[Stml3] [MEX 05.03]: Aurore boreali bicolori e diamantini verdi

illu illuminato666 a gmail.com
Ven 2 Mar 2018 00:43:48 CET


Bellissimo pezzo. introduce bene il carattere nel nostro el-auriano.
complicato, nevrotico e con un pizzico di malinconia elfica (per un attimo
lo ho immaginato imbarcarsi ai Porti Grigi)

Massimiliano aka illu aka Carelli

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Il giorno 1 marzo 2018 22:25, Consigliere Lawtoein <lawtoein a gmail.com> ha
scritto:

> Buona lettura a tutti,
> un abbraccione,
>
> la semi-presente ma mai assente
> Marty
>
> =============================
> Titolo: 05.03 Aurore boreali bicolori e diamantini verdi
> Precedente: 05.02 Gioco di squadra o battitore libero?
> Autore: Martina/Lawtoein
> =============================
>
> *** Luogo imprecisato
> Data e ora imprecisate ***
>
> L’orizzonte aveva un colore che non gli piaceva più. Quella era la sua
> casa da sempre quindi la conosceva molto bene. Il problema era che nessuno
> si era mai spinto oltre quell’orizzonte.
> Se avesse detto a qualcuno quali erano i suoi sentimenti al riguardo ci
> sarebbero stati provvedimenti che lui non era certo gli sarebbero piaciuti.
> Non si poteva desiderare di andare oltre l’orizzonte.
> Non si poteva provare quel sentimento di ansia profonda che lo pervadeva
> sempre.
> Non si poteva… non si poteva… quante erano le cose che non si potevano
> fare. In una società come la loro, dove le eccezioni erano più delle regole
> non era certo avesse un senso vivere.
>
> Quell’orizzonte, che i Poeti Deputati declamavano da millenni e che da
> millenni i Pittori Deputati congelavano su tela, non cambiava mai. Nulla
> cambiava nel loro mondo. Solo le facce delle persone si alternavano, ma
> l’esistenza era così codificata e regolata, che persino quei volti alla
> fine tendevano nella sua mente a somigliarsi tutti.
> Non notava alcuna differenza.
> La cosa che più detestava era osservarsi in qualunque superficie
> riflettente fino a rendersi conto che persino il suo stesso volto oramai
> gli sembrava omologato. Non era più certo di avere un’identità.
> Forse quello era lo scopo ultimo del loro mondo. Diventare un unico
> conglomerato di esseri senza identità né pensiero unitari, in grado di
> interagire come un’unica enorme gigantesca massa…
> Non gli piaceva. Lui voleva essere unico.
>
> Rientrando al suo luogo del riposo, dopo il suo periodo della veglia,
> osservava stancamente gli automi attorno a lui domandandosi quanti altri,
> nel loro intimo pensassero le stesse cose, immaginassero altre realtà e
> altri modi di esistere. Quanti volessero qualcosa di più. Nessuno se doveva
> valutare dagli sguardi vacui di chi camminava solitario o le poche parole
> che i gruppetti o le coppie si scambiavano, frasi che avrebbe potuto citare
> a memoria dato che gli argomenti erano pochi e la reale sorpresa  non
> sapeva più cosa fosse.
> Forse fu davvero l’unico a notare uno strappo nell’orizzonte. Pochi
> secondi. Un attimo.
> Forse  stava impazzendo. Forse il suo desiderio di squarciare
> quell’orizzonte opprimente lo stava davvero portando alla pazzia. Forse
> sarebbe dovuto salire la Guglia e presentarsi al Sommo perché lo
> riconducesse alla via. Impercettibilmente volse lo sguardo verso la Guglia
> che si ergeva maestosa sospesa contro la trama rossastra che richiudeva le
> vite. Forse… o forse no…
>
>
> *** USS Seatiger, Alloggio Guardiamarina Lawtoein
> 15/01/2395, Ore 07:00 – D.S. 72039.16 ***
>
> Adorava i turni domenicali.
> Anche in quella situazione di allarme costante si percepiva sempre una
> minima differenza nell’equipaggio. La Federazione aveva sempre cercato di
> mantenere, sulle navi, un ritmo di vita terra centrico. Anni basati sul
> moto di rivoluzione di SOL, giorni basati sul moto di rotazione di SOL III,
> turni di lavoro di conseguenza…
> Certo esisteva una data stellare, ma alla fine le navi Federali erano
> figlie dei terrestri.
> Anena si rivolse un’occhiata critica allo specchio.
>
>  “Perché cavolo le uniformi sono sempre così formali. Mai un minimo di
> fantasia di allegria di colore vero.”
>
> Quanto meno quella nave, in qualche modo, sembrava ritagliata per lui.
> Alla fine la sua scelta istintiva ed illogica lo aveva portato a trovare
> una collocazione in cui stava assestandosi molto ben.
