[Stml3] 05.05 - Carelli - Giovinezza perduta

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Dom 8 Apr 2018 21:52:22 CEST


  Bel brano, ma l'episodio di Charlie è quello che mi piace di meno.
Sono d'accordo con Finn tagliamogli la gola. 

Il 08.04.2018 17:03
Franco Carretti ha scritto: 

> Bello! Il piccolo Charlie mi stava
proprio sulle scatole... non si potrebbe tagliargli la gola quand'è
distratto? 
> 
> Bel brano e bella idea 
> 
> SENT: Saturday, April 07,
2018 at 10:51 PM
> FROM: illu 
> TO: "USS Seatiger" 
> SUBJECT: [Stml3]
05.05 - Carelli - Giovinezza perduta 
> 
> Ecco qua il pezzo. Questo
succede quando leggo Evangelisti contemporanemente ad una maratona di
TOS...
> Massimiliano aka illu aka Carelli
> 
>
##############################################
> 05.05 - Carelli -
Giovinezza perduta
> 
> Tempio di Dio. Pianeta imprecisato.
> 
> "
Perdonami maestro. Ho fallito. "
> Selmai schiacciò la fronte al suolo
in segno di costrizione.
> Kver la guardava con uno sguardo
disgustato.
> Selmai lo conosceva bene. Il suo maestro era sì furioso
per il fallimento,
> ma il disgusto era causato dalla sua dimostrazione
di debolezza.
> Non la sopportava. In particolare quella di carattere.
>
Ma pur sapendolo Selmai non poteva evitare di premere la fronte sulle
pietre scabre
> del tempio fino a farla sanguinare.
> " Finiscila di
strisciare! "
> Selmai obbedì e si rimise in piedi.
> " Merito la
punizione, maestro. La vittoria era ad un passo. Quell'anomalia... "
>
Kver sputò per terra.
> " Anomalia! Un semplice spettacolino di luci
fatte per ammansire le menti deboli.
> Come la tua. La tua fede non è
stata abbastanza salda. Evidentemente non te la ho
> incisa abbastanza
profondamente nelle carni... "
> Selmai rabbrividì, per ricordi mai
abbastanza lontani.
> " ... significa che sono stato troppo tenero,
abbagliato dal tuo talento. Debolezza
> mia, fallimento tuo. Ma ora è
troppo tardi per recriminare. Dobbiamo invece agire. "
> Selmai
strabuzzò tutti e tre gli occhi.
> " Agire? ma... ho perso. La vittoria
va ora agli Arieli. Avranno loro l'accesso
> all'arca delle stelle. Loro
sarà l'onore di partire per primi verso le stel... "
> Fu interrotta dal
manrovescio del suo maestro che la scaraventò di nuovo a terra.
> Kver
lo aveva sferrato senza rabbia ma con freddezza ed uno sguardo
tagliente. Per
> impartire una lezione.
> " Non essere stupida. La prima
nave stellare dell'Impero dei Due Popoli non può e
> non potrà mai
essere ceduta ad altri che alla Chiesa. Figurarsi a quegli apostati
>
degli Arieli. 'scienziati' dicono loro. Senza dio dico io. Ma senza Dio
non si va
> da nessuna parte. "
> " Ma è stata costruita da loro e...
"
> Un altro sonoro schiaffo risuonò nel tempio.
> " Sei sempre più
deludente. La nave sarà nostra perché è nostra. Per diritto
> divino.
Dio lo vuole e Dio è con noi. Sempre. Quella ridicola gara indetta
>
dall'imperatore era un buon metodo per andare dritto alla soluzione. Ma
visto che
> hai fallito... scorrerà il sangue. "
> Selmai rimase in
silenzio qualche istante.
