[Stml3] [MEX 04.09]: Godot, uno di noi (Rev.1)

Consigliere Lawtoein lawtoein a gmail.com
Gio 2 Nov 2017 22:29:20 CET


Grazie :) la mia testa è un vulcano sappilo... :P

Il 01/11/2017 23:04, Cmdr. Arjian Kenar ha scritto:
> Spiegazione ...
> 
> Kenar è sotto l'influenza del Cristallo: è per questo che da inizio 
> missione ha questi frequenti malori con visioni annesse.
> I Profeti (che nel mio brano prendono le sembianze di Finn e TKar) 
> portano la coscienza di Kenar in un altro piano esistenziale perché 
> vogliono che incontri Anena probabilmente ritengono che entrambi, 
> sebbene non si conoscano, siano due persone chiave che possono sbloccare 
> la situazione e fargli riprendere il viaggio.  Ovviamente possono farli 
> incontrare solo in una realtà non lineare perché lui è nell'infermeria e 
> Anena nella sfera borg assieme alla regina.
> 
> Spero sia un po' più chiara la mia idea ...
> 
> Vi inoltro il brano con una piccola modifica ...
> 
> 
> =============================
> Titolo: 04.09 Godot, uno di noi.
> Precedente: 04.08 Vite in pericolo
> Autore: Michele/Kenar
> =============================
> 
> *** In qualche luogo, in qualche tempo
> Contemporaneamente ***
> 
> Il torpore che avvolgeva la sua coscienza allentò gradualmente la morsa 
> lasciandogli percepire un fioco barlume di luminosità.
> Kenar dischiuse lentamente gli occhi e la prima cosa che notò fu una 
> luce tremolante che illuminava l’ambiente circostante. Gli ci volle un 
> po’ per cominciare ad avere qualcosa a fuoco, ma sin da subito ebbe la 
> fastidiosa sensazione di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
> Provò a muoversi, ma le sue membra – anch’esse ancora intorpidite – 
> parvero non  volerne assecondare il volere.
> Gli occhi, quelli sì, fortunatamente guizzavano tutto intorno ansiosi di 
> carpire maggiori informazioni.
> Cercò di accedere alla memoria a breve termine per carpire la sua ultima 
> collocazione nello spazio e nel tempo, ma la sua mente era ancora 
> talmente torbida da non riuscire a discernere quale tra la precedente 
> situazione e quella attuale fosse reale.
> 
> * E’ un sogno?! *
> 
> Udì uno scoppiettio.
> Allertato, fece appello a tutte le sue forze per tirarsi su e 
> inaspettatamente questa volta trovò più collaborazione da parte delle 
> sue membra.
> Si mise seduto.
> Non era a bordo della sua nave, ma questo l’aveva già intuito.
> Era dentro una tenda. Una luce tremolante proveniente dall'esterno 
> proiettava due ombre silenziose.
> 
> * Un accampamento di fortuna o un luogo di prigionia? *
> 
> Controllò se avesse dei vincoli, ma sia mani che piedi erano liberi. 
> Decise quindi di alzarsi e scoprire dove si trovasse.
> Appena fuori vide Finn e TKar in uniforme, davanti al fuoco e intenti ad 
> arrostire dei marshmallow nel più completo silenzio.
> 
> “Finn, TKar … cosa ci facciamo qui!?”
> Finn si voltò verso Kenar e con fare estremamente serafico rispose: 
> “Aspettiamo.”
> “Aspettiamo cosa, Dewey!?”
> “Di riprendere il nostro viaggio.” Rispose stavolta TKar e porgendo lo 
> spiedino con un marshmallow cotto a puntino, aggiunse “Inganni l’attesa 
> con questa delizia…”
> 
> Il Trill cominciò ad irritarsi davanti a quel atteggiamento stranamente 
> così lassista.
> 
> “Eravamo in piena emergenza e voi due a bordo della Indefatigable a fare 
> il vostro dovere …” Allargò le braccia e rivolse lo sguardo alla volta 
> stellata come a voler sottolineare ai suoi compagni l’evidente stranezza 
> di quella situazione, e aggiunse “… ora ce ne stiamo qui a campeggiare, 
> ad arrostire marshmallow e ad aspettare Godot. Ora, di grazia, volete 
> spiegarmi cosa diavolo sta succedendo!?!”
> 
> TKar inarcò un sopracciglio alla sua maniera e si rivolse a Finn con una 
> faccia interlocutoria, il quale a sua volta rispose senza pensarci 
> troppo: “Godot?! Uno di noi.”
> 
> Kenar fu sul punto di inveire, ma l’ultimo scambio tra i due ufficiali 
> lo spiazzarono…
> 
> “Deve essere un modo ‘lineare’ di riferirsi alla nostra entità …”
> “O vi state prendendo gioco di me, oppure è solo incubo da cui a breve 
> mi sveglierò.”
> Improvvisamente un urlo bestiale squarciò il silenzio circostante.
> “Cosa è stato?”
> “Sappia che non è stata nostra intenzione portarlo fin qui…”
> “Come del resto l’Indefatigable.” Aggiunse TKar “Un fortuito errore.”
> “Non ho intenzione di rimanere qui ad aspettare, devo tornare alla mia 
> nave … con o senza il vostro aiuto!”
> “Ci dispiace…” Rispose Finn “Noi non possiamo aiutarla, Arjian... anche 
> noi siamo bloccati qui …” e imbracciando la chitarra classica poggiata 
> per terra le sfiorò le corde facendone uscire un Re Minore.
> Kenar non capiva il significato di ciò che gli stava accadendo, ma 
> decise di abbandonare l’accampamento e si inoltrò nella boscaglia 
> risoluto a trovare una via d’uscita.
> Dopo qualche minuto di cammino nel buio una possibile spiegazione gli 
> balenò in mente… ma la scartò quasi subito.
> 
> * Ma cosa vado pensando!?! *
> 
> Ma in cotanta assurdità, avrebbe potuto essere un’opzione verosimile, 
> così decise di recuperarla.
> 
> “Computer, arco!”
> 
> Nessun arco si materializzò davanti a lui.
> 
> “Computer, terminare programma!”
> 
> Tutto ciò che lo circondava era ancora lì: il silenzio assordante, la 
> fitta boscaglia e le ignote costellazioni che pigolavano sulla volta 
> celeste.
> 
> * Valeva la pena provarci…* Cercò di giustificarsi con sé stesso.
> 
> Improvvisamente udì il fruscio di qualcosa che correva per il sottobosco.
> Si stava dirigendo verso di lui.
> Provò a cercare qualcosa intorno da utilizzare come arma di difesa, ma 
> la luce cinerea non rivelò nulla utile al suo scopo.
> Il fruscio si avvicinava sempre più ed improvvisamente si ritrovò a 
> terra assieme a quella cosa  che lo aveva travolto.
> Kenar si rialzò il più velocemente possibile e assunta una posizione di 
> difesa, aguzzò la vista cercando di capire cosa gli fosse venuto 
> addosso. Nell'oscurità gli parve di intravedere una figura umanoide ma 
> con del piumaggio addosso. Si avvicinò leggermente e non appena l’essere 
> rivolse il suo volto a favore della luce fioca emanata dagli astri, notò 
> un dei marcati disegni di tipo tribale.
> 
> “Ehi, tu … mi capisci?”
> 
> Kenar tentò un primo contatto con l’umanoide, sperando che il traduttore 
> universale funzionasse.
> 
> “Sì, ti capisco.”
> “Io sono Arjian Kenar della Federazione dei Pianeti Uniti.”
> 
> L’umanoide gli parve sorridere a quella frase.
> 
> “Anena Lawtoein … della Federazione dei Pianeti Uniti, anche io.”
> 
> Arjian abbandonò lentamente la posizione di difesa e gli si avvicinò con 
> cautela.
> 
> “Dove ci troviamo? Lo sai?”
> “In un luogo non ‘lineare’.”
> “Anche tu con questo ‘lineare’!? Deve essere per forza un incubo … 
> dannazione!”
> “No, non è un incubo … ci troviamo veramente in un altro piano 
> esistenziale … non 'lineare'”
> "Senti, la Seatiger ha bisogno di me, non posso rimanere qui! Come ne 
> usciamo?!”
> “Io non ne voglio uscire!”
> “E perché mai?!?”
> “Sono intrappolato assieme ad un bestione alieno che potrebbe svegliarsi 
> da un momento all’atro…e sto cercando di fuggire…”
> “Non intendo darti lezioni di vita …A-Anena, giusto!?”
> “Giusto.”
> “ … ma lascia che ti dica che non è scappando dalla realtà che potrai 
> risolvere la tua situazione. La devi affrontare! Dimmi, come possiamo 
> uscire da qui e ti aiuterò io.”
> “Semplice: basta volerlo!”
> “Ok, ok … mi stai prendendo in giro…”
> “No, per niente! Pensalo, e ne sarai fuori.”
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