> Si era fatto l’opinione che il Capitano, nell’eccezionalità delle
> circostanze si fosse ben adattato ad interagire con ufficiali che,
> probabilmente, dai quadripalluti in su avrebbero provocato crisi di
> orticaria tellarita.
> Molto più probabilmente il suo Primo Ufficiale, che tutto era tranne che
> uniformato, l’aveva costretto ad adattarsi. Il che tutto sommato era buon
> per lui.
>
> “Precisamente… buon per me.” Lo disse mentre ritoccava leggermente il
> trucco allungando la linea degli occhi con una piccola fila di diamantini
> che richiamavano l’azzurro/verde dell’uniforme. Così andava meglio. In
> fondo era un giorno festivo!
>
> Comunque non era male la nave e nemmeno l’equipaggio. Stranamente non
> provava un senso di disagio atroce nel dover conoscere persone nuove. Forse
> gli anni come barista lo avevano davvero aiutato ad aprirsi agli altri più
> che semplicemente subire il flusso delle emozioni altrui. Anche se era
> decisamente più alta la probabilità che a farlo sentire relativamente a suo
> agio fosse la totale e strana eterogeneità del personale lo facesse sentire
> meno fuori luogo di quanto normalmente accadesse. Tornò con la mente a
> qualche tempo prima, al suo colloquio con il capitano Kenar. Non aveva
> problemi ad ammettere che i trill avevano un forte ascendente su di lui. Ci
> si ritrovava in loro. Lui stesso si sentiva ospite di mille altre entità,
> memorie, personalità. Lo affascinava notare come, anche una razza dalla
> vita così breve rispetto alla sua, potesse rapidamente scendere a patti con
> la presenza di una tale mole di ricordi e un tale carico di emozioni.
>
>
> *** Flashback ***
> *** 13/01/2395, Ore 09:00 – D.S. 72033.91 ***
>
> “Signor Lawtoein, come sa siamo molto lieti di averla a bordo…”
>
> Quella mattina Arjian, dopo il riassegnamento delle mansioni tra i suoi
> ufficiali il giorno precedente, si era ritagliato il tempo per incontrare i
> nuovi membri dell’equipaggio, lasciando Anena Lawtoein per ultimo.
> L’uomo… la persona… si era dimostrato in gamba. Non sapeva cosa si sarebbe
> potuto aspettare a lungo termine. Si sarebbe inserito, sarebbe risultato
> davvero utile o si sarebbe solo divertito come in Accademia? Non c’erano
> vie di fuga qui, ovunque fosse il qui… quanto meno non le avevano ancora
> trovate.
> Quando l’el-auriano era entrato nel suo ufficio quella mattina era stato
> spiazzato. Fino a quel momento lo avevano sempre visto decisamente pieno di
> piume, come gli aveva fatto notare il Doc. Quella mattina invece ad entrare
> nel suo ufficio fu decisamente un uomo. In abiti quasi sobri, i capelli che
> non erano un groviglio di spine irte e non era truccato Anena Lawtoein
> poteva senz’altro essere definito un bel ragazzo.
> Un persona così esplosiva davvero non sapeva bene come trattarla.
>
> Da parte sua Anena sapeva fin troppo bene come gli altri vivevano la sua
> presenza. Anni in Accademia e non solo gli avevano spiegato chiaramente
> cosa l’universo, o quanto meno la parte di esso dove gli era capitato di
> vivere, si aspettasse da lui. Non che gli pesasse vestirsi secondo i canoni
> più tradizionalmente associati alla sua appartenenza, biologicamente
> parlando, al sesso maschile.
> La sua elevata empatia lo metteva spesso nella dicotomica situazione di
> voler facilitare gli altri anche a costo di violentare sé stesso.
> Fortunatamente quel giorno non era stato così indispensabile. Non aveva
> voglia di essere particolarmente visibile.
> I posti nuovi lo mettevano sempre in uno stato di agitazione e disagio
> insieme. La necessità di passare inosservato diventava prevalente.
>
> “Nonostante le modalità del nostro incontro, non certamente ideali, il
> piacere è tutto mio Capitano Kenar.”
> “Non la stupirà sapere che ho cercato informazioni sul suo conto nel
> nostro database. Devo ammettere che ha avuto una vita alquanto…
> movimentata.”
> “Capitano… - riprese Anena sorridendo - …movimentata è un po’ scarna come
> definizione. Mi permetto però di dire che, vista la vostra situazione
> attuale, non mi sembra che voi conosciate la noia.”
> “A tal proposito…”
>
> Il Capitano lasciò andare il D-padd poggiandosi all’indietro, cercando il
> migliore approccio alla situazione.
>
> “Lasci che le faciliti la scelta delle parole, vuole Capitano Kenar? Lei è
