[Stml3] (senza oggetto)

illu 666 illu666 a hotmail.com
Mar 21 Lug 2015 22:00:53 CEST


Capperi che balenottero! bello davvero!
lo spunto degli iconiani mi intriga alquanto: una galassia in cui le stelle stesse sono usate some combustibile. e magari quell adatte stanno finendo... e dove trovarne altre?

Massimiliano aka illu aka Carelli

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> Date: Tue, 21 Jul 2015 09:35:24 +0200 
> From: cmdrtkar a gmail.com 
> To: stml3 a gioco.net 
> Subject: [Stml3] (senza oggetto) 
>  
> Ok, bella gente...ecco il nuovo pezzo. Quando l'ho scritto mi ero posto  
> come obiettivi di: 
>  
> 1) sistemare l'incongruenza per la quale spariamo in un'altra  
> dimensione ma i "cattivi" della storia vengono dal futuro della nostra 
> 2) trovare un pianeta o qualcosa da distruggere che possa attaccarci  
> addosso la cattiva nomea che dovremo toglierci 
> 3) Dare una prima pennellata di colore all'universo in cui ci troveremo  
> bloccati 
> 4) Portare avanti il concetto della nave fantasma... 
>  
> ora vil lascio leggere...ci si becca a fine lenzuolo per un paio di  
> riflessioni che vorrei fare con voi per definire il futuro della  
> missione... 
>  
> ***************************************** 
> Brano: 01-10 
> Titolo: Codice 47 
> Autore: Tenente Comandante Tkar 
> Brano Precedente: Le conseguenze 
> ***************************************** 
>  
>  
> U.S.S. Seatiger – Plancia - 24/11/2394 Ore 18:37 
>  
> “Ma ho il fondato sospetto che la Seatiger non sia più nella sua  
> dimensione di appartenenza.” 
>  
> Le parole di Anari fecero correre un rivolo di sudore freddo lungo la  
> schiena del Capitano della Seatiger. La sua non era stata una bella  
> giornata e la commozione cerebrale per la quale era stato trattato in  
> emergenza non era esattamente una passeggiata. Non c’era perciò da  
> stupirsi se la mente del Trill impiegò esattamente undici secondi per  
> metabolizzare le parole dell’Ufficiale Scientifico. Ce ne vollero poi  
> altri nove, prima che Arjan decidesse che era meglio sedersi sulla  
> propria poltrona, prima di ascoltare il resto “E dove saremmo, di  
> grazia?” 
>  
> “Questo non saprei dirglielo con esattezza…” rispose la Denobulana,  
> mentre gli occhi correvano dal Capitano alla propria consolle, dove  
> scorrevano in rapida successione sequenze di stelle ed altri fenomeni  
> spaziali “ovvero, so dirle dove siamo…nel Settore 507, ai confini tra i  
> Quadranti Gamma e Delta, vicini a dove dovrebbe essere il confine nord  
> dello spazio Romulano.” 
>  
> “Dove dovrebbe essere?” ripeté con tono interrogativo il Capitano  
> Kenar…il fatto di essere stati trasportati a mesi di viaggio dal  
> territorio della Federazione era già abbastanza preoccupante, ma  
> qualcosa gli diceva che – come sostiene il detto - il peggio dovesse  
> ancora arrivare. 
>  
> “I sistemi stellari dell’Impero Romulano non ci sono…o meglio, ci sono  
> ma non sono come dovrebbero essere.” Anari parlava rapidamente, mentre  
> lo schermo principale abbandonava la visuale di poppa – dove capeggiava  
> lontana la nave aliena che li aveva aggrediti precedentemente – per  
> sostituirla ad una mappa galattica, sulla quale venivano riportate in  
> blu le ben note composizioni stellari che tutti loro avevano studiato  
> ai corsi di Astronomia e Navigazione in Accademia “Eco, vede? Questa è  
> la configurazione della nostra Galassia…e questa quella di quella dove  
> ci troviamo ora…” 
>  
> Ad un comando dell’esuberante Denobulana, una serie di nuove stelle  
> rosse andò a sovrapporsi all’immagine precedente. In molti casi le  
> stelle andavano a sovrapporsi a quelle blu ma, in un numero  
> incalcolabile ad occhio di casi, non era così. Interi sistemi solari,  
> ammassi stellari, nebulose e anche buchi neri comparvero dal nulla,  
> mentre altri vennero semplicemente soppressi.” 
>  
> “Affascinante…apparentemente si tratta di un’altra dimensione,  
> discordante dalla nostra dalle epoche più remote, per aver ottenuto una  
> così ampia varianza nella distribuzione dei corpi celesti…” Commentò  
> Tkar, che fino a quel momento pareva aver prestato più attenzione  
> all’inseguitore che li tallonava che alla spiegazione di Anari. 
>  
> “Oh sì…” convenne l’Ufficiale Scientifico, accalorandosi a quelle  
> parole e dimenticando per un momento la situazione generale “C’è un  
> tasso di coincidenza con la nostra dimensione di circa il 37,4%...forse  
> anche meno, se le mie proiezioni sulla distribuzione delle Galassie  
> vicine sono esatte. Purtroppo i Sensori Astrometrici sono saltati e non  
> ho ancora avuto tempo di allinearli, ma già ad occhio nudo direi che il  
> Braccio del Sagittario non è lo stesso e…” 
>  
> “Come diavolo siamo finiti qui?” Chiese allora Kenar, il cui mal di  
> testa da post-trauma cranico stava peggiorando esponenzialmente  
> all’aumentare della rapidità della parlantina di Anari. 
>  
> La Denobulana si zittì per diversi secondi, prima di ammettere, con un  
> sorriso molto più mesto di prima “Ecco…su questo ci sto ancora  
> lavorando.” Poi, dopo un momento di incertezza, aggiunse “Avrei una  
> teoria, ma ho bisogno di accedere al nucleo di memoria del Computer,  
> che è attualmente in fase di riparazione…” 
>  
> “Va bene…” disse Kenar, alzandosi in piedi. La Plancia gli stava  
> cominciando a girare attorno e voleva evitare di finire stramazzato al  
> suolo come Finn, quindi aggiunse “continui a lavorarci, ci riuniremo  
> tra due ore per avere il punto della situazione. Io sarò in Sala  
> Tattica se avrete bisogno di me…Tkar, a lei la Plancia, veda di  
> scoprire qualcosa su quella nave che ci sta inseguendo.” 
>  
> Quindi si diresse verso il suo ufficio dove, scostando con malagrazia  
> un frammento di paratia caduto, si buttò sul divanetto e chiuse gli  
> occhi, sperando che gli analgesici che gli erano stati somministrati  
> prima di lasciare l’Infermeria facessero rapidamente effetto. 
>  
>  
> U.S.S. Seatiger – Sala Riunioni - 24/11/2394 Ore 20:45 
>  
> Gli Ufficiali Superiori entrarono rapidamente nella sala riunioni della  
> Seatiger e, con i visi stanchi, presero posto nelle loro posizioni  
> abituali. A parte Kenar e Finn, che avevano riposato un po’, solo Tkar  
> non mostrava sul volto segni a testimonianza del lungo turno fino a  
> quel momento trascorso e a tutt’ora ben lontano dal terminare. 
>  
> “Molto bene, signori, iniziamo con la domanda più facile…stato dei  
> sistemi?” domandò il Capitano, prendendo la parola e rivolgendosi in  
> particolare a Carelli, che si era seduta tra Anari e Tkar, con un gotto  
> di caffè in mano. Già il fatto che si trattasse di caffè vero e non di  
> una razione di emergenza liofilizzata era una buona cosa, perché  
> significava che il sistema dei Replicatori era stato rimesso in  
> funzione. 
>  
> “Abbiamo ripristinato la maggior parte dei sistemi essenziali…” rispose  
> l’Ingegnere Capo, con un sorriso stanco “Propulsione, comunicazioni e  
> sistemi tattici. Abbiamo ancora qualche difficoltà con i Sensori a  
> Lungo Raggio, ma si tratta più che altro di eccessiva perdita di  
> risoluzione, non andremo a sbattere contro un pianeta per sbaglio…”  
> prese una sorsata di caffè, quindi aggiunse “Inutile che aggiunga che,  
> invece, i sistemi secondari sono ancora un disastro.” 
>  
> Kenar fece un cenno d’assenso, quindi aggiunse, volgendosi verso  
> l’Ufficiale Medico Capo ed il Consigliere “Ottimo, direi che per il  
> momento ci possiamo accontentare. Stato dell’equipaggio?” 
