<div dir="ltr">Ciao,<div>sviluppo imprevisto, da riflettere. Bravo. :)</div><div><br></div><div>Silvia<br clear="all"><div><div dir="ltr" class="gmail_signature" data-smartmail="gmail_signature">------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------<br>Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati. Bertolt Brecht<br>------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------<br></div></div><br></div></div><br><div class="gmail_quote"><div dir="ltr">Il giorno mar 19 giu 2018 alle ore 21:20 Rashan <<a href="mailto:rashan.tholos@gmail.com">rashan.tholos@gmail.com</a>> ha scritto:<br></div><blockquote class="gmail_quote" style="margin:0 0 0 .8ex;border-left:1px #ccc solid;padding-left:1ex">Ciao,<br>
eccovi il mio contributo. Ho preferito concentrarmi principalmente sul <br>
proseguimento della trama "forzando" gli avvenimenti sul pianeta<br>
<br>
Tempio di Dio. Pianeta imprecisato. 15/01/2395, Ore 10:00<br>
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“E’ tutto pronto?” Chiese Kver secco.<br>
<br>
“Sì maestro.” Fu la risposta della sua protetta.<br>
<br>
“Percepisco esitazione.” Il maestro si voltò di scatto e scrutò Selmai con<br>
occhi di ghiaccio. L’anziano si trovava vicino ad una finestra dell’antico<br>
tempio. L’antichità delle rocce con cui la costruzione millenaria era stata<br>
costruita rendeva l’anziano Kver ancora più vecchio.<br>
<br>
“No maestro.” Rispose Selmai abbassando lo sguardo.<br>
<br>
“L’esitazione porta all’eresia.” Fu la rapida risposta di Kver.<br>
<br>
“Si maestro.”<br>
<br>
“Allora perché dubiti.”<br>
<br>
“La guerra… tra poche ore saremo in guerra.” Selmai non voleva quella<br>
guerra ma non voleva deludere il maestro.<br>
<br>
“Una lotta contro gli infedeli non è una guerra… è un atto divino.” Kver<br>
sorrise alzando le mani al cielo compiaciuto per l’imminente massacro.<br>
<br>
“Si maestro.” Selmai rispose amaramente abbassando lo sguardo ma Kver non<br>
poteva vederla in quanto le aveva dato le spalle e si era messo a<br>
contemplare il panorama dalla finestra.<br>
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<br>
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Montagne di Crull Pianeta imprecisato. 15/01/2395, Ore 12:55<br>
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<br>
La nave era immensa. Sarebbe stata più gusto definirla una astronave madre.<br>
La costruzione aveva richiesto uno sforzo immane quasi impossibile. Il<br>
primo quasi insormontabile scoglio era stato far cooperare i Due Popoli.<br>
Scienziati e religiosi avevano dovuto lavorare assieme per realizzare il<br>
progetto, i singoli componenti e l’assemblaggio. C’erano state tensioni,<br>
furibondi litigi a causa di opinioni completamente diverse: come potevano<br>
definire dei requisiti e caratteristiche tecniche di una astronave quando<br>
metà del team ragionava scientificamente e l’altra metà ragionava con la<br>
fede?<br>
<br>
Poi c’era stato il luogo di costruzione. Ognuno dei Due Popoli voleva avere<br>
nel suo territorio il cantiere ma alla fine, per ridurre le tensioni, si<br>
era deciso di scegliere un luogo neutro. Purtroppo l’unico luogo neutro era<br>
una quasi inaccessibile catena montuosa, l’unico posto di scarso interesse<br>
per i due popoli. Lo sforzo logistico nel potare gli immensi componenti<br>
dell’astronave e le difficili condizioni di lavoro in alta quota avevano<br>
causato enormi problemi che avevano rischiato di far fallire il progetto<br>
più volte.<br>
<br>
Malgrado tutto la costruzione era terminata. Contro ogni probabilità<br>
avevano costruito l’immensa astronave.<br>
<br>
Il direttore dei lavori, uno scienziato di nome Fistarl, aveva più di un<br>
motivo per esserne orgoglioso dell’operato. Ogni sera si sistemava in un<br>
promontorio vicino a guardare la sua creatura illuminata dalla soave e<br>
dorata luce del tramonto. Gli dava serenità e pace facendolo stare bene e<br>
