[Stml3] 05.07 Rashan - L'inizio della fine
Rashan
rashan.tholos a gmail.com
Mar 19 Giu 2018 21:19:57 CEST
Ciao,
eccovi il mio contributo. Ho preferito concentrarmi principalmente sul
proseguimento della trama "forzando" gli avvenimenti sul pianeta
Tempio di Dio. Pianeta imprecisato. 15/01/2395, Ore 10:00
“E’ tutto pronto?” Chiese Kver secco.
“Sì maestro.” Fu la risposta della sua protetta.
“Percepisco esitazione.” Il maestro si voltò di scatto e scrutò Selmai con
occhi di ghiaccio. L’anziano si trovava vicino ad una finestra dell’antico
tempio. L’antichità delle rocce con cui la costruzione millenaria era stata
costruita rendeva l’anziano Kver ancora più vecchio.
“No maestro.” Rispose Selmai abbassando lo sguardo.
“L’esitazione porta all’eresia.” Fu la rapida risposta di Kver.
“Si maestro.”
“Allora perché dubiti.”
“La guerra… tra poche ore saremo in guerra.” Selmai non voleva quella
guerra ma non voleva deludere il maestro.
“Una lotta contro gli infedeli non è una guerra… è un atto divino.” Kver
sorrise alzando le mani al cielo compiaciuto per l’imminente massacro.
“Si maestro.” Selmai rispose amaramente abbassando lo sguardo ma Kver non
poteva vederla in quanto le aveva dato le spalle e si era messo a
contemplare il panorama dalla finestra.
Montagne di Crull Pianeta imprecisato. 15/01/2395, Ore 12:55
La nave era immensa. Sarebbe stata più gusto definirla una astronave madre.
La costruzione aveva richiesto uno sforzo immane quasi impossibile. Il
primo quasi insormontabile scoglio era stato far cooperare i Due Popoli.
Scienziati e religiosi avevano dovuto lavorare assieme per realizzare il
progetto, i singoli componenti e l’assemblaggio. C’erano state tensioni,
furibondi litigi a causa di opinioni completamente diverse: come potevano
definire dei requisiti e caratteristiche tecniche di una astronave quando
metà del team ragionava scientificamente e l’altra metà ragionava con la
fede?
Poi c’era stato il luogo di costruzione. Ognuno dei Due Popoli voleva avere
nel suo territorio il cantiere ma alla fine, per ridurre le tensioni, si
era deciso di scegliere un luogo neutro. Purtroppo l’unico luogo neutro era
una quasi inaccessibile catena montuosa, l’unico posto di scarso interesse
per i due popoli. Lo sforzo logistico nel potare gli immensi componenti
dell’astronave e le difficili condizioni di lavoro in alta quota avevano
causato enormi problemi che avevano rischiato di far fallire il progetto
più volte.
Malgrado tutto la costruzione era terminata. Contro ogni probabilità
avevano costruito l’immensa astronave.
Il direttore dei lavori, uno scienziato di nome Fistarl, aveva più di un
motivo per esserne orgoglioso dell’operato. Ogni sera si sistemava in un
promontorio vicino a guardare la sua creatura illuminata dalla soave e
dorata luce del tramonto. Gli dava serenità e pace facendolo stare bene e
quella visione gli aveva dato la forza per superare le difficoltà e i
problemi della costruzione.
Era lì da qualche minuto quando si accorse di una seconda presenza. Si
voltò e riconobbe il vice direttore: il religioso Kentrar.
Nessuno dei due parlò. Non si erano mai fidati l’uno dell’altro fin
dall’inizio della costruzione. Si erano tollerati guardandosi con sospetto
per tutta la costruzione. Eppure, malgrado le enormi differenze culturali e
i problemi nessuno dei due poteva dire di aver lavorato male con l’altro.
Anzi!
Entrambi si erano comportanti come se fossero superpartes rispetto ai
propri compiti permettendo di superare i continui litigi fra i Due Popoli e
le difficoltà di quell’ardito progetto.
Nessuno dei due l’avrebbero mai ammesso. Ma si erano avvicinati molto e,
inconsciamente, avevano iniziato a fidarsi l’uno dall’altro rompendo il
ghiaccio tra le loro razze.
Forse c’era speranza per I Due Popoli, forse i millenni di guerre, che
avevano insanguinato il loro mondo, potevano essere superati camminando
insieme verso la via delle stelle.
Era una bella speranza e Fistarl voleva proprio crederci. In cuor suo
sperava che anche Kentrar condividesse la sua speranza.
Kentrar, anche se non l’avrebbe ammesso col collega, condivideva gli stessi
stati d’animo dello scienziato e la sua presenza su quell’altopiano ad
osservare il lavoro fatto era una tacita conferma che entrambi la
pensavano uguale.
In quel tranquillo e caldo tramonto tutto sembrava andare per il migliore
dei modi e che sarebbe stata la pace e la tolleranza il futuro dei Due
Popoli.
Purtroppo l’infame destino spezzò i loro sogni in quello stesso istante.
Non se ne accorsero subito. Il vendo trasportò solo deboli urla.
Il primo a sentire qualcosa fu Kentrar che ruppe il silenzio chiedendo:”Ma
sono delle urla?”
“Non sento nulla.” Fistarl si concentrò al massimo per sentire meglio ma
nel mentre il collega gli si avvinò e attivò una specie di tricorder. Lo
strumento di analisi funzionò nella modalità binocolo e sullo schermo
apparve quello che stava accadendo a un chilometro di distanza in linea
d’aria vicino alla nave.
“Stanno combattendo… i religiosi stanno attaccando a sorpresa:” Quelle
parole morirono in gola Fistarl.
