[Stml3] [MEX 05.04]: Siamo qui per Servire
Silvia Brunati
sbrunati a gmail.com
Lun 26 Mar 2018 17:23:47 CEST
Ciao,
ecco il pezzo, scusate il ritardo.
Non è lunghissimo, spero vi piaccia. :)
Silvia
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Titolo: 05.04 Siamo qui per servire
Precedente: 05.02 Aurore boreali bicolori e diamantini verdi
Autore: Silvia/Tkar
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*USS Seatiger, Alloggio Tenente Comandante Tkar, 15/01/2395, Ore 09:00*
Tkar leggeva con interesse. Ad un osservatore esterno la cosa non sarebbe
risultata affatto evidente perché non c’era nulla nel suo viso che tradisse
la benché minima emozione ma, se si faceva particolare attenzione al modo
in cui ‘non’ era rilassato; al fatto che i suoi occhi non si staccassero
nemmeno per un istante dalle pagine del libro che teneva fra le mani e alla
piega delle labbra, leggermente più tirate del solito, allora si, si
sarebbe potuto dire che quello che stava leggendo gli piaceva. Rimase in
quella posizione per alcuni minuti, poi chiuse con attenzione il libro,
come se temesse di rovinare la delicata copertina di carta e lo posò sul
tavolino davanti a sé. Restò per qualche istante a fissare il vuoto, o
meglio la parete del suo alloggio sulla quale era appesa una litografia
delicata, opera di un maestro poco conosciuto di Raal, prima di riprendere
in mano il libro e rileggere il paragrafo che aveva appena finito. Abbassò
nuovamente il libro dopo pochi secondi.
“Interessante”, commentò mostrando la reattività di un ippopotamo immerso
nell’acqua. “Computer, nota personale”, aggiunse in tono più formale.
“Appunti su ‘il Gioco di Ender’: le decisioni tattiche prese in situazioni
disperate possono prescindere da questioni etiche e morali. La scelta di
metterle in atto, graverà su chi prenderà la decisione”.
=^= Capitano Kenar a comandante Tkar =^=
=^= Signore?=^=
=^= Mi spiace disturbarla nel suo turno di riposo, comandante, ma avrei
bisogno che mi raggiungesse nel mio ufficio. =^=
*** Luogo imprecisato
Data e ora imprecisate ***
Selmai rise di cuore vedendo Forra cadere nel vuoto. Quando il suo corpo
molliccio rimbalzò sulle rocce in fondo al dirupo come un pupazzo rotto, si
sporse per seguirne le evoluzioni con il sorriso che le allargava la bocca
dividendole in viso quasi in due.
“E’ mio!!!” Esclamò con un strillo saltellando sulle tre gambe per poi
rimettersi a correre lungo lo stretto sentiero, “mio, mio, mio!”
Il maestro Kver l’avrebbe sicuramente elogiata per essere riuscita a
battere tutti gli altri candidati, era riuscita, contro ogni speranza, a
elevarsi sopra tutti e guadagnarsi la corazza da soldato. Sarebbe stata una
guerriera, la prima della sua razza, l’unica della sua famiglia. E sarebbe
stata elogiata da tutti. Doveva solo raggiungere la cima della montagna e
gridare a tutta la città che ce l’aveva fatta.
Non le restavano che pochi metri da percorrere, una distanza brevissima che
avrebbe cambiato per sempre la sua vita. Mentre aggirava una roccia, con la
coda del terzo occhio le sembrò di vedere un’esplosione di colori, qualcosa
di talmente rapido che per un attimo il cervello di riserva fu tentato di
accantonarlo come una mera illusione. Si fermò di scatto rischiando di
inciampare sulle sue stesse gambe e girò lentamente la testa verso destra.*
Anomalia di classe 4.* Chiuse tutti gli occhi di scatto scuotendo la testa
come per rifiutare quello avevano appena registrato. *No, no, no*. Non
adesso che stava per realizzare il suo sogno!