>  
> Gli interpellati si fissarono un secondo, quindi fu il Dottore a  
> rispondere “Diversi contusi, un po’ di fratture e qualche ustione, ma  
> nulla di veramente grave. L’equipaggio al momento non risente ancora  
> dello shock per il trasferimento in un posto così lontano. Lo stato di  
> Allarme Rosso li sta tenendo in allerta e l’adrenalina – finche dura –  
> gli impedirà di farsi troppe domande. Ma quando avremo un po’ di calma  
> sarà necessario che lei faccia un discorso, signore, che spieghi cosa è  
> accaduto e li tranquillizzi.” 
>  
> “Direi che prima dovrei saperlo io, cosa è accaduto…” borbottò il  
> Trill, ringraziando comunque il medico per il rapporto e volgendosi  
> quindi verso colei che poteva dare una risposta a quella domanda,  
> oppure procurargli un ennesimo mal di testa. O forse entrambe le  
> cose…”Anari?” 
>  
> Come se fosse il tappo di una bottiglia di spumante agitata in un  
> agitatore per vernici, la Denobulana iniziò a parlare a raffica,  
> gesticolando per aiutarsi in quella complessa spiegazione – o ipotesi  
> di spiegazione – che la sua mente geniale aveva elaborato nelle ultime  
> due ore.” 
>  
> “Sì signore…ebbene, ho analizzato la situazione, anche rivedendo le  
> letture dei sensori antecedenti il nostro…trasferimento, e sono giunta  
> alla conclusione che siamo stati attratti nell’area di risucchio di  
> un’Onda di Spostamento Planare.” 
>  
> Anari si fermò un istante per valutare la reazione del suo “pubblico”.  
> L’occhiata confusa che ricevette dagli astanti, comunque, non parve  
> deluderla tanto che – dopo appena un istante di empasse – aggiunse  
> “Quella dell’Onda di Spostamento Planare è una teoria che è stata  
> avanzata dal alcuni teorici della transcurvatura, come il Professor  
> Jonkins del Daystrom Institute, o Ru’Af Ma’Kri, delle Global Warp  
> Industries di Alpha Centauri…” spiegò “secondo tale teoria, una  
> esplosione estremamente potente e concentrata nel Subspazio dovrebbe  
> generare uno strappo direzionale nel tessuto dello spazio-tempo. Ciò  
> permetterebbe di creare una sorta di tunnel spaziale artificiale della  
> durata di alcuni minuti…o secondi, a seconda delle teorie. Ad ogni  
> modo, questa esplosione genererebbe una sorda di onda d’urto nello  
> spazio normale, un’onda destinata poi a riassorbirsi nel giro di pochi  
> secondi, trascinando con sé nella propria…risacca… tutto ciò che si  
> trova nelle vicinanze del punto dove si apre il tunnel spaziale…” 
>  
> Questa volta ci vollero diversi secondi prima che qualcuno – Carelli,  
> nella fattispecie – mostrasse di aver compreso di cosa si stava  
> parlando “In pratica sarebbe come gettare un sasso nell’acqua…per un  
> istante si forma il vuoto ed un’onda attorno, poi il tutto viene  
> riassorbito tornando come prima…” 
>  
> “Esatto…” confermò Anari “solo che qui l’esplosione si espande in  
> maniera lineare verso due direzioni distinte, quindi in realtà  
> il…sasso…genera un tunnel spaziale in grado di portare ciò che si trova  
> nei suoi pressi da un capo all’altro dello stesso in pochi secondi…” 
>  
> Prima che qualcun altro potesse parlare, Tholos li fermò sollevando la  
> mano e dicendo “Questo, però, non ha senso.” 
>  
> “Si spieghi, Comandante…” lo invitò Kenar, osservando incuriosito il  
> fremere delle antenne blu del Capo Operazioni. 
>  
> “Credo siamo tutti d’accordo che siano state le Galeteane a cercare di  
> catturarci con questa…Onda di Spostamento Planare, giusto?” domandò in  
> maniera retorica l’Andoriano. Non che qualcuno pensasse il contrario,  
> data la situazione…in fondo erano stati colpiti insieme all’Arcadia,  
> che – da quanto avevano appreso – era uno dei pochi nemici riconosciuti  
> di quel popolo nel Quadrante Alfa. Dopo un istante, Tholos aggiunse “Il  
> fatto è che l’equipaggio dell’Arcadia ci ha detto che le Galeteane  
> vengono dal futuro…” 
>  
> “L’Onda di Spostamento Planare genera una frattura nello spazio-tempo,  
> quindi in teoria permette di spostarsi sia nello spazio che nel tempo…”  
> precisò Anari, interrompendo il collega ed aggiungendo subito dopo  
> “Infatti genera un tunnel spaziale, anche se della durata di pochi  
> istanti. E – come sappiamo – i tunnel spaziali possono avere anche una  
> componente temporale anche importante…” 
>  
> “Ma, se fossero state le Galeteane, ci avrebbero dovuto trasferire nel  
> loro futuro, non in un’altra dimensione…” comprese Kenar,  
> intromettendosi a sua volta per bloccare la Denobulana prima che  
> virasse l’argomento di discussione sulla meccanica dei Tunnel Spaziali,  
> argomento di certo affascinante, ma poco rilevante in quel frangente. 
>  
> Tholos annuì, soddisfatto che il Capitano avesse colto il suo stesso  
> dubbio ed aggiunse “Quindi le ipotesi sono due…o la teoria di Anari è  
> sbagliata, o le Galeteane avevano un motivo per spedirci qui anziché  
> attirarci nel loro futuro.” 
>  
> “Non avendo conoscenze specifiche di questa teoria non ho modo di  
> valutare la consistenza della teoria del Comandante anari…” intervenne  
> Tkar, le mani giunte avanti a sé “ma di certo il Signor Tholos ha  
> ragione. Tatticamente parlando, se davvero il popolo Galeteano è  
> responsabile del nostro trasferimento, la linea di azione più logica  
> sarebbe stata quella di trasportare sia noi che l’Arcadia in una zona  
> sotto controllo di loro forze navali in numero ingente, così da  
> distruggerci senza esporsi e senza consentirci una possibilità di fuga,  
> come è effettivamente successo.” 
>  
> Il Vulcaniano tacque un secondo, prima di aggiungere “Tuttavia esiste  
> una terza ipotesi…” si prese appena un momento, il tempo necessario a  
> Kenar per fargli cenno di proseguire, prima di spiegare “durante gli  
> ultimi secondi di funzionamento dei sensori, abbiamo rilevato un  
> importante aumento energetico da parte dell’Arcadia. Può darsi quindi  
> che il Capitano Khayr ed il sue equipaggio si fossero già trovati di  
> fronte a tale insidia ed avessero elaborato delle contromisure. Se così  
> fosse, forse l’attivarsi di queste contromisure ha modificato il nostro  
> punto di uscita, dirottandoil tunnel spaziale artificiale.” 
>  
> “Addirittura verso un’altra dimensione?” domandò perplessa Carelli,  
> dubbiosa circa quella possibilità ma al momento incapace di formularne  
> altre più consistenti. 
>  
> “In effetti è possibile…” convenne Anari, illuminandosi e sorridendo in  
> maniera tipicamente Denobulana all'idea che il collega Vulcaniano le  
> aveva dato “Se l’Arcadia avesse in qualche modo contrastato l’onda,  
> avrebbe potuto sfuggire alla sua presa, prima di essere trasportata  
> fino al punto di destinazione…Per quanto concerne noi, è diverso!  
> Trovandoci sottoposti a due onde distinte di forza differente, siamo  
> stati strappati dal flusso di ritorno principale e diretti verso  
> l’unico vettore disponibile, ossia il flusso d’origine!” 
>  
> Ci fu un momento di esitazione, poi la scienziata – notando che  
> stavolta nessuno era riuscito a seguirla nel proprio volo pindarico -  
> aggiunse un esempio a mo’ di spiegazione “Immaginate la situazione  
> così: Noi e l’Arcadia eravamo sottoposti all'effetto di una sorta di  
> onda, che ci stava trasportando verso un punto preciso dello  
> spazio-tempo. Se è come ipotizzato da Tkar, il solo modo che l’Arcadia  
> avesse per liberarsi era di generare un’onda inversa, attraverso  
> un’emissione di energia controllata dal proprio Disco Deflettore.  
