[Stml3] [02.04] Bohemian Space Rhapsody di Michele / Kenar
Cmdr. Arjian Kenar
arjiankenar a gmail.com
Sab 30 Gen 2016 02:15:23 CET
Ciao gente.
Il mio breve contributo ... spero vi piaccia.
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Brano: 02.04
Titolo: Bohemian Space Rhapsody
Precedente: 02.03 - Vengo in pace
Autore: Capitano Arjian Kenar
(aka Michele Congia)
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*** Nave sconosciuta, luogo sconosciuto
29/11/2394, ore 13:44 - D.S. 71911.16 ***
Finn si era ritrovato improvvisamente all’estremità di una enorme sala, con
le spalle al muro e circondato da una masnada di umanoidi astrusi, sia
nelle fattezze che nell’abbigliamento, che lo fissavano in assoluto
silenzio. Nonostante si sforzasse di fare mente locale, non riusciva a
ricondurre nessuna delle creature che gli stavano attorno ad alcuna delle
razze che aveva conosciuto durante tutta la sua carriera, sia musicale che
militare.
“Ditemi che sono finito nel bel mezzo di un ballo in maschera!” Mormorò tra
sé e portando lentamente un braccio dietro la schiena, cominciò a tastare
la parete dietro le sue spalle nella speranza di riattivare il meccanismo
che lo aveva portato in quel luogo, ma invano.
Davanti a quel goffo tentativo di defilarsi, un brusio di voci cominciò a
levarsi nella sala ed iniziò a diventare sempre più forte e vagamente
ostile, o almeno questa era la sua impressione.
“Oh! Oh! Volete farmi impazzire?!?” Sbottò Finn cercando di sovrastare il
borboglio di fondo e, alzando ancora di più la voce con fare goffamente
minaccioso, aggiunse: “Questo dannato traduttore universale non ne vuole
sapere di funzionare, quindi o cerchiamo di venirci incontro, o io me ne
vado e chissenefrega del Primo Contatto in programma per stasera!”
Finn non si aspettava minimamente che le sue parole sortissero un qualche
effetto, il suo infatti era più che altro un disperato tentativo dettato
dall'istinto di autoconservazione, ma quello che accadde immediatamente
dopo lo stupì.
Inaspettatamente, così come era iniziato, le incomprensibili lingue si
erano ammutolite e la sala era ripiombata nel più assoluto silenzio.
Incredibile a dirsi, ma a quanto pareva era riuscito a catturare la loro
attenzione.
*Che mi abbiano veramente compreso?!?* Pensò incredulo tra sé e sé *E ora
che faccio?!?*
Dewey diede un rapido sguardo alla sala nel tentativo di trovare una
possibile via d’uscita dalla quale sgattaiolare, ma la prima che riuscì a
scorgere era quella che sapeva essere la più sconsigliata, ovvero quella
principale, peraltro molto lontana, troppo per poterla raggiungere indenne.
Era abituato a sottrarsi alle fan in delirio e sapeva molto bene che le vie
di fuga migliori erano quelle di servizio, così ne cercò una trovandola
peraltro anche più vicina e sul lato diametralmente opposto alla posizione
in cui si trovava. A metà strada da essa, notò inoltre un piccolo palco e
degli oggetti che sembravano essere verosimilmente degli strumenti
musicali, uno in particolare gli ricordava, per la forma che aveva, un
pianoforte.
*L’ho sempre detto che la musica mi avrebbe salvato la vita!* Pensò tra sé
mentre i suoi occhi si accendevano di una luce scintillante.
“Ok, ok gente. Vedo che siete ansiosi quanto me di dare inizio a questo
Primo Contatto…” esordì assumendo il tipico piglio di un consumato
anchorman, e avviandosi verso il palco con la folla che si apriva al suo
passaggio come le acque del Mar Rosso davanti a Mosé, aggiunse: “Bando alle
ciance, quindi! Ho in serbo per voi una serata memorabile, una di quelle
che racconterete ai vostri nipoti e ai figli dei vostri nipoti…e ai figli
dei figli dei vostri nipoti … vabbe', ci siamo capiti …”
Raggiunto quello che aveva l’aria di essere una sorta di pianoforte, pigiò
alcuni tasti per testarne l’accordatura, quindi si sedette e solennemente
iniziò la sua performance.
"Is this the real life?
Is this just fantasy?
Caught in a landslide,
No escape from reality.