Fistarl accusò il colpo arretrando disgustato. Sputò quelle parole con
tutta la rabbia e frustrazione che aveva in corpo:”Ci state massacrando…
perché?”
Quelle parole ferirono Kentrar più di un colpo di laser. Il religioso,
completamente ignaro del piano di attacco, fece un passo indietro
barcollando.
I due si guardarono con guardi carichi di odio e disprezzo e la pace e la
speranza morirono in quell’istante.
USS Seatiger,Bar di prora modificato
15/01/2395, Ore 13:00
La strana cena tra Anena e Charles al bar di prova stava procedendo tutto
sommato bene. Il consigliere, grazie anche alle sue caratteristiche di
El-Auriano, stava intrattenendo l’umano facendolo parlare di sé, dei suoi
sogni e delle sue aspettative.
Il capitano era l’unica altra persona nel locale. Il trill si teneva a
distanza defilato a sorvegliare la situazione. Sembrava più un cameriere o
una guardia del corpo piuttosto che un capitano.
Era tutto tranquillo e, malgrado la situazione, sotto controllo. La nave
procedeva sulla rotta impostata da Evans. Non avevano ancora ripreso il
controllo ma non c’erano nemmeno avvisaglie di pericolo.
D’improvviso Charles urlò:”Nooo non è possibile.”
Il giovane cadde rovinosamente dalla sedia impattando con il freddo acciaio
del pavimento. Kenar scattò in avanti rapidamente ma Anena era più vicina
si avvicinò per vedere cosa stava succedendo.
Evans si teneva la stesa e ripeteva:”no no no… ho fallito… perché lo stanno
facendo?”
Capendo che non era un problema fisico a turbare il giovane Anena afferrò
Charles per cercare di calmarlo:”Che cosa succede Charlie?”
La nave iniziò a sobbalzare violentemente sollecitata da forti vibrazioni,
il capitano, ormai a poca distanza, perse l’equilibrio e cadde. Il
turbamento di Charlie si stava riflettendo sulla nave con rovinosi effetti.
Kenar vide alcuni sistemi saltare in una esplosione di scintille mentre un
replicatore prendeva fuoco. Con un brivido pensò che se quello era il
disastro al bar di prora chissà cosa stava succedendo in sala macchine.
Anena si aggrappò al tavolo mentre cercava di tranquillizzare ragazzo. Il
capitano strisciando a terra lì raggiunse i due nello stesso istante in cui
il ragazzo spiegò la situazione:”Sul pianeta… le due fazioni hanno iniziato
ad uccidersi.”
Kenar afferrò il ragazzo dicendo:”So come ti senti… ma devi lasciare il
controllo della mia nave o la distruggerai.”
“Non volevo che scoppiasse una guerra… . “Charlie scosse la testa:”Non è la
mia parte cosciente... .”
Il capitano sorrise e con gentilezza e risoluzione disse:”So che sei una
persona buona e che non vuoi questo… ma lascia il comando della mia nave.”
Anena lo incalzò:”Fidati del capitano, noi siamo qui per aiutarti.”
Evans sembrò calmarsi e la nave smise di sobbalzare. Tutto tornò tranquillo.
Rapidamente arrivò la chiamata di Finn:=^=Capitano… qua abbiamo pogato alla
grande, che succede? Ci sono scintille e pezzi che volano.=^=
Kenar sorvolò sul dettagliato rapporto danni del primo ufficiale:”Ci sono
feriti?”
=^=Il dottore ci segnala alcuni piagnistei e qualche ginocchio sbucciato ma
nulla di grave.=^=
Kenar sorrise sollevato per poi chiedere:”Abbiamo il controllo?”
Ma Finn chiese:=^=Di che cosa?=^=
Kenar alzò gli occhi al cielo:”Della nave, signor Finn.”
=^=Ah quella… boh… . =^= Il tono tranquillo del primo ufficiale sollecitò
la pazienza del Trill ma l’umano riuscì a cavarsi d’impacciò
rapidamente:=^=Sì… mi fanno segno di sì, abbiamo il controllo.=^=
“Bene, mantenete rotta e velocità.” Ordinò il capitano.
=^=verso il pianeta… ma come si chiama… =^=
“Proprio quello.” Taglio corto il capitano.
Quel piccolo siparietto strappò un sorriso ad Anena e generò una forte
risata in Charlie. Era una risata profonda, spensierata e sincera tipica
degli adolescenti.
“Grazie capitano.” Disse il giovane.
“Di che cosa?”
“Dell’aiuto… poteva andare da qualsiasi altra parte ma ha mantenuto la
rotta.”
Kenar rispose con un occhiolino.
“Come stai Charlie?” Chiese Anena.
“Meglio… quando ho sentito tutte quelle vite spezzate così inutilmente…
“Non terminò la frase, abbasso lo sguardo, guardò davanti a sé e
aggiunse:”Perché capitano? Perché si devono uccidere per così futili
motivi? Non è meglio uscire a divertirsi?”
“Purtroppo non ho risposte alla tua domanda… molte persone anche più
intelligenti di noi si sono poste questo quesito senza riuscire a
risolverlo. Ti attende un compito difficile, pacificare un mondo in perenne
guerra.” Il capitano guardò il giovane dritto negli occhi:”Noi abbiamo una
legge, la prima direttiva, che ci impedisce di agire direttamente e
interferire con quella civiltà ma, pur rispettando questa norma
fondamentale, faremo di tutto per consigliarti e aiutarti a svolgere
quest’arduo compito.”
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Ciao
Fabrizio
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Tenente Comandante
Rashan Tholos
Capo OPS
USS Redoutable
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