> Facendo così, la nave del Capitano Khayr ha ottenuto due effetti:  
> quello principale – naturalmente – è quello di trovarsi per un momento  
> fuori dall’effetto dell’Onda di Spostamento, rientrando quindi nello  
> spazio normale. Ma ha anche generato una seconda Onda, che ha colpito  
> noi, deviandoci verso l’unica altra possibile fonte di attrazione,  
> ovvero il punto da cui è originato il Tunnel spaziale…” 
>  
> “Sì, ora capisco…” annuì Tholos, facendosi pensieroso “il punto di  
> origine del Tunnel spaziale, ovvero il luogo dove avviene l’esplosione  
> subspaziale, è collegato - oltre che ai due punti di uscita del tunnel  
> stesso – anche ad un altro punto…quello da dove è stata innescata e  
> direzionata l’esplosione…e questo terzo punto può tranquillamente  
> essere diverso dagli altri due…” 
>  
> “E…hem…certo…” si sentì in dovere di dire il Comandante Finn, che in  
> realtà in quella riunione aveva fino a quel momento presenziato senza  
> dare nessun genere di contributo. In realtà non aveva capito  
> praticamente nulla di quanto detto ed avrebbe pagato tonnellate di  
> Lathinum per qualcuno che glielo spiegasse in un linguaggio  
> comprensibile “e questo, naturalmente, significa che…” 
>  
> “Che l’azione di disimpegno dell’Arcadia ci ha fortunatamente permesso  
> di trovare chi c’è dietro questa storia…ovvero chi sta realmente  
> orchestrando la guerra che le Galeteane vogliono scatenare contro la  
> Federazione!” esclamò Anari, ancora su di giri per la scoperta. 
>  
> Finn tirò mentalmente un sospiro di sollievo per essersi salvato dal  
> dover chiedere una umiliante spiegazione, ma Kenar lanciò invece  
> un’occhiata perplessa alla Denobulana, chiedendo “E mi dica,  
> Comandante…come è giunta alla conclusione che ci deve essere una  
> terza…fazione a tirare le fila di questa faccenda?” 
>  
> “Per via dell’Arcadia, ovviamente!” rispose convinta Anari, prima di  
> aggiungere “Sappiamo che l’hanno costruita da zero partendo dagli  
> schemi tecnici della Hood…e sappiamo che – per i loro standard – è una  
> nave abbastanza potente, diciamo non inferiore alla media delle loro.  
> Ora, cosa ne consegue? Ovviamente che il loro livello tecnologico non  
> può essere troppo diverso dal nosro, giusto?” 
>  
> Si trattava di una deduzione logica, quindi nessuno la interruppe  
> mentre continuava “Ebbene…per la nostra tecnologia – e per traslazione  
> panche per la loro, a questo punto – un’Onda di Spostamento Planare è  
> pura fantascienza. I nostri migliori teorici della Curvatura l’hanno  
> ipotizzata come possibilità, ma non è mai stato avviato neppure uno  
> studio di fattibilità…e sappiamo quanti anni sono che è attivo il  
> Progeto Transcurvatura…” 
>  
> “Di conseguenza lei ritiene che una terza fazione, dotata di mezzi  
> tecnologici superiori, stia sfruttando Galatea ed i suoi folli piani di  
> conquista al fine di indebolire o distruggere la Federazione…” comprese  
> Tkar, e nel suo tono si poteva riscontrare approvazione per il processo  
> logico che aveva condotto a quella deduzione ”ma chi, e a che scopo?” 
>  
> “Due domande interessanti…” convenne Kenar, il cui sguardo era ora  
> ancora più cupo dell’inizio della riunione, e non per una questione di  
> mal di testa “e credo sia ora di trovare ad esse risposte. Comandante  
> Finn, lei sa cos'è un Codice 47?” 
>  
>  
> Nave Stellare Arcadia – Plancia - 24/11/2394 Ore 18:37 
>  
> “E i Federali?” 
> Tochiro e Meeme si scambiarono un occhiata, insicuri su come  
> continuare. Impossibilitati a dare una risposta. 
>  
> Khayr conosceva bene il suo migliore amico…quando faceva quella faccia  
> significava brutte notizie…e brutte, quando già ti trovavi disperso su  
> una nave fantasma in avaria, con per sola compagnia un’aliena senza  
> bocca ed un ologramma bidimensionale schiacciato, non era una bella  
> cosa… 
>  
> “Quando l’onda Galeteana ci ha raggiunto, ho fato appena in tempo ad  
> attivare la contro-onda…” spiegò nel frattempo l’ologramma, incrociando  
> le corte braccia al petto sproporzionatamente largo ed annuendo tra sé,  
> in un movimento che avrebbe anche rischiato di fargli cadere gli  
> occhiali “ovviamente non avevo il tempo di inviare le specifiche alla  
> Seatiger, ma speravo che l’effetto del nostro impulso fosse sufficiente  
> a liberare entrambe le navi, visto che eravamo così vicini…” 
>  
> “E invece?” domandò semplicemente il pirata di nero vestito, mentre con  
> un’occhiata al visore cercava di capire dalle stelle visibili dove si  
> trovassero. 
>  
> “Noi siamo sfuggiti all’Onda…” confermò Tochiro, mentre Meeme si  
> rialzava, iniziando a trafficare col computer principale dell’Arcadia  
> “siamo usciti nello spazio normale a circa 15 anni-luce dal punto in  
> cui ci trovavamo, con uno sfasamento temporale di tre giorni nel  
> futuro…della nave federale, però, nessuna traccia…” 
>  
> “Se sono finiti in quell'Inferno, mi auguro riescano a cavarsela meglio  
> di noi…” borbottò il pirata spaziale, mentre un velo di tristezza gli  
> adombrava il volto guercio, al ricordo dei tristi eventi del passato,  
> eventi che lo avevano segnato nel profondo come mai era successo prima. 
>  
>  
> Nave Stellare Arcadia – Sala Mensa – Flashback 
>  
> C’era festa quella sera sull'Arcadia. La nave pirata aveva appena  
> distrutto un convoglio di rifornimenti militari per una base segreta  
> Galeteana e – al contempo – si era impadronita di parecchie utili merci  
> e diversi tipi di cibi freschi, una rarità molto apprezzata  
> dall'eterogeneo equipaggio. 
>  
> Khayr aveva ordinato che – con quel ben di Dio – si facesse una grande  
> festa e nessuno si era tirato indietro. Ora la festa era al suo culmine  
> e sembrava che nulla potesse andar male, fin quando l’intero mondo  
> parve capovolgersi, mentre la nave veniva prima colpita e poi  
> intrappolata da una violenta emissione energetica che fece saltare  
> l’energia principale e la maggior parte dei sistemi. 
>  
> “Rapporto!” Gridò Khayr, colpendo il primo comunicatore che gli capitò  
> a tiro e cercando al contempo di rialzarsi in piedi per raggiungere la  
> Plancia. 
>  
> “Prima che qualcuno potesse rispondere, però, la nave venne scossa da  
> una esplosione molto più facilmente identificabile, quella di un colpo  
> di arma a particelle che raggiunge uno scafo indifeso. 
>  
> Il Capitano dell’Arcadia impiegò pochissimo a raggiungere la Plancia,  
> ma quel tempo fu sufficiente a percepire almeno altri quindici  
> scossoni, segno evidente che qualcuno stava giocando al tiro al  
> bersaglio con loro. 
>  
> “Capitano, meno male che è qui!” gridò Akari, uno dei <vecchi>  
> dell’equipaggio, al quale era stato in quel momento affidato il comando  
> “non so cosa sia successo, ma siamo circondati da navi Galeteane.  
> Abbiamo la propulsione ad impulso e stiamo cercando di evitare di  
> essere bloccati, ma abbiamo perso scudi ed armi. 
>  
> Con una rapida occhiata ai sensori, Khayr comprese che la situazione  
> era effettivamente tragica: l’Arcadia aveva subito gravi danni ed era  
> circondata da almeno trenta navi nemiche, che a turno le sparavano  
> addosso come Cacciatori Matsumoto raccolti attorno ad un grosso buco  
> nel terreno, all'interno del quale era intrappolata una pericolosa – ma  
> ormai indifesa – Bestia Tamari. 
>  
> Un nuovo scossone li interruppe, mentre un colpo diretto li fece cadere  
> a terra tutti. 
>  
> “Propulsione ad Impulso fuori uso!” gridò il timoniere, comicamente  
> aggrappato alla propria consolle “Una nave nemica ci è quasi addosso!” 