Open your eyes,
Look up to the skies and see,
I'm just a poor boy, I need no sympathy,
Because I'm easy come, easy go,
Little high, little low,
Anyway the wind blows doesn't really matter to me, to me.”
*** Nave sconosciuta, Hangar Principale
Pochi minuti più tardi ***
La squadra capeggiata da Carelli fu la prima a raggiungere l’Hangar
Principale della nave sconosciuta e non appena fu all’interno dell’ampio
ambiente, Droxine non poté che constatare che anche in quel luogo, come
anche nella Sala Macchine, gli smorzatori inerziali non stavano funzionando.
Suppellettili e veicoli erano infatti gettati alla rinfusa contro le
pareti, compenetrati l’un l’altro e accartocciati come lattine di alluminio
consunte, quindi assolutamente di alcun aiuto.
Droxine non si perse d’animo e si avvicinò ad un pannello di controllo col
suo tricorder, cercando di interfacciarlo con la tecnologia aliena.
Finalmente lo strumento stava decodificando gran parte degli algoritmi
informatici e l’Ingegnere Capo della Seatiger acquisiva man mano l’accesso
e il controllo dei sistemi interni della nave, ma ci voleva ancora del
tempo, tempo che però non avevano visto che mancava molto poco al prossimo
salto interstellare.
In quel momento anche la squadra capeggiata da Anari raggiunse l’hangar
principale.
“Un bel casino anche qui!” Esordì l’Ufficiale Scientifico “Per fortuna non
c’è materiale organico spiattellato qua e là.”
“Dobbiamo darci una mossa se non vogliamo essere noi a fare un bel
patchwork di frattaglie su queste pareti. Abbiamo appena dieci minuti …”
Ribattè Droxine mentre continuava ad armeggiare col suo tricorder tenendo
d’occhio contemporaneamente il countdown.
“Qual è il piano?”
“Chiamate la Seatiger e rientrate a bordo.”
“E lei?!” Protestò Anari.
“Devo riuscire ad aprire l’hangar e a generare una decompressione che
scaraventi fuori tutti questi rottami, in modo da avere lo spazio
sufficiente per accogliere la Seatiger.”
“Non se ne parla nemmeno, io rimango a darle una mano … non può farcela da
sola.”
“Non faccia la sciocca Anari, lei torni a bordo con la squadra. Non si
preoccupi, non ho intenzione di finire risucchiata dal vuoto interstellare.
Mi assicurerò alla meglio e appena l’hangar sarà libero, mi recupererete.
Mi è più utile a bordo della Seatiger … quindi proceda con le operazioni di
trasbordo senza perdere ulteriore tempo, è un ordine.”
“Come preferisce. Ma non sono d’accordo.”
“La sua obiezione è stata registrata.”
Anari accennò un sorriso amaro e portandosi a distanza assieme al resto
dell’away-team azionò il proprio comunicatore :“Anari a Sala Teletrasporto,
sette da riportare a bordo.”
=/\= Qui Sala Teletrasporto, ricevuto Comandante Anari.”
Il classico turbinio azzurrognolo di molecole cominciò ad avvilupparsi
attorno ad ognuno di loro fino a che le silhouette non sparirono
completamente.
“Carelli a Plancia.”
=/\= Qui Kenar. Come procede? =/\=
“Al più presto dovrei essere in grado di aprire e sgombrare dai detriti
l’intero hangar. Appena vi do il segnale, riportatemi a bordo.”
=/\= Ok, ricevuto Comandante =/\=
“Capitano, un’ultima cosa…”
=/\= La ascolto… =/\=
“Nel caso in cui non riceveste mie nuove entro otto minuti da adesso, non
esitate ad aprirvi un varco con i phaser e ad introdurvi la Seatiger…
Possiamo ricavare un bel po’ di pezzi di ricambio per rimettere a posto la
nostra nave, non sprechiamo quest’occasione, perché non penso che ne avremo
altre … ”
=/\= Concordo con lei Droxine, ma non possiamo fare a meno neanche del
nostro Ignegnere Capo … quindi ce la metta tutta per farci entrare. In
bocca al lupo…e a tra poco! Kenar, chiude. =/\=
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END OF TRANSMISSION
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Michele
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OOOO
Capt. Arjan Kenar
Commanding Officer USS Seatiger NCC-72733
ICQ Combadge: 126295405
Private comunicator: arjiankenar a gmail.com
http://starfleetitaly.it/seatiger
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