> " E l'imperatore? Non permetterà che il suo
editto venga rovesciato. "
> " L'imperatore è un Ariele ed è una pustola
piena di pus seduta su di un trono
> di cartapesta. È debole e come
tutti i deboli cadrà. "
> " Ma l'editto specificava che il vincitore
avrebbe avuto il dominio sul popolo
> che avrebbe perso all'interno
della nave. Noi avigni non abbiamo scienziati in
> grado di far volare
la nave. "
> Kver fece un sorriso.
> " Ah mia giovane ed ingenua
allieva... non sai ancora che meraviglie possono fare
> il ferro rovente
e la corda in mani sapienti... "
> Selmai chinò la testa e non disse
nulla. Ne aveva una buona idea invece. Ne era
> stata testimone più
volte.
> Cambiò argomento cercando di tornare a lidi meno
preoccupanti.
> " Maestro... perché la nave stellare è così importante?
"
> Sapeva già la risposta. Ma il maestro amava dare mostra della
proprio intelletto
> e del proprio sapere. A ragione. Kver, Alto
Staffiere della chiesa, Maestro
> di teologia, e Mano Prediletta
dell'Altro Padre era riconosciuto come una delle
> menti più acute dei
Due Popoli. Quella mente, la sua spietatezza e rigore morale
> ne
facevano un avversario formidabile per i suoi nemici. Di solito non per
molto.
> " La nave stellare sarà solo la prima di molte. Con essa
porteremo la parola di
> Dio in punta di spada. Raggiungeremo il cielo
sua dimora e ne omaggeremo la gloria.
> Ma non rimarremo. Ridiscenderemo
su mille pianeti per diffonderne la parola. Mille
> perle pagane vaganti
nel cielo saranno presto purificate! "
> Selmai si coprì gli occhi
laterali lasciando libero solo quello centrale, in gesto
> di
rispetto.
> " Grande sia la sua gloria. "
> " Ed invero lo sarà. Capisci
ora perché non non falliremo? Come potremmo? Come
> potrebbe Dio
abbandonare tutte quello povere anime? No, il finale è inevitabile.
>
L'unica cosa da vedere è come arrivarci. "
> 
> USS Seatiger, Bar di
Prora, 15/01/2395, Ore 10:00. Data stellare 72039.50
> 
> Anena era
tornata nel luogo del delitto, per così dire. D'altra parte doveva
finire
> la colazione, interrotta dallo strano spettacolo di luci di
poc'anzi.
> Data l'ora il locale si era svuotato. C'erano solo pochi
ritardatari. Il suo
> sguardo fu attirato da un ragazzino seduto ad un
tavolo. si era preparato un pasto
> decisamente abbondante. Il tavolo di
fronte a lui era ingombro di piatti e
> piattini. Non lo aveva mai
notato prima. Ma in fondo conosceva ancora poco
> l'equipaggio.
>
Indossava una maglietta gialla a collo alto e dei pantaloni neri
attillati. Avevano
> una foggia strana, arcaica. Il tessuto in
particolare non era del tipo comunemente
> usato per i vestiti
odierni.
> * Senti da che pulpito, signor boa di piume di struzzo. *
>
Anche il ragazzo la vide. E le segnalò di avvicinarsi.
> Incuriosita
Anena le si avvicinò.
> Le se rivolse con fare incerto, da adolescente
poco sicuro di sé quale
> probabilmente era.
> " Ciao... vuoi sederti?
Ti ho tenuto il posto. "
> Anena sorrise.
> " Bé ti ringrazio. A cosa
devo il gesto? "
> " Ti volevo conoscere meglio. Tu sei Anena giusto?
"
> " Esatto. E tu sei...? "
> " Oh! Scusa, non mi sono presentato! Mi
chiamo Charles, Charles Evans. "
> " Ciao, Charles. "
> " Puoi chiamarmi
Charlie. "
> " Vada per Charlie, allora. Perché volevi conoscermi
meglio? "
> Il ragazzo arrossì.