>  
> Khayr chiuse l’occhio sano, in attesa del colpo di grazia, ma invece  
> percepì un tonfo sordo, come quello di metallo che grattava sul  
> metallo. Stupito, si guardò intorno per avere una spiegazione e fu  
> Daiba a dargliela “Si sono poggiati sulla Sezione a Disco! Stanno  
> cercando di forzare i boccaporti di accesso!” 
>  
> “A tutto l’equipaggio, armatevi e state pronti a respingere un  
> abbordaggio!” gridò allora il Capitano, aprendo la comunicazione con  
> tutti i ponti. Quindi, voltandosi verso la consolle di ingegneria,  
> chiese “Tochiro…i motori?” 
>  
> “Ho riallineato il propulsore ad impulso di dritta…” rispose il  
> tarchiato ingegnere, la lingua stretta tra i denti e copiose gocce di  
> sudore ad imperlargli il faccione “riavrai la Curvatura tra qualche  
> minuto…” 
>  
> “Potremmo non avere qualche minuto!” gli rispose in tono serio Khayr,  
> mettendosi in prima persona al timone e programmando una rotta che lo  
> avrebbe portato a passare a poche decine di metri da quella che pareva  
> l’ammiraglia Galeteana “Tutta la potenza ai campi di integrità  
> strutturale…ora!” 
>  
> Mentre alle sue spalle qualcuno gridava che il nemico aveva fatto  
> breccia in diversi punti della Sezione a Disco e che si stava già  
> combattendo su almeno tre Ponti, il Capitano dell’Arcadia accelerò a  
> pieno Impulso, cogliendo di sorpresa le navi nemiche e lanciandosi in  
> quello che sembrava un attacco suicida contro la loro Ammiraglia. 
>  
> Quando ormai mancavano poche decine di secondi all'impatto i vascelli  
> Galeteani cominciarono a sparare, ma ormai era tardi. Nonostante fosse  
> stata colpita in più punti, l’Arcadia passò sotto l’Ammiraglia nemica  
> ad un quarto della velocità della luce. L’astronave che era ancorata  
> alla Sezione a Disco, invece, si schiantò sulla propria Ammiraglia alla  
> medesima velocità, venendo praticamente fatta a pezzi e causando  
> ingenti danni anche al vascello più grande. 
>  
> Nella Plancia dell’Arcadia – come in ogni suo ponte, del resto - tutti  
> vennero sballottati dalla forza dell’impatto che strappò dallo scafo  
> esterno lunghe fasce di rivestimento. Appena prima di svenire a causa  
> del violento urto con una consolle, comunque, Tochiro riuscì a  
> borbottare “Pazzo!”, prima di attivare la Curvatura, facendo sfrecciare  
> vi a Curvatura 8 la nera nave stellare. 
>  
>  
> U.S.S. Seatiger – Plancia - 25/11/2394 Ore 02:00 
>  
> La Seatiger uscì dalla Curvatura in un lampo di luce bianca e, prima  
> ancora che lo scafo candido del piccolo vascello di Classe Nova  
> entrasse in contatto con la materia della Nebulosa che occupava quella  
> regione di spazio, la Gondola di sinistra cominciò a bruciare. 
>  
> Mentre il rovente Plasma avvolgeva il metallo affusolato della Gondola,  
> la nave parve perdere l’asseto e cominciò a ruotare su sé stessa ed  
> attorno ad un punto del proprio asse principale posto circa a metà  
> della Sezione a Disco, così che un osservatore esterno avrebbe potuto  
> quasi scambiarla per una di quelle vecchie stazioni spaziali che  
> sfruttavano il movimento centrifugo per generare una sorta di gravità  
> artificiale sulla superficie esterna. 
>  
> Quando la violacea nave aliena emerse dalla Curvatura, ormai, l’intera  
> gondola di Dritta era in fiamme e la maggior parte delle luci di bordo  
> erano spente, segno che non c’era più energia in quasi tutta la nave. 
>  
> Il vascello nemico, un disco grande poco più di un terzo della già non  
> imponente Sezione a Disco della Seatiger, girò un paio di volte attorno  
> al vascello federale, prima di decidersi ad avvicinarsi a quella che  
> pareva – a tutti gli effetti – una nave morente. 
>  
> Quando il Comandante Finn sentì il rumore di un teletrasporto trovò la  
> forza di sollevare lo sguardo dal pavimento dove era disteso ma,  
> attraverso la spessa coltre di fumo che riempiva la stanza, non riuscì  
> a distinguere che ombre, oltre ad una serie di luci violacee che –  
> rapide come erano apparse – scomparvero, lasciando il compito di  
> illuminare quanto restava della Plancia all’intermittente luce  
> dell’Allarme Rosso ed ai crepitanti fuochi che si alzavano da varie  
> consolle. 
>  
> L’Umano fece per alzarsi in piedi ma, non appena ebbe trovato con la  
> mano destra un appoggio a cui ancorarsi per fare leva, dovette  
> fermarsi, mentre i suoi occhi facevano uno sforzo per puntarsi entrambi  
> contro la canna del fucile che veniva ora puntato a meno di dieci  
> centimetri dal suo naso. 
>  
> “Non muoverti, cane Federale!” gli intimò una voce, in una lingua che  
> il Tradutore Universale non ebbe difficoltà a comprendere e riportare  
> in Standard. 
>  
> Finn fece come gli veniva detto e – lentamente – ripoggiò entrambe le  
> mani a terra. Al contempo, però, sollevò lo sguardo lungo il fucile a  
> particelle che lo teneva sotto tiro e riuscì a vedere chi c’era dietro.  
> L’essere si sarebbe anche potuto scambiare per un Umano, se non fosse  
> stato per gli occhi rossi come le braci e per una piccola cresta ossea,  
> che partiva dalla base delle orecchie salendo fin sopra l’arcata  
> sopraccigliare, donandogli una fronte alta e spessa ed un aspetto  
> leggermente demoniaco. 
>  
> “Rapporto!” ordinò calmo il proprietario della voce, guardandosi  
> attorno ma senza mai distogliere completamente l’attenzione dal Primo  
> Ufficiale della Seatiger. 
>  
> “La Plancia è sotto controllo…” rispose una seconda voce, altrettanto  
> tranquilla, proveniente da un qualche punto vicino alla consolle  
> Operazioni “l’equipaggio sembra essere ancora vivo, ma tramortito…” 
>  
> “Abbiamo l’accesso ai controlli?” chiese l’alieno che teneva sotto tiro  
> Finn, che a quanto pare era al comando delle operazioni. 
>  
> Una terza voce, dalle parti della consolle di Ingegneria, rispose “I  
> comandi non sono bloccati, ma non riesco ad accedere a nulla…” 
>  
> “Forse il Computer principale ha subito danni…” Avanzò una quarta voce,  
> dai pressi della consolle tattica. 
>  
> L’alieno al comando sfiorò un bracciale che aveva al polso sinistro e  
> disse “Ruk a squadra due…rapporto dalla Sala Macchine.” 
>  
> =*=Quaggiù è un macello, signore…deve esserci stata una perdita dal  
> reattore.=*= riferì una voce, che attraverso il bracciale comunicatore  
> pareva avere un timbro metallico =*=L’intera Sala Macchine è isolata e  
> piena di fumi…comunque abbiamo il controllo della sala controllo.=*= 
>  
> “Umph…avete riscontrato resistenza?” domandò l’alieno, riportando per  
> un attimo lo sguardo sull’Ufficiale dal colletto rosso ai suoi piedi. 
>  
> =*=No, signore…ci sono tre o quattro ufficiali feriti e piuttosto  
> storditi che stiamo tenendo sotto tiro, ma la maggior parte  
> dell’equipaggio di Sala Macchine doveva trovarsi nella stessa, quando  
> c’è stata la perdita di gas e si sono chiuse le paratie di  
> emergenza.=*= riferì tranquilla la voce dal timbro metallico, che  
> evidentemente riteneva di non avere problemi. 
>  
> “Mi raccomando, barricatevi bene all'interno e tenete gli occhi aperti  
> per eventuali azioni da parte del resto dell’equipaggio…” ordinò  
> l’alieno, prima di chiudere la comunicazione e concentrarsi finalmente  
> sul suo prigioniero dicendo “molto bene, Federale…sei il Capitano di  
> questa nave?” 
>  
> “Sono il Comandante Finn, Primo Ufficial della U.S.S. Seatiger, della  
> Federazione Unita dei Pianeti!” rispose l’interpellato, con tutto  
> l’orgoglio che la sua posizione prona ed il fucile che gli teneva di  
> mira la testa gli permetteva di mettere in quelle parole “ed al momento  
> sono l’Ufficiale più alto in grado a bordo.” 
