[Stml4] Joshua Enric Random: Ad un passo dal Paradiso

Roberto Battistini rbattis72 a gmail.com
Ven 10 Giu 2016 01:15:29 CEST


Ciao ragazzi,
ecco una bozza del racconto di "presa servizio". Fatemi sapere, sono qui
per ogni modifica, correzione, riscrittura :)

Buona notte, Roberto

Tenente Joshua Enric Random
Timoniere - Ufficiale Navigazione
NX-04 Atlantis


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15 marzo 2171, Shuttle Leningrad, ore 7.40 am.

“Convergence” si stagliava in tutta la sua potenza emotiva davanti agli
occhi del Tenente Random. I lembi rossi che drappeggiavano in mezzo agli
squarci bianchi su fondo nero, erano impressione dell'assoluto imprigionato
in quell’atmosfera che sintetizzava spontaneità e controllo insieme. Così a
volte sono i momenti di convergenza nella vita di una persona, così si
sentiva in quel momento Joshua. Molti aspetti del suo passato restavano
dominati dal caos e dall’istinto, ma altrettanti stavano per essere
collocati nel giusto alveo, assumendo la rinnovata veste di un nuovo
inizio.L'ossessione di fare luce su ciò che è accaduto a suo padre restava
il conscio spettro perenne, un fuoco indelebile le cui ceneri non cessavano
di ardere nel suo cuore. Al contempo il sentirsi utile per la Flotta
Stellare, il suo rifugio, la sua casa, era la cristallizzazione equilibrata
dell'essere giunto a ciò che si desidera, un nirvana professionale
incomparabile.


Si passò la mano sulla barba scusa che circondava il suo volto e con un
gesto rapido chiuse il quadro di Pollock che appariva sul suo d-pad. Tra sé
si disse: ‘Ci siamo’. Si alzò in piedi, mentre percepiva le leggere
vibrazioni dello scafo che testimoniavano la fase di connessione con il
cantiere orbitale geostazionario in cui era attraccata la USS Atlantis. La
sua nuova nave, il suo futuro.

Si guardò nello stretto specchio a sviluppo verticale e con gli occhi evitò
di guardarsi nel volto, cercando di soffermarsi sulla divisa. Ne osservò
rapidamente i dettagli, la stirò con un gesto della mano là dove presentava
lievi increspature tipiche di un viaggio extra orbita in uno shuttle
federale da trasporto. Stretto, scomodo, le cui condizioni di viaggio
sembravano richiamarne la stessa temporaneità. Ma c'era qualcosa di più
celato nel suo non fermarsi sui propri lineamenti: c'era tanto di quella
difficoltà a trovare un rapporto vero con gli altri. C'era ancor di più un
suo bisogno di elusione, che si materializzava nel soffermarsi sulla
superficie delle cose. Sorrise e, afferrando la sacca con la mano destra,
uscì dalla sua minuscola camera per raggiungere il portello d'attracco.


15 marzo 2171, Atlantis, ore 7.40 am

La prima cosa erano gli odori. Ovunque Joshua si recasse per prima cosa si
soffermava sugli odori, come se fossero in qualche modo elementi intimi che
rappresentassero l'essenza più profonda del luogo: una sorta di archetipo
jungiano degli spazi. E l'odore che subito lo colpì fu quello del metallo
misto ai polimeri da imballaggio: essenza di meccanica appena prodotta. La
cosa lo incuriosì e per un attimo lo distrasse, perdendosi dietro alla
sensazione di scoperta. Distratto al punto da urtare contro qualcuno. Si
riprese e si scusò con un giovane uomo, con i gradi da Tenente.

"Lei è nuovo, immagino il nuovo ufficiale al timone, giusto?", i toni erano
affabili, colmi di sicurezza e intensità.

Joshua sorrise, colto di sorpresa dai modi accoglienti "mi chiamo Josuha
Random, signore. Sono esattamente..quello che ha sospettato. Ufficiale alla
navigazione". La voce uscì metallica e distorta a causa della protesi che
aveva nelle corde vocali. Per un attimo si aspettò una reazione da parte
dell'ufficiale, ma quest'ultimo rispose con un sorriso: "Allora benvenuto a
bordo. Sono Wolf, capo medico di questa bagnarola".