quella visione gli aveva dato la forza per superare le difficoltà e i<br>
problemi della costruzione.<br>
<br>
Era lì da qualche minuto quando si accorse di una seconda presenza. Si<br>
voltò e riconobbe il vice direttore: il religioso Kentrar.<br>
<br>
Nessuno dei due parlò. Non si erano mai fidati l’uno dell’altro fin<br>
dall’inizio della costruzione. Si erano tollerati guardandosi con sospetto<br>
per tutta la costruzione. Eppure, malgrado le enormi differenze culturali e<br>
i problemi nessuno dei due poteva dire di aver lavorato male con l’altro.<br>
<br>
Anzi!<br>
<br>
Entrambi si erano comportanti come se fossero superpartes rispetto ai<br>
propri compiti permettendo di superare i continui litigi fra i Due Popoli e<br>
le difficoltà di quell’ardito progetto.<br>
<br>
Nessuno dei due l’avrebbero mai ammesso. Ma si erano avvicinati molto e,<br>
inconsciamente, avevano iniziato a fidarsi l’uno dall’altro rompendo il<br>
ghiaccio tra le loro razze.<br>
<br>
Forse c’era speranza per I Due Popoli, forse i millenni di guerre, che<br>
avevano insanguinato il loro mondo, potevano essere superati camminando<br>
insieme verso la via delle stelle.<br>
<br>
Era una bella speranza e Fistarl voleva proprio crederci. In cuor suo<br>
sperava che anche Kentrar condividesse la sua speranza.<br>
<br>
Kentrar, anche se non l’avrebbe ammesso col collega, condivideva gli stessi<br>
stati d’animo dello scienziato e la sua presenza su quell’altopiano ad<br>
osservare il lavoro fatto era una tacita conferma che entrambi la<br>
pensavano uguale.<br>
<br>
In quel tranquillo e caldo tramonto tutto sembrava andare per il migliore<br>
dei modi e che sarebbe stata la pace e la tolleranza il futuro dei Due<br>
Popoli.<br>
<br>
Purtroppo l’infame destino spezzò i loro sogni in quello stesso istante.<br>
<br>
Non se ne accorsero subito. Il vendo trasportò solo deboli urla.<br>
<br>
Il primo a sentire qualcosa fu Kentrar che ruppe il silenzio chiedendo:”Ma<br>
sono delle urla?”<br>
<br>
“Non sento nulla.” Fistarl si concentrò al massimo per sentire meglio ma<br>
nel mentre il collega gli si avvinò e attivò una specie di tricorder. Lo<br>
strumento di analisi funzionò nella modalità binocolo e sullo schermo<br>
apparve quello che stava accadendo a un chilometro di distanza in linea<br>
d’aria vicino alla nave.<br>
<br>
“Stanno combattendo… i religiosi stanno attaccando a sorpresa:” Quelle<br>
parole morirono in gola Fistarl.<br>
<br>
Fistarl accusò il colpo arretrando disgustato. Sputò quelle parole con<br>
tutta la rabbia e frustrazione che aveva in corpo:”Ci state massacrando…<br>
perché?”<br>
<br>
Quelle parole ferirono Kentrar più di un colpo di laser. Il religioso,<br>
completamente ignaro del piano di attacco, fece un passo indietro<br>
barcollando.<br>
<br>
I due si guardarono con guardi carichi di odio e disprezzo e la pace e la<br>
speranza morirono in quell’istante.<br>
<br>
<br>
USS Seatiger,Bar di prora modificato<br>
15/01/2395, Ore 13:00<br>
<br>
La strana cena tra Anena e Charles al bar di prova stava procedendo tutto<br>
sommato bene. Il consigliere, grazie anche alle sue caratteristiche di<br>
El-Auriano, stava intrattenendo l’umano facendolo parlare di sé, dei suoi<br>
sogni e delle sue aspettative.<br>
<br>
Il capitano era l’unica altra persona nel locale. Il trill si teneva a<br>
distanza defilato a sorvegliare la situazione. Sembrava più un cameriere o<br>
una guardia del corpo piuttosto che un capitano.<br>
<br>
Era tutto tranquillo e, malgrado la situazione, sotto controllo. La nave<br>
procedeva sulla rotta impostata da Evans. Non avevano ancora ripreso il<br>
controllo ma non c’erano nemmeno avvisaglie di pericolo.<br>
<br>
D’improvviso Charles urlò:”Nooo non è possibile.”<br>
<br>
Il giovane cadde rovinosamente dalla sedia impattando con il freddo acciaio<br>
del pavimento. Kenar scattò in avanti rapidamente ma Anena era più vicina<br>
si avvicinò per vedere cosa stava succedendo.<br>
<br>
