la Denobulana aggiunse “Non so spiegare il
> perché, ma le reazioni nucleari di quella stella sono anomale…è come se
> venissero in qualche modo accentuate…”
>
> “Accentuate?” domandò il Primo Ufficiale, smettendo immediatamente di
> tamburellare con le dita sul bracciolo della propria poltrona “In che
> senso?”
>
> “Come dicevo, non so spiegarlo, ma quella stella ha una produzione
> energetica interna molto superiore alla norma per la sua classe stellare.
> Inoltre il consumo di materiale reattivo è molto più rapido del normale…il
> suo ciclo di vita è in qualche modo stato ridotto circa del 15%...” era
> evidente che anche la scienziata stava ancora cercando di raccapezzarsi in
> quella situazione.
>
> “Possiamo avere una visuale ravvicinata sul sole?” domandò Arjan, che era
> stato colto da una intuizione non esattamente felice e sperava ardentemente
> di sbagliarsi.
>
> “Possiamo tentare, ma ciò comporterà un rischio di individuazione della
> somma dell’ordine del 37.4%” rispose Tkar, impostando comunque i comandi da
> remoto per modificare la rotta del piccolo apparato d rilevazione spaziale.
>
> L’immagine zoomò sul sole e, rapidamente, i suoi contorni si fecero più
> definiti sullo sfondo nero dello spazio. I filtri applicati automaticamente
> dal computer definivano sempre di più l’immagine dell’immenso astro
> ribollente di energia nucleare, finché – quando ormai erano piuttosto
> vicini – non fu possibile osservare qualcosa che riuscì a chiudere per
> qualche secondo la bocca di tutti, compresa quella di Anari.
>
> Costruiti attorno al sole, infatti, numerosi anelli metallici formavano
> una fitta intelaiatura di contenimento e – in molti punti – quelli che
> sembravano sottili fili neri (probabilmente strutture cilindriche di decine
> di chilometri di raggio) affondavano letteralmente nella superficie
> ribollente dell’astro.
>
> Dopo qualche minuto, Anari si riprese dallo stupore e – leggendo i
> risultati della propria consolle, sulla quale aveva continuato a lavorare
> quasi in modalità automatica – disse “Capitano, credo di aver appena
> individuato l’apparecchiatura grazie alla quale i Midiani generano l’Onda
> di Spostamento Planare.”
>
> “Mi faccia indovinare…” commentò Kenar “si trova su quell’assurda
> struttura attorno al sole…”
>
> “No, signore…” rispose però la Denobulana, affermando ciò che nessuno di
> loro voleva davvero sentirsi dire “non si trova su quell’assurda struttura
> attorno al sole…è quell’assurda struttura attorno al sole, ed il sole
> parrebbe essere la sua fonte di energia…”
>
>
> *Da qualche parte nello spazio Galateano - Sala del trono – il futuro*
>
> La Regina Daphne fissò quella figura che fluttuava avanti a lei come un
> ologramma poco definito con una ira tale che – se i suoi occhi fossero
> stati armi – l’avrebbe trafitta a morte.
>
> La Regina Galateana non era abituata a ricevere un no come risposta, ma
> quell’essere insulso aveva osato rifiutare la sua giusta richiesta. Fu
> pertanto con furia appena controllata, che affermò “Abbiamo già ottemperato
> alla nostra parte dell’accordo, fornendovi ciò che ci avevate richiesto.
> Ora pretendo che facciate come vi ho ordinato, trasferendo tutta la mia
> Flotta nel passato!”
>
> =*=Regina Daphne…=*= disse infastidita la figura poi, dopo un momento in
> cui parve mordersi la lingua per non dire ciò che gli era passato per la
> testa, aggiunse =*=Regina…noi stiamo onorando la nostra parte dell’accordo
> così come voi state onorando la vostra. L’Egemonia Midiana trasferirà le
> vostre forze, ma non è possibile trasferire la totalità delle vostre truppe
> in una sola volta. Il dispendio di energia…=*=
>
> “Non è affar mio!” ribatté piccata la Regina, mentre il verde della
> clorofilla le colorava le gote per la furia appena repressa “Abbiamo
> seguito i vostri suggerimenti e provato a racimolare con l’inganno una
> posizione di vantaggio sulla Federazione, ma non ha funzionato. Abbiamo
> perso anni e risorse inutilmente. Ora si farà come dico io…trasferirete in
> massa le nostre forze nel cuore della Federazione e noi li distruggeremo
> con la potenza delle nostre armi!”
>
> =*=Quel che chiedete potrebbe distruggere l’apparato di trasferimento…=*=
> affermò frustrato il negoziatore, desiderando ardentemente di essere dove
> si trovava la Regina per il gusto di strangolarla a mani nude e vedere
> quanto fosse incendiabile quel suo corpo di pianta antropomorfa =*inoltre
> l’onda d’urto dello spostamento distruggerebbe quasi certamente sia il
> punto di entrata che il punto di uscita…=*=
>
> Ma, se quella era l’idea del Midiano per far ragionare Daphne, aveva
> sbagliato i conti, perché la Regina rispose seccamente “Non me ne importa
> nulla. Se il tuo signore vuole i codici di attivazione di quanto gli
> abbiamo fornito, farà ciò che ho ordinato.”
>
> E chiuse la conversazione.
>
> Il comandante Heliamphora, che fino a quel momento era rimasta in silenzio
> in un angolo della Sala del Trono, si inchinò ancor di più, quando gli
> occhi furiosi della Regina si puntarono su di lei. Il fallimento
> nell’infiltrazione e quello ancor più recente nel catturare Khayr e la nave
> Federal, infatti, facevano di lei un eccellente bersaglio della furia della
> sua sovrana.