>  
> “Ottimo, Comandante Finn…” annuì, apparentemente soddisfatto l’alieno,  
> facendo un passo indietro senza togliere l’arma dalla traiettoria che  
> incrociava la sua fronte “io sono Ruk, dell’Egemonia Midiana, e prendo  
> il comando della tua nave. Ora tu ordinerai al tuo equipaggio di  
> arrendersi senza opporre resistenza.” 
>  
> “Il vostro è un attacco ingiustificato contro un vascello scientifico  
> della Federazione!” protestò Finn, recuperando la posizione eretta con  
> movimenti lenti e misurati, per non istigare l’alieno a sparargli  
> contro “voi…” 
>  
> “Noi  abbiamo i nostri buoni motivi.” Ribatté con un sorriso alquanto  
> cupo l’alieno “motivi che non le interessano. Ordini subito al suo  
> equipaggio la resa incondizionata.” 
>  
> Finn si guardò intorno, cercando con lo sguardo i propri ufficiali ed  
> accertandosi che stessero bene. Anari era riversa a terra poco nello  
> spazio tra la sua consolle e lo schermo visore e pareva svenuta, anche  
> se il fumo e la consolle scientifica stessa rendevano difficile capirne  
> le reali condizioni. Anche Tkar era a terra, e pareva quasi non  
> respirare. Tholos e gli altri membri dell’equipaggio di Plancia,  
> invece, si stavano riprendendo e venivano tenuti sotto tiro dagli  
> Alieni. 
>  
> “Almeno mi garantisce che – se ci arrendiamo – non farete del male ai  
> miei uomini?” chiese il Primo Ufficiale, mentre le spalle si piegavano  
> leggermente verso il basso come per il peso delle conseguenze della  
> decisione che si trovava costretto a prendere. 
>  
> “Le garantisco che – se non vi arrenderete – la mia nave vi farà  
> saltare in mille pezzi seduta stante.” Rispose freddamente Ruk, che  
> ormai aveva capito di avere vinto. 
>  
> “Signore! Non può consegnare la Seatiger!” provò a protestare Tholos,  
> facendo per alzarsi in piedi. Il calcio del fucile di uno degli alieni  
> si mosse però rapido e l’Andoriano, ancora intontito, non riuscì in  
> alcun modo ad evitarlo, cadendo a terra come un sacco di patate, pur  
> senza smettere di protestare “Il regolamento parla…” 
>  
> “Il regolamento afferma che non si deve cedere tecnologia federale  
> segretata ad altre razze!” sbottò stizzito Finn, inalberandosi e  
> facendo appena un paio di passi verso Tholos, quasi volesse tirargli  
> anche lui un calcio “la Seatiger è una nave scientifica, non ha armi o  
> tecnologie rilevanti. Nulla che questi signori non potrebbero  
> procurarsi in un qualsiasi mercato nero del Quadrante Alfa con un po’  
> di Lathinum, comunque!” 
>  
> L’alieno a capo della squadra d’abbordaggio ridacchiò a quella scena,  
> quindi disse “Comandante, la prego…deve parlare al suo equipaggio…”  
> attirando l’attenzione dell’Umano sulla canna del fucile che ancora gli  
> veniva puntata alle costole. 
>  
> “Oh…giusto…” disse Finn, come se per un istante fosse stato troppo  
> preso dal suo sfogo per ricordarsi cosa stava facendo. Quindi si sfiorò  
> il comunicatore e disse “A tutto l’equipaggio della Seatiger, qui è il  
> Comandante Finn che vi parla. Siamo stati abbordati da forze aliene che  
> hanno preso il controllo delle aree chiave della nave e la minacciano  
> con le armi. Ci troviamo in una situazione da Codice 47, quindi vi  
> ordino di comportarvi di conseguenza e non intraprendere azioni  
> personali che possano mettere a rischio tutti. Finn chiudo!” 
>  
> “Molto bravo, Comandante…” annuì Ruk “adesso…” 
>  
> L’alieno venne interrotto da un cicalino proveniente dalla consolle  
> operazioni, dove sulla schermata quasi nera si accese una lucetta  
> intermittente. Incuriosito, si voltò verso questa, come fece anche  
> l’alieno che vi si trovava accanto “Di che si tratta?” domandò il  
> comandante della squadra d’assalto. 
>  
> “Oh, quello?” chiese Finn con noncuranza, spostandosi vicino all'alieno  
> e guardando da sopra la sua spalla “Nulla di che…è solo la spia che  
> segnala una comunicazione in arrivo…” 
>  
> “Ah, va bene…” assentì Ruk, prima di ricordarsi di un dettaglio “ma, un  
> momento! Se i sistemi non funzionano, come…” 
>  
> “Pesce d’aprile!” disse allora Finn, approfittando della posizione di  
> vantaggio sull'alieno per dargli una spinta e cercare di buttarlo a  
> terra, mentre diverse cose avvenivano in contemporanea: Tutte le luci  
> della Plancia si accesero e, mentre gli alieni si guardavano attorno  
> stupiti, vennero rapidamente messi al tappeto dai vari membri  
> dell’equipaggio. 
>  
> Tholos, agendo con una rapidità insospettabile visto il movimento  
> precedente e la posizione parzialmente supina, colpì con un pugno  
> l’addome dell’avversario più vicino e - mentre questi si abbassava per  
> il contraccolpo – lo afferrò con forza per il collo tirandogli ancora  
> più in basso la testa fino a fargliela cozzare contro la consolle  
> Operazioni con un tonfo secco. 
>  
> L’alieno nei pressi della consolle Tattica sollevò il fucile per  
> sparare all’Andoriano ma, prima che potesse anche solo pensare di  
> prendere la mira, Tkar aprì gli occhi e si sollevò in piedi con uno  
> scatto di reni, effettuando la presa al collo Vulcaniana e  
> strappandogli al contempo l’arma di mano. Con la stessa, quindi, prese  
> la mira verso il quarto alieno - che si era voltato per fronteggiare un  
> Guardiamarina della Sezione Tattica che fino a quel momento si era  
> finto un ingegnere tramortito accanto alla consolle Ingegneria – e lo  
> colpì alle spalle, mandandolo a schiantarsi contro la paratia. 
>  
> Nel frattempo Finn era a terra, con Ruk chino sopra di lui e le mani  
> disperatamente impegnate a tenere la canna del fucile lontana dalla  
> propria faccia. L’Umano stava per gridare aiuto senza più ritegno,  
> quando due fucili a particelle si posarono sulle tempie dell’alieno. 
>  
> Tholos, che reggeva una delle due armi, chiese “Serve aiuto,  
> Comandante?” mentre Tkar, che teneva saldamente l’altra con una sola  
> mano, strappò senza sforzo il fucile dalla presa dei due contendenti. 
>  
> “Pazzi, avete siglato la vostra condanna a morte!” ringhiò l’alieno,  
> allontanandosi di colpo da Finn e cercando di correre verso la Sala  
> Tattica, solo per trovarsi imprigionato in uno scintillante campo di  
> forze eretto da Anari, che si alzò in piedi mostrando di tenere in mano  
> un Tricoder. 
>  
> “Lei ed i suoi uomini siete in arresto…” gli rispose di rimando Finn,  
> rialzandosi in piedi con un sorriso eccitato in volto, come un bambino  
> che ha appena fatto un giro su di una giostra particolarmente  
> spaventosa al luna park. 
>  
> “Lo vedremo…” ringhiò l’alieno, toccando il pulsante di richiamo, che  
> avrebbe dovuto ritrasferirlo sulla sua nave. Avrebbe dovuto, perché  
> invece non accadde nulla. “Ma cosa?” 
>  
> “Ah…ha presente quella chiamata? Quella che non avremmo dovuto  
> ricevere?” domandò candida Anari, sfoggiando uno dei suoi migliori  
> sorrisi da Denobulana. Quindi, mentre la voce di Carelli comunicava che  
> avevano finito di espellere il gas dalla Sala Macchine e che gli alieni  
> ostili erano confinati in una stanza adiacente, aggiunse “Era il  
> Capitano Kenar, che ci informava che la nostra squadra d’assalto aveva  
> terminato di prendere il controllo della vostra nave…” 
>  
>  
> Nave Stellare Arcadia – Gondola di Dritta – Flashback (cinque giorni dopo) 
>  
> Khayr, Tochiro, Meeme il Dottore e altri sette membri dell’equipaggio  
> si fissarono in silenzio per un lungo momento, cercando di evitare di  
> guardare negli altri le stesse ferite e la stessa stanchezza che  
> sapevano di avere addosso. 