> " È che le ragazze a bordo vestono in
modo così mascolino... tu invece mi sembri
> una donna vera. "
> *
Oops... commedia in vista. Meglio stroncarla sul nascere... e pensare
che stamani
> mi sono messo solo un filo di trucco... *
> " Sì. Vedi le
cose a volte sono un po' più complesse... in in effetti... "
> Il
giovane guardiamarina con cui stava conversando un'ora prima scelse quel
momento
> per avvicinarsi al loro tavolo.
> " Ciao Anena, non abbiamo
finito quel discorso sui flussi tachionici... "
> Charlie si girò di
scatto verso il il nuovo arriva con il viso distorto dalla
> furia.
> "
NON VEDI CHE STO PARLANDO CON LA SIGNORINA? SPARISCI! "
> E sparì. Il
corpo dell'uomo si fece traslucido per poi svanire del tutto.
> Ad Anena
cadde la mascella.
> Segui un silenzio tombale in cui i pochi presenti
nel bar di prora rimasero 
> paralizzati a fissare il punto in cui il
guardiamarina si era trovato fino a quel
> momento.
> Anena deglutì e
trovò il coraggio di parlare.
> " Charlie... sei stato tu? "
> " Sì
scusami, ma è stato maleducato. Il capitano Kirk lo diceva sempre che
non si
> interrompe quando uno parla. "
> " Il capitano...? ma tu chi
sei, Charlie? "
> Charlie si atteggiò un po'.
> " Bé sono un dio,
naturalmente. "
> " Un dio, Charlie? "
> Il ragazzo si sgonfiò.
> " No,
scherzo. "
> Ridacchiò.
> " Sono umano. Solo che sono rimasto solo su
quel pianeta e stavo morendo e quindi
> i miei genitori adottivi mi
hanno dato i poteri. "
> " Chi sono questi genitori adottivi, Charlie?
"
> " Oh sono i vecchi abitanti del pianeta. Thasus. Quindi loro sono i
thasiani, no?
> Sono incorporei, sai? Hanno un sacco di poteri. Si sono
presi cura di me. Avevo
> quattro anni. Sarei morto altrimenti. "
> " E
quando è successo? "
> " Non lo so. Più di cento anni credo. "
> "
Sono... stati gentili ad aiutarti. "
> Charlie si mostrò infastidito.
>
" Sì, sì certo... molto gentili. Ma non mi fanno mai fare niente. E sono
incorporei.
> Non si possono neanche toccare. "
> Charlie si sporse e
prese la mano di Anena con un sorriso tremolante.
> " Non come te... "
>
* Ommerda... *
> Le porta del bar di prora si aprì per lasciar entrare
il tenete Yamada accompagnata
> da due uomini della sicurezza. Erano
armati.
> Anena si alzò con gesto fluido e si diresse verso i nuovi
arrivati, trascinandosi
> dietro Charlie.
> " Yuki carisssssima! Capiti
a proposito! Voglio presentarti un nuovo amico! Si
> chiama Charles.
Charles, Yuki Yamada. "
> Charlie un po' tramortito strinse la mano del
capo della sicurezza, in condizioni
> non migliori.
> " Sai Yuki? Il
nostro Charlie è un buontempone. Prima ha cercato di farmi credere
> di
essere un dio! Ci crederesti? Ha perfino fatto sparire nel nulla il
>
guardiamarina Stoner. Simpaticissimo... dobbiamo mostrargli tutta ma
nostra
> ospitalità, non credi? "
> Yuki, ancora con gli occhi sgranati
iniziò ad annuire lentamente mentre le novità
> iniziavano a filtrare
nel suo cervello.
> " S-sì certo. Definitamente. "
> Intanto si sganciò
la pistola phaser dal fianco e la passo con discrezione all'uomo
> della
sicurezza dietro di lei, per poi fare cenno di allontanarsi.
> * Brava
ragazza. Ottimi riflessi. *
> " Anzi, non credi che dovremmo
presentargli il capitano? "
> Anena si schiaffeggiò platealmente la
fronte.
> " Ma certo! Come ho fatto non pensarci! Charlie, cosa ne dici?