Evans si teneva la stesa e ripeteva:”no no no… ho fallito… perché lo stanno<br>
facendo?”<br>
Capendo che non era un problema fisico a turbare il giovane Anena afferrò<br>
Charles per cercare di calmarlo:”Che cosa succede Charlie?”<br>
<br>
La nave iniziò a sobbalzare violentemente sollecitata da forti vibrazioni,<br>
il capitano, ormai a poca distanza, perse l’equilibrio e cadde. Il<br>
turbamento di Charlie si stava riflettendo sulla nave con rovinosi effetti.<br>
Kenar vide alcuni sistemi saltare in una esplosione di scintille mentre un<br>
replicatore prendeva fuoco. Con un brivido pensò che se quello era il<br>
disastro al bar di prora chissà cosa stava succedendo in sala macchine.<br>
<br>
Anena si aggrappò al tavolo mentre cercava di tranquillizzare ragazzo. Il<br>
capitano strisciando a terra lì raggiunse i due nello stesso istante in cui<br>
il ragazzo spiegò la situazione:”Sul pianeta… le due fazioni hanno iniziato<br>
ad uccidersi.”<br>
<br>
Kenar afferrò il ragazzo dicendo:”So come ti senti… ma devi lasciare il<br>
controllo della mia nave o la distruggerai.”<br>
<br>
“Non volevo che scoppiasse una guerra… . “Charlie scosse la testa:”Non è la<br>
mia parte cosciente... .”<br>
<br>
Il capitano sorrise e con gentilezza e risoluzione disse:”So che sei una<br>
persona buona e che non vuoi questo… ma lascia il comando della mia nave.”<br>
<br>
Anena lo incalzò:”Fidati del capitano, noi siamo qui per aiutarti.”<br>
<br>
Evans sembrò calmarsi e la nave smise di sobbalzare. Tutto tornò tranquillo.<br>
<br>
Rapidamente arrivò la chiamata di Finn:=^=Capitano… qua abbiamo pogato alla<br>
grande, che succede? Ci sono scintille e pezzi che volano.=^=<br>
<br>
Kenar sorvolò sul dettagliato rapporto danni del primo ufficiale:”Ci sono<br>
feriti?”<br>
<br>
=^=Il dottore ci segnala alcuni piagnistei e qualche ginocchio sbucciato ma<br>
nulla di grave.=^=<br>
<br>
Kenar sorrise sollevato per poi chiedere:”Abbiamo il controllo?”<br>
<br>
Ma Finn chiese:=^=Di che cosa?=^=<br>
<br>
Kenar alzò gli occhi al cielo:”Della nave, signor Finn.”<br>
<br>
=^=Ah quella… boh… . =^= Il tono tranquillo del primo ufficiale sollecitò<br>
la pazienza del Trill ma l’umano riuscì a cavarsi d’impacciò<br>
rapidamente:=^=Sì… mi fanno segno di sì, abbiamo il controllo.=^=<br>
<br>
“Bene, mantenete rotta e velocità.” Ordinò il capitano.<br>
<br>
=^=verso il pianeta… ma come si chiama… =^=<br>
“Proprio quello.” Taglio corto il capitano.<br>
<br>
Quel piccolo siparietto strappò un sorriso ad Anena e generò una forte<br>
risata in Charlie. Era una risata profonda, spensierata e sincera tipica<br>
degli adolescenti.<br>
<br>
“Grazie capitano.” Disse il giovane.<br>
<br>
“Di che cosa?”<br>
<br>
“Dell’aiuto… poteva andare da qualsiasi altra parte ma ha mantenuto la<br>
rotta.”<br>
<br>
Kenar rispose con un occhiolino.<br>
<br>
“Come stai Charlie?” Chiese Anena.<br>
<br>
“Meglio… quando ho sentito tutte quelle vite spezzate così inutilmente…<br>
“Non terminò la frase, abbasso lo sguardo, guardò davanti a sé e<br>
aggiunse:”Perché capitano? Perché si devono uccidere per così futili<br>
motivi? Non è meglio uscire a divertirsi?”<br>
<br>
“Purtroppo non ho risposte alla tua domanda… molte persone anche più<br>
intelligenti di noi si sono poste questo quesito senza riuscire a<br>
risolverlo. Ti attende un compito difficile, pacificare un mondo in perenne<br>
guerra.” Il capitano guardò il giovane dritto negli occhi:”Noi abbiamo una<br>
legge, la prima direttiva, che ci impedisce di agire direttamente e<br>
interferire con quella civiltà ma, pur rispettando questa norma<br>
fondamentale, faremo di tutto per consigliarti e aiutarti a svolgere<br>
quest’arduo compito.”<br>
<br>
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Ciao<br>
Fabrizio<br>
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Tenente Comandante<br>
Rashan Tholos<br>
Capo OPS<br>
USS Redoutable<br>
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