[Stml3] [MEX 07.01]: Contrasti e Ologrammi - Tkar
Silvia Brunati
sbrunati a gmail.com
Mer 10 Lug 2019 13:44:58 CEST
Ecco il brano, spero vi piaccia!
Silvia/Tkar
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Brano: 07-01
Titolo: Contrasti e Ologrammi
Autore: Tenente Comandante TKar
(aka Silvia Brunati)
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USS Seatiger – Sala Ologrammi 1 –corridoio esterno
01/07/2398 Ore 12:15
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Il guardiamarina Latitude era chino sulla consolle della sala ologrammi 1 e
controllava ripetutamente i risultati che il tricorder gli mostrava
cercando di venire a capo di quello che stava leggendo e contemporaneamente
ignorare la presenza del tenente comandante Tkar al suo fianco. Non che il
comandante facesse nulla per disturbare il suo lavoro, il vulcaniano era
tranquillamente appoggiato alla paratia di fianco che controllava un padd.
Tuttavia, la sola presenza di Tkar aveva il potere di innervosire il
giovane guardiamarina che mai si era trovato solo con lui prima d’ora.
“Okay!” Esclamò dopo cinque minuti sbattendo i palmi delle mani l’uno
contro l’altro e raddrizzandosi. Il vulcaniano sollevò appena lo sguardo
per guardarlo. “La notizia buona è che non c’è alcun guasto.”
Tkar lo fissò in silenzio per un paio di lunghissimi secondi poi, con la
stessa espressione di chi sta facendo uno sforzo di conversazione chiese,
“la cattiva qual è?”
“Oh!” Esclamò preso contropiede Latitude, “ovviamente c’è una cattiva
notizia.”
Tkar attese in silenzio che proseguisse, “le registrazioni confermano la
presenza del signor Gallavin in sala ologrammi, ma non la sua uscita.”
“Quindi è ancora all’interno,” constatò il comandante.
“Si, cioè no,” si contraddisse Latitude, “non lo so.” Ammise alla fine con
un sospiro. “Potrei avanzare delle ipotesi ma, “ si affrettò ad aggiungere
sotto l’attento sguardo di Tkar, “è prematuro e vorrei prima consultarmi
con il comandante Carelli.”
“Mi aggiorni appena avrete delle novità,” ordinò Tkar iniziando a muoversi.
“Signore?” Lo richiamò Latitude dopo un momento di esitazione, “devo
impedire l’accesso alla sala ologrammi?”
“Certamente. Nessuno entra e nessuno esce fino a nuovo ordine,” confermò il
comandante.
“Nemmeno se si tratta di Gallavin?” La battuta era sfuggita a Latitude
prima che riuscisse ad impedirsi di farla. Tkar sollevò un sopracciglio.
“Qualora il signor Gallavin,” gli rispose come se stesse parlando ad un
bambino piccolo, “dovesse comparire, sarà meglio che mi avvisi
immediatamente.”
“Si signore,” rispose Latitude deglutendo.
Il vulcaniano lo fissò ancora per qualche istante poi, con un breve cenno
del capo, riprese a camminare.
Una volta svoltato l’angolo, tuttavia, Tkar riesaminò la conversazione
appena conclusasi. Dall’attenta osservazione del signor Finn, aveva dedotto
che l’espressione ‘notizia buona/cattiva’ era una delle preferite dei
terrestri, per quanto, per lui, fosse sostanzialmente illogica. Non
esistevano notizie buone o cattive, solo notizie. Tuttavia, anni di
frequentazione avevano portato i vulcaniani a comprendere la maggior parte
delle espressioni che i terrestri amavano così tanto e ad imparare quali
fossero le corrette risposte. Questo non voleva dire che Tkar fosse sempre
pronto a rispondere nel modo adeguato, ma grazie al signor Finn, che suo
malgrado era una fonte infinita di insegnamenti, stava iniziando a
‘prenderci la mano’.
“Signore!”
Tkar si fermò di nuovo girandosi a guardare Latitude che l’aveva seguito.
“Cosa faccio con il programma? Lo disattivo?”
La domanda era interessante, Tkar si prese qualche secondo prima di
rispondere per valutare cosa fosse meglio da fare.
“No.”
USS Seatiger – Ologramma 1-0-0-3
30/06/2397 Contemporaneamente
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Qualcosa non andava. Non sapeva più in quale realtà si trovasse, la sua o
quella dell’essere che, a sua volta, non era più nella sua realtà. O forse
si. Il dolore gli aveva reso difficile ragionare e per vincere era stato
costretto ad attingere ad altro. Aveva vinto? O era solo un’impressione?
Qualcosa non andava. Non gli piaceva quello che era successo, non gli
piaceva!
Perché era arrabbiato e cos’era la rabbia?
Non conosceva quella parola eppure voleva prendersela con qualcosa, con
qualcuno per l’ingiustizia cui era stato sottoposto! Avrebbero pagato per
quello che gli avevano fatto!
Ma fatto cosa?
Qualcosa non andava.
Qualcosa non andava.
USS Seatiger - Sala Ologrammi 2 – Ponte 9
30/06/2397 Contemporaneamente
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Il comandante Finn si era lasciato convincere ad andare a quel concerto
controvoglia, ma ora si stava divertendo. Più che divertendo, era
decisamente esaltato. Il suo corpo si muoveva a ritmo della musica e la
testa ondeggiava avanti ed indietro mentre la sua bocca cantava ogni
singola parola della canzone che la band stava suonando. Ogni mossa che il
cantante faceva sul palco Finn la ripeteva allo stesso modo, con maggior
energia e più convinzione. Viveva quel concerto come se fosse stato il suo.
“Sono proprio bravo!” Gridò nell’orecchio di Anari per sovrastare la
musica, la denobulana li sfoderò un sorriso abbagliante.
“Per me è uno dei tuoi concerti migliori!”
Finn non rispose preso com’era in una giravolta che terminava con spaccata.
Accanto a loro diversi spettatori sembravano combattuti fra il guardare
l’esibizione sul palco e quella del primo ufficiale della Seatiger. Sorrisi
divertiti e stupiti accompagnavano ogni mossa di Finn e Anari, che si era
unita a lui per cantare.
“Bravo! Uuuuuhhh!” Gridò Finn applaudendo alla fine della canzone. “Hai
ragione! Questo concerto è fantastico! E’ un po’ strano fare lo spettatore
di se stessi, ma è uno sballo!”
Anari rise saltellando su una gamba e poi sull’altra applaudendo. “Sapevo
che ti sarebbe piaciuto! E non è ancora finita!”
“Che vuoi dire…?”
In quel momento il cantante sul palco sollevò una mano per chiedere
l’attenzione e la folla si concentrò tutta su di lui.
“Grazie, siete fantastici!” Applausi e grida accompagnarono le sue parole.
“E’ bellissimo essere qui stasera con voi e, proprio perché è una serata
eccezionale faremo una cosa che non abbiamo mia fatto prima…”
“Strano, non mi ricordavo di aver detto questa frase,” commentò Finn
perplesso.
“...nel pubblico oggi c’è una persona speciale, qualcuno che vorremo
invitare qui sul palco…”
“Hai mai cantato con te stesso?” Gli chiese all’improvviso Anari con un
sorrisone.
“Solo quando ero molto ubriaco,” rispose Finn sgranando gli occhi.
“Comandante Finn! Salga con noi sul palco allontanandosi da
quell’abominio!” Gridò il Finn olografico.
“Questo non era previsto,” commentò Anari mentre tutti attorno a loro si
giravano a guardarli.
“Abominio?” Esclamò perplesso Finn.
USS Seatiger – Ologramma 1-0-0-3
30/06/2397 Contemporaneamente
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Altri esseri, li sentiva, li percepiva, non li voleva. Uno soprattutto non
lo voleva. Poteva schiacciarlo, poteva liberarsene, avrebbe potuto
vendicarsi di tutti i torti subiti eliminandolo per sempre. No! Qualcosa
non andava! Cos’era questa nuova parola? Vendetta?
Aveva sbagliato, c’era uno strappo, lo sentiva, qualcosa si era infilato
dove non doveva. O forse no, forse era sempre stato così.
Qualcosa non andava. Si insinuava dentro di lui. In quale realtà però?
Perché era tutto così difficile? Dove fare qualcosa, doveva fermare la
musica, doveva liberarsi di quello che lo faceva soffrire.
Qualcosa non andava.
Qualcosa non andava.
USS Seatiger – Ingegneria
30/06/2397 Ore 14:00
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Droxine Carelli tamburellava con le dita accanto alla consolle mentre
scorreva i dati pensierosa. Attorno a lei la sua squadra esaminava le
stesse informazioni.
“Non può essere scomparso nel nulla!” Esclamò Gulfar sbattendo la mano sul
pannello e facendo sobbalzare Sorges che gli lanciò un’occhiataccia prima
di rispondergli indicando i dati. “Eppure non c’è traccia del tenente da
nessuna parte, lo vedi anche tu.”
“Non è esatto,” la corresse Carelli facendo scendere il silenzio attorno a
se, “sappiamo perfettamente dove si trovasse prima di scomparire.”
“Si, ma non dove sia ora,” ribatté perplesso il guardiamarina Latitude
grattandosi la testa. Carelli sorrise al giovane che era approdato nel suo
gruppo di recente. Dopo un periodo di comprensibile disagio iniziale,
Latitude stava iniziando ad integrarsi con gli altri ed era migliorato così
tanto che gli aveva affidato l’incarico di occuparsi di verificare il
funzionamento della sala ologrammi 1 da solo.
“Partiamo da quello che sappiamo,” suggerì il capo ingegnere invitando il
gruppo a parlare.
“Non ci sono tracce di teletrasporto, quindi non ha lasciato la nave,”
affermò Gulfar che veniva considerato il massimo esperto in materia e
perciò raramente contraddetto, e Carelli lo conosceva da sufficiente tempo
da non mettere in dubbio quanto affermava. Perciò annuì.
“Non ci sono tracce di forzatura sulla porta, né elettroniche né fisiche,
nessun segno di lotta. Nulla ha interrotto il programma,” aggiunse
Latitude, “ho verificato due volte.”
“Non ci sono stati sbalzi energetici di alcun genere,” contribuì Sorges,
“almeno non più del solito.”
“Possibili alterazioni del programma?” suggerì Frida Contes.
“Che fa sparire una persona?” Ribatté ironico Gulfar. “Deve essere
un’alterazione maledettamente buona.” Aggiunse massaggiandosi la barba
perplesso. Gulfar e Contes si erano scontrati parecchie volte nel corso
degli anni ed il tellarite aveva imparato a non sottovalutare i
suggerimenti della boliana. Carelli, continuando a far scorrere i dati,
considerò il suggerimento.
“Conosciamo qualcuno in grado di manomettere un programma olografico così
bene da ingannare i nostri sistemi?”
Il silenzio improvviso che la circondò la spinse a sollevare lo sguardo. “A
parte me,” precisò.
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Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano
occupati. Bertolt Brecht
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