>  
> Erano sfuggiti all'accerchiamento delle navi Galeteane e – grazie alla  
> maggiore velocità dell’Arcadia – erano riusciti a seminarle, ma a caro  
> prezzo. Durante i momenti antecedenti l’impatto con l’Ammiraglia di  
> Galatea, infatti, circa ottocento aliene erano riuscite a penetrare a  
> bordo della loro nave, cominciando una terribile battaglia che si era  
> combattuta ponte dopo ponte, intersezione per intersezione. 
>  
> Quasi tutti i membri dell’equipaggio dell’Arcadia erano morti sotto il  
> fuoco delle terribile armi a raggi Galeteane e, anche se avevano  
> portato con sé quasi il doppio di nemici, la situazione era rapidamente  
> diventata insostenibile. 
>  
> Khayr aveva guidato la nave in una nebulosa di Classe Mutara e, dopo  
> aver bloccato gli accessi al computer principale, aveva predisposto una  
> trappola esplosiva in Plancia, dalla quale lui ed i pochi superstiti  
> dell’equipaggio si erano salvati all’ultimo secondo, grazie ad un  
> teletrasporto di emergenza che li aveva condotti in quella zona  
> schermata della Gondola di Dritta, un luogo praticamente inaccessibile  
> dove difficilmente le Galeteane li avrebbero cercati. 
>  
> “Ci sono ancora una sessantina di quelle maledette a bordo…” commentò  
> cupo il dottore, stanco di vedere amici e compagni morire “come faremo  
> ad affrontarli in undici?” 
>  
> “Sappiamo che si sono asserragliate in Sala Motori…” commentò uno dei  
> membri dell’equipaggio “perché non sfruttiamo i Tubi di Jeffries per  
> raggiungerle da vari punti e farle a pezzi con un fuoco incrociato?” 
>  
> “Perché se colpiamo il Nucleo di Curvatura siamo tutti morti, idiota!”  
> lo rimproverò Tochiro “e poi, credi che non terranno sotto controllo  
> tutti gli accessi?” 
>  
> “Forse con un diversivo…” propose Meeme, parlando come sempre senza  
> neppure far vibrare la membrana permeabile che aveva nel punto in cui  
> Leijani e Matsumoto avevano la bocca. 
>  
> Khayr, a quelle parole, si fece pensieroso e disse “Sì…faremo così…” 
>  
>  
> U.S.S. Seatiger – Sala Riunioni - 25/11/2394 Ore 08:00 
>  
> Dopo un breve aggiornamento sullo stato delle riparazioni, il Capitano  
> Kenar lanciò un’occhiata alla nave dell’Egemonia Midiana, che  
> galleggiava placida accanto alla Seatiger e disse “Ebbene, signori…cosa  
> abbiamo scoperto sui nostri ospiti?” 
>  
> Fu Tkar, che aveva assunto il comando delle operazioni mentre i  
> colleghi si erano concessi alcune ore di necessario sonno ristoratore,  
> a riferire quanto erano riusciti a scoprire i suoi uomini “I nostri  
> ospiti non si sono dimostrati particolarmente collaborativi,  
> Capitano...” esordì “ma le loro banche dati ed una rapida analisi  
> genetica hanno comunque contribuito a dipanare parte del mistero che  
> avvolge la situazione attuale.” 
>  
> Kenar gli fece cenno di continuare ed il Vulcaniano disse “L’Egemonia  
> Midiana non è completamente nuova alla Federazione. Otto punto tre anni  
> fa un gruppo di circa 5.000 persone, che si identificavano come i  
> sopravvissuti del pianeta Midia, si presentò ai confini della  
> Federazione chiedendo asilo. I sopravvissuti affermarono di essere i  
> soli superstiti del loro pianeta, distrutto da una incursione Borg, ed  
> il Comitato Federale assegnò loro un piccolo mondo agricolo a circa  
> 9.42 Anni Luce da Tellar, una colonia che ribattezzarono come Nuova  
> Midia.” 
>  
> "Un inganno?" domandò perplesso il Capitano della Seatiger, che a quel  
> punto non sapeva proprio cosa aspettarsi da questa razza che - se le  
> loro ipotesi erano corrette - era stata in grado di manipolare un  
> grande Impero del futuro di un'altra dimensione per aizzarlo contro la  
> Federazione. 
>  
> "Temo di non avere dati sufficienti per confermare o smentire questa  
> supposizione, Capitano..." affermò Tkar, mentre richiamava a video la  
> posizione del mondo coloniale assegnato ai presunti profughi  
> "all'epoca, stanti le nostre conoscenze del modus operandi Borg, non  
> abbiamo avuto motivo di dubitare della veridicità delle loro  
> affermazioni e - anche alla luce di quanto appreso ora - non è  
> possibile escludere l'ipotesi che si tratti di una casualità e che ci  
> troviamo di fronte a due percorsi evolutivi diversi per la medesima  
> specie." 
>  
> "Ma, di fatto, questi Midiani ora occupano un mondo situato nel cuore  
> della Federazione..." fece notare Tholos "un mondo che sarebbe una  
> incredibile testa di ponte per attacchi verso i nostri mondi  
> principali...Tellar, Andoria, Vulcano..." 
>  
> "Per la precisione, i sopravvissuti Midiani scelsero questo mondo  
> desertico e scarsamente ospitale in luogo di molte altre opzioni più  
> facilmente sviluppabili. La giustificazione all'epoca adottata - ovvero  
> che cercavano un mondo più sicuro anche a costo di sceglierne uno di  
> più difficile colonizzazione - era perfettamente in linea con la loro  
> condizione e non dettò sospetti." Chiarì il Tattico "ad oggi, però, si  
> tratta di una informazione che non può essere ignorata..." 
>  
> "Questi Midiani sono più infidi dei Romulani!" Esclamò sdegnato il  
> Comandante Finn, essendo evidentemente giunto alle proprie conclusioni  
> sulla faccenda. Dopo le due esperienze in Plancia, il Primo Ufficiale  
> aveva acquistato un po' di sicurezza, che però avvizzì immediatamente  
> all'occhiata di Kenar, che lo spinse a rettificare rapidamente  
> "Cioè...se davvero hanno messo in piedi una cosa del genere, con tanti  
> anni di preparazione, devono odiarci molto...ma noi nemmeno li  
> conosciamo. Che possiamo mai avergli fatto di male?" 
>  
> “Questa è una domanda interessante…Tkar?” chiese Arjan, evidentemente  
> girandola all’Ufficiale che aveva analizzato le banche dati recuperate. 
>  
> “Questa informazione non è tra quelle che siamo riusciti – fino a  
> questo momento – a recuperare…” rispose il Vulcaniano senza scomporsi  
> “su mia iniziativa ho preferito concentrare le analisi dei dati  
> recuperati sull’aspetto tattico della vicenda, al fine di individuare i  
> rischi per la nave e nella speranza di trovare conferme alle nostre  
> teorie.” 
>  
> “E le ha trovate?” domandò di botto Anari che – per i suoi standard –  
> era rimasta in silenzio sin troppo a lungo “Ci troviamo di fronte  
> davvero ad un’Onda di Spostamento Planare?” 
>  
> Tkar fissò la Denobulana per un paio di secondi, quasi si aspettasse di  
> vederla balzare in piedi per continuare a parlare, quindi disse “Ho  
> trovato conferma del fatto che ci siamo trovati sbalzati nelle  
> immediate vicinanze di un sistema solare estremamente difeso…come  
> potete vedere,” e modificò le immagini dello schermo visore, riportando  
> quello che pareva essere un sistema solare composto da una stella  
> supergigante e da una dozzina di pianeti gassosi che avrebbero fatto  
> passare Giove per un asteroide o poco più. 
>  
> Prima che qualcuno potesse chiedere, il Vulcaniano avviò un programma e  
> all’immagine del sistema si sovrapposero gli schemi delle rotte di  
> pattuglia di numerosi vascelli, le orbite di un certo numero di  
> satelliti di osservazione e la posizione di quelle che parevano essere  
> stazioni spaziali di intercettazione. 
>  
> “Non scherzava, Comandante…” commentò Carelli, con un fischio sommesso.  