Random strinse la mano "Bagnarola non direi proprio…credo che la Flotta
Stellare abbia ben poco di paragonabile a questa nave"

"Dovrò fidarmi allora del suo parere, Signor Random, è lei che ci
dimostrerà se potremo veramente volare bene" E con un sorriso tipico di chi
ama il proprio lavoro, Wolf lo salutò per proseguire verso l'infermeria.


L'architettura delle unità NX era abbastanza simile in tutte le navi, così
Joshua sapeva come raggiungere la plancia. Più o meno

"Si è perso per caso?" la voce era quella dolce di una giovane donna.

Random si voltò per incontrare gli occhi smeraldo di una bellissima ragazza
dalla bionda chioma.

"Ah..sì, diciamo che mi sono orientato meglio di oggi nella mia vita".
Maledisse il dispositivo di comunicazione che sostituiva parte della
trachea dopo l'incidente del 15 aprile. Una data che non avrebbe mai
dimenticato.

Lei si avvicinò, muovendosi sinuosa nella divisa e per nulla sorpresa anche
lei della sua voce sintetica.

"Nuovo, vero?"

"Aveva dei dubbi?" ironizzò Joshua, ma la giovane si fece di colpo seria.

"Mi scusi…è che mi ricordava un volto noto", rispose la ragazza, ma nel suo
tono Random percepì che qualcosa si celava dietro quel suo cambio di umore
repentino. Ed ebbe la sensazione che la sua frase non corrispondeva alla
vera verità. Ogni persona è uno scrigno, pensò Joshua.

"Mi chiamo Joshua Random, ufficiale alla navigazione: primo giorno di
servizio".

Lei tornò a sorridere "Benvenuto Joshua. Dorothea Reis, un giorno, forse,
potrà chiamarmi Thea. Vedremo.."

Lui fece un cenno d'assenso "Mi piacciono le sfide…Thea"

Lei continuava a fissarlo "La plancia è da quella parte" disse indicando la
direzione con il braccio destro "..E comunque lei mi ricorda qualcuno.
Spero solo che fosse almeno una persona gradevole" e ammiccando la giovane
uscì rapidamente dal campo visivo del Tenente Random. Lui sperò non per
sempre.


La plancia era la plancia. Indescrivibile in quel senso di potere e
controllo che emanava. Era meravigliosa e al contempo vissuta e reale. Lì
si prendevano le decisioni che dettavano le sorti dell'intero equipaggio,
della Flotta e a volte dell'Universo. Questo significava per Joshua
l'essere arrivati. Convergenze.

Entrò con passo incerto, non sapendo quale tipo di ingresso fare: sicuro e
baldanzoso, rispettoso e umile?

Il fatto fu che non ne ebbe tempo. La voce del capitano Cortes lo raggiunse
come un fulmine, carico di elettricità e potenza.

"Finalmente! La stavamo aspettando. Sono il capitano Cortes, Marco Yager
Cortes. Lei deve essere il Tenente Joshua Enric Random, il nostro
timoniere!".

Joshua si riprese dall'enfasi presente nella parole del capitano. "
Capitano, piacere. Tenente Random a rapporto" e scattò sull'attenti e fece
il saluto militare.

"Ma perfavore, lasciamo perdere questi protocolli da marina dell'800. Dico
bene, Tenente Kimura?"

L'ufficiale tattico si voltò. Molto formale e compito si limitò ad un: "Mi
permetto di sottolineare come ciò sia innegabilmente inutile qui", la voce
pacata emanava sicurezza e vigore.

Joshia cercò di apparire cordiale, quanto lo erano stati i due alti
ufficiali. "Grazie Capitano, Tenente Kimura. E' un onore prendere servizio
su questa nave. Le gesta la precedono anche negli angoli più remoti della
galassia".

"Quelli che stiamo per esplorare, Tenente." il capitano Cortes fece una
pausa "Questa è la sua postazione. E' già attiva, è sufficiente…che accenda
i motori e imposti la rotta".

Random si sedette alla consolle del timone. Diede una rapida occhiata alle
funzionalità attivate e tutto era come sul suo precedente imbarco sulla
Evermore. Così, prese coraggio, cercò di tagliare quel velo tanto spesso di
incapacità comunicativa e disse "Destinazione, capitano?"

Cortes si mise sulla poltrona di comando.

"Ad un passo dal Paradiso"

Joshua sentì il cuore riempirsi di una meraviglia inaspettata.
-------------- parte successiva --------------
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