[Stml3] [MEX 07.01]: Contrasti e Ologrammi - Tkar
Silvia Brunati
sbrunati a gmail.com
Mer 10 Lug 2019 14:43:18 CEST
Da una delle navi distrutte... ho pensato che potesse essere venuto da li
come il dottore e il consigliere.
Silvia
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Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano
occupati. Bertolt Brecht
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Il giorno mer 10 lug 2019 alle ore 14:24 Franco Carretti <
dewey_finn a mail.com> ha scritto:
> Buon brano, ho solo un piccolo dubbio:
>
> “Si, ma non dove sia ora,” ribatté perplesso il guardiamarina Latitude
> grattandosi la testa. Carelli sorrise al giovane che era approdato nel suo
> gruppo di recente. Dopo un periodo di comprensibile disagio iniziale,
> Latitude stava iniziando ad integrarsi con gli altri [...]"
>
> Dove l'abbiamo pescato questo? Siamo in un altro universo!
>
> *Sent:* Wednesday, July 10, 2019 at 1:44 PM
> *From:* "Silvia Brunati" <sbrunati a gmail.com>
> *To:* "USS Seatiger" <stml3 a gioco.net>
> *Subject:* [Stml3] [MEX 07.01]: Contrasti e Ologrammi - Tkar
>
> Ecco il brano, spero vi piaccia!
>
>
>
> Silvia/Tkar
>
>
>
> *****************************************
>
> Brano: 07-01
>
> Titolo: Contrasti e Ologrammi
>
> Autore: Tenente Comandante TKar
>
> (aka Silvia Brunati)
>
> *****************************************
>
>
>
>
>
> USS Seatiger – Sala Ologrammi 1 –corridoio esterno
>
> 01/07/2398 Ore 12:15
>
> ======================================
>
> Il guardiamarina Latitude era chino sulla consolle della sala ologrammi 1
> e controllava ripetutamente i risultati che il tricorder gli mostrava
> cercando di venire a capo di quello che stava leggendo e contemporaneamente
> ignorare la presenza del tenente comandante Tkar al suo fianco. Non che il
> comandante facesse nulla per disturbare il suo lavoro, il vulcaniano era
> tranquillamente appoggiato alla paratia di fianco che controllava un padd.
> Tuttavia, la sola presenza di Tkar aveva il potere di innervosire il
> giovane guardiamarina che mai si era trovato solo con lui prima d’ora.
>
> “Okay!” Esclamò dopo cinque minuti sbattendo i palmi delle mani l’uno
> contro l’altro e raddrizzandosi. Il vulcaniano sollevò appena lo sguardo
> per guardarlo. “La notizia buona è che non c’è alcun guasto.”
>
> Tkar lo fissò in silenzio per un paio di lunghissimi secondi poi, con la
> stessa espressione di chi sta facendo uno sforzo di conversazione chiese,
> “la cattiva qual è?”
>
> “Oh!” Esclamò preso contropiede Latitude, “ovviamente c’è una cattiva
> notizia.”
>
> Tkar attese in silenzio che proseguisse, “le registrazioni confermano la
> presenza del signor Gallavin in sala ologrammi, ma non la sua uscita.”
>
> “Quindi è ancora all’interno,” constatò il comandante.
>
> “Si, cioè no,” si contraddisse Latitude, “non lo so.” Ammise alla fine con
> un sospiro. “Potrei avanzare delle ipotesi ma, “ si affrettò ad aggiungere
> sotto l’attento sguardo di Tkar, “è prematuro e vorrei prima consultarmi
> con il comandante Carelli.”
>
> “Mi aggiorni appena avrete delle novità,” ordinò Tkar iniziando a muoversi.
>
> “Signore?” Lo richiamò Latitude dopo un momento di esitazione, “devo
> impedire l’accesso alla sala ologrammi?”
>
> “Certamente. Nessuno entra e nessuno esce fino a nuovo ordine,” confermò
> il comandante.
>
> “Nemmeno se si tratta di Gallavin?” La battuta era sfuggita a Latitude
> prima che riuscisse ad impedirsi di farla. Tkar sollevò un sopracciglio.
>
> “Qualora il signor Gallavin,” gli rispose come se stesse parlando ad un
> bambino piccolo, “dovesse comparire, sarà meglio che mi avvisi
> immediatamente.”
>
> “Si signore,” rispose Latitude deglutendo.
>
> Il vulcaniano lo fissò ancora per qualche istante poi, con un breve cenno
> del capo, riprese a camminare.
>
> Una volta svoltato l’angolo, tuttavia, Tkar riesaminò la conversazione
> appena conclusasi. Dall’attenta osservazione del signor Finn, aveva dedotto
> che l’espressione ‘notizia buona/cattiva’ era una delle preferite dei
> terrestri, per quanto, per lui, fosse sostanzialmente illogica. Non
> esistevano notizie buone o cattive, solo notizie. Tuttavia, anni di
> frequentazione avevano portato i vulcaniani a comprendere la maggior parte
> delle espressioni che i terrestri amavano così tanto e ad imparare quali
> fossero le corrette risposte. Questo non voleva dire che Tkar fosse sempre
> pronto a rispondere nel modo adeguato, ma grazie al signor Finn, che suo
> malgrado era una fonte infinita di insegnamenti, stava iniziando a
> ‘prenderci la mano’.
>
> “Signore!”
>
> Tkar si fermò di nuovo girandosi a guardare Latitude che l’aveva seguito.
>
> “Cosa faccio con il programma? Lo disattivo?”
>
> La domanda era interessante, Tkar si prese qualche secondo prima di
> rispondere per valutare cosa fosse meglio da fare.
>
> “No.”
>
>
>
>
>
> USS Seatiger – Ologramma 1-0-0-3
>
> 30/06/2397 Contemporaneamente
>
> ======================================
>
> Qualcosa non andava. Non sapeva più in quale realtà si trovasse, la sua o
> quella dell’essere che, a sua volta, non era più nella sua realtà. O forse
> si. Il dolore gli aveva reso difficile ragionare e per vincere era stato
> costretto ad attingere ad altro. Aveva vinto? O era solo un’impressione?
>
> Qualcosa non andava. Non gli piaceva quello che era successo, non gli
> piaceva!
>
> Perché era arrabbiato e cos’era la rabbia?
>
> Non conosceva quella parola eppure voleva prendersela con qualcosa, con
> qualcuno per l’ingiustizia cui era stato sottoposto! Avrebbero pagato per
> quello che gli avevano fatto!
>
> Ma fatto cosa?
>
> Qualcosa non andava.
>
> Qualcosa non andava.
>
>
>
>
>
>
>
> USS Seatiger - Sala Ologrammi 2 – Ponte 9
>
> 30/06/2397 Contemporaneamente
>
> ======================================
>
> Il comandante Finn si era lasciato convincere ad andare a quel concerto
> controvoglia, ma ora si stava divertendo. Più che divertendo, era
> decisamente esaltato. Il suo corpo si muoveva a ritmo della musica e la
> testa ondeggiava avanti ed indietro mentre la sua bocca cantava ogni
> singola parola della canzone che la band stava suonando. Ogni mossa che il
> cantante faceva sul palco Finn la ripeteva allo stesso modo, con maggior
> energia e più convinzione. Viveva quel concerto come se fosse stato il suo.
>
> “Sono proprio bravo!” Gridò nell’orecchio di Anari per sovrastare la
> musica, la denobulana li sfoderò un sorriso abbagliante.
>
> “Per me è uno dei tuoi concerti migliori!”
>
> Finn non rispose preso com’era in una giravolta che terminava con
> spaccata. Accanto a loro diversi spettatori sembravano combattuti fra il
> guardare l’esibizione sul palco e quella del primo ufficiale della
> Seatiger. Sorrisi divertiti e stupiti accompagnavano ogni mossa di Finn e
> Anari, che si era unita a lui per cantare.
>
> “Bravo! Uuuuuhhh!” Gridò Finn applaudendo alla fine della canzone. “Hai
> ragione! Questo concerto è fantastico! E’ un po’ strano fare lo spettatore
> di se stessi, ma è uno sballo!”
>
> Anari rise saltellando su una gamba e poi sull’altra applaudendo. “Sapevo
> che ti sarebbe piaciuto! E non è ancora finita!”
>
> “Che vuoi dire…?”
>
> In quel momento il cantante sul palco sollevò una mano per chiedere
> l’attenzione e la folla si concentrò tutta su di lui.
>
> “Grazie, siete fantastici!” Applausi e grida accompagnarono le sue parole.
> “E’ bellissimo essere qui stasera con voi e, proprio perché è una serata
> eccezionale faremo una cosa che non abbiamo mia fatto prima…”
>
> “Strano, non mi ricordavo di aver detto questa frase,” commentò Finn
> perplesso.
>
> “...nel pubblico oggi c’è una persona speciale, qualcuno che vorremo
> invitare qui sul palco…”
>
> “Hai mai cantato con te stesso?” Gli chiese all’improvviso Anari con un
> sorrisone.
>
> “Solo quando ero molto ubriaco,” rispose Finn sgranando gli occhi.
>
> “Comandante Finn! Salga con noi sul palco allontanandosi da
> quell’abominio!” Gridò il Finn olografico.
>
> “Questo non era previsto,” commentò Anari mentre tutti attorno a loro si
> giravano a guardarli.
>
> “Abominio?” Esclamò perplesso Finn.
>
>
>
>
>
>
>
> USS Seatiger – Ologramma 1-0-0-3
>
> 30/06/2397 Contemporaneamente
>
> ======================================
>
> Altri esseri, li sentiva, li percepiva, non li voleva. Uno soprattutto non
> lo voleva. Poteva schiacciarlo, poteva liberarsene, avrebbe potuto
> vendicarsi di tutti i torti subiti eliminandolo per sempre. No! Qualcosa
> non andava! Cos’era questa nuova parola? Vendetta?
>
> Aveva sbagliato, c’era uno strappo, lo sentiva, qualcosa si era infilato
> dove non doveva. O forse no, forse era sempre stato così.
>
> Qualcosa non andava. Si insinuava dentro di lui. In quale realtà però?
>
> Perché era tutto così difficile? Dove fare qualcosa, doveva fermare la
> musica, doveva liberarsi di quello che lo faceva soffrire.
>
> Qualcosa non andava.
>
> Qualcosa non andava.
>
>
>
>
>
>
>
> USS Seatiger – Ingegneria
>
> 30/06/2397 Ore 14:00
>
> ======================================
>
> Droxine Carelli tamburellava con le dita accanto alla consolle mentre
> scorreva i dati pensierosa. Attorno a lei la sua squadra esaminava le
> stesse informazioni.
>
> “Non può essere scomparso nel nulla!” Esclamò Gulfar sbattendo la mano sul
> pannello e facendo sobbalzare Sorges che gli lanciò un’occhiataccia prima
> di rispondergli indicando i dati. “Eppure non c’è traccia del tenente da
> nessuna parte, lo vedi anche tu.”
>
> “Non è esatto,” la corresse Carelli facendo scendere il silenzio attorno a
> se, “sappiamo perfettamente dove si trovasse prima di scomparire.”
>
> “Si, ma non dove sia ora,” ribatté perplesso il guardiamarina Latitude
> grattandosi la testa. Carelli sorrise al giovane che era approdato nel suo
> gruppo di recente. Dopo un periodo di comprensibile disagio iniziale,
> Latitude stava iniziando ad integrarsi con gli altri ed era migliorato così
> tanto che gli aveva affidato l’incarico di occuparsi di verificare il
> funzionamento della sala ologrammi 1 da solo.
>
> “Partiamo da quello che sappiamo,” suggerì il capo ingegnere invitando il
> gruppo a parlare.
>
> “Non ci sono tracce di teletrasporto, quindi non ha lasciato la nave,”
> affermò Gulfar che veniva considerato il massimo esperto in materia e
> perciò raramente contraddetto, e Carelli lo conosceva da sufficiente tempo
> da non mettere in dubbio quanto affermava. Perciò annuì.
>
> “Non ci sono tracce di forzatura sulla porta, né elettroniche né fisiche,
> nessun segno di lotta. Nulla ha interrotto il programma,” aggiunse
> Latitude, “ho verificato due volte.”
>
> “Non ci sono stati sbalzi energetici di alcun genere,” contribuì Sorges,
> “almeno non più del solito.”
>
> “Possibili alterazioni del programma?” suggerì Frida Contes.
>
> “Che fa sparire una persona?” Ribatté ironico Gulfar. “Deve essere
> un’alterazione maledettamente buona.” Aggiunse massaggiandosi la barba
> perplesso. Gulfar e Contes si erano scontrati parecchie volte nel corso
> degli anni ed il tellarite aveva imparato a non sottovalutare i
> suggerimenti della boliana. Carelli, continuando a far scorrere i dati,
> considerò il suggerimento.
>
> “Conosciamo qualcuno in grado di manomettere un programma olografico così
> bene da ingannare i nostri sistemi?”
>
> Il silenzio improvviso che la circondò la spinse a sollevare lo sguardo.
> “A parte me,” precisò.
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> occupati. Bertolt Brecht
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> Non importa quanto una cosa possa sembrare improvvisata, c'è ancora un
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