> Avvicinarsi a quel sistema sarebbe stato facile quanto lo era stato  
> prendere Chin'toka, durante la Guerra del Dominio “quel posto è una  
> dannata fortezza…” 
>  
> Per un momento il Vulcaniano parve combattuto se specificare o meno che  
> lui non scherzava mai, ma alla fine decise di soprassedere, rispondendo  
> invece “Il sistema è effettivamente molto ben difeso, per quanto le  
> singole unità navali impegnate abbiano una potenza di fuoco non molto  
> diversa dalla nostra. Ciononostante ritengo che le risposte alle nostre  
> domande siano lì, quindi mi sono preso la liberà di far approntare una  
> sonda di Classe IX, impostando nei suoi sistemi questa rotta…” e mostrò  
> una nuova traiettoria, questa volta evidenziata in blu, che passava  
> parabolicamente al di sopra del sistema evitando le stazioni di  
> rilevamento fisse e intersecando le traiettorie delle navi di pattuglia  
> ben lontane dalla loro posizione “che dovrebbe permetterle di  
> trasmetterci una telemetria accurata dello stesso, con rischi  
> relativamente ridotti per la sonda stessa e sostanzialmente nulli per  
> noi.” 
>  
> “Molto bene, Comandante, proceda…” disse kenar, alzandosi per dirigersi  
> in Plancia “e vediamo di capirci qualcosa in questa situazione…” 
>  
>  
> Nave Stellare Arcadia – Infermeria – Flashback (sette giorni dopo) 
>  
> Khayr osservava le salme dei suoi uomini, composte sui letti  
> dell’Infermeria dove il Medico Olografico di Emergenza le aveva deposte  
> dopo averne accertato la morte. I pochi superstiti dell’Arcadia avevano  
> infatti dato coraggiosamente la vita in un assalto frontale al Ponte di  
> Battaglia, per permettere a lui, Tochiro e alla misteriosa Meeme di  
> accedere ad una delle navette dell’hangar, dalla quale avevano usato il  
> teletrasporto per in sala macchine e colpire con un’arma a particelle  
> un contenitore di gas tossico che – spandendosi rapidamente – aveva  
> ucciso quasi tutte le Galateane a bordo. 
>  
> Era stato Khayr stesso a sparare il colpo letale e – se fosse dipeso da  
> lui – sarebbe rimasto lì ad osservare la nube gialla consumare quelle  
> dannate piante infestatrici, ma i suoi compagni lo avevano tratto in  
> salvo all’ultimo secondo. 
>  
> Giusto in tempo per sapere che i suoi uomini erano morti tutti…  
> portando con loro un impressionante numero di nemici, certo, ma tutti  
> morti. 
>  
> Anche Tochiro era stato ferito, ma aveva affermato di stare bene e di  
> non preoccuparsi, perché aveva un piano geniale in mente. 
>  
> *Ed ora eccoti qui, amico mio…* si disse il pirata spaziale, fissando  
> il corpo basso e tozzo disteso sul lettino davanti a lui. La ferita di  
> Tochiro non era una ferita da nulla, ma un dolorosissimo colpo di un  
> qualche tipo di arma disgregante ad effetto lento, un’arma che non  
> lasciava scampo e concedeva alla vittima molto tempo per gustare  
> l’agonia causata dal lento disgregarsi dei propri organi interni. 
>  
> Ma Tochiro era un duro e – nonostante tutto – era rimasto in piedi a  
> lavorare. Insieme avevano portato la malconcia Arcadia in una vecchia  
> base segreta del popolo di Meeme, una razza di geniali scienziati  
> portati all’estinzione dalla sete di espansionismo Galateana. Qui il  
> suo amico aveva compiuto un qualche strano lavoro, integrando il  
> computer della base con quello malconcio dell’astronave. 
>  
> *Ma a cosa ti è servito, Tochiro?* si disse Khayr *Sarebbe stato meglio  
> se ti fossi fatto curare…* 
>  
> Il MOE aveva affermato che – per quel tipo di ferita – non vi era  
> rimedio, ma il pirata non gli aveva creduto: per lui Tochiro aveva  
> scelto di lavorare fino all’ultimo per quella nave che era diventata  
> per tutti loro il simbolo della libertà. 
>  
> Per un altro lungo momento Khayr si concesse di crogiolarsi in quel  
> dolore lacerante che provava per la morte del suo amico e del suo  
> intero equipaggio, poi si decise ad alzare lo sguardo verso Meeme, che  
> già da alcuni minuti era entrata nella stanza e lo fissava in silenzio,  
> rispettosa. 
>  
> “Volevi dirmi qualcosa?” chiese, cercando di non far assumere alla voce  
> un tono troppo duro. 
>  
> “Non io…” rispose l’aliena, lasciandolo perplesso. Ormai erano i due  
> soli superstiti su quella nave fantasma. E allora, chi? “Lui…” 
>  
> Il pirata seguì con lo sguardo del suo occhio sano la mano dell’aliena  
> senza bocca, voltando la testa verso la porta dell’infermeria. Un  
> istante dopo, non poté impedirsi di spalancare la bocca stupito,  
> vedendo il suo migliore amico che – con una bottiglia in mano – lo  
> fissava dal basso in alto con sguardo divertito. 
>  
>  
> U.S.S. Seatiger – Plancia - 25/11/2394 Ore 13:52 
>  
> “Stiamo ricevendo le prime telemetrie della sonda, Capitano…” annunciò  
> Anari mentre, al suo solito, canticchiava un qualche motivetto mentre  
> le mani danzavano sulla consolle scientifica in maniera quasi  
> indipendente. 
>  
> “Sullo schermo…” ordinò Kenar, irrigidendo in maniera impercettibile la  
> schiena ed il collo, in attesa di vedere quel sistema solare dove –  
> sospettavano – il nemico aveva dislocato il proprio apparato per la  
> generazione di Onde di Spostamento Planare. 
>  
> Dapprima le immagini furono un po’ disturbate, come se il segnale fosse  
> debole poi, dopo un rapido intervento di Tholos, divennero più nitide.  
> Una grande stella, parecchi pianeti gassosi ed alcune strutture,  
> impercepibili ad occhio nudo ma rese evidenti dai sistemi di correzione  
> dell’immagine. 
>  
> “Curioso…” commentò la scienziata, giocando ancora per qualche secondo  
> con la propria strumentazione e continuando a canticchiare un motivetto  
> che – Finn sperava – nessuno in Plancia avesse riconosciuto come una  
> strofa particolarmente audace di “My Andorian Baby”. Prima che al  
> Capitano saltassero i nervi, comunque, la Denobulana aggiunse “Non so  
> spiegare il perché, ma le reazioni nucleari di quella stella sono  
> anomale…è come se venissero in qualche modo accentuate…” 
>  
> “Accentuate?” domandò il Primo Ufficiale, smettendo immediatamente di  
> tamburellare con le dita sul bracciolo della propria poltrona “In che  
> senso?” 
>  
> “Come dicevo, non so spiegarlo, ma quella stella ha una produzione  
> energetica interna molto superiore alla norma per la sua classe  
> stellare. Inoltre il consumo di materiale reattivo è molto più rapido  
> del normale…il suo ciclo di vita è in qualche modo stato ridotto circa  
> del 15%...” era evidente che anche la scienziata stava ancora cercando  
> di raccapezzarsi in quella situazione. 
>  
> “Possiamo avere una visuale ravvicinata sul sole?” domandò Arjan, che  
> era stato colto da una intuizione non esattamente felice e sperava  
> ardentemente di sbagliarsi. 
>  
> “Possiamo tentare, ma ciò comporterà un rischio di individuazione della  
> somma dell’ordine del 37.4%” rispose Tkar, impostando comunque i  
> comandi da remoto per modificare la rotta del piccolo apparato d  
> rilevazione spaziale. 
>  
> L’immagine zoomò sul sole e, rapidamente, i suoi contorni si fecero più  
> definiti sullo sfondo nero dello spazio. I filtri applicati  
> automaticamente dal computer definivano sempre di più l’immagine  
> dell’immenso astro ribollente di energia nucleare, finché – quando  
> ormai erano piuttosto vicini – non fu possibile osservare qualcosa che  
> riuscì a chiudere per qualche secondo la bocca di tutti, compresa  
> quella di Anari. 
>  
> Costruiti attorno al sole, infatti, numerosi anelli metallici formavano  
> una fitta intelaiatura di contenimento e – in molti punti – quelli che  
> sembravano sottili fili neri (probabilmente strutture cilindriche di  
> decine di chilometri di raggio) affondavano letteralmente nella  
> superficie ribollente dell’astro. 
>  
> Dopo qualche minuto, Anari si riprese dallo stupore e – leggendo i  
> risultati della propria consolle, sulla quale aveva continuato a  
> lavorare quasi in modalità automatica – disse “Capitano, credo di aver  
> appena individuato l’apparecchiatura grazie alla quale i Midiani  
> generano l’Onda di Spostamento Planare.” 