Riaprì l’occhio centrale e sgnarlò.
*USS Seatiger, Ufficio del capitano Kenar, 15/01/2395, Ore 09:10*
Quando Tkar arrivò la scena che gli si presentò rientrò immediatamente
sotto la categoria ‘Finn’ del suo diario mentale. Senza porsi domande sul
perché il primo ufficiale di spalle stesse sbattendo la testa contro la
parete con un ritmato, e lento, *tump *, si rivolse perciò al capitano che,
con espressione rassegnata, gli fece cenno di avvicinarsi. Seduto davanti
alla scrivania, il consigliere Lawtoein sembrava invece impreparato di
fronte al comportamento del primo ufficiale, che fissava con espressione
sconcertata.
“Signore?” Chiese Tkar a Kenar. *Tump. *Fece la testa di Finn.
“Comandante, l’aspettavamo”. *Tump.* Tkar portò la sua attenzione sul
capitano che sospirò. “Signor Finn,” *tump*, “questa riunione non ha nulla
a che fare con una sua valutazione psicologica, si segga”. *Tum..*
“Oh,” esclamò il primo ufficiale fermandosi di botto, “ottimo materiale,
davvero ottimo materiale,” commentò dando un paio di colpetti con la mano
alla paratia vittima delle sue testate. “Sanno davvero il fatto loro nei
bacini di costruzione.” Aggiunse mentre si sedeva.
Scuotendo appena la testa, il capitano portò lo sguardo sul consigliere,
“riferisca loro quello che mi ha raccontato, la prego”.
Distogliendo con difficoltà lo sguardo da Finn, l’el-auriano sbatté un paio
di volte le palpebre incredulo poi si schiarì la gola. “Circa una mezz’ora
fa ho assistito, insieme agli altri presenti, al manifestarsi di un
fenomeno insolito nel bar di prora, “ incominciò per poi correggersi
rapidamente vedendo Finn aprire la bocca per intervenire, “non proprio
all’interno, fuori, nello spazio. Viene solitamente definito onda
gravitazionale e di fatto è quello che solitamente da origine ad un
wormhole o cunicolo spazio-temporale.”
Un fenomeno del genere poteva significare un tunnel spaziale, ma Tkar non
diede voce alla sua deduzione perché c’era un’alta possibilità che ci fosse
un motivo per cui era stato convocato lui e non l’ufficiale scientifico.
“Un tunnel spaziale!?” Esclamò Finn, “ha già avvertito il tenente Anari? E’
un’occasione da non perdere signore! Potremmo tornare a casa!”
L’entusiamo di Finn fu smorzato da un’occhiata di Kenar che, subito dopo
fece cenno al consigliere di proseguire.
“Un’onda gravitazionale non necessariamente causa la nascita di un tunnel,
signor Finn,” spiegò pazientemente il consigliere, “soprattutto se
quest’onda si manifesta con un’esplosione di colori come questa. Le onde
gravitazionali sono solitamente generate dalla forza di attrazione
gravitazionale e dalla massa degli oggetti che si muovono nello spazio. Il
movimento dei pianeti genera onde gravitazionali, una nave spaziale genera
onde gravitazionali, quando camminiamo generiamo micro-onde gravitazionali.
Solitamente è un fenomeno naturale che può o meno generare tunnel spaziali
o disperdersi nello spazio fino ad esaurirsi.”
“In questo caso invece?” intervenne Tkar.
“La rifrazione della luce generata da questa piega del sub-spazio non è
normale,” rispose Lawtoein, “le onde gravitazionali non sono fenomeni
rilevabili ad occhio nudo.”
Tkar fissò il capitano.
“Questo che sta cercando di dire il consigliere,” disse Kenar, “è che
qualcuno ha forzato, o sta provando a forzare una frattura in un’onda
gravitazionale”
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Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano
occupati. Bertolt Brecht
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