> sotto organico, io sono pur sempre un ufficiale della Flotta Stellare…
> seppur un po’ arrugginito e sicuramente diplomato in un’altra epoca. Le
> manca un consigliere. Mi hanno rivoltato come un guanto e le hanno detto
> che, apparenze a parte, sono pienamente in me. Sa che non può di fatto
> obbligarmi a farlo dato che la Flotta mi ha concesso di non rientrare in
> servizio. Ciò nonostante pensa sia suo dovere chiedermi di accettare quel
> ruolo e nel caso dicessi di no, pensa sia suo dovere provare a convincermi
> con tutte le sue forze. Ho ragione?”
> Nel parlare Anena si era sporto in avanti, appoggiando i gomiti alle
> ginocchia e il mento sulle mani raccolte.
> Accorciare le distanze non sempre era un buon metodo, ma aveva la
> sensazione istintiva che il Capitano non si sarebbe sentito intimidito da
> questo gesto quanto lo era stato, magari solo per un momento, dal suo body
> di seta e pizzo.
> “Abbastanza.”
>
> Anena si lasciò andare ad una sincera risata.
>
> “Abbastanza? Davvero la mette in questo modo? Ma lei non molla mai di un
> centimetro? Lo sappiamo entrambi che ho parecchia ragione. – si interruppe
> brevemente prima di riprendere sotto lo sguardo perplesso di Kenar – Vede
> Capitano, nel 2372… 23 anni fa per lei uno solamente per me, ho chiesto di
> non essere ripreso in servizio perché non trovavo un giusto modo di
> collocarmi all’interno della struttura della Flotta Stellare. Non mi
> fraintenda. Come molti giovani ho compiuto delle scelte per i motivi
> sbagliati, questo non implica che le scelte fossero sbagliate. Semmai che
> lo erano in un certo momento. In realtà io mi sento ufficiale della Flotta
> Stellare più di quanto i rapporti che ha letto su quel D-padd possano farle
> credere. Io sono una persona complicata Capitano Kenar. Sarà per il mio
> essere el-auriano, sarà per la mia educazione, sarà semplicemente per il
> mio carattere, ma questo è stato il miscuglio alla base dei miei problemi
> di integrazione.”
>
> Anena si riappoggiò allo schienale della poltroncina con un breve sospiro
> prima di riprendere.
>
> “Non le sto spiegando questo perché io e lei si debba per forza diventare
> amici e questo sia il modo per accorciare i tempi di acclimatazione
> reciproca Capitano. Le sto dicendo questo perché nel poco tempo trascorso
> qui a bordo mi sono reso conto che lei è stato in grado di vedere oltre le
> mie maschere e se ho ragione, non si sente a suo agio con l’idea di
> forzarmi a fare alcunché. Quindi, ringraziandola, accetto.”
>
> Oramai su quella nave, in quella situazione, gli capitava spesso di essere
> stupito. Cosa che stava cominciando quasi pure a piacergli davvero.
>
> “Benvenuto nel mio equipaggio, Guardiamarina Lawtoein.”
>
>
> *** USS Seatiger, Bar di prora
> 15/01/2395, Ore 08:25 – D.S. 72039.32 ***
>
> Anena stava conversando tranquillamente quando quella strana sensazione lo
> colpì allo stomaco. Fece un cenno alla giovane Guardiamarina con cui stava
> dissertando di flussi tachionici.
>
> “Scusa, ma c’è qualcosa di strano…”
>
> Esattamente in quel momento il notturno di stelle che accompagnava
> qualsiasi viaggio nello spazio, e che faceva sempre sognare Anena, esplose
> in un lampeggiare di strali di colore giallo/arancione su un fondale
> violaceo. Anena lo percepì e basta… non aveva bisogno che qualcuno glielo
> spiegasse.
> Scusandosi in silenzio si allontanò dal tavolino e appartandosi in un
> angolo del bar, con lo sguardo fisso come tutti gli altri presenti su
> quella specie di aurora boreale bicolore sfiorò il proprio comunicatore
> riflettendo che i suoi diamantini non si intonavano per nulla con quel
> fenomeno…
>
> “Capitano Kenar, qui Guardiamarina Anena… scusi se la disturbo ma… le era
> mai capitato di vedere una piega del sub spazio prima di ora?”
>
>
>
> --
> ===========================================
> Guardiamarina Anena Lawtoein
> Consigliere
> USS Seatiger - NCC 72733
> ===========================================
> Martina mail: Lawtoein a gmail.com
>        Skype: martina_fvg
>       Jabber: Lawtoein
> ===========================================
>
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> Non esistono domande stupide solo risposte stupide
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