>
> “Sei ancora qui?” domandò infatti stizzita la sovrana, poggiando la mano
> sul proprio scettro. Ma quello non era il momento di punire il suo
> generale. Fu per questo che – prima di perdere il controllo – la Regina
> ordinò “Vai a dare gli ordini alla flotta. Che le nostre forze si
> raggruppino tutte nel settore Lambda 1. Presto ci prenderemo i mondi
> assolati della Federazione!”
>
> *********************************
> *END TRANSMISSION*
> *********************************
>
>
>
> Ok, eccomi qui...
>
> Allora, come vi dicevo, la mia idea è che le Galateane sono in realtà uno
> strumento di quest'altra razza (l'Egemonia Midiana - razza da me
> inventata...spero...il cui nome e descrizione sono ovviamente modificabili
> prima della pubblicazione), che per qualche motivo ce l'ha con la
> Federazione. Sfruttando quell'enorme apparecchiatura attorno alla
> supergigante rossa, i Midiani possono spostare nello spazio, nel tempo e
> tra le dimensioni navi e persone, ma questo esaurisce l'energia della
> stella.
>
> Le Galateane vogliono portare la loro intera flotta nel cuore della
> Federazione ma ciò distruggerebbe il mondo che i Midiani hanno colonizzato
> con l'inganno...d'altra parte, se riusciamo a sabotare la macchina
> (distruggerla mi pare molto difficile) rischiamo di mandare in nova il
> sole, quindi diventando criminali per il nuovo universo.
>
> Quanto al nuovo universo, pensavo potesse essere carina come cosa...è il
> nostro universo, ma ha avuto una evoluzione totalmente diversa (coincidente
> per il 30% a livello di corpi celesti)...chi troveremo e come si sarà
> evoluto?
>
> Parlando col buon Capitano, col quale ho avuto una prima condivisione di
> queste idee per capire se quanto avevo buttato giù fosse più o meno in
> linea con la sua idea dell'avventura della Seatiger, era venuta uori la
> possibilità che l'apparecchiatura "spremistella_come_un_limone (TM)"
> potrebbe essere il lascito di una antica razza che la usava come sistema
> propulsivo o di esplorazione a lungo raggio. Il suo uso (per millenni,
> magari) avrebbe portato numerose stelle al collasso, creando supernovae in
> grado di modificare l'aspetto stesso della galassia come la conosciamo
> grazie al cambio del'assetto gravitazionale...stavo pensando - ma qui si va
> molto oltre quello che volevo fare con questo brano - che una possibile
> spiegazione del fenomeno potrebbe essere associata all'Impero Iconiano. Nel
> "nostro" universo sappiamo che gli Iconiani svilupparono i portali con i
> quali spostarsi tra i loro mondi...e se invece in questo universo, quel
> famoso giorno di tanto tempo fa, la Commissione Iconiana per lo Sviluppo di
> Tecnologia di Trasporto a Lungo Raggio avesse scelto di avviare il progetto
> "Onda di Spostamento Planare", anziché la tecnologia dei Portali?
>
> Ad ogni modo, in questo Universo in più qui abbiamo di certo un nemico
> (l'Egemonia Midiana), che dovremo incontrare per forza perchè a) ha la
> tecnologia per farci tornare a casa b) per salvaguardare la Federazione
> dobbiamo capire perché ci odia...
>
> E poi - in teoria - potrebbero esserci le Galateane. Se le dirottassimo in
> questa realtà sabotando la macchina, avremmo anche la loro intera flotta
> alle calcagna...e poi le Galateane sono piante infestanti, quindi
> probabilmente tenteranno di conquistare questa Galassia e, se le abbiamo
> portate noi qui per salvare la Federazione, sarebbe nostra responsabilità
> porvi rimedio.
>
> Che ne pensate?
>
> Fuori di testa?
>
> Io - intanto - corro a nascondermi in una capsula di salvataggio
>
> F.
>
>
> *_________________________________________________________________________*
> *Da*: Comandante del sommergibile *Sea Tiger*
> *A*: Ufficio Approvvigionamenti Arsenale di Cavite, Filippine.
> *Tramite*: Comando Forze Subacquee.
> *Oggetto*: Carta igienica.
> *#1*. Il 6 giugno 1941 questa nave ha inoltrato una richiesta di 150
> rotoli di carta igienica. Il 16 dicembre 1941 detta richiesta è stata
> restituita con la stampigliatura: "Materiale sconosciuto. Richiesta
> annullata."
> *#2*. Il Comandante del sommergibile *Sea Tiger* non può fare a meno di
> domandarsi cosa viene usato all'Approvvigionamento di Cavite in
> sostituzione di questo "materiale sconosciuto", un tempo perfettamente noto
> a questo Comando.
> _________________________________________________________________________
>   _______________________________________________ Stml3 mailing list
> Stml3 a gioco.net http://gioco.net/cgi-bin/mailman/listinfo/stml3
>
> ====================================
> Cmdr. Dewey Finn
> Primo Ufficiale
> USS Redoutable NCC-35783
> Skype Combadge: Silente69
> Private comunicator: francocarretti a mail.com
> [CV]: http://gioco.net/startrek/starfleetitaly/academy/ruolino.php?id=31
> ===================================
> Non importa quanto una cosa possa sembrare improvvisata, c'è ancora un
> piano. (Col. John 'Hannibal' Smith)
>
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