Vuoi conoscere il
> capitano? "
> Charlie si imbronciò un po'.
> "
Veramente speravo di stare ancora un po' con te... "
> " Ma certo! Non
c'è problem... "
> Il viso del ragazzo si rasserenò all'improvviso.
> "
Però sono curioso di incontrare il capitano. Chissà se è come Kirk? "
>
* Cambia umore ogni cinque secondi. Puro cliché sugli adolescenti... *
>

> USS Seatiger, Sala riunioni, 15/01/2395, Ore 10:35. Data stellare
72039.56
> 
> Kenar scrutò il giovane seduto di fronte a sé dall'altra
parte del tavolo.
> Erano presenti anche Yamada, T'Kar, Queen ed Anari.
Ed Anena naturalmente.
> Kenar gettò un'occhiata piena di apprezzamento
a quest'ultimo. Era riuscito a
> gestire la situazione in modo
esemplare. Ma per quanto?
> Aveva avuto appena il tempo per visionare la
documentazione storica relativa al
> precedente contatto con Charles
Evans.
> Kirk era riuscito a dominarlo inizialmente con il proprio
carisma. Ma non a lungo.
> Anche in quel caso si era infatuato di un
membro dell'equipaggio. Janice Rand.
> Ma così l'aveva fatta sparire,
alla fine. Quando si era sentito tradito.
> I Thasiani l'avevano
riportata indietro. Loro avrebbero avuto la stessa fortuna?
> Decise di
essere diretto. Cauto ma diretto.
> " Charlie. Per quale motivo sei
salito sulla Seatiger? Sei scappato di nuovo? "
> Charlie si guardava
intorno, intimidito. Kenar si domandò se avesse fatto bene o
> male a
lasciare Finn fuori della riunione. Finn aveva dato prova di un gran
talento
> sul piano umano, ma qui una parola sbagliata avrebbe avuto
risultati disastrosi.
> " No che non sono scappato! I miei tutori... i
Thasiani, mi hanno affidato un
> compito. "
> " Quale compito? "
>
Charlie fece un gesto vago, verso la finestra che dava sullo spazio.
> "
Là fuori c'è un pianeta. Ci sono due razze su di esso. In contrasto. E
sono in
> procinto di andare tra le stelle. Hanno una nave. La loro
prima. "
> Il tono del ragazzo sembrava annoiato.
> " Me li hanno
affidati. Posso aiutarli od ostacolarli. Hanno detto che avrebbero
>
rispettato la mia decisione. Però mi hanno portato in una altro... coso
come si
> chiama... "
> " Universo? "
> " Sì ecco! Questo per dire
quanto si fidino di me. Comunque una volta arrivato ho
> sentito una
presenza familiare, e mi sono precipitato a vedere. Eravate voi!
>
Veniamo dallo stesso universo! "
> " Poche ore fa si è verificato
un'anomalia gravitazionale. Eri tu? "
> Il viso di Charlie si rabbuiò.
>
" Sì scusi, non si doveva vedere. È che non mi riesce ancora bene. "
>
Anena intervenne subito per sollevargli il morale.
> " Ma figurati! Anzi
i colori erano molto belli. "
> " Davvero? Se vuoi posso rifarli... "
>
" NO! Voglio dire, non subito. Magari dopo. "
> Kenar stava cominciando
a farsi un quadro. I Thasiani si erano trovati tra le loro
> incorporee
mani una bella gatta da pelare.
> Avevano salvato un ragazzino da morte
certa. Per poterlo fare gli avevano dato
> parte delle loro facoltà. Lo
avevano reso come loro. Ma senza la saggezza
> necessaria.
> Ed ora
avevano un ragazzino umano con il potere di un dio. Perché non glieli
>
toglievano? Cercò di mettersi al loro posto. Se dai ad un cieco dalla
nascita la
> vista poi potresti ritogliergliela se la usasse male?
> Un
bel dilemma etico.
> E così erano rimasti bloccati in una spirale di
responsabilità e dovere.
> Ma Charlie in oltre 130 anni non era maturato
di un giorno. Quindi avevano provato
> a responsabilizzarlo.
> Gli
avevano ridato forma fisica.
> Gli avevano affidato una situazione di
primo contatto.
> Una situazione critica, il punto più delicato nello
sviluppo di una società.
> Potenzialmente avrebbe potuto determinare il
futuro di questa parte di spazio.
> Un comportamento irresponsabile.
>
Charlie era ancora un ragazzino. L'unica cosa che gli interessava era
soddisfare
> i piaceri della carne. Prima si era rimpinzato di cibo e
poi si era gettato sul
> primo essere che aveva colpito la sua fantasia
di adolescente.
> Ora l'unica cosa che gli interessava era entrare nelle
mutande di Anena. Dove
> avrebbe trovato una sorpresa.
> Cosa aveva
pensato prima dei Thasiani? Saggezza? Non molto pareva. Forse
pensavano
> di rimettere a posto i guai del ragazzo?
> All'epoca i
Thasiani avevano riportato indietro i membri dell'equipaggio fatti
>
svanire da Charlie ma non i membri della Antares fatta esplodere dal
medesimo.
> Anche loro avevano dei limiti.
> La cosa migliore sarebbe
stato indurlo a lasciare la nave. Ma prima...
> " Charlie, prima hai
fatto scomparire un membro del mio equipaggio... il
> guardiamarina
Stoner. "
> " Sì, scusi capitano. Non avrei dovuto farlo. Ma è stato
molto maleducato. Ci ha
> interrotto e... "
> " Capisco, capisco. Ma ora
non sei più arrabbiato, vero? "
> " No, ora no. "
> " Potresti farlo
tornare, Charlie? Per favore? "
> Charlie soppesò l'idea per un po'. Poi
sorrise.
> " Certo che posso, anzi ho avuto un'idea. Perché non mi aiuta
con il mio compito?
> Se lo fa lo faccio ritornare. "
> Kenar non rimase
troppo sorpreso dalla proposta. O ricatto.
> " Ma i Thasiani hanno
affidato a te l'incarico. Saranno d'accordo? "
> " Hanno detto che non
avrebbero interferito, no? E poi anche chiedere aiuto a gente
> più
esperta di me è un modo di svolgere il compito. "
> * Certo. Oppure è un
metodo per sbolognare ad altri un lavoro che non ti interessa.
> Ma non
ho scelta. *
> " Suppongo che potremmo darti un aiuto... "
> " Perfetto!
"
> La nave cambiò vibrazione.
> Subito il comunicatore di Kenar
trillò.
> =^= Capitano! Qui Finn. La nave ha cambiato rotta da sola ed i
comandi sono
> bloccati ed è ricomparsa l'anomalia di stamani e ci
stiamo dirigendo verso di
> essa! =^=
> " Sì, signor Finn lo supponevo.
Mantenga la calma. La raggiungerò tra poco. "
> =^= Ma... =^=
> " Kenar
chiudo. "
> Kenar guardò il piccolo dio dall'altra parte della stanza
che gli sorrideva serafico.
> Anni prima Charlie aveva avuto difficoltà
a tenere sotto controllo una
> nave complessa come la Enterprise. La
Seatiger era una nave enormemente più
> complessa di una classe
Constitution. Kenar aveva sperato che fosse fuori dalle
> sue
possibilità. Ma a quanto pareva almeno dal punto di vista del potere
puro il
> ragazzo era cresciuto.
> Del resto allora aveva bisogno di
navi stellari per spostarsi. Ora apriva portali
> spaziotemporali.
> "
Non era necessario, Charlie. "
> " Così facciamo prima, capitano. Ma mi
scusi. Anzi, per farmi perdonare, aggiungo
> qualcosa all'offerta di
prima. Voi siete persi in questo universo, giusto? Se mi
> aiuta,
capitano, vi farò tornare nel vostro... nel nostro universo! "
> 
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