>  
> “Mi faccia indovinare…” commentò Kenar “si trova su quell’assurda  
> struttura attorno al sole…” 
>  
> “No, signore…” rispose però la Denobulana, affermando ciò che nessuno  
> di loro voleva davvero sentirsi dire “non si trova su quell’assurda  
> struttura attorno al sole…è quell’assurda struttura attorno al sole, ed  
> il sole parrebbe essere la sua fonte di energia…” 
>  
>  
> Da qualche parte nello spazio Galateano - Sala del trono – il futuro 
>  
> La Regina Daphne fissò quella figura che fluttuava avanti a lei come un  
> ologramma poco definito con una ira tale che – se i suoi occhi fossero  
> stati armi – l’avrebbe trafitta a morte. 
>  
> La Regina Galateana non era abituata a ricevere un no come risposta, ma  
> quell’essere insulso aveva osato rifiutare la sua giusta richiesta. Fu  
> pertanto con furia appena controllata, che affermò “Abbiamo già  
> ottemperato alla nostra parte dell’accordo, fornendovi ciò che ci  
> avevate richiesto. Ora pretendo che facciate come vi ho ordinato,  
> trasferendo tutta la mia Flotta nel passato!” 
>  
> =*=Regina Daphne…=*= disse infastidita la figura poi, dopo un momento  
> in cui parve mordersi la lingua per non dire ciò che gli era passato  
> per la testa, aggiunse =*=Regina…noi stiamo onorando la nostra parte  
> dell’accordo così come voi state onorando la vostra. L’Egemonia Midiana  
> trasferirà le vostre forze, ma non è possibile trasferire la totalità  
> delle vostre truppe in una sola volta. Il dispendio di energia…=*= 
>  
> “Non è affar mio!” ribatté piccata la Regina, mentre il verde della  
> clorofilla le colorava le gote per la furia appena repressa “Abbiamo  
> seguito i vostri suggerimenti e provato a racimolare con l’inganno una  
> posizione di vantaggio sulla Federazione, ma non ha funzionato. Abbiamo  
> perso anni e risorse inutilmente. Ora si farà come dico io…trasferirete  
> in massa le nostre forze nel cuore della Federazione e noi li  
> distruggeremo con la potenza delle nostre armi!” 
>  
> =*=Quel che chiedete potrebbe distruggere l’apparato di  
> trasferimento…=*= affermò frustrato il negoziatore, desiderando  
> ardentemente di essere dove si trovava la Regina per il gusto di  
> strangolarla a mani nude e vedere quanto fosse incendiabile quel suo  
> corpo di pianta antropomorfa =*inoltre l’onda d’urto dello spostamento  
> distruggerebbe quasi certamente sia il punto di entrata che il punto di  
> uscita…=*= 
>  
> Ma, se quella era l’idea del Midiano per far ragionare Daphne, aveva  
> sbagliato i conti, perché la Regina rispose seccamente “Non me ne  
> importa nulla. Se il tuo signore vuole i codici di attivazione di  
> quanto gli abbiamo fornito, farà ciò che ho ordinato.” 
>  
> E chiuse la conversazione. 
>  
> Il comandante Heliamphora, che fino a quel momento era rimasta in  
> silenzio in un angolo della Sala del Trono, si inchinò ancor di più,  
> quando gli occhi furiosi della Regina si puntarono su di lei. Il  
> fallimento nell’infiltrazione e quello ancor più recente nel catturare  
> Khayr e la nave Federal, infatti, facevano di lei un eccellente  
> bersaglio della furia della sua sovrana. 
>  
> “Sei ancora qui?” domandò infatti stizzita la sovrana, poggiando la  
> mano sul proprio scettro. Ma quello non era il momento di punire il suo  
> generale. Fu per questo che – prima di perdere il controllo – la Regina  
> ordinò “Vai a dare gli ordini alla flotta. Che le nostre forze si  
> raggruppino tutte nel settore Lambda 1. Presto ci prenderemo i mondi  
> assolati della Federazione!” 
>  
> ******************************* 
> END TRANSMISSION 
> ******************************* 
>  
>  
>  
> Ok, eccomi qui... 
>  
> Allora, come vi dicevo, la mia idea è che le Galateane sono in realtà  
> uno strumento di quest'altra razza (l'Egemonia Midiana - razza da me  
> inventata...spero...il cui nome e descrizione sono ovviamente  
> modificabili prima della pubblicazione), che per qualche motivo ce l'ha  
> con la Federazione. Sfruttando quell'enorme apparecchiatura attorno  
> alla supergigante rossa, i Midiani possono spostare nello spazio, nel  
> tempo e tra le dimensioni navi e persone, ma questo esaurisce l'energia  
> della stella. 
>  
> Le Galateane vogliono portare la loro intera flotta nel cuore della  
> Federazione ma ciò distruggerebbe il mondo che i Midiani hanno  
> colonizzato con l'inganno...d'altra parte, se riusciamo a sabotare la  
> macchina (distruggerla mi pare molto difficile) rischiamo di mandare in  
> nova il sole, quindi diventando criminali per il nuovo universo. 
>  
> Quanto al nuovo universo, pensavo potesse essere carina come cosa...è  
> il nostro universo, ma ha avuto una evoluzione totalmente diversa  
> (coincidente per il 30% a livello di corpi celesti)...chi troveremo e  
> come si sarà evoluto? 
>  
> Parlando col buon Capitano, col quale ho avuto una prima condivisione  
> di queste idee per capire se quanto avevo buttato giù fosse più o meno  
> in linea con la sua idea dell'avventura della Seatiger, era venuta uori  
> la possibilità che l'apparecchiatura "spremistella_come_un_limone (TM)"  
> potrebbe essere il lascito di una antica razza che la usava come  
> sistema propulsivo o di esplorazione a lungo raggio. Il suo uso (per  
> millenni, magari) avrebbe portato numerose stelle al collasso, creando  
> supernovae in grado di modificare l'aspetto stesso della galassia come  
> la conosciamo grazie al cambio del'assetto gravitazionale...stavo  
> pensando - ma qui si va molto oltre quello che volevo fare con questo  
> brano - che una possibile spiegazione del fenomeno potrebbe essere  
> associata all'Impero Iconiano. Nel "nostro" universo sappiamo che gli  
> Iconiani svilupparono i portali con i quali spostarsi tra i loro  
> mondi...e se invece in questo universo, quel famoso giorno di tanto  
> tempo fa, la Commissione Iconiana per lo Sviluppo di Tecnologia di  
> Trasporto a Lungo Raggio avesse scelto di avviare il progetto "Onda di  
> Spostamento Planare", anziché la tecnologia dei Portali? 
>  
> Ad ogni modo, in questo Universo in più qui abbiamo di certo un nemico  
> (l'Egemonia Midiana), che dovremo incontrare per forza perchè a) ha la  
> tecnologia per farci tornare a casa b) per salvaguardare la Federazione  
> dobbiamo capire perché ci odia... 
>  
> E poi - in teoria - potrebbero esserci le Galateane. Se le dirottassimo  
> in questa realtà sabotando la macchina, avremmo anche la loro intera  
> flotta alle calcagna...e poi le Galateane sono piante infestanti,  
> quindi probabilmente tenteranno di conquistare questa Galassia e, se le  
> abbiamo portate noi qui per salvare la Federazione, sarebbe nostra  
> responsabilità porvi rimedio. 
>  
> Che ne pensate? 
>  
> Fuori di testa? 
>  
> Io - intanto - corro a nascondermi in una capsula di salvataggio 
>  
> F. 
>  
> _________________________________________________________________________ 
> Da: Comandante del sommergibile Sea Tiger 
> A: Ufficio Approvvigionamenti Arsenale di Cavite, Filippine. 
> Tramite: Comando Forze Subacquee. 
> Oggetto: Carta igienica. 
> #1. Il 6 giugno 1941 questa nave ha inoltrato una richiesta di 150  
> rotoli di carta igienica. Il 16 dicembre 1941 detta richiesta è stata  
> restituita con la stampigliatura: "Materiale sconosciuto. Richiesta  
> annullata." 
> #2. Il Comandante del sommergibile Sea Tiger non può fare a meno di  
> domandarsi cosa viene usato all'Approvvigionamento di Cavite in  
> sostituzione di questo "materiale sconosciuto", un tempo perfettamente  
> noto a questo Comando. 
> _________________________________________________________